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La casa di ringhiera e Sant’Ambroeus: la Milano che non cambia mai.

In occasione dell’approssimarsi della festività del Santo patrono di Milano, Immobiliare.it, sito leader settore, ha diffuso i dati di uno studio che analizza come sia cambiata la funzione e la fruizione della più tipica casa del capoluogo: la casa di ringhiera.
“Per le case di ringhiera milanesi il tempo sembra quasi non essere passato; questi immobili continuano a vivere ed esistere” afferma Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Gruppo Immobiliare.it “ in alcune zone di Milano, nella prima periferia e lungo i Navigli, sono stati sapientemente ristrutturati e sono molto richiesti da giovani coppie e single, che in queste case fanno amicizie e creano gruppi come accadeva cinquanta anni fa”
In totale oggi a Milano ci sono 70.000 case di ringhiera, di queste 3500 si trovano in vendita o in affitto sul web con prezzi molto diversi a seconda della zona in cui si trovano. Come affermato da Giordano, le aree attorno ai Navigli si sono trasformate in zone trendy e richiestissime, ma allontanandosi verso le aree a Nord di Milano, nella periferia più lontana, si osserva invece come la situazione degli immobili sia rimasta la stessa della città di “Rocco e i suoi fratelli”. Solo cambia il tipo di immigrazione: non più interna e alimentata da regioni come la Calabria, la Sicilia, la Puglia o la Sardegna, ma proveniente da Oriente o dai paesi del Nord Africa.
Secondo quanto rilevato dallo studio di Immobiliare.it , in queste zone della città le case di ringhiera non sono state quasi mai ristrutturate se non nelle aree private e, purtroppo, le aree comuni (i cortili, i ballatoi…) sono vittime dell’incuria e del degrado. Si tratta di immobili spesso dati in affitto e quindi meno curati o che sono stati oggetto di acquisto negli anni che hanno preceduto la crisi economica e che oggi faticano a essere rivalutati.
In virtù di queste modalità di sviluppo opposte, l’Ufficio Studi di Immobiliare.it ha rilevato come la forbice dei prezzi tra le case di ringhiera più alla moda e quelle più popolari sia davvero grande: si passa dal prezzo di vendita di oltre 4.000 euro al metro quadro per un immobile sui Navigli a poco meno di 2000 euro per una casa in periferia; la differenza si trova anche nelle quotazioni dell’affitto: oltre 1000 euro di canone mensile contro i 650 euro.
Per chi arrivava nella Milano di molti anni fa dal Sud Italia, le case di ringhiera offrivano un minor senso di isolamento e una possibilità di condivisione della quotidianità; il ballatoio era il fulcro della vita e il cortile, su cui ci esso si affacciava, l’indiscusso regno dei numerosi bambini. Le case di ringhiera si trovavano spesso in edifici di molti piani che arrivavano ad ospitare diverse decine di famiglie.
Le singole case si aprivano su un grande salone che vedeva lo svolgersi della giornata e che, sovente, la sera diventava camera da letto per i numerosi figli. Oltre alla sala, la struttura tipica della casa di ringhiera prevedeva un locale cucina, una camera matrimoniale, e, nei casi più fortunati, un bagno; molto spesso però anche questo era un locale condiviso con gli altri occupanti della ringhiera e si trovava proprio sui ballatoi o nei vani scala.

Ma se, negli anni del boom economico o in quelli immediatamente precedenti, la casa di ringhiera era una necessità e oggi invece una scelta, qual è l’identikit di chi vuole vivere in questo tipo di immobili nel 2010?

Lo studio di Immobiliare.it ha evidenziato che ad essere impegnati nella ricerca delle case di ringhiera popolari sono nel 52% dei casi cittadini stranieri, con un’anzianità lavorativa nel nostro Paese di 4-5 anni ed in cerca della loro prima casa; la maggior parte di loro ha meno di 32 anni (66% del campione) e ha intenzione di prendere casa in affitto.

Se si parla delle case di ringhiera più trendy, invece, sono ricercate soprattutto da cittadini italiani (86%) e visti i prezzi molto alti è quasi sempre preferito l’affitto (72%). Chi scegli e di vivere in una casa di ringhiera è generalmente molto giovane e solo nel 14% dei casi l’occupante di un immobile di questo tipo ha più di 40 anni.

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