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NASCE DIETAECAFFE.IT PER UNA DIETA SANA E GENUINA

E’ nato pochi mesi fa un portale e-commerce di vendita di prodotti tipici italiani. L’idea nasce da una giovane ragazza torinese con origini salentine che decide di selezionare il meglio delle due terre e proporlo in Italia e all’estero sul portare www.dietaecaffe.it. Tutti i prodotti proposti dal sito eccellono in diversi settori, o per il basso impatto ambientale dei loro involucri, o per essere eccellenze nei settori biologici, dietetici e dei cibi integrali, o per essere prodotti di nicchia raffinati, ma che non hanno ancora avuto la possibilità di farsi conoscere al di fuori del loro territorio di produzione. I marchi più conosciuti sono Acqua Sant’Anna di Vinadio (Cuneo – Piemonte), si punta sulla pubblicizzazione della prima bottiglia biodegradabile e dei nuovi bicchierini di thè Santè; Caffè Vergnano, tipico caffè piemontese dalle discusse cialde compatibili con le macchinette nespresso; Alimentazione Fior di Loto, prodotti biologici, dietetici, integrali, per celiaci ed allergici; e ancora, Vini Teo Costa, eccellenti vini delle langhe piemontesi, ottimo il Barolo Monroj; poi le Grappe ed elixir Bernard dell’Alta Val di Susa in cui viene prodotto il famoso genepy piemontese; per Pasqua vengono proposte le Colombe Artigianali di Gilber Piemonte. Per quanto riguarda i prodotti mediterranei si è scelta una gamma di cibi e bevande salentine, da segnalare l’Olio Extra Vergine d’Oliva Salentino, proposto in vari marchi Labbate, Feudo San Giacomo, Unione Agricola di Melissano, le cui qualità benefiche sono indiscusse e risapute in tutto il mondo; e ancora vini salentini il migliore Primitivo e Negramaro direttamente da Melissano e Leverano; una chicca tutta pugliese sono i vari patè ai pomodori secchi e alla diavola, ma come non citare le 40.000 piante di fichi in provincia di Brindisi da cui vengono prodotti i Fichi Secchi del Feudo San Giacomo con caratteristiche uniche e di assoluto pregio.

Insomma il portale dietaecaffe.it offre le migliori scelte per una dieta sana e genuina, sicuramente diventerà un punto di riferimento per molti.

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L’eccellenza vinicola italiana e francese alla Rocca di Fontanellato

Autunno; tempo di vendemmia e di pigiatura ma – anche – tempo per “incontrare” il vino e i suoi produttori. E’ ciò che accade domenica 7 e lunedì 8 ottobre all’interno della meravigliosa Rocca di Fontanellato, nella terra del Po in provincia di Parma. Terra dove odori e sensazioni si uniscono al gusto di quei prodotti tipici che hanno fatto di questa zona della Pianura Padana la capitale del gusto. E allora ben venga questa prima edizione di “Terra Bolle Rocca” che presenta oltre cinquanta produttori tra Rècoltants della Champagne, e italici vignaioli, banchi d’assaggio con insolite proposte francesi insieme ad eccellenze gastronomiche nostrane correlate da dibattiti, degustazioni guidate e professionisti pronti a soddisfare ogni curiosità.

Il programma, prevede, nella giornata di domenica 7 ottobre, un evento dedicato ai professionisti di settore, wine lovers e curiosi. L’ingresso (€ 25,00), previa precedente iscrizione, offre la libera degustazione presso tutti gli stands degli espositori oltre ad assaggi di gastronomia specializzata. Stesso programma, ma solo per gli “addetti ai lavori”, per la giornata successiva.

Questo evento, ideato e realizzato da Il Bere Alto e l’Enoteca Maurizio Cavalli, prevede – anche – interessantissimi dibattiti/degustazioni/confronti nel pomeriggio di lunedì a partite dalle 14,30 con l’istantanea di una grande annata nei riflessi di 6 Champagne di Territori: era dieci anni fa. Affinità, richiami e suggestioni in degustazione alla cieca del millesimo 2002.
Moderato da Federico Graziani e Marco Pozzali (autori di Grandi Vini di piccole cantine) con la degustazione condotta da Giuseppe Palmieri, Maitre-Sommelier dell’Osteria Francescana di Modena (tre stelle Michelin).

A seguire (ore 16,30) un viaggio tutto italiano alla scoperta di territori, vitigni e uomini nel millesimo 2001, il profumo di una straordinaria, imprevedibile annata. 6 grandi vini proposti alla cieca in un gioco di rimandi, affinità e differenze.

Modera il giornalista Marco Pozzali e conduce la degustazione Federico Graziani, Sommelier e coordinatore della carta vini de Il Luogo di Aimo e Nadia di Milano (due stelle Michelin).

La partecipazione per un massimo di 35 persone costa € 35,00.

Per prenotare: [email protected]

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La tradizione culinaria di Asti

In autunno ci sono dei luoghi in Italia che si vestono di colori incredibili e ritorna la voglia delle gite fuori porta. Le langhe regalano in questo periodo dell’anno una campagna scenografica, un’infinita ripetizione di vigne che si rincorrono tra le dolci colline piemontesi, in lizza per diventare Patrimonio dell’Umanità.
Navigando per la campagna nei dintorni di Asti ci si imbatte in case signorili, in castelli imponenti, nell’antichissima via Francigena che fu percorsa dai pellegrini, nelle torri medievali di vedetta. Alla tradizione culturale e architettonica si affianca quella culinaria, anch’essa ricca di colori e meraviglia. L’autunno è la stagione del re della tavola piemontese, del prodotto di eccellenza che fa tremare di invidia tutto il mondo: il tartufo bianco.
Asti si immerge in questo contesto autunnale con serena placidità, raccogliendo sia il richiamo degli occhi che quello della bocca. Basta entrare in un ristorante di Asti per assaporare i piatti tipici di questa regione, come gli agnolotti, la bagna cauda e il torrone, per degustare un buon vino rosso, di quelli che hanno resa nota la provincia come il Barolo, il Dolcetto e il Barbera. È sufficiente passeggiare per il centro di Asti per riscoprire uno dei più ricchi patrimoni edilizi dell’epoca medievale.

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Il barolo borgogno: grande vino astigiano

“Tu sei giovane….e non sai che tre nasi son quel che ci vuole per bere il Barolo”.
Con questi versi Cesare Pavese, descrisse il Barolo Borgogno, vero gioiello della terra della Langhe, dove sotto le viti e la terra rossa, le foglie nascondo un segreto: il nobile Barolo.
Questo soave vino piemontese rosso ricavato in purezza dalle uve Nebbiolo, tipiche dalla zona. Il nome Nebbiolo deriva da nebbia, proprio perché l’uva matura quando le colline sono avvolte dalle prime nebbie autunnali, oltre che per il colore grigio/argento degli acini. Per questi motivi, nelle Langhe il Barolo è meglio noto con il nome di “Nebbiolo” .
Il nome Barolo è successivo e deriva dalla famiglia “Faletti” marchesi di Barolo che ne iniziarono la produzione. Fu proprio la Marchesa di Barolo l’artefice del successo di questo nobile e robusto vino. Secondo la tradizione popolare, Re Carlo Alberto chiese alla Marchesa perché “non gli avesse mai fatto gustare quel suo famoso vino del quale tanto aveva sentito parlare”.
Qualche giorno dopo i torinesi assistettero ad una strana processione: videro passare per via Nizza a Torino una lunga fila di carri, ciascuno con il suo carico di vino. I carri erano diretti a Palazzo Reale, sede della Corte.
I carri contenevano ben trecentoventicinque botti, una per ogni giorno dell’anno, sottratti i quaranta giorni di quaresima.
Questo vino piacque moltissimo al Re, tanto che ne divenne anche egli produttore nelle sue terre di Verduno. In pochi anni i produttori di Barolo aumentarono a tal punto che la produzione dovette spostarsi nelle vicine terre d’Alba.
Oggi invece gustiamo questo vino sulla tavola dei migliori ristoranti di Asti.

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