Innanzi tutto, soprattutto in inverno, è meglio avere una base sicura (un rifugio aperto). Meglio comunicare per telefono sempre prima per rendere sicuro (molti rifugi chiudono da settembre ad aprile, o addirittura a giugno, e per noi è diventata celebre una gita fatta in un giorno di cattivo tempo con meta un rifugio poi risultato chiuso per incendio). Quando si sceglie un rifugio è meglio se si trova in una zona pianeggiante, in modo di consentire anche a chi collauda i primi passi di distendere le gambe dopo una salita nello zaino.Per quanto riguarda invece come vestirli io personalmente ho fatto una bella rifornita di abbigliamento disney invernale. Assicurarsi sempre che mani, viso e piedi del bimbo siano asciutti e caldi, e in ogni caso dopo qualche ora di permanenza all’aperto, riprendere temperatura e forze al caldo del rifugio. Qui i bambini più piccini potranno anche essere allattati (o potrà essere scaldato il latte artificiale) e i più grandicelli potranno mangiarsi pastasciutte e minestroni caldi (mentre mamma e papà si sbafano il brasato e la polenta oncia) e per loro io ho scelto tutina neonato così da tenerli più caldi. Ora che avete provveduto a tutto ciò che poteva essere una difficoltà, non resta che trarre beneficio interamente la Montagna: l’esperienza di una gita in montagna deve essere opportunità per un bambino di vedere, toccare, gustare, odorare la natura e la magia del bosco. Un insetto, un animale, un albero colpito da un fulmine, un formicaio, tutto è nuovo, tutto è avventura. Il Qualsiasi cosa si trasforma in una favola e anche noi ci divertiamo, il bosco diventa la casetta di Biancaneve, un sasso con una forma particolare è il trono del Re degli Gnomi, una farfalla di notte diventa una fata, un albero storto è un antico ciclope indurito.
No Comments Found