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Una Azienda e il suo logo.

L’importanza del logo

Un logo è una scritta che rappresenta un prodotto, un servizio o un’azienda. E’ costituito, di solito,  da un simbolo o da una

versione o rappresentazione grafica di un nome o di un acronimo che prevede l’uso di un lettering ben preciso. Esistono diverse

tipologie di logo che possono anche essere usate anche contemporaneamente allinterno dello stesso ambito.
– il logotipo: è il segno grafico il cui referente è un’espressione fonetica, è un marchio scritto pronunciabile, ad esempio il

logotipo Olivetti
– il pittogramma: è un segno iconico il cui referente è un oggetto o una classe di oggetti, un aspetto o un’azione che l’oggetto

può esprimere
– il diagramma: è un segno non iconico, o comunque con un basso grado di iconicità, e può pertanto non avere alcun richiamo alla

realtà.
La nostra era, quella dell’informatica, quella dell’immagine come strumento di propaganda e di pubblicizzazione ha cambiato il

volto al logo. Il pubblico è sempre più interessato al significato dell’informazione visiva, al “codice” dei simboli visivi ed in

particolar modo a tutto quello che riguarda un logo. Le caratteristiche fondamentali di un bon logo devono essere in primis la

leggibilità e il buon riconoscimento della marca da parte del grande pubblico. Il logo deve essere rappresentativo della ditta,

azienda o prodotto, deve essere facilmente riconosciuto al di la del contesto in cui è presentato e soprattutto deve essere di

facile memorizzazione così che una volta visto possa essere ricordato e riconosciuto.

A causa della diversità dei prodotti, dei servizi e delle aziende che vengono pubblicizzate si ha sempre più una maggiore

richiesta di loghi unici e che abbiano un impatto sulle masse. Un marchio ben progettato, in linea con le tendenze del momento è

il fondamento per qualunque azienda che faccia del commercio la sua anima. Il logo è fondamentale per definire l’identità di una

marca ma anche l’identità dell’azienda che la produce.

Il marchio che deve essere rappresentato dal logo può contenere simboli grafici, parole, dsegni, lettere, cifre, tonalità

cromatiche e tutto quello che il grafico ritiene necessario affinche possa essere idoneo a distinguere le caratteristiche del

prodotto rappresentato.

Il logo deve avere capacità distintiva e originalità, deve essere rappresentativo dell’azienda o del prodotto che va a

rappresentare e contraddistinguerlo in mezzo a quelli di aziende concorrenti. altra caratteristica importante è quella che deve

essere rivolto al pubblico e in base a questo deve essere di facile comprensione per fare in modo che ogni persona possa

facilmente decriptare l’informazione in esso contenuta.

La complessità raggiunta dai mercati negli anni novanta ha fatto che si che sempre di più il logo sia legato al marchio, marca o

azienda che rappresenta. Infatti ogni azienda tiene stretto il suo logo e raramente lo cambia. Di solito i loghi vecchi od

obsoleti vengono sottoposti ad un restyling che ne modernizza “i contenuti” lasciando invariato il messaggio principale. E’

importante per ogni azienda che il logo sia facilmente e istintivamente associato ai suoi prodotti, alla qualità dei servizi offerti o alla serietà dell’azienda stessa. Il logo, senza lunghi testi o spigazioni deve raccontare a chi lo sta osservando “il prodotto”, deve attirare l’attenzione su di esso differenziandosi e distaccandosi dai prodotti della concorrenza e da quelli che gli sono vicini. Inoltre deve essere facilmente visto e riconoscuto tra centinaia di altri loghi, così da guidare l’acquirente nell’acquisto di un particolare brand o prodotto.

www.copyserviceterni.com

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Ci vuole un fisico bestiale

Ci vuole un fisico speciale
per fare quello che ti pare.
Diceva la canzone di Luca Carboni e non aveva tutti i torti. Siamo nell’era della fisicità, nell’era del bel fisico scolpito, dei muscoli in evidenza e della chirurgia plastica per supplire alle mancanze di madre natura.
Sulla rete esistono decine di centinaia di pagine che promettono di avere un bel fisico con minimo sforzo e massima resa, dite dell’ultimo secondo che promettono di perdere quei chili superflui aggiunti durante il freddo inverno e peggio ancora centinaia di pagine che vendono la pillola del momento che ci farà dimagrire mangiando il triplo di prima.
Leggendo queste fandonie, perché in altro modo elegante non possono essere definite, mi viene la pelle d’oca. Doc’è finita la brava vecchia palestra?, dove sono le mattine di jogging o le camminate salutari che oltre a bruciare i grassi fanno tanto bene all’umore? Sparite nel nulla, volatilizzate e nascoste dal quel “fumo” tanto pubblicizzato ma che poi, alle lunghe, non ha l’arrosto che lo ha prodotto?
Siamo nell’era del tutto e subito, ci fa solo fatica pensa di dimagrire o di stare in salute, figuriamoci mettersi a dieta o andare in palestra. Meglio illudersi che una pastiglietta riempita con non so quale principio miracoloso possa in una sola notte trasformarci da zucca in ferrari, no il cocchio è passato di moda e la fatina di biancaneve è andata in pensione.

Cosa ci ha spinto a diventare così “poltroni” e a voler l’impossibile a tutti i costi? Molto danno la colpa ai messaggi che la televisione ci propina giornalmente, ai modelli della pubblicità che ci fanno credere che una merendina farcita di zuccheri e grassi possa essere salutare e anche dietetica perché sull’incarto c’è scritto “light”. Io in parte do anche a noi la colpa di tutto questo; la televisione dovrebbe essere guardata con un pochino di critica in più, non deve essere considerata come l’amica che riempie i nostri pomeriggi vuoti, quella che ci sa consigliare bene! NO! La televisione in realtà non ci è amica affatto e tutti i suoi consigli sono solo un modo per abbonirci per renderci succubi dell’intero meccanismo pubblicitario e consumistico.
Da oggi fatevi un favore: staccate la spina, della televisione e della routine, chiamate un amico in carne ed ossa e  andatevi a fare una bella passeggiata, una corsa o iscrivetevi in palestra: la vostra salute, il vostro peso e il fisico vi ringrazieranno.
www.fmwellnessrl.com

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Ecosistemi idrici in pericolo

L’ acqua è un bene primario, anzi, senza voler esagerare, è il bene primario per eccellenza. Il suo fluire scandisce tutta nostra vita, la utilizziamo per bere, per cucinare, per la preparazione dei cibi, per lavacri…insomma è parte costante e fondamentale delle nostre vite.

La modernità ha portato però ad un impoverimento delle risorse idriche dovuto soprattutto all’inquinamento che ha alterato gli ecosistemi che hanno come componente fondamentale l’Acqua.

L’inquinamento idrico può essere causa da differenti fattori quali gli scarichi diretti o indiretti di attività industriali o anche delle normali attività umane che giungono nei corsi d’acqua, nel laghi e nei mari dai grandi insediamenti urbani senza essere trattati opportunamente.

L’alterazione dei sistemi idrici può derivare da causa chimica o batterica e le conseguenze di tali contaminazioni possono essere anche mortali per gli esseri umani ed animali. Molte sostanze, comunemente utilizzate in fabbriche o nelle nostre case sono altamente inquinanti per gli ecosistemi idrici e non neanche ce ne accorgiamo.
Le azioni da intraprendere per tutelare l’acqua dall’inquinamento sono molteplici e ne citiamo qui solo qual- che esempio. Una delle risposte della tecnologia moderna a questo problema sono gli impianti di depurazione delle acque reflue, con nuove tecnologie tali da essere in grado di restituire l’acqua completamente depurata dal precedente inquinamento.
Le navi cisterna di nuova generazione provenienti dal- l’Unione Europea devono avere il doppio scafo per evi- tare fuoriuscite di idrocarburi in caso di incidenti. Per affrontare il problema dell’eutrofizzazione (figura), in passato le industrie hanno dovuto eliminare i fosfati dai prodotti detergenti e sostituirli con altre materie. La riduzione dei fertilizzanti usati in agricoltura o una conversione da un’agricoltura industriale a un’agricoltura biologica contribuirebbe a ridurre la quantità di fertilizzanti presenti nei corpi idrici.

www.fmtrattamentoacque.com

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Supporti ottici a confronto

DVD La rivoluzione del secolo destinata a Morire

DVD, acronimo di Digital Versatile Disc, o come diremmo noi italiani Disco Digitale Versatile, è stata, insieme al suo predecessore CD, la rivoluzione del secolo.
Permetteva, rispetto al cd e all’ormai dimenticato floppy disc, di contenere un maggior numero di informazioni arrivando fino a 9,4 GB per quello a due lati e singolo strato. Le sue dimensioni ridotte, l’ampia capacità di immagazzinamento e soprattutto al sua versatilità dall’uso nel lettore del computer per salvare dati importanti fino a quello più ludico nell’ascolto di musica e nella visione di video e filmati.

Oggi i DVD sono diffusissimi in molti ambiti dal quello professionale a quello del divertimento, vengono così distribuiti i videogiochi per le più comuni piattaforme ludiche. Anche se l’industria ha decretato ufficialmente la morte di questo supporto il DVD continuerà a farci compagnia per ancora molto tempo. La sua fetta di mercato è ancora maggioritaria occupando l’85% ma piano piano viene mangiata dal suo irato discendente, il Blu-ray Disc.

Questo nuovo standard, nato proprio dal DVD, si differenzia dai precedenti per la capacità di immagazzinamento che arriva fino a 400 GB per quelli a 16 strati. La dimensione del disco, malgrado l’aumento di capienza, non è stata modificata. In realtà prima dell’arrivo del modernissimo Blu-ray l’HD DVD aveva già tentato, invano,  di usurpare il titolo al suo predecessore.

Il blu-ray disc offre, allo stato attuale, capacità di archiviazione di 23.3, 25 e 27 GB mentre sono in fase di ancia sul mercato quello da 50 GB e prossimi quelli da 200 GB. Grazie all’introduzione di questo supporto è stato possibile distribuire film, videogiochi, musica e altro materiale ad alta definizione che, ai tempi del DVD, avrebbe occupato decine di dichi.

Ancora in fase di sperimentazione, ma considerato come il futuro per i supporti ottici, è l’HVD (Holographic Versatil Disc) che sfrutta le caratteristiche di memoria olografia prefiggendosi di poter immagazzinare quantità di dati fino ad un massimo (te tutto teorico e predestinato ad essere superato) di 16 TB.

Questo nuovo supporto, dalle stesse dimensioni di un DVD, impiega una particolare tecnologia che gli permette una frequenza di trasferimento pari a 125MB/s. Purtroppo questi dischi non sono sul mercato e nonostante la tecnologia sia stata approvata e pubblicata nel 2007 nessuna compagnia ha ancora realizzato HVD.Dovremo attendere in 2016 per vedere la commercializzazione del primo disco di capacità pari ad 1TB.

Tirando le somme del discorso, il DVD, padrino delle nuove tecnologie di memorizzazione su supporti ottici è destinato a rimanere al nostro fianco ancora per molti anni in attesa che i più forzuti e corpulenti nipoti riescano ad accaparrarsi una cospicua fetta di mercato.

www.cd-dvd-klastor.com

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Stampa digitale: un balzo nel futuro.

La stampa digitale: evoluzione e vantaggi
La tecnologia della stampa digitale nasce e inizia a diffondersi  negli anni ‘70 con l’utilizzo delle prime fotocopiatrici. Per il tempo, si trattava di innovative macchine che permettevano la riproduzione di documenti cartacei e che furono i precursori delle prime stampanti domestiche e delle stampanti offset odierne. Fino ad allora i metodi di copiatura di un documento cartaceo erano lunghi e macchinosi e la maggior parte delle volte richiedevano il trattamento dell’originale con particolari inchiostri gia dal momento della stesura. L’originale poteva rimanere anche irrimediabilmente rovinato dal processo che utilizzava solventi  che permettevano all’inchiostro di passare da una pagina all’altra.
Con il passare degli anni e l’affinazione delle tecnologie, al giorno d’oggi siamo passati dalla produzione di stampanti che da poche pagine al minuto riescono a stampare in alcuni casi con velocità di 1200 pagine al minuto.

Parliamo di stampa digitale che tra le applicazioni più vantaggiose offre la possibilità di creare documenti a dato variabile, ovvero la possibilità di variare anche piccole parti del documento nelle singole copie, mantenendo invariato documento originale. Altro grande vantaggio della stampa digitale è la possibilità di stampare facilmente e velocemente, senza la necessità di tutte quelle operazioni di prestampa, imprescindibili nella stampa offset e in quella tipografica. La semplicità e l’immediatezza di questo tipo di stampa la rende veloce e alla portata di tutti. Migliorando la tecnologia, la velocità e i tempi di stampa, la stampa digitale ha portato ad un abbattimento del costo-copia di un documento anche a basse tirature. In quanto la stampa tradizionale risulta conveniente solo nelle applicazioni in cui il tempo per la realizzazione del documento non è un fattore primario. Proprio grazie a questi vantaggi la stampa digitale ha aperto nuove possibilità e applicazioni, una su tutte la “print on demand” stampa su richiesta.  La stampa su richiesta è la caratteristica principale dell’era digitale in quanto non necessita di lunghi periodi di attesa, come succede per la stampa tipografica, bastano pochi secondi per il singolo file o al massimo qualche decina per la stampa di grandi quantità.
Diversi sono i procedimenti di stampa digitale:
Stampa digitale a toner – E’ il processo principalmente utilizzato nelle stampanti laser per l’ufficio, nelle fotocopiatrici sia classiche che a colori. La differenza effettiva tra una fotocopiatrice e una stampante digitale sta che nella prima il rullo viene caricato in base all’immagine di una scansione di un originale, nella seconda il rullo è caricato partendo da un file. Data l’affinità dei due processi si sono diffuse sempre più macchine fotocopiatrici compatibili ad un collegamento con i computer e stampanti laser molto veloci destinate alla stampa di grandi quantità di documenti con dati variabili (bollette, fatture, estratti conto). Le fotocopiatrici e le stampanti a toner sono molto veloci e fedeli nella riproduzione di documenti. Hanno una velocità di stampa ragionevole e non necessitano di particolari nozioni da parte di chi le usa.
Stampa digitale a getto di inchiostro – Le stampanti a getto di inchiostro impiegate per la stampa digitale comunemente si presentano come stampanti da tavolo per i piccoli formati come l’A4 o l’A3 oppure sotto forma di plotter per la stampa di grandi formati. L’impiego più comune è quello di stampati di grande dimensione in singola copia o comunque in tirature molto ridotte. Alcune macchine sono poi in grado di stampare su materiali rigidi per consentire la realizzazione di cartelli ad uso esterno con inchiostri speciali a lunga durata. I plotter dalle dimensioni maggiori sono invece solitamente utilizzati per la copertura di facciate di edifici o per pubblicità su impalcature o stadi. Un impiego molto diffuso è la creazione di banner e striscioni per esterni.
L’uso di queste macchine a getto d’inchiostro è molto doffuso nei centro di stampa digitale ma queste stampanti hanno una pecca: la gestione dei costi! Gli inchiostri sono molto costosi e la velocità di stampa non è molto elevata.
Stampa digitale ad uso commerciale – Le stampanti digitali ad uso commerciale sono macchine con dimensioni paragonabili a quelle di una piccola stampante offset, sono completamente autonome e non necessitano di un computer esterno per gestirne l’utilizzo. Forniscono prestazioni di stampa ridotte rispetto alle tradizionali offset, sia per formati che per velocità di stampa, ma recuperano il loro svantaggio nelle stampe di qualità a basse tirature. Queste stampanti digitali sono a metà strada tra la stampa tradizionale e quella a toner includendo i difetti e i pregi di entrambe le tecniche di stampa. Sicuramente degna di nota, parlando della stampa digitale è la capacità di stampare su supporti non cartacei e la totale mancanza di aggiustamenti e regolazioni che in queste macchine sono completamente automatizzati.
Al giorno d’oggi la stampa digitale è diventata di uso comune, dalla semplice casa, all’ufficio fino alle grandi copisterie e studi grafici le stampanti digitali svolgono un ruolo fondamentale. Oggi stampare una foto, un documento, un invito o semplicemente la lista delle cose da fare non è mai stato così facile.

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Benessere moderno

Il benessere (da ben – essere = “stare bene” o “esistere bene”) è uno stato che coinvolge tutti gli aspetti dell’essere umano. Anticamente si faceva coincidere il benessere con lo stato di salute, per lo più quella fisica, riconducendo lo stare bene solamente ad una condizione di assenza di patologie. Nel tempo il termine benessere ha assunto un accezione più ampia arrivando a toccare tutti gli aspetti della nostra vita quotidiana dal punto di vista fisico, mentale e sociale. Oggi tutti noi cerchiamo di stare bene e non solo fisicamente, cerchiamo il piacere in ogni aspetto della nostra vita, dalla fetta di crostata, all’ultima canzone del cantante preferito, fino ad arrivare i piaceri più carnali. La concezione antica di una vita di sofferenze è stata soppiantata dal tutto e subito: ora i medicinali non devono curare la malattia ma devono far sparire i sintomi nel più breve tempo possibile, non si esce di casa senza il cellulare, il computer, la macchinetta fotografica o il nuovo aggeggio Hi-Tech che le mode ci propinano, semplicemente perché questo ci fa sentire bene, ci adegua ad uno stile di vita consumistico che è condiviso dalla maggior parte della siccità. Lo stare bene, quindi, nella maggior parte dei casi, non significa più solamente benessere fisico o mentale ma anche e soprattutto consumismo.
Il concetto di benessere è una nozione in costante evoluzione, proprio perché cambia il nostro modo di rapportarci ad esso: Anticamente i bisogni principali, se soddisfatti, portavano al benessere quindi respirare, mangiare, sesso, sonno erano considerati il benessere, poi si sono aggiunte in un secondo momento delle necessità meno materiali come la sicurezza fisica, la morale, la famiglia a queste poi sono sopraggiunte l’amicizia, gli affetti, la stima, il rispetto…fino ad arrivare ai beni materiali più superflui , che di per se non sono necessari per la nostra sopravvivenza ma donano un senso di autorganizzazione e di omogeneità con la società.
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La cascata più bella d’Europa ne cuore del Bel Paese: L’italia.

L’italia è uno dei passi più ricchi di arte e cultura al mondo. Non sono neanche da sottovalutare le bellezze naturali che attirano l’attenzione del turista nel suo viaggio nel bel paese. La Cascata delle Marmore si trova nel centro del cuore verde dell’Italia, in Umbria e precisamente nella provincia di terni. Per arrivarci bisogna percorrere la valle del nera, Valnerina appunto, ed in prossimità del capoluogo di provincia, a pochi Km dal centro cittadino, potete ammirare una delle più belle cascate d’Europa. La cascata non è solo un bene naturale ma anche il frutto dell’ingeno umano in quanto voluta nel 271 a.c. dal Console romano Manlio Curio Dentato per poter bonificare in le zone acquitrinose dell’altopiano che circonda Rieti.
Sulle origini della cascata c’è una leggenda: una ninfa di nome Nera si innamorò di un bel pastore: Velino. Ma Giunone, gelosa di questo amore, trasformò la ninfa in un fiume, che prese appunto il nome di Nera. Allora Velino, per non perdere la sua amata, si gettò a capofitto dalla rupe di Marmore. Questo salto, destinato a ripetersi per l’eternità, si replica ora nella Cascata delle Marmore.
Nel parco che circonda la Cascata è possibile organizzare visite guidate per conoscere la flora e la fauna locale, nonchè fare diversi tipi di sport: rafting, canoa, mountain-bike, climbing e molti altri. Il belvedere superiore, raggiungibile dalll’omonimo paese Marmore, dona uno degli spettacoli più belli del mondo. Dalla Specola è possibile ammirare il getto principale della cascata avvolta in una nuvola di vapore ed in particolari condizioni climatiche anche un bellissimo arcobaleno.
Le opere ingegneristiche e la natura che la circonda hanno sempre richiamato un gran numero di turisti e visitatori, tanto da spingere alla creazione di luoghi di osservazione sicuri e stabili (la Specola in alto, piazzale Vasi in basso, vari Belvedere). Fra di loro, possiamo citare tante illustri personalità: Plinio, Cicerone, Fazio degli Uberti, un gran numero di papi, Galileo Galilei, Vittorio Alfieri, Ferdinando II delle Due Sicilie, la Regina Madre di Napoli, Salvator Rosa, Corot, Gioacchino Belli, Lord Byron e tanti altri. La cascata, nel XVIII e XIX secolo, rappresentava molto spesso una giornata di visita del Grand Tour verso Roma.
Le acque della cascata sono sfruttate intensamente per la produzione di energia elettrica, nella centrale di Galleto. Questo fa sì che la cascata vera e propria non sia continuamente funzionante, ma per la maggior parte del tempo si riduca alle dimensioni di un torrente. Il bacino del lago di Piediluco funge da serbatoio idrico per la centrale, costruita nel 1929, capace di produrre energia elettrica con una potenza di circa 530 MW. Per regolare il funzionamento della centrale e per permetterne la visione a tutti, in orari e periodi definiti, la cascata viene fatta funzionare alla massima portata: un segnale acustico avvisa dell’apertura delle paratoie di regolazione, e in pochi minuti la portata aumenta fino al valore massimo. Normalmente, la cascata funziona un paio di ore al giorno, con orari di funzionamento prolungati in occasione di giorni festivi. Si accede ai punti di osservazione migliori previo pagamento di un biglietto d’ingresso.
 
www.lecascatedellemarmore.net

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