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Estate Autunno Inverno Primavera e di nuovo Estate…

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  • 18 Settembre 2007

Il nostro organismo vive al ritmo di un orologio biologico interno, antichissimo, che è sincronizzato  proprio sull’alternanza di luce e buio e che, in base a questa, scandisce i nostri cambiamenti quotidiani e stagionali. Sarebbe un errore non prenderne atto.

In estate, le giornate sono più lunghe, la luce più intensa e prolungata. Da questo ci sentiamo più forti, sicuri e pieni di energia nonostante ci si attardi maggiormente la sera e non si rinunci alle solite attività quotidiane. Poi, c’è il rovescio della medaglia: quando il sole cala (sia d’estate che d’inverno) il crollo è in agguato. L’attenzione scende al minimo e accendere le lampade non cambia le cose.

Rispettare i ritmi non deve essere visto come una sottomissione alle regole biologiche ma un vero elisir di lunga vita. Essere consapevole che a mezzogiorno si ha l massimo delle nostre capacità intellettive e di concentrazione può aiutare a organizzare meglio la giornata per porre gli impegni più gravosi proprio in quelle ore e migliorare, quindi, l’efficienza delle nostre attitudini. Un altro momento di grandi prestazioni è tra le diciotto e le venti. In questa fase la temperatura corporea aumenta e la forza muscolare è ai livelli più alti della giornata.

Il ritmo circadiano ( dal latino circa, intorno, e dies, giorno) lo ritroviamo anche nelle altre forme di vita. La stessa vita, infatti, è stata organizzata in base all’andamento del ciclo solare, da quando è comparsa sulla terra. Lo rivela il fatto che anche gli organismi molto diversi da noi possono avere ritmi molto simili.

Cosa succede quando non rispettiamo il ritmo biologico?

Quando dormiamo solo qualche ora, saltiamo un pasto, dormiamo di giorno e stiamo svegli di notte, contraiamo dei debiti di energia. Questo avviene perchè l’interruzione forzata dei ritmi altera il metabolismo. A scansionare il tempo nel nostro corpo sono delle cellule specializzate atte a sincronizzare con l’ambiente esterno la produzione enzimatica, ormonale, il battito cardiaco, la pressione del sangue, la temperatura ma anche il sonno, l’accoppiamento, il riposo e la voglia di compiere grandi imprese. Il vero orologio è però nel cervello, nell’ipotalamo, dove risiede un punto sensibile ai segnali luminosi che vengono captati e ritrasmessi dalla retina.

La nostra dipendenza da questi segnali è così forte che ogni qual volta  che ne alteriamo lo schema, per esempio passando notti in bianco o spostandoci di fuso orario, il corpo soffre.

Vista la diffusione in natura, il ritmo circadiano rappresenta un vantaggio evolutivo che migliora le possibilità di sopravvivenza aumentando l’efficienza complessiva dell’organismo. Grazie all’orologio biologico, infatti, le funzioni dell’organismo si sincronizzano su quello che presubilmente si verificherà nell’ambiente nelle ore successive. Per lo stesso motivo l’assunzione di farmaci risulterebbe molto più efficace se eseguita in orari adeguati della giornata così come dormire durante le ore di buio, a parità di ore ripostae, permette di recuperare molta più energia.

Concludendo si può affermare che siamo degli essere con delle regole biologiche innate. Non rispettare queste regole potrebbe esaltarci e farci sentire superiori ma potrebbe costarci caro.

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