Orientarsi nel mondo delle traduzioni può essere davvero complicato. Se poi la traduzione è necessaria a fini legali allora la situazione diventa sempre più ingarbugliata.
Si parla infatti di traduzioni giurate per quanto riguarda ad esempio la patente, una cartella clinica o qualsiasi altro documento giudiziario. La traduzione legale può essere molto semplice, per non cadere in una fitta maglia burocratica è necessario tenere alcune accortezze soprattutto dal punto di vista delle parole.
Il primo passo è appunto la traduzione normalmente affidata al lavoro di un professionista appositamente formato soprattutto perché la responsabilità del testo scritto sarà la sua di fronte al funzionario del Tribunale. Questa è quella che si chiama l’asseverazione, la procedura in cui il traduttore del testo legale dichiara che il suo lavoro di traduzione è stato trasposto fedelmente all’originale.
C’è poi il concetto di legalizzazione e cioè l’attestato di validità legale della firma del pubblico ufficiale che ha firmato il documento.
È importante ricordare poi che la legalizzazione è fondamentale se il documento deve essere portato all’estero poiché l’asseverazione ha già valore legale per l’Italia.
C’è poi, la certificazione che sostituisce la legalizzazione cioè l’apostilla, che si applica solo nei Paesi in cui è in vigore la Convenzione dell’Aja del 1961, un’annotazione posta sul documento tradotto e composto dal documento originale, dalla traduzione e dal verbale di giuramento del traduttore.
Per non incorrere in problemi o trafile burocratiche di diverso tipo potrebbe essere buona norma rivolgersi ad esperti di traduzioni legali e interpretariato affidandosi a dei professionisti che si occuperanno della validità dei documenti da tradurre.
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