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Calano le quotazioni delle seconde case e gli sconti crescono

Secondo le rilevazioni dell’Ufficio Studi di Immobiliare.it (www.immobiliare.it), nei primi 6 mesi del 2014 le quotazioni immobiliari delle seconde case nelle località turistiche hanno segnato una flessione media dei valori richiesti pari al -2,5%; queste svalutazioni non sono omogenee su tutta la penisola italiana ma, come per il mercato residenziale, sono più intense nelle zone meridionali: fra queste la Calabria e la Campania (-7,0%), la Sicilia e la Sardegna (-5,0%) e la Puglia (-4,0%) hanno fatto segnare i cali maggiori. Relativa stabilità si è riscontrata nella Riviera Romagnola (+0,2%), in Toscana (-0,2%) e Liguria (-0,4%). Unico trend positivo viene dall’Alto Adige, con un +2,8% rispetto all’anno precedente.

«Oggi è, in generale, un buon momento per comprare una seconda casa: l’offerta è sicuramente ampia e variegata, mentre la domanda resta ancora flebile, lasciando quindi buoni spazi di trattativahadichiarato Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Immobiliare.it. Assistiamo a ribassi anche superiori al 15% del prezzo richiesto inizialmente».

Dall’analisi delle richieste fatta da Immobiliare.it è emerso chiaramente come il mercato sia oggi legato principalmente ad una domanda di seconda casa non spinta da fini di investimento o messa a reddito – per via dell’inasprimento delle imposizioni fiscali legate all’utilizzo degli immobili per locazione – ma dalla volontà di acquistare e goderne direttamente.

Come variano, però, domanda, offerta e prezzi nelle diverse regioni italiane? Di seguito la sintesi di alcuni focus regionali condotti da Immobiliare.it.

Le seconde case in Liguria

In controtendenza con le dinamiche nazionali, in Liguria resiste ancora una percentuale di acquisti con obiettivo di messa a reddito e non di utilizzo come seconda casa: pur in forte flessione rispetto al passato, è valutabile nell’ordine del 15% della domanda. Qui la maggior parte delle richieste proviene da Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna: il taglio più cercato è il bilocale di 50-55 mq, magari con vista mare e posto auto, anche se non sempre le soluzioni con queste caratteristiche sono reperibili sul mercato o lo sono ad un premium price. Un buon usato costa in media 3.500-4.000€ al mq, con punte di 6.000€ al mq se l’immobile ha la vista mare; si cresce ovviamente cercando casa nelle cosiddette top location (Santa Margherita, Alassio etc.), dove si arriva anche a valori da 10.000-13.000€/mq. Gli immobili che costituiscono l’offerta di seconde case sono prevalentemente soluzioni degli anni ’60-’70 in buone condizioni esterne; interessante è anche l’offerta di appartamenti di nuova costruzione, a prezzi medi di 4.000-4.250€ al mq. Da segnalare anche la presenza di alberghi dismessi sul lungomare che potrebbero essere o recuperati in futuro e restituiti allo loro funzione ricettiva o trasformati in uso residenziale.

Le seconde case in Trentino Alto Adige

L’area montana esprime una crescita nella domanda grazie alla qualità costruttiva degli interventi e all’integrazione ambientale. Principali compratori delle seconde case qui sono Lombardi e Veneti, mentre la soluzione più richiesta è il bilocale in residence, con prezzi medi da 225.000€ a 265.000€.

Le seconde case in Lombardia

Nell’ultimo anno i lombardi sembrano avere riscoperto l’amore per la seconda casa in montagna e questo ha portato a notevoli incrementi di prezzo soprattutto in 3 località: Bormio, Livigno e Ponte di Legno. A Bormio, che riesce ad attirare anche gli amanti delle terme, gli importi richiesti da chi vende sono cresciuti anche del 7%; Ponte di Legno come Livigno hanno visto salire i prezzi in percentuali molto vicine al 4%. Per molti la casa in montagna non è più legata alla sola stagione invernale, ma sempre più spesso diventa meta anche per fine settimana o periodi estivi.

Le seconde case in Emilia Romagna

Pur avendo la regione una certa stabilità nei prezzi, l’indagine di Immobiliare.it ha registrato una diminuzione dell’1.6% nelle quotazioni immobiliari su Rimini. La disponibilità media di spesa, per chi decide di acquistare la seconda casa in questa regione, è di 100-150.000€. L’offerta immobiliare include appartamenti in residence degli anni ’70-’80 dove un buon usato costa dai 3.500 ai 4.300€ al mq. Il mercato immobiliare turistico vede protagonisti soprattutto acquirenti provenienti dell’Emilia (in particolare Modena, Bologna e Ferrara), ma è anche significativa la presenza lombarda e tedesca.

Le seconde case in Toscana

La costa toscana, soprattutto nella sua parte grossetana, è movimentata dalle compravendite di seconde case che vede protagonisti principalmente fiorentini, pratesi, senesi ed anche milanesi: investitori che scelgono le zone dell’Argentario o quelle immediatamente prossime ad esso per passare le vacanze. La tipologia più ricercata è il trilocale, possibilmente con posto auto. L’incremento dei prezzi nella zona di Orbetello è stato di poco inferiore al 3% e in questa zona un buon usato costa in media 4.000 € al mq, ma si raggiungono punte di 5.000-6.000€ al mq per le zone fronte mare. Se ci si sposta lontano dal mare e oltre l’Aurelia, le quotazioni scendono a 3.200€ al mq per un buon usato.

Le seconde case nel Lazio

A cercare la casa per le vacanze lungo la costa laziale sono acquirenti che arrivano da Roma, da Frosinone e dalla Campania, in particolare Caserta e Napoli. Ricercano soprattutto trilocali indipendenti, porzioni di ville a schiera, bifamiliari e trifamiliari con giardino. La disponibilità media del cliente tipo va da 180.000 a ad un massimo di 250.000€. Al momento la zona più richiesta è quella che va da San Felice Circeo a Terracina, visto che qui si registrano le quotazioni più basse e il miglior rapporto qualità/prezzo anche se, in virtù della forte domanda, i prezzi sono leggermente cresciuti, segnando un incremento dell’1,8% anno su anno; per una porzione di villa di 80 mq si possono spendere da 250 a 270.000€, con punte massime di 330-350.000€ quanto più ci si avvicina a San Felice Circeo.

Le seconde case in Campania

Quello campano è un mercato che è andato in difficoltà registrando una perdita di valore importante (-18% in tre anni e -7% da gennaio 2014). Fa eccezione Amalfi (+5% i prezzi), in espansione per via all’accresciuto interesse dei turisti stranieri nei confronti della località e, di conseguenza, nella profittabilità di un investimento volto alla messa a reddito. Apprezzate anche le località nelle immediate vicinanze (Maiori, Minori). Chi vuole una seconda casa in zona cerca soprattutto monolocali e bilocali, con vista panoramica, possibilmente sul mare, non lontano dal centro. La disponibilità di spesa media è di 300.000€.

Le seconde case in Puglia

Pur con previsioni positive per la stagione estiva, il dato delle compravendite fa registrare una flessione delle quotazioni immobiliari (-4%). La regione beneficia di un turismo variegato, proveniente non solo dalla Puglia, ma anche dalle regioni settentrionali (la Lombardia è quella con il maggior numero di turisti, seguita da Piemonte e Veneto) e dall’estero, in particolare tedeschi, francesi e olandesi. Un flusso di così lungo raggio, però, comporta una bassa propensione all’acquisto. Nella zona di Gallipoli si possono acquistare bilocali e trilocali in condomini costruiti dopo gli anni ’70. Un buon usato si compravende a 1.100-1.200€ al mq, ma si possono raggiungere punte di 1.500€ al mq se c’è la vista mare. Si registra la richiesta di abitazioni da adibire a B&B, ma resta attività di piccola imprenditoria.

Le seconde case in Calabria

Le quotazioni immobiliari sono decisamente in difficoltà, in quanto i compratori sono prevalentemente calabresi e campani, mentre si è fortemente ridotta la presenza di acquirenti piemontesi e lombardi. Le tipologie più ricercate ad uso turistico sono il bilocale ed il trilocale, possibilmente con spazio esterno. Si preferiscono immobili situati sul lungomare, vale a dire condomini costruiti circa 25-30 anni fa, le cui quotazioni, se usati ed in buone condizioni, oscillano da 1.800 a 2.200€ al mq. Nel complesso il mercato delle seconde case ha visto una riduzione media del prezzo, dall’inizio dell’anno, pari al 7% circa.

Le seconde case in Sardegna

Se a livello complessivo la Regione ha visto diminuire del 5% il valore medio richiesto per l’acquisto di una seconda casa, le differenze fra nord e sud dell’isola sono notevoli, tanto per prezzi quanto per tipologie di immobili richiesti. Nell’area del Cagliaritano la richiesta di acquisto è principalmente locale e si orienta in primis verso soluzioni indipendenti, in genere piccole ville o palazzine con giardino, e a seguire appartamenti. Nell’area di Olbia e Sassari, invece, ad acquistare sono soprattutto lombardi e compratori internazionali. I primi prediligono gli appartamenti, i secondi invece puntano a soluzioni indipendenti anche nell’entroterra. Per un bilocale di 55 mq, nell’olbiese, si spendono circa 150.000€. La crescita di turismo straniero nella costa orientale – grazie all’intensificazione di voli low cost – ha determinato un maggiore interesse verso immobili meno costosi e non in luoghi in, anche se il mercato immobiliare d’élite della Costa Smeralda è sempre abbastanza stabile, con un turn over nella nazionalità degli acquirenti che ha visto gli arabi lasciare spazio ai russi. Per una soluzione indipendente non si spende meno di tre milioni.

Le seconde case in Sicilia

Bassa l’offerta di immobili sul mercato siciliano delle seconde case, anche perché non ci sono molte nuove costruzioni, se non quelle destinate ad essere utilizzate come prima casa. La tipologia più ricercata come casa vacanza in Sicilia è il bilocale, magari nei centri storici e vicino il lungomare. Nei centri si possono acquistare immobili d’epoca del XVII e del XVIII secolo, oppure case indipendenti su più livelli. Le soluzioni da ristrutturare costano 1.700-1.800€ al mq e quelle in buone condizioni 2200-2300€ al mq. Sul lungomare invece si possono trovare condomini degli anni ’60 e ’70, che, in buono stato, valgono 2.500€ al mq. Positiva la tenuta del prezzo per Taormina, dove rimane alta la domanda degli italiani ma anche di tedeschi e americani. In crescita le richieste di abitazioni per attività di B&B.

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Mercato immobiliare: Sud cauto, ma al Nord (e tra le donne) torna la fiducia

Il secondo trimestre del 2013 continua a segnare un ritorno di fiducia nei confronti del mercato immobiliare, con il Nord Italia più ottimista; secondo l’analisi di Immobiliare.it, se a livello nazionale la percentuale di chi ritiene che questo sia un buon momento per comprare casa è pari al 56% (era il 51% a luglio 2012), tra le regioni del Nord la percentuale arriva addirittura al 58%. Le regioni del Sud, di contro, sono molto più “tiepide”: lì la percentuale resta ferma al 53%.
Questo è il dato più significativo ad emergere dall’analisi di Immobiliare.it sull’indice di fiducia dei consumatori (http://www.immobiliare.it/casa/informazioni/indice-fiducia-consumatori.php), uno strumento che monitora trimestralmente come cambia la percezione degli Italiani circa l’andamento del settore; si interpreta il “sentiment” del mercato analizzando le risposte di un campione di oltre 5.000 utenti del sito che, avendo nei tre mesi precedenti effettuato una ricerca o pubblicato un annuncio, hanno mostrato interesse verso il tema mattone.
«Come per la rilevazione del primo trimestre, anche a metà del 2013 emerge una buona consapevolezza che questo sia un momento interessante per chi punta ad investire nel real estate – dichiara Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Gruppo Immobiliare.it – e la differenza di “ottimismo” tra Nord e Sud è diretta conseguenza delle difficoltà che le diverse aree del nostro Paese stanno vivendo in questi anni di crisi. Segnaliamo altresì che resta forte, e costante, l’idea che vendere ciò che già si possiede sia una scelta poco previdente, viste le difficoltà a trovare un acquirente e il rischio di non ricavare quanto auspicato.»
Se rimane stabile rispetto al 2012 la percentuale degli italiani che pensano non sia un buon momento per vendere casa (74,6% a luglio 2013 vs 74% a luglio 2012), quelli convinti del contrario sono il 12,3% del totale; l’8,7% degli intervistati, invece, preferirebbe attendere un altro anno per vendere.
Rispetto allo scorso anno, aumentano di ben 7 punti percentuali gli attendisti dal punto di vista dell’acquisto: per il 28,4% sarebbe meglio rimandare l’investimento sul mattone di almeno dodici mesi, per potersi muovere in un contesto economico più sereno.
Interessante notare che l’opinione delle donne è molto più schierata rispetto a quella del campione maschile: non è il momento per liberarsi di un immobile per ben l’80% del campione (mentre per gli uomini la percentuale è solo del 72%), a pensarla in maniera opposta è solo l’8% dell’universo femminile. Di contro, sul versante dell’acquisto, sono convinte che sia il momento giusto per investire ben il 62% delle donne, contro un più moderato 54% del campione maschile.
Per quel che concerne, invece, l’idea dell’evoluzione prezzi degli immobili gli italiani sembrano avere le idee chiare: il 57,4% del campione intervistato è convinto che questi caleranno ancora (era 51% dodici mesi fa). Se non si rilevano differenze di percezione dal punto di vista dell’appartenenza territoriale, più interessanti sono le variazioni in base al sesso: per il 59% degli uomini i prezzi caleranno (solo il 53,6% delle donne la pensa allo stesso modo), mentre le donne dimostrano un atteggiamento più cauto, visto che tra loro si fa alta la percentuale di coloro che prefigurano una certa stabilità dei prezzi (quasi il 30%).
Segnaliamo, in ultimo, che per oltre il 9% del campione la contrazione dei prezzi degli immobili si è già conclusa, le cifre degli immobili torneranno a gonfiarsi.

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Immobiliare.it, in collaborazione con Nokia, lancia la app per Windows Phone

Immobiliare.it continua nella sua strategia di innovazione e di investimento nel settore mobile lanciando l’app che permette la ricerca immobiliare anche su piattaforma Windows Phone, in collaborazione con Nokia (http://www.immobiliare.it/mobile/windowsphone/). Immobiliare.it è stato identificato da Nokia come portale di riferimento in Italia per la ricerca immobiliare: la collaborazione ha portato allo sviluppo di un’app creata per la piattaforma Windows Phone e ottimizzata per la gamma Nokia Lumia.

«Siamo felici che Nokia abbia scelto noi come partner per la ricerca di immobiliare – ha dichiarato Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Gruppo Immobiliare.it. – L’applicazione ha già riscosso un’ottima accoglienza presso gli utenti, con una valutazione media di 4,5 su un massimo di 5. Guardiamo con grande attenzione alle potenzialità che la piattaforma Windows Phone sta dimostrando».

L’applicazione di Immobiliare.it permette la ricerca degli immobili sulla base delle caratteristiche impostate, la visualizzazione della posizione su mappa, delle foto, dei dettagli, e offre la possibilità di contattare l’agenzia immobiliare o il privato che propone l’immobile. La versione appena lanciata permette anche la condivisione degli annunci grazie alle Live Tile; inoltre, è possibile visualizzare i nuovi annunci per le ricerche salvate direttamente su Start.

«La collaborazione con Immobiliare.it rientra nella nostra strategia di offrire applicazioni con contenuti e servizi di qualità ai clienti Nokia in Italia – ha dichiarato Frangino Lucarini, partner manager Nokia – e l’accoglienza dimostrata dai nostri clienti all’applicazione dimostra che stiamo andando nella giusta direzione».

Quel che è certo è che la ricerca immobiliare si sta spostando sempre più su dispositivi mobili: nel mese di maggio oltre il 25% degli accessi giornalieri su Immobiliare.it è stato effettuato da smartphone e tablet, tramite applicazioni o sito web mobile, con punte superiori al 35% nel weekend.

Con il lancio dell’app per Windows Phone, Immobiliare.it espande ulteriormente la propria presenza su piattaforme mobili: con oltre 800.000 download e più di 16.000 recensioni con una valutazione media superiore a 4,5 su 5, è il riferimento in Italia per la ricerca di immobili anche attraverso smartphone e tablet.

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La crisi morde e gli italiani cercano case piccole

Negli ultimi anni i bisogni degli italiani relativamente alla propria casa hanno subito significative trasformazioni e prova di ciò sono i mutamenti avvenuti nelle ricerche di immobili. Secondo un’analisi condotta da Immobiliare.it (www.immobiliare.it) su un campione di oltre un milione e mezzo di annunci, in soli sei anni i metri quadri ricercati dai potenziali acquirenti si sono ridotti, mediamente, del 10%.

Concentrandoci sulle metropoli italiane si nota come, confrontando la superficie media di un immobile richiesto in acquisto nel 2013 con uno del 2007, a Milano si è passati da 87 metri quadrati a 76; a Roma la riduzione è stata ancora maggiore, passando dai 91 metri quadrati ricercati mediamente nel 2007 ai 75 del 2013.

«È innegabile che la principale spinta a rivedere le proprie esigenze di spazio sia stato il crescente costo degli immobili e la difficoltà di accedere al credito – dichiara Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Gruppo Immobiliare.itma va considerato anche che la riduzione delle planimetrie delle case è avvenuta per una crescente razionalizzazione degli spazi, operata tanto negli immobili di nuova costruzione quanto nelle ristrutturazioni di quelle già esistenti.»

Se si confrontano una planimetria tipo del 2013 con una del 2007 si vede non solo come l’unione di cucina e salotto e la scomparsa dei corridoi siano ormai due dati di fatto, ma anche come le camere da letto siano diventate sempre più piccole (mediamente oggi non più di 14 metri quadri la principale e non più di 9 le altre), fino a non riuscire a contenere altro se non il letto o poco più; spariscono specchiere, armadi in camera e, in alcuni casi, persino i comodini, sostituiti da parti studiate ad hoc nelle strutture dei letti.

È cambiata anche la tipologia di immobile cercato: le famiglie italiane sono passate dal vivere in un quadrilocale ad abitare in un trilocale. Sempre tenendo come focus le grandi città di Milano e Roma, nel 2007 il 33% degli immobili acquistati erano quadrilocali e solo il 15% trilocali; nel 2013 ben il 26% degli immobili richiesti diventa trilocale raggiungendo la stessa quota del quadrilocale (27%). Nuove case implicano nuove esigenze: anche per un trilocale si pretendono due bagni. Ovviamente, entrambi più piccoli del bagno unico del passato.

La domanda guida l’offerta immobiliare ed anche i costruttori si stanno adattando alle nuove richieste: «Diversi professionisti –conclude Giordano – hanno iniziato ad utilizzare le banche dati dei portali per verificare la congruenza della loro offerta con le domande nella zona, facendo valutazioni sui tagli abitativi e arrivando anche a rimodulare le divisioni pensate nelle prime fasi progettuali.».  Già, perché oggi, per essere venduta, la casa è meglio sia modulabile. E con tanti bagni.

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I Francesi cercano casa a Roma, gli Inglesi puntano a Milano

Gli stranieri, lo sappiamo, amano l’Italia e spesso vogliono anche comprar casa nella nostra nazione; meno noto, tuttavia, è che il loro interesse si focalizza su aree diverse in base alla loro provenienza. Secondo le rilevazioni di Immobiliare.it (www.immobiliare.it), leader di settore con oltre 800.000 annunci di vendita e affitto nel nostro Paese, e del suo partner internazionale LuxuryEstate.com, le ricerche dirette verso il Belpaese da cittadini non residenti in Italia si orientano su città diverse, con peculiarità interessanti e qualche punto fermo imprescindibile.

I siti hanno messo sotto la lente le ricerche compiute dall’estero verso l’Italia da gennaio 2013 ad oggi e scoperto quelle che sono le mete più ambite da parte degli stranieri che pensano di comprare o affittare un immobile da noi. Com’era prevedibile, Roma è in assoluto la provincia in cui si dirige il maggior numero di stranieri: il 9% delle ricerche punta alla capitale, quasi il doppio delle domande convogliate sulla provincia seconda in classifica, Como che, a pari merito con Milano, raccoglie il 5% di tutte le ricerche effettuate dall’estero. Seguono poi Verona e Imperia (entrambe al 3%).

Ma da quali Stati arriva il maggior numero di ricerche? Dalla Germania, innanzitutto, con una percentuale del 17%; a seguire dalla Svizzera, con il 14%, e dalla Gran Bretagna (10%). Non mancano, tra le prime 15 nazioni per numero di ricerche, sorprese come il Brasile, la Slovacchia e la Slovenia: anche qui, evidentemente, è forte l’interesse per gli investimenti sul mattone italiano.

È nelle preferenze mostrate dagli stranieri, tuttavia, che troviamo gli elementi più interessanti: se i Tedeschi non sorprendono, orientandosi prevalentementetrale province di Verona, Roma e Brescia, i nostri cugini francesi amano Roma e Milano, ma non disdegnano località marittime come quelle in provincia di Imperia. Gli Inglesi, che da sempre fanno dell’Italia una meta privilegiata per gli investimenti immobiliari, puntano a Milano e Roma, seguite da Imperia, La Spezia e Bari.

I Russi, invece, si confermano interessati a località di prestigio: Oristano, Roma e Venezia rappresentano le province più cliccate. Milano, pur tanto visitata dai ricchi russi in tempo di saldi, è solo quarta nella classifica delle ricerche. Alcune curiosità: la provincia più ambita dai cittadini dei Paesi Bassi è quella di Forlì-Cesena, per gli Svedesi è Palermo, per i Norvegesi è Asti, per i Danesi è Trento, per gli Irlandesi è quella di Monza-Brianza.

Spostandosi fuori dall’Europa il quadro cambia ancora: trai cittadini degli Stati Uniti, ad esempio, la provincia più richiesta è quella di Vicenza, chiaramente per via della base militare dell’Esercito degli Stati Uniti di Camp Ederle. Seguono poi le province di Ragusa, Isernia e Firenze. Le indagini immobiliari compiute dai cittadini argentini, invece, indicano Roma come meta ideale, forse per merito dell’elezione di un loro connazionale al soglio pontificio. Anche i Canadesi puntano a Roma, che è seguita da Cosenza, Grosseto, Milano e Benevento. Scelte poco turistiche, queste, che fanno pensare ad una immigrazione di ritorno più che a specifici investimenti lucrativi. Tra i risultati più curiosi: la provincia più ambita nelle ricerche provenienti dalla Turchia è Arezzo, dall’Australia è Como, dall’Indonesia è Firenze, dall’Algeria è Parma, dal Messico è Lecce.

«Oggi il 2% di chi punta all’acquisto di un immobile in Italia non è residente nel nostro Paese – ha dichiarato Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Gruppo Immobiliare.it e rilevare questo interesse da parte degli stranieri è un fattore positivo che fa bene al nostro mercato immobiliare. Quel che è importante è che, da Nord a Sud, tutta l’Italia rientra nei gusti e nei progetti di investimento delle altre nazioni del mondo, non solo i tradizionali luoghi del turismo e degli affari».

Se ci si concentra solo sugli immobili di pregio, però, il quadro cambia: il mercato del lusso vede la presenza straniera salire ad oltre il 9%. Stando alle rilevazioni di LuxuryEstate.com (http://it.luxuryestate.com) – specializzato in immobili di prestigio – la ricerca di immobili si concentra su Roma e Milano, innanzitutto, seguite dalla zona delle colline toscane, la provincia di Genova (Santa Margherita Ligure in primis), Cortina d’Ampezzo (BL) e la Costa Smeralda (OT).

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Immobili: in un anno i prezzi medi di vendita calano del 4,2%

Il mercato immobiliare italiano continua a soffrire ma se i primi mesi del 2013 non invertono la tendenza, quantomeno la arrestano in molte parti d’Italia. Questa è la prima conclusione a cui è giunto l’Osservatorio sul Mercato Immobiliare residenziale italiano condotto da Gruppo Immobiliare.it (www.immobiliare.it) e relativo non solo al secondo semestre 2012, ma anche al primo bimestre del 2013. Mentre a livello nazionale il prezzo medio degli immobili è diminuito del 4,2% su base annua, e del 2,6% su base semestrale, grandi e piccoli centri hanno evidenziato importanti differenze: «La flessione dei prezzi è stata comune su tutto il territorio nazionale – dichiara Guido Lodigiani, Direttore Corporate e Ufficio Studi di Gruppo Immobiliare.it ma nei comuni con oltre 250.000 abitanti la contrazione è stata del 6,5%, quasi doppia rispetto al -3,8% registrato nei centri con meno di 250.000 residenti».

Nord, Centro e Sud

Analizzando i dati relativi alle macro aree del Nord, del Centro e del Sud Italia, è evidente come la diminuzione dei prezzi richiesti per la vendita degli immobili sia stata maggiore nel Meridione. Qui, su base annua, il calo è stato pari al 7%, vale a dire più del doppio di quanto non sia stato nel Centro Italia (-3,3%) e comunque superiore anche rispetto al Settentrione, dove la diminuzione annuale è stata del 5%. Concentrandosi sul solo secondo semestre, invece, le differenze si fanno meno nette, ed è al Nord che i prezzi diminuiscono in maniera maggiore. Nelle regioni settentrionali gli ultimi sei mesi dell’anno hanno fatto registrare una flessione pari al 3,1%, mentre il Centro Italia ha chiuso il semestre con un -1,7% e le regioni del Sud con un -2,5%. I prezzi più alti per comprare casa sono stati richiesti, a dicembre 2012, in Centro Italia (2.665 €/al metro quadrato), mentre quelli più bassi al Sud (1.790€/al metro quadrato).

Affitti e Compravendite

Sia le domande di compravendita sia quelle di locazione diminuiscono ancora e, come rilevato già nel semestre scorso, continua a crescere l’interesse per gli affitti rispetto alle compravendite: nel corso del secondo semestre, infatti, il calo delle domande di compravendita è stato pari al 15%, quello delle domande di affitto all’11%. Al contrario, l’offerta immobiliare continua a crescere e, pur avendo subito un leggero calo nel mese di ottobre 2012, è aumentata in maniera pressoché costante fino a dicembre; anche gennaio e febbraio 2013 fanno registrare incrementi rispetto ai medesimi periodi dell’anno precedente, sia pure inferiori alla chiusura del 2012. Gli italiani, notoriamente popolo restio a concedere in affitto le proprie case, stanno però cambiando lentamente idea o, forse, fanno di necessità virtù. Ecco quindi che, in generale, in tutto il 2012 e nel primo bimestre 2013 la crescita dell’offerta di immobili in affitto è stata superiore a quella dell’offerta degli immobili in vendita nella misura del 6%; va detto tuttavia, che la disponibilità di immobili in vendita sul mercato italiano rimane superiore a quella degli immobili in affitto. Le più care e le meno costose Secondo i numeri dell’Osservatorio di Gruppo Immobiliare.it, nell’ultimo mese del 2012 le città più care d’Italia sono state quelle d’arte: in tutte il prezzo medio di vendita è stato superiore ai 4.000€ al metro quadro. Roma è prima con 4.742€ al metro quadro, seguita da Venezia (4.330€), Siena (4.175€) e Firenze (4.150€). Rimane fra le città più costose anche Milano (4.179€). Le meno care, invece, sono tutti capoluoghi di provincia del Sud e con una popolazione residente inferiore ai 250.000 abitanti: Caltanissetta (1.125€), Reggio Calabria (1.230€) e Vibo Valentia (1.240€).

I prezzi nel primo bimestre 2013

Se il quadro del 2012 è chiaro, i primi mesi di 2013 che segnali stanno dando? «Le realtà che hanno vissuto flessioni forti dei prezzi – continua Lodigiani sembrano essere avviate su una linea di maggior tranquillità». I prezzi nelle città con oltre 250.000 abitanti appaiono quasi in stallo con una diminuzione, nel primo bimestre del 2013, di appena lo 0,6%; meglio di quanto rilevato nei comuni con meno di 250.000 residenti, dove il dato arriva a -1%. Medesimo discorso anche per le macro aree italiane: il Centro Italia, fino ad oggi più restio ad abbassare i prezzi, nei primi due mesi del 2013 ha fatto registrare una contrazione degli importi richiesti pari all’ 1,6%. Dato molto più forte rispetto sia al -0,6% del Nord sia al -0,2% del Sud.

Le variazioni nei 20 capoluoghi di regione

Ecco di seguito le variazioni di prezzo al metro quadro rilevate nei 20 capoluoghi di regione italiani:

Regione Città Var. II Sem 2012 Var. Anno 2012 Var. I bimestre 2013
Abruzzo L’Aquila

-0,1%

0,6%

-0,2%

Basilicata Potenza

-3,6%

-1,3%

0,2%

Calabria Catanzaro

2,4%

-2,2%

-8,6%

Campania Napoli

-0,2%

-5,7%

0,0%

Emilia R. Bologna

-3,4%

-8,1%

-1,8%

Friuli V.G. Trieste

-4,1%

-0,1%

0,0%

Lazio Roma

-3,0%

-4,0%

0,0%

Liguria Genova

-1,4%

-2,1%

-3,0%

Lombardia Milano

-1,1%

-2,9%

0,0%

Marche Ancona

-2,9%

-1,0%

-2,9%

Molise Campobasso

-4,1%

-4,6%

0,1%

Piemonte Torino

-1,8%

-3,3%

0,0%

Puglia Bari

-3,8%

-5,2%

-0,3%

Sardegna Cagliari

-10,9%

-12,7%

0,5%

Sicilia Palermo

-1,6%

-9,0%

-4,1%

Toscana Firenze

-2,8%

-4,8%

0,0%

Trentino A.A. Trento

-1,4%

-1,7%

-1,9%

Umbria Perugia

-5,4%

-6,9%

-3,5%

Valle d’Aosta Aosta

-9,8%

0,4%

-0,2%

Veneto Venezia

-2,6%

-10,4%

-0,5%

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Immobiliare.it lancia la ricerca geolocalizzata touch-screen per Android

Immobiliare.it continua nella sua strategia di innovazione lanciando anche su piattaforma Android la tecnologia di ricerca geolocalizzata touch-screen che, prima in Europa, rende disponibile ai suoi utenti. L’impegno di Immobiliare.it per la diffusione della ricerca in mobilità è stato ampiamente apprezzato dagli utenti che hanno consentito al Gruppo, guidato da Carlo Giordano, di superare i 600.000 download per le app rese disponibili fino ad oggi (iPhone, iPad e Android) e, di questi, ben 100.000 sono i download degli utilizzatori del sistema Android (http://www.immobiliare.it/mobile/android/).

Già presentata alcuni mesi fa per il sistema iPhone, la nuova versione mobile oggi disponibile anche per Android consente agli utenti di cercare gli immobili disegnando autonomamente sullo schermo del proprio smartphone l’area di interesse nella mappa cittadina, senza essere in alcun modo vincolati alle divisioni di quartiere o circoscrizione.

L’applicazione di Immobiliare.it, sviluppata interamente dallo staff tecnico interno all’azienda, è la prima in Europa e la seconda al mondo a permettere una ricerca di questo tipo ed è il frutto di un lavoro iniziato più di un anno fa.

«La ricerca geolocalizzata» ha dichiarato Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Gruppo Immobiliare.it «è sempre più usata da chi cerca casa in vendita o in affitto. Grazie al nostro team tecnico, e facendo tesoro dei consigli degli utenti e della nostra esperienza, siamo riusciti a creare un prodotto innovativo che offre un vero aiuto a chi è impegnato nella ricerca di una nuova abitazione.».

Il focus di Immobiliare.it verso la ricerca su mappa, che ha portato al lancio della app presentata oggi per Android, è nato con l’obiettivo di consentire un nuovo tipo di ricerca focalizzato non sui soliti parametri di comune e zona, ma sull’area geografica, di certo più corrispondente al reale modo di ricerca di un immobile.

Immobiliare.it ha da sempre investito in maniera significativa nella ricerca e sviluppo di nuove tecnologie e ha saputo creare applicazioni molto apprezzate dal pubblico: con oltre 600.000 download e più di 13.000 recensioni con una valutazione media superiore a 4,5 stelle su 5, è diventato il riferimento in Italia per la ricerca di immobili anche attraverso smartphone e tablet.

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Certificazione energetica: solo il 53% degli immobili in vendita è in regola

Dal primo gennaio 2012 l’obbligo della certificazione energetica degli edifici in vendita o in affitto è legge anche in Italia, ma secondo un’analisi di Immobiliare.it (www.immobiliare.it), sito leader del settore con oltre 800.000 annunci disponibili ogni giorno, ad un anno dall’entrata in vigore della norma solo il 53% degli annunci di vendita e appena il 37% di quelli in affitto è in regola. L’attestato di classificazione energetica (ACE) è uno strumento di trasparenza molto importante per il consumatore perché offre la possibilità di conoscere, prima ancora di acquistare l’immobile, quanto incideranno i consumi energetici nella gestione dell’immobile, ma purtroppo in pochi lo sanno.

«Quello che emerge dalla nostra indagine, – spiega Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Immobiliare.itè che per evitare i costi della perizia, sovente si ricorre ad un’autocertificazione in classe G, pratica peraltro non legalmente valida né consentita, con l’intento di classificare realmente l’immobile solo all’atto del rogito; questo è espressione di una forte resistenza da parte dei proprietari che, scoraggiati dai lunghi tempi di vendita, sono disposti a spendere solo dopo aver trovato l’acquirente.»

Le parole di Giordano trovano conferma nei numeri: sugli oltre 60.000 annunci in mano ai privati presi in considerazione nell’analisi, solo l’11% ha una certificazione valida. La percentuale sale al 46% per gli annunci gestiti da agenzie immobiliari indipendenti, al 58% per quelli gestiti da intermediari affiliati a grandi gruppi (dotati di sistemi di certificazione dalle sedi centrali) e addirittura al 97% per quelli proposti direttamente dai costruttori per i quali, però, la certificazione energetica è un obbligo fin dalla fase progettuale.

L’ACE viene redatto a seguito dell’analisi degli indici di prestazione energetica del sistema di raffrescamento, di riscaldamento e di produzione di acqua dell’immobile: in breve, un edificio classificato in buona classe energetica (A+, A e B) avrà elevata efficienza energetica e consumi più bassi, uno in classe G sarà molto più inquinante e comporta costi di gestione più alti. Secondo una stima del Ministero dello Sviluppo Economico, agli immobili presenti in Italia va imputato all’incirca il 35% dell’inquinamento prodotto nel Paese: questo perché 7 edifici su 10 sono stati realizzati prima del 1976, anno in cui fu firmata la prima legge sull’efficienza energetica. Il dato, da solo, prova lo stato di arretratezza dei nostri edifici: considerando solamente gli immobili provvisti di ACE, appena il 30% si trova nelle tre migliori classi energetiche.

Scorrendo i numeri dell’analisi di Immobiliare.it si vede come la percentuale di annunci con certificazione valida sia molto diversa da Nord a Sud. Il Trentino Alto Adige, da sempre molto attento alle tematiche green, può vantare ben l’80% di unità immobiliari certificate; a seguire si trovano il Veneto (62%), la Valle d’Aosta (58%) e la Lombardia (57%); agli ultimi posti di questa classifica la Puglia (24%), la Sicilia (23%) e la Basilicata, dove hanno un documento valido di attestazione dei consumi appena il 19% delle proposte.

«Se guardiamo alla domanda – continua Giordano – si notano alcune incongruenze. Il 24% di cerca un immobile in vendita o affitto lo fa filtrando gli annunci in base alla classe energetica, ma spesso le attese non sono corrispondenti alla realtà italiana. Il 59% dei potenziali acquirenti limita la sua ricerca agli immobili di classe A o superiore, ma nel nostro Paese la maggior parte delle case hanno una certificazione energetica compresa fra la D e la F.»

Infine una nota: già prima dell’estate 2012 gli annunci con classificazione regolare erano arrivati al 45%; da allora l’incremento è stato molto lento. Fin troppo semplice ipotizzare che questo sia legato all’assenza di una reale spinta a esibire il certificato, la cui mancanza, ad oggi, praticamente non viene sanzionata.

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Boom delle locazioni di parte della casa: +26,5% in 24 mesi

Gli italiani hanno bisogno di fare cassa e, per riuscirci, stanno rinunciando persino alla loro privacy casalinga. Secondo un’analisi compiuta da Immobiliare.it (www.immobiliare.it), sito leader del settore immobiliare con oltre 800.000 annunci disponibili ogni giorno, il numero di famiglie che decidono di affittare una porzione dell’immobile in cui esse stesse vivono è cresciuto, solo nell’ultimo anno del 14%, a conferma di un interesse in aumento: +26,5% negli ultimi 24 mesi.

«L’affitto sta cambiando profondamente – spiega Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Immobiliare.ite se prima veniva messo in locazione l’intero appartamento, da dividere magari tra più studenti o lavoratori, oggi il 26% delle offerte di affitto è rappresentato da singole stanze all’interno dell’abitazione del proprietario

Pur di assicurarsi un reddito mensile che, a seconda delle città, può variare dai 170 fino ad oltre 500 euro, tanti nostri connazionali hanno deciso di condividere la propria abitazione con estranei, pur preferendo, come spesso emerge dagli annunci pubblicati, i lavoratori con settimana corta, meno “invadenti” di un soggetto presente in pianta stabile. Altro fatto che spinge la formula della coabitazione è che – si stima – in oltre il 50% dei casi i contratti non sono registrati, consentendo la massima flessibilità tra le parti.

L’offerta in aumento è un volano per la crescita della domanda che, secondo le rilevazioni di Immobiliare.it, nel corso del 2012 è raddoppiata, passando dal 9% al 18%. In particolare, per la prima volta in assoluto i lavoratori superano gli studenti nella richiesta di affitto condiviso (58% vs 42%).

Una stanza ad uso ufficio

«Il fenomeno degli affitti “parziali” – continua Giordano non si limita solo al mercato residenziale, ma è anzi ancora più marcato nel settore degli uffici: nell’ultimo anno l’offerta di stanze di uffici a terzi è più che raddoppiata.»

A concedere in locazione stanze ad uso ufficio sono soprattutto imprenditori o piccole società che, per ragioni diverse (soprattutto, nel 56% dei casi, per riduzione del personale), ritengono di avere spazi disponibili all’interno dei loro immobili operativi e li offrono, quasi sempre arredati, ad altri imprenditori o freelance. Si punta, così, a sinergie di spazi (sale riunioni o aree break), di tecnologie (wireless, stampanti o server) o di personale (receptionist, pulizie), col fine ultimo di avere una riduzione per tutti dei costi operativi.

 

Per ulteriori informazioni:

Ufficio Stampa Gruppo Immobiliare.it

Andrea Polo– Vittoria Giannuzzi – Giovanna Valsecchi

392.9252595

02.87107408-09-13 – 02.00661-180/154/159; [email protected]

 

MY PR per Immobiliare.it

Francesca Magnanini – Federica Scalvini – Roberto Grattagliano

[email protected], [email protected], [email protected],

02.54123452

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La crisi immobiliare non spaventa il lusso

Il mercato immobiliare soffre in tutto il mondo, ma quello del lusso continua a crescere. Secondo i dati ricavati dall’analisi di Immobiliare.it e di Luxuryestate.com (www.luxuryestate.com), suo partner internazionale specializzato negli immobili di alta gamma, negli scorsi dodici mesi le ricerche concentrate su questo settore sono aumentate del 2%, con picchi anche vicini al 10% per quelle provenienti da Grecia, Russia e Italia.

«Oggi si distinguono due macro gruppi fra chi cerca una casa di extra lusso – dichiara Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Gruppo Immobiliare.itda un lato ci sono le richieste provenienti da nazioni con redditi pro capite molto alti (Russia, Lussemburgo, Svizzera…), dall’altra quelle che nascono da nazioni attraversate da una pesante crisi economica e in cui molti cittadini abbienti cercano di mettere al riparo le proprie fortune; fra questi chiaramente c’è l’Italia, ma anche la Spagna e la Grecia.»

Attraverso l’analisi di oltre 25.000 annunci di case di lusso, distribuiti su 23 nazioni diverse e pubblicati su LuxuryEstate.com, è stato possibile tracciare un quadro piuttosto preciso della richiesta di immobili di extra lusso: se è vero che il 17% della domanda arriva dal Regno Unito (+1% rispetto al 2011), dagli Stati Uniti (14%; +3% anno su anno) e dalla Francia (13%; +1%), le nazioni in cui questo genere di ricerche è aumentato maggiormente sono la Grecia (+8%), la Russia (+6%) e proprio la nostra Italia (+5%).

«Ad un primo sguardo – continua Giordano – colpisce l’assenza dei paesi arabi, ma analizzando i dati con maggiore attenzione il motivo diventa subito chiaro. Gli emiri o i plurimiliardari residenti in quell’area del mondo conducono le loro compravendite immobiliari attraverso broker specializzati che, nella maggior parte dei casi, si trovano nel Regno Unito; ed ecco spiegato anche il numero così alto di ricerche provenienti dalla Gran Bretagna.»

Immobiliare.it e LuxuryEstate.com hanno analizzato non solo la domanda, ma anche l’offerta di immobili di extra lusso e i risultati sono stati sorprendenti. Nei Paesi con economie più solide il numero di ville, castelli e dimore di lusso in vendita è rimasto sostanzialmente stabile se non, addirittura, diminuito se messo in rapporto con il totale dell’offerta mondiale; nelle nazioni in maggiori difficoltà, al contrario, si è assistito nell’ultimo anno ad un notevole incremento degli immobili di questo segmento. Così, l’Italia balza al primo posto dell’offerta europea e al secondo in quella mondiale (14% davanti al Regno Unito) con un incremento anno su anno dell’8%, la Francia è quarta con il 12% (+4%) e la Spagna settima con il 3% (+6%).

Diversamente da quanto avveniva per le richieste, nell’ambito dell’offerta si trovano anche molti Paesi notoriamente ricchi: Montecarlo, Emirati Arabi e Lussemburgo occupano rispettivamente l’ottava, nona e decima posizione nell’elenco delle località in cui si trovano questi immobili da mille e una notte.

 

 

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A.A.A. vendesi scuola elementare con vasca idromassaggio

In Italia nascono sempre meno bambini e le scuole elementari inutilizzate finiscono in vendita, sul web. Da qualche giorno è pubblicato su Immobiliare.it, il principale sito italiano del settore, l’annuncio relativo a quella che un tempo era la scuola elementare Guglielmo Marconi di Glorie, frazione di Bagnacavallo (Ra), e che oggi, trasformata in casa, viene offerta a 840.000 euro.

Al piano superiore di quello che dagli anni ‘50 e fino al 2000 era un istituto scolastico, si accede ancora tramite le scale su cui centinaia di bambini salivano ogni giorno; ma invece di arrivare in aula, si arriva alle camere da letto.

«Nel corso degli anni – ha dichiarato Carlo Giordano, AD di Gruppo Immobiliare.it – le nostre pagine hanno ospitato gli annunci più curiosi: chiese sconsacrate, mulini e persino alcune tombe monumentali; ma è la prima volta che vediamo mettere in vendita un’intera scuola elementare convertita in abitazione».

L’immobile, che nei 360 metri quadri di cui si compone comprendeva tre aule al piano terra, due al primo piano e un’infermeria, quando l’intera attività scolastica della zona fu concentrata a Bagnacavallo venne venduto all’asta: ad acquistarla fu un privato che si impegnò nella ristrutturazione, cominciata nel 2005.

«Praticamente tutta Glorie ha fatto le elementari in questa scuola – ha raccontato Luigi di Natali, oggi proprietario della casa che ha messo in vendita per motivi di lavoro che lo porteranno a trasferirsi a breve – e spesso gli operai impiegati nei lavori di ristrutturazione ci hanno raccontato della loro storia in quello stabile; fra i tanti, ricordo ancora come il piastrellista trovasse strano rifare i pavimenti alla sua scuola elementare e come un passante si commosse rivedendo il platano che lui stesso, da bambino, aveva piantato nel giardino».

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Mi compro una banca. Aumentano le dismissioni immobiliari

Parola d’ordine: fare cassa. È questo il vero motivo che sta spingendo i grandi potentati economici a dismettere parte del loro patrimonio immobiliare: interi stabili, locali commerciali, depositi, garage, appartamenti e molto altro ancora che, e questa è la novità, vengono messi in vendita anche attraverso il web. Rispetto allo scorso anno gli annunci relativi a beni in dismissione di banche e altri istituti privati sono cresciuti, su www.immobiliare.it, del 19%. Attualmente sono in vendita, sulla principale piattaforma immobiliare d’Italia, asset per un valore complessivo di 675 milioni di euro.

«La crescita dell’offerta da parte degli enti proprietari ha dichiarato Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Gruppo Immobiliare.it è una prova del loro interesse a dismettere proprietà non considerate più utili, magari diventate “impegnative” per gli oneri di gestione. Per chi acquista, invece, questa offerta atipica consente acquisti a prezzi davvero vantaggiosi: il risparmio sul prezzo medio di mercato oscilla tra il 12% ed il 25%, fattore da considerare attentamente in questi periodi di difficoltà ad investire.».

Se il Governo Monti è ancora in una fase progettuale e da alcuni mesi considera la vendita di parte del patrimonio immobiliare di proprietà dello Stato (350 gli immobili individuati dal demanio per la messa in vendita, con l’obiettivo di recuperare tra i 3,5 ed i 5 miliardi di euro), gli istituti privati stanno già operando in questa direzione, e le opportunità non mancano. Tra gli immobili più comuni messi sul mercato troviamo beni strumentali che, in seguito a riorganizzazioni operative, non vengono ritenuti più necessari: filiali di banca, uffici, centraline telefoniche, archivi.

Non rari sono gli immobili residenziali dati in uso, in passato, ai dipendenti ed oggi non più assegnati o economicamente convenienti: per questa tipologia di immobile lo sconto rispetto alla media di mercato può arrivare anche al 12%. In generale si tratta di proprietà dalle grandi superfici (interi palazzi, uffici e altre strutture che possono superare gli 8.000 metri quadri), anche se non mancano immobili di piccole dimensioni (singoli depositi o piccoli annessi da meno di 20 mq). Cambia, ovviamente, la qualità di ciò che è in vendita: si va da abitazioni in location di prestigio nei centri storici a strutture in prima periferia, così come ci sono stabili in ottime condizioni di conservazione ed altri immobili bisognosi di profonde ristrutturazioni. Generalmente, gli Enti o gli Istituti bancari cercano compratori interessati a “interi pacchetti immobiliari”, vale a dire all’acquisto di diversi immobili o di singoli stabili, così da delegare al compratore la successiva commercializzazione frazionata.

Questo approccio rende possibile l’offerta soprattutto a gruppi di grandi investitori, anche se, di fronte ad un mercato molto più ingessato del passato, non sono rare le proposte di taglio più ridotto, dove quindi il compratore può essere l’utente finale e non solo un investitore.

I vantaggi per l’acquirente

Al di là del valore storico ed artistico di molti immobili “eccezionali” in vendita, i vantaggi non mancano anche per chi acquista spazi commerciali o residenze “comuni”. Innanzitutto, vi è la certezza del valore reale dell’immobile, che viene messo sul mercato dotato di perizie corrette e certificate; una totale sicurezza sulla documentazione e sullo stato dell’immobile; grazie al web che ospita gli annunci, poi, non vi sono spese per provvigioni o lavori di intermediazione; infine, se a vendere è un istituto bancario ottenere un mutuo sarà più semplice che in altri casi.

«La scelta di internet come veicolo principale per condurre questo tipo di operazioni – ha continuato Carlo Giordanoè interpretabile come espressione di un nuovo approccio per la promozione di questa tipologia di vendita già sposata su Immobiliare.it da Unicredit e Intesa San Paolo. Internet consente oggi di dare una diversa visibilità a questi immobili, uscendo dai classici (ed ormai insufficienti) spazi di offerta nelle pagine dei quotidiani». Di seguito le indicazioni relative a dimensioni, valore e risparmio medi delle diverse tipologie di immobili in dismissione:

Superficie media (mq)

Valore medio

Risparmio vs media mercato

Palazzine o Stabili

1200

€ 3.000.000

-25%

Piastre commerciali

350

€ 1.225.000

-17%

Piano Uffici

300

€ 960.000

-13%

Residenziale

150

€ 435.000

-12%

Altro (garage, depositi)

100

€ 125.000

-18%

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Immobiliare.it: ora gli utenti disegnano su mappa la propria area di ricerca

Nei mesi passati, con le sue App per i dispositivi mobile (iPhone ed iPad), Immobiliare.it ha rivoluzionato il modo di cercare gli immobili permettendo la selezione tramite il disegno della propria area di interesse direttamente sulla mappa. Dato il successo raccolto, adesso questa modalità di ricerca è anche disponibile sul sito www.immobiliare.it.

«Oggi il 72% di chi cerca gli annunci tramite le nostre apps per iPhone e iPad lo fa utilizzando la ricerca su mappa – ha dichiarato Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Gruppo Immobiliare.it. – Da qui abbiamo capito che dare la possibilità all’utente stesso di definire la propria area di ricerca rappresenta davvero un valore aggiunto; così abbiamo portato questa sofisticata funzionalità anche nel nostro portale immobiliare.»

Immobiliare.it è il primo portale immobiliare in Italia ad introdurre la ricerca in un’area disegnata su mappa dall’utente ed anche in Europa i portali che hanno questa funzionalità si contano sulle dita di una mano. Con la nuova funzionalità, l’esperienza di ricerca è ulteriormente migliorata ed il sistema è ancor più fruibile.

«Chi cerca un immobile desidera averne una visione chiara e completa. Immobiliare.it da sempre considera fondamentale la qualità dell’informazione che rende disponibile ai sui utenti: foto dell’immobile, localizzazione, prezzo e caratteristiche sono elementi indispensabili per una sua valutazione. Grazie a questa nostra attenzione oggi più dell’80% delle proposte immobiliari sul sito sono collocate sulle mappe, ciò significa che su Immobiliare.it si può cercare tra oltre 600.000 annunci immobiliari geolocalizzati» conclude Giordano.

Data la quantità di ricerche effettuate simultaneamente sul sito, è stato necessario sviluppare una nuova architettura tecnologica che permettesse di fornire i risultati corretti senza rallentare i tempi di risposta. Anzi la nuova tecnologia, grazie ad un nuovo approccio, offre una velocità superiore del 35% al sistema precedente.

Altro beneficio di questa funzionalità è quello di generare un archivio di aree di interesse con una granularità e una precisione unica, potendo così fornire un nuovo strumento per la valutazione del mercato immobiliare.

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Mercato immobiliare: ecco gli italiani che cercano casa all’estero

Gli italiani sognano ancora di comprare casa all’estero: secondo i dati di Immobiliare.it (www.immobiliare.it) nel corso del primo semestre 2012 le ricerche di immobili situati in altri Stati sono cresciute del 9% rispetto allo stesso periodo del 2010. Un numero significativo, questo, soprattutto in rapporto al periodo di crisi che ha seriamente frenato il mercato immobiliare in Italia.

Le ragioni della ricerca all’estero sono essenzialmente tre: in primo luogo, la volontà di mettere a reddito gli appartamenti, affittandoli o puntando a rivenderli dopo una loro rivalutazione (57% dei casi); in secondo luogo, per motivi personali (nel 22% dei casi è un interesse dettato al trasferimento in un’altra nazione); infine, per acquistare una casa per le vacanze (21% dei casi). «Pur considerando le diverse ragioni che spingono a puntare ad un immobile all’estero – ha dichiarato Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Gruppo Immobiliare.it ad accomunare le ricerche che abbiamo monitorato ci sono alcuni fattori, primo tra tutti un miglior rapporto tra qualità e prezzo dell’acquisto».

Escludendo gli acquisti fatti per trasloco, notiamo come le destinazioni più in voga rispondano a degli schemi precisi: si punta a mercati emergenti (Brasile o Tailandia, o città come Praga o Budapest) oppure a mercati con economie robuste e valori di mercato indiscutibili (Berlino, Londra, Costa Azzurra). Raccolgono interesse anche quelle destinazioni percepite come “scommesse immobiliari”, si pensi a Dubai o Miami, o ancora Paesi dove, a causa di un mercato immobiliare in difficoltà (come la Grecia) non mancano svendite e opportunità d’affari davvero interessanti.

Fattori secondari, ma non marginali, sono legati all’accessibilità della proprietà (ad esempio, la presenza o meno di voli low cost che permettono di aumentare i viaggi per visionare l’immobile) e alle tasse applicate dai singoli Paesi.

Guardando le ricerche compiute dall’Italia verso l’estero nel periodo gennaio-giugno 2012 le aree che hanno raccolto maggiore interesse sono la Costa Azzurra (12%), gli Stati Uniti (9%), le zone turistico-balneari della Spagna (7%) e città come Berlino e Londra (entrambe con il 6% del totale). Rispetto a quelle condotte nel primo semestre del 2010, tuttavia, è il Brasile l’area che cresce di più nell’interesse degli Italiani: +22% in due anni.

«Berlino, Londra, New York sono città dove il valore dell’immobile è assicurato. Il forte interesse nei confronti del Brasile – continua Giordano – risponde, invece, ad una diversa percezione: è visto come un Paese dalle grandi opportunità, in cui è possibile comprare immobili nuovi (sia nelle metropoli che in località turistiche), e persino terreni, a prezzi molto bassi rispetto ai nostri standard. Il costo medio dell’immobile cercato è di 90.000 euro, sufficienti a compiere un acquisto di buon livello.»

Dati di segno negativo per Madrid e Barcellona (-1% di ricerche rispetto al 2010): le difficoltà economiche e il rischio di default rendono il mercato immobiliare spagnolo uno dei meno appetibili per chi punta all’acquisto in terra straniera.

Complessivamente, il mercato degli italiani che investono nel mattone straniero vale circa 4,2 miliardi di euro, per un numero di compravendite che ha superato quota 25 mila in un anno; l’importo medio delle transazioni è pari a circa 175.000 euro.

Di seguito uno schema riassuntivo dei trend nelle aree esaminate:

costo medio immobile

percentuale delle ricerche

2012 vs 2010

Motivazioni per l’acquisto

Costa Azzurra

€ 190.000

12%

4%

seconda casa
USA

€ 230.000

9%

12%

scopo investimento, immobile messo a reddito
Spagna (aree turistico-balneari)

€ 145.000

7%

5%

seconda casa
Berlino

€ 275.000

6%

11%

scopo investimento, immobile messo a reddito
Londra

€ 350.000

6%

4%

scopo investimento, immobile messo a reddito
Brasile

€ 90.000

6%

22%

relocation ed investimento
Svizzera

€ 280.000

5%

7%

relocation e seconda casa
Praga

€ 185.000

4%

3%

scopo investimento, immobile messo a reddito
Parigi

€ 260.000

4%

3%

scopo investimento, immobile messo a reddito
Grecia

€ 150.000

4%

5%

Immobile a reddito e seconda casa
Spagna città (Madrid e Barcellona)

€ 160.000

4%

-1%

scopo investimento, prezzo al ribasso
Vienna

€ 210.000

3%

3%

scopo investimento, immobile messo a reddito
Tailandia

€ 75.000

3%

13%

relocation ed investimento
Dubai

€ 165.000

2%

-3%

scopo investimento, immobile messo a reddito
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Immobili di lusso: gli stranieri comprano in Italia.

In un mercato immobiliare in forte difficoltà, il settore del lusso fa registrare una tendenza opposta, con prezzi in salita e richieste in crescita, soprattutto se ci si concentra sugli acquirenti stranieri. Questa è la prima evidenza dello studio condotto da Immobiliare.it, leader italiano dell’immobiliare online, in collaborazione col portale internazionale LuxuryEstate.it (www.luxuryestate.it), specializzato negli immobili di alto pregio.

«Dividendo le ricerche sugli immobili di prestigio fra acquirenti italiani e stranieri – ha dichiarato Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Gruppo Immobiliare.it abbiamo rilevato che, dal 2009, la quota di potenziali acquirenti provenienti dall’estero è cresciuta del 23%. Oggi l’11% di chi cerca un immobile di prestigio in Italia non è residente nel nostro Paese».

Se è pur vero che il settore del lusso non ha mai vissuto una vera e propria crisi, dall’analisi condotta da Immobiliare.it (www.immobiliare.it) e LuxuryEstate.it sugli annunci pubblicati negli ultimi tre anni, è evidente come, in corrispondenza con l’entrata in vigore dello scudo fiscale italiano, il mercato degli immobili di alta gamma abbia registrato una vera e propria impennata, con un aumento nelle ricerche pari a +28% nel primo trimestre del 2010. Così come avvenuto in Francia, dove l’elezione del socialista Hollande ha scatenato timori fra chi ha redditi tassabili di alto valore, prime fra tutte le dimore di lusso, oggi anche in Italia la paura di imposte patrimoniali legate a case di questo tipo potrebbe far registrare una lieve flessione nelle ricerche; i due portali hanno stimato la riduzione nell’ordine del 13%, dato comunque, vista la particolare natura degli acquirenti, non influente sull’effettiva conclusione delle compravendite.

Gli stranieri che comprano una casa di prestigio in Italia, sempre secondo l’indagine, continuano a preferire mete ben conosciute. Si orientano principalmente su appartamenti con vista nelle città d’arte o di affari italiane (Roma e Milano in primis chiaramente), ville in località turistiche di chiara fama internazionale (Cortina, Costa Smeralda, Santa Margherita) o casali di alta gamma nelle campagne Toscane e Umbre. Guardano ancora con diffidenza, invece, ai cosiddetti immobili di prestigio “potenziale” (attici in nuove torri nelle grandi metropoli, nuovi interventi in zone di pregio delle città italiane o, ancora, ristrutturazioni di case nobili in località meno frequentate dalle élites internazionali).

«Le soluzioni del lusso immobiliare classico italiano – ha continuato Carlo Giordanohanno fatto registrare nel primo semestre del 2012, rispetto al medesimo periodo del 2009, un incremento del 5% nel prezzo richiesto. La crescita nella domanda è espressione della ricerca di immobili di sicuro valore, non soggetti ai rischi della fluttuazione del mercato immobiliare».

 

Le nazionalità e i luoghi

Potenziali acquirenti di nazionalità diversa orientano le loro ricerche verso aree sostanzialmente differenti. I tedeschi, storicamente interessati ad investimenti in aree più “raggiungibili” (principalmente la riviera adriatica e i laghi del nord), oggi hanno ampliato il loro raggio di azione alla Toscana e al Salento. I francesi si polarizzano fra la Liguria (che raccoglie il 21% delle loro richieste), la Toscana e Roma; i russi, che fino ad oggi sembravano non avere alcun interesse ad investimenti fuori dalla Sardegna, stanno cominciando ad comprare anche a Roma (dove non cercano mai meno di 5 vani!) e nella Costiera Amalfitana (15% del totale delle ricerche provenienti dall’area della Russia).

Capitolo a parte per gli inglesi, ormai una vera e propria comunità nel Chianti, grazie alla Sterlina forte hanno aumentato notevolmente le loro ricerche di immobili di lusso in Italia (+12% dal 2009) e pur continuando a preferire i colli toscani, molti fra i più facoltosi sudditi di Sua Maestà la Regina Elisabetta cominciano a cercare casa a Venezia e Roma (che raccolgono rispettivamente l11% e il 10% delle ricerche made in UK relative al lusso). Fra i nuovi investitori anche i greci.

Per quanto riguarda questi ultimi, la grave crisi economica in cui versa il loro paese ed il sempre più diffuso timore di una possibile uscita dall’euro sta alimentando la corsa dei greci più ricchi agli investimenti immobiliari all’estero. Le richieste provenienti dalla Grecia sono nate solo nel 2012, ma rappresentano già l’1% del totale pur essendo concentrate quasi unicamente su Milano e Roma con budget mai inferiori ai 600.000 €.

Una nota importante, e valida trasversalmente per tutti gli acquirenti, è da farsi riguardo alle mete. Crescono velocemente, e sono probabilmente destinate ad essere la nuova Toscana, il Conero e il Salento. In queste aree le ricerche, nell’ultimo triennio, sono aumentate rispettivamente del 31% e del 23%.

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Estate 2012: il 15% degli italiani trascorrerà le ferie in una casa vacanza.

Parlare di vacanze senza discutere di crisi economica è pressoché impossibile: per fornire un quadro completo della situazione, Immobiliare.it ha intervistato un panel di oltre 6.000 persone con l’obiettivo di comprendere quali siano i progetti vacanzieri degli italiani. La necessità di risparmio si fa sempre più pressante e se le case vacanza si riconfermano, col 15%, una delle soluzioni più amate dagli italiani, diminuisce la propensione alle ferie in hotel. Lo scorso anno il 30% del campione intervistato vi ha trascorso le vacanze, nel 2012 ha intenzione di farlo solo il 18%.

«La tenuta delle case vacanza – dichiara Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Gruppo Immobiliare.it, leader del settore anche attraverso il sito Casevacanza.itè espressione della volontà degli italiani di conciliare le esigenze economiche, mai come oggi baricentro attorno a cui ruota la vita quotidiana, con il bisogno di staccare la spina.»

Sempre per risparmiare, sale leggermente la percentuale di chi farà le vacanze a casa propria, o di amici e parenti: si tratta del 16% del campione intervistato (era il 15% lo scorso anno). Meno richieste per il villaggio turistico: lo scorso anno questa tipologia ricettiva era stata scelta dall’11% del campione, mentre oggi raccoglie le preferenze solo dell’8%. Nota dolente: se lo scorso anno l’11% degli intervistati non è partito per le ferie, quest’anno è certo di restare a casa già il 13% degli italiani.

Quelli indicati fino a qui sono trend già definiti, ma gli operatori turistici sperano negli indecisi che, ad oggi, sono il 20%.

I perché della casa vacanza

Cosa spinge un gruppo ormai consolidato di italiani a ricorrere a questa struttura ricettiva? Facile pensare ai prezzi più moderati (è la motivazione riportata dal 24% degli intervistati), ma oltre un terzo del campione che sceglie la casa vacanza lo fa perché questa garantisce una maggiore autonomia: per il 37% evita i vincoli (di orario e di gestione) tipici della stanza in hotel. Per il 20%, poi, è il modo migliore per organizzare una vacanza “a misura di bambino”.

«I dati che abbiamo ottenuto dal nostro sito www.casevacanza.it – continua Giordano – rivelano un incremento del 31% dell’offerta rispetto allo scorso anno. Oltre all’aumento del numero di persone che ricorrono al web per proporre le case vacanza, questa crescita si spiega anche per l’incremento del numero dei piccoli proprietari che, soprattutto al Sud, mettono a reddito con affitti di breve periodo immobili di proprietà. La vacanza ai tempi della crisi si fa “in casa”, magari in località turistiche da scoprire.»

Le destinazioni più ambite, i periodi più scelti

Nel 2012 per le vacanze si pensa sempre più all’Italia. Anche se il 60% degli intervistati dichiara che cambierà meta rispetto allo scorso anno (gli abitudinari sono solo il 24%), è ancora il Bel Paese che raccoglie il maggior numero di preferenze: solo il 16% degli intervistati è certo di andare in vacanza all’estero. Tra le regioni italiane sembra che sarà la Puglia a raccogliere il maggior numero di turisti: un Italiano su dieci sa già che trascorrerà le vacanze tra il Salento, la terra di Bari, la valle d’Itria e il Gargano. Seguono altre mete classiche del turismo italico: Sardegna e Sicilia (entrambe con il 9% delle preferenze) e Toscana (8%). Chi andrà all’estero, invece, sceglierà prevalentemente località europee: Spagna, Grecia e Francia sono, ad oggi, le mete più gettonate.

Se sulla località di villeggiatura gli italiani si dividono, sul momento migliore per partire hanno le idee chiare: uno su due partirà ad agosto: il 51% del campione non vuol sentir parlare di “vacanze intelligenti” e di “bassa stagione”, preferisce il tradizionale mese di chiusura. Il 23%, invece, opta per luglio, il 12% per settembre. Solo il 3,5%, infine, è già andato in ferie a giugno.

Interessante, infine, è scoprire che gli italiani hanno scoperto le gioie del cosiddetto early booking, vale a dire la prenotazione anticipata come strumento per risparmiare: il 17% ha prenotato tra i tre e i sei mesi prima, il 29% tra uno e tre mesi, mentre solo il 14% sceglie i last minute. Non prenota neppure il 14% del campione.

Di seguito la classifica delle principali destinazioni indicate dagli italiani che hanno partecipato al sondaggio:

Destinazione Percentuale
Puglia

10%

Sardegna

9%

Sicilia

9%

Toscana

8%

Calabria

5%

Emilia Romagna

4%

Campania

4%

Liguria

4%

Veneto

3%

Lazio

3%

Altre regioni

14%

Estero

16%

non so

11%

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Evviva i negozi, ma non nel mio palazzo

Si parla tanto di promozione del territorio attraverso il recupero dei negozi di prossimità, ma di fronte alla “convivenza forzata” con attività commerciali gli italiani storcono il naso. Secondo Immobiliare.it, che ha compiuto un’indagine su un campione di oltre 5.000 italiani alle prese con l’acquisto, la vendita o l’affitto di una casa, il 12% degli italiani ritiene che un’attività commerciale nel proprio palazzo, di qualsiasi tipo essa sia, rappresenti un problema, anziché una risorsa.

«Le attività commerciali di piccole e piccolissime dimensioni – spiega Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Immobiliare.ithanno da sempre fatto da contorno alla vita quotidiana degli italiani; solo negli ultimi anni l’avvento della grande distribuzione organizzata, e decentrata in periferia, ha cambiato la struttura delle città. In questa situazione fare i conti con gli svantaggi, oltre che con i vantaggi evidenti legati all’avere attività commerciali e professionali nei pressi della propria abitazione, diventa più difficile.»

Potendo scegliere, le attività che gli italiani vorrebbero avere nel loro palazzo sono soprattutto quelle di consulenza. Gli studi medici in primis (35%), seguiti da quelli professionali (30%): avere un avvocato, un commercialista o un notaio rappresenta un’attività che si è ben disposti a tollerare, per la tipologia di utenza, gli orari di apertura al pubblico e l’evidente comodità in caso di bisogno di un consulto. Seguono, a distanza, i supermercati (28%) e i centri estetici (23%, parrucchieri e barbieri compresi): indispensabili in caso di necessità e in grado di risolvere le quotidiane emergenze dell’ultimo minuto.

Benaccette anche le pasticcerie – gradite dal 18% del campione, forse per il buon odore che si diffonde nel quartiere – gli asili nido (17%), indubbia risorsa per i genitori lavoratori, i bar tabacchi (17%) e i negozi di abbigliamento (15%). Evidentemente, non si tratta di strutture dalle aperture prolungate, né dalla clientela “fastidiosa”.

La situazione si complica quando si chiede agli Italiani di indicare le attività commerciali che non vorrebbero mai avere nel proprio palazzo. Prevedibilmente sono i locali notturni a detenere il primato delle imprese più odiate, con il 61% del campione schierato contro queste attività. Rumori, clientela e orari d’apertura li rendono difficili da gestire da chi cerca, nella propria abitazione, prima di tutto la tranquillità. Nemici del silenzio sono poi le officine, detestate dal 38% del campione: meccanici, gommisti e elettrauto, nonostante la loro utilità evidente, rappresentano un vero e proprio incubo, per colpa dei rumori molesti che sono in grado di generare.

Non solo rumori ma anche odori: sono bollate come inaccettabili le pescherie, al terzo posto della classifica con il 33% delle risposte, che addirittura precedono uno spauracchio classico della vita in condominio: i ristoranti take away (29%). Rosticcerie, paninoteche, pizzerie al trancio e venditori di kebab spaventano non solo per gli odori sgradevoli, ma anche e soprattutto per l’apertura notturna e per il rischio che il chiacchiericcio degli avventori arrivi a turbare il sonno della famiglia.

Stupisce notare come alcune categorie commerciali ricorrano in entrambe le classifiche: gli studi medici, ad esempio, sono sia le attività commerciali meglio tollerate, sia nella decima posizione della classifica delle più odiate – segno di pareri discordanti tra chi è alle prese con la vita in condominio. Per molti, infatti, l’eccessivo andirivieni di pazienti e rappresentanti farmaceutici crea solo fastidio. Stesso discorso per gli asili nido: se sono comodi per molti (sono al sesto posto tra i preferiti), per il 12% del campione il vociare dei bambini durante il giorno può rivelarsi un incubo.

« Gli italiani conoscono bene i vantaggi delle piccole imprese di prossimità –continua Giordanoma preferirebbero averle a “distanza di sicurezza”, per garantirsi maggiore quiete in casa.» Ecco di seguito la classifica delle attività commerciali che si preferirebbe avere nel proprio palazzo (gli intervistati potevano dare fino a 3 indicazioni):

1

Studi medici

35%

2

Studi professionali e di consulenza

30%

3

Supermercati

28%

4

Centri estetici e parrucchieri

23%

5

Pasticcerie

18%

6

Asili nido

17%

7

Bar tabacchi

17%

8

Negozi di abbigliamento

15%

9

Agenzie immobiliari

15%

10

Lavanderie

7%

Questa, invece, la classifica degli esercizi commerciali che mai si vorrebbero nel proprio immobile (fino a 3 indicazioni):

1

Locali notturni

61%

2

Officine meccaniche

38%

3

Pescherie

33%

4

Ristorazione take away

29%

5

Falegnamerie

26%

6

Ristoranti

21%

7

Bed & breakfast

13%

8

Asili nido

12%

9

Studi veterinari

11%

10

Studi medici

5%

 

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Gli italiani riprendono la via dell’ottimismo

L’indagine di Immobiliare.it sulla percezione dell’andamento del mercato immobiliare registra nel primo trimestre del 2012 una leggera ripresa dell’ottimismo: dopo sei mesi in cui è rimasta ferma al 45%, la percentuale degli italiani che pensano che questo sia un buon momento per comprare casa sale al 49%. A luglio 2011 era al 54%, ma il tiepido segnale di ripresa fa ben sperare che il settore ritorni a muoversi.

L’indice di fiducia dei consumatori (http://www.immobiliare.it/casa/informazioni/indice-fiducia-consumatori.php) è uno strumento messo in atto per monitorare periodicamente la percezione degli Italiani rispetto all’andamento del settore immobiliare; sulla base del giudizio di un campione di oltre 5.000 utenti che, avendo negli ultimi tre mesi effettuato una ricerca o pubblicato un annuncio, hanno dimostrato interesse al tema della casa, il portale riesce a interpretare il “sentiment” del mercato da una prospettiva privilegiata.

«Sei mesi di stallo della fiducia degli Italiani – dichiara Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Gruppo Immobiliare.itsono stati lo specchio della voglia di prudenza nei confronti della nostra vita, ancor prima del settore immobiliare; ma nell’ultimo semestre del 2011 il calo delle compravendite si è fermato, permettendo al mercato di riacquisire stabilità. Il nostro indice di fiducia, oggi, conferma la ripresa di una progettualità delle famiglie italiane.”

Cos’è cambiato: i risultati dell’indagine

Se la propensione degli italiani all’acquisto immobiliare cresce di 4 punti percentuali, l’analisi del portale rivela una conseguente riduzione di coloro che ritengono sia meglio rimandare gli investimenti al 2013 (18,3% vs 21,7%). Scende anche (ora è al 18,6%, era il 21% tre mesi prima) la percentuale dei pessimisti, che non ritengono questo un buon momento per comprare.

Sul fronte della vendita si registra, di pari passo, un leggero calo della percentuale degli italiani che ritengono che non sia un buon momento per vendere. Se nelle rilevazioni di gennaio era salita al 71%, dopo tre mesi siamo al 69% (sei mesi fa eravamo al 66%). Preferirebbe attendere un anno, in attesa di giorni migliori, l’11,9% degli intervistati, più o meno come era nella rilevazione di sei mesi fa.

Altro tema preso in esame da Immobiliare.it riguarda la percezione degli Italiani circa l’andamento dei prezzi degli immobili: mentre l’ultima indagine aveva registrato un forte aumento di circa dieci punti percentuali degli italiani che ritenevano plausibile un calo dei prezzi di vendita (erano il 47,4% del campione), il tiepido ottimismo riscontrato si ripercuote anche su questo criterio d’indagine, portando di nuovo questa percentuale sotto la soglia del 40% (39,3%, per la precisione). Aumentano, di contro, quelli che ipotizzano una sostanziale stabilità: sono il 35,5%, mentre a gennaio erano il 29% del campione.

Le differenze regionaliNon tutta l’Italia guarda allo stesso modo i cambiamenti in corso nel mercato immobiliare. L’Umbria, che per sei mesi è stata prima in classifica in quanto a percezione positiva circa l’acquisto, pur registrando una sostanziale stabilità rispetto all’ultima rilevazione, viene superata da Emilia Romagna e Toscana: la prima arriva al 58,2%, mentre la seconda al 56,6%; entrambe guadagnano quasi sette punti in più rispetto a tre mesi fa. Brusco calo di fiducia per la Sardegna, che perde la seconda posizione in classifica e ben 12 punti.

Di seguito le classifiche delle Regioni italiane circa l’opportunità di vendere e acquistare casa, aggiornate al primo trimestre 2012:

 

è un buon momento per comprare casa

Emilia Romagna

58,2%

Toscana

56,6%

Umbria

54,6%

Basilicata

53, 3%

Piemonte

52,9%

Lombardia

52,3%

Liguria

50,9%

Veneto

50,2%

Marche

49,3%

Lazio

48,9%

Sicilia

45,1%

Campania

43,5%

Calabria

42,6%

Puglia

40,6%

Friuli Venezia Giulia

40,3%

Sardegna

40,0%

Trentino

40,0%

Abruzzo

29,8%

Molise

n.d.

Valle d’Aosta

n.d.

è un buon momento per vendere casa

Trentino

28,0%

Puglia

15,0%

Campania

14,1%

Sicilia

12,2%

Sardegna

12,0%

Friuli Venezia Giulia

9,0%

Abruzzo

8,8%

Calabria

8,5%

Liguria

8,3%

Lazio

8,1%

Piemonte

8,1%

Veneto

7,9%

Lombardia

7,0%

Basilicata

6,7%

Toscana

5,8%

Umbria

5,5%

Emilia Romagna

5,4%

Marche

3,0%

Molise

n.d.

Valle d’Aosta

n.d.

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Nasce Commerciale.it, la ricerca di immobili e attività commerciali si sposta su web

Negli ultimi 12 mesi le ricerche di immobili e attività commerciali sono aumentate di oltre il 70%. Per permettere una ricerca ancora più mirata in questo settore, Gruppo Immobiliare.it annuncia oggi la nascita di Commerciale.it (www.commerciale.it): un portale creato per ospitare non solo annunci di immobili e locali commerciali, ma anche di attività e licenze.

«Nonostante la congiuntura economica non sia delle migliori – ha dichiarato Carlo Giordano, Amministratore Delegato del Gruppo Immobiliare.it – stiamo assistendo alla migrazione online sia dell’offerta, sia della domanda di immobili e attività commerciali. Le agenzie e società specializzate in immobili commerciali, che in passato utilizzavano strumenti molto costosi, come le affissioni o intere pagine di giornali, stanno scoprendo che Internet è molto più efficiente ed economico. Anche sul lato domanda si assiste ad un processo analogo, queste ricerche crescono proporzionalmente di più rispetto alle ricerche residenziali, per le quali questo processo è in una fase più avanzata.»

Immobiliare.it è l’unico portale immobiliare con una sezione dedicata al commerciale: le attività commerciali più ricercate sono le licenze di bar, circa 3 volte di più ambite rispetto a quelle dei ristoranti, addirittura 5 volte rispetto alle tabaccherie, 10 volte rispetto alle pizzerie. Tra gli immobili commerciali i più richiesti sono i negozi, ricercati 2 volte più degli uffici e 8 rispetto a magazzini e capannoni.

Con il lancio del portale Commerciale.it, il Gruppo Immobiliare.it consolida la propria leadership nel settore degli immobili e attività commerciali. Il sito si aggiunge agli altri portali del Gruppo, sulle cui piattaforme sono visibili quotidianamente oltre tre milioni di annunci in Italia e in Europa, pubblicati da privati e da quasi 10.000 agenzie immobiliari in Italia: tra questi, anche i siti www.immobiliare.it, www.nuovecostruzioni.it, www.affitti.it, www.casevacanza.it, www.eurekasa.it. Solo nello scorso mese di marzo, i siti del Gruppo hanno registrato più di 90.000.000 di pagine viste.

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Le difficoltà di una vacanza… diversa

Fra pochi giorni sarà Pasqua e gli italiani partiranno per le vacanze; fra loro ci saranno anche molti dei quasi tre milioni di nostri connazionali affetti da disabilità, ma se sceglieranno di trascorrere le ferie in una casa per le vacanze dovranno cercarla con cura: secondo i dati rilevati da Immobiliare.it attraverso il suo sito CaseVacanza.it (www.casevacanza.it) solo il 28% delle strutture di questo tipo è in grado di accoglierli.

«I disabili rappresentano il 5% della popolazione italiana, – spiega Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Immobiliare.it – ma quando si tratta dei fruitori di case vacanza la percentuale cresce arrivando al 7%; questo perché, teoricamente, è una soluzione molto adatta a chi è disabile, anche se nella pratica sono ancora troppo poche le strutture attrezzate.»

Immobiliare.it ha preso in esame tanto la domanda (oltre 35.000 richieste effettuate nel segmento delle case vacanze durante le quattro settimane antecedenti la Pasqua), quanto l’offerta (più di 40.000 immobili messi in affitto parzialmente o in toto per brevi periodi) riuscendo a tracciare un quadro molto preciso.

Chi è disabile raramente viaggia da solo o in coppia (8% delle richieste per appartamenti con 2 posti letto, a fronte di una media nazionale del 23%), mentre molto più spesso si muove con tutta la famiglia o, comunque, in gruppi numerosi; il 37% delle ricerche fatte da chi è costretto su una sedia a rotelle o viaggia con un portatore di handicap si concentra su soluzioni che offrano 6 o più posti letto a fronte di una media nazionale, per questo tipo di case vacanza, del 19%.

Se nella vacanza normale  l’optional più richiesto ad una casa presa in affitto è la piscina (23%), la vacanza per i diversamente abili impone che ci sia un parcheggio comodo (57%). Se si è disabili, spesso si va in vacanza col proprio animale e allora diventa fondamentale che la casa possa ospitare anche lui; in questo segmento aumenta del 3% la richiesta di disponibilità ad alloggiare anche i cani o, comunque, altri animali.
Dal lato dell’offerta per i disabili, il primato dell’ospitalità spetta all’Emilia Romagna e nello specifico alla Riviera Romagnola, dove ben il 42% delle case vacanza è in grado di offrire ferie confortevoli a chi è affetto da disabilità motoria. Seguono a ruota il Veneto (38% sulla Costa veneziana) e la Toscana (38% sulla Costa etrusca e 36% in Versilia).

Le dolenti note arrivano con i prezzi. Se è vero che in alcune zone d’Italia la presenza di elementi funzionali al soggiorno di chi soffre di disabilità motoria non implica alcun rincaro (è il caso ad esempio della costa orientale del Friuli o, ancora, della costa veneziana), in media affittare una casa vacanza attrezzata per ospitare chi si muove in sedia a rotelle costa il 5% in più, con picchi del 12% in Campania (Costiera Amalfitana) e in Calabria (Costa Viola) e dell’ 11% in Basilicata (Metaponto).

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C’è la crisi? Vado a vivere in garage!

Fare di necessità virtù, in tempi di crisi, è trendy. Lo sanno bene gli italiani che, secondo quanto rilevato da Immobiliare.it, sempre di più provano a riconvertire gli immobili in loro possesso pur di trovare nuovi acquirenti. E così il garage o il negozio diventano casa: vetrine e saracinesche spariscono e gli alti soffitti vengono sfruttati con soppalchi e eleganti scale a chiocciola.

Concentrandoci sui soli locali commerciali, ben il 12% degli annunci relativi a spazi di questo tipo riporta la possibilità di riconversione in abitazione. «La grande distribuzione sta soffocando il commercio al dettaglio – spiega Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Immobiliare.ite i negozi lungo le vie cittadine perdono di interesse, con un conseguente crollo della domanda per questi locali (-12% nell’ultimo anno). Da ciò deriva la loro trasformazione in veri e propri loft cittadini, simili agli spazi industriali dismessi da cui da anni si ricavano abitazioni di pregio, ma molto più piccoli e centrali

È il taglio medio di questi immobili (tra i 50 e i 100 mq) a renderli così appetibili: per chi compra o affitta rappresentano la possibilità di avere un bilocale con un risparmio medio di oltre il 10% sia sul prezzo a metro quadro, sia sul canone d’affitto.

Non solo negozi e uffici, però: anche un garage si può trasformare in un loft. Ormai i box vengono realizzati nei sotterranei dei palazzi, ma quelli costruiti fino a 20 anni fa sono a livello strada e dietro alle loro saracinesche si nascondono ampi spazi, semplici da personalizzare e di facile trasformazione in ambienti di design.

I numeri provano l’aumento delle conversioni di negozi e garage: tra i 700.000 annunci presenti su Immobiliare.it la presenza di loft è cresciuta nell’ultimo anno, mediamente, del 5%, con picchi del 9% a Bologna e del 7% a Torino. Le due metropoli italiane, Milano e Roma, non registrano in questo periodo grandi cambiamenti perché il processo è, per la carenza di spazi, in corso da tempo.

Stesso trend in ascesa è registrato dalle riconversioni delle vecchie soffitte in mansarde. Questi locali, usati in passato come depositi, vengono trasformati – vista la penuria di spazi nelle zone più centrali e l’esigenza di aumentare i ricavi da parte dei proprietari – in unità abitative vere e proprie, in cui la mancanza di alcuni servizi, come l’ascensore, permette a chi compra o affitta di risparmiare tra il 10 e il 20% rispetto ad un appartamento nella stessa zona. In confronto ad un anno fa, l’offerta delle mansarde è cresciuta di quasi il 7%, con picchi nelle città di medie dimensioni come Firenze (+10%) e Parma (+9%).

«Attenzione ai vincoli – continua Giordano che riguardano la categoria catastale dell’immobile che si intende acquistare: se si tratta di un loft, accatastato come C3, non vi si potrà prendere la residenza ed ottenere un mutuo prima casa; se parliamo di una mansarda è da verificare che ci sia l’abitabilità e tenere a mente che, per via dei tetti spioventi, i metri quadri commerciali si riducono di molto rispetto alla superficie

La normativa per il cambio d’uso dell’immobile fa riferimento al Testo Unico dell’edilizia, ma occorre considerare i piani regolatori dei singoli comuni, che di volta in volta determinano procedure diverse per ottenere il cambio catastale.

Ecco di seguito la riduzione dei prezzi di vendita e di affitto per mansarde e loft, rispetto ad un appartamento tradizionale, in un campione delle città analizzate:

Vendita euro / mq

Comune Appartamento

Mansarda

Loft

Bologna € 3.300 € 3.050

-8%

€ 3.100

-6%

Brescia € 2.850 € 2.450

-14%

€ 2.500

-12%

Cagliari € 2.700 € 2.200

-19%

€ 2.400

-11%

Firenze € 4.100 € 3.650

-11%

€ 3.400

-17%

Genova € 2.900 € 2.700

-7%

€ 2.550

-12%

Milano € 4.200 € 3.950

-6%

€ 3.800

-10%

Napoli € 3.300 € 2.950

-11%

€ 2.800

-15%

Padova € 2.850 € 2.450

-14%

€ 2.400

-16%

Pisa € 3.400 € 3.100

-9%

€ 3.100

-9%

Roma € 4.800 € 4.300

-10%

€ 4.450

-7%

Torino € 2.650 € 2.400

-9%

€ 2.450

-8%

Verona € 2.500 € 2.350

-6%

€ 2.300

-8%

 

Affitto bilocale euro / mese

Comune Appartamento

Mansarda

Loft

Bologna € 730 € 685

-6%

€ 675

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Immobiliare.it presenta la sua applicazione mobile per Android

Immobiliare.it per Android
Una delle schermate di Immobiliare.it per Android

Immobiliare.it è sempre più mobile: dopo il lancio della versione del sito accessibile dagli smartphone, l’applicazione per iPhone,  iPad e per Nokia, è infatti ora disponibile anche la versione per Android. L’applicazione permette di effettuare la ricerca di immobili, visualizzare le informazioni, le foto e la localizzazione nelle mappe di zona.

È inoltre possibile ricercare gli immobili disponibili nelle zone circostanti al punto dove ci si trova e impostare una serie di parametri che raffinino la ricerca – come il prezzo, il numero di locali, la presenza di box e giardino – e di ordinare i risultati per prezzo, superficie e data di inserimento dell’annuncio.

Immobiliare.it per Android, in più, permette il calcolo della distanza dell’immobile dalla posizione in cui ci si trova e consente di salvare nella cronologia le inserzioni che interessano, per poterle recuperare in un secondo momento.
Una volta selezionato l’immobile che ci piace di più, è possibile contattare direttamente l’inserzionista, via telefono o email, oppure condividere l’annuncio con altri amici, per avere da loro un feedback in tempo reale.

«Il ricorso agli smartphone e agli altri dispositivi mobile per la ricerca della casa – spiega Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Gruppo Immobiliare.itnon è sostitutivo della ricerca via web, ma assume, giorno dopo giorno, importanza maggiore. Il picco di utilizzo delle applicazioni e del sito web in versione mobile avviene nei festivi e i prefestivi, oltre che a tarda sera nelle giornate feriali. In quei momenti il traffico mobile raggiunge anche il 20% del totale, una cifra che solo 2-3 anni fa era impensabile. Il 64% delle ricerche effettuate da piattaforma mobile viene fatto tenendo conto della posizione corrente, spesso perché è fatto da zone ritenute interessanti per un possibile trasferimento».

Con Android si completa il ventaglio di applicazioni che Immobiliare.it offre agli utenti mobile: con oltre 350.000 applicazioni iPhone, iPad e Nokia scaricate, Immobiliare.it è il leader in Italia nella ricerca immobiliare da dispositivi mobili.

L’applicazione Immobiliare.it per Android è scaricabile a questo indirizzo: http://www.immobiliare.it/mobile/android.

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Per fronteggiare il calo di prenotazioni, sconti superiori al 30% per le case vacanze.

Il mercato del turismo cerca di combattere in ogni modo il calo delle prenotazioni e soprattutto le case vacanza, formula preferita da sempre più italiani, applicano sconti superiori anche al 30% per le prenotazioni last minute.

Questa è la prima evidenza emersa dall’analisi di Immobiliare.it (www.immobiliare.it), principale sito italiano del settore con oltre 700.000 annunci attivi ogni giorno, che tramite i dati ricavati dal suo sito CaseVacanza.it, ha potuto tracciare un quadro preciso di questo ultimo scampolo di vacanze natalizie.

 

La vacanza di due settimane, favorita dalla chiusura delle scuole, ormai è un pallido ricordo per le tasche degli italiani, e rispetto al 2010 il numero di chi ha prenotato 14 giorni di soggiorno è diminuito del 23%. Se ci si concede la settimana bianca, però, la più gettonata è quella successiva al capodanno, e per questo chi ha una casa da affittare per le vacanze cerca di contrastare la tendenza con sconti notevoli. Le offerte non mancano e il prezzo medio registrato da Immobiliare.it è inferiore del 3,5% rispetto a quello della stessa settimana dello scorso anno.

Secondo Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Gruppo Imobiliare.it: Lo scenario di incertezza economica, con vacanze di Natale strutturalmente più care ad esempio a causa dei costi crescenti dei trasporti –benzine ed autostrade- dell’abbonamento giornaliero per lo sci e delle cene fuori casa, ci ha fatto ripensare a come trascorriamo le vacanze invernali. Spesso è difficile parlare addirittura di settimana di vacanza e ci si limita a tre o quattro giorni a cavallo di Capodanno. E chiaramente cercando di risparmiare”

 

Per quanto riguarda la formula del last minute, si registra un notevole aumento tanto nella domanda quanto nell’offerta e nella convenienza. In Valle d’Aosta è La Thuile la località che applica gli sconti maggiori per la settimana di capodanno (590 € per un appartamento da 4 posti letto; -31% rispetto a prima di Natale), mentre in Piemonte gli affari migliori si possono fare a Bardonecchia (470€ ; -25%). In Lombardia il ribasso medio per il last minute è del 27%, ma a Livigno si arriva anche a superare il 30% (590€).

Anche la meta del lusso invernale per eccellenza, Cortina d’Ampezzo,  si piega alla legge del last minute, ma in maniera contenuta e a fronte di una percentuale media di sconto che, in Veneto, arriva al 20%, Cortina si ferma a un -16%, rimanendo comunque cara (1.990€ a settimana per quattro persone).

 

Anche in Friuli Venezia Giulia si applicano ribassi medi del 20%, mentre in Alto Adige il turismo sciistico sembra tenere meglio; qui gli sconti non superano il 19% (Val di Fiemme).

Discorso opposto per il Trentino dove si applica uno sconto medio del 31% e in alcune località, Canazei, ad esempio, si arriva addirittura al 35%. Appena meglio a Madonna di Campiglio (34%).

Ecco di seguito gli sconti applicati in alcune delle principali località sciistiche italiane per l’affitto di una casa vacanza con 4 posti letto nella settimana 26/12/2011 – 01/01/2012.

 

Località

Prezzo Pieno 26/12 – 01/01 Prezzo last minute Sconto

Val di Fassa (Canazei)

750

490

-35%

Madonna di Campiglio (Pinzolo)

800

530

-34%

La Thuile

850

590

-31%

Livigno

850

590

-31%

Cervinia (Valtournenche)

850

600

-29%

Courmayeur

890

650

-27%

Bormio

800

590

-26%

Bardonecchia

630

470

-25%

San Martino di Castrozza

570

430

-25%

Abetone

550

430

-22%

Civetta (Zoldo Alto)

790

620

-22%

Sestriere

650

520

-20%

Val di Fiemme (Cavalese)

630

510

-19%

Cortina d’Ampezzo

2.380

1.990

-16%

Terminillo

360

310

-14%

Alta Pusteria   (Dobbiaco)

470

410

-13%

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Cresce del 16% in due anni la presenza della domotica nelle case italiane

Gli Italiani amano sempre più la domotica, tanto che ormai quasi il 60% degli immobili di nuova costruzione ha perlomeno un elemento di automazione che permette di risparmiare fatica, ma soprattutto soldi. Già, perché secondo quanto calcolato dall’Ufficio Studi di Immobiliare.it (www.immobiliare.it), che ha analizzato gli oltre 700.000 annunci italiani pubblicati sul suo sito, a fronte di una spesa iniziale che, a seconda di quanto si voglia automatizzare può variare dai 10.000 ai 50.000 euro, il risparmio sulla bolletta può arrivare fino al 20%.
Secondo Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Gruppo Immobiliare.it, «anche nelle ricerche di immobili l’automazione di base o avanzata ha un’importanza sempre maggiore. A livello nazionale il 22% degli utenti la considera una caratteristica molto importante o indispensabile. Nelle grandi città, in cui la vita è più frenetica e il tempo da dedicare alla case è meno, si arriva addirittura al 33%.»
L’automatizzazione degli ambienti del vivere quotidiano comprende elementi di domotica di base – si va dalla climatizzazione ai sistemi d’apertura e di chiusura automatica di porte, finestre, tapparelle e tende da sole – ed elementi più complessi (e quindi più costosi): parliamo di antifurti e strumenti di telesorveglianza, di coordinamento per il funzionamento degli elettrodomestici e per la distribuzione dell’energia elettrica, anche in caso di emergenza.
Se si osservano i dati nello specifico, si può vedere come la domotica di base rappresenti il 43% delle automazioni sul territorio nazionale, mentre quella avanzata arrivi al 16%. Ancora maggiori sono i numeri delle grandi città, dove se la domotica avanzata è presente nel 18% degli immobili di nuova costruzione quella di base è presente nel 45%. Ancora meglio nelle metropoli del Nord Italia, dove le percentuali salgono rispettivamente al 21% e al 49%.
La regione italiana più domotica, secondo l’analisi di Immobiliare.it, è il Trentino Alto Adige, dove il 78% degli immobili di nuova costruzione ha almeno un elemento di domotica di base o avanzata. A seguire si trovano la Valle d’Aosta (63%), il Veneto (61%), la Lombardia (60%) e il Piemonte (55%).
Il Sud, invece, è ancora molto lontano dal poter vantare una giusta proporzione di immobili “intelligenti”. Solo la Sardegna supera a fatica il 15%, mentre tutte le altre aree del meridione hanno percentuali molto basse, con i picchi negativi della Basilicata (7%) e della Sicilia (11%).

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Anche quest’anno Immobiliare.it è il portale immobiliare più popolare

Immobiliare.it (www.immobiliare.it), il portale immobiliare leader del settore con oltre 700.000 annunci e più di 7 milioni di visite al mese, si è aggiudicato per il quarto anno consecutivo il titolo di sito più popolare per la propria categoria, all’interno del concorso Sito Web dell’anno, creato dall’agenzia di ricerche online MetrixLab e ormai giunto alla sua quinta edizione.

La definizione dei vincitori del concorso viene fatta in maniera diretta dagli utenti stessi.”, ha commentato Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Gruppo Immobiliare.it, “e vedere che chi usa il sito apprezza il nostro lavoro e lo valuta in questo modo è per noi un’enorme soddisfazione.”

I siti nominati nell’edizione del premio di quest’anno sono stati 265 in 22 categorie e sono stati raccolti quasi 126.000 voti inviati dagli utenti web tra il 10 ottobre ed il 18 novembre. Il riconoscimento attribuito ad Immobiliare.it (sito più popolare) è assegnato al sito che, tra quelli proposti nella categoria, ottiene il maggior numero di voti dal pubblico.

“Ottenere questo premio per il quarto anno consecutivo” ha continuato Carlo Giordanone aumenta ancor di più il valore poiché rappresenta una conferma del fatto che gli utenti apprezzano i continui sforzi di innovazione che Immobiliare.it mette in atto ogni giorno.”

Questi ultimi mesi sono stati, per Immobiliare.it, particolarmente generosi quanto a riconoscimenti ottenuti: appena una settimana fa il sito ha ricevuto il Primo Premio nella categoria Comunicazione di prodotto, una menzione speciale nel Concorso Assoluto alla XIV Edizione del Premio Assorel per le Pubbliche Relazioni con la campagna Un Vicino Terribile e una menzione speciale, sempre nello stesso concorso, per la campagna educativa Via della Sicurezza creata in collaborazione con la Polizia Postale e delle Comunicazioni.

Immobiliare.it, sempre all’avanguardia nella creazione di contenuti e tecnologie per l’immobiliare online ha recentemente lanciato le nuove release delle sue applicazioni mobile per iPhone, iPad, iPod touch e Nokia e, prima in Italia, la possibilità per le agenzie immobiliari di rendere visibili i propri annunci anche su Facebook.

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Immobiliare.it diffonde l’Indice sulla fiducia dei consumatori relativo al terzo trimestre 2011

La crisi economica si ripercuote sulla percezione che gli italiani hanno dell’andamento del mercato immobiliare, e la prudenza prevale sulla voglia di investire. Secondo i dati dell’indice Immobiliare.it sulla fiducia dei consumatori, se a luglio quasi il 54% degli abitanti del Bel Paese si dichiarava convinto che fosse un buon momento per comprare casa, ad oggi la percentuale è scesa al 45,3%.

L’elaborazione dell’Indice (www.immobiliare.it/fiducia-consumatori), un indicatore della percezione degli italiani rispetto all’andamento del mercato immobiliare, si basa sulle risposte di un campione di oltre 5.000 di italiani che, avendo negli ultimi tre mesi effettuato una ricerca o pubblicato un annuncio immobiliare, sono interessati al tema della ricerca di immobili.

«Ad influire sulla percezione del mercato immobiliare, e sulla conseguente propensione all’acquisto – Dichiara Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Gruppo Immobiliare.it – sono le attuali condizioni dell’economia, con particolare riferimento alla politica di tagli che ha caratterizzato la manovra finanziaria. Tuttavia, questa diminuzione sia della voglia di vendere sia di comprare, rappresenta un tentativo comprensibile di non “svalutare” gli immobili. Sappiamo benissimo che in una nazione, come l’Italia, che ripone un’elevata fiducia nel mattone, questa prudenza evita i pericoli di perdita di valore degli immobili.»

I risultati
L’analisi di Immobiliare.it, pur registrando una flessione dell’ottimismo rispetto alla rilevazione dello scorso trimestre, rileva come oltre il 45% del campione sia convinto che quello attuale è un buon momento per acquistare casa. Cresce, invece, la percentuale degli intervistati che ritiene sia più conveniente rimandare gli investimenti immobiliare al prossimo anno (19,2% vs 16%) pensando che il 2012 porterà maggiori vantaggi in fase di compravendita.

La minore fiducia non riguarda solo il fronte dell’acquisto, ma anche quello della vendita: quasi il 66% del campione intervistato si dice convinto che, quello attuale, non sia un buon momento per vendere. Da questa prospettiva, l’11% guarda con fiducia all’anno venturo, e dichiara di aspettarsi un miglioramento della situazione nel corso dei prossimi 12 mesi.

Altro aspetto indagato dall’indagine riguarda la percezione degli italiani dell’andamento dei prezzi degli immobili in vendita: se il 32% si aspetta stabilità, per il 37,6% del campione i costi sono destinati a calare, e solo il 22,5% teme un aumento.

La fiducia di regione in regione
Analizzando i dati raccolti da Immobiliare.it è possibile tracciare anche una mappa delle differenze tra gli atteggiamenti degli italiani, di regione in regione.
In linea generale emerge una maggiore fiducia nel mercato immobiliare da parte dei cittadini delle regioni del Centro e del Nord Italia, con l’eccezione del Molise: Umbria (62,5%), Lombardia (52%) e Molise (50%) sono le regioni in cui, in percentuale maggiore, si ritiene sia un buon momento per comprare casa. Seguono Emilia Romagna (49,6%), Friuli Venezia Giulia (47,6%) e Toscana (46,8%). Fanalino di coda sono Calabria (25,5%), Trentino Alto Adige (34%) e Puglia (38,3%).

Ecco, di seguito, il dettaglio del dato regionale relativo al giudizio sull’opportunità di vendere/acquistare casa, aggiornato al terzo trimestre 2011:

è un buon momento per acquistare casa
Umbria 62,50%
Lombardia 52,02%
Molise 50,00%
Emilia Romagna 49,56%
Friuli Venezia Giulia 47,56%
Toscana 46,81%
Marche 45,33%
Valle d’Aosta 44,44%
Piemonte 44,43%
Lazio 43,90%
Veneto 43,75%
Basilicata 43,48%
Liguria 42,70%
Sardegna 42,67%
Campania 42,46%
Abruzzo 41,18%
Sicilia 38,70%
Puglia 38,31%
Trentino Alto Adige 34,00%
Calabria 25,53%

è un buon momento per vendere casa
Valle d’Aosta 22,22%
Basilicata 21,74%
Campania 16,47%
Abruzzo 16,47%
Puglia 14,92%
Sicilia 14,78%
Lazio 14,68%
Sardegna 14,67%
Piemonte 10,65%
Toscana 10,33%
Liguria 10,27%
Lombardia 10,00%
Trentino Alto Adige 10,00%
Veneto 9,93%
Emilia Romagna 9,62%
Marche 8,00%
Umbria 7,50%
Calabria 7,45%
Molise 6,25%
Friuli Venezia Giulia 4,88%

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Indagine Immobiliare.it: quasi un milione di italiani cercano casa su… Facebook

Chi cerca un appartamento in vendita o in affitto lo fa sempre più online: secondo i dati diffusi da Immobiliare.it, leader del settore con oltre 3.000.000 di annunci attivi ogni giorno, il mercato degli immobili sul Web è cresciuto, anno su anno, del 39%. Ciò che stupisce, però, è scoprire che quasi un milione di italiani alle prese con questo tipo di ricerca non cominciano la loro indagine dai siti di operatori specializzati, bensì da Facebook.

Secondo un’indagine compiuta da Immobiliare.it su un campione di oltre 500 persone impegnate nell’acquisto o affitto di casa, il 21% di chi sceglie il web come canale di ricerca o vendita preferisce affidarsi al Social Network più popolare. «Chi cerca casa partendo da Facebook – ha commentato Carlo Giordano, AD di Gruppo Immobiliare.it – ha un approccio molto diverso rispetto a chi lo fa sui portali immobiliari. Si tratta di persone che, di fatto, portano online il consueto modello del passaparola o la ricerca attraverso la propria cerchia di conoscenze».

Stando all’analisi di Immobiliare.it chi pubblica o cerca annunci immobiliari sul social network è generalmente un utente alle sue prime esperienze online, che tende a voler stabilire un rapporto personale e, nella maggior parte dei casi, ha un’età superiore ai 35 anni.

«Nell’ultimo anno il traffico proveniente da Facebook su Immobiliare.it è letteralmente triplicato, ma guardando alla figura emersa dall’indagine una percentuale così alta di persone che usano il social network per trovare un immobile – ha proseguito Giordano – si spiega col fatto che in Italia la popolazione è mediamente più anziana che altrove e molti individui si sono approcciati ad Internet proprio con l’avvento dei Social Network. Spesso arrivano alle pagine immobiliari presenti su Facebook attraverso un annuncio condiviso sul profilo di qualche amico o dietro consiglio di persone di cui si fidano.»

Proprio per venire incontro alle esigenze di utenti come questi, Immobiliare.it ha annunciato oggi anche il lancio di un servizio (http://www.immobiliarewebagency.it/pagina-agenzia-facebook/) che, unico nel panorama immobiliare italiano, permette di visualizzare gli annunci di compravendita senza muoversi da Facebook e a cui si accede utilizzando i dati di accesso del profilo attivo sul Social Network.

Grazie al nuovo servizio creato per la prima volta in Italia da Immobiliare.it, e presumibilmente destinato a dare nuovo slancio al mercato, i venditori potranno creare su Facebook un nuovo profilo in cui pubblicare gli annunci, oppure utilizzarne uno già attivo per rendere visibili e consultabili sul Social Network le proprie offerte immobiliari.

«Siamo molto orgogliosi – conclude Giordano – di essere i primi nel nostro Paese a sviluppare un sistema di questo tipo che evidenzia come quella di Immobiliare.it sia non solo una leadership numerica, ma anche di innovazione.»

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Il mercato delle case vacanza cresce del 15%, se in destinazioni insolite addirittura del 44%.


Le vacanze estive sono ormai entrate nel vivo; il prossimo fine settimana segnerà l’esodo di milioni di italiani, ma la notizia è che, in un mercato turistico in crisi, grazie a costi contenuti ed un’offerta molto diversificata, il comparto delle case per le vacanze cresce in media del 15%.

Elaborando i dati ricavati attraverso il suo sito CaseVacanza.it (www.casevacanza.it), l’Ufficio Studi di Immobiliare.it, leader del settore con oltre 3.000.000 di annunci attivi ogni giorno, ha messo in luce come sempre più italiani scelgano di trascorrere le ferie in una casa per le vacanze, avendo registrato un aumento sia nella domanda sia nell’offerta; ma chi sceglie una casa per le vacanze non necessariamente richiede una soluzione classica. Anzi.

«Lo scenario macroeconomico ci impone più attenzione alle nostre spese per le vacanze, ma non sempre si segue la strada del “meno giorni di vacanza” o “albergo più economico”; nasce bensì la ricerca di una “vacanza diversa” – afferma Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Gruppo Immobiliare.it. – Internet ha reso disponibile una quantità di informazioni prima non accessibili e così dalla ricerca di una “generica” casa da affittare in una località turistica si passa a cercare soluzioni nuove e particolari.»

Secondo l’analisi di Immobiliare.it l’incremento delle ricerche di case per le vacanze in zone di turismo classiche o con soluzioni tradizionali è cresciuto nell’ultimo anno del 15%, ma se si guarda alle mete di turismo alternativo l’incremento è arrivato, in media, al 44%. Analizzando l’offerta si assiste a un aumento quasi speculare: la crescita delle proposte tradizionali arriva all’11%, quella delle mete o soluzioni di nicchia al 39%.

Chi decide di affittare un immobile per le vacanze, può, ad esempio, scegliere una dimora d’artista nell’entroterra catanese dove la proprietaria-pittrice offre ai suoi ospiti tele, cavalletto e pennelli per un corso di pittura en plein air (prezzo: da 864 euro a settimana). Si può soggiornare in provincia di Teramo, in una villa divisa in appartamenti e inserita all’interno di un parco botanico con oltre 40 specie vegetali differenti (prezzo: da 300 euro a settimana), ma anche ad Arezzo, in una suite totalmente indipendente ricavata in un mulino seicentesco (prezzo: da 600 euro a settimana).

Per attirare ancora nuovi clienti e cavalcare l’onda del successo, in molte località le case per le vacanze stanno applicando il virtuoso meccanismo del last minute. Ed ecco che chi prenota all’ultimo momento può fare veramente ottimi affari.

Solo per fare alcuni esempi, in Salento lo sconto medio arriva a 100 euro per settimana, la costa campana, da Ischia a Positano, applica riduzioni di tariffe fra i 100 e i 200 euro, ma è in Sardegna che si ottengono gli sconti maggiori e se ad Alghero i proprietari hanno ribassato i prezzi di oltre 200 euro, a ridosso della Costa Smeralda, a San Teodoro, si può arrivare a risparmiare fino a 420 euro a settimana.

Fuori dal coro le città d’arte; qui il last minute non è di casa e se a Firenze le tariffe applicate agli affitti prenotati pochi giorni prima della partenza sono pari in media a 80 euro, a Roma lo sconto arriva appena a 37 euro.

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Il Nord Italia dà fiducia al mercato immobiliare, il Sud attende

Dopo anni di difficoltà, il mercato immobiliare italiano potrebbe ripartire dal Nord. Così almeno a leggere i dati dell’indagine condotta da Immobiliare.it, principale sito italiano del settore dove ogni giorno sono attivi più di 3.000.0000 di annunci di compravendita, che ha evidenziato come Lombardi, Emiliano Romagnoli e Toscani siano i più convinti che quello attuale sia un buon momento per investire nel mattone.

Se è vero che l’ultima edizione dell’Indice Immobiliare.it sulla fiducia dei consumatori (www.immobiliare.it/fiducia-consumatori) ha evidenziato una generale fiducia nella ripresa (il 54% degli Italiani crede sia il momento giusto per comprare casa), nel Nord Italia l’ottimismo è ancora più marcato. Le Regioni che ritengono sia un buon momento per investire nell’immobiliare si collocano quasi tutte nel Nord e nel Centro-Nord. A guidare la classifica è la Lombardia (con il 59% ), seguita da Emilia Romagna e Toscana (a pari merito con il 58%) e dal Piemonte (con il 56%).

Al Sud, invece, resta una generale perplessità nei confronti del mercato; complice forse la crisi economica, le percentuali di chi ritiene sia un periodo propizio all’investimento scendono: fanalino di coda nella classifica sono Campania (42%), Calabria (43%) e Puglia (47%). Vistosa eccezione è rappresentata dal Trentino-Alto Adige (agli ultimi posti della classifica con la stessa percentuale della Calabria, 43%); dove un abitante su cinque è decisamente titubante: qui il 20% del campione intervistato ritiene sia il caso di attendere almeno un anno prima di pensare ad investire nell’acquisto di un immobile.

A spiegare, in parte, il ritorno all’ottimismo degli Italiani, e degli Italiani del Nord in particolare, vi è la percezione – sempre rilevata dall’indice di Immobiliare.it – che i prezzi degli immobili non subiranno grosse variazioni: questa è l’idea prevalente, manifestata dal 43% del campione. Secondo Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Gruppo Immobiliare.it, «In una fase di generale ottimismo e vista la diffusa idea che i prezzi si manterranno comunque stabili, si ritiene che sia ora di fare investimenti; non tutti però possono ancora permetterselo.Ovviamente il Nord, caratterizzato da un reddito medio più alto e un maggiore dinamismo economico, è avvantaggiato rispetto al Sud».

A riprova delle parole di Giordano, sono ancora le regioni del Nord e del Centro a credere maggiormente nella stabilità dei prezzi: in Emilia Romagna e in Veneto la percentuale di chi pensa che i prezzi, nei prossimi 12 mesi, resteranno stabili, arriva al 46%, e resta superiore alla media anche in Lazio (45%) e Piemonte (45%).

Se Nord e Sud mostrano una diversa percezione del mercato, è interessante notare che, invece, quando si tratta di vendere casa le distinzioni si appannano: se, a livello nazionale, la propensione alla vendita è molto bassa – e crede sia un buon momento per vendere solo il 13% del campione nazionale, contro un 61% di pareri negativi – a livello regionale non si registrano differenze tra Settentrione e Meridione. Guida la classifica di chi non vorrebbe vendere casa l’Umbria (con addirittura il 79%), ma la seguono a ruota Regioni del Nord: la Toscana e il Veneto (con il 68%), l’Emilia Romagna (con il 65%) e la Lombardia (con il 64%).

L’analisi condotta da Immobiliare.it vuol dare un parametro per misurare la percezione che la nazione ha nei confronti delle compravendite immobiliari. L’indice elaborato permette di capire quello che è il sentiment, vale a dire il percepito degli Italiani nei confronti di un settore che, più di altri, ha subito le ritorsioni della crisi economica. E se non si tratta dell’unico indicatore responsabile dell’andamento delle compravendite immobiliari (visto che intervengono altri fattori e altre variabili economiche) va detto che la percezione di fondo dei consumatori influisce notevolmente nello sviluppo del mercato.

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Immobiliare.it lancia l’Indice sulla fiducia dei consumatori

Gli Italiani hanno nuovamente fiducia nel mercato immobiliare: il 54% di loro crede sia il momento giusto per comprare casa. Questo è il primo dato ricavato dall’elaborazione dell’Indice Immobiliare.it sulla fiducia dei consumatori (www.immobiliare.it/fiducia-consumatori), che da oggi e periodicamente tasterà il polso degli Italiani in merito alla loro sensazione circa l’andamento del mercato immobiliare.

«Si tratta di un indicatore sintetico – dichiara Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Gruppo Immobiliare.it – in grado di dare la giusta lettura di quella che è la percezione dei consumatori in merito alla compravendita immobiliare. Spesso il pessimismo o l’ottimismo della popolazione incidono e determinano in maniera netta l’andamento di un settore; per questo crediamo sia indispensabile fornire delle analisi attendibili in merito».

L’indagine è stata svolta su un campione di oltre 5.000 uomini e donne che, avendo negli ultimi sei mesi effettuato una ricerca o pubblicato un annuncio immobiliare, sono interessati al tema della ricerca di immobili.

I risultati

I risultati, come detto, rivelano ottimismo da parte degli Italiani: se per il 54% di loro è un buon momento per acquistare casa, per il 16% del campione analizzato prevale l’idea che il mercato sarà in condizioni migliori il prossimo anno ed occorra, quindi, attendere un po’ prima di pensare a comprare casa. Pensa non sia un buon momento per acquistare, invece, il 15% degli intervistati.

Per quanto riguarda l’altra faccia della medaglia, vale a dire l’idea che sia il momento adatto per vendere casa, dall’indagine è emersa una generale titubanza: la percentuale di chi ritiene sia un buon momento per farlo si ferma al 13%, contro il 61% di chi pensa l’esatto contrario. Il motivo è principalmente riscontrabile nel fatto che la valutazione dell’immobile è spesso più bassa di quanto non fosse 2-3 anni fa, per questo chi possiede un immobile è restio a venderlo, rimandando la decisione in vista della ripresa dei prezzi. Preferirebbe, infatti, attendere un anno nella speranza di tempi migliori, il 12% del campione.

Per quel che concerne i sentimenti circa l’andamento dei prezzi degli immobili emerge, ancora una volta, ottimismo: nel 43% dei casi prevale l’idea che, nei prossimi dodici mesi, i prezzi di vendita resteranno sostanzialmente stabili, mentre per il 29% degli intervistati addirittura caleranno. Solo nel 20% del campione censito la sensazione è di segno opposto, con l’idea che invece si assisterà a un incremento dei prezzi degli immobili.

Uomini e donne: differenze di comportamento e di percezione

Piuttosto interessanti appaiono le differenze tra donne e uomini per quanto riguarda il loro sentimento sull’andamento del mercato immobiliare: tra i due generi, quelli che appaiono più fiduciosi sono gli uomini, che credendo sia, nel 55,4% del campione, un buon momento per comprare, si pongono ben al di sopra della media nazionale; le donne, di contro, sono ferme al 51,6%.
Sono ancora le donne a ritenere non sia un buon momento per vendere: nel 63,3% dei casi sia meglio aspettare. Gli uomini, forse perché più ottimisti, guardano al mercato immobiliare con maggior dinamismo e, nel 14,6% dei casi, reputano favorevole il momento per vendere, contro il 10,6% delle donne. Allo stesso modo, negli uomini è più forte l’idea che le prospettive per il mercato immobiliare siano più che buone: la percentuale di chi ritiene che i prezzi di vendita restino stabili, o addirittura diminuiscano nel prossimo anno, arriva al 75,4%. Tra le donne il valore resta ben al di sotto, fermandosi al 67,4%.

La fiducia di regione in regione

Per quanto riguarda le differenze regionali, è interessante notare come la fiducia degli Italiani nel futuro del mercato immobiliare segua piuttosto fedelmente l’andamento dell’economia delle singole regioni: quelle che mostrano una fiducia maggiore nel mercato immobiliare – ritenendo sia un periodo propizio per comprare – si trovano nel Nord e nel Centro-Nord. Emilia Romagna (59,4%), Toscana (59,3%) e Lombardia (59%) sono le Regioni che guardano con maggiore ottimismo al mercato immobiliare.

Altri dati interessanti: gli Umbri sono i meno convinti che quello attuale sia un buon momento per vendere casa (con l’86,3% il loro è quasi un plebiscito), anche perché, più di tutti, ritengono che i prezzi, nei prossimi mesi, siano destinati a salire (lo pensa il 27,5% del campione, percentuale più alta in assoluto a livello nazionale). Campania (38,6%), Liguria (35,2%) e Puglia (32,2%) sono le tre regioni più propense a ritenere che entro l’anno i prezzi delle case scenderanno, mentre credono a una sostanziale stabilità del mercato nei prossimi mesi soprattutto Molisani (addirittura con il 60%), Lucani (55,3%) ed Emiliano-Romagnoli (47,3%).

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