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LOCKDOWN E INQUINAMENTO DELLE CITTÀ LA MOBILITÀ ELETTRICA MOTORE DELLA NUOVA NORMALITÀ? A THAT’S MOBILITY DAL 29 AL 30 OTTOBRE IL PUNTO SUL FUTURO DEL SETTORE.

Milano, 22 maggio 2020 – Fervono i lavori per THAT’S MOBILITY, la Conference&Exhibition B2B dedicata alla mobilità elettrica e sostenibile, organizzata da Reed Exhibitions Italia in collaborazione con l’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano, in calendario dal 29 al 30 ottobre 2020, che dedicherà ampio spazio alle nuove esigenze di mobilità urbana nate a seguito dell’emergenza covid-19 e alla necessità di una riflessione sulle nuove politiche di trasporto e modelli di spostamento di cittadini e lavoratori nelle nostre città.

Lockdown e smart working hanno contribuito a diminuire le emissioni di CO2 in molte città come dimostrano le prime analisi ed alcuni studi come “Clear evidence of reduction in urban CO2 emissions as a result of Covid-19 lockdown across Europe” avviato e promosso dall’Icos Ecosystem thematic centre (Etc), centro coordinato dalla Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici e dall’Università della Tuscia, che ha evidenziato come in sette città europee ad alta densità di traffico e di attività commerciali, le misure restrittive ed il blocco del traffico hanno portato a emissioni di CO2 ridotte fino al 75%. Più in dettaglio, prendendo per esempio i primi dati sulla Lombardia, in pieno centro della Pianura Padana che per la sua configurazione geografica e l’intensa presenza industriale risulta fra le aree più inquinate del nostro paese, il blocco di molte attività e la riduzione degli spostamenti, soprattutto dei trasporti privati, hanno portato, a fronte di una riduzione del traffico che va oltre il 65%, ad una diminuzione media di Nox pari al 28%, di Pm10, all’11% e di CO2 attorno al 18%, dati legati sempre, in ogni caso, all’andamento dei fattori metereologici (fonte Arpa Lombardia mese di marzo).

L’impatto della diminuzione dei trasporti sulla qualità dell’aria è sicuramente importante ed apre le porte alla necessità di introdurre nuovi paradigmi di gestione della mobilità, più sensibili al rispetto dell’ambiente e attenzione alle risorse energetiche impiegate, dove la mobilità elettrica, in tutte le sue declinazioni, può svolgere un ruolo importante per riuscire a trasformare questa esperienza in misure concrete per favorire una modalità di spostamento più sostenibile nelle aree metropolitane, riducendo così l’inquinamento atmosferico e il danno alla salute dei cittadini. In questo scenario, si inseriscono anche le prime misure di incentivazione previste dal Governo rivolte a supportare la diffusione della micro mobilità anche elettrica, la realizzazione attraverso l’ecobonus, dell’installazione di colonnine di ricarica nei condomini e fonti rinnovabili, i fondi per la rottamazione dei veicoli più inquinanti e la sostituzione con veicoli elettrici, ibridi o plug-in.

“THAT’S MOBILITY 2020 intende dedicare ampio spazio a questi temi di grande attualità – dichiara Massimiliano Pierini, Managing Director di Reed Exhibitons Italia – questa crisi mondiale ha accelerato transizioni già in corso come per esempio lavorare in modo più flessibile, comprare un po’ di più in rete o usare la bicicletta, il nostro intento, come manifestazione b2b, è di aiutare aziende ed operatori a cogliere a pieno le nuove opportunità, non solo per ridisegnare la logistica urbana per vivere meglio la nuova normalità ma anche per affrontare appieno le sfide del cambiamento climatico non più procrastinabili. Stiamo lavorando per offrire un importante momento di riflessione e dibattito fra tutti gli attori per una ripartenza del business per tutta la filiera legata alla mobilità elettrica e della Smart mobility”,

In quest’ottica, THAT’S MOBILITY intende contribuire allo sviluppo dei nuovi paradigmi di trasporto, evidenziati da questa emergenza, per una progettazione delle nuove forme che assumeranno le città del futuro. Un calendario di incontri dunque che a partire dai dati dello Smart Mobility Report, a cura dell’Energy &Strategy Group della Business School del Politenico di Milano, spazierà dai temi legati alla pianificazione di infrastrutture di ricarica pubblica e privata nel nostro paese, allo stato degli incentivi per i veicoli elettrici – che ci auguriamo possa essere ulteriormente incrementato per auto e moto, aggiunge Pierini – dai sistemi di storage e di ricarica intelligente, alle normative nazionali e regionali per lo sviluppo dell’elettrificazione nel nostro paese, alle potenzialità di sviluppo della sharing mobility privata e aziendale per venire incontro alle nuove esigenze di spostamento dei lavoratori e altri ancora in via di definizione.

Tutti gli aggiornamenti su THAT’S MOBILITY sono disponibili su www.thatsmobility.it e sul profilo Instagram, LinkedIn, e Facebook.

 

THAT’S MOBILITY – è una Conference&Exhibition di proprietà di Reed Exhibitions, il leader mondiale nell’organizzazione di fiere e congressi che gestisce oltre 500 eventi in 30 Paesi che hanno registrato più̀ di 7 milioni di partecipanti nel 2019. Reed Exhibitions conta 38 sedi in tutto il mondo a disposizione di 43 settori industriali. Reed Exhibitions fa parte di RELX Group plc, leader mondiale nella fornitura di soluzioni e servizi per clienti professionali in numerosi comparti di business.
Ufficio Stampa: Flaminia Parrini, Reed Exhibitions Italia, tel. +39 02/43517038, [email protected]
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Fabrizio Palenzona (ADR): Gli aerei fanno rumore, ma non inquinano, almeno a Roma.

ADR, guidata da Fabrizio Palenzona, fa monitorare per un anno decine di punti intorno ai due aeroporti. La ricerca condotta dall’Istituto inquinamento atmosferico del Cnr rivela inquinamento inferiore a centro città

Gli aerei fanno rumore, ma non inquinano, almeno a Roma. Una ricerca condotta dall’Istituto inquinamento atmosferico del Cnr, finanziata da Aeroporti di Roma, ha analizzato l’aria intorno ai due aeroporti della capitale, Fiumicino e Ciampino, per vedere se, oltre a dare fastidio con il rumore, gli aerei possano rappresentare un pericolo a causa dell’inquinamento provocato dai loro scarichi.

“Abbiamo usato un sistema inventato nel nostro istituto”, dice Nicola Pirrone, direttore dell’Iia-Cnr, “già utilizzato, per esempio, per monitorare l’inquinamento di Pechino prima e dopo le Olimpiadi. Invece delle costose centraline, ci serviamo di dispositivi ad assorbimento chimico, che reagiscono con vari inquinanti: dopo averli esposti 15 giorni all’aria li analizziamo nei nostri laboratori”.

Con un sistema economico e versatile è stato possibile monitorare per un anno sei diversi inquinanti (gli ossidi d’azoto, il biossido di zolfo, l’ozono e tre idrocarburi aromatici) in decine di punti intorno ai due aeroporti. I risultati? “L’aria di Fiumicino e Ciampino è risultata sempre all’interno dei limiti di legge, meno inquinata, insomma, delle zone più trafficate della città. In alcuni periodi, addirittura, risulta essere pulita come quella dei parchi romani”. Bisogna però dire che Roma gode di una notevole ventilazione. Sarebbe interessante a questo punto ripetere la misurazione su Linate, e altri aeroporti padani.

FONTE: Venerdì di Repubblica

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Inquinamento acustico e atmosferico

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  • 16 Luglio 2010

Quando si parla dei problemi che maggiormente affliggono la nostra epoca, l’inquinamento è uno dei termini che ricorrono maggiormente.

Impianti industriali, traffico, scarichi di ogni tipo….nelle nostre città l’inquinamento regna sovrano, in tutte le sue forme, e anche se si tratta di un problema presente ormai da tempo immemore nell’agenda dei grandi del mondo, e nonostante i continui inviti ai singoli cittadini affinché ognuno faccia la sua parte, sembra sempre che si faccia troppo poco per ridurre l’inquinamento, e i suoi effetti negativi, seppur in minima parte.

Quando si parla di inquinamento, la maggio parte delle persone pensa automaticamente all’inquinamento di tipo atmosferico, ma ci sono molti altri tipi di inquinamento, ognuno dei quali può essere causa di disagi e fonte di stress, e per ognuno dei quali bisognerebbe attuare delle specifiche soluzioni. Qualche esempio? L’inquinamento acustico, per esempio, al quale si potrebbe ovviare, almeno in parte, con l’insonorizzazione acustica degli edifici. L’inquinamento sonoro, anche se meno “popolare” rispetto a quello atmosferico, è comunque una piaga delle nostre società; provate a pensare ad una qualsiasi delle nostre città: il rumore dei motori e dei clacson provenienti dalle strade, la musica ad alto volume di molti locali, i suoni non proprio piacevoli prodotti da fabbriche, cantieri e aeroporti…i danni che tutte queste fonti di rumore possono provocare riguardano non solo il nostro apparato uditivo, ma anche la nostra salute mentale: una prolungata esposizione a rumori molesti può provocare, infatti, stress e malessere generale. In particolare, possono presentarsi veri e propri effetti di danno ad un dato organo o sistema, degli effetti di disturbo, ossia delle alterazioni solo momentanee di un organo o sistema, o annoyance, ossia un senso di fastidio. Non a caso esistono delle normative ben precise, sia per quanto riguarda i locali che gli impianti industriali, che impongono dei limiti oltre i quali non si può andare, e che prevedono che certi edifici non possano essere costruiti in prossimità di centri abitati. Per ridurre gli effetti dell’inquinamento acustico gli edifici possono dotarsi, per esempio, di pannelli fonoisolanti, che possono essere assemblati per realizzare cabine insonorizzanti, barriere e pareti divisorie. Nel caso di edifici in cui hanno luogo dei processi produttivi molto rumorosi, è necessaria invece una vera e propria progettazione acustica per l’insonorizzazione industriale.

Le fabbriche sono tra le maggiori artefici non solo dell’inquinamento acustico, ma anche di quello atmosferico. Le polveri e i fumi prodotti in molti impianti industriali durante determinati processi produttivi possono essere molto dannosi per l’ambiente e per la salute dell’uomo. Per cercare di limitare i danni, tali industrie devono dotarsi di impianti di aspirazione e filtrazione industriale di fumi e polveri sempre più efficaci, come ha fatto, di recente, IIVA, l’acciaieria di Taranto che all’inizio dell’anno ha inaugurato un nuovo impianto di aspirazione e depolverizzazione dei fumi prodotti, un macchinario che filtra tali sostanze prima che vengano immesse nell’atmosfera. Gli effetti positivi, con un impianto del genere, non riguardano solo l’ambiente esterno, ma anche quello interno alla fabbrica, dato che i filtri del nuovo macchinario riducono pure la polvere nell’ambiente di lavoro.

Articolo a cura di Francesca Tessarollo
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