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Investimenti, alle donne italiane piace farlo (soprattutto via mobile)

È sempre più grande il numero di donne che si affaccia sui mercati finanziari, anche grazie alla crescita (in termini di popolarità) durante il periodo della pandemia, quando le persone erano costrette a stare a casa per giorni senza mai uscire o socializzare. E’ ciò che emerge da una recente indagine, che evidenzia anche come il gentil sesso preferisca fare investimenti soprattutto tramite mobile.

Le donne e gli investimenti

investimentiNel 2020 e 2021 il contesto è stato caratterizzato da tassi di interesse molto bassi, un aumento della digitalizzazione all’interno delle famiglie e misure restrittive legate alla crisi sanitaria.
Proprio la costrizione di stare a casa ha spinto le persone a familiarizzare con il mondo degli investimenti e dei mercati finanziari. Una spinta alimentata anche dal fatto che la crescita dell’inflazione e le incertezze economiche globali, hanno spinto gran parte delle persone a cercare metodi per proteggere il proprio capitale e i propri risparmi.

Un 2022 da record

Quello che è cambiato rispetto al recente passato è l’atteggiamento delle donne nel contesto moderno. Sono professionalmente attive, molto creative e agiscono anche in settori che prima erano considerati appannaggio dei soli uomini.

Questo scenario ha propiziato numeri da record per quanto riguarda le quote di donne che si sono affacciate al mondo degli investimenti. La piattaforma XTB ha registrato in particolare un numero di clienti nuovi di sesso femminile pari a 16%. Fino a un paio d’anni fa non riuscivano ad arrivare neanche in doppia cifra.
Nonostante le donne rimangano in fortissima minoranza, va detto che sono sempre più attive in questo settore. Un segnale positivo per il mondo degli investimenti.

Altri dati interessanti

È interessante notare come la quota di donne partecipanti ai mercati finanziari vede in testa la Romania (26%), seguita dalla Gran Bretagna (14%). Le percentuali più basse si trovano in Repubblica Ceca, Francia e Germania, unici mercati in cui attualmente sono inferiori al 10%.
Negli anni 2020-2022, le donne hanno scelto più spesso i CFD sugli indici azionari mondiali, scegliendo soprattutto gli investimenti nelle Big Tech. Inoltre sono poco agressive, perché preferiscono una strategia trend following ad una controtendenza. Va segnalato che le donne italiane, insieme a quelle spagnole, si distinguono per la loro preferenza verso l’uso degli smartphone, per la loro praticità e facilità d’uso (con il 53% di transazioni via mobile).

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Risparmi erosi dall’inflazione, la ricetta per salvarli è avere coraggio

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  • 18 Gennaio 2023

Il fenomeno più eclatante e dannoso degli ultimi mesi è senza dubbio l’inflazione. Oltre che incidere sulla nostra quotidianità, rappresenta una minaccia anche per i nostri risparmi.
La crescita dei prezzi infatti fa perdere potere d’acquisto, e fa perdere valore al denaro che viene lasciato sui conti (dove non produce alcun frutto, visti i tassi di interesse a zero).

Il coraggio per proteggere i risparmi

risparmiSiamo in un periodo in cui l’inflazione ha superato il tasso in doppia cifra. Ci vorranno mesi prima che scenda a livelli – sebbene ancora altissimi – più accettabili. Ma fino a quel momento l’inflazione agirà come una sorta di tassa silenziosa, che giorno dopo giorno erode i risparmi che sono parcheggiati sui conti correnti.
Chi pensa di rimanere immobile e aspettare tempi migliori, sta quindi sbagliando strada. Ma questa è una lezione che gli italiani sembrano aver capito, visto che la quota di investitori rispetto al 2019, ossia prima dello scoppio della pandemia, è salita del 4% giungendo al 34% totale.

Gli impieghi preferiti

Tra le forme di impiego del capitale che gli italiani continuano a preferire, spiccano i certificati di deposito, i buoni fruttiferi postali e i titoli di Stato. Si conferma cioè un approccio tradizionalmente prudente, che è tipico delle famiglie italiane (il 75% di esse si dichiara avversa al rischio). Per lo stesso motivo, alle strategie di trading a breve termine preferiscono gli investimenti a medio-lungo periodo.

La crescita dei rendimenti degli ultimi mesi ha favorito l’investimento nei BTP, dove c’è il fractals maggiore (sono affluiti oltre 16 miliardi di euro). Il solo il Btp Italia emesso lo scorso 20 giugno, indicizzato come tutti questi titoli all’inflazione nazionale, ha accolto ordini per oltre 9 miliardi di euro.
Crescono anche i prodotti assicurativi e previdenziali, la cui raccolta è stata superiore ai 12 miliardi di euro.
L’andamento balbettante delle Borse invece ha penalizzato i fondi comuni di investimento, che hanno registrato un deflusso di capitale netto per 4 miliardi.

Poco va bene comunque

Vale ad ogni modo la regola che qualsiasi forma di investimento in grado di offrire un rendimento, seppur minimo, è sempre meglio del parcheggio nei conti correnti o in cassaforte, dove invece il rendimento è attualmente pari a zero.

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Investimenti, le Banche Centrali Credono nell’Oro Ma Non lo Dicono

Investimenti in oro sempre nella strategia di piccoli e grandi investitori come le banche centrali, nonostante l’annata peggiore dal 2018 il prezioso metallo giallo continua ad attirare l’interesse di chi cerca una strategia difensiva valida in uno dei periodi più complessi di sempre in ambito economico finanziario.
Dopo gli ultimi anni in cui il susseguirsi di eventi macroeconomici negativi ha portato moltissimi ad acquistare oro in ogni sua forma per realizzare riserve d’oro che possano essere facilmente monetizzabili sia sui mercati azionari che presso attività come i banchi metalli come questo compro oro Firenze.
Nonostante l’ultima annata ha visto diminuire il valore dell’oro rispetto agli anni precedenti anche le banche centrali continuano ad acquistare oro a ritmi record.
Nell’ultimo trimestre sono stati rendicontate 400 tonnellate di oro che sono finite nei caveau delle banche centrali.
Ma a differenza di altre volte ben 300 tonnellate di queste non sono state dichiarate pubblicamente dai paesi che le hanno acquistate.
Un fatto non del tutto nuovo ma che in questo caso ha destato interesse vista la grande quantità di oro che è stata acquistata dalle banche senza essere stata dichiarata.
Dietro questo fatto possano essere fatte diverse considerazione, alcune delle quali riconducono alla attuale situazione di tensione economica e commerciale che sta portando ad un allontanamento dei paesi occidentali dal resto del mondo.
Le tensioni economiche e finanziarie con la Russia sono solo la punta dell’iceberg di una divisione economica del mondo che è iniziata da oltre un decennio con la nascita dei Brics.
Non per nulla i mainstream occidentali hanno prontamente indicato nella Russia e la Cina come i paesi che hanno acquistato l’oro non dichiarato.
In realtà una operazione di questo genere per paesi che non devono rendere conto a stringenti norme finanziarie come i paesi europei non beneficiano in alcun modo nel tener segreti eventuali acquisti di oro.
Per questo motivo le diverse centinaia di tonnellare di oro che sono state acquistate ma non dichiarate potrebbero essere finite in qualche caveau di qualche paese occidentale preoccupato delle conseguenze di una crisi infinita.
Conseguenze che colpiscono soprattutto i paesi occidentali al contrario di quelli appartenenti ai Brics che continuano a crescere e conosolidare la propria situazione economica finanziaria.

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Risparmio, con il lockdown gli italiani si sono avvicinati di più alla Borsa

La Consob ha messo in evidenza un dato interessante riguardo al rapporto tra gli italiani, il loro risparmio e la borsa di Milano. Durante il lockdown che è seguito allo scoppio della pandemia da Covid, ben 185 mila cittadini si sono avvicinati per la prima volta al mercato azionario.
Questo boom ha finito anche per modificare il profilo medio degli investitori attivi a Piazza Affari.

Gli investitori e l’impiego del risparmio

borsa milanoDallo studio della Commissione Nazionale per le Società e la Borsa, che ha analizzato l’attività di trading in azioni tra gennaio 2019 e settembre 2021, emerge quindi una crescita significativa dell’interesse verso il mercato azionario da parte del mondo del piccolo risparmio.
Infatti i nuovi investitori, prima del 2019, non avevano mai comprato né venduto azioni.

Il Covid e altri fattori incentivanti

Va evidenziato che l’incremento di 185 mila unità è molto elevato, se teniamo conto che trader attivi in quei mesi erano poco più di 560 mila.
Le new entry nel modo azionario hanno approfittato soprattutto del calo delle quotazioni, che c’è stato subito dopo lo scoppio della crisi pandemica. Che le restrizioni collegate ai lockdown sono state la prima causa dell’incremento dell’interesse verso il mercato azionario italiano, è evidente. Ma anche le innovazioni tecnologiche sono state una concausa, così come la diffusione dei broker 0 zero spread presenti sul mercato.

Cambia il profilo dell’investitore retail

L’avvicinamento di questi individui alla borsa ha comportato inoltre diversi cambiamenti nello scenario complessivo.
Anzitutto il controvalore medio individuale si è abbassato rispetto alla media del 2019. Ciò è dovuto al fatto che il risparmio medio da impiegare è minore. Inoltre i Consob evidenziano che questo gruppo di piccoli investitori è costituito di una popolazione più giovane di 10 anni rispetto agli investitori tradizionali, con una marcata presenza maschile.
Un altro aspetto molto importante riguarda le performance dei nuovi investitori, che in linea di massima sono risultate migliori degli investitori preesistenti.

Presenza permanente

Va infine aggiunto che l’avvicinamento al mercato azionario del popolo del “piccolo risparmio” non è stato un fattore temporaneo, visto che la gran parte ha continuato ad operare anche dopo la fine delle restrizioni. Cioè è andata ad allargare in modo permanente la platea degli investitori retail. Di conseguenza anche i volumi scambiati sul mercato azionario italiano sono cresciuti.
Peraltro il discorso vale per l’intero panorama degli investimenti. Ad esempio è cresciuto il lottaggio forex nel mercato valutario, così come gli investimenti nelle commodities.

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Investitori, la teoria dei cicli dice che il 2023 sarà l’anno più complicato

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  • 11 Febbraio 2022

Non c’è dubbio che la crisi pandemica abbia richiesto agli investitori degli approcci molto più cauti ed attenti. Sia nel 2020 che nel 2021 le sfide sono state tante, e sarà così anche nell’anno in corso. Però c’è chi li tiene che le complessità maggiori ci saranno a partire dal 2023, l’anno in cui si spera che la pandemia ce la saremo messi alle spalle.

L’anno complesso sarà il 2023

investitoriMa perché il 2023 potrebbe essere un anno insidioso per gli investitori?
La risposta va cercata nei precedenti cicli azionari, quelli avvenuti dagli anni Ottanta e durati un decennio ciascuno.
Ogni volta che si è compiuto un ciclo, c’è stata una prima fase di spensieratezza (quello che sta succedendo adesso), seguita da altre quattro fasi.

La prima è la paura del rialzo dei tassi di interesse, la seconda (al quarto o quinto anno del ciclo) è la paura dello spegnimento della crescita, indotta proprio dalle strette monetarie da parte delle banche centrali.
La terza fase insinua la paura per l’inflazione dopo, a seguito dell’ormai avvenuta normalizzazione delle politiche dei tassi di interesse.
Infine sopravviene la paura per gli utili, erosi dai maggiori costi, dal calo della domanda e dall’eccesso degli investimenti. In questa fase compaiono le classiche candele di inversione del trend.

L’inflazione scombina il quadro

Quello che segna una profonda differenza tra il ciclo attuale e quelli precedenti, riguarda proprio l’andamento delle fasi.
La paura dell’inflazione è infatti arrivata con netto anticipo, prima ancora che avvenisse la paura del rialzo dei tassi. Questo perché le banche centrali hanno innaffiato i mercati con rassicurazioni sulla temporaneità dell’inflazione.
Gli investitori potrebbero avere poco tempo per metabolizzare le ormai imminenti strette monetarie, per cui la fase della paura per la crescita potrebbe avvenire molto prima del previsto.

Questi meccanismi, infine, andrebbero poi innescare in anticipo anche la paura per gli utili. Quando? Nel 2023 appunto. Chi utilizza per app per giocare in borsa dovrà quindi fare molta attenzione l’anno prossimo, perché potrebbe essere quello più delicato. La paura per gli utili infatti si manifesterà prima del previsto.

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Fund manager, l’ottimismo è più forte di inflazione e pandemia

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  • 21 Gennaio 2022

La pandemia e l’inflazione sono i due argomenti caldi sui mercati finanziari. Due fattori che incidono in modo notevole sulle aspettative di esperti ed analisti. Eppure, nonostante questi due fattori siano molto rilevanti nell’ottica della ripresa economica post pandemica, a quanto pare i fund manager non sembrano essere spaventati più di tanto.

Le convinzioni dei fund manager

fund managerUn sondaggio condotto da Bank of America tra i gestori dei fondi, fa emergere infatti una visione molto ottimistica sui mercati, che si traduce in una posizione fortemente rialzista. Ciò vale soprattutto per quanto l’azionario e le materie prime.
In base ad i risultati del Global Fund Manager Survey, i fund manager si aspettano una frenata dell’inflazione nei prossimi mesi. Inoltre, nonostante le banche centrali stiano cominciando ad allentare le proprie politiche di sostegno, sono convinti che l’economia dovrebbe comunque viaggiare spedita.

Obbligazioni e azioni

È interessante notare come la prospettiva di una Federal Reserve più aggressiva, invece di spingere i Fund Manager verso il comparto obbligazionario (per via dei rendimenti più elevati) ha invece innescato un processo di rotazione all’interno del segmento azionario.
Più precisamente, c’è un disimpegno nei settori più cari, come quello tecnologico, mentre aumenta l‘impegno di quei settori ciclici, che potrebbero beneficiare di una forte ripresa economica e presentano gli indicatori leading più promettenti.
Tra i settori più apprezzati c’è quello bancario, il che si spiega con la prospettiva di un aumento dei tassi di interesse.

Rischio banche centrali

E’ altresì interessante notare come tra i rischi maggiori, i Fund Manager identificano soprattutto le banche centrali come una minaccia. Lo dice il 44%. Invece soltanto il 21% teme l’inflazione. Ancora più eclatante è la percentuale di coloro che temono lo scoppio di bolle speculative, che si ferma al 9%.

Eurozona meglio delle altre

Riguardo alle aree geografiche, i fund manager ritengono che l’area euro sarà quella in grado di marciare più spedita, sulla scorta della riapertura globale dei commerci. A conferma di ciò c’è l’intenzione manifestata dai Fund manager, di aumentare l’esposizione nell’area euro nei prossimi 12 mesi.
Minore appeal l’hanno invece i mercati emergenti, anche per via delle loro valute più volatili, e nonostante il più importante fra questi, ovvero la Cina, sia ritenuto invia di grande miglioramento.

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Investimenti fiacchi e troppi risparmi parcheggiati in banca, servono incentivi per scuotere gli italiani

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  • 14 Luglio 2021

Va bene il risparmio, ma non va altrettanto bene conservare e basta, perché se i soldi non girano allora l’economia fa più fatica a decollare. I capitali in movimenti invece aiutano la crescita.
Questo messaggio lo lancia l’ABI, associazione bancaria italiana, che evidenzia come gli italiani siano poco propensi a fare investimenti (e anche poco preparati).

Poca propensione agli investimenti

investimentiLo dicono i numeri: 900 miliardi di euro sono parcheggiati sui conti correnti o impiegati nei titoli di Stato (la forma meno rischiosa possibile di impiego). Peraltro si tratta di una cifra del 7% più alta rispetto a un anno fa.
Sono ancora relativamente pochi quelli che scelgono per i loro investimenti il mercato azionario o obbligazionario.

Per questo motivo le banche chiedono incentivi fiscali che possano invogliare a prendere questa strada, perché rappresenta la via più sicura per un forte sviluppo sostenibile. La ripartenza dopo il Covid deve passare soprattutto per la liquidità che circola, non per quella che rimane ferma.
Del resto, proprio il denaro che gira fu il motore dell’ormai datatissimo miracolo economico italiano. E altrove funziona così, perché non è necessario essere una delle aziende famose nel mondo per attirare i capitali privati. Ma serve anche una spinta per riuscirci.

La necessità di un intervento fiscale

Certo, occorrerebbe fare un distinguo. Consentire cioè vantaggi fiscali solo ai così detti “cassettisti”, ovvero quelli che si muovono in ottica di medio lungo termine. Nessun favore invece agli speculatori, quelli che i capitali li muovono troppo velocemente e solo per profitto proprio. Così si potrebbero davvero rafforzare le imprese italiane, e così si imprimerebbe una svolta culturale anche ai risparmiatori italiani.

Vantaggio anche per lo Stato

Di questo scenario se ne avvantaggerebbe anche lo Stato stesso. Con poca gente che fa investimenti, il gettito erariale che deriva dalle plusvalenze è irrisorio. Agevolando fiscalmente gli impieghi, il loro numero crescerebbe e altresì farebbe il gettito erariale.
Chi ha voglia e tempo di farlo, può vedere quanto lo stato tedesco incassa dagli impieghi sui colossi dell’indice di Borsa DAX, Volkswagen, SAP, BMW, Allianz, ecc.

Il tempo stringe

A questo ipotetico e auspicabile scenario bisogna però cercarci di arrivare in fretta, perché i depositi delle imprese sono destinati a ridursi con l’uscita dall’emergenza. Ben presto molte potrebbero finire di nuovo in crisi di liquidità. Far incontrare la loro domanda di denaro con l’offerta da parte degli investitori, sarebbe l’ideale.

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Risparmio, l’Italia ormai ha salutato i Bot People. Ma il titolo di Stato tira ancora…

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  • 14 Luglio 2021

L’atteggiamento degli italiani nei confronti del risparmio è cambiato moltissimo negli ultimi anni. Non tanto nella propensione ad accumulare, che rimane molto alta come è da sempre nel nostro DNA. Quanto nel tipo di impiego che cerchiamo per salvaguardare (più che accrescere) il nostro patrimonio.

Come è cambiata la destinazione del risparmio

risparmioGli italiani sono sempre stati un popolo di formichine, che hanno preferito impieghi molto prudenti per i loro risparmi. Si spiega così il perché un tempo la prima scelta di chi aveva un piccolo o medio risparmio da parte, era investire nei BoT, Btp e Ccct. Titoli di Stato.
Se si vanno ad analizzare i dati resi disponibili dalla Banca d’Italia, si vede che a metà degli anni 90, la quota di questi strumenti che era detenuta dalle famiglie ammontava al 18,2% del totale. Il motivo è semplice: assicuravano un rendimento sicuro, anche se non grande.

Addio ai Bot People

Negli ultimi 25 anni invece è cambiato lo scenario. L’appeal di questi strumenti s’è affievolito progressivamente. Gli indicatori di trend hanno iniziato ad andare in discesa. Sempre di più.
Oggi la quota di titoli di Stato in mano alle famiglie italiane è precipitata a un misero 2,7% su un totale di 4 miliardi e mezzo.
Quel che colpisce è che alle nuove generazioni, anche il concetto di Bot è praticamente sconosciuta.
Quando il governatore di Banca d’ Italia, Ignazio Visco, presenterà la prossima relazione annuale, certificherà la definitiva uscita di scena dei “Bot People“.

I gestori prendono quota

Ma cosa ha preso il posto dei titoli di Stato in cima alla lista di preferenze di chi ha un un risparmio da parte?
Col nuovo millennio è avanzata la figura del gestore. Grazie anche alla crescita dei mercati finanziari, il patrimonio amministrato ha avuto un bello sprint.
Ma la storia racchiude anche un piccolo colpa di scena, che si manifesta facendo un’analisi tecnica della composizione dei fondi. Emerge allora che se è vero che i Bot People sono ormai una rarità, è altrettanto vero che grazie alle polizze vita ed ai fondi d’investimento, i titoli di Stato continuano a essere nel portafoglio degli italiani. Ma solo indirettamente.

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Investimenti, allo stato attuale è come andare in automobile: servono velocità e controllo

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  • 24 Maggio 2021

Anche se sembrano due mondi distanti, quello dell’automobilismo e quello degli investimenti sono sulla stessa direzione. In entrambi i casi sono fondamentali controllo e velocità.
Il fatto che su una strada possa esserci un limite di 80 all’ora, non vuol dire necessariamente che uno debba andare a quel limite massimo. Dipende dalle condizioni della strada e del traffico. In questo senso occorre avere il pieno controllo della situazione.

Correre o frenare: il dilemma negli investimenti

investimentiControllo e velocità sono due concetti chiave anche nel settore degli investimenti. Andare troppo cauti può essere dannoso come andare troppo veloci. E anche quando non si supera il limite di velocità, se però non si ha il controllo dell’ambiente circostante, può diventare insidioso spingere sull’acceleratore.

Perché questa premessa? Perché il mercato in questo momento presenta molte insidie, molti cambi di velocità e di scenario, che possono mandare fuori strada facilmente.
Le valutazioni sono innegabilmente alte, e questo potrebbe suggerire che è il momento di rallentare. Ma solo perché le valutazioni di mercato sono costose, non significa che non possano continuare a salire. Il mondo degli investimenti del resto non è così lineare.
Inoltre non è possibile togliere del tutto il piede dall’acceleratore, vista la scarsità di opzioni più difensive.

Mancanza di opzioni

Quest’ultimo aspetto è assai rilevante, e sta mettendo in difficoltà anche gli Hedge Funds più grandi al mondo. Infatti i contante ha rendimenti praticamente a zero, mentre i titoli di stato non sono molto meglio. Un tempo dai Treasury USA o dai Gilt britannici si poteva ottenere anche il 5%, oggi siamo lontani anni luce da questo livello.

La logica alternativa

L’alternativa migliore pare quindi essere quella di cambiare approccio, non focalizzandosi esclusivamente sugli investimenti in azioni, ma assumendo una view multi-asset. In questo caso infatti, anche se non è possibile vedere cosa accadrà nella sfera di cristallo, si avrebbe comunque il modo di spostare la bilancia del proprio portafoglio in modo tempestivo. Certo, è un tipo di approccio che non è adatto a chi si mette a fare day trading, ma che in ogni caso occorre adottare.
Se volessimo portare avanti la metafora della guida, potremo dire che in questo momento è necessario un guidatore esperto, ma se non lo si è allora è meglio guidare con più attenzione.

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Investitori fai da te, occhio alla trappola dei tassi di interesse bassi

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  • 16 Settembre 2020

Da anni ormai i report della UE fanno notare che l’Italia, che dovrebbe essere uno dei big d’Europa, ha un grado di educazione finanziaria terribile. Molti risparmiatori del nostro Paese si fermano ai concetti più elementari e non sanno andare oltre.
Una situazione del genere, nel contesto attuale di crisi, diventa una trappola per molti investitori fai da te.

La trappola del fixed income per gli investitori fai da te

investitori fai da tePrendiamo il caso più semplice, ovvero quello dei titoli di Stato. A causa dell’emergenza pandemica, governi e banche centrali hanno dovuto spingere al massimo il livello di sostegno all’economia. Tradotto: tassi di interesse bassi e fiumi di liquidità nell’economia. Ma questo significa rendimenti dei bond governativi a livelli estremamente bassi, anche zero.
In uno scenario simile, molti investitori hanno preferito evitare l’obbligazionario, perché ritengono che l’alpha generato coincida con il livello dei rendimenti dei titoli.

I bond governativi hanno ancora un senso

In realtà l’errore che commetto gli investitori fai da te è proprio qui. Non bisogna solo valutare il rendimento. Sono essenziali anche dispersione, volatilità e forma delle curve dei rendimenti. Se si tralasciano questi aspetti, e si trascura il fixed income solo a causa dei tassi di interesse, si commette un passo falso.
Malgrado l’epoca dei tassi bassi, c’è ancora un importante valore nei bond governativi. Le banche centrali infatti continuano ad essere un punto di ancoraggio importante per chi investe, specie per la parte a breve di quasi tutti i mercati obbligazionari sviluppati.
Tralasciare il fixed income per rifugiarsi in safe haven come gli etf oro in euro, quindi aumenta i rischi nell’allocazione del proprio portafoglio.

Occasioni (e rischi) nel corporate

Vale per i titoli di Stato, ma ancora di più per quelli corporate, che sono sicuramente più redditizi. Con qui gli investitori fai da te devono prestare le opportune attenzioni. Perché è certamente più rischioso. Ma, come tutti sappiamo, più rendimento equivale a più rischio. Sul mercato high yield, è interessante notare che che ci sono grandi occasioni tra i fallen angel – ovvero i titoli di grosse aziende che però sono stati declassate al di sotto del rating investment grade. In special modo appartengono al settore energetico e property. Chiaramente, questo tipo di impiego del proprio capitale non è adatto alle strategie di trading a breve termine. E comunque, bisogna stare in allerta sul rischio di default e ai tassi di recupero bassi. Ciò mette in evidenza ancora una volta l’importanza della selezione dei titoli.

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Beni Rifugio Oro e Argento Aumenti Record

I beni rifugio in questo momento di recessione mondiale stanno facendo la loro parte, sono tantissimi gli investitori che avendo creduto in oro e argento stanno ora raccogliendo i frutti della propria scelta protezionistica.
La recessione è talmente profonda che in questo momento chi ha puntato su oro e argento come beni rifugio per difendere il valore dei propri soldi sta addirittura guadagnando cifre di non poco conto in tutti quei casi che decidesse di monetizzare adesso il proprio investimento.
Anche molti risparmiatori non dediti ai classici investimenti sui mercati azionari hanno acquistato lingotti e monete in oro, impauriti dall’arrivo di una crisi economica senza precedenti.
Chi ha acquistato oro fisico piuttosto che finanziario ha il vantaggio di poter detenere direttamente il proprio investimento e di poterlo monetizzare alla bisogna anche recandosi in un compro oro Firenze o nei pressi di dove abita senza dover avere intermediazioni di sorta.
Questo metodo di creare riserve finanziarie era molto utilizzato in passato e soprattutto quando si temevano eventi economici, politici o sociali che facessero presagire a crisi molto profonde dove venivano considerate a rischio le banche stesse e la tenuta sociale in generale.
Chi non ha mai sentito parlare di lingotti murati addirittura dentro le mura di casa, nonostante oggi vi siano molte più possibilità per nascondere in modo sicuro i propri beni preziosi, il concetto è identico a quello che veniva attuato in passato.
Oro e argento dal canto loro non sono investimenti che producono utili ma l’attuale situazione dove sono sempre di più i titoli di stato sicuri ad interessi zero se non negativi, questi metalli preziosi sono ancora più appetibili che in passato anche per chi desidera ottenere dei ricavi.
Con gli ultimi record dell’oro oltre i 2000 dollari oncia e nonostante la domanda sembra non voler diminuire nemmeno a prezzi elevati, anche la quotazione argento sta volando in quanto in momenti di crisi economica risulta una ottima alternativa all’investimento in oro.
Si deve tenere in considerazione che l’argento è attualmente sostenuto anche dalla domanda industriale in quanto è considerato green essendo molto utilizzato in ambiti strategici per l’ambiente come il fotovoltaico, i pannelli solari e molte tecnologia indispensabili alla smartworking.

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Risparmi da proteggere, ecco tre regole da seguire al tempo del Covid-19

La situazione che si è venuta a creare a causa del Covid-19 sta mettendo tutti a dura prova. Per contenere la pandemia, i governi hanno imposto severe restrizioni che ci stanno stravolgendo la vita. Ma se sotto il profilo umano le cose sono stressanti, il discorso non cambia molto quando si passa sui mercati finanziari. Gli investitori sono costantemente sotto pressione, schiacciati dal peso delle inquietudini sul futuro e quello dei loro risparmi.

Mettere al riparo i risparmi

risparmi e investimentiIn tutti i settori finanziari è scoppiata la tempesta, e nessuno sa con certezza dove cascherà il prossimo fulmine, ne’ tantomeno quando tutto questo finirà. Le principali Banche centrali stanno rispondendo con delle misure rigide, che però non sembrano sufficienti a sostenere l’economia. I danni saranno gravi, e peseranno sui nostri risparmi per un bel po’. Chi in questi tempi vuole cercare di salvaguardare il proprio capitale, dovrebbe perciò fare molta attenzione alle sue mosse, tenendo presenti tre importanti consigli per non perdere la bussola, in un contesto così incerto come quello attuale.

Controllare le emozioni e fuggire dalla volatilità

In primo luogo bisogna tenere a bada le proprie emozioni. Siamo tutti sotto stress, e già questo non è proprio il sentimento migliore per approcciare ai mercati. Se una volta dentro ci si lascia prendere dalla emotività, l’impresa di mettere al sicuro i propri risparmi diventa assai ardua. Chi può permetterselo, farebbe bene a tenere maggiormente in considerazione – ora più che mai – le idee di un buon consulente finanziario.

Bisogna poi tenere conto della fortissima volatilità delle ultime settimane. Anche le attività meno rischiose che generalmente hanno bassa volatiltà, in questo periodo stanno oscillando molto. Chi conosce cos’è lo slippage trading, sa benissimo che il rischio di incappaci in questo momento è alto. Bilanciare il portafoglio diventa una necessità assoluta (cioè il mix tra azioni, obbligazioni e altre classi di attivi), così come ricalibrare la propria propensione al rischio.

Prudenza, mai abbastanza

Infine occorre sempre avere la prudenza necessaria e non provare mai ad anticipare il mercato. Il concetto del “time the market” va messo in soffitta perché potrebbe davvero mettere a serio rischio i nostri risparmi. Gli analisti dei migliori broker regolamentati Consob non potranno mai suggerire il contrario, perché avere la capacità di entrare sul mercato appena prima del rimbalzo è una dote che pochissimi investitori sono in grado di padroneggiare.

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Palladio e Oro I Metalli Preziosi che Piacciono agli Investitori

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  • 5 Febbraio 2020

Palladio e Oro non sono solo metalli preziosi che vengono utilizzati per realizzare i gioielli ma anche asset finanziari sempre più ricercati e ambiti da investitori sempre più preoccupati di difendere il valore dei propri risparmi piuttosto che di ottenere guadagni ed utili sempre più rischiosi da perseguire.
La fase storica con cui la finanza moderna si deve confrontare almeno da un decennio a questa parte non è stata certo favorevole agli investitori.
Il tracollo di alcune importanti banche americane, la crisi del debito bancario e il continuo arretramento della crescita economica del mondo occidentale hanno provocato ingenti perdite ad investitori grandi e piccoli.
Tutto ciò ha provocato una crisi di sfiducia strutturale verso molti prodotti finanziari ed una maggiore consapevolezza dei rischi legati ai mercati azionari e ai pericoli che si possono nascondere anche dietro ad asset considerati sicuri.
La presa di coscienza da pare di molti investitori ha portato ad un interesse crescente verso quegli investimenti che pur non promettendo forti guadagni sono in grado di mantenere il proprio valore anche di fronte alle crisi finanziarie più profonde.
Tra quelli che vengono considerati dei beni rifugio il più sicuro è sicuramente l’oro, la quotazione oro ha dimostrato, non solo in epoca recente , di saper resistere ed anzi tendere ad aumentare di valore di fronte ad eventi molto negativi che solitamente provocano forti perdite ad altri asset finanziari.
Il prezioso metallo giallo è divenuto nell’immaginario collettivo degli investitori il porto sicuro per eccellenza anche nella forma fisica sotto forma di lingotti o monete da investimento che possano essere acquistati come riserve di valore da rivendere in caso di necessità anche presso uno dei tanti compro oro Firenze o di altre zone di italia e non.
L’investimento in oro è oggi più che mai conveniente di fronte anche alla crescente diffusione dei tassi di interesse negativi che sicuramente danno un motivo in più ai risparmiatori di trasformare in oro da investimento almeno parte dei propri risparmi.
Per quanto riguarda altri metalli preziosi come il palladio anche questi si sono rivelati ottimi beni da investimento ma la loro attuale quotazione che supera di molto anche il prezzo dell’oro non ha la stessa stabilità del prezioso metallo giallo.
Il palladio che oggi vale oltre i 2000 dollari l’oncia, quando il prezzo oro è sotto i 1600 dollari, è frutto di un rally che si basa in gran parte sulle richieste del settore auto che necessita di tale metallo per ottemperare alle nuove norme sul contenimento delle emissioni nocive approvate anche dalla Cina.
Ma un tale supporto sebbene si possa considerare piuttosto sicuro per il prezzo del palladio può sempre essere soggetto al rischio in base ad eventuali cambiamenti sulle politiche delle emissioni o per l’introduzione di eventuali soluzioni alternative all’utilizzo del palladio per limitare le emissioni delle auto.

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Nuovo piano di illuminazione pubblica: importanti interventi a San Martino Buon Albergo

Il nuovo anno porterà numerose novità per San Martino Buon Albergo, tra cui un nuovo piano di illuminazione urbana.

Tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 infatti, sono previsti interventi di pubblica illuminazione che l’Amministrazione comunale realizzerà attraverso la società 100% partecipata del Comune, Archimede Servizi. Il primo provvedimento sarà la messa a norma dal punto di vista illuminotecnico e di efficientamento energetico dei 73 punti luce sulla Strada regionale 11 tra il Ponte del Cristo e l’incrocio di Via Verdi.

«Si tratta di un importante intervento strutturale che finanziamo con 90 mila euro, grazie ad un contributo del precedente Governo. Con questa operazione, prevediamo un risparmio annuo del 65% circa e una mancata emissione in atmosfera di 9,5 milioni di tonnellate all’anno di Co2. Tutto ciò garantirà una distribuzione più omogenea della luce su strade e marciapiedi, una migliore vivibilità degli spazi, a beneficio anche della sicurezza dei nostri cittadini e dell’ambiente» spiega Franco De Santi, Sindaco di San Martino Buon Albergo.

L’intervento – nel dettaglio – prevede la sostituzione e l’allungamento del lampione, recuperando ed adattando le lanterne e i fregi in ghisa storici e sostituendo l’apparato illuminante con un kit a LED a basso consumo, per un risparmio di 22.000 Kwh l’anno.

L’Amministrazione ha inoltre previsto un secondo intervento che sostituirà alcuni pali a Casette e il posizionamento di nuovi lampioni in varie aree del territorio comunale.

«Si tratta di un investimento importante, pari a 96 mila euro, che si aggiunge ad altri effettuati negli anni precedenti. È dunque un piano a lungo termine che questa Amministrazione sta realizzando in risposta alle segnalazioni arrivate dai cittadini di San Martino, anche direttamente durante l’iniziativa “Il Sindaco Incontra” e alle richieste pervenute tramite i Consiglieri comunali, il nostro filo diretto con i cittadini nei quartieri. Siamo già al lavoro per nuovi importanti interventi che andremo a realizzare nel 2020» dichiara il Vicesindaco Mauro Gaspari e Assessore con delega alle manutenzioni del Comune di San Martino Buon Albergo. 

Il Comune di San Martino Buon Albergo interverrà a sostituire e posizionare nuovi punti luce in via Cao di sopra, via Municipio e via Borgo a Marcellise, via Girelli Mambrotta, a Centegnano, in via Borsellino in Borgo della Vittoria, via Galilei e via Marconi in centro paese, via Verdi e via Caval a S. Antonio e nella zona delle Pignatte e Ortini, via Brolo Musella a Ferrazze.

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I commercialisti: investire in Ungheria conviene

Si è tenuto presso la sede dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bergamo, l’incontro “Ungheria: una prospettiva per l’internazionalizzazione delle imprese”, alla presenza del Dott. Jenő Csiszár, Console Generale d’Ungheria in Italia.

Grandi potenzialità d’investimento, aliquote fiscali ridotte che agevolano gli imprenditori che creano posti di lavoro, un Pil in continua crescita, questo è quanto emerso nel corso dall’incontro «Ungheria: una prospettiva per l’internazionalizzazione delle imprese» organizzato dall’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bergamo, con l’intento di far luce sulle grandi potenzialità di investimenti per le imprese bergamasche in Ungheria.

“Le imprese che aprono un’attività commerciale o produttiva nel nostro Paese” spiega Melinda Szilagyi Responsabile dell’Ufficio Economico e Commerciale presso il Consolato Generale d’Ungheria a Milano, referente dell’HIPA (Agenzia ungherese per la promozione degli investimenti) a Milano “sono vicine ai potenziali mercati del Centro – Est Europa, Russia o Emirati Arabi. I vantaggi costituiti dalla posizione geografica strategica nel cuore dell’Europa sono innegabili e la rendono la piattaforma logistica ideale per i movimenti commerciali Est-Ovest, così come una rete di collegamenti stradali e ferroviari tra le più efficienti nell’UE, con una manodopera altamente qualificata e competitiva”.

“Quella ungherese” sottolinea Paolo Saita Consigliere dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bergamo, Delegato della Commissione Diritto e Fiscalità Internazionale “è oggi considerata una delle legislazioni europee più favorevoli (insieme a Lussemburgo, Belgio, Olanda, Malta, Cipro e Irlanda) in tema di imposte dirette, con una flat tax al 15% sul reddito delle persone fisiche, e utili societari tassati del 9%, oltre che l’assenza di ritenute alla fonte sui pagamenti di dividendi, interessi e royalty in uscita. Un Pil che cresce del 4%, incentivi alle imprese, una burocrazia orientata a semplificare le attività̀ aziendali per rendere l’amministrazione societaria snella e agevole, e una forza lavoro qualificata ad un costo tra i più ragionevoli a livello europeo, sono punti favorevoli da non trascurare. Il mercato ungherese, soprattutto in ambito manifatturiero, può essere lo sbocco ideale per le imprese della nostra provincia, per delocalizzare, concentrarsi su mercati esterei e differenziare i “rischi paese”. E’ tuttavia necessario rivolgersi a professionisti qualificati per pianificare ed indirizzare correttamente le scelte imprenditoriali, minimizzando i rischi legati alla disciplina dei prezzi di trasferimento ed alle ripercussioni nell’ambito normativo interno di scelte di politiche fiscali troppo aggressive. Per quest’ultimo motivo l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bergamo attraverso una serie di incontri informa e divulga nozioni tecnico scientifiche per una corretta pianificazione internazionale delle imprese bergamasche, affiancandole nel cogliere le opportunità che il mercato globale offre.”

Numerosi i temi trattati durante l’incontro, introdotto dal Dott. Jenő Csiszár Console Generale d’Ungheria in Italia. Melinda Szilagyi e l’Avv. Paolo A.D. Di Franco, hanno offerto ai presenti un quadro commerciale, societario e fiscale, approfondendo i dettagli dell’economia ungherese, la tassazione delle società e le prassi da seguire per accedere agli incentivi messi a disposizione delle imprese che intendono investire in Ungheria.

I DATI:

Nel 2018 il Pil Ungherese è cresciuto del 4,9%, secondo l’Ufficio di Statistica KSH, pari a circa 137 miliardi di euro, soprattutto grazie al contributo dei settori di servizi e industriale. Per quanto riguarda il settore industriale, emerge che il comparto manifatturiero ha registrato la maggiore crescita, ad eccezione del settore dei mezzi di trasporto. Il volume degli investimenti è cresciuto del 17% e sono stati creati oltre 17.000 nuovi posti di lavoro con un salario lordo medio più alto del 40%. Il volume delle esportazioni è aumentato del 4,3%, e quello delle importazioni del 6,9%.

Per il 2019 si stima che l’economia del Paese continuerà a crescere ad una media superiore di quella europea.

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Investitori paralizzati dall’incertezza post-elettorale Italiana

La domanda che si pongono i mercati riguardo l’Italia è che tipo di governo verrà fuori dopo le ultime elezioni. Se mai riuscirà a venirne fuori davvero uno. Malgrado siano due domande generalmente deleterie per i mercati, finora l’impatto dell’esito elettorale è stato blando. Da una parte infatti il raggiungimento di una intesa in Germania ha contribuito a rasserenare gli animi sul futuro dell’Europa, dall’altra c’è il paradosso che la situazione Italiana è talmente così confusa che nessuno azzarda una mossa. L’incertezza è cioè talmente grande da paralizzare gli investitori.

elezioni italia 2018Se andiamo a vedere quale sia stato l’andamento dell’euro il lunedì post-elettorale, ci accorgiamo che la tendenza è stata abbastanza stabile. La valute unica non ha subito quindi grossi contraccolpi e i segnali ichimoku trading system sono stati abbastanza stabili. Nonostante il successo indiscutibile dei partiti più anti-establishment e euroscettici in Italia (M5S e Lega), la valuta unica è sembrata immune dall’incertezza politica nella terza più grande economia dell’euro.

L’effetto ritardato per gli investitori

Più che di un effetto blando, forse però sarebbe più giusto parlare di un effetto ritardato. Quando si comprenderà il destino politico dell’Italia infatti, è plausibile che anche i mercati si schiereranno. E’ inimmaginabile che un governo targato M5S non avrà un impatto negativo sull’Euro, con le strategie Parabolic Sar forex da tenere sotto controllo. La presenza del “rassicurante” Berlusconi nell’altro polo invece potrebbe attenuare i timori circa un governo Salvini. Lo scenario meno probabile, ovvero un governo M5S + Lega, è quello che fa tremare i polsi all’Eurozona. Resta comunque il fatto che gli investitori attendono una maggiore chiarezza sulla composizione del prossimo governo, e quindi rimarranno spettatori delle presumibili settimane di negoziati tra i partiti politici.

Riguardo invece al comparto obbligazionario, si presume che l’effetto arriverà forte e immediato. Il risultato elettorale non è positivo per gli spread periferici. Dovrebbe assistersi a una perdita di terreno rispetto a Spagna e Portogallo, ma anche agli altri mercati principali dell’Eurozona, soprattutto riguardo ai bund tedeschi. L’incertezza politica e la probabilità di una politica fiscale più flessibile potrebbero dare una spinta forte al rendimento dei titoli di Stato, con i decennali in aumento verso 2,75% entro la fine dell’anno. O forse anche più.

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Generare valore nel settore energetico per attrarre gli investimenti

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  • 28 Febbraio 2018

In Italia gli investimenti diretti esteri (IDE) sono al di sotto della media europea. Lo sostiene l’Aibe Index realizzato dal Censis che vede la nostra nazione fanalino di coda tra i paesi meno interessanti in termini di attrattività di capitali esteri.

Nonostante le difficoltà per gli investitori stranieri, in Italia esistono esempi positivi di aziende che hanno investito risorse e generato valore nel mercato italiano. Tra queste spicca la società svizzera Axpo, azienda attiva nel settore energetico.

Misure di attrazione degli investimenti in Italia

Il Gruppo Axpo ha da sempre creduto nelle potenzialità del mercato italiano e dall’avvio della liberalizzazione del mercato dell’energia ha investito sia nello sviluppo di un’azienda commerciale locale, che oggi fattura ben oltre 2 miliardi di euro, sia nella realizzazione di un articolato piano industriale che comprende infrastrutture di produzione.

Grazie ad un team d’eccellenza, Axpo Italia, leader nella produzione e commercio di energia elettrica e gas naturale, affronta con successo le numerose zone d’ombra della normativa in ambito energetico per offrire un servizio puntuale ai propri clienti. In ambito finanziario e fiscale, grazie al lavoro di una squadra di professionisti guidata da Andrea Benveduti, CFO di Axpo Italia, vengono infatti gestite molte delle criticità causate da incertezze legislative che ostacolano gli investimenti esteri in Italia da parte delle grandi multinazionali, aumentando, e non solo come percezione, l’ormai tristemente ben nota “incertezza del Sistema Italia”.

A capo di un team di oltre 50 persone, Benveduti ha tra le sue principali responsabilità – oltre chiaramente alla supervisione della contabilità generale, dei bilanci, dei processi di budgeting, forecasting e risk management – il presidio della funzione di tax management,nonché l’implementazione di piani di Project Financing per nuove iniziative d’investimentosul territorio.

Andrea Benveduti è anche membro di diversi Consigli di Amministrazione di Società Axpo in Italia, con la possibilità, dunque, di intervenire operativamente nella definizione ed implementazione delle linee strategiche aziendali, capaci di rendere le società economicamente solide e quindi attrattive di ulteriori investimenti dall’estero.

Il Gruppo Axpo ha infatti sviluppato, negli anni, investimenti in Italia per circa 1,5 miliardi di euro in asset di generazione elettrica.

A partire dal 2007 Axpo ha promosso, realizzato e reso operative centrali di produzione a ciclo combinato e parchi eolici per circa 2.000 MW di potenza installata. Questo investimento è stato tra i maggiori sviluppato in Italia per la realizzazione di nuovi impianti da parte di un operatore straniero. Ulteriori interventi volti ad aumentarne la flessibilità e quindi la produttività complessiva sono stati finanziati negli ultimi anni.

Axpo ha inoltre promosso e avviato il progetto per la realizzazione del TAP (Trans Adriatic Pipeline), il metanodotto che collegherà l’Italia, attraverso l’Adriatico e i Balcani, ai paesi produttori del vicino e Medio Oriente. Questo investimento, per quanto limitato in Italia al tratto terminale dell’infrastruttura, rappresenta la maggiore iniziativa per il trasporto di gasin corso di realizzazione verso l’Europa e consentirà l’apertura di un nuovo canale strategico di approvvigionamento per il sud del continente, rendendo l’Italia un hub ancora più significativo per tale commodity.

Il panorama degli investimenti in Italia

Secondo un’analisi sul 2016 di Althesys, il think tank che analizza l’economia dell’energia e che pubblica il rapporto Irex sulle fonti rinnovabili, tra nuovi impianti e acquisizioni sono stati investiti in Italia 1,1 miliardi di euro per le rinnovabili.

Gli investimenti esteri in Italia mostrano un trend guidato principalmente da acquisizioni e fusioni (86% del totale) e marginalmente da accordi e forniture tecnologiche (11%). Questa segmentazione delle operazioni è un segnale che indica una certa riluttanza dei player esteri a investire in nuovi impianti e nuovi progetti.

La situazione degli investimenti esteri da e verso l’Italia è totalmente ribaltata: infatti, se il grosso degli investimenti esteri in Italia consiste nell’acquisizione di impianti già esistenti, gli investimenti italiani all’estero è dedicato a nuovi impianti. 

Perché l’Italia perde appeal

Secondo l’Aibe Index realizzato dal Censis per l’Associazione italiana delle banche estere la capacità dell’Italia di attrarre capitali stranieri è sempre minore.

Oltre alla mancanza di una normativa chiara e completa che regolamenti il settore, a penalizzare il nostro Paese in termini di capacità di attrarre investimenti concorrono anche l’instabilità politica, il carico e l’indeterminatezza fiscale e i lunghi tempi normativo-burocratici uniti a quelli di una giustizia civile troppo lenta.

Il carico fiscale complessivo (il cosiddetto total tax rate) che aziende e cittadini italiani devono sopportare è del 64,8%, 25 punti percentuali superiore alla media dei Paesi europei.

Inoltre, a gravare sulle imprese che operano in Italia è anche il tempo per l’adempimento degli oneri burocratici: sono necessarie ben 269 ore lavorative.

A livello politico bisogna ricordare l’uscita dell’Italia nel 2016 dalla Carta europea dell’energia, trattato europeo a cui aderiscono 53 paesi, siglato nel 1994, che definisce norme e principi comuni con l’obiettivo di dare certezze giuridiche agli investimenti stranieri e che era diventato punto di riferimento per il settore dell’energia.

Il recesso dal trattato danneggia l’attrattività dell’Italia, in quanto genera profonde incertezze per gli investitori stranieri nel nostro Paese.

L’indice vede scivolare l’Italia all’ultimo posto della classifica dei paesi più attrattivi, segna infatti un netto calo passando da un valore di 47,8 registrato l’anno scorso a 40,3. Vale a dire 7 punti in meno.

Tra i paesi più attrattivi Cina e Germania si collocano in cima alla graduatoria, seguiti da Stati Uniti e India. A seguire poi si posizionano Gran Bretagna, Francia, Spagna, Brasile e Russia.

C’è però una speranza: l’Italia viene considerata attrattiva per la qualità delle risorse umane, infrastrutture e sistema bancario. Punti di forza e fattori su cui puntare, facendo leva in particolar modo sull’eccellenza dei professionisti come nel caso sopracitato di Axpo Italia, che punta tutto sul valore del suo team.

Per maggiori informazioni è possibile consultare il corporate website e la pagina Linkedin di Axpo Italia.

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Investitori, quant’è dura comprare al minimo e vendere al massimo

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  • 21 Novembre 2017

I piccoli risparmiatori, specie quelli senza grandi competenze riguardo al funzionamento dei mercati, devono cominciare a fare i conti con dei nuovi principi di investimento. Di solito vorrebbero seguire la regola che prescrive di comprare un asset quando è ai minimi e venderlo quando è ai massimi. Il problema invece è che all’atto pratico si comportano nel modo inverso. Entrano cioè a mercato quando un asset sta viaggiando già a gonfie vele e poi spesso escono in fretta dalla posizione assunta per paura di bruciare i guadagni. In pratica confermano che euforia e timori sono i nemici numero uno degli investitori.

Gli errori degli investitori

investitoriL’errore che commettono è frutto di una sottovalutazione del problema. Come capire quando si è arrivati “ad un punto di minimo” o “di massimo”? Solo chi ha una certa esperienza può farlo, e non bastano strumenti classici come le bande di Bollinger oppure sapere come usare Fibonacci trading. Molti analisti sottolineano che quando gli investitori vendono le azioni sopravvalutate, la loro speranza di riprenderle poco dopo a prezzi più bassi di solito viene disattesa. Basterebbe invece rimanere investiti sull’asset originario per ottenere (statisticamente) delle performance più gratificanti.

Infatti le valutazioni su livelli elevati non è detto che si riallineino subito. Anzi spesso possono persistere per periodi di tempo molto prolungati, mostrando un indicatore ROC rate of change ad altissimi livelli. Pensiamo al Bitcoin: caso estremo, ma comunque indicativo. Molti qualche mese fa non credevano possibile che avrebbe resistito oltre i 1000 euro e hanno venduto. Oggi viaggia sugli 8mila euro. Per fare un esempio più ordinario, se un investitore nel 1992 avesse venduto azioni con valutazioni al novantesimo percentile, avrebbe dovuto aspettare ben 33 mesi prima di vederle tornare alla loro media storica (cinquantesimo percentile).

Ma c’è di più. La strategia “vendi ai massimi, compra ai minimi” storicamente ha registrato performance inferiori rispetto a una strategia attendista. Infatti se le quotazioni rimarranno elevate a lungo, uscendo troppo presto dal mercato gli investitori rischiano di lasciarsi sfuggire rendimenti interessanti. Peggio ancora se li colpisce la frenesia di rimediare ad una uscita troppo frettolosa rientrando troppo presto sul mercato a prezzi già elevati. La conclusione di questo discorso è che occorre conoscere bene i mercati per capire come attuare in concreto il principio “buy at min, sell at max”. E non è da tutti.

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Opzioni binarie 60 secondi, strategie e possibilità di vincita

Le opzioni binarie 60 secondi forniscono molteplici strategie agli investitori per generare rilevanti ritorni, con prodotti veloci e facili da capire

Tra le più utilizzate dagli investitori, le strategie opzioni binarie 60 secondi permettono di entrate nel mercato in modo veloce e con un rischio maggiore, ma con guadagni per contro elevati e super rapidi!

Caratteristiche che non sono passate inosservate agli occhi degli affezionati ai classici investimenti di trading, che hanno scoperto con le opzioni binarie 60 secondi, come guadagnare di più a fronte di un rischio leggermente più elevato.

La percentuale di guadagno con le opzioni binarie 60 secondi si aggira infatti in media attorno al 70/80 % di ritorno sul capitale investito, a seconda del broker, quale vera e propria occasione da non lasciarsi sfuggire! Ma attenzione, perché è bene chiarire che le scadenze ridotte tipiche delle operazioni binarie 60 secondi, possono essere un’ arma a doppio taglio, per cui è bene usarle con criterio e ponderatezza, senza esagerare.

Strategie vincenti opzioni binarie

Numerose le strategie vincenti delle opzioni binarie 60 secondi, che garantiscono probabilità di successo a favore degli investitori, alle quali integrare il money management giusto

Molteplici le strategie per le opzioni binarie 60 secondi, tra le quali l’investitore può scegliere quella “giusta”. Strategie tra le quali:

  • Supporti e Resistenze + rsi: si usano aree di supporto, di resistenza e di prezzo, unite alle indicazioni dell’rsi, che fornisce notizie utili quanto alle zone di iper-comprato/venduto;
  • Media Mobile semplice: usa la media mobile semplice, con data al prezzo, che può fornire ottimi spunti operativi, anche con le opzioni binarie a 60 secondi;
  • Bande di Bollinger + media mobile: forniscono preziose informazioni quanto alle zone di iper-comprato/venduto, che se associate e confermate dal segnale della media mobile, offre spunti operativi super convenienti;
  • Rsi: si usa solo questo indicatore e gli investimenti sono fatti solo quando questo si presenta entro uno degli estremi 80/20.

Qualsiasi strategia si scelga, in ogni caso il modo migliore per iniziare con le opzioni binarie a 60 secondi, è quello di seguire il flusso, tra le 2 e le 5 durante l’apertura delle piazze di Londra e New York.

 

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Sofia sgr: nuove frontiere di investimento

In questi periodi di incertezza sui mercati, emergono nuove economie dove poter investire e nuovi panorami interessanti dal punto di vista finanziario.
Sofia sgr è un’officina finanziaria indipendente che analizza queste nuove opportunità di valore e progetta strumenti d’investimento personalizzati.

Il vero core di Sofia sgr è la centralità del cliente, che può intervenire sulle scelte di investimento, indirizzarle e approvarle o meno.

Lo stile di gestione di Sofia sgr è caratterizzato dalla flessibilità delle scelte che vengono effettuate nella creazione del portafoglio e dalla totale indipendenza da Banche e altre Istituzioni.

Il modello di Sofia sgr risulta attualmente il più richiesto ed evoluto, perchè limita i rischi di intervento e permette un controllo quasi diretto, con la garanzia di essere affiancati da esperti del settore.

Sempre più persone si stanno rivolgendo a queste agenzie che fungono da intermediario riscontrando risultati che soddisfano anche per la totale assenza di “brutte sorprese”!

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Logistica e Industriale: 2 inaugurazioni eccellenti firmate Baraclit

Doppio taglio del nastro per due importanti progetti realizzati con strutture prefabbricate Baraclit. Comerio Ercole a Busto Arsizio (VA), azienda nata nel 1885 e leader nel settore degli impianti per la mescolazione, trattamento e riciclo di gomma da pneumatici e materie plastiche. DHL Supply Chain, società del colosso Deutsche Post DHL specializzato nel management di attività logistiche integrate, che dal nuovo hub farmaceutico di Santa Palomba (RM) servirà l’area di Roma e tutto il Centro-Sud.

Comerio Ercole S.p.A., lo scorso 26 settembre, ha inaugurato alla presenza di istituzioni cittadine e illustri autorità politiche, tra cui il Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, un laboratorio di R&S e un reparto produttivo dove saranno installate attrezzature all’avanguardia. L’insediamento, che conferma la politica di continua innovazione dell’azienda varesina, comprende un locale di assemblaggio macchine di circa 2.500 mq con annessa palazzina uffici su un’area di 600 mq, oltre al laboratorio di ricerca e sviluppo adiacente al fabbricato. Per l’intervento Baraclit ha offerto un servizio “chiavi in mano” dalle fondazioni, al capannone prefabbricato fino all’impianto fotovoltaico integrato in copertura (40 kW) attraverso la Manzoni Ingegneria Industriale – divisione tecnico-commerciale operativa sui mercati Lombardia & Svizzera – che ha realizzato le principali opere di impresa sotto la direzione lavori del geom. Dario Caironi, e tramite la propria divisione b.POWER che ha curato in qualità di EPC (engineering, procurement, contracting) l’installazione dell’impianto fotovoltaico.

DHL Supply Chain ha ufficialmente aperto il 15 ottobre 2014 le porte del nuovo hub di distribuzione per il Centro-Sud di prodotti farmaceutici in arrivo sia da grandi multinazionali, sia da laboratori italiani. Il polo logistico, che sorge a 25 Km dalla capitale (Santa Palomba) ed ha preso forma con progettazione e montaggio di manufatti Baraclit, si estende su una superficie di 92.000 mq, coperta per un totale di 30.000 mq dal sistema prefabbricato Aliant Spazio e Aliant Shed. Tutto il complesso ha una capacità di stoccaggio pari a 35.000 posti pallet e dispone di moderni magazzini a taglio termico con temperatura controllata per il mantenimento in stato ottimale dei medicinali, in grado di servire capillarmente e con celerità i diversi canali distributivi regionali e nazionali. La committenza, responsabile dell’intero sviluppo immobiliare dell’area (Gaiae II srl, facente capo alla storica famiglia Angelini), ha dedicato massima attenzione alle tecnologie costruttive e ai dettagli dell’impiantistica: efficienza energetica con involucro ad elevato isolamento termico, illuminazione e riscaldamento intelligente, catena del freddo in ambienti protetti.

Due note referenze, una nel settore industriale e l’altra nel campo della logistica, entrambe gestite con successo da Baraclit che esprime piena soddisfazione attraverso le parole del Responsabile Marketing dott. Luca Bernardini: “Comerio Ercole e il gruppo DHL sono realtà di eccellenza che crescono nonostante la crisi ed esigono soluzioni costruttive all’altezza, in termini di affidabilità e qualità. Un pezzo del nostro Paese non smette di investire in tecnologia e di ampliare i propri stabilimenti. Siamo dunque orgogliosi che Baraclit possa offrire un ampio ventaglio di prodotti sia per il settore manifatturiero che per le grandi piattaforme logistiche, qualificandosi come partner di fiducia di quell’Italia che ancora funziona”.

Baraclit dal 1946 è leader nel settore dei prefabbricati in cemento per l’edilizia industriale, commerciale e logistica. Con una superficie produttiva di 300.000 mq e oltre 350 dipendenti, l’azienda serve il territorio nazionale e i Paesi esteri limitrofi dallo stabilimento di Bibbiena (AR), il più grande centro di prefabbricazione italiano. Baraclit si è affermata nel panorama dell’architettura industriale lanciando sul mercato strutture rivoluzionarie per innovazione, duttilità applicativa e valore aggiunto. Tra i moltissimi tentavi di imitazione, il sistema Aliant si distingue ancora oggi per l’unicità delle sue caratteristiche costruttive, architettoniche e per l’esclusivo sistema di impermeabilizzazione. Baraclit, in 66 anni di storia, ha all’attivo 15.000 strutture realizzate, oltre 22 milioni di mq coperti con un fatturato annuo di 60 milioni di euro e 2 prestigiosi premi di architettura a livello nazionale per le sedi di Prada Shoes Factory (Montegranaro, AP) e di Maglificio Gran Sasso (Sant’Egidio alla Vibrata, TE).

b.POWER è la nuova divisione Baraclit concepita per lo studio e l’integrazione dell’energia da fonti rinnovabili nel campo dell’edilizia prefabbricata. Nasce nel 2009 con l’esperienza concreta di SolarLAB, il laboratorio solare per l’industria realizzato nella sede Baraclit di Bibbiena (AR), e oggi tra i più grandi e innovativi impianti fotovoltaici integrati a tetto in Italia. Con un portafoglio impianti di 15 megawatt di potenza e 300.000 mq di “coperture solari” in oltre 40 siti industriali sparsi su tutto il territorio nazionale, la divisione b.POWER è presto divenuta centro di ricerca d’eccellenza sull’energia solare e voce autorevole nel settore dell’Energy Building. b.POWER studia, progetta e realizza edifici prefabbricati autosufficienti, mettendo a disposizione del cliente il patrimonio unico di conoscenze e sperimentazione diretta di SolarLAB e le esclusive tecnologie costruttive di Baraclit (sistemi Aliant® e b2000®).

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IO SONO BANCA! Una nuova piattaforma web per far incontrare investitori privati e PMI

Oggi nasce una nuova iniziativa web, www.iosonobanca.it, con due obiettivi convergenti:
aiutare le piccole e medie aziende sane e dinamiche, anche se indebitate, a sottrarsi alla morsa dei rating bancari e creditizi e dei costi proibitivi del denaro;
offrire un’alternativa interessante agli investitori privati, stanchi degli scarsi rendimenti e delle vessazioni del sistema creditizio che incassa gabelle, costi e tasse anche quando non produce profitti o causa perdite.

Questa piattaforma nasce con l’idea di fondere queste due diverse necessità in una singola operazione che soddisfi i soggetti coinvolti, consentendo loro di essere parte attiva nella costruzione di un’operazione finanziaria nata dall’incontro tra due soggetti con lo stesso potere contrattuale e soggetti alle stesse regole.

Questo innovativo approccio alla raccolta di finanziamenti ed all’investimento di denaro ha il pregio di consentire a chi ne farà uso, su qualunque delle due sponde si trovi, di negoziare i termini del finanziamento/investimento in base alle proprie necessità plasmandoli insieme ad una controparte che ha il medesimo interesse a negoziare a differenza del sistema creditizio che può imporre proprie regole, propri modelli, propri costi ed è in grado, per legge, di cambiare regole modelli e costi in qualsiasi momento ed a propria discrezione.

IOSONOBANCA! potrà essere utilizzata proficuamente, dal lato finanziamenti, da qualunque aziende il cui scopo non sia quello di ripianare le proprie sofferenze col sistema bancario. Questo non significa che possano accedervi solo aziende senza debiti ma solo che la vigilanza e gli strumenti per impedire di utilizzare questa piattaforma per spostare i debiti dalle banche al mercato, saranno estremamente rigorosi. Prassi assurta agli onori della cronaca con il caso Parmalat su tutti.

Dal lato investimenti, potranno trarre vantaggio dalla piattaforma quegli investitori forti di conoscenze approfondite di uno o più settori economici che consentiranno loro di valutare con cognizione di causa le operazioni proposte (a differenza, per esempio, di quel che accade con certi prodotti finanziari complessi, molto invitanti per i rendimenti promessi che ad oggi hanno arricchito solo le banche.

Tutto questo dal punto di vista legale avviene con il solo ausilio di strumenti previsti dalle leggi attualmente vigenti in Italia e non sfruttando vuoti normativi o interpretando a proprio vantaggio norme nate con altri scopi (come avvenuto per crowd funding e social lending) . Questo rende le operazioni che verranno originate da questa piattaforma web estremamente solide, consentendo a chi vi aderisce di concentrarsi solo sull’essenza dell’operazione.

Ed ora l’obiettivo è quello di creare, in pochi mesi un database di aziende e di investitori il cui incrocio possa essere in grado di generare un piccolo contributo alla tanto auspicata ripresa economica delle imprese italiane.

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Miabrazil Investments presenta Bogart, il nuovo condo di prestigio recentemente ristrutturato nel cuore di South Beach, per vivere da star.

Miabrazil Investments di Gridnet Corporation e affiliata con South Beach Estates, presenta Bogart, il nuovo complesso di 19 appartamenti, completamente ristrutturati, che riprende il nome proprio dell’attore Humphrey Bogart e che nasce dalle ceneri di un edificio Art-Decó degli anni ’40 di cui mantiene il carattere Decó che contraddistingue lo stile di South Beach.

Il progetto Bogart risorge seguendo il trend sempre più in voga degli investimenti all’estero. Secondo le stime del 2013 sarebbero oltre 40.000 le abitazioni acquistate all’estero da famiglie italiane, con un incremento del 6,3% rispetto al 2012, e per il 2014 si prevedono altrettanti investimenti. E se è vero che il numero di italiani che si trasferisce all’estero è in costante aumento, è altresì vero che è proprio il mattone straniero ad attrarre i risparmi degli italiani.

Tra le varie mete Miami si conferma una delle più gettonate. Porto sicuro dove investire, sia per il tipo di destinazione che coniuga la possibilità di avere uno stile di vita mondano, un clima caldo, l’oceano e le sue lunghe spiagge bianche a due passi, sia per il fatto che Miami è un importante centro finanziario e polo commerciale internazionale.

Il 2014 si conferma un anno giusto per investire a Miami soprattutto perché trovare una forma d’investimento che possa garantire una rendita sicura oggi è molto difficile. Un appartamento a Miami è un’ottima scelta sia per il cambio euro – dollaro, ancora favorevole, sia perché Miami è una città sempre più richiesta e gli appartamenti hanno un tasso d’occupazione del 90%, oltre al fatto che i prezzi sono ancora appetibili” – racconta Francesco Colucci di Miabrazil Investments.

Bogart:

E’ un condo di 19 appartamenti su due piani, tra bilocali e trilocali, rifiniti con dettagli di alto livello e materiali made in Italy in piena South Beach a due passi dalla prestigiosa e animata Lincoln Road e a 10 minuti di camminata dalla spiaggia. I prezzi degli appartamenti partono da 269.000 dollari (197.000 euro al cambio attuale) con possibilità di ottenere un reddito garantito di $ 15,000 l’anno. Consegnati con cucina e bagno arredati. In particolare i bagni sono caratterizzati da mosaici di provenienza italiana, soffione doccia con cromoterapia. Le cucine in acciaio e laccato sono già fornite di elettrodomestici.

MiaBrazil Investments _Gridnet Corporation

Miabrazil Investments, di proprietà di Gridnet Corporation, nasce dopo un’esperienza pluriennale nel settore degli investimenti immobiliari. Opera nella consulenza all’acquisto e affitto di immobili negli Stati Uniti e in Brasile in particolare nelle città di Miami e Maceio’. Gli immobili proposti sono di nuova costruzione o appena ristrutturati, caratterizzati da finiture di pregio e design made in Italy. Miabrazil Investments offre servizi di consulenza sull’investimento, arredo d’interni, gestione affitti anche a breve termine.

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Gli italiani acquistano casa all’estero: ricerche e compravendite crescono dell’11% in due anni

Gli italiani continuano ad amare gli investimenti nel mattone, ma in un’epoca di globalizzazione anche gli acquisti immobiliari si fanno internazionali. Secondo l’Ufficio Studi di Immobiliare.it (www.immobiliare.it) sono sempre di più i nostri connazionali che comprano casa all’estero. Negli ultimi due anni tanto la ricerca, quanto le compravendite, hanno visto una crescita dell’11%.

«Negli ultimi anni – spiega Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Immobliare.itil fenomeno di acquisto di immobili all’estero ha assunto una valenza sempre più significativa, perché trainato da diversi ordini di fattori: in primis c’è la volontà di investire in immobili dal ritorno certo; poi vi è il desiderio di acquistare la casa perfetta per le vacanze, magari un “buen retiro” per quando si sarà in pensione; infine, la volontà di aiutare i figli, che sempre più si trasferiscono all’estero per trovare lavoro

A questi tre desideri corrispondono mete distinte, anche se è possibile identificare alcune destinazioni privilegiate dagli italiani. Ci sono località che da sempre attirano capitali, grandi o piccoli che siano, provenienti dall’Italia. Prima fra tutte è Londra: di certo comprare nella City ha un costo elevato, ma possedere un immobile all’ombra del Big Ben equivale ad un vero e proprio assegno circolare. Si tratta di un investimento a basso rischio, se non addirittura nullo e per questo scelto da molti. Come è facile intuire, la Gran Bretagna è una delle nazioni in cui si concentrano anche gli acquisti per i figli “in fuga” lavorativa.

Una nazione che negli ultimi anni ha attirato l’attenzione degli investitori italiani è la Germania, dove il mercato immobiliare è senza dubbio molto fluido e dove sono due le città in cui si concentra l’interesse dei cittadini del nostro Paese: Berlino in primis, ma, se si guarda al segmento degli immobili di alta gamma, è Monaco di Baviera la regina degli investimenti.

In Costa Azzurra, invece, si concentra il nucleo di quegli acquirenti che puntano alle nude proprietà, tipologia di vendita che recentemente è cresciuta a tassi importanti anche in Italia e che in Francia rappresenta una realtà di investimento ormai consolidata da tempo.

Se è vero che gli investimenti italiani si concentrano per la maggior parte in Europa, non mancano tuttavia acquisti in località più lontane: si segnala un buon interesse nei confronti del Messico (per merito di una fiscalità vantaggiosa, studiata appositamente per attirare gli investitori esteri) e, soprattutto nel segmento del lusso, per la Turchia e gli Stati Uniti dove, in questo caso, USA è quasi sinonimo di New York. Anche gli Stati Uniti vivono la realtà degli acquisti di casa fatti per dare solidità ai figli degli italiani che si trasferiscono in quello stato per studiare e, poi, vivere e lavorare. Non necessariamente nella Grande Mela; molte, ad esempio anche le case comprate nell’area della Silicon Valley californiana.

Comprare casa all’estero per molti è anche ricerca di un buen retiro: gli acquirenti di età più avanzata che puntano ad investire la pensione o a trovare dei “paradisi” in cui vivere la vecchiaia non sono più una rarità. Non è un caso che alcune nazioni, come Spagna e Portogallo, abbiano addirittura creato leggi ad hoc per attirare gli investitori immobiliari (piccoli e grandi) strizzando l’occhio agli over 60. Ecco quindi che aree come la spagnola Costa del Sol o le Isole Canarie hanno visto crescere il numero degli acquirenti provenienti dal nostro Paese.

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Sviluppo, Competitività ed Investimenti – Convegno a Verbania il 12 giugno 2014

InNova Finance, società di consulenza alle imprese in materia di finanza agevolata, organizza un incontro operativo che si propone di affrontare concretamente le opportunità di crescita ed investimento riservate alle imprese piemontesi in un’ottica di sviluppo, competitività e innovazione. L’evento è volto a fornire un quadro dei nuovi strumenti agevolativi pubblici e privati a sostegno delle imprese del territorio piemontese: dalle opportunità di accesso al credito messe a disposizione da Veneto Banca alla presentazione dei percorsi imprenditoriali di accelerazione d’impresa offerti da LIUC Università Cattaneo, per giungere agli strumenti di finanza agevolata a supporto degli investimenti delle imprese.

Il convegno dal titolo “Sviluppo, competitività ed investimenti: Strumenti a supporto della crescita delle imprese del Piemonte” si terrà giovedì 12 giugno a partire dalle ore 15.00 presso il Grand Hotel Majestic a Verbania.

Aprirà i lavori Cristina Togno, Consulente di impresa e Delegato Provinciale Assoretipmi; seguiranno gli interventi di Marco Tamini, Capo Area VCO di Veneto Banca ed Emanuele Pizzurno, Vice-Direttore presso l’Institute for Entrepreneurship and Competitiveness della LIUC Università Cattaneo. Piergiorgio Zuffi, responsabile della divisione di consulenza strategica di InNova Finance approfondirà il Decreto Beni Strumentali, la cosiddetta «Nuova Sabatini», e proseguirà con una panoramica degli altri strumenti agevolativi attualmente operativi a livello nazionale e regionale a disposizione imprese del Piemonte.
Al termine delle relazioni ampio spazio sarà lasciato alle domande degli imprenditori presenti.

Seguirà un Business Cocktail nella terrazza panoramica con vista sul lago Maggiore.
Partecipazione gratuita, posti limitati.

Per informazioni:
Tel. 051 4121947 int. 102
[email protected]
www.innovafinance.com

» Link all’evento

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Crowdfunding in Italia – Il romanticismo diventa social con Crossingme.com

Tra gli argomenti più discussi del momento, troviamo ovviamente la crescita e l’influenza che i social network stanno avendo sulla società e sulle relazioni. Ad ogni esigenza di condivisione ne corrisponde uno, ad esempio: TotalCup per gli appassionati di sport, Bewons dedicato agli appassionati di danza, Moroitalia rivolto al mondo delle due ruote, Linkedin per lo share dei curricula e per la ricerca del lavoro, e così via!

Ma se si socializza e ci si conosce solo in relazione ai propri interessi, passioni e hobby, e se anche l’agenda setting è diventata “social”, come ritornare alle vecchie emozioni? A dare valore all’attimo fuggente ed al fascino di uno sguardo anche tra persone con passioni differenti?

A tutto questo ci ha pensato Crossingme.com, il social network che fa sposare romanticismo e tecnologia, il social che da valore ai momenti, agli sguardi fugaci, che emozionano. Ogni giorno si incontrano persone non solo virtualmente, ma anche nella realtà! Al supermercato, alla posta, al semaforo per strada! Ed il più delle volte ci si gode solo la magia del momento, di uno sguardo o un sorriso ricambiato, lasciato sospeso nel tempo. Con Crossingme, grazie al feticcio più importante, ovvero l’automobile, luogo dove si trascorre ormai moltissimo tempo, è possibile ricontattare la persona che ci ha colpiti ed incuriositi! Basta solo memorizzare in numero della targa e cercarlo sul web. Interessante no? Su Com-Unity.it è possibile sostenere il progetto anche attraverso un piccolo contributo, grazie al crowdfunding in Italia è infatti possibile finanziare i progetti che meritano di essere realizzati!

Carpe Diem è il concetto che Crossingme.com esprime, incoraggiando relazioni interpersonali ancora basati sull’attrazione e la spontaneità del momento, anche tra persone con interessi diversi. Conoscere qualcuno che ha passioni diverse può essere estremamente interessante, vi ricordate com’era ai vecchi tempi?

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Crowdfunding in Italia – Rimettiamo i piedi … per terra!

Negli ultimi anni, sono state tante e diversificate le risposte all’attuale situazione socio-economica. Sempre di più i giovani che, stanchi dei lavori precari e dei ritmi accelerati delle città, scelgono di spostarsi verso le campagne, optando per una vita più slow e a contatto con la natura. Fare impresa in campagna e ricreare scenari che ricordano le vecchie tradizioni, è un modo sano per riprende in mano la propria libertà, senza mai dimenticare il sostegno collettivo ed il benessere di tutti.

 

Federica ed Andrea di San Lazzaro di Savena, Bologna, sono convinti che la terra è una ricchezza da condividere, per questo hanno deciso di adibire una parte del loro Podere San Giuliano ad Orto Sociale. Si vuole creare la condizione ideale per poter non solo vendere ortaggi a prezzi molto convenienti, ma anche  offrirne una parte alle famiglie che ne hanno maggiormente bisogno. Da qui, la scelta di accostare alla classica vendita a Km 0, quella più recente ed innovativa dell’e-commerce. Oltre alle innumerevoli attività già proposte dall’azienda agricola, all’area ristorazione ed al bed&breakfast, si vogliono infatti aprire le porte a chi intende sostenere l’azienda e partecipare attivamente alla produttività dell’orto.

 

La scelta di finanziare il progetto attraverso il crowdfunding (su Com-Unity.it) è dunque legata all’idea di collaborazione sulla quale essa stessa di basa. Realizzare la piattaforma e-commerce richiede un investimento iniziale, che si tramuterà in un concreto beneficio collettivo. La stima annua degli ortaggi prodotti dall’orto è pari a 50 quintali, parte dei quali sarà destinata alle iniziative sociali utili rivolte ai comuni limitrofi, alle parrocchie ed alle associazioni che si dimostreranno affidabili. Inoltre il 25% della produzione sarà distribuita attraverso la piattaforma e-commerce sottoforma di buoni di acquisto agevolati.

 

Solo coscienza e spirito di adattamento permettono di vivere al meglio i benefici di un ambiente genuino e magico come la campagna, perché :“Senza passato non c’è futuro!”.

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Ecco la novità del web, il portale sulle scommesse finanziarie

Approda sul web tra i nuovi portali il nuovo sito dedicato allo spread betting italia  un modo veloce e davvero adatto a tutti i trader,  per trarre vantaggio del rialzo o il ribasso delle quotazioni di un titolo di mercato. Quando pensate che la quotazione sia in rialzo, aprirete la scommessa in posizione buy, altrimenti nel caso contrario se pensate che sia al ribasso dovrete partire con l’opzione sell. Il guadagno della scommessa si calcola in base al movimento del punteggio riferito al titolo. Qualsiasi posizione si apre sarà  una scommessa, per cui i profitti sono esenti dall’imposta sulle plusvalenze. E ‘importante capire che spread betting può portare a perdite considerevoli al  vostro investimento iniziale. Prima di iniziare a scommettere è bene conoscere i potenziali rischi a cui un trader è esposto.
Prima di scommettere, è importante capire l’andamento del mercato su cui si sta aprendo una posizione. Conoscere il potenziale di ciascun mercato da sperimentare e la sua volatilità,   stabilire la probabilità di forti movimenti dei prezzi in rialzo o in ribasso è essenziale se si considera il rischio associato ad ogni scommessa.Un’ importante strategia per gestire al meglio il rischio è quella di seguire attentamente  le posizioni aperte. Mercati volatili possono spostare centinaia di punti in pochi minuti, mentre una buona comprensione del vostro mercato può aiutare e anticipare le oscillazioni estreme. Consulta il portale per ottenere maggiori istruzioni e delucidazioni in merito all’argomento.

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Investimenti convenienti? Ecco i consigli degli esperti

In rete  il nuovo progetto che merita click e tanti complimenti per contenuti, servizi e grafica. Un progetto, appositamente creato per istruire e formare  trader a compiere investimenti che garantiscano il massimo dei guadagni investendo il minimo capitale, parlamo del trading materie prime.  Il portale considerato la luce di un faro virtuale, guida gli investitori ad un corretto utilizzo di questi strumenti. Grazie alla sezione dedicata al confronto degli investimenti in materie prime, potrete scegliere, l’investimento che più si adegua alle vostre personali esigenze. Qui tutte le informazioni aggiuntive sull’argomento e tanti approfondimenti utili. Inoltre da poco è stato messo a disposizione degli utenti registrati il forum, che permeterà l’interazione a fini informativi.

Fare trading trading sulle materie prime  è semplicissimo e non vi è l’obbligo di investire capitali considerevoli, infatti grazie ad alcuni broker sarà sufficiente partire da pochi dollari ed ottenere interessanti profitti. Per saperne di più riguardo le regole e le nozioni da sapere per diventare esperti investitori, consulta il portale e chiedi informazioni nell’apposita area tecnica, oppure interagisci con altri utenti interessati all’argomento grazie al forum. Iscriviti, compilando l’apposito form e partecipa alle numerose iniziative proposte, tra cui i sondaggi online o gli esclusivi servizi personalizzati, riservati ai nostri utenti. Inviaci pareri ed opinioni riguardo al sito ed ai servizi offerti per potenziare e modificare il nostro lavoro rendendolo sempre più vicino alle esigenze dei visitatori.

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Spazio al trading online, trucchi e segreti

Spazio Forex Broker è la nuova guida online che spiega i meccanismi del forex in maniera completa e dettagliata.   Un buon trader è colui che segue queste regole e ottiene i massimi profitti da ogni investimento, valutando attentamente le sue posizioni. I mercati finanziari sono giornalmente influenzati dalle news  economiche e finanziarie di tutto il mondo, reagendo con movimenti decisi, mostrando una volatilità più elevata in base all’importanza delle notizie stesse. Molti trader sviluppano tecniche di trading per sfruttare al meglio le news di mercato.  Queste ed altre informazioni sono contenute nel portale al fine di formare trader con una padronanza assoluta dell’argomento ed in grado di attuare strategie di investimento non superficiali, ma tecniche e soddisfacenti. Iscrivendosi al portale sarà possibile partecipare ai sondaggi proposti, scambiare pareri ed opinioni con altri utenti grazie alla community, ricevere la giusta assistenza tecnica ed i consigli dei nostri tecnici anche per la scelta dei migliori broker e accedere all’area riservata ricca di contenuti esclusivi. Il portale può essere consultato in lingua inglese grazie al sistema di traduzione simultanea; grazie al servizio della newsletter potrete ricevere le novità riguardanti il portale direttamente sulla vostra casella di posta elettronica; inviaci proposte per migliorare i servizi del sito al fine di essere sempre più vicini alle esigenze dei visitatori.

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