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Il ruolo della consulenza organizzativa

Il sistema industriale italiano ed in particolare le grandi aziende e il settore dei servizi, deve affrontare una crisi di portata storica, strutturale, ignota per durata e caratteristiche. Una crisi connessa con la concorrenza aggressiva, con la crescente internazionalizzazione dei mercati, con la dinamica del quadro ambientale ma soprattutto con la difficoltà di reagire con le leve tradizionali all’intensità della competizione che si è instaurata.

La via d’uscita costituisce una sfida che passa attraverso lo sviluppo di una cultura della qualità, di modalità radicalmente innovative di gestione e soprattutto di nuove professionalità.

Le risposte strutturali da sviluppare devono pertanto:

  • puntare sulla formazione e sullo sviluppo di competenze distintive;
  • diffondere i principi base di “lean organization”, di focalizzazione dell’attività alla soddisfazione del cliente finale (gestione per processi), di “caccia agli sprechi” (miglioramento continuo, azienda snella, fabbrica integrata, ecc.).

Tale sforzo di crescita e sviluppo culturale collettivo a livello nazionale richiede investimenti, esperienze, programmi e quindi comporta l’intervento di formatori e consulenti esperti, informati, capaci di rapportarsi alle migliori esperienze mondiali.

L’intervento della consulenza sarà quindi tanto più utile nell’avvio di un progetto di cambiamento, quanto più renderà cosciente l’organizzazione delle necessità di “eccellenza”, contribuendo a definire la vision competitiva da sviluppare e a razionalizzare i processi gestionali critici.
Diviene fondamentale una rapida ed estesa diffusione della nuova professionalità richiesta, sia con l’uso di nuove tecniche organizzative e formative, sia mediante l’intervento sulla cultura e sulle modalità operative.

Per “fare di più e meglio” (sviluppando l’efficacia) “con minori risorse di prima” (sviluppando l’efficienza) si devono saper dosare tanto la leva del riassetto organizzativo, quanto quella dello sviluppo delle nuove professionalità richieste, e questo esige un’esperienza che può essere maturata solo altrove. Essa calibrerà il cambiamento volto a snellire i processi gestionali bilanciando la soddisfazione del cliente con la caccia agli sprechi e l’azzeramento delle attività che non danno valore aggiunto all’utilizzatore finale.

Gli interventi da realizzare, e soprattutto il loro coordinamento, sono complessi e raramente di successo in assenza di una regia esperta e capace. Si tratta infatti di:

  • formalizzare la reingegnerizzazione organizzativa dello sviluppo dei nuovi prodotti, dei prodotti in essere e della distribuzione commerciale;
  • realizzare una effettiva delega a team da guidare e focalizzare rispetto ai processi così definiti;
  • controllare e misurare l’evoluzione dei processi in termini di valore aggiunto per il cliente.

Mutamenti di enorme impatto che richiedono la capacità di “fare”, ma soprattutto le conoscenze e le competenze per farlo (il vero know-how alla base della trasformazione culturale e professionale).

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