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Bernard Tschumi «L’architettura è antifunzionale. E l’architetto deve esercitare violenza sullo spazio»

Non sono un’archistar, ma non sono d’accordo con l’architetto Enzo Eusebi. Sono favorevole alle architetture totemiche perchè danno visibilità alle piccole città

Che cosa pensa del dibattito sulle archistar?
Questo dibattito è sia positivo che negativo. È molto positivo poiché focalizza sull’architettura l’attenzione dei media ma anche delle persone. Il pubblico sta iniziando a capire che l’architettura è viva, è l’architettura che disegna le nostre città. Ecco la parte buona o positiva di questo dibattito. Ciò che non è positivo, invece, è il fatto che spesso l’enfasi viene posta sulla persona e non sull’architettura. Mettiamola così: puoi amare un film con un grande attore come protagonista ma potrebbe non interessarti sapere i dettagli della vita amorosa del grande attore in questione.

Lei è un’archistar?
Non sta a me dirlo, ma alcune persone mi reputano un’archistar.

E lei? Non si considera come tale?
No, non sono un’archistar. Mi reputano un’archistar, ma non lo sono. Non mi interessa essere sotto i riflettori.

Chi sono le archistar?
Beh, vediamo… il miglior esempio è Zaha Hadid. Brava e importante, conosciuta da tutti, è sempre sotto i riflettori, al centro dell’attenzione.

Mi ha citato una donna. E un uomo?
Sicuramente Frank O. Gehry.

Perché?
Frank O. Gehry e Zaha Hadid sono i due architetti più famosi al mondo. Vogliono però essere noti e conosciuti, si rendono accessibili ai media e alla stampa.

Gli architetti Vittorio Gregotti, Paolo Portoghesi e Mario Botta dicono che l’appellativo archistar sia un po’ offensivo. Lei cosa pensa?
È molto interessante il fatto che questi architetti, che ritengono l’appellativo offensivo, appartengano in realtà a un’altra era, a un altro periodo.
Cosa intende?
Oggi siamo nell’era della cultura globale, nell’epoca di internet. Gli architetti Gregotti, Portoghesi e Botta, invece, appartengono all’era della cultura locale, un’epoca diversa, in contrapposizione rispetto a quella moderna.
Sono rimasti indietro?
È il mondo che è progredito. Questi architetti sono molto bravi, il loro lavoro è buono, ma oggi l’architettura solleva nuove questioni, diverse, di carattere globale. Loro, invece, si approcciano all’architettura ancora in modo tradizionale.

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