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Italia terra di dolci tipici: un viaggio fra le tradizioni culinarie

Quanti modi esistono di festeggiare al mondo? E quanti di questi modi hanno come caratteristica principale un dolce o un piatto che in molti casi viene consumato solo in quel periodo dell’anno?

Basta pensare alle numerose feste che scandiscono l’anno da quelle diffuse e celebrate in tutto il mondo a quelle più locali che vanno a determinare le tradizioni peculiari di un luogo o di una zona. In alcuni casi i dolci tipici variano di provincia in provincia contraddistinguendo ancor di più le tradizioni locali e le peculiari colture agricole.

Esempio plateale è il Natale che praticamente varia il dolce tipico di regione in regione e di stato in stato. Per esempio in Italia immancabile sulle tavole e il panettone o il pandoro dolce di origine milanese mentre in Inghilterra molto diffuso è il Christmas pudding, a Siena tipico è il Panforte, mentre in Germania e in Scandinavia è tradizione preparare dolci e biscotti con zenzero e altre spezie. Molte altre sono poi le tradizioni locali tipiche, anche di dolci dietetici, se così si possono definire, di ogni piccolo paese che hanno magari la variazione di un singolo ingrediente ma che contribuiscono a far sentire tutti parte di qualcosa e quindi a costruire un valore comune.

Dopo il Natale, volendo seguire il corso dei mesi arriva il Carnevale che avvolge con i suoi fragranti sapori che anche per questa occasione di differenziano di zona in zona dalle frittelle alle chiacchiere, passando per la cicerchiata e altri dolci che hanno il denominatore comune della dolcezza quasi estrema visto che simbolicamente precedono un periodo di digiuno e privazione. Con la primavera arriva anche la Pasqua, con tutte le sue delizie che al contrario di quelle per il carnevale succedono al periodo di digiuno e portano con loro tutta la gioia e la fragranza insita nell’inizio della bella stagione. E anche qui molte sono le tradizioni che si possono trovare sia girando per l’Italia sia andando in qualche paese straniero. Certo la più nota nel Belpaese è di certo la colomba, ma come non citare la pizza di Pasqua di Civitavecchia o il fiadone abruzzese, la pastiera napoletana o la sarcedda pugliese?

Nel mondo poi variegate sono le tradizioni per questa festa che, magari sotto altri nomi, è celebrata in tutto il mondo, per esempio in Germania ci sono i dolci a forma di agnello, in Francia le mamme nascondono le uova di cioccolato per i bambini, mentre in Svezia è tradizione che le bambine vaghino di casa in casa con un bricco in cui gli inquilini devo inserire monetine o spiccioli di ogni genere. In Olanda è tradizione pasquale mangiare il Paasbros, un buonissimo pane ripieno di uvetta e zuccherato sulla superficie.

In Russia, nonostante la tradizione religiosa diversa, la Pasqua è un importante ricorrenza ed è rituale consumare nella mattinata un pic nic sulla tomba di un parente per poi cenare tutti insieme con un sontuoso banchetto al quale non può mancare il Pabcha, un piatto a base di quark. Noti sono invece gli hot cross buns inglese, dolci brioches che si mangiano solitamente nella serata del venerdì santo.

A cura di Martina Celegato

Prima Posizione srl

promozione del turismo

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Gastronomia Siciliana: mix di sapori e tradizioni

La Sicilia, crocevia di culture e tradizioni, stupisce per bellezza e fascino del suo territorio, del suo mare cristallino e arricchisce di gusto la vacanza nell’isola grazie ad una varietà di sapori fortemente legata alle dominazioni che si sono avvicendate sull’isola. I piatti della gastronomia siciliana evocano civiltà antichissime che risalgono all’antica Grecia, alla tradizione romana, araba e spagnola, e anche della cucina francese. Le caratteristiche dei piatti cambiano in relazione alle varie zone. Lungo le coste dominano piatti a base di pesce mentre all’interno dell’isola prevale l’uso della carne, ottimi formaggi e legumi (strascichi di una cultura gastronomica fortemente legata a usi e costumi della tradizione contadina siciliana). L’influenza araba è forte nella parte occidentale dell’isola con i suoi sapori forti, zafferano e cannella, e con il tipico cous cous di pesce al quale sono dedicate anche delle sagre.
Di derivazione araba sono i famosi arancini siciliani, ripieni di carne e piselli, oggi con numerosissime imitazioni e varianti: al burro, di pesce, al formaggio etc.
La cucina siciliana stupisce per aromi molto particolari e intensi. Il clima dell’isola, infatti, permette la crescita di spezie che arricchiscono i piatti in modo unico. Tra gli aromi più diffusi ricordiamo l’origano, la salvia, il rosmarino e l’alloro.
Un altro aspetto della cucina siciliana è la cura dei piatti. Decorazioni impeccabili nonostante la semplicità degli elementi. Un esempio di questa cura quasi maniacale dell’immagine delle specialità  isolane si ritrova nella pasticceria siciliana, ad esempio nella famosa cassata siciliana, una torta tradizionale a base di ricotta zuccherata, pan di Spagna, pasta reale, frutta candita e glassa di zucchero. Nonostante l’apparente semplicità della ricetta, esistono innumerevoli varianti. L’aspetto esteriore, in particolar modo, può variare da una scarna decorazione di glassa e un po’ di scorza d’arancia candita fino a un’opulenta costruzione barocca con perline colorate e una mezza dozzina di frutti canditi diversi. Di forte influenza araba, i dolci tipici siciliani dai nomi originalissimi e dai gusti dolcissimi, stupiscono per gusto e ricercatezza decorativa. Famose la paste di mandorla, i cannoli siciliani, la pignulata, la variopinta frutta martorana e i pupi di zuccaro contribuiscono a completare il quadro. Buonissime anche le granite. Ottime quelle di Messina, Sciacca e Palermo. Le granite più caratteristiche, oltre a quelle di limone sono quelle di gelsi rossi e di mandorla.

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I sapori della pasticceria siciliana

La Sicilia è un territorio ricco di luoghi meravigliosi, il mare, il sole, le spiagge, ma una delle più importanti meraviglie siciliane è la sua tradizione dolciaria, che non ha forse eguali.
Ciò che infatti, al giorno d’oggi, rende famosa l’isola anche fuori dal territorio nazionale è la sua tradizione dolciaria. Il turista che va in vacanza in Sicilia, a quanto pare, alle spiagge di Cefalù, Taormina, Lampedusa, sembra prediligere gustare un cannolo siciliano con il suo dolcissimo ripieno di ricotta , la cassata, la frutta Martorana o dei pasticcini di mandorle, ora prodotti con le più moderne macchine impastatrici.
I siciliani hanno avuto da sempre una predilezione al consumo di dolci, tanto che in nessun’altra regione se n’è mai registrato un consumo così alto come in Sicilia tant’ è vero che quello della pasticceria sembra essere uno degli aspetti più antichi dell’ isola e come tale, alle spalle, presenta una storia ricca di segni e tradizione.
Secondo antiche fonti pare che il primo ambiente in cui nasce la tradizione dolciaria siciliana è la famiglia contadina. Toccava, infatti, alle donne, e senza i moderni sollevatori, in varie occasioni e ricorrenze preparare i dolci previsti per tali feste come, ad esempio, accadeva con la nascita del primogenito maschio che veniva festeggiata regalando trecce di zucca candita legata con un nastro rosso, un segno contro il malocchio.
Un’altra fonte di “ispirazione” dei dolci siciliani è l’ambiente monastico: molti dolci tipici siciliani, infatti, vennero per la prima volta inventati dalle monache di clausura siciliane, e si tramandavano di generazione in generazione fino ad arrivare ai giorni nostri.
Un altro segno importante nella tradizione dolciaria siciliana è stato lasciato dalla dominazione araba introducendo alcuni elementi, quali il pistacchio, la cannella e lo zucchero, di cui si fa largo uso nella preparazioni di molti dolci siciliani. Il miele, elemento fondamentale nella pasticceria araba, è stato in seguito sostituito dallo zucchero. Il dolce più classico di derivazione araba è la cassata. Furono proprio gli arabi a importare la canna da zucchero, il limone, la mandorla, l’arancia amara. Con il barocco poi si aggiunsero anche i canditi.
La fonte di ispirazione dei dolci siciliani di più recente acquisizione, infine, riguarda la pasticceria importata in Sicilia dai pasticceri svizzeri che si trasferirono nell’isola all’inizio del secolo scorso introducendone la crema e la panna dando origine ai più famosi dolci siciliani che oggi sono conosciuti e diffusi in tutta Italia.

La pasticceria siciliana, dunque, è un mix di cultura e tradizione non soltanto locale ma di diversa provenienza. Non possono mancare i classici come “cannoli” e “cassate”: i tipici prodotti dell’arte siciliana, fatti principalmente con ricotta zucchero e canditi sono un vero dono per il palato. Di queste due ricette esistono infinite varianti.
Il cannolo è un dolce costituito da un involucro a forma tubolare di pasta fritta, farcito con un impasto di ricotta, zucchero, pistacchi, cioccolato e frutta candita. La storia narra che il cannolo acquisisce il suo nome dalla parola “canna”, ovvero “rubinetto” in siciliano. Da uno scherzo carnevalesco infatti, nato in un dimenticato monastero e successivamente propagato dalla pasticceria palermitana, si faceva uscire da un rubinetto invece dell’acqua, la crema di ricotta. Impossibile dimenticare poi la pasta di mandorle, ora creata grazie alle formatrici, per produrre un delicato impasto dolce, profumato dalle mandorle di Avola e sapientemente contrastato dall’uso di mandorle amare, ottimo per ottenere una bevanda fresca oppure per decorare i dolci.

A cura di Martina Meneghetti
Prima Posizione Srl – Consulenza di web marketing

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