I medici non hanno più l’obbligo di assegnare al paziente, il principio attivo nella ricetta al posto di un farmaco specifico, ma possono comunque aggiungere il nome del principio attivo se lo desiderano. Questo è il risultato di quattro emendamenti del decreto legge Sviluppo.
In ogni caso uno studio rivela che quasi il 60% degli italiani ha una preferenza per il farmaco conosciuto, che ha un nome noto, questo si spiega dal fatto che più della metà del campione intervistato riconosce i prodotti farmaceutici dalla loro denominazione. Poco più di un quarto degli intervistati distingue i prodotti sia dal nome che dal principio attivo e solo una esigua minoranza riconosce il farmaco solo dal principio attivo.
Da questa ricerca si deduce che l’italiano medio è titubante nei confronti dei prodotti farmaceutici generici e preferisce pagare una maggiorazione nel prezzo per il farmaco noto, senza capire che in realtà è identico sotto ogni punto di vista, sia di qualità che di efficacia. La situazione in Italia è molto diversa dal resto dell’Europa e degli Stati Uniti, dove invece il consumo dei farmaci generici è più consapevole e diffuso. Non può stupire quindi che l’Italia si trovi in fondo alla classifica, insieme alla Grecia, riguardo al consumo di farmaci generici in Europa.
Se da una parte è vero che in farmacia un medicinale con un nome noto costa di più, dall’altra aiuta gli anziani a riconoscere le confezioni, anche se non in modo proprio efficace. Infatti secondo una ricerca effettuata su un campione di 1.500 pazienti con più di 75 anni, il 50% di essi ha serie difficoltà nel seguire in autonomia la propria terapia, perché faticano a riconoscere il medicinale, la sua forma, il colore e a volte anche il nome sulla confezione si può confondere con un altro farmaco, correndo così il rischio di assumere la pasticca sbagliata. Ed infine un altro problema molto sentito è la manipolazione delle confezioni, ma soprattutto la lettura dei bugiardini, scritti con caratteri eccessivamente piccoli per il livello medio della capacità visiva degli anziani.
No Comments Found