Archives

Comunicati

Università degli Studi di Bergamo e Ufficio scolastico provinciale: nei risultati del test di medicina la scuola bergamasca è eccellenza

Sono stati resi noti i risultati del test d’accesso ai corsi di laurea a numero programmato in Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e Protesi Dentaria, sostenuti lo scorso 3 settembre da 744 studenti di Bergamo e provincia (58.343 in tutta Italia, 11259 i posti disponibili per medicina e 1103 per odontoiatria).

Gli idonei, ovvero quelli che hanno totalizzato i 20 punti minimi necessari per concorrere alla graduatoria nazionale e alla distribuzione dei posti disponibili, sono stati il 68, 68,3% del totale (39.848 giovani) con un punteggio medio di 35,27.

Il punteggio medio più alto a livello di ateneo è di 39,44 registrato a Bergamo, così come la percentuale di idonei più alta (80,56%).

«Alla luce di tali risultati, conseguiti dalle nostre ragazze e dai nostri ragazzi, otteniamo un’ulteriore conferma che la scuola bergamasca è d’eccellenza e che inoltre, durante il lockdown e i mesi di chiusura delle scuole, la didattica a distanza ha permesso di tenere ben saldo il filo delle relazioni e garantire continuità al prezioso ruolo educativo e formativo della scuola – dichiara la Direttrice dell’Ufficio scolastico territoriale di Bergamo, Patrizia Graziani –. Questo ci incoraggia a proseguire sulle strade dell’innovazione e la comparazione oggettiva dei punteggi mostra ancora una volta, come spesso avviene in vari prestigiosi concorsi anche nazionali e internazionali, che i nostri studenti si collocano fra le eccellenze. Un plauso va a loro come all’intero sistema scuola, grazie alla professionalità e alla dedizione di tanti insegnanti in grado di motivare allo studio e di appassionare gli studenti alla propria materia. Una dote che hanno mostrato anche in questo eccezionale e terribile periodo della pandemia».

«Questo risultato – sottolinea il Rettore dell’Università degli studi di Bergamo Remo Morzenti Pellegrini – è ancora più straordinario quest’anno, il primo anno in cui i candidati hanno dovuto sostenere il test nell’Ateneo più vicino alla loro residenza. È stata una sorpresa per noi, da un lato, e una ulteriore conferma, dall’altro, della qualità della scuola bergamasca che ripaga i nostri sforzi per come ci siamo dovuti organizzare in breve tempo per trovare una soluzione sicura e accessibile a tutti come il Lazzaretto. Qui si sono presentati un numero davvero significativo di studenti da cui ho raccolto diverse testimonianze, anche toccanti, sulla scelta di Medicina, comprensibile dopo quello che la nostra provincia ha passato. Racconti, numeri ed eccellenze che ci indicano una sola strada da seguire: far tesoro dei cervelli dei nostri ragazzi, delle competenze dei nostri presidi ospedalieri e dei nostri docenti e una ulteriore conferma dell’opportunità, da tanti auspicata, di avere presto a Bergamo un nuovo corso di laurea in Medicina»

Il punteggio più alto è stato conseguito a Padova 88,50. I primi 100 classificati sono concentrati in 37 atenei. Gli atenei con il maggior numero di candidati tra i primi 100 sono: Bologna (15), Insubria (9), Napoli Federico II (6), Torino (6) e Catania (6), Bergamo (5) e Milano (5).

*fonte: nota stampa del MUR

No Comments
Comunicati

Cultura, didattica, ricerca e relazioni: cosa aspettarci dal futuro post-Covid?

Fare i conti con la paura, avere il coraggio di fermarsi a riflettere, scegliere il proprio cammino di crescita culturale, riconoscere le responsabilità accademiche e sociali degli atenei italiani in questo periodo di trasformazioni, sia del contesto in cui viviamo sia dei nostri valori.

Quale sarà il futuro dell’ambiente formativo, culturale e delle relazioni sociali in questo nuovo mondo che lentamente sta avvicinandosi – si spera – al post-Covid?

Questa la grande domanda a cui i Rettori dell’Università degli Studi di Bergamo, Remo Morzenti Pellegrini, e della Libera Università di Lingue e Comunicazione – IULM di Milano, Gianni Canova, originari entrambi della alta Val Seriana, cercheranno di dare risposta in un incontro pubblico in programma giovedì 27 agosto alle ore 20.45 presso la Piazza principale di Bratto (Castione della Presolana) dal titolo “Come e in cosa ci ha cambiato il Covid19 nelle nuove sfide della società della conoscenza”.

L’appuntamento, introdotto e moderato da Alberto Ceresoli, Direttore de l’Eco di Bergamo, sarà l’occasione per invitare gli ospiti a una riflessione sul “tempo sospeso” vissuto negli ultimi mesi, in cui l’Università, in particolare, è stata chiamata a trovare un nuovo modo di perseguire la propria missione nonché gestire il nuovo rapporto a distanza instaurato con gli studenti.

In caso di maltempo l’evento si terrà presso il Cinema degli Abeti di Bratto.

Iniziativa organizzata dall’Unità Pastorale della Presolana e Visit Presolana.

No Comments
Scienza e Tecnologia

Ricercatori Unibg al lavoro contro Covid-19

Con l’entrata in vigore del DPCM del 9 marzo, che ha esteso a tutta Italia le misure di contenimento del COVID-19, l’Università degli studi di Bergamo ha dato il via a significativi progetti di ricerca con uno sforzo senza precedenti da parte di molti suoi docenti e ricercatori. La Ricerca sta infatti giocando un ruolo fondamentale in questo momento di emergenza sanitaria.

Dopo la pubblicazione sul Lancet, dello studio condotto in collaborazione tra il Dipartimento di Ingegneria biomedica e l’Istituto Mario Negri sull’andamento del trend dei contagi e  il trend dei pazienti bisognosi di terapia intensiva (la pubblicazione a questo link: https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)30627-9/fulltext), venerdì 3 aprile, in occasione della giornata dedicata alla Notte europea della geografia, la prof.ssa di geografia Emanuela Casti, direttore del Centro studi sul territorio e responsabile del laboratorio cartografico Diathesis, interverrà al webinar dal titolo “Questa Terra, questo virus: fare, pensare e insegnare geografia” organizzato dal coordinamento dei Sodalizi geografici italiani (SoGeI)  per contribuire a dare una risposta sul perché la diffusione del contagio ha assunto le attuali proporzioni nel territorio bergamasco. Utilizzando le banche dati prodotte negli anni sugli aspetti socio-territoriali e innovativi sistemi cartografici web, i ricercatori stanno mettendo in rapporto gli aspetti territoriali (distribuzione della popolazione, composizione per fasce di età, varie forme di mobilità, organizzazione del lavoro, inquinamento) con quelli resi pubblici dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità. Stanno emergendo risultati inediti come le differenti età dei contagiati a seconda della Regione, la diversità distributiva in base alla tipologia del dato (reale o percentuale) e alcune implicazioni socio-territoriali quando la percentuale del contagio è rapportata al numero dei residenti.

Uno studio che va ad aggiungersi al lavoro svolto nelle ultime settimane da un gruppo di economisti che vede lavorare insieme l’Ateneo di Bergamo con l’Università La Sapienza di Roma, l’Università di Catania, il CNRS e la Bocconi di Milano (la pubblicazione a questo link https://voxeu.org/article/cross-country-correlation-analysis-research-covid-19 ).  I ricercatori, tra cui il docente di economia dell’ateneo bergamasco Paolo Buonanno, hanno indagato sul perché i contagi e il tasso di mortalità italiano rappresentassero un unicum nel panorama europeo. Molte spiegazioni, trattate anche dalla stampa italiana, facevano riferimento alla struttura familiare italiana (molti giovani adulti e anziani vivono in famiglia) o al fatto che gli italiani abbiano un rispetto più basso delle norme (tra cui anche della quarantena). La maggior parte di queste (frettolose) analisi confronta dati tra diversi Paesi che sono ad uno stadio diverso della diffusione e che hanno metodologie di rilevazione dei deceduti differenti (con o per coronavirus?). Un’analisi equivalente condotta sulle sole regioni italiane ribalta i risultati mostrando come in assenza di dati affidabili e confrontabili sia arbitrario e dannoso cercare di trovare spiegazioni ad un fenomeno molto complesso. È necessario mobilitare studiosi con esperienza nella valutazione delle politiche pubbliche, nell’analisi delle reti e nell’epidemiologia per comprendere le complesse dinamiche alla base dell’epidemia e valutare l’efficacia delle politiche alternative. Per fare ciò, è fondamentale armonizzare i dati e le metodologie di raccolta dei dati sui decessi, almeno in tutti i Paesi europei. Ove possibile, tutti i microdati disponibili sull’esito di test, decessi e pazienti ospedalizzati dovrebbero essere resi pubblici.  Uno studio che sottolinea quanto il disastro globale richieda uno sforzo senza precedenti da parte della comunità accademica. È necessario muoversi rapidamente con la consapevolezza del di suggerire raccomandazioni politiche inefficaci che, in un periodo di crisi, possono comportare costi più elevati rispetto ai benefici.

«Possiamo essere orgogliosi di come, a maggior ragione in questo momento di emergenza, il nostro Ateneo stia mettendo le proprie competenze al servizio del Paese, lavorando in modo sinergico con le istituzioni, gli istituti di ricerca, le imprese. Ringrazio in modo particolare tutti i colleghi che con dedizione lavorano senza sosta anche su questo fronte» sottolinea il Rettore dell’Università degli studi di Bergamo, Remo Morzenti Pellegrini.

Infine, insieme ad Earthquake Network, il dipartimento di ingegneria gestionale, dell’informazione e della produzione, promuove un’indagine pilota sulla mobilità ed il rischio contagio con particolare riferimento alla Val Seriana, zona tra le più colpite dalla pandemia di COVID-19 nella bergamasca. A tal fine, l’Università chiede a chi abita nei comuni della Val Seriana di installare la app Rilevatore Terremoto visitando il sito (www.sismo.app) o scaricandola dagli store Android e iOS. Dal 2012, l’app aiuta gli italiani nelle emergenze terremoto inviando allerte in tempo reale.  Francesco Finazzi, docente di ingegneria e capo del progetto di ricerca insieme al collega Alessandro Fassò, sottolinea che lo studio vuole essere d’aiuto alle popolazioni coinvolte dall’emergenza COVID-19 monitorando la mobilità delle persone in forma anonima al fine di valutare il rischio di contagio e fornire informazioni utili alla collettività. Installando l’app si partecipa all’indagine pilota la quale verrà condotta da oggi fino al termine del 2020.

No Comments
News

Università di Bergamo: il presidente Mattarella telefona al Rettore

Bravi, forza e coraggio. Siete l’emblema di questa unica possibilità di collegamento a distanza”. Queste le parole in sintesi della telefonata di oggi pomeriggio, venerdì 20 marzo, del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella al Rettore dell’Università degli Studi di Bergamo, Remo Morzenti Pellegrini, per esprimere la sua vicinanza all’Università, alla Città e alla Provincia di Bergamo, fortemente colpita dall’emergenza Covid-19 e per ringraziare Docenti, personale e studenti del grande impegno di queste ultime settimane.

“Ho ricevuto quest’oggi una chiamata dal Presidente Sergio Mattarella – spiega commosso il Rettore Morzenti Pellegrini – che ha voluto esprimere la sua vicinanza alla nostra Università e alla nostra Città in questo difficile momento. Mi ha pregato di ringraziare tutti i Docenti e studenti impegnati in queste settimane nella didattica online, che stiamo sperimentando per la prima volta e che oggi è l’unica modalità per permettere la continuità della didattica. Sono molto orgoglioso del grande lavoro che i nostri Docenti stanno facendo per trasmettere non solo conoscenze e insegnamenti ma anche un messaggio di speranza a tutti i nostri giovani. E sono ammirato dai continui messaggi di vicinanza da parte dei nostri studenti che mi esprimono di continuo gratitudine e coraggio”.

Il Presidente Mattarella, perfettamente a conoscenza delle iniziative promosse dall’Ateneo per continuare la didattica, ha chiesto un parere sulle lezioni a distanza, e ha definito l’Università di Bergamo “un baluardo dell’istruzione universitaria”, un esempio da seguire e imitare, per permettere a tutti gli studenti del nostro Paese di affrontare con maggiore serenità e normalità questa emergenza. Al Presidente, ha fatto eco nel pomeriggio anche il Ministro dell’Università e Ricerca, Gaetano Manfredi, e in questi giorni, sono arrivate al Rettore Morzenti Pellegrini numerose partecipazioni di solidarietà da tutti i Rettori italiani, nonché dai numerosi partner stranieri dell’Università, dai loro rettori e docenti che hanno voluto esprimere supporto e vicinanza alla nostra Università e alla nostra terra.

Oggi, il 98% degli insegnamenti è online, con grande partecipazione degli studenti. Commovente il caso di Luigi, uno studente di Scienze della Comunicazione, colpito profondamente insieme alla sua famiglia dal Coronavirus, che con dedizione, impegno e sacrificio sta continuando a frequentare assiduamente – online – le lezioni. A tutti il Rettore invia quotidianamente “un abbraccio… a un metro di distanza”.

Per informazioni: www.unibg.it

No Comments
Eventi

L’Università degli studi di Bergamo per Dante 2021

Dante torna a Bergamo: da giovedì 13 febbraio a giovedì 19 marzo 2020 sei incontri gratuiti dedicati a sei canti selezionati della Divina Commedia.

Un percorso organizzato dall’Università degli studi di Bergamo in collaborazione con il Comitato di Bergamo della Società Dante Alighieri che fa parte del più ampio progetto UniBg per Dante 2021, diretto dal rettore dell’Università degli studi di Bergamo, Remo Morzenti Pellegrini, e coordinato dai professori Luca Carlo Rossi e Marco Sirtori.

Le letture, che prevedono un momento di introduzione e di esegesi e la lettura del canto a cura di relatori provenienti da diverse università italiane, si terranno nelle sei diverse sedi dell’università ogni giovedì alle ore 17.30.

Per il primo incontro del 13 febbraio Marco Sirtori e Thomas Persico si occuperanno di Inferno XIII (sede di via Salvecchio, aula 3), con letture a cura di Aide Bosio. I giovedì successivi sarà il turno di Riccardo Rao (Inferno XXXIII, sede di via Dei Caniana, sala Bertocchi), Giuseppe Noto (Purgatorio III, sede di piazza Rosate, aula 4), Matilde Dillon Wanke (Purgatorio V, sede di Dalmine, aula A203), Concetto Del Popolo (Paradiso XXIV, sede di Pignolo, aula 8) e, per la chiusura di giovedì 19 marzo, Mirko Volpi (Paradiso XXXIII, sede di Sant’Agostino, sala conferenze), accompagnati dalle letture di Aide Bosio e di Angiola Magni.

No Comments
Comunicati Eventi

Unibg: conferito il titolo di Professore Emerito a Maurizio Gotti e Antonio Perdichizzi

Il rettore dell’Università degli studi di Bergamo, Remo Morzenti Pellegrini, ha conferito il titolo di “Professore Emerito” ai docenti Maurizio Gotti e Antonio Perdichizzi durante la cerimonia tenutasi in Aula Magna nel pomeriggio di giovedì 6 febbraio alla presenza dei presidi di facoltà e dei direttori dei dipartimenti di Lingue, culture e letterature straniere e di Ingegneria e scienze applicate.

«Il titolo di Professore Emerito – ha dichiarato il rettoreè un riconoscimento ministeriale prestigioso che non solo onora ufficialmente la carriera e l’apporto professionale dei colleghi, omaggiandoli di un titolo distintivo che certifica i loro meriti, ma traccia anche la storia della nostra università».

I professori possono essere considerati la memoria viva dell’Ateneo avendolo visto crescere dall’inizio. Gotti, tra i primi laureati a Bergamo nel 1972, è diventato ricercatore e poi, dopo varie esperienze in altri atenei, è tornato all’Università di Bergamo come professore ordinario nel 1996. Perdichizzi invece si è laureato al Politecnico di Milano, dove ha iniziato la sua carriera accademica, proseguita poi all’Università di Brescia per giungere a Bergamo, in qualità di professore ordinario, nel 1990.

Importante il contributo dei docenti emeriti alla promozione della ricerca scientifico-tecnologica e dei rapporti internazionali per i settori di loro competenza: gli studi linguistici sulle varie strategie discorsive di Gotti e gli studi aerodinamici, termici e sulle energie rinnovabili di Perdichizzi,

Il tratto che li accomuna, come evidenziato dal rettore, è la grande capacità di scambio che hanno avuto con i loro studenti, “aprendoli alla vita”. «I professori Gotti e Perdichizzi sono “emeriti” proprio per questo: oggi riconosciamo loro il “merito” di aver saputo compiere la loro missione universitaria nel migliore dei modi possibili, ma soprattutto di aver saputo condividere, ricevere e restituire i saperi con passione e con attenzione alle persone e alle loro diverse esistenze. Spero che siano di esempio a molti giovani: l’obiettivo per le nuove generazioni, ma anche per tutti noi, è quello di scoprire e alimentare i propri talenti (qualunque essi siano), per metterli poi al servizio della società intera» ha concluso il rettore che, per la seconda volta nel suo mandato assegna questo titolo (nel 2017 è toccato ai prof. Gianfranco Gambarelli e Marco Masini).

No Comments
News

L’Università degli Studi di Bergamo consegna il dottorato ad honorem alla Senatrice a vita Liliana Segre

È la Storia, nel senso più ampio e al tempo stesso inossidabile del termine, a essere stata protagonista dell’inaugurazione del nuovo anno accademico dell’Università degli studi di Bergamo. Questa mattina, alla presenza del rettore Remo Morzenti Pellegrini, delle massime autorità istituzionali, dei rettori delle università ospiti, del corpo docente e di centinaia di studenti e cittadini, con un lungo e potente applauso da parte del pubblico in piedi in aula magna per renderle omaggio, è stata consegnato il Dottorato Honoris Causa in Studi Umanistici Transculturali a una persona che della Storia è testimone diretta: la senatrice a vita, Liliana Segre, che a margine della cerimonia ha incontrato personalmente gli studenti dell’Università e delle scuole presenti.

Sopravvissuta all’Olocausto, Liliana Segre, 89 anni, ha raccontato la drammatica esperienza vissuta: dall’applicazione delle prime leggi razziste che l’hanno vista esclusa dalla scuola a soli 8 anni, alle persecuzioni nazi-fasciste che l’hanno costretta a dividersi dalla sua famiglia, fino alle deportazioni e al più terribile dei capitoli: il campo di sterminio di Birkenau, i lavori forzati, l’indicibile “soluzione finale” e la marcia della morte. «Ho passato anni a chiedere il perché di tutto quell’orrore, ma non ho mai ricevuto una risposta. Ricordo, però, tanta indifferenza. Indifferenza e silenzio. L’Europa era indifferente. Le persone intorno a noi erano indifferenti. Solo pochi sceglievano di aiutarci, mettendo a rischio la propria vita. Così oggi, ringraziando l’Università di Bergamo per questo riconoscimento, mi chiedo: che futuro ci sarà per la memoria? Io non ho meriti, sono solo una testimone che vi parla da nonna. E da nonna vi dico: non dimenticate la Storia. È tutto ciò che può permetterci di essere consapevoli e dunque di sceglie da che parte stare. Io, nonostante tutto, ho scelto di essere una donna di pace. Una donna che non perdona e non dimentica, ma che ha scelto di non odiare» – ha dichiarato la senatrice a vita Liliana Segre ricevendo il dottorato Honoris Causa.

Al suo fianco, il rettore Remo Morzenti Pellegrini che le ha consegnato il simbolo dell’Ateneo: una medaglia che ritrae una veduta ideale della città tratta da una moneta coniata dalla zecca bergamasca nel XIII secolo. Nella sua prolusione, consegnandole il riconoscimento, il rettore ha ricordato: «L’indifferenza “mortale” – quella cioè che uccide la nostra capacità di indignazione e, in parallelo, provoca sfaldature irreparabili nei rapporti umani – è proprio ciò contro cui combatte la Senatrice Segre: non dobbiamo dimenticarlo mai. La Sua lotta all’indifferenza riguarda tutti noi: le Università sono luoghi in cui formare coscienze critiche, laboratori di nuove narrazioni e nuove resistenze. Qui si produce conoscenza umanistica e scientifica, favorendo lo scambio di opinioni, esperienze, gesti di condivisione. Per questo, sarebbe forse meglio definire Liliana Segre “senatrice della vita”, vista la sua infaticabile, direi quasi incredibile, volontà di promuovere pubblicamente l’amore per la vita – qualunque forma questa vita possa assumere –, insieme al coraggio delle idee pacifiche e al biasimo dell’indifferenza».

Il rettore ha quindi tracciato il quadro attuale dell’Ateneo, condividendo con la comunità i risultati raggiunti e i progetti in divenire: considerata la crescita esponenziale degli immatricolati (circa 9.000), sono state aumentate le aule in dotazione, arrivando a un totale di circa 9.250 posti a disposizione degli studenti. Sono in corso i lavori di ristrutturazione dell’ex centrale Enel a Dalmine, con in previsione la costruzione di un nuovo edificio che amplierà gli ambienti dedicati ai quasi 5.000 studenti di Ingegneria. Allo stesso modo, il polo economico-giuridico potrà giovarsi, in un prossimo futuro, degli spazi di un nuovo edificio di circa 1500 mq in via Fratelli Calvi. Per il polo umanistico, inizieranno a breve le operazioni di completamento del recupero del complesso di S. Agostino, con il restauro e la modifica funzionale del Chiostro minore, con più spazi alla Biblioteca umanistica e alle Scuole di dottorato; nel 2020, in collaborazione con il Comune, saranno conclusi i restauri delle cappelle nell’Aula magna e proseguiranno anche i lavori per mettere a disposizione più alloggi residenziali.

UniBG, che ha da poco compiuto 50 anni, conta infatti 24mila iscritti, con un forte incremento degli stranieri (in crescita del 74,5%). L’Università di Bergamo attira molti studenti fuori sede, sia italiani sia stranieri (il 45% circa di iscritti da fuori provincia e il 7% di cittadini stranieri) e ha in essere sempre più progetti di collaborazione internazionali: nell’ultimo anno accademico sono stati sottoscritti 28 nuovi accordi internazionali, di cui l’ultimo proprio questa mattina con la Kyungppook National University della Corea del Sud.  L’80% dei laureati trova lavoro entro l’anno dalla laurea e sono sempre più numerosi i progetti internazionali avviati. Nel campo della ricerca, l’Ateneo ha investito 5 milioni di euro, attivando, dal 2015 ad oggi, progetti a carattere nazionale (26), regionale (25) e internazionale (29) con l’obiettivo di incentivare il lavoro degli studiosi e dei ricercatori riconosciuti sia in Italia sia all’estero. L’Università ha, inoltre, depositato 36 brevetti, attivato 11 spin off e 31 start-up così da veicolare la creatività e le energie dei giovani talenti nella concretizzazione di progetti tanto innovativi quanto necessari.

A omaggiare la senatrice Segre è stato quindi il Coordinatore del Dottorato in Studi umanistici transculturali, prof. Franco Giudice, dichiarando: «Il conferimento del titolo di Dottore di ricerca in Studi umanistici transculturali vuole rappresentare un ulteriore e sentito riconoscimento non solo per le pubblicazioni in cui Liliana Segre ha fornito la sua preziosa testimonianza per la ricostruzione storica della Shoah, che è comunque un solido baluardo a ogni forma di revisionismo o di negazionismo, ma anche, anzi soprattutto, per l’attività svolta nella promozione della consapevolezza diffusa dei temi della tutela e del riconoscimento dei diritti fondamentali e inalienabili degli individui».

Quello alla Senatrice Segre è il secondo dottorato honoris causa assegnato dall’Ateneo bergamasco: l’anno scorso, durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico, è stato conferito all’economista francese vincitore del premio Nobel per l’economia nel 2014, prof. Jean Tirole.

E a plaudere al riconoscimento sono stati anche gli studenti che si sono espressi attraverso la Presidente della Consulta, Claudia Mema: «Come Consulta degli studenti, siamo onorati che L’Università degli studi di Bergamo conferisca alla Senatrice Liliana Segre il Dottorato di ricerca honoris causa in Studi Umanistici Transculturali, a nome di tutti gli studenti e corpo docenti. In questa occasione speciale, vogliamo sottolineare come l’Ateneo abbia e debba avere sempre di più lo sguardo rivolto verso “l’apertura” e la “memoria”, elementi fondamentali in una società caratterizzata dalla complessità e dalla fragilità. L’Ateneo deve essere in grado di comunicare all’esterno il proprio lavoro, per permettere alla comunità una continua crescita, rendendo i cittadini protagonisti del processo di studio e ricerca che l’Università svolge. Auguriamo quindi un buon anno accademico a tutti».

Altrettanto coinvolto il personale tecnico amministrativo dell’Ateneo che, con l’intervento di Maria Fernanda Croce, ha portato all’attenzione del rettore, l’esigenza di investire sempre di più «nella qualità e nella sostenibilità dei processi affinché lo sviluppo dell’offerta formativa e il conseguente incremento studentesco siano accompagnati da un adeguato sviluppo delle risorse umane e degli spazi a disposizione». È stato quindi sottolineato come sia stata potenziata la centralità degli studenti anche attraverso l’introduzione della loro rappresentanza nei consigli di corso di studio e nel Presidio della Qualità. La governance politica di ateneo ha inoltre indirizzato tutti gli sforzi per ottenere a livello normativo e di programmazione nazionale gli strumenti e gli spazi di manovra per poter attuare un Piano straordinario triennale di reclutamento del personale che va oltre gli stringenti limiti del turnover con l’inserimento di energie nuove e profili professionali non presenti nell’attuale organico. Il tutto, con l’auspicio di poter attivare un percorso formativo a medio-lungo termine tanto per le competenze tecniche che per quelle comportamentali. Infine, è stata ribadita l’esigenza dell’adeguamento degli spazi a servizio della didattica e per il comparto amministrativo. Negli ultimi 12 mesi sono state assunte, per il personale tecnico-amministrativo, 20 nuove figure di impiegati a tempo indeterminato e 4 a tempo determinato; dal punto di vista della docenza, sono stati reclutati 49 studiosi tra professori e ricercatori.

La comunità accademica ha infine ringraziato le autorità presenti alla cerimonia: viceministro del Miur On. Anna Ascani, prefetto di Bergamo Elisabetta Margiacchi, Sindaco di Bergamo Giorgio Gori, Senatrice a vita Elena Cattaneo, Ass. all’autonomia e cultura di RL Stefano Bruno Galli, Presidente della Provincia di Bergamo Gianfranco Gafforelli, Vescovo di Bergamo Francesco Beschi, Generale della Guardia di Finanza Carlo Ricozzi, Senatrice Alessandra Maria Gallone, On. Maurizio Martina, On. Elena Carnevali, On. Rebecca Frassini, On. Guia Termini, On. Alberto Ribolla, Ass. alle infrastrutture, trasporti, mobilità sostenibile di RL Claudia Maria Terzi, Generale di Brigata Bonifacio Bertetti, Colonnello Paolo Storoni, Comandante provinciale dei vigili del fuoco di Bergamo Calogero Turturici, Colonnello Mario Salerno, Questore di Bergamo Maurizio Auriemma, Procuratore aggiunto della procura di Bergamo Maria Cristina Rota, Direttrice della Casa Circondariale di Bergamo Teresa Mazzotta, Dirigente Ufficio scolastico territoriale di Bergamo Patrizia Graziani, Segretario generale della camera di commercio di Bergamo Maria Paola Esposito, Gip del Tribunale di Bergamo Maria Luisa Mazzola, consiglieri regionali, sindaci della provincia di Bergamo e tutte le autorità civili, militari e religiose presenti.

 

UNIBG IN NUMERI

L’Università degli Studi di Bergamo nel 2018 ha compiuto i suoi primi 50 anni, distinguendosi per essere un Ateneo in crescita, capace di rispondere alle sfide della modernità e di attrarre studenti stranieri, con un’offerta formativa forte e variegata. In particolare, gli studenti iscritti per l’anno accademico 2019/2020 sono 24mila, il 45% circa di iscritti da fuori provincia e il 7% di cittadini stranieri. L’offerta formativa comprende: 14 corsi di Laurea triennale, 23 corsi di Laurea magistrale, 2 corsi di Laurea a ciclo unico, 15 master di primo livello, 7 master di secondo livello e 7 corsi di dottorato.

L’80% dei laureati trova lavoro entro l’anno dalla laurea e sono in crescita gli accordi di collaborazione siglati a livello internazionale, attualmente sono 329 con 10 corsi di laurea magistrali in inglese.

 

No Comments
Eventi

Liliana Segre “Contro l’odio” all’Università degli Studi di Bergamo

Si terrà venerdì 29 novembre alle ore 11.30 presso l’Aula Magna dell’Università degli studi di Bergamo (Piazzale Sant’Agostino 2) la cerimonia d’inaugurazione dell’anno accademico 2019/2020 alla presenza delle massime autorità cittadine, dei Rettori delle Università ospiti e della Senatrice a vita Liliana Segre, a cui, in tale occasione, sarà conferito il dottorato honoris causa.

Dopo l’ingresso di Rettore, Prorettori, Presidi di Dipartimento, Rettori italiani e stranieri ospiti in corteo accademico sulle note dall’Inno d’Italia, si terranno la prolusione del Rettore Remo Morzenti Pellegrini e gli interventi dei rappresentanti degli studenti e del personale tecnico-amministrativo. Un intermezzo musicale eseguito da coro e orchestra del Conservatorio “Gaetano Donizetti” di Bergamo introdurrà la Laudatio della Senatrice Liliana Segre a cura del Coordinatore del dottorato di ricerca in studi umanistici transculturali, Franco Giudice, a cui farà seguito la Lectio magistralis della Senatrice dal titolo “Contro l’odio”.

Sarà la prima occasione pubblica nella quale la Senatrice a vita parlerà della sua ultima battaglia “contro l’odio”. La cerimonia del 29 novembre nell’Aula Magna dell’Ateneo di Bergamo, antico luogo di quiete e meditazione, sarà trasmessa in streaming dal sito dell’Università www.unibg.it

No Comments
Senza categoria

La prima laurea in apprendistato all’Università degli Studi di Bergamo

Un piano personalizzato le ha dato l’opportunità di raggiungere la laurea ottenendo un’alta formazione da applicare nel suo lavoro, necessaria per rivestire ruoli professionali più specifici e specializzati. Venerdì 15 novembre, Irene Poloni, 22 anni, sarà la prima studentessa dell’Università degli studi di Bergamo, a laurearsi attraverso un percorso di apprendistato di III livello, istituito dall’Università degli Studi di Bergamo in accordo con Confcooperative, nel corso di studi triennale di Scienze dell’Educazione, dipartimento di Scienze Umane e Sociali.  Un accordo, tra i primi in Italia, basato su un contratto di lavoro a tempo indeterminato finalizzato alla formazione e all’occupazione dei giovani che consente di conseguire un titolo di studio e contemporaneamente essere regolarmente assunti da un’impresa con la qualifica professionale che sarà acquisita attraverso il titolo.

«Attualmente abbiamo attivi dieci percorsi di laurea triennale in apprendistato nel corso di laurea in Scienze dell’educazione del Dipartimento di scienze umane e sociali e uno nel corso di laurea in Economia aziendale del Dipartimento di Scienze aziendali, economiche e metodi quantitativi. Il percorso in apprendistato è un ulteriore orizzonte aperto dall’Ateneo grazie a un rapporto costruttivo con il territorio, in questo caso con Confcooperative e le sue realtà aziendali commenta il Rettore, Remo Morzenti Pellegrini -. Questi percorsi arricchiscono le esperienze all’interno di UniBg e allo stesso tempo garantiscono alle aziende del territorio le competenze di cui hanno bisogno, grazie a un confronto costante. Le mie congratulazioni alla giovane neolaureata e a tutti i suoi e a tutti i 194 neodottori di questa sessione».

“L’ambientamento guidato dal genitore. Uno studio di caso al nido” è il titolo del project-work che porta Irene Poloni alla laurea dopo aver sostenuto tutti gli esami. Un obiettivo raggiunto tramite una costante integrazione tra il mondo del lavoro e i contenuti del percorso di studi. Con la guida della tutor aziendale Emanuela Bertocchi, coordinatrice dei nidi d’infanzia gestiti dalla cooperativa La Fenice di Albino, e della tutor accademica, professoressa Evelina Scaglia, docente di Pedagogia dell’Università di Bergamo, la studentessa e lavoratrice, ha potuto confrontarsi, come apprendista nel nido d’infanzia Pinocchio di Leffe, con la sperimentazione di una modalità innovativa di ambientamento al nido nata in Svezia, caratterizzata dal ruolo dei genitori, che devono essere protagonisti, secondo i principi pedagogici formulati da Maria Montessori ed Elinor Goldschmied.

«Mi sono diplomata nel 2016 come operatore sociosanitario – commenta la studentessa neolaureata, iscritta al corso di laurea Magistrale in Scienze Pedagogiche – Il percorso in apprendistato mi ha dato la grande occasione di approfondire al meglio le caratteristiche e le complessità del mondo del lavoro in cui ho deciso di inserirmi, e di raggiungere un livello di competenze adeguato per affrontarlo al meglio».

«La specificità di questi percorsi riguarda il fatto che gli studenti possono integrare studio e lavoro seguendo un piano formativo personalizzato nel quale sono indicate le attività didattiche da svolgere in Università e i compiti da affrontare nel contesto lavorativo al fine di maturare le competenze attese al termine del percorso – spiega Marco Lazzari, direttore del dipartimento di Scienze umane e sociali -. I percorsi sono caratterizzati da un’elevata personalizzazione che consente di porre al centro gli interessi e le potenzialità dell’apprendista. Si crea così la possibilità di conseguire un titolo di studio di alta formazione anticipando i tempi di ingresso nel mercato del lavoro, sviluppando competenze professionali per svolgere una professione specifica».

Le aziende che assumono apprendisti di III livello possono beneficiare di agevolazioni contributive e fiscali e hanno il vantaggio di poter progettare con l’Università il percorso formativo dell’apprendista, anche in funzione degli specifici fabbisogni di competenze dell’azienda stessa. «La circolarità formativa conclude Lazzariè uno dei principali temi della nostra riflessione pedagogica ed è venuto naturale metterlo in pratica con percorsi di alternanza come quelli dell’apprendistato di III livello».

No Comments
Comunicati

Bilancio positivo per l’Università degli Studi di Bergamo in Giappone

Un bilancio più che positivo per l’Università degli studi di Bergamo in Giappone per 7 giorni insieme ad altre 19 università italiane per valutare scambi e accordi di collaborazione.

Il Rettore Remo Morzenti Pellegrini e il Prorettore all’Internazionalizzazione Matteo Kalchschmidt, alla guida della missione che ha coinvolto 20 università italiane, hanno presentato il sistema di alta formazione e ricerca italiano e l’ateneo bergamasco al Salone Studiare in Italia, organizzato dall’Istituto di Cultura Italiana in Giappone e dell’ambasciata italiana a Tokyo dal 9 all’11 novembre, presentando agli studenti giapponesi l’offerta formativa dedicata agli stranieri e rispondendo a un forte interesse espresso nel corso della tavola rotonda conclusiva della missione, sulla cooperazione internazionale e le politiche di scambio di competenze e studenti, aperta dall’ambasciatore italiano in Giappone, Carlo Starace, e dal direttore dell’istituto di cultura italiana in Giappone, Paolo Calvetti.

Stiamo progettando il futuro dell’Università attraverso ponti di collaborazione concreti e straordinari. Abbiamo sottoscritto accordi di collaborazione didattico-scientifica con tre atenei giapponesi: Aoyama Gakuin University e Kanagawa University a Tokyo, Kwansei Gakuin University, nel Kwansei, perché vogliamo far diventare Bergamo un ateneo globale, che offra alle ambizioni dei nostri giovani opportunità di studio coerenti con i loro talenti” sottolinea il Rettore Remo Morzenti Pellegrini.

A partire dal prossimo anno accademico quindi studenti e docenti dei Dipartimenti di Giurisprudenza, Scienze Umane e Sociali, Economia, Scienze dell’Educazione, Lingue e Ingegneria saranno il ponte culturale-scientifico tra Italia e Giappone.

Accordi che vanno ad ampliare l’offerta “nipponica” che vede partnership ormai consolidate con Ritsumeikan University (Kyoto), Kyoto Institute of Technology, Nihon University College of Engineering (Koriyama) e Tokyo Metropolitan University.

A chiusura della missione, il ricevimento della delegazione italo-nipponica presso l’ambasciata italiana a Tokyo dove l’ambasciatore Starace ha presentato, attraverso una delegazione di Confindustria, il sistema delle imprese italiane dei settori agro-alimentare, fashion e design presenti in questi giorni a Tokyo per un evento internazionale.

No Comments
Comunicati

L’Università degli Studi di Bergamo incontra il Presidente della Repubblica al Kilometro Rosso

L’Università degli studi di Bergamo ha accolto con orgoglio, durante la visita di giovedì 24 ottobre, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Kilometro Rosso, negli spazi che ospitano il laboratorio di meccatronica. Nel 2016 il Capo dello Stato era già stato ospite dell’Università, per l’inaugurazione dell’Anno accademico.

In occasione dei “Giorni della ricerca” è stato Galileo Galilei, padre della scienza moderna, uno dei protagonisti della visita al parco scientifico-tecnologico. Infatti, il Rettore Remo Morzenti Pellegrini, insieme ai docenti di Storia delle rivoluzioni scientifiche, Franco Giudice e Salvatore Ricciardo, ha raccontato al Presidente della Repubblica la scoperta, avvenuta ad agosto del 2018, della prima delle celebri Lettere Copernicane, scritta il 21 dicembre 1613 da Galileo a Benedetto Castelli. A fianco del Rettore anche il prof. Sabino Cassese, giurista, accademico e giudice emerito della Corte Costituzionale, in mattinata in Aula Magna per la tavola rotonda «Un mondo di significati dietro le parole giuridiche». Una presenza a testimonianza dell’impegno dell’Ateneo nella riflessione con esponenti di diversi ambiti scientifici e culturali a favore del sapere civile.

«È stato un onore potere condividere con il Presidente della Repubblica il valore di questa scoperta che ha dato il via a nuove domande e quindi a nuove ricerche. Invitiamo sempre gli studenti ad essere curiosi e non smettere mai di cercare: non esiste “serendipity” senza la voglia di sapere» ha sottolineato il Rettore Remo Morzenti Pellegrini.

La lettera, considerata irrimediabilmente perduta, è stata trovata nella Royal Society Library di Londra dal ricercatore dell’Università di Bergamo Salvatore Ricciardo, sul posto in quanto assegnista di ricerca del PRIN (Progetto di rilevante interesse nazionale) «La scienza e il mito di Galileo in Europa tra il XVII e il XIX secolo», finanziato dal MIUR e che coinvolge diverse università italiane.

Ricciardo si è affrettato a inviarne una riproduzione fotografica a Franco Giudice, docente dell’Università degli studi di Bergamo, e a Michele Camerota, docente dell’Università di Cagliari, responsabili delle unità locali del progetto. Dopo accurati controlli, anche di tipo grafologico, i tre studiosi hanno autenticato la lettera della Royal Society Library, riconoscendone la mano di Galileo. Nel documento epistolare, che costò allo scienziato l’accusa di eresia, Galileo espone per la prima volta la propria visione dei rapporti tra scienza e religione, rivendicando la piena autonomia della ricerca scientifica dalla teologia, e difende il sistema copernicano dalle accuse di inconciliabilità con la Sacra Scrittura.

Il ritrovamento dell’autografo è di estrema importanza in quanto obbliga a riconsiderare la storia dell’immediata ricezione della lettera e la funzione decisiva nel motivare le autorità ecclesiastiche ad assumere un atteggiamento di risoluta opposizione nei confronti delle idee galileiane.

I dettagli dello studio storico sull’autografo della lettera a Castelli, che permette di rivalutare la ricostruzione fino ad oggi nota dei fatti che hanno portato all’abiura di Galilei, sono riportati nel libro “Galileo ritrovato” scritto da Camerota, Giudice e Ricciardo, che il Rettore, Remo Morzenti Pellegrini, ha consegnato in copia unica per il Presidente Mattarella insieme a una copia anastatica della lettera.

Al Capo dello Stato è stato inoltre espresso da parte dell’Ateneo anche l’auspicio che la lettera originale, insieme al telescopio conservato al Museo galileiano di Firenze, vengano esposti nel padiglione italiano all’Expo di Dubai 2020.

No Comments