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Polietilene fa rima anche con creatività

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  • 16 Novembre 2011

Il polietilene, grazie alla sua versatilità, è impiegato sempre di più anche in quei settori in cui creatività e fantasia giocano un ruolo fondamentale.

Dici polietilene e ti viene in mente qualcosa di scientifico, tecnico e lontano dalla quotidianità concreta. In realtà si tratta di un materiale che fa parte della nostra vita di tutti i giorni; non solo: il polietilene è messo sempre più spesso al servizio della creatività di designer, stilisti e architetti di interni, e non viene più solo impiegato per realizzare imballaggi in polietilene o altri oggetti, utilissimi ma che di creativo spesso hanno ben poco.

Pur mantenendo la sua utilità nella creazione di moltissimi oggetti di uso comune di cui ci serviamo ogni giorno, dai sacchetti per la spesa agli imballaggi alimentari, il polietilene ha invaso anche altri ambiti, grazie soprattutto alla sua grande versatilità, che ne rende facile l‘utilizzo in contesti anche molto diversi tra di loro. Si tratta inoltre di un materiale dalle buone proprietà meccaniche e particolarmente resistente agli agenti atmosferici, una materia plastica più economica rispetto ad altre e caratterizzata da ottime proprietà isolanti; un materiale finora usato soprattutto come isolante per cavi elettrici, per realizzare contenitori e imballaggi alimentari di vario tipo, nella fabbricazione del film estensibile e del pluriball, di tubi e tappi in plastica. Oggetti sicuramente utili, ma che forse non soddisfano poi tanto il nostro gusto estetico.

Il polietilene, però, viene impiegato anche in ambiti che potremmo definire più creativi, in primis nel settore dell’arredamento, e in particolare dei mobili per giardino. Come detto, infatti, il polietilene è particolarmente resistente agli agenti atmosferici, caratteristica che lo rende perfetto per la realizzazione di sedie, tavoli e mobili in generale che per loro stessa natura sono esposti al freddo, al sole e alla pioggia. Molti mobili per giardino vengono realizzati in hularo, un materiale sintetico a base di polietilene colorato che presenta il vantaggio di mantenere inalterate nel tempo le caratteristiche di forma e colore degli oggetti. Ma i mobili in polietilene non sono “relegati” solo agli spazi esterni, e fanno bella mostra di sé anche all’interno delle nostre case. Perché se è vero che altri materiali usati nel settore dell’arredamento, dal legno al ferro battuto, presentano delle indiscutibili qualità anche estetiche, è pur vero che anche il polietilene, se lavorato in un certo modo, può aggiungere un tocco creativo e piacevole ad ogni casa. Molte sono le aziende che propongono sedie e altri mobili dal design moderno e ricercato e che si avvalgono proprio del polietilene per realizzare arredi colorati e originali, perfetti per decorare ambienti moderni.

Altro campo “creativo” nel quale il polietilene viene impiegato è quello dell’abbigliamento e degli accessori, settore in cui questo materiale non viene usato solamente per produrre indumenti da lavoro o copriabiti protettivi, ma anche nella realizzazione di vari tipi di vestiti, gonne e pantaloni, da solo o in combinazione con altri materiali, così come nella creazione di borse e shopper. In questi casi si usa il polietilene stampato, perfetto per creare dei modelli originali e colorati, oltre che resistenti e molto pratici.

In conclusione, il polietilene è un materiale che sa mettersi al servizio della praticità così come della creatività.

Articolo a cura di Francesca Tessarollo
Prima Posizione Srl – seo copywriter

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Applicazioni e vantaggi della plastica

Le materie plastiche fanno parte della nostra vita di tutti i giorni, e anche se a volte si parla di plastica in maniera spregiativa, questo materiale presenta degli indubbi e notevoli vantaggi.

Se ci guardiamo intorno non è difficile notare come le varie materie plastiche, dalla poliurea al polietilene, trovino applicazione in molti diversi settori, da quello dei rivestimenti in plastica a quello dell’arredamento, solo per citare alcuni dei settori nei quali la plastica viene utilizzata.

Possiamo sicuramente dire che la plastica ha “invaso” vari ambiti della nostra vita, e pensare ad un mondo senza oggetti e componenti in plastica sarebbe davvero impossibile, così come sarebbe impossibile pensare ad un mondo senza legno o senza altri materiali che ci sono ormai diventati indispensabili. Nonostante, o forse a causa della sua capillare diffusione, la plastica non ha però sempre goduto di buona fama, anzi, è stata spesso connotata in modo negativo e associata all’idea di finto, di non umano e di impersonale. Basti pensare al modo in cui l’appellativo “di plastica” viene impiegato per descrivere in modo dispregiativo persone, rapporti e così via – come nel caso del “fake plastic love” (l’amore finto di plastica) citato in una celeberrima canzone dei Radiohead o della “Fabbrica di plastica” descritta in una canzone di Gianluca Grignani – per rendersi conto di come, quando si parla di qualcosa “di plastica”, non sempre, o per meglio dire quasi mai, ci si riferisce a quel qualcosa con un tono benevolo.

Oltre a queste considerazioni, bisogna anche dire che una certa avversione nei confronti delle materie plastiche è maturata in concomitanza con la crescita della sensibilità di molti nei confronti della questione ambientale. La plastica, se dispersa nell’ambiente, causa infatti degli enormi danni ambientali a causa del suo essere praticamente indistruttibile, perlomeno nel breve periodo. Inoltre, i rifiuti plastici non possono essere smaltiti con le stesse modalità usate per altri tipi di materiali, come l’incenerimento. Questo non significa però che le materie plastiche siano da mettere in croce: come detto, sarebbe impensabile pensare ad un mondo senza plastica, senza rivestimenti gomma, senza scenografie in polistirolo e così via. D’altra parte se è vero che la plastica non è un materiale biodegradabile, se non in centinaia di anni, è anche vero che esiste la possibilità di riciclarla, e quindi di riutilizzarla, come pure esistono ormai delle lavorazioni che permettono di produrre degli speciali tipi di plastica degradabile.

Le materie plastiche, inoltre, presentano numerosi vantaggi, che ne permettono l’utilizzo in molti diversi settori e per vari tipi di lavorazioni, e che hanno delle conseguenze positive, e non solo negative, per l’ambiente. La plastica è infatti un buon isolante acustico, termico, elettrico e meccanico, oltre che un materiale leggero e versatile, facilmente lavorabile con un basso consumo di energia, economico, colorabile, resistente alla corrosione, alle muffe, ai batteri e ai funghi e idrorepellente. Tutte caratteristiche che distinguono le materie plastiche da altri tipi di materiali, e che le rendono perfette per diversi scopi, dalla produzione di barriere protettive agli arredamenti asili, dalla fabbricazione dei sistemi di isolamento dei frigoriferi a quelli delle nostre case.

In conclusione, la connotazione negativa che ancora aleggia intorno al termine “plastica” risulta in certi casi ingiustificata, considerato non solo il fatto che sussiste la possibilità di riciclare e quindi di riutilizzare tale materiale, ma anche che alcune delle caratteristiche peculiari della plastica hanno delle conseguenze positive in termini di risparmio energetico.

Articolo a cura di Francesca Tessarollo
Prima Posizione Srl – piano di marketing territoriale

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Plastica ed ecologia: un binomio possibile

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  • 24 Settembre 2010

La plastica è senza dubbio uno dei materiali più utilizzati al giorno d’oggi. Ci stupiremmo nel renderci conto che il 90% degli oggetti che usiamo è fatti di plastica o con parti in plastica.

La plastica è infatti divenuta fondamentale per l’attuale sistema industriale, di plastiche ne esistono di moltissimi tipi e adatte a molteplici usi, ma pensare di rimpiazzarla in toto sembra davvero inverosimile. La produzione di polietilene in fogli, una delle materie plastiche più economiche, per esempio, permette di creare isolanti per cavi elettrici, film per l’agricoltura, borse e buste di plastica, contenitori di vario tipo, tubazioni, strato interno di contenitori asettici per liquidi alimentari (“Tetra Brik Aseptic”) e molti altri.

Inoltre, al contrario di ciò che si può pensare, l’uso della plastica in molti settori permette di raggiungere buoni risultati sotto il profilo ambientale. Nel campo dell’edilizia, utilizzando isolamenti in materiale plastico, per ogni chilo di plastica si ha un risparmio annuo di 75 chili di combustibile per riscaldamento. Nel settore dei trasporti, invece, la plastica migliora l’aerodinamicità di un’auto, ne diminuisce il CX (coefficiente di penetrazione nell’aria), ne riduce il peso: ne consegue un minor consumo di carburante (in media oggi il 4% in meno rispetto ad un’auto tutta in metallo) e la riduzione delle emissioni inquinanti. L’auto è il settore dove si riscontra il più alto livello di utilizzo di materiale riciclato.

Un altro settore molto importante è quello degli imballaggi, uno studio recente condotto in Germania ha dimostrato che senza packaging in plastica il peso del prodotto più l’imballo aumenterebbe del 291%, l’energia usata per la produzione dello stesso del 108% ed il volume dei rifiuti del 158%. Nel campo alimentare, l’uso di imballaggi alimenti in plastica e di film plastici permette di contenere al 2% il volume di beni non utilizzabili che altrimenti raggiungerebbe il 50%. In termini di riciclaggio meccanico, la plastica utilizzata in questo settore è di solito pulita e uniforme, e permette di ottenere mediante una lavorazione a ciclo chiuso un materiale d’alta qualità che ha un ampio mercato.

La plastica è quindi ora considerata come un must della nuova ecologia, soprattutto se riciclata. La strada per le materie eco-compatibili è ormai obbligata ed è anche considerata la principale direttrice di sviluppo per questo mercato. Le materie plastiche sono estremamente duttili e inoltre sono perfette per sbizzarrire la creatività, come avvenne negli anni ’70 con lo sviluppo del design. Si sta quindi affermando il binomio plastica-benessere, soprattutto nei materiali da imbottiture. Altro discorso molto importante è quello economico. Nel mercato dell’arredamento, dominato da un’industria-artigianato, la plastica consente una vera produzione industriale. E i grandi numeri comportano l’abbattimento dei prezzi, senza nulla togliere alla qualità.

La plastica è considerato un materiale “puro”, pratico, flessibile come i film imballo estensibili e tecnologicamente all’avanguardia. Molte aziende hanno realizzato oggetti tutti-in-plastica senza alcun tentativo di imitare materiali naturali, rivendicando la propria natura “plasticosa” legata a valenze giovani di leggerezza, di gioco, di colore e di freschezza.

A cura di Martina Meneghetti
Prima Posizione Srl – keywords advertising

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Breve introduzione al polietilene: una storia, mille applicazioni.

Il polietilene è una resina termoplastica, in origine bianca o trasparente, di cui tutti noi ne facciamo un utilizzo, più o meno consapevole, quotidiano. In effetti, è la materia plastica più diffusa: basti pensare alle buste di plastica, ai rivestimenti dei cartoni del latte, a contenitori dei detersivi, ai tappi, alla pellicola usata per rivestire cavi elettrici e telefonici, alle cuffie da piscina. È tutto polietilene. Un materiale, quindi, decisamente versatile, utile in molteplici processi produttivi.

Come molte invenzioni geniali, il polietilene è nato per caso, grazie ad un incidente di laboratorio avvenuto nel 1898 per mano di Hans von Pechmann, intento a riscaldare del diazometano in un contenitore. Nel 1933 un altro incidente, questa volta a livello industriale, avvenne alla ICI Chemicals, quando Eric Fawcett e Reginald Gibson applicarono una pressione di centinaia di atmosfere ad un contenitore di etilene e benzaldeide. In entrambi i casi, gli studiosi rimasero colpiti dalla sostanza bianca simile alla cera che si era formata sulle pareti dei contenitori, e mentre nel primo caso si limitarono a darle un nome, il polimetilene, nel secondo tentarono di riprodurla, senza successo, per alcuni anni.

La svolta avvenne nel 1935, quando non fu un incidente ma la volontà di un altro chimico, Michael Perrin, a creare il polietilene, a cui fu riconosciuto la proprietà di isolante elettrico. Quattro anni più tardi ne iniziò la produzione su scala industriale: i film plastici diventarono da allora una fornitura indispensabile nel settore della produzione, richiesta da svariate industrie, dal confezionamento di alimenti alla produzione di cavi elettrici.

Il polietilene è, inoltre, un materiale termoplastico. Ciò significa che, aumentandone la temperatura, il suo stato cambia diventando viscoso e plasmabile; il film termoretraibile è stato, quindi, il passo successivo. In fase di fabbricazione è possibile modellare il polietilene secondo la forma desiderata; è sufficiente quindi che l’utilizzatore lo riscaldi con un getto d’aria calda, una fiamma o un forno affinché il film si ritiri fino al 50% e aderisca perfettamente all’oggetto che deve avvolgere. Tra i suoi impieghi più comuni non vi è solo la copertura di fili elettrici, ma anche il rivestimento di oggetti in legno, valida alternativa alla verniciatura (si pensi ad esempio ai modellini di aeroplano). Gli oggetti avvolti da film termoretraibile rimangono pertanto uniti e protetti, garantendo un imballaggio saldo e sottile, richiesto tanto nel settore produttivo come in quello alimentare. L’ultima evoluzione del polietilene è rappresentata dal film estensibile, oggigiorno richiestissima dal mercato. Come indica il nome, il film estensibile ha proprietà elastiche ed è particolarmente indicato per la protezione di prodotti pallettizzati e sensibili al calore, non idonei alla termo retrazione.

L’utilizzo principale del polietilene è pertanto il film packaging: la protezione che avvolge le confezioni di merce è, ancora una volta, in polietilene, così come la plastica utilizzata per imballare le valige. Non solo: le molteplici qualità di questo materiale, isolante, impermeabile, termoretraibile e resistente nonostante spessori molto sottili (come la pellicola da cucina, il cui spessore si esprime in micron) permettono ancora tanti altri utilizzi.

Il film polietilene possiede, infine, un’ulteriore qualità: è un materiale riciclabile. Tanto gli scarti di produzione come il rifilo delle bobine, quanto i fogli già utilizzati possono essere recuperati per produrre imballi a basso costo e alto valore ambientale. Un’opportunità oggi ancor più importante, ben sapendo che alla base del polietilene vi è la scarsità ed il prezzo altalenante del petrolio.

A cura di Lia Contesso – Comunicazione pubblicitaria

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