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Start-up di un e-commerce di vini: pro e contro - Comunicati stampa e News

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Comunicati

Start-up di un e-commerce di vini: pro e contro

La variante di un negozio online per la vendita di vini rappresenta un’innovazione che porta con sé lati positivi e lati negativi.

Sicuramente, grazie agli strumenti che vengono messi a disposizione di un e-commerce, il contatto diretto che si crea tra venditore ed acquirente, tramite richiesta di contatto, e-mail o blog, rappresenta il punto di forza su cui poter basare la riuscita dell’investimento. Infatti, quando si trattano prodotti relativi all’alimentazione, il compratore medio vuole essere rassicurato nell’acquisto di questi ultimi.

Inoltre, grazie ad una buona visione di mercato e ad un buon piano di investimento in web marketing, l’utente che si appresta alla creazione di un e-commerce, potrà studiare con perizia il possibile consumatore e le sue richieste, così da proporre un sito completo capace di rispondere a tutte le necessità che il mondo di internet presenta: tutto ciò specialmente in un settore come quello gastronomico riguardante i vini, dove l’acquirente si presuppone che sia particolarmente scrupoloso ed accorto prima di concludere un affare online.

Dove risiedono dunque le maggiori difficoltà di una start-up online, in quali ambiti si posso trovare più disagi?
Uno sopra tutti è la burocrazia.
Infatti quando si è nell’imminenza di lanciare un e-commerce online, la volontà e le idee non bastano, si deve fare i conti con numerosi paletti imposti dall’apparato burocratico, tra cui le accise.
Rimanendo nell’ambito dei vini, si crea il progetto di un sito guardando al futuro, quindi anche alla possibilità che il raggio di azione di estenda nel corso del tempo e che i prodotti siano poi richiesti anche al di fuori del Paese di produzione. Il sistema delle accise, che sono imposte sulla produzione e sulla vendita di beni di consumo, non permette però di vendere prodotti all’estero se non ad altri commercianti o professionisti, che dispongono di partita iva. Pena è una denuncia per contrabbando da parte della finanza.
In un ambito come la vendita di prodotti enogastronomici questo problema è rilevante, e limita notevolmente le possibilità di guadagno, trattandosi di un bene finalizzato in particolar modo al consumo dei privati.

Proprio a cause di queste barriere si creano poi svincoli per eludere il problema dei pedaggi doganali, come ad esempio portali di compravendita online, quali Ebay, o Amazon, etc.
Sicuramente una politica burocratica più innovativa potrebbe trovare un modo di innovarsi e facilitare l’interazione anche al di fuori del proprio Paese, così da migliorare non solo la presenza dei prodotti “made in Italy” all’estero, ma anche l’economia riguardante la compra-vendita online.

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