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In un anno i costi di luce e gas cresciuti dell’8,5%

Mentre è allo studio un provvedimento per la riduzione dei costi legati all’energia, Facile.it, sito leader del mercato della comparazione (http://www.facile.it/energia-luce-gas.html), ha fatto il punto sulla situazione attuale calcolando che, in appena un anno, ogni famiglia italiana ha visto crescere dell’8,5% il peso delle proprie bollette di gas e luce.

L’indagine, svolta a livello nazionale con focus su 15 province diverse, ha evidenziato che, per quanto riguarda il gas, quelle in cui i costi sono cresciuti in maniera più sostenuta sono tutte al sud e tutte con un consumo notevolmente inferiore a quello medio nazionale, di 1.400 metri cubi: Bari e Napoli, dove ogni famiglia ha utilizzato in media 810 metri cubi di gas, hanno registrato gli aumenti tariffari più alti, rispettivamente dell’8,18% e dell’8,05%, seguite da Palermo e Reggio Calabria, con il 7,96% e il 7,76%.

«Questi aumenti così sostenuti in regioni con clima mite e, quindi, con consumi mediamente bassi riguardo al gas per riscaldamento ha dichiarato Alberto Genovese, AD di Facile.itsono stati causati soprattutto dalle elevate crescite dei servizi di rete della bolletta del gas per le fasce basse dei consumi, in un anno queste hanno registrato un incremento di circa il 25%».

Continuando a scorrere i dati dell’analisi svolta da Facile.it e puntando l’attenzione sull’energia elettrica colpisce vedere come gli aumenti abbiano sfiorato anche il 12%: Trieste (11,8%), Bari e Pisa (11,7%) e Milano (11,5%) sono le province in cui i costi sono saliti maggiormente, anche se quella in cui si è registrato il maggiore consumo nazionale è Cagliari (3.200 KWh rispetto ad una media nazionale di 2.700).

«Per capire il dato di Cagliari ha continuato Genovesebisogna ricordare che la città non è raggiunta dalla fornitura del gas metano, fattore che si aggiunge al suo peculiare sviluppo urbanistico: molte abitazioni, un tempo concepite come case di villeggiatura estiva e quindi pensate senza un impianto di riscaldamento vero e proprio, col crescere della città sono diventate residenze per l’intero anno e sono state dotate di riscaldamenti con pannelli elettrici o con pompe di calore che, ovviamente, consumano molto. Visto il caldo estivo, peraltro, mediamente anche i condizionatori restano accesi più a lungo e questo comporta spese maggiori».

Dall’analisi emergono anche elementi molto interessanti per leggere i cambiamenti della nostra società: al Nord, dove le case sono più piccole, i nuclei familiari ridotti e il numero di ore passate fuori casa cresce, i consumi di elettricità sono notevolmente più bassi della media nazionale; Torino e Milano, ad esempio, hanno un consumo medio di 2.450 e 2.200 KWh. Roma e Bologna, invece, hanno ancora case di dimensioni maggiori e, ad esempio, meno donne lavoratrici: ecco quindi che aumentano i consumi e si arriva a 2.900 KWh. Bologna ha anche il non invidiabile primato delle spese maggiori: fra luce e gas, ogni famiglia ha speso in media 2.040€.

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RC Auto: 2.500.000 italiani guidano in esclusiva, ma non risparmiano

Quando si parla di RC auto, specie in tempi di crisi, l’obiettivo imprescindibile è il risparmio: secondo i calcoli di Facile.it (www.facile.it) – sito leader nella comparazione di polizze assicurative, ma anche di mutui, prestiti e tariffe energia – pur di pagare meno2.500.000 italiani (vale a dire circa l’8% degli assicurati)scelgono di inserire l’opzione di guida esclusiva nella propria polizza; così facendo l’unica persona che potrà guidare il veicolo sarà l’intestatario del contratto.

«Il ricorso all’opzione di guida esclusiva – spiega Mauro Giacobbe, Responsabile Business Unit Assicurazioni di Facile.itviene spesso visto dal cliente come un “trucco” per ottenere uno scontosulla rata, ma sebbene si pensi a risparmi notevoli, nella realtà dei fatti questo non arriva al 5%. Decisamente troppo poco per esporsi al rischio di un incidente causato da un conducente (magari il coniuge) non dichiarato all’atto dell’assicurazione.»

L’indagine di Facile.it – condotta su circa 60 mila preventivi compilati negli ultimi tre mesi – ha permesso di tracciare l’identikit di chi sceglie la guida esclusiva; sarà per il loro maggior attaccamento all’automobile, ma parliamo in misura preponderante di uomini.Se, infatti,tra le donne la percentuale di preventivi con questa opzione si ferma al7%, tra gli uomini sale all’11%.

Altro dato interessante è relativo alle differenze regionali: le richieste di guida esclusiva aumentano sensibilmente man mano che ci spostiamo a sud dello Stivale, complici i prezzi più elevati delle assicurazioni nelle regioni meridionali. Non stupisce che in Campania la percentuale di domande sia molto più elevata: se la media nazionale è dell’8% qui arriviamo al 25,7%; seguono la Sicilia (18,2%) ed il Molise (18,1%).

Una scelta più ragionata è quella, di contro, fatta dal 58% degli automobilisti italiani che preferiscono la cosiddetta “guida esperta”: opzione che consente l’uso del veicolo anche ad altri conducenti, purché di età superiore ai 26 anni.

Se usate in maniera scorretta, però, entrambe le opzioni diventano un’arma a doppio taglio in caso di incidente: se la persona alla guida non corrisponde a quella dichiarata in fase di stipula della polizza – o, nel caso di guida esperta, si tratta di un under 26 – la compagnia assicurativa potrà arrogarsi il diritto di rivalsa: rimborserà sì i danni, ma potrà rifarsi sull’assicurato che ha dichiarato il falso. Una curiosità: la categoria professionale che più ricorre alla guida esclusiva è quella degli ecclesiastici (20,1%).

Di seguito la classifica delle Regioni italiane sulla base della percentuale di cittadini che richiedono la guida esclusiva:

Regione

Percentuale di preventivi con guida esclusiva

Campania

25,7%

Sicilia

18,2%

Molise

18,1%

Puglia

15,6%

Trentino-Alto Adige

11,7%

Sardegna

10,3%

Piemonte

10,2%

Lazio

9,8%

Basilicata

9,7%

Friuli-Venezia Giulia

9,7%

Calabria

9,2%

Liguria

8,4%

Lombardia

8,3%

Abruzzo

6,5%

Valle d’Aosta

6,0%

Emilia-Romagna

5,3%

Toscana

5,0%

Marche

4,7%

Veneto

3,7%

Umbria

2,6%

Questa, invece, la classifica in base alla professione svolta:

Categoria professionale

Richieste di guida esclusiva

Ecclesiastico

20,1%

In cerca di occupazione

18,1%

Studente

15,5%

Operaio

14,5%

Forze Armate / Guardia / Vigile

13,6%

Impiegato

10,4%

Libero professionista

9,9%

Artigiano

9,6%

Agente di commercio

9,6%

Commerciante

8,8%

Personale medico

8,8%

Insegnante

7,9%

Imprenditore

7,8%

Casalinga

5,7%

Pensionato

5,7%

Dirigente – Funzionario

4,9%

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Luce e gas costano a ogni famiglia fino a 2.000 euro all’anno

Luce e gas incidono in media per 2.000 euro all’anno nei bilanci familiari e le nuove tariffe trimestrali, annunciate dall’Autorità per l’Energia elettrica ed il Gas, renderanno le bollette ancora più salate. Dall’avvento delle liberalizzazioni è possibile scegliere fra più operatori, ma qual è il profilo dell’italiano che prova a contrastare i rincari cercando un’offerta migliore?

Facile.it, leader del mercato della comparazione (http://www.facile.it/energia-luce-gas.html), ne ha tracciato un profilo preciso: è un uomo (76% dei casi), ha 46 anni, è a capo di un nucleo familiare di tre persone, vive al Nord ed è alla ricerca principalmente di un nuovo fornitore per il gas.

Secondo dati ufficiali (fonte Autorità per l’Energia elettrica ed il Gas) ogni nucleo familiare consuma in media 1400 metri cubi di gas e 2700 kWh di luce l’anno. I consumi di gas, poi, salgono ulteriormente se si ha un impianto autonomo (in quel caso utilizzato non solo per il riscaldamento, ma anche per la cottura dei cibi). Ecco spiegato il motivo per cui proprio la ricerca di una migliore tariffa per questa fonte energetica sia la molla che spinge alla comparazione (78% gas vs 22% luce).

«Orientarsi in un mercato così complesso come quello delle tariffe per l’energiaha dichiarato Alberto Genovese, AD di Facile.itnon è affatto semplice, ma confrontando le diverse proposte degli operatori una famiglia può arrivare a risparmiare fino a 400 euro l’anno».

Facile.it, che ha da poco allargato il proprio raggio d’azione alle tariffe per l’energia, ha potuto evidenziare anche come, per pagare la nuova fornitura di gas o luce, il 55% dei richiedenti decida di utilizzare l’addebito bancario: in questo modo le famiglie riescono a recuperare i depositi cauzionali dati alle società fornitrici al momento del contratto (77 euro per la bolletta del gas, 15 euro per quella dell’elettricità), versati come forma di anticipo e garanzia da chi usava il bollettino.

In ultimo, una curiosità: il 60% dei contratti di gas e luce è stato completato dopo le 18, a dimostrazione che la decisione finale viene comunque presa dopo il lavoro, a seguito di un confronto con tutta la famiglia.

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Facile.it lancia la comparazione di tariffe ADSL

Nell’ultimo decennio la liberalizzazione del settore della telefonia fissa ha fatto entrare di prepotenza le linee di connessione veloce nelle case italiane: più gestori, più offerte e quindi maggiore difficoltà nella scelta. Facile.it allarga il proprio raggio d’azione alla linea ADSL (www.facile.it/ADSL.html), con l’obiettivo di replicare il grande successo che l’ha portata a detenere l’80% del mercato della comparazione delle polizze RC auto.

«Nonostante un aumento dell’indice generale dei prezzi, la concorrenza ha permesso che i costi finali della telefonia fissa diminuissero del 33%  – ha dichiarato Alberto Genovese, AD di Facile.itma orientarsi in un mercato così complesso, con tariffe molto diverse fra loro non è semplice; per questo, abbiamo deciso di mettere la nostra esperienza nella comparazione al servizio degli utenti, permettendo il confronto anche delle offerte di telefonia fissa».

Sulla linea ADSL, una delle spese più comuni nelle famiglie italiane, si possono risparmiare fino a 400 euro ogni anno: grazie alla nuova sezione di Facile.it – che si affianca a quelle già attive per mutui, prestiti, conti correnti e assicurazioni auto e moto – sarà possibile raffrontare in pochi secondi le offerte dei diversi operatori.

Facile.it/ADSL si presenta con una maschera di ricerca semplice ed intuitiva che consente di scegliere il prodotto più adatto alle proprie esigenze. L’utente può selezionare la tipologia di servizio (ADSL + Telefono o solo ADSL), la tariffa (tutto compreso o a consumo) e la velocità di download desiderata e il sistema fornirà le offerte disponibili sul mercato. Al lancio sono state mappate le offerte dei più importanti operatori del settore, come Telecom Italia, Vodafone, Infostrada, TeleTu, Ehiweb e Siportal.

Per il lancio della sezione ADSL è prevista una campagna promozionale incentrata sui social network, Facebook in primis, mirata a far conoscere agli utenti l’ultimo tassello delle attività di Facile.it

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RC Auto: solo il 12% degli italiani assicura l’auto contro i danni causati da eventi naturali

Al clima che cambia costantemente, e che ci costringe a dire che non esistono più le mezze stagioni, siamo ormai abituati; molto meno, invece, siamo pronti a considerare le conseguenze nefaste sull’auto lasciata in balìa delle intemperie. Secondo i calcoli di Facile.it (www.facile.it) – il principale sito leader di comparazione RC auto – solo il 12% degli italiani alle prese con l’assicurazione sceglie di aggiungere una protezione contro gli eventi naturali.

Poco meno di un italiano su otto, in sostanza, comprende che grandine, neve e piogge violente possono danneggiare la propria auto e che questo pericolo vale una copertura aggiuntiva. In tempi di crisi occorre tagliare il superfluo, ma piuttosto che confidare nella buona stella sarebbe forse opportuno spendere 40 centesimi al giorno. Questo è, infatti, il costo medio della copertura aggiuntiva contro i danni causati da eventi naturali*.

«La scelta di tenere il più basso possibile il costo finale della polizza, con il rischio di spendere molto di più in un secondo tempo – spiega Alberto Genovese, AD di Facile.itrientra nella tendenza a cercare la polizza più economica, invece che quella più adatta alle proprie esigenze.»

L’analisi, condotta su un campione di circa 40.000 polizze emesse attraverso il sito negli ultimi tre mesi, ha permesso di scoprire elementi interessanti: in primo luogo, le donne sembrano essere più previdenti degli uomini. Tra di loro, infatti, la percentuale arriva al 14%, mentre solo un uomo su dieci sembra badare a questi “dettagli”.

Ovviamente, questa tipologia di copertura assicurativa assume importanza diversa a seconda dell’età del veicolo: la percentuale sale al 16% se si prendono in considerazione le polizze relative a veicoli che hanno meno di cinque anni di vita. Preservare ciò che è nuovo è una scelta facilmente comprensibile.

Se guardiamo, poi, le professioni svolte da chi stipula, quella che richiede in misura maggiore questa copertura è la categoria degli agenti di commercio, con il 17% delle polizze: abituati a muoversi in auto e a girare per le strade con qualsiasi clima, sono per forza di cose più prudenti degli altri. Fa sorridere, invece, che in fondo alla classifica ci siano gli ecclesiastici: evidentemente, preti e suore confidano in un potere più alto a protezione della propria automobile, tanto che solo il 4% di loro richiede una copertura aggiuntiva contro i danni naturali.

Per quanto riguarda, infine, le differenze regionali, è nelle regioni del Nord Italia che, comprensibilmente, c’è più paura di grandine e neve: Lombardia e Piemonte, con il 23%, guidano la classifica, seguite da Valle d’Aosta (18%) e Liguria (17%). Di contro, a Sud si preferisce essere più fatalisti: Campania, Basilicata e Puglia sono le tre Regioni da cui arriva, in percentuale, il minor numero di richieste di polizze a copertura dai danni naturali (3%). Va detto, ad ogni modo, che lo scarso interesse nei confronti di questa tutela è conseguenza dei premi assicurativi più elevati a Sud rispetto al Nord Italia, che costringono molti cittadini a tagliare ciò che non è obbligatorio per legge.

Di seguito la classifica delle Regioni italiane sulla base della percentuale di richieste di copertura assicurativa per eventi naturali:

Regione

Percentuale di polizze con copertura eventi naturali

Piemonte

23%

Lombardia

23%

Valle d’Aosta

18%

Liguria

17%

Veneto

16%

Trentino-Alto Adige

11%

Emilia-Romagna

9%

Abruzzo

9%

Sardegna

8%

Friuli-Venezia Giulia

7%

Lazio

6%

Toscana

6%

Marche

5%

Umbria

5%

Molise

5%

Sicilia

4%

Calabria

4%

Campania

3%

Basilicata

3%

Puglia

3%

 

Questa, invece, la classifica delle professioni in base alla percentuale delle richieste:

 

Professione

Copertura eventi naturali

Agente di commercio

17%

Impiegato

16%

Operaio

14%

Personale medico

13%

Dirigente – Funzionario

13%

Libero professionista

13%

Forze Armate / Guardia / Vigile

11%

Insegnante

10%

Pensionato

10%

Studente

10%

In cerca di occupazione

9%

Casalinga

9%

Commerciante

9%

Imprenditore

9%

Artigiano

7%

Ecclesiastico

4%

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RC Auto: 18 milioni di Italiani non avranno sconti sul 730

Secondo i calcoli di Facile.it (www.facile.it) – sito leader nella comparazione di RC auto – a partire dalla prossima dichiarazione dei redditi, il 51% degli italiani non potrà più ottenere detrazioni per quanto speso per assicurare l’auto. Questo vuol dire che se la riforma del lavoro attualmente al vaglio del Senato sarà approvata senza modifiche, 18 milioni di italiani si vedranno negare la possibilità di ottenere il rimborso per il contributo al Servizio Sanitario Nazionale incluso nel premio RC Auto.

«Se fino ad oggi è possibile detrarre il 19% del contributo SSN presente in tutti i premi RC– spiega Alberto Genovese, AD di Facile.it con l’entrata in vigore della riforma Fornero, che intende attingere anche a questa fonte per finanziare i primi 1.7 miliardi di euro necessari, potrà essere dedotta dalla dichiarazione dei redditi solo la parte dei contributi SSN eccedente i 40 euro; vale a dire che chi paga una polizza con premio netto inferiore ai 381 euro annui non potrà beneficiarne

Ogni volta che gli italiani pagano la propria copertura assicurativa (vale per tutti i mezzi, non solo l’auto), una quota della propria polizza viene versata al servizio sanitario nazionale, per coprire le spese sostenute per i feriti e delle vittime della strada. Le analisi svolte dal comparatore su un campione di oltre quarantamila polizze emesse negli ultimi due mesi dicono chiaramente che un italiano su due verrà escluso dalle deduzioni.

Analizzando il campione, si nota come le regioni più penalizzate da questa scelta del Governo siano quelle in cui i premi assicurativi sono più bassi: Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige sono le aree in cui la percentuale dei cittadini che non avranno più diritto alle deduzioni supera il 70%. In queste regioni gli automobilisti che oggi pagano per la propria polizza RC un premio netto più basso di 381 euro sono, rispettivamente, il 78% e 71,2% del totale. Saranno meno toccati dalla manovra i cittadini di Campania (10,6%) Calabria (24,9%) e Puglia (30,7%), in cui i premi assicurativi sono mediamente più elevati.

«L’analisi delle polizze emesse – continua Genoveseprova che le persone che continueranno ad avere una deduzione dal pagamento sono quelle meno virtuose alla guida: paradossalmente, chi si trova in una classe di merito peggiore potrà comunque ottenere un piccolo rimborso, cosa che ai guidatori che hanno un migliore profilo assicurativo non sarà più concesso. Oltretutto, dato che si tratta di una deduzione da sottrarre alla base imponibile, i vantaggi maggiori andranno ai redditi più elevati.»

Di seguito la classifica delle Regioni italiane sulla base della percentuale di cittadini che pagano meno di 381 euro per la propria polizza RC Auto:

730, dichiarazione dei redditi, detrazione, deduzione, assicurazione auto, RC auto, Fornero, riforma

Percentuale di automobilisti con un premio inferiore a 381€

Friuli-Venezia Giulia

78,0%

Trentino-Alto Adige

71,2%

Valle d’Aosta

70,0%

Veneto

69,8%

Lombardia

64,4%

Abruzzo

58,0%

Umbria

56,7%

Piemonte

56,5%

Emilia-Romagna

55,0%

Sardegna

54,5%

Sicilia

50,1%

Marche

46,0%

Liguria

44,9%

Lazio

41,1%

Toscana

33,6%

Puglia

30,7%

Calabria

24,9%

Campania

10,6%

Molise

n.d.

Basilicata

n.d.

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RC Auto: gli italiani viaggiano in quarta classe

In tempi di crisi, vince la prudenza. Facile.it (www.facile.it) – il più importante comparatore online del settore RC, con una quota di mercato pari al 75% – ha svolta un’indagine su un campione di oltre un milione di preventivi di rinnovo della polizza auto, grazie a cui ha potuto monitorare la condizione degli automobilisti Italiani ponendo l’accento sulla loro classe Bonus Malus, uno degli elementi fondamentali per calcolare il premio assicurativo; ebbene, l’italiano medio è in quarta classe, un risultato tutto sommato buono.

Un focus particolare è stato svolto sugli italiani che possono vantare la migliore delle classi di merito. In questo caso – complice l’età media di chi guida nel nostro Paese, circa 40 anni – ben il 47% del campione ha una prima classe Bonus – Malus, ma va detto che nell’indagine sono stati compresi anche i preventivi di chi ha dichiarato di aver usufruito delle agevolazioni della Legge Bersani ereditando la classe di merito di un familiare convivente.

«L’analisi dei preventivi di rinnovo – dichiara Alberto Genovese, Amministratore Delegato di Facile.it – dimostra come il profilo assicurativo degli italiani stia progressivamente migliorando, soprattutto per coloro che si rivolgono ai comparatori e ben sanno che confrontando le tariffe di varie assicurazioni possono trovare chi valorizza al meglio il loro buon comportamento di guida. »

I risultati emersi dall’indagine offrono spunti interessanti per capire com’è variegato l’universo degli automobilisti italiani. Avvantaggiati forse da un numero maggiore di anni passati dietro al volante, gli uomini hanno mediamente una classe di merito migliore rispetto a quella delle donne: in quarta i primi, in quinta le seconde.

Altri dati interessanti emergono guardando la professione di chi richiede il preventivo per la propria RC auto. Tra le diverse categorie, quelle che dichiarano in percentuale maggiore l’appartenenza alla prima classe di merito sono i pensionati (ben il 66%, ma in questo caso l’età aiuta a primeggiare), seguiti dai vigili urbani e gli altri appartenenti alle forze armate (60,5%) e, in terza posizione, dai dirigenti (57,8%). Più sfortunati, e sicuramente penalizzati da un’età media più bassa, gli studenti (solo il 14,6% è in prima classe, dato che comunque comprende anche chi ha usufruito dei vantaggi della legge Bersani), gli operai e i disoccupati, rispettivamente con il 44,8% e 46,7% di cittadini in prima classe di merito.

Analizzando, infine, il campione dal punto di vista della Regione d’appartenenza, si scopre che la concentrazione maggiore di cittadini in prima classe di merito è in Veneto, dove si arriva al 55,2% degli utenti totali; seguono i cittadini del Molise (53,2%) e quelli della Valle d’Aosta (52,9%). Si comportano peggio, invece, i cittadini di Puglia (39,8%), Calabria (41,7%) e Lombardia (42,5%).

Di seguito la classifica delle Regioni italiane sulla base della percentuale di cittadini che si dichiarano in prima classe di merito:

percentuale di cittadini in prima classe

Veneto

55,2%

Molise

53,2%

Valle d’Aosta

52,9%

Trentino Alto Adige

52,8%

Abruzzo

52,2%

Marche

51,6%

Lazio

51,5%

Sardegna

51,5%

Umbria

49,6%

Campania

49,5%

Toscana

48,9%

Friuli Venezia Giulia

46,6%

Basilicata

46,5%

Sicilia

46,0%

Liguria

45,4%

Emilia Romagna

44,7%

Piemonte

44,0%

Lombardia

42,5%

Calabria

41,7%

Puglia

39,8%

 

Questa, invece, la classifica delle professioni in base alla presenza di cittadini in prima classe di merito:

professione

percentuale in prima classe
Pensionato

66,1%

Forze Armate

60,5%

Dirigente

57,8%

Insegnante

57,0%

Impiegato

54,8%

Agente di commercio

54,5%

Commerciante

53,1%

Libero professionista

52,4%

Casalinga

51,4%

Personale medico

51,3%

Imprenditore

51,0%

Artigiano

50,1%

Ecclesiastico

48,9%

Disoccupato

46,7%

Operaio

44,8%

Studente

14,6%

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Mutui: nel 2011 oltre 16.000 richieste di finanziamento presentate da coppie omosessuali

Mutui e coppie omosessuali
Secondo l'indagine di Mutui.it sono 16.000 le richieste di mutuo presentate da coppie omosessuali nel 2011

Le coppie omosessuali in Spagna possono sposarsi, nel Regno Unito possono adottare un figlio, nel nostro Paese, in attesa di essere riconosciute legalmente, almeno provano a comprare casa. Secondo le analisi del broker Mutui.it (www.mutui.it) nel 2011 sono state oltre 16.000 le domande di mutuo inviate alle banche da coppie dello stesso sesso.

Il dato è stato ricavato analizzando le richieste di fattibilità di mutuo inviate al sito nel corso dello scorso anno; fatte le ovvie esclusioni dei cittadini che richiedono un mutuo cointestato con soggetti dello stesso sesso, ma con legami di parentela, il quadro che emerge è quello di un segmento di mercato ancora piccolo, ma comunque significativo, anche per la sua portata simbolica.

Con l’indagine condotta tra le domande compilate attraverso il sito, Mutui.it ha rilevato che il 65% delle richieste di mutuo presentate da coppie omosessuali riguarda i finanziamenti per l’acquisto della prima casa, seguiti a distanza da quelli per surroga (12%) e ristrutturazione (7%).

Focalizzandoci sui mutui prima casa, la domanda media per questo tipo di finanziamento è piuttosto elevata: si richiedono più di 190.000 euro, pari al 75% del valore dell’immobile che si intende acquistare.
Il valore così elevato (+18% rispetto a un mutuo prima casa medio) si spiega col fatto che un mutuo cointestato è, per la Banca che lo eroga, più sicuro, e quindi consente ai mutuatari di richiedere una somma più alta.

Il tasso variabile appare quello più ambito dalle coppie considerate: è scelto nel 51% dei casi, contro il 37% delle richieste di tasso fisso. L’età media della coppia al momento della richiesta è di 40 anni, mentre la durata media del finanziamento è di oltre 25 anni. Le coppie formate da due uomini rappresentano la maggioranza del campione analizzato: sono il 58%, contro un 42% delle coppie di donne.

«Benché quello che abbiamo evidenziato possa definirsi un fenomeno “di nicchia”– afferma Alberto Genovese, Amministratore Delegato di Mutui.it – è interessante notare come stia diminuendo il timore delle coppie ad esporsi. In questo senso, l’anonimato garantito da un comparatore online come Mutui.it abbatte l’insicurezza legata all’affrontare di persona un consulente in banca.»

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Tasso misto: raccoglie solo il 2% delle richieste di mutuo

Nonostante possa essere la scelta giusta in questi momenti di incertezza economia, solo il 2% di chi chiede un mutuo sceglie il tasso misto. A dirlo è il comparatore Mutui.it (www.mutui.it), che ha esaminato oltre 400.000 preventivi di mutuo compilati sul sito negli ultimi mesi.

La stretta creditizia, gli spread delle banche saliti oltre il 4% e i bassi tassi della BCE rendono la situazione davvero complessa per chi sta cercando di comprare casa e il rischio di incorrere in un investimento sbagliato è alto; proprio per questo, la scelta del tasso da applicare per stabilire l’ammontare della rata diventa fondamentale.

«In tempi di incertezza economica – afferma Alberto Genovese, Amministratore Delegato di Mutui.it – è una reazione naturale puntare ad un tasso di interesse che non ci riservi soprese nei prossimi anni; ecco perché il tasso fisso sembra riscuotere un interesse sempre maggiore. Eppure diverse tipologie di mutuo, come quelle a tasso misto, potrebbero rivelarsi più vantaggiose, soprattutto perché più flessibili.»

Va detto che esistono diverse tipologie di mutuo a tasso misto: le più comuni danno al mutuatario la possibilità di modificare, a scadenze definite, il tipo di tasso – passando da fisso a variabile o viceversa – rinegoziandolo in base all’andamento del costo del denaro e alla situazione macro (o micro) economica. Altri mutui di questo tipo, invece, impostano un tasso variabile (quindi una rata più bassa) nella prima fase di finanziamento, per poi successivamente passare ad un tasso fisso che viene predefinito già in fase di stipula del contratto.

Qualunque sia il mutuo misto scelto si tratta sempre, in sostanza, di strumenti che consentono al cliente di dotarsi di forme di flessibilità, adattando il tasso – e, quindi, anche la rata – alla situazione contingente di mercato o alle proprie disponibilità finanziarie del momento. Questa maggiore libertà dai vincoli che le altre tipologie di mutuo impongono ha, di contro, maggiori costi da parte delle banche (in termini di spread o di altre spese di rinegoziazione). Vista l’incertezza del momento però, il gioco potrebbe valere la candela, tenendo sempre presente che è comunque possibile surrogare il mutuo, senza sostenere spese aggiuntive, nel momento in cui gli spread torneranno a livelli più contenuti.

Nell’ambito dell’indagine condotta tra le domande di tasso misto, Mutui.it ha rilevato che la richiesta media per questo tipo di finanziamento è di 147.000 euro, pari al 61% del valore dell’immobile che si intende ipotecare. Questo loan to value basso è una prova evidente che questi cittadini hanno maggior dimestichezza con prodotti finanziari più sofisticati, sono più consapevoli della situazione economica e del mercato del denaro. Hanno quindi messo da parte del denaro, prima di puntare all’acquisto: non a caso l’età media al momento della richiesta è di 38 anni, mentre la durata media del finanziamento è di 25 anni.

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Automobilisti italiani più virtuosi

Secondo Facile.it 1,4 milioni di Italiani cambieranno classe bonus malus
Gennaio è, storicamente, il mese in cui si concentra il maggior numero di rinnovi delle polizze di RC auto e moto e Facile.it (www.facile.it) – il principale comparatore del settore, con una quota di mercato pari al 75% – ha svolto un’ analisi sul numero degli automobilisti che, avendo causato negli scorsi dodici mesi un incidente con colpa, sarà costretto a cambiare in peggio la sua classe di merito. A quanto pare nel 2011 gli italiani sono stati guidatori più disciplinati e se a gennaio scorso furono oltre due milioni gli assicurati che videro peggiorare il proprio profilo bonus malus, quest’anno la cifra si ferma al di sotto del milione e quattrocento mila.

Secondo Alberto Genovese, Amministratore Delegato di Facile.it, «Non si può non considerare che sulla flessione del numero dei sinistri abbia influito anche la scelta di molte famiglie italiane che, per ridurre le spese, hanno rinunciato ad usare l’auto. Oltre a questo, sempre più italiani stanno imparando a risparmiare sui costi assicurativi confrontando le diverse offerte presenti sul mercato.»

Per il terzo anno consecutivo la regione italiana in cui sono è stato presentato alle compagnie assicurative il maggior numero di denunce per sinistro con colpa è la Toscana che, però, migliora comunque. A gennaio 2011 denunciarono di aver causato incidenti stradali il 7,06% degli automobilisti toscani, quest’anno la percentuale è scesa al 4,96%. A seguire si trovano le Marche (seconde con il 4,56% nel 2012, solo none ma con il 5,72% nel 2011) e la Sicilia (terza con il 4,42% mentre era seconda lo sorso anno con il 6,71%).

La palma dei conducenti più accorti continua ad essere detenuta dai Molisani che passano dal 3,84% di denunce del gennaio 2011 al 2,70% del 2012 seguiti questa volta dai residenti nel Trentino Alto Adige (2,94% erano addirittura il 5,75% un anno fa) e nella Basilicata (3,23% vs 4,76%).
Un curiosità: ad aver denunciato il maggior numero di sinistri con colpa, quest’anno, sono stati gli insegnanti (4,77%); a denunciarne il minore gli studenti (2,32%).

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Automobilisti italiani più virtuosi

Gennaio è, storicamente, il mese in cui si concentra il maggior numero di rinnovi delle polizze di RC auto e moto e Facile.it (www.facile.it) – il principale comparatore del settore, con una quota di mercato pari al 75% – ha svolto un’ analisi sul numero degli automobilisti che, avendo causato negli scorsi dodici mesi un incidente con colpa, sarà costretto a cambiare in peggio la sua classe di merito. A quanto pare nel 2011 gli italiani sono stati guidatori più disciplinati e se a gennaio scorso furono oltre due milioni gli assicurati che videro peggiorare il proprio profilo bonus malus, quest’anno la cifra si ferma al di sotto del milione e quattrocento mila.

Secondo Alberto Genovese, Amministratore Delegato di Facile.it, «Non si può non considerare che sulla flessione del numero dei sinistri abbia influito anche la scelta di molte famiglie italiane che, per ridurre le spese, hanno rinunciato ad usare l’auto. Oltre a questo, sempre più italiani stanno imparando a risparmiare sui costi assicurativi confrontando le diverse offerte presenti sul mercato.»

Per il terzo anno consecutivo la regione italiana in cui sono è stato presentato alle compagnie assicurative il maggior numero di denunce per sinistro con colpa è la Toscana che, però, migliora comunque. A gennaio 2011 denunciarono di aver causato incidenti stradali il 7,06% degli automobilisti toscani, quest’anno la percentuale è scesa al 4,96%. A seguire si trovano le Marche (seconde con il 4,56% nel 2012, solo none ma con il 5,72% nel 2011) e la Sicilia (terza con il 4,42% mentre era seconda lo sorso anno con il 6,71%).

La palma dei conducenti più accorti continua ad essere detenuta dai Molisani che passano dal 3,84% di denunce del gennaio 2011 al 2,70% del 2012 seguiti questa volta dai residenti nel Trentino Alto Adige (2,94% erano addirittura il 5,75% un anno fa) e nella Basilicata (3,23% vs 4,76%).
Un curiosità: ad aver denunciato il maggior numero di sinistri con colpa, quest’anno, sono stati gli insegnanti (4,77%); a denunciarne il minore gli studenti (2,32%).

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Assicurazione.it S.p.a.chiude il 2011 con numeri da capogiro

Alberto Genovese, AD di Assicurazione.it S.p.a.

Il 2011 si chiude per Assicurazione.it S.p.a. con risultati decisamente importanti. All’azienda, giunta al suo terzo anno di attività e diventata S.p.A. a gennaio 2011, fanno capo i marchi Facile.it ed Assicurazione.it, i principali comparatori italiani di polizze Rc auto e moto, mutui, prestiti e conti correnti. Secondo quanto reso noto oggi, Assicurazione.it ha ormai saldamente conquistato una quota di mercato pari al 75% e, nel solo mese di novembre, ha veicolato oltre 800.000 preventivi di Rc auto e moto (erano circa 250.000 nel novembre 2011), permettendo alle 18 compagnie partner di emettere 25.000 polizze.

«La crescita dell’azienda – ha dichiarato Alberto Genovese, Amministratore Delegato di Assicurazione.it S.p.A.è la testimonianza del fatto che siamo riusciti a creare uno strumento utile e fruibile sia per chi è alle prese con la sottoscrizione o il rinnovo di una polizza di responsabilità civile, sia per le Compagnie Assicurative. Gli utenti riescono a risparmiare e trovare la polizza più adatta a loro, le compagnie hanno un partner affidabile che gli consente di acquisire nuovi clienti.»

Ad essere lanciata per prima, nel marzo del 2009, è stata la piattaforma Assicurazione.it (www.assicurazione.it), dedicata alle sole polizze di Rc auto e moto; ma il successo riscosso fin da subito ha convinto il management ad affiancarle, da aprile 2011, Facile.it (www.facile.it), comparatore che non si limita a evidenziare le migliori offerte del ramo assicurativo, ma consente di confrontare anche le proposte di mutui, prestiti, conti correnti e di deposito.

Quella di Assicurazione.it è una delle storie di maggior successo del web italiano degli ultimi anni e persino la Commissione Europea ha scelto l’azienda come case history di eccellenza da presentare nel corso dello European Consumer summit del 2010. Dallo stesso anno Assicurazione.it è attiva anche in Spagna col marchio Seguros.es.

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RC Auto: il 34% degli italiani che ha cambiato compagnia assicurativa ha preferito una compagnia diretta

Gli istituti assicurativi online rappresentano una scelta sempre più comune. Al Nord est la diffusione maggiore.

Le polizze dirette non fanno più paura. Facile.it (www.facile.it) – comparatore online leader per la scelta di polizze RC, ma anche di prestiti, mutui e conti correnti – analizzando l’evoluzione del comportamento degli italiani nei confronti delle assicurazioni, ha scoperto che il 34% degli automobilisti che ha cambiato compagnia negli ultimi tre anni ha optato per una compagnia online.

«A tre anni dall’ingresso ufficiale dei comparatori online, che consentono di confrontare offerte e proposte di tutte le compagnie assicurative – spiega Alberto Genovese, Amministratore delegato di Facile.it – è evidente che la situazione è molto cambiata: la familiarizzazione con gli strumenti che internet offre per risparmiare è ormai a buon punto. Fare a meno del “contatto fisico” è un minus a cui gli italiani sono disposti a rinunciare, pur di risparmiare.»

Se nell’ultima indagine condotta da Facile.it emergeva che circa un terzo degli automobilisti nostrani, negli ultimi tre anni, ha cambiato assicurazione almeno una volta, con l’obiettivo del risparmio, adesso scopriamo che la distanza tra compagnia tradizionale e compagnia diretta, vale a dire online, si è ridotta fortemente, soprattutto se la scelta viene fatta dopo aver confrontato online i preventivi.

L’indagine, che ha coinvolto oltre 1000 utenti in procinto di rinnovare la polizza auto o moto, ha rilevato che è soprattutto nelle regioni del Centro-Nord che le compagnie dirette ricevono l’attenzione maggiore da parte degli automobilisti: in Lombardia, ad esempio, il 49% degli intervistati che ha dichiarato di aver cambiato assicurazione ha scelto una polizza online. Percentuali molto alte riscontrate anche in Toscana (40%), in Friuli Venezia Giulia e in Veneto (38% per entrambe). Sono molto più diffidenti, di contro, gli abitanti di Calabria e Lazio: qui le percentuali di chi sceglie compagnie che operano solo online si fermano rispettivamente all’8% e al 16%.

«Visto che è il prezzo la variabile risultata determinante per la scelta della propria assicurazione – spiega ancora Genovese – i comportamenti dei sottoscrittori dipendono sempre di più dall’offerta e dalle soluzioni che le compagnie sono in grado di presentare al cliente stesso. L’evoluzione del mercato assicurativo dovrà tenere conto anche di questi passaggi.»

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Mezzogiorno: mutui inaccessibili ai giovani

In questi giorni in cui la crisi economica mondiale è sotto gli occhi di tutti l’affanno del Sud Italia non accenna a diminuire: secondo Mutui.it (www.mutui.it), comparatore online di mutui, i giovani meridionali sono quelli che incontrano le difficoltà maggiori di fronte all’acquisto di una casa. Analizzando le domande di mutuo prima casa arrivate negli ultimi mesi da Puglia, Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia, infatti, si scopre che benché la richiesta di preventivo da parte di under 30 rappresenti il 18% del totale delle domande provenienti dal Mezzogiorno, il problema arriva al momento di ottenere il finanziamento: nemmeno il 3% delle richieste verrà accolto.

 

Analizzando in maniera più approfondita le domande delle cinque Regioni considerate, si vede come la richiesta media sia di 133.000€ (meno della media nazionale, di 150.000€), pari al 74% del valore dell’immobile da acquistare; nel 60% dei casi si preferisce il tasso fisso (percentuale superiore rispetto alla media, del 54%), solo nel 16% quello variabile (25% a livello italiano).

Gli under 30 del Mezzogiorno, che hanno mediamente 27 anni al momento della compilazione del preventivo (dato in perfetta media nazionale), aspirano ad ottenere un mutuo della durata di 25 anni. Gli importi più elevati sono richiesti in Campania (143.000€), quelli più bassi in Calabria (121.000€). I Calabresi, inoltre, si rivelano i più prudenti: qui le preferenze per il tasso fisso raggiungono addirittura il 65% del totale. Più attenti ai mutamenti del mercato e fiduciosi nel tasso variabile sono i Siciliani e i Lucani: nel loro caso la percentuale di richieste sale al 19%, restando comunque al di sotto della media italiana.

La provincia meridionale che ama di più il tasso fisso è Catanzaro (la percentuale arriva addirittura al 75%), quelle che richiedono maggiormente il tasso variabile sono Ragusa e Potenza, entrambe con il 24% di richieste; il loan to value maggiore – vale a dire la percentuale di finanziamento rapportata al valore dell’immobile – lo troviamo a Brindisi, Enna e Siracusa, province in cui si vorrebbe pagare attraverso il mutuo il 79% della casa. È Napoli, infine, la città in cui le case da acquistare costano di più: il valore dell’immobile arriva a 206.000 euro di media; Agrigento, di contro, è il fanalino di coda: il valore medio non supera i 149.000 euro.

«Se questo è il desiderio dei giovani del Mezzogiorno – spiega Alberto Genovese AD di Mutui.it – la realtà è diversa: nemmeno il 3% delle loro domande si concretizzerà in un mutuo concesso. La mancanza di contratti di lavoro stabili, l’indisponibilità di un cointestatario o di un garante e una bassa affidabilità creditizia sono le motivazioni principali di questo freno alla concessione del finanziamento.»

La situazione in Basilicata

In Lucania gli under 30 che vorrebbero richiedere un mutuo fanno domanda per 127.000€, vale a dire il 73,4% del valore dell’immobile. Il tasso fisso prevale nettamente sul variabile: 58% vs 19%. È Matera la provincia in cui la media degli importi è nettamente più alta, con 132.000€ richiesti, contro i 123.000€ di Potenza, che oltretutto vanta un LTV più elevato, del 75% (contro il 72% di Matera). A Matera le richieste di finanziamento a tasso fisso sono il 68% del totale, mentre nella provincia di Potenza solo il 50%.

La situazione in Calabria

Gli under 30 calabresi interessati a contrarre un mutuo aspirano mediamente a 122.000€, vale a dire il 74% del valore della casa, con una preferenza netta per il tasso fisso (65%) sul variabile (15%). È Vibo Valentia la provincia con la più alta media degli importi richiesti, 135.000€: seguono Catanzaro (134.000€), Reggio Calabria (125.000€), Crotone (118.000€) – che vanta il loan to value maggiore, 78% – e, per ultima, la provincia di Cosenza (112.000€). Le province che prediligono il tasso fisso sono Catanzaro e Vibo Valentia (74%), l’unica in cui la percentuale di richiesta di tasso variabile supera la media del Mezzogiorno è Crotone, con il 18% delle preferenze.

La situazione in Campania

Dalla Campania arrivano le richieste più elevate: 143.000€, che rappresentano il 72% del valore dell’abitazione che si intende acquistare; prevale, al solito, il tasso fisso (61%) su quello variabile (14%), mentre non si registrano cambiamenti per quel che riguarda durata ed età media al momento del preventivo di mutuo. Tra le province, a Napoli si chiede la somma più elevata (148.500€), seguita da Caserta (138.000€), Salerno (133.500€), Avellino (133.000€) e, infine, Benevento (130.500€). Avellino è la provincia che preferisce di più il tasso fisso (64%), mentre è in provincia di Caserta che troviamo le richieste maggiori di finanziamento a tasso variabile (17%), oltre che quelle con LTV maggiore (il 75% del valore).

La situazione in Puglia

In Puglia registriamo una richiesta media di 128.500€ da parte degli under 30, che equivale al 75% del valore degli immobili da acquistare. 61% vs 17% è il rapporto tra le richieste di tasso fisso contro quelle di tasso variabile. Nel dettaglio, gli importi maggiori sono richiesti a Bari (137.000€), poi a Brindisi (127.500€), Foggia e Barletta-Andria-Trani (125.000€), Lecce (123.500€) e Taranto (121.000€). Brindisi è la città con il loan to value più elevato, 79%, mentre a Bari il finanziamento a tasso variabile raccoglie il più alto numero di consensi (20%); Taranto, infine, richiede in percentuale maggiore il tasso fisso (65%).

La situazione in Sicilia

La richiesta media di mutuo prima casa da parte degli under 30 siciliani è di 129.000: una cifra che equivale al 76% del valore dell’immobile che si intende acquistare. Prevale nettamene il tasso fisso (57% delle richieste totali), anche se le richieste di tasso variabile superano la media del mezzogiorno, arrivando al 19%. Nel dettaglio, gli importi maggiori li troviamo nella provincia di Palermo (137.000€), seguita da Catania (134.000€), Trapani (126.500€), Messina (123.000€), Siracusa (121.000€), Caltanissetta (120.500€), Ragusa (115.000€), Agrigento (113.500€) ed Enna (104.000€); questa è anche la provincia con il loan to value maggiore, che arriva al 79%, e con la più alta concentrazione delle richieste, praticamente divise tra tasso fisso (72%, record in regione) e variabile (22%, anche questa è la percentuale più elevata registrata in Sicilia).

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Mutui sempre più piccoli:in sei mesi il valore medio delle erogazioni è calato del 20%

I mutui continuano a rappresentare la cartina di tornasole della situazione economica del Paese: per questo, l’Ufficio Studi di Mutui.it (www.mutui.it) ha fatto il punto della situazione guardando come sia cambiato il mercato in questo annus horribilis, scoprendo che negli ultimi sei mesi i mutui si sono davvero ristretti: considerando il periodo compreso tra aprile e settembre 2011 il valore medio delle erogazioni di mutuo si è ridotto del 20%. La percentuale sale fino al 24% se isoliamo le sole richieste di mutuo per l’acquisto della prima casa.
Questo dato, messo a confronto con la sostanziale stabilità sia del valore medio degli immobili (che oscilla, nel corso dei sei mesi, tra 240.000 e 260.000 euro), sia dell’importo richiesto (che varia da 140.000 a 145.000 euro), implica un drastico calo della percentuale finanziata. Se ad aprile 2011 le banche arrivavano a finanziare il 56% del valore dell’immobile, a settembre si fermano al 44%. In altre parole: se ad aprile il mutuo medio erogato era di 140mila euro, a settembre è sceso a 110mila euro.
Il quadro che affiora diventa anche più fosco se consideriamo solamente le erogazioni di mutui prima casa: in questo caso, il Loan to Value (vale a dire il finanziamento ottenuto rispetto al valore dell’immobile) si riduce maggiormente, passando dal 68% al 50%. Si è scesi, in sostanza, da 155mila a 120mila euro di mutuo.
Come interpretare questi dati? «La ragione di questa flessione nelle erogazioni – spiega Alberto Genovese AD di Mutui.it – va cercata, in primo luogo, nella maggiore diffidenza delle banche, sempre più restie a concedere mutui con LTV molto elevati, non supportati da sufficienti garanzie».
Tasso fisso sempre più richiesto
Complice l’incredibile clamore mediatico suscitato dal netto rialzo degli spread, le paure sul futuro del proprio mutuo sono aumentate sensibilmente, tanto da aver condotto molte persone alla prudenza a tutti i costi. Conseguenza di questa situazione è che anche se i finanziamenti a tasso variabile restano sicuramente i più convenienti nel breve periodo, l’interesse degli Italiani si sta focalizzando sempre più sul tasso fisso. Da aprile a settembre 2011 Mutui.it ha registrato un aumento del 9,34% delle richieste di mutui a tasso fisso: il netto incremento è bilanciato dal calo delle richieste di tasso variabile (-4,03%) e di tasso variabile con cap (-4,95%).
«Se nei mesi scorsi si paventava un aumento di Euribor ed Eurirs – continua Genovese – oggi sono gli spread bancari a incutere timore nei risparmiatori e in chi è alla ricerca di un nuovo mutuo. In questa generale difficoltà comparare le diverse proposte di banche e istituti finanziatori è indispensabile per muoversi nel mercato in maniera consapevole. Le opportunità migliori esistono, e vanno cercate.»

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Mutui.it: il 24% di chi cerca un mutuo prima casa non ha ancora 30 anni, ma meno del 5% dei richiedenti lo ottiene.

La crisi economica mondiale pesa su tutti, ma stando all’analisi diffusa oggi da Mutui.it (www.mutui.it), comparatore web di mutui che ha analizzato le richieste di finanziamento per acquisto prima casa compilate negli ultimi mesi, i giovani sembrano soffrine più degli altri. Secondo i dati dell’indagine anche se un preventivo su 4 è richiesto da under 30, la difficoltà arriva al momento di ottenere il finanziamento: nemmeno il 5% delle loro richieste verrà accolto.

«Il 24% delle domande di mutuo prima casa arrivate al sito è compilato da persone sotto i 30 anni – spiega Alberto Genovese AD di Mutui.it. – Questo testimonia da un lato, l’interesse dei giovani per l’acquisto della casa (da sempre prova della raggiunta indipendenza economica) e, dall’altro, della loro familiarità con gli strumenti che internet offre per risparmiare e investire al meglio.»

Nel dettaglio, la richiesta media è di 150.000€, pari al 77% del valore dell’immobile che si vorrebbe acquistare; nel 52% dei casi viene preferito il tasso fisso, solo nel 25% quello variabile. Gli under 30, che hanno mediamente 27 anni al momento della compilazione del preventivo, vorrebbero infine che il loro mutuo durasse circa 26 anni.

Non emergono grosse differenze a livello regionale. Se l’età del richiedente e la durata media del mutuo sono pressoché le stesse in tutta Italia, a cambiare sono gli importi che si vorrebbero ricevere; le regioni da cui provengono le domande più ingenti sono Trentino Alto Adige (176.000 euro), Emilia Romagna (173.000 euro), Lazio e Veneto (168.000 euro). Tutte regioni in cui i costi degli immobili sono piuttosto elevati.

Emilia Romagna e Veneto sono anche le regioni in cui si vorrebbe finanziare la percentuale maggiore del valore dell’immobile, entrambe con un Loan To Value superiore all’80%.

Fino a qui il desiderio, che spesso, purtroppo, si infrange sulla realtà: nemmeno il 5% delle domande si concretizzerà in un mutuo concesso.
La mancanza di contratti di lavoro stabili, la difficoltà di trovare un garante o un cointestatario del mutuo e l’indisponibilità di un profilo creditizio affidabile rappresentano le motivazioni principali di questo freno alla concessione del finanziamento.

«In questa situazione tanto complessa per i giovani italiani è bene agire con cautela – afferma Genovese – e confrontare attentamente le diverse offerte delle banche aiuta anche i più giovani a far fronte a un impegno così importante. Lo stereotipo del bamboccione è, appunto, solo un cliché. I giovani avrebbero tantissima voglia di crescere e acquisire indipendenza; l’interesse degli under 30 per i mutui è elevato e tangibile, ma non sempre può, purtroppo, trasformarsi in un’azione concreta.»

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Facile.it: in 18 mesi le polizze contro furto e incendio calano del 20%

Se è vero che il numero di furti d’auto negli ultimi anni è calato drasticamente, i veicoli rubati restano tanti: sono stati oltre 124.000 nel 2010. Nonostante ciò, sono sempre meno gli italiani che vogliono assicurarsi contro il furto. Facile.it (www.facile.it) – il comparatore di RC auto e moto, ma anche di prestiti, mutui e conti correnti – fa il punto sull’attenzione degli italiani riguardo a questo tipo di copertura, ormai conosciuta ai più ma non per questo richiesta come ci si potrebbe aspettare.

Secondo Facile.it se nel luglio 2009 il 32,9% dei preventivi di assicurazione includeva la copertura contro furto e incendio, nel periodo febbraio-aprile 2011 la percentuale è scesa all’11%. Questo dato, emerso dall’analisi di circa ottocentomila richieste di preventivo giunte al sito negli ultimi tre mesi, rappresenta la conferma di un trend negativo, che ha visto la percentuale delle polizze furto e incendio scendere progressivamente negli ultimi 18 mesi di oltre il 20%.

Come si spiega tutto ciò? Il fenomeno va analizzato tenendo presenti due fattori. Il primo riguarda la crescente attenzione dei concessionari e delle case produttrici di automobili, che sempre più spesso offrono, compresa nel prezzo di vendita, anche una copertura assicurativa (per uno o più anni) di furto e incendio. Il dato, quindi, non tiene in considerazione quelle integrazioni. Il secondo elemento che può spiegare questo drastico calo è l’aumento dei premi di RC auto e moto – secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, l’incremento medio annuo è stato del 12% – e questo sta portando sempre più italiani a tagliare, erroneamente, sulle coperture aggiuntive.

Capitolo costi

«Tirare la cinghia e rinunciare ad una sicurezza ulteriore – dichiara Alberto Genovese, Amministratore Delegato di Facile.itpuò anche portare un vantaggio sul breve periodo, ma non è, a ben vedere, la scelta più oculata. Soprattutto se abbiamo ancora delle rate da saldare proteggere l’auto è indispensabile, per non dover incappare nel problema di pagare per un veicolo che non possediamo più»
Vista la situazione da questa prospettiva, è evidente che un euro al giorno, questo il costo aggiuntivo di una copertura furto e incendio, rappresenta una cifra davvero irrisoria.

Le differenze regionali

Com’è facile intuire, sono le regioni in cui la RC auto in generale, e la copertura assicurativa per furto e incendio in particolare, costano di meno a richiedere in percentuale maggiore questa integrazione. Di contro, in Puglia e in Campania, regioni dove i premi assicurativi sono più elevati, questa garanzia aggiuntiva è decisamente meno richiesta. Di seguito la percentuale di quanti richiedono anche l’assicurazione Furto e Incendio sul totale delle richieste di RC provenienti dalle Regioni.
Anche nel migliore dei risultati, quello lombardo, si evidenzia un brusco calo: in Lombardia a luglio 2009 la percentuale registrata era del 48,8%, oggi del 22.14%.

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Facile.it: le assicurazioni temporanee per auto e moto non convengono

Con l’estate alle porte sono sempre di più gli italiani che tirano fuori dal garage la moto o scelgono di tornare ad usare la vecchia auto lasciata nella casa al mare. Facile.it (www.facile.it) – il nuovo comparatore orizzontale per confrontare RC auto e moto, ma anche mutui, prestiti e conti correnti – ha provato ad analizzare il risparmio che le assicurazioni temporanee sono in grado di offrire. Scoprendo che, forse, non sono poi così convenienti.
Se è vero che le assicurazioni temporanee rappresentano una risorsa per chi ha un utilizzo saltuario di un veicolo, i nei non mancano: queste polizze possono costare anche oltre il 30% in più di quelle annuali. Per polizze di durata inferiore ad un anno, infatti, alle auto si applica un premio corrispondente al periodo di tempo per il quale dovrà essere valida la copertura, con una maggiorazione pari al 15% del premio annuo. Il che significa che, se vogliamo assicurare per un mese il nostro veicolo, paghiamo oltre il doppio rispetto ad un mese di polizza annuale.
Per i ciclomotori e i motocicli, addirittura, le cose si complicano: la maggiorazione da applicare sul premio RC è pari al 30% del premio annuo. I costi, di conseguenza, lievitano, soprattutto se si assicura la moto per tempi molto brevi.
Oltre ad avere un costo elevato, va detto che non durando i dieci mesi necessari a coprire il cosiddetto “periodo di osservazione”, le polizze temporanee non fanno maturare classe di merito e, quindi, non permettono di ridurre le spese negli anni successivi attraverso un miglioramento della propria storia assicurativa.
Le polizze assicurative sospendibili: una possibile alternativa
Provare a sommare i vantaggi delle polizze temporanee con quelli delle polizze annuali è possibile: esistono le polizze sospendibili, una tipologia di assicurazione che è consentito interrompere, per almeno 30 giorni e al massimo 12 mesi, e riattivare in qualsiasi momento. Con questa tipologia di polizza, molto interessante per chi possiede motoveicoli, i costi si riducono e le spese vengono ammortizzate, oltre a maturare comunque la classe di merito.
Un esempio
Facendo una comparazione su Facile.it è possibile scoprire come non è tutto oro quello che luccica e che la convenienza nelle polizze temporanee è davvero relativa.
Consideriamo una moto di cilindrata 599 CC assicurata da un motociclista in quattordicesima classe di merito: se l’assicurazione annuale del veicolo costa 734 €, assicurarla per il periodo di 30 giorni arriva a costare 281,27 euro – vale a dire il 38% in più! Un risparmio maggiore potremmo ricavarlo se assicurassimo il motoveicolo con polizza sospendibile: la cifra annuale sale a 844 euro, ma è possibile sospendere la copertura come e quando vogliamo.
«Spesso si è convinti che, per risparmiare, sia necessario approntare strategie complesse e articolate – dichiara Alberto Genovese, Amministratore Delegato di Facile.it – o, piuttosto, che ci si debba far guidare dai luoghi comuni: ma non è così; non sempre le scelte che riteniamo più vantaggiose sono effettivamente tali. Proprio per questo si possono sfruttare i comparatori, strumenti per risparmiare senza perdere tempo, che mostrano la strada più breve per ottenere i vantaggi maggiori».

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Mutui.it: l’11% di chi ricerca un mutuo prima casa è straniero

Se la costruzione di un’Italia multietnica è sotto gli occhi di tutti, meno evidenti sono alcuni aspetti della progressiva integrazione della comunità straniera in Italia. Mutui.it (www.mutui.it) – broker online per la scelta del mutuo – ha fatto passare sotto la lente i preventivi di mutuo prima casa compilati sul sito negli ultimi mesi, scoprendo che l’11,04% di queste arriva da cittadini di nazionalità straniera.

L’immigrato che vuole comprare la sua prima casa in Italia richiede, in media, 132.000€ (pari all’80% del valore dell’immobile da acquistare), nel 54% dei casi preferisce il tasso variabile, intende impegnarsi con la banca finanziatrice per 25 anni e, al momento della richiesta del mutuo ha 35 anni.

Se confrontati con i valori medi italiani delle richieste di finanziamento per l’acquisto della prima casa, questi dati evidenziano l’interesse dei cittadini stranieri per immobili di valore inferiore rispetto alla media (165.000 contro 200.000 euro) e il bisogno di un finanziamento maggiore (mediamente si vuole finanziare solo il 75% del costo totale dell’immobile). A quanto pare, pur di comprare casa gli immigrati accettano immobili più periferici, o in condizioni peggiori, e di impegnarsi in mutui più importanti.

Da dove arrivano e dove vogliono comprare casa

Per quanto riguarda la nazionalità degli stranieri censiti da Mutui.it, a rappresentare il campione statistico più importante è la comunità rumena: circa 1 mutuo su 3 fra quelli richiesti da stranieri proviene da cittadini della Romania.

Un dato, questo, che va contestualizzato: quella che è ormai la comunità straniera più grande d’Italia (secondo gli ultimi dati Istat, si stimano per il 2011 997.000 Rumeni in Italia, seguiti a grande distanza da 491.000 Albanesi) ha subito un incremento davvero esponenziale, soprattutto dal 2007, anno dell’ingresso della Romania nell’UE. Ecco che si spiega come mai un terzo delle richieste (il 32,5%) arrivi proprio da cittadini romeni, mentre nonostante rappresentino la seconda comunità straniera in Italia, gli Albanesi – il cui flusso migratorio è meno recente –richiedano solo il 5,73% dei mutui analizzati.

In merito alla distribuzione territoriale delle richieste di mutuo, il quadro che emerge tratteggia una condizione piuttosto nota: le regioni in cui vi è la richiesta maggiore sono quelle del Nord e del Centro Italia, Lombardia (25,80%) e Lazio (13,38%) su tutte. Seguono Emilia Romagna (12,61%), Veneto (11,15%), Piemonte (8,47%), Toscana (7,20%) e Friuli Venezia Giulia (3,12%).

«L’acquisto della prima casa rappresenta un fattore fondamentale di radicamento nel territorio – afferma Alberto Genovese di Mutui.ite il confronto tra le offerte che diversi istituti di credito propongono aiuta anche gli stranieri ad affrontare al meglio questo complesso progetto di vita.»

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Mutui.it: per ristrutturare casa in Italia si chiedono 142.000 euro di mutuo

Quando si parla di mutuo si pensa subito all’acquisto della prima casa, ma non sempre è così. Mutui.it, il broker online per la scelta del mutuo, ha reso noti oggi i dati di un’analisi che ha  preso in esame i finanziamenti richiesti dagli italiani non per comprare, ma per ristrutturare le loro case.

Il sito ha fatto passare sotto la lente oltre 60.000 richieste di mutuo finalizzate alla ristrutturazione, scoprendo delle cose piuttosto curiose. In primis, chi sottoscrive un mutuo per la ristrutturazione è generalmente prudente: nel 44% dei casi preferisce il tasso fisso, mentre solo il 35% del campione esaminato da Mutui.it opta per il tasso variabile. Chi richiede questo tipo di finanziamento, inoltre, è abbastanza giovane (ha in media 42 anni), si impegna con l’Istituto Creditore per più di 20 anni (22,5 il valore medio) e firma un mutuo di 142.000€, pari a poco meno della metà del valore dell’immobile che intende ristrutturare (49,6%).

L’analisi resa nota da Mutui.it ha evidenziato anche notevoli differenze fra Nord e Sud sia per le cifre richieste sia per la percentuale del valore finanziato. I finanziamenti più cospicui vengono richiesti nelle regioni settentrionali: prima fra tutte il Trentino Alto Adige (dove il mutuo medio per la ristrutturazione è pari a più di 183.000€) seguita da Toscana (168.000€) e Liguria (158.000€).

Se si guarda invece alla percentuale del valore dell’immobile che viene finanziata tramite mutuo per ristrutturazione, escludendo il Friuli Venezia Giulia, dove si arriva a richiedere un mutuo pari al 55% del valore dell’immobile, è il Meridione a farla da padrone. A seguire il Friuli in questa classifica, infatti, troviamo la Puglia (54%)  e, tutte al 53%, la Sicilia, la Valle d’Aosta e la Sardegna.

Mutui.it ha anche indagato circa l’età a cui si richiede un mutuo per la ristrutturazione e ha scoperto che i sottoscrittori più giovani sono i veneti, che chiedono questo tipo di finanziamento quando hanno 40 anni, mentre i più maturi sono i siciliani i quali sottoscrivono un mutuo per ristrutturazione dopo i 43 anni.

«Ristrutturare significa effettuare un cambiamento radicale al proprio immobile – afferma Alberto Genovese di Mutui.it – e comporta spese elevate: per questo ricorrere ad un mutuo rappresenta la scelta più ovvia ed efficace, ma da ponderare con attenzione. Confrontando le offerte di più istituti di credito si riesce a trovare la soluzione che meglio si adatta alla propria situazione economico-finanziaria, affrontando il complesso progetto della ristrutturazione di un immobile in tutta tranquillità.»

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Rc: solo 8 italiani su 100 si assicurano… un avvocato

Sono pochissimi gli automobilisti italiani che scelgono una copertura assicurativa che comprenda anche la tutela legale: secondo i dati resi noti da Assicurazione.it, comparatore leader nel mercato Rc auto e moto, a sottoscrivere questa garanzia aggiuntiva è appena l’8% degli automobilisti italiani.

Nemmeno un italiano su dieci, quindi, integra la propria polizza Rc con una copertura delle possibili spese giudiziarie a cui può andare incontro. L’analisi di Assicurazione.it ha evidenziato come chi sottoscrive una tutela legale ha, in media, 43 anni, contro i 41 di chi sceglie di non farlo; non vi è una grande differenza di comportamento tra uomini e donne, mentre a richiedere questo tipo di copertura sono più le persone sposate rispetto ai single (8,20 contro 7,35%).
«Lo scarso interesse nei confronti della tutela legale – ha commentato Alberto Genovese, socio fondatore di Assicurazione.it – è indicativo di una mancata consapevolezza dei vantaggi derivanti: questa copertura assicurativa, infatti, ha una chiara componente di servizio, perché l’assicuratore non si limita a risarcire l’assicurato ma fornisce consulenza e assistenza in ogni fase della vertenza legale, sia nel caso di risarcimento di un danno subito, sia di fronte alla richiesta di risarcimento danni da parte di terzi.»

Benché i vantaggi siano evidenti, credendo di risparmiare la maggioranza degli automobilisti non include nella propria polizza di responsabilità civile la tutela legale; se poi si guarda al mondo delle due ruote il quadro peggiora ulteriormente: solo il 5% dei motociclisti sceglie questa copertura aggiuntiva. Eppure basterebbero 0,08€ al giorno per essere al sicuro. Il costo massimo per aggiungere la tutela legale alla propria copertura RC Auto, infatti, è inferiore a 30€ l’anno: neanche una caramella al giorno, per intenderci.

Il comparatore online, grazie agli oltre 250.000 preventivi che vengono fatti ogni mese sul sito, è riuscito a mappare con precisione anche dove e su quali tipi di conducente questa garanzia ha più o meno presa. Innanzitutto, è nelle Regioni del Sud che vi è una richiesta più elevata di tutela legale: in cima alla classifica troviamo la Puglia, con il 9,31% di richieste; la seguono a breve distanza la Sicilia con il 9,26% e la Campania, con l’8,86%. Solo quarta la Lombardia, che con l’8,06% di richieste di tutela legale è la prima regione del Nord Italia.

A quanto pare, le categorie professionali che tengono maggiormente a tutelarsi sono quelle che soffrirebbero di più nel gestire autonomamente controversie legali. Secondo i numeri di Assicurazione.it, che ha analizzato oltre un milione e mezzo di preventivi richiesti negli ultimi sei mesi, risultano essere primi i pensionati (8,95%), seguiti da impiegati (8,43%) e casalinghe (8,285). Solo quarti gli agenti di commercio (con l’8,21%): evidentemente, trascorrendo molto tempo alla guida, temono più di altri di incappare in problemi di natura legale connessi alla vita in auto.

«Quella che abbiamo messo in evidenza con queste rilevazioni – commenta ancora Genovese – è solo una delle tante coperture utili a cui si rinuncia perché spaventati da premi assicurativi troppo alti. In realtà servirsi di un comparatore come Assicurazione.it, che confronta i preventivi di 18 compagnie diverse, permette di trovare l’offerta più conveniente risparmiando fino a 500€».

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È single il 35% di chi richiede un mutuo prima casa, ma compra solo chi ha già una disponibilità economica

Vita da single come condizione provvisoria? Forse no. Oltre un terzo di chi sottoscrive un mutuo per acquistare la prima casa sceglie di farlo da solo, senza aspettare di avere un partner con cui dividere spese e scelte di vita. È questo uno dei dati che emerge dalle analisi di Mutui.it, broker online per la scelta del proprio mutuo.

Dalla rilevazione affiora un universo composto di celibi e nubili, ma anche di separati e divorziati, che sceglie di affrontare l’ardua impresa dell’acquisto di un appartamento senza contare sulla propria dolce metà. Eccone l’identikit: il single che vuole sottoscrivere un mutuo ha mediamente 35 anni, richiede un finanziamento pari a 134.000 euro (il 67% del valore dell’immobile), è disposto ad impegnarsi per 25 anni con l’Istituto finanziatore, nel 78% dei casi richiede il mutuo per acquistare la prima casa e preferisce il tasso variabile (54% del campione) rispetto al fisso (35%).

Dall’indagine condotta da Mutui.it è emerso che gli importi più alti per l’acquisto della casa vengono richiesti dai single del Lazio (oltre 150.000€ in media) e, a seguire, del Trentino-Alto Adige (145.000€) e della Toscana (quasi 140.000€). Decisamente più contenuti i finanziamenti per gli acquisti di immobili in Calabria, Umbria e Basilicata: in queste Regioni i single che sottoscrivono un mutuo richiedono, in media, rispettivamente 108.500€, 111.000€ e 118.000€.

Restringendo il campo di analisi ai single che fanno domanda di mutuo prima casa – che, come detto, rappresentano quasi l’80% del campione esaminato – il valore medio finanziato rimane quasi invariato (135.000€), ma le cifre richieste si mantengono a valori più bassi rispetto ai mutui di chi dichiara di essere sposato o convivente. Nel caso delle coppie il mutuo medio per la prima casa sale a 160.000€, segno che per acquistare immobili più grandi e costosi occorre essere in due. Inferiore anche il valore dell’immobile che si intende acquistare; per i single 186.000€ contro i 200.000€ per chi è sposato o convive.

Evidentemente quando si è da soli la propensione al rischio aumenta. Il 54% dei single opta per il tasso variabile, mentre tra le famiglie si arriva appena al 31%.

Va sottolineato, inoltre, come la percentuale del valore dell’immobile finanziata col mutuo scenda notevolmente se si è single: 66,6% contro il 75%. Questo dato implica una maggiore disponibilità economica del contraente: i single che comprano casa, cioè, sono quelli con maggiore liquidità. Emblematica la situazione di città come Roma o Napoli, dove la percentuale finanziata per i single scende rispettivamente al 61% e al 59,5%, prova che la possibilità di acquistare casa arriva grazie ad un aiuto esterno, magari della famiglia d’origine, o di un reddito mediamente inferiore per i single di quella città. Va un po’ meglio a Milano, dove la percentuale del finanziata sale al 67,6%.

Secondo Alberto Genovese di Mutui.it “l’acquisto di una casa è un momento fondamentale per la vita di ognuno, ma non sempre coincide con l’acquisizione di una stabilità affettiva. Ciononostante, quegli utenti che, da soli e non in coppia, sono pronti ad impegnarsi in un mutuo, prima di scegliere l’opzione che meglio si adatta alle proprie esigenze hanno bisogno di mettere a confronto più proposte. Mutui.it permette di trovare in pochi minuti le migliori offerte di mutuo presenti sul mercato, riducendo i tempi di ricerca e garantendo ottime opportunità per ciascun profilo.”

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Mutui.it: il primo mutuo si chiede a 36 anni, è pari a 160.000 euro e durerà 25 anni

Gli italiani raggiungono l’indipendenza economica tardi, o almeno richiedono il mutuo per la prima casa dopo aver compiuto i 35 anni. A dirlo è Mutui.it, il comparatore online che ha analizzato oltre 1.000.000 di richieste di mutuo giunte negli scorsi mesi attraverso le pagine del sito.

Chi vuole sottoscrivere un mutuo per la sua prima abitazione ha mediamente 36 anni, richiede un finanziamento pari a 160.000 euro (pari al 75% del valore dell’immobile che intende acquistare), è disposto ad impegnarsi per 25 anni con l’Istituto finanziatore e preferisce un tasso fisso (47% del campione).

L’analisi di Mutui.it ha potuto mettere in evidenza anche le differenze, notevoli, che si registrano in Italia nella sottoscrizione dei finanziamenti per l’acquisto della prima casa. In primis la durata media del mutuo, che nelle regioni settentrionali cresce di 10 anni rispetto alla media, arrivando a 35 anni. Mentre si è registrata una sostanziale uniformità nella richiesta di finanziamenti a rata costante (circa il 12% del totale in tutta la Penisola), è emerso chiaramente che al Sud si preferisce la prudenza: oltre il 54% di chi richiede un preventivo di mutuo lo fa per un finanziamento a tasso fisso.

Sebbene anche nel Nord Italia la maggiore quantità di richieste si concentri su mutui a tasso fisso, va registrato come il tasso variabile raccolga quasi il 36% delle preferenze; cinque punti percentuali più della media nazionale, sette più che al Centro Italia e addirittura undici rispetto a quanto non accada nelle regioni meridionali.

Secondo Alberto Genovese di Mutui.it “l’acquisto della prima casa si conferma un momento topico della vita di ognuno, decisivo per l’ingresso ufficiale nell’età adulta. Pur nelle ovvie differenze territoriali, per tutti resta valida l’esigenza di confrontare più proposte per trovare la rata più conveniente. Mutui.it consente di confrontare in pochi minuti le migliori offerte di mutui on line presenti sul mercato, riducendo tempi di ricerca e di stress e garantendo le migliori opportunità per ciascun profilo.”

Dall’indagine fatta da Mutui.it è emerso che gli importi più alti per l’acquisto della prima casa vengono richiesti in Trentino Alto Adige (191.000€ in media) e, a seguire, nel Lazio (185.000€) e in Valle d’Aosta (180.000€).
Decisamente più economici, per le Banche, i finanziamenti per gli acquisti di immobili in Basilicata, Calabria e Molise; in queste regioni chi sottoscrive un mutuo prima casa richiede in media, rispettivamente, 136.000€, 129.000€ e 124.000€.

Ecco di seguito gli importi medi richiesti per il mutuo prima casa nelle venti regioni italiane:

Trentino-Alto Adige € 191.000
Lazio € 185.000
Valle d’Aosta € 180.000
Toscana € 174.000
Liguria € 168.000
Lombardia € 167.000
Umbria € 163.000
Emilia-Romagna € 162.000
Campania € 160.000
Veneto € 153.000
Marche € 151.000
Piemonte € 149.000
Sicilia € 145.000
Puglia € 141.000
Sardegna € 139.000
Abruzzo € 138.000
Friuli-Venezia Giulia € 137.000
Basilicata € 136.000
Calabria € 129.000
Molise € 124.000

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Nielsen: Assicurazione.it è il sito più visitato del settore assicurativo

È stata resa nota oggi la classifica Nielsen Netratings Audiweb di ottobre relativa al traffico Internet dei siti dedicati al mercato delle assicurazioni e secondo le rilevazioni del noto istituto di ricerca, è Assicurazione.it, il comparatore del mercato RC auto e moto, il sito assicurativo più visitato d’Italia davanti a quelli di Direct Line e Linear Assicurazioni.

È la prima volta in Italia che un comparatore occupa la cima della classifica superando anche quelle compagnie assicurative che hanno fatto dell’online il proprio core business. A questo proposito Alberto Genovese, socio fondatore di Assicurazione.it, ha commentato: “In meno di due anni, abbiamo ottenuto risultati straordinari fino ad aggiudicarci il primo posto nella classifica Nielsen; questo risultato testimonia un cambiamento sempre più evidente nelle abitudini degli utenti che adottano un approccio diretto al mondo delle assicurazioni e ora anche in Italia, come avviene già nel Regno Unito, in Francia e in tantissimi altri stati, premiano l’idea del compratore online e ne fanno il sito assicurativo più visitato.”

Online in versione beta dal 3 giugno 2008, Assicurazione.it è stata presentata ufficialmente il 5 Marzo 2009. La forza dell’idea è oggi, anche alla luce dell’odierno successo, si è dimostrata più che mai dirompente: un processo estremamente a misura di utente che, in tempo reale, può costruirsi il proprio preventivo su misura avendo la possibilità di confrontare i preventivi di 18 fra le principali compagnie assicurative operanti nel nostro Paese e ottenere così vantaggi che da solo non avrebbe mai potuto raggiungere. Primo fra tutti il risparmio che arriva fino a 500€ per polizza

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Mutui.it: continua a crescere la richiesta di surroghe.Ormai rappresentano il 18% dei flussi.

La legge 40/2007, più nota come Decreto Bersani, aveva come obiettivo quello di favorire la concorrenza fra le Banche e, in questo modo, agevolare chi doveva sottoscrivere un mutuo per comprare casa. La possibilità di trasferire il proprio mutuo a una nuova banca che offre condizioni migliori (tecnicamente “surroga”) una fra le modifiche più importanti introdotte, continua a riscontrare favori e oggi rappresenta il 18% dei flussi per le richieste di mutuo.

A dirlo è Mutui.it, il comparatore online che ha analizzato oltre 18.000 richieste di mutuo giunte negli scorsi mesi attraverso le pagine del sito.

Alberto Genovese di Mutui.it spiega: “Confrontare le offerte di diverse banche permette di trovare le migliori condizioni per ciascuno e ormai, grazie all’avvento dei comparatori online, questo è facile e alla portata di tutti. La surroga è un’opportunità importante, sia per gli Istituti di Credito sia per i sottoscrittori  e la crescita che vive questo tipo di prodotto lo dimostra”.

Secondo i dati resi noti da Mutui.it, le regioni in cui si è ricorso più spesso alla surroga sono state Il Trentino Alto Adige, il Friuli Venezia Giulia e le Marche, dove la percentuale di chi richiede la surroga del mutuo passa, rispettivamente, al 31,04%, 29,25% e 22,55%. Subito dietro al podio la Sardegna (21,10%) e, a pari merito,  l’Emilia Romagna e il Veneto (20,48%). Fanalini di coda Basilicata e Calabria, entrambe sotto al 10%.

E’ curioso notare come il maggior numero di richieste di surroga del mutuo sia giunto a Mutui.it da appartenenti ai corpi delle Forze Armate (27,09%), che precedono gli imprenditori (20,49%) e gli operai (20,13%).

La surroga permette di trasferire il mutuo contratto con una banca ad un altro Istituto di credito, il tutto senza costi aggiuntivi né di spese notarili. Avere una proposta migliore a condizioni più vantaggiose si è dimostrato un incentivo enorme per cambiare e in soli sei mesi le surroghe sono cresciute del 3% sul totale dei flussi.

Continua Alberto Genovese: “La grande richiesta di surroga da parte degli utenti è un segnale importante e per questo abbiamo creato su Mutui.it una sezione dedicata a surroghe e sostituzioni che permette di orientarsi in maniera semplice fra le proposte degli Istituti di Credito. In pochi giorni le richieste giunte sono state migliaia.“

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Mutui.it: chi cerca un mutuo sul web preferisce non rischiare, oltre il 5% dei mutui richiesti è protetto.

Acquistare casa comporta una spesa economica non indifferente e, diciamolo, ottenere un mutuo aiuta. Per avere un quadro chiaro delle offerte di mutuo sono tante le persone che si sono affidate alla ricerca sul web e secondo l’analisi condotta da Mutui.it, il nuovo comparatore online che permette di confrontare le proposte di alcune fra le banche più importanti, oltre il 5% di chi ha fatto una richiesta di finanziamento per la casa ha scelto un mutuo protetto.

L’indagine, che ha preso in considerazione le richieste arrivate a Mutui.it negli ultimi 6 mesi, ha evidenziato come il 71% di chi ha scelto un mutuo protetto, che prevede un tasso variabile con CAP o una rata costante, ha come finalità l’acquisto della prima casa. Mediamente chi fa questa scelta è intenzionato a comprare un immobile di valore superiore ai 220.000 euro, richiedendo un finanziamento pari al 67% dell’importo.

Alberto Genovese di Mutui.it, spiega: “ I mutui protetti consentono di ottenere un vantaggio unico, hanno i benefici del tasso variabile e la sicurezza di sapere che non si pagherà mai un valore di rata superiore a un tetto massimo stabilito”.

Questa tipologia di finanziamento ha trovato la maggior parte dei suoi richiedenti in Lombardia, Lazio e Campania, rispettivamente con il 15,18%, il 15,02% e il 10.23% delle richieste di mutui protetti effettuate su Mutui.it.

Il comparatore di prodotti di mutuo ha iniziato la sua attività lo scorso Ottobre ed è in continua crescita. Da gennaio ad oggi si sono rivolte al sito per fare un preventivo più di 600.000 persone.

Mutui.it è stato creato dai fondatori di Assicurazione.it, il price comparison assicurativo leader in Italia del comparto RC Auto, che forte del successo e dell’esperienza acquisiti dalla sua nascita, ha voluto offrire un nuovo strumento, in grado di rivoluzionare la tradizionale ricerca di prodotti di finanziamento, anche a chi ha necessità di ottenere un mutuo.

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Secondo Assicurazione.it oltre 15.000 centauri italiani cercano online, ogni mese, la polizza migliore risparmiando fino a 200€

L’estate sembra finalmente arrivata e gli italiani all’automobile preferiscono le due ruote, soprattutto ora che in tanti hanno sfruttato gli incentivi per l’acquisto di scooter e moto. I centauri italiani hanno saputo anche trovare un rimedio ai rincari delle tariffe RC Moto, arrivati a superare il 30%, e hanno scoperto di poter risparmiare grazie al web.
Secondo quanto è stato reso noto oggi da Assicurazione.it, primo comparatore online del nostro Paese, ogni mese sono più di 15.000 i motociclisti che si collegano alla rete per confrontare i preventivi delle compagnie assicurative e trovare la polizza più adatta alle proprie necessità.
La moto è spesso il secondo mezzo di trasporto posseduto e, pertanto, risparmiare diventa fondamentale. Questo è uno dei motivi principali per cui i motociclisti si rivolgono al web; “Confrontare i preventivi online”, ha dichiarato Alberto Genovese, CEO di Assicurazione.it, “ha permesso a chi si è rivolto a noi per assicurare la propria moto, di risparmiare fino a 200 euro sulla sola polizza RC”.
La passione per le due ruote è piuttosto trasversale nel nostro Paese, ma a essere ricorsi al web per assicurare la propria motocicletta sono stati in maggioranza gli uomini (oltre l’85%), e i residenti in Lazio e Liguria.
“Abbiamo cominciato a confrontare i preventivi per la RC Moto”, ha continuato Alberto Genovese, “poco più di un anno fa. Spesso si ritiene, a torto, che per le moto non esistano grandi differenze fra le proposte delle Compagnie, invece, anche in questo caso non esiste un’assicurazione che sia migliore in assoluto. Per le due come per le quattro ruote, esistono migliaia di profili possibili e pertanto non può esistere un’unica soluzione per tutti.”
Oltre alla semplice RC Moto, su Assicurazione.it, scelto dalla Commissione Europea come case history di eccellenza proprio per la trasparenza nei confronti dei consumatori, è possibile, con un solo clic, scegliere anche le principali coperture aggiuntive come la Tutela Legale, la copertura Furto e Incendio e l’assistenza stradale.

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Assicurazione.it: a 3 anni dal Decreto Bersani lo usa solo il 7,5% degli italiani

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  • 16 Marzo 2010

Era il 2 Febbraio 2007 quando entrava in vigore il Decreto Legge n. 7 del 31/01/2007 che avrebbe rivoluzionato il mondo assicurativo italiano. Ormai conosciuto con il nome dell’allora Ministro Bersani, prevedeva tra le altre cose che i neopatentati potessero, immatricolando una nuova auto, non partire dall’ultima classe di merito, ma acquisire quella di un familiare convivente, risparmiando così centinaia di euro.

Assicurazione.it, principale broker online italiano, ha fotografato la situazione attuale e ha chiesto ad un panel di oltre 500 guidatori alle prese con il rinnovo o la sottoscrizione di una polizza di RC auto cosa sapessero del Decreto e ha poi analizzato i dati degli ultimi 6 mesi per capire quanti fossero realmente gli italiani che di questi vantaggi hanno beneficiato.

Gli intervistati sembrano conoscere piuttosto bene le caratteristiche principali del Decreto. Ben il 73,5% di loro sa di poter ottenere la classe di merito di un familiare convivente, e il dato sale addirittura al 75% fra le donne. Ben più di un italiano su due (59,7% il dato preciso) sa anche che, dall’entrata in vigore del Decreto, non esiste alcun vincolo al rinnovo della polizza e ciascun assicurato è libero di cambiare compagnia  senza costi aggiuntivi alla scadenza del periodo di copertura.

“Il Decreto Bersani ha introdotto cambiamenti importanti nel mondo assicurativo italiano”, ha commentato Alberto Genovese, CEO di Assicurazione.it, “ma nonostante questo, a differenza di ciò che accade in altri Paesi europei, fino ad un anno fa erano veramente pochi gli italiani che cambiavano assicurazione al momento della scadenza del contratto. Dall’avvento di strumenti di comparazione online trasparenti come Assicurazione.it questo è cambiato e noi stessi, oggi, veicoliamo oltre 140.000 preventivi ogni mese”.

Sempre secondo l’analisi dei dati, si ha minore conoscenza del fatto che uno stesso agente, purché plurimandatario, possa proporre le polizze di diverse compagnie (risponde correttamente solo il 41,6% del campione) e che l’attestato di rischio, documento indispensabile per la sottoscrizione di un contratto RC auto mantenga la sua validità per 5 anni anche nel caso in cui si decida di non guidare per un periodo e, quindi, non si assicuri subito un veicolo alla scadenza della polizza.

Ma quanti sono gli italiani che, all’atto della stipula del contratto di polizza, beneficiano del risparmio possibile grazie al Decreto? Secondo Assicurazione.it in realtà non tantissimi: appena il 7,5%.

E’ questo il valore emerso dall’indagine di Assicurazione.it analizzando i dati di chi ha sottoscritto una polizza nuova o ne ha rinnovato una negli ultimi 6 mesi. Le donne hanno sfruttato questo risparmio leggermente più di quanto non abbiano fatto gli uomini (8,73% vs 7%), mentre chi non è sposato, e presumibilmente rientrano in questa categoria molti giovani che ancora vivono con i genitori, se ne è servito ben nell’ 11.38% dei casi.

I dati riscontrati dall’analisi raccontano anche come il risparmio venga sfruttato di più o di meno nelle diverse regioni italiane. Al Sud, complice anche un periodo di convivenza molto maggiore fra genitori e figli, si arriva a percentuali molto maggiori. A guidare la classifica dei risparmiatori che ricorrono ai benefici del Decreto è la Basilicata (9,25%), seguita dalla Campania (8,53%), e dall’Abruzzo che batte la Calabria di un soffio (8,23% vs 8,22%).

Al Nord i giovani acquisiscono prima la loro indipendenza e lasciano casa abbastanza presto. Ecco perché sono proprio le regioni settentrionali quelle in cui si è potuto sfruttare meno il risparmio ottenibile acquisendo la classe di merito di un familiare convivente. In Friuli Venezia Giulia e in Liguria hanno beneficiato del Decreto Bersani appena il 5,5% e il 5,6% di chi ha fatto la polizza RC Auto. Appena meglio in Trentino Alto Adige (6%) e in Emilia Romagna (6,2%).

Ecco di seguito la percentuale di guidatori che, regione per regione, ha potuto sfruttare i benefici del Decreto Bersani negli ultimi 6 mesi:

Basilicata

9,25%

Campania

8,53%

Abruzzo

8,23%

Calabria

8,22%

Puglia

8,21%

Lazio

8,13%

Lombardia

7,95%

Sardegna

7,50%

Umbria

7,46%

Veneto

7,42%

Piemonte

7,22%

Sicilia

7,21%

Toscana

6,49%

Marche

6,46%

Molise

6,46%

Valle D’Aosta

6,34%

Emilia-Romagna

6,27%

Trentino-Alto Adige

6,06%

Liguria

5,60%

Friuli-Venezia Giulia

5,52%

 

Fonte: Assicurazione.it

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