E’ notizia di questi giorni che verranno ritirate dai negozi e dalla vendita online delle scarpe Adidas particolari che hanno creato molto scalpore in rete, in particolare nella pagina aziendale in un noto social network, dove l’azienda è stata attaccata criticata duramente per la scelta del particolare e controverso design dell’ultimo modello di scarpe. Perché tutto questo scandalo? L’estetica dell’ultimo paio di scarpe Adidas riporta alla memoria i ceppi con le catene che si mettevano alle caviglie degli schiavi provenienti dall’Africa, durante il periodo dello schiavismo. In effetti l’ultimo modello di calzature Adidas presenta il classico modello Roundhouse High Top accompagnato però da delle catene arancioni di plastica con il logo Adidas in rilievo. La scelta stilistica fu in parte apprezzata su Internet, quando Adidas la mostrò in anteprima, ma subito dopo fioccarono le prime polemiche fino all’esplosione del caso mediatico.
Alla fine Adidas prenderà la decisione di ritirare dal mercato queste calzature e si scuserà pubblicamente online.
Certo essere una delle società leader delle scarpe da fitness in generale non è facile, Adidas in più è anche partner ufficiale dei giochi olimpici di Londra per l’abbigliamento sportivo, anzi è anche fornitore ufficiale di abbigliamento e scarpe sportive da oltre 80 anni. Adidas per questa edizione delle Olimpiadi ha progettato e realizzato una nuova linea di calzature la più leggera finora prodotta, anche più di quelle presentate alle olimpiadi di Pechino. La maggior parte degli accessori, dell’abbigliamento e delle calzature pensate per i giochi olimpici, fanno parte della collezione più sostenibile mai creata dal noto marchio, ad esempio ogni calzatura contiene materiale riciclato.
Chissà se si troveranno in futuro in vendita online queste scarpe Adidas o se è possibile che il trend ecologico possa andare oltre l’evento olimpico e troveremo calzature progettate in modo ecosostenibile negli scaffali dei negozi di scarpe e dei siti che vendono online calzature dell’Adidas.
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