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Stanno drogando i nostri figli Attenzione ai test nelle scuole!

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  • 9 Agosto 2014

 

Tramite il test vengono segnalati i bambini per portarli sotto “trattamento”. Le “cure” spesso consistono in potenti psicofarmaci. Drogando cosi i nostri figli.
Anche in Italia è stato commercializzato uno psicostimolante, il metilfenidato, un derivato dell’anfetamina, per la “cura” del controverso Disturbo del Deficit dell’Attenzione ed Iperattività (sigla in inglese ADHD, in italiano DDAI).
Di questo “disturbo” si è sentito parlare per la prima volta nel 1987, quando i membri della potente Associazione Psichiatrica Americana (APA) ne inventarono il nome e decisero di includerlo nel testo di base dei disturbi psichiatrici. Secondo certa parte della psichiatria tale disturbo l’avrebbero i bambini che si muovono troppo, che si arrampicano, che non ascoltano, che non stanno attenti a scuola, che non svolgono facilmente i compiti, ecc.. Cose che caratterizzano tanti bambini, ma ora ci dicono che sono malati!
In Italia, fino a marzo del 2003 il metilfenidato figurava nella Tabella I degli stupefacenti. Poi, miracolosamente, è finito in quella degli psicofarmaci. Inutile dire che ciò deve aver facilitato le procedure per la sua commercializzazione. Il metilfenidato era già in commercio in Italia ma nel 1989 venne ritirato a causa dell’abuso che se ne faceva. Veniva dato a coloro che soffrono di narcolessia cioè il bisogno irresistibile di dormire
Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani sta distribuendo gratuitamente opuscoli che hanno lo scopo di informare i genitori.
Per maggiori informazioni www.ccdu.org
Stiamo anche raccogliendo lettere da spedire alle autorità competenti al fine di chiedere loro di tutelare il diritto di ogni bambino a non essere oggetto di diagnosi psichiatriche errate e a non dover assumere psicofarmaci di qualsiasi tipo.

 

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Spoleto Arte: L’attenzione esclusivamente puntata verso l’intervista a Giuseppe Santonocito

A seguito delle mostre di “Spoleto Arte” curate da Vittorio Sgarbi e organizzate dal manager Salvo Nugnes, che hanno attirato l’attenzione di media e pubblico, è stato intervistato l’artista Giuseppe Santonocito, che ha ricevuto numerosi apprezzamenti per i suoi originali quadri di ispirazione onirica. Un’intervista sicuramente da leggere, in quanto Santonocito parla non solo della sua carriera artistica, ma svela anche il misterioso significato delle sue opere, con un velo di profonda sensibilità e umanità.

 

1) Abbiamo avuto notizia del grande successo, che stanno riscuotendo le sue opere, esposte nel prestigioso contesto delle mostre di “Spoleto Arte” curate da Vittorio Sgarbi e organizzate dal manager Salvo Nugnes. È soddisfatta di questa positiva partecipazione?

La mia partecipazione alle Mostre di Spoleto Arte è stata una grande emozione. Poter constatare che le mie opere, seppur di difficile lettura, hanno riscosso un così largo consenso, mi rende veramente felice e soprattutto orgoglioso di aver continuato a lavorare per anni dipingendo solo quello che è il mio sentimento. Seppur con qualche difficoltà di comprensione da parte del pubblico.

 

2) Quali opere sono presenti in mostra e che tematica seguono?

Il mio lavoro in questi ultimi 20 anni si è svolto tutto nello spazio, perché, a mio parere, noi esseri pensanti, siamo per questo nostro pianeta l’abitante più pericoloso. Le mie opere richiedono un lungo lavoro di pensiero e una realizzazione quasi chirurgica, dovuta alla mia ossessione per la precisione. Quindi le opere esposte a Spoleto Arte sono tutte rivolte a cercare di far comprendere queste mie convinzioni.

 

3) È la prima volta, che espone a Spoleto? È compiaciuta della curatela di Vittorio Sgarbi?

E’ la prima volta che espongo a Spoleto e questo è stato possibile grazie al mio manager e grande amico Dottor Salvo Nugnes, con il quale auspico una lunga e proficua collaborazione. In quanto alla curatela del Professor Vittorio Sgarbi, la ritengo non solo eccezionale e ne sono ampiamente soddisfatto, il suo giudizio sulle mie opere mi ha onorato e dato il coraggio per proseguire su questa strada.

 

4) Ci racconta i suoi esordi nel mondo dell’arte e la sua formazione in materia?

Il mio esordio nel mondo dell’arte, si perde ormai nella notte dei tempi risale a circa 40 anni fa, sono totalmente autodidatta e non credo di rifarmi a nessuno se non ai grandi maestri del rinascimento, con cui ho imparato a dipingere cimentandomi nelle copie dei loro immensi capolavori.

 

5) Quali sono le principali fonti ispiratrici di riferimento? C’è un movimento o una corrente, a cui si sente più vicino nel percorso di ricerca stilistica e sperimentale?

A questa domanda, se mi permette, le rispondo con una mia riflessione fatta tanto tempo fa:

 

IL SENSO DELL’ OPERA

Il senso dell’opera, non è il risultato di una grande ricerca

né tecnica, né pittorica.

E’ arrivata dentro di me come la grande cometa

è tutto scritto come la musica.

Infinita e immortale senza tempo

L’Arte non si studia e non si cerca.

L’Arte è attesa, gioia… sofferenza.

Questo è il mio pensiero per quanto riguarda la mia arte io non ho cercato niente.

 

6) Quali sono le tecniche strumentali, che preferisce utilizzare?

Lavoro solo con olio e quasi sempre su tela. Qualche volta mi sono cimentato a sperimentare altre tecniche, ma non mi hanno mai soddisfatto. Quando stendo il colore sulla tela è come se eseguissi un’operazione chirurgica. E’ la sola tecnica che mi rende veramente soddisfatto del mio lavoro.

 

7) Un commento di riflessione su Spoleto, città d’arte e di cultura di secolare tradizione.

Spoleto è una magnifica città, e per la mia convinzione che siamo tutti cittadini di questo pianeta, una città che ospita manifestazioni dove sono presenti artisti di tutto il mondo non può che essermi congeniale. Spoleto è veramente un tempio della cultura.

 

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Gli antipsicotici riducono il cervello

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  • 2 Maggio 2014

Scansione cerebraleI trattamenti tramite antipsicotici sono associati ad una riduzione del volume di materia grigia. Nei pazienti che hanno ricevuto più di un trattamento con antipsicotici è presente una diminuzione progressiva del volume di materia bianca.

Le immagini, a lungo attese, di 14 anni di risonanze magnetiche (MRI) risultanti dagli studi della dottoressa Nancy Andreasen su 211 pazienti, documentano un restringimento progressivo del volume di tessuto cerebrale nei pazienti a cui sono stati prescritti antipsicotici la prima volta che hanno sperimentato un episodio di psicosi.

La scoperta, pubblicata su The Archives of General Psychiatry (un estratto qui sotto) mostra un rapporto diretto di causa tra il dosaggio, la durata dell’esposizione agli antipsicotici e il restringimento del cervello:

Ad una più lunga esposizione corrisponde un più piccolo volume del tessuto del cervello ed un aumento di volume del fluido cerebrospinale.
Dopo aver controllato gli effetti di altri 3 fattori predittivi, un trattamento di maggiore intensità tramite un antipsicotico è stato associato con indicatori di una riduzione generalizzata e specifica dei tessuti del cervello.
Un trattamento antipsicotico continuato è stato associato a volumi inferiori di materia grigia. La diminuzione progressiva del volume di materia bianca era più evidente nei i pazienti che hanno ricevuto più trattamenti con antipsicotici.
La scoperta conferma gli studi sugli animali:

“La plausibilità che un trattamento antipsicotico a lungo termine abbia una conseguente riduzione del volume generale cerebrale è ulteriormente convalidata da recenti studi controllati sui macachi”.
“Questi risultati sono coerenti con i precedenti studi MRI che suggeriscono che gli antipsicotici producono cambiamenti nel cervello umano, misurabili con tecniche di neuroimaging dal vivo.”
Il meccanismo con cui questi farmaci causano danni al cervello, è stato spiegato da Dott. Andreasen in un’intervista al The New York Times (2008):

“questi farmaci … bloccano le attività di base dei gangli (formazioni nervose) . La corteccia prefrontale non riceve l’input di cui ha bisogno e viene arrestata dai farmaci. Ciò riduce i sintomi psicotici. E provoca anche una lenta atrofia della corteccia prefrontale.”
“Un’altra cosa che abbiamo scoperto è che più sono i farmaci che vengono somministrati e più si perdono i tessuti cerebrali.”
Tratto da: http://www.ahrp.org/cms/content/view/606/9/ di Vera Hassner Sharav 26 febbraio 2011

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È Noshua, e si vede!

Dopo la fortunata esperienza presso il Milano Fashion Now, tra i principali happening espositivi dedicati al Pronto Programmato, Noshua rilancia la sfida al fashion system contemporaneo infondendo nella sua ultima collezione la solita verve creativa che è alla base del successo del marchio. Per il prossimo futuro, oltre a bissare il successo registrato presso le più prestigiose fiere di settore, Noshua ha predisposto una pianificazione media molto mirata, destinata a sottolineare il momento felice del marchio e ad ampliare la già ricchissima platea di estimatrici.
Si tratta di un viaggio virtuoso nel mondo dell’advertising e della comunicazione, una via privilegiata per incontrare il pubblico e accendere i riflettori su una delle realtà più originali della moda femminile. Un racconto esaltante da sfogliare sulle riviste più diffuse, da assaporare lungo le strade delle grandi città grazie a una campagna di maxi-affissioni o sulle pagine dei maggiori siti internet dedicati al fashion e all’abbigliamento. Un racconto da indossare tutti i giorni.
La comunicazione targata Noshua, quindi, sarà un concentrato travolgente di creatività e innovazione, una proposta appassionante che metterà insieme i supporti tradizionali e quelli propri dei new-media, per trovare e farsi trovare, per essere al centro dell’attenzione, al centro del fashion.

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