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L’Abbazia di Montecassino e la sua valenza religiosa, storica e culturale

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  • 15 Giugno 2012

Con l’arrivo dell’estate e delle vacanze si mette in moto la macchina del turismo, e il turismo religioso non fa certo eccezione.

In estate, più che in altre stagioni, le città famose per ospitare luoghi di culto ed edifici religiosi si riempiono di turisti e pellegrini. In questo senso, l’Italia custodisce sicuramente un ricco patrimonio: le mete più ambite dai turisti sono senza dubbio il Vaticano e la Basilica di San Pietro, il Santuario di Padre Pio a San Giovanni Rotondo e la Basilica di Sant’Antonio a Padova. Oltre a questi tre maggiori luoghi di culto, in Italia si possono trovare moltissimi altri edifici e luoghi dall’importante valenza culturale e storica, oltre che religiosa, e l’abbazia di Montecassino è uno degli esempi più calzanti in questo senso.

La città di Cassino, famosa soprattutto per la vicinanza alla famosa abbazia, si prepara, anche quest’estate, ad essere visitata da moltissimi turisti, che scelgono questa località sia per motivi spirituali che per un interesse storico e culturale. L’Abbazia di Montecassino, infatti, non è solo un luogo religioso, il monastero benedettino fondato nel 529 da Benedetto da Norcia, ma è anche uno dei luoghi simbolo della Seconda Guerra Mondiale, oltre che un importante centro culturale grazie ai preziosi codici custoditi nella sua biblioteca. Per tutte queste ragioni Montecassino figura tra le mete più ambite dai pellegrini e dai turisti in generale, che soprattutto in estate affollano gli alberghi Cassino.

L’Abbazia di Montecassino, come detto, venne fondata nel VI secolo d.C. da Benedetto da Norcia, e nel corso della sua storia è stata distrutta e riedificata molte volte. La prima distruzione risale al 577, durante l’invasione dei Longobardi, e solo intorno al 717, grazie all’interessamento di Petronace di Montecassino, abate originario di Brescia, l’Abbazia venne ricostruita e ripopolata dai monaci. Nell’anno 883 venne però distrutta nuovamente, stavolta per mano dei Saraceni, e la ricostruzione avvenne, per volere di papa Agapito II, nel 949. Nell’XI secolo l’Abbazia venne sottoposta ad una nuova ricostruzione voluta dall’abate Desiderio, probabilmente tra gli abati più famosi dell’Abbazia e futuro Papa Vittore II. Nel corso di questi interventi l’abbazia venne arricchita di affreschi e mosaici, andati in parte perduti. Qualche tempo dopo, infatti, l’Abbazia venne seriamente danneggiata da un terremoto e quindi ricostruita, nel 1366, assumendo l’aspetto tipico dei monumenti barocchi napoletani.

Da quell’ultima ricostruzione l’Abbazia di Montecassino era poi riuscita a resistere per secoli, fino a quando, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, venne nuovamente rasa al suolo dai bombardamenti degli alleati, che sospettavano che al suo interno si rifugiassero dei reparti tedeschi. Fu grazie all’intervento dell’abate-vescovo Gregorio Diamare e del colonnello Julius Schlegel che i più importanti documenti bibliografici custoditi nell’Abbazia furono messi in salvo. La ricostruzione iniziò dopo la guerra e durò dal 1948 al 1956. La scelta, contestata da alcuni, fu quella di ricostruire l’Abbazia esattamente com’era prima della distruzione, ed è così che i molti pellegrini e turisti che ancora oggi soggiornano in alberghi Frosinone e si recano in visita a Montecassino la possono ammirare. La visita a Montecassino può comprendere, oltre all’Abbazia, anche il Museo sorto nel 1980 che si trova all’esterno, e la Biblioteca, che custodisce circa 25 mila volumi antichi.

Articolo a cura di Francesca Tessarollo
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Montecassino durante la seconda guerra mondiale

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  • 7 Gennaio 2011

Uno dei luoghi più significativi della seconda guerra mondiale è Cassino, che tra il gennaio e il maggio del 1944 fu teatro di varie battaglie.

Cassino è uno dei luoghi simbolo della seconda guerra mondiale, e non a caso ogni anno è frequentata da molti studenti e scolaresche, che tra una visita al museo guerra della città e una all’Abbazia di Montecassino possono approfondire uno dei momenti topici della Seconda Guerra Mondiale.

Le battaglie che interessarono la città di Cassino e l’Abbazia di Montecassino furono quattro e si svolsero tra il gennaio e il maggio del 1944. L’intenzione delle forze alleate era quella di fare breccia nella linea Gustav – la linea di fortificazione che all’epoca divideva in due l’Italia, con gli alleati al sud e i tedeschi al nord, e che passava proprio per la città di Cassino – per riuscire ad assediare Roma e congiungersi con gli alleati che, dopo l’operazione Shingle, erano rimasti nei pressi di Anzio.

I tedeschi erano arrivati a Cassino il 14 ottobre dell’anno precedente, sotto la guida del colonnello austriaco Schlegel, al comando della divisione Panzer Göring. Il colonnello avvertì Gregorio Diamare, l’abate di Montecassino, che di lì a poco la zona sarebbe stata al centro della resistenza tedesca, e grazie a questo avvertimento si riuscirono almeno a mettere in salvo molti dei tesori custoditi nell’abbazia, trasportandoli in Vaticano con ben 120 autocarri (8 dicembre). Anche le persone che vivevano nei pressi dell’Abbazia furono sfollate, e i tedeschi fortificarono la città di Cassino con trincee, campi minati e quant’altro. Visitando il museo Cassino è possibile approfondire questo capitolo della storia della seconda guerra mondiale.

Come detto, Cassino era un perno della difesa tedesca e un punto strategico per raggiungere Roma, e per riuscire a sfondare la linea Gustav gli alleati attaccarono la città ripetutamente. Le prime due battaglie, che ebbero luogo rispettivamente tra il 12 gennaio e il 12 febbraio del 1944 e a partire dal 15 febbraio dello stesso anno, furono deludenti per le forze alleate, e portarono alla distruzione della città e dell’abbazia. Dopo il tentativo da parte delle forze alleate di conquistare l’abbazia, infatti, la prima battaglia di Montecassino si concluse con la vittoria dei tedeschi, mentre la seconda viene ricordata per il bombardamento di Montecassino, che entrò a far parte delle mire degli alleati in quanto si credeva che il monastero fosse occupato dalle truppe tedesche. A causa di questa falsa supposizione, Montecassino venne bombardata per l’intera mattinata del 15 febbraio, fino ad essere ridotta ad un ammasso di macerie. Il bombardamento causò anche numerosi morti e feriti tra i civili che avevano cercato rifugio proprio nel monastero, oltre che tra i soldati, ma la zona continuava ad essere in mano ai tedeschi. Durante la terza battaglia, che iniziò il 15 marzo del 1944, l’intera città di Cassino venne rasa al suolo dai bombardamenti, causando molte vittime tra i civili ma anche tra i soldati inglesi e neozelandesi, e nell’arco della stessa giornata gli alleati sferrarono un attacco venendo però subito bloccati dai tedeschi. Gli assalti continuarono fino al 22 marzo: anche se nemmeno la terza battaglia aveva portato ad una vittoria degli alleati, le perdite tra le forze tedesche erano state considerevoli, e le truppe alleate cominciarono a prepararsi per la quarta battaglia, che ebbe luogo tra l’11 e il 19 maggio dello stesso anno.

Nel museo seconda guerra mondiale di Cassino si possono trovare molte testimonianza relative a questa fase, conclusasi con la vittoria da parte degli alleati, che in questa occasione riuscirono ad impadronirsi della zona, ponendo così fine ad un capitolo particolarmente cruento della seconda guerra mondiale.

Articolo a cura di Francesca Tessarollo
Prima Posizione Srl – traduzione testi web

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