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Giorno della Memoria: Mostra Multimediale “Psichiatria, Eugenetica e Shoah”

In commemorazione del 27 Gennaio il CCDU organizza una serata in tema dei diritti umani.

L’eugenetica – dal greco “buona nascita” – prese piede sulla scia delle teorie darwiniane verso la fine del XIX secolo. L’idea di “sopravvivenza del più forte” fu dapprima usata per impedire che i deboli procreassero e, più tardi, per giustificarne la soppressione. Hitler la usò come strumento per “migliorare” la razza umana. Solo gli ariani potevano riprodursi, e dunque occorreva sterminare le cosiddette razze inferiori: ebrei e zingari, ma anche ‘ariani’ omosessuali e malati mentali.

Il concetto di razza inferiore prese piede in questo substrato culturale imbevuto di pseudoscienza eugenetica, fornendo la base di consenso allo sterminio, quindi un perpetuare di violazioni dei diritti umani.

Per questo motivo, a Padova, il giorno 27 Gennaio il CCDU – Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani organizza un evento con annessa una mostra multimediale dal titolo “Psichiatria, Eugenetica e Shoah”, che si terrà presso Villa Francesconi Lanza, in Via Pontevigodarzere 10.

Il CCDU è un’organizzazione di volontariato non a scopo di lucro, finalizzata alla difesa dei Diritti Umani nel campo della Salute Mentale. Le sue funzioni sono unicamente quelle di fungere da organo di controllo, scoprendo e denunciando pubblicamente le violazioni psichiatriche dei Diritti Umani nel campo della Salute Mentale. I volontari della sezione di Padova, tramite le loro diverse attività nel territorio, sostengono che “I Diritti Umani devono essere resi una realtà non un sogno idealistico.” come scrisse l’umanitario L. Ron Hubbard.

Durante tutta la giornata sarà possibile visionare la mostra multimediale e alle ore 20.00 ci sarà un piccolo rinfresco e in seguito, alle 20.30 un incontro con alcune autorità locali.

Per maggiori informazioni contatta il numero 348.333.2499 o scrivi a [email protected] .

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Domenica 8 Marzo a Scandicci, il CCDU torna in piazza per informare la popolazione

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  • 8 Marzo 2015

Domenica 8 Marzo, Festa Della Donna, il CCDU, allestisce a Scandicci, dalle ore 11 alle 16 un banchino di informazione e raccolta firme nei pressi della Piazzetta Rossa zona piazza del mercato
Il CCDU, Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, è un’associazione di volontariato non a scopo di lucro, finalizzata ad investigare e denunciare le Violazioni Psichiatriche dei diritti Umani.
Il CCDU è stato fondato in Italia nel 1979 ed è diventato Onlus nel 2004; nel corso degli anni ha raccolto centinaia di denunce e tutelato i diritti di moltissimi cittadini vittime di abusi nel settore della salute mentale.
Il CCDU promuove l’abolizione dell’elettroshock, una pratica disumana che toglie ogni dignità alla persona trattatandola, di fatto, peggio di un animale; ed è impegnato in attività di informazione e sensibilizzazione sui temi dell’uso di psicofarmaci sui minori, sugli anziani e sul TSO (trattamento sanitario obbligatorio).

Queste ed altre le informazioni che il gruppo dei Volontari della Sezione di Firenze del CCDU si ipegnano a dare alle persone. Sarà possibile firmare petizioni, prendere opuscoli informativi sugli psicofarmaci, porre domande sui propri diritti in questo settore o testimoniare il proprio disaccordo con queste pratiche disumane tramite la propria presenza al banchino informativo.

Ancora una volta, come per gli ultimi appuntamenti presi con la popolazione di Firenze, i volontari toscani del CCDU hanno scelto una data speciale per i diritti umani: così, dopo le uscite in Santa Croce nella Giornata della Memoria, e in Piazza Santa Maria Novella nella giornata di San Valentino, saremo a Scandicci, nella Piazzetta Rossa vicino alle giostre, domenica 8 marzo, Festa della Donna, dalle ore 11.00 alle ore16.00

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Nella giornata di San Valentino il CCDU è di nuovo sceso in piazza per informare la popolazione.

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  • 25 Febbraio 2015

Il giorno di San Valentino il CCDU è stato di nuovo presente a Firenze, nella bellissima piazza di Santa Maria Novella con un tavolo informativo per fornire la giusta informazione contro ogni abuso della Psichiatria nel campo della salute mentale
Il CCDU Onlus in Italia, ha raccolto nel corso degli anni centinaia di denunce e tutelato i diritti di moltissimi cittadini vittime di abusi nel settore della salute mentale. Tra le molte campagne condotte, ricordiamo quella sul consenso informato in relazione all’elettroshock, la serie di ispezioni a sorpresa, effettuate nei residui manicomiali italiani nei primi anni ’90 (che portarono alla loro chiusura), attività di informazione e sensibilizzazione sui temi dell’uso di psicofarmaci sui minori, sugli anziani e sul trattamento sanitario obbligatorio.
Il tavolo informativo allestito rimarcava scopi importanti, primo fra tutti quello di raccogliere petizioni di cittadini per
– abolizione dell’elettrochock : oggi ribattezzato ETC ( terapia elletroconvulsiva), l’elettrochock non è altro che la somminstrazione di una scarica elettrica variabile tra 50 e 450 volt. Con l’ECT, tossine dannose “fuoriescono” dai vasi sanguigni e vengono a contatto con il tessuto cerebrale, provocando gonfiore. Le cellule nervose muoiono. L’attività cellulare e la fisiologia del cervello è alterata Le conseguenze sono : perdita di memoria, confusione, perdita dell’orientamento spazio-temporale e perfino la morte. Di solito alla maggior parte dei pazienti è somministrato da un minimo di sei ad un massimo didodici shock, uno al giorno, tre volte alla settimana.
La maggioranza delle persone sono convinte che questa barbarie non sia più in uso e rimangono sbalordite e incredule quando viene detta loro questa triste verità.
Molte petizioni raccolte anche per
appello dei diritti dei bambini contro le etichette psichiatriche e abuso di psicofarmaci.
Oltre alla raccolta di petizioni, che verranno tutte inviate al Ministero della Sanità, dalle ore 11 alle 16, i Volontari di Firenze hanno consegnato gratuitamente più 500 volantini informativi e 400 opuscoli conoscitivi sui farmaci psichiatrici. Sul banco dello stand erano inoltre disponibili altri materiali informativi quali DVD, libri e brochure

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Onorati a Firenze i Diritti Umani con il “Premio Giorgio Antonucci”

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  • 18 Dicembre 2014

L’edizione 2014 del “Premio Giorgio Antonucci” per onorare coloro che si sono distinti con il proprio lavoro e impegno a difesa dei diritti umani nel campo della salute mentale si è tenuta sabato 13 dicembre dalle ore 15.00 a Firenze presso l’Auditorium al Duomo, via Cerretani 54r.
La serata si è aperta con l’intervento musicale del trio fiorentino “I Rabarbari” che hanno suonato per un pubblico di quasi 300 persone tra cui insegnanti, educatori, operatori sociosanitari,alunni, fisioterapisti, artisti e musicisti.
I premiati del 2014 nominati dal Dott. Giorgio Antonucci sono stati: la Professoressa Stefania Guerra Lisi, Docente di Discipline Pedagogiche e della Comunicazione e presidente dell’A.N.I.S. (Associazione Nazionale per l’Integrazione Sociale), per il suo impegno nella diffusione di tecniche rispettose dei diritti della persona; il Maestro Aldo D’Amico, primo violoncello presso le orchestre dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia e Sinfonica della RAI di Roma, per avere contribuito con la sua musica alla riuscita del progetto autogestito e il Dottor Vito Totire, che ha promosso proposte di legge a tutela dei diritti dei pazienti psichiatrici e interventi di denuncia delle condizioni delle carceri e delle istituzioni totali: OPG, comunità “terapeutiche” chiuse, case di lavoro, per l’impegno nella diffusione del rispetto dei diritti della persona attraverso il loro lavoro.
La Signora Serena Perini Presidente della VII commissione Pari Opportunità, Pace e Diritti Umani del Comune di Firenze ha partecipato con i suoi saluti e auguri.
Il “Premio Giorgio Antonucci” è organizzato dal Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, una Onlus finalizzata ad investigare e denunciare le violazioni psichiatriche dei diritti umani.
Giorgio Antonucci, medico, ha lavorato al fianco di Basaglia negli anni ’70 a Gorizia; nel 1973 all’ospedale psichiatrico dell’Osservanza di Imola e in seguito, primario del reparto Autogestito Lolli fino al 1996. Oggi Antonucci prosegue la sua attività culturale e scientifica, continua a diffondere la cultura del rispetto e della libertà delle persone psichiatrizzate anche con eventi come questo.

Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani onlus
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Firenze 13 dicembre 2014 “PREMIO GIORGIO ANTONUCCI”

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  • 10 Dicembre 2014

Per onorare coloro che si sono distinti con il proprio lavoro e impegno a difesa dei diritti umani nel campo della salute mentale

L’edizione 2014 del “Premio Giorgio Antonucci” si terrà sabato 13 dicembre dalle ore 15.00 a Firenze presso l’Auditorium al Duomo, via Cerretani 54r.
Ritireranno il premio la Professoressa Stefania Guerra Lisi, il Maestro Aldo D’Amico e il Dottor Vito Totire per l’impegno nella diffusione del rispetto dei diritti della persona attraverso il loro lavoro.

Il “Premio Giorgio Antonucci” è organizzato dal Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, una onlus finalizzata ad investigare e denunciare le violazioni psichiatriche dei diritti umani. Ogni anno Giorgio Antonucci seleziona i premiati scegliendo chi, grazie alla propria attività, lotta significativamente per la difesa della dignità umana nel campo della salute mentale.
Giorgio Antonucci, medico, ha lavorato al fianco di Basaglia negli anni ’70 a Gorizia; nel 1973 all’ospedale psichiatrico dell’Osservanza di Imola e in seguito, primario del reparto Autogestito Lolli fino al 1996. Oggi Antonucci prosegue la sua attività culturale e scientifica, continua a diffondere la cultura del rispetto e della libertà delle persone psichiatrizzate anche con eventi come questo.
La prima edizione, nel 2008, ha visto la premiazione dello scultore Piero Colacicchi, docente dell’Accademia di Belle Arti di Firenze che partecipò all’organizzazione del laboratorio di scultura e ceramica La Tinaia nell’Ospedale Psichiatrico San Salvi di Firenze nel 1965.
La seconda edizione ha premiato il fotografo Massimo Golfieri per aver documentato con immagini suggestive e originali le realtà all’interno delle strutture psichiatriche di Imola, e Giovanni Angioli infermiere psichiatrico, poi coordinatore presso il reparto Autogestito Lolli di Imola per 15 anni.
Nella terza edizione hanno ricevuto il premio: la psicologa Maria D’Oronzo, che ha lavorato nel reparto Autogestito dell’Ospedale psichiatrico Lolli di Imola e ha fondato Il Centro di Relazioni Umane; la regista Valentina Giovanardi che con i suoi video ha contribuito alla formazione di un pensiero critico contro ogni forma di violenza sulla persona e il pianista Andrea Passigli, docente di pianoforte al conservatorio di Ferrara, che intervallò la sua attività concertistica in Europa e negli USA per esibirsi più volte all’ospedale psichiatrico dell’Osservanza di Imola nel periodo in cui il Dott. Antonucci ne era direttore.
Quest’anno il Dott. Giorgio Antonucci consegnerà il premio a tre personaggi di grande spessore: la Prof.ssa Stefania Guerra Lisi, Docente di Discipline Pedagogiche e della Comunicazione e presidente dell’A.N.I.S. (Associazione Nazionale per l’Integrazione Sociale), per il suo impegno nella diffusione di tecniche rispettose dei diritti della persona; il Maestro Aldo D’Amico, primo violoncello presso le orchestre dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia e Sinfonica della RAI di Roma e protagonista di innumerevoli stagioni concertistiche nei più prestigiosi teatri in tutto il mondo, per avere contribuito con la sua musica alla riuscita del progetto autogestito; e al Dottor Vito Totire, medico e psichiatra emiliano che nei primi anni ’80 frequentò i reparti di Imola gestiti dal Dr. Antonucci maturando un dissenso totale nei confronti della psichiatria istituzionale. Consigliere regionale dal 1985 al 1990, il Dott. Totire promuove proposte di legge a tutela dei diritti dei pazienti psichiatrici e interventi di denuncia delle condizioni delle carceri e delle istituzioni totali: OPG, comunità “terapeutiche” chiuse, case di lavoro.
Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani onlus
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Psichiatria, abuso e violenza: una storia infinita

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  • 1 Dicembre 2014

Ogni tanto qualche visitatore della mostra “Psichiatria – un viaggio senza ritorno”, messo di fronte all’infinito elenco di errori ed orrori che costellano il percorso di questa disciplina, non crede ai propri occhi. “E’ roba passata” ci dice, “i manicomi non esistono più, non si fa più l’elettroshock, la lobotomia ecc.” Purtroppo le cose non stanno così, né s’intravedono cambiamenti all’orizzonte, perché violenza e abuso sono la conseguenza diretta e inevitabile del presupposto filosofico alla base della psichiatria.
 Scorriamo le pagine di cronaca. Nel solo mese di novembre, solo in Italia, troviamo un ragazzo autistico legato al letto di contenzione dalla sua psichiatra per 14 ore al giorno per 5 mesi (fonte: corriere.it – Bergamo), un paziente psichiatrico morto suicida all’ospedale di Monza (fonte:ilgiorno.it) e uno psichiatra condannato a 8 anni per violenza sessuale sui pazienti (fonte: ilgiorno.it – Lodi).
 Ma questa è solo la punta dell’iceberg. Secondo il sito www.psych-crimes.org, “gli psichiatri rappresentano solo il 6%di tutti i dottori, ma sono colpevoli di un terzo degli abusi sessuali compiuti da medici a danno deiloro pazienti. La percentuale di abusi sessuali da parte di psichiatri, inoltre, è trentasette volte più alta della media. Gli stessi psichiatri riferiscono che il 65% dei loro pazienti dice loro di essere stata abusata dallo psichiatra precedente.” I ginecologi, a confronto, sono dei dilettanti!
 La “Ohio alliance to end sexualabuse” (OAESV) riferisce sul suo sito che gli episodi di violenza sessuale da parte di dottori sono più che triplicati dal 1989 al 1996. In cima alla classifica ci sono neuropsichiatri infantili e psichiatri (in questo caso, condividono il primato con i ginecologi).
 L’ufficio TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) del Comune di Milano registra circa mille TSO all’anno. Aggiungiamo i trattamenti cosiddetti ‘volontari’ ma, in realtà, fatti sotto minaccia di TSO, e quelli magari non denunciati al Comune, e facilmente raddoppiamo la cifra. Se proiettiamo questa cifra a livello nazionale otteniamo circa 50mila persone che ogni anno vengono legate come salami, immobilizzate al letto di contenzione e sedate con dosi da cavallo contro la loro volontà.
 La storia della psichiatria è costellata di violenza e tortura, spacciate come terapia senza alcuna prova scientifica di supporto.  Castrazioni e shock elettrici ai genitali per curare masturbazione e omosessualità, bagni ghiacciati, isterectomie (per curare l’isteria), shock insulinici, lobotomia, macchine di tortura ecc.
 Recentemente, per dare all’elettroshock una parvenza di medicina, l’hanno ribattezzato TEC (Terapia Elettroconvulsivante). Rispetto al vecchio elettroshock, la TEC viene praticata sotto anestesia e previa assunzione di un farmaco miorilassante per evitare dolore e rottura di ossa e denti, ma la sostanza non cambia: 400 joule di energia sparati nel cervello del malcapitato equivalgono a qualche pugno di Mike Tyson (e infatti producono lo stesso effetto – intontimento, tipico del pugile suonato, e perdita di memoria).
 Come per magia, uno strumento di tortura e di punizione (ricordate “Qualcuno volò sul nido del cuculo”?) viene riciclato come dispositivo terapeutico. Gli stessi paladini della scossa elettrica non sanno spiegarne il funzionamento, ma questo non ha impedito all’élite psichiatrica d’insorgere per evitarne la messa al bando. TEC e  psicochirurgia sono  tuttora inclusitra le prestazioni medico-chirurgiche (con psicochirurgia s’intendono quegli interventi di chirurgia cranica, come la lobotomia, attuata non a  fine neurologico, bensì  per intervenire sulla psiche del soggetto – come nel ”Cuculo”) .
Fonte: http://it.scribd.com
 In maniera singolare, la storia della psichiatria coincide con la storia dei suoi fallimenti. Quando l’evidenza dei fatti è così abbondante da non poter più essere negata, la cura in voga viene abbandonata e ne nasce una nuova, dall’apparenza più umana, che tuttavia ne mantiene le caratteristiche essenziali: natura violenta e nessuna prova scientifica.
 E’ il caso dei farmaci neurolettici (o antipsicotici – detti anche “camicia di forza chimica”) – i farmaci più potenti dell’intero arsenale psicofarmaceutico. Normalmente non dovrebbero essere assunti per più di tre settimane ma, stando alle segnalazioni che riceviamo, questo limite viene bellamente superato – anche di molto. “Certamente calmano – con dosaggi opportuni – qualsiasi individuo” sostiene il Dr Roberto Cestari ma, continua, “vari osservatori hanno fatto notare come le cure prolungate con questi farmaci producono effetti irreversibili che fanno assomigliare questi pazienti a quelli che hanno subito decine di elettroshock o la lobotomia. In effetti con gli antipsicotici opportunamente usati è possibile ottenere una lobotomia chimica: i danni cerebrali, a lungo andare, diventano irreversibili.  Quando osserviamo qualcuno ritenuto matto e notiamo quell’espressione vuota e inebetita, la lingua in fuori, i peli e i chili di troppo e la mancanza di qualche dente, non stiamo osservando i segni della ‘malattia’: stiamo solo vedendo quello che fanno questi farmaci su un essere umano. Avrebbero su di noi il medesimo effetto”.
 Queste violenze e questi abusi, come detto, non sono incidenti di percorso: sono il percorso stesso. Lo psichiatra emette diagnosi in base a pensieri o comportamenti dei suoi pazienti. Pensieri e comportamenti, però, sono manifestazioni del carattere umano e, a differenza di quanto accade nelle altre branche della medicina, non sono soggetti a valutazioni oggettive. Il potere di fare a un paziente cose contro la sua volontà deriva dall’idea che lo psichiatra abbia un metro di giudizio oggettivo per stabilire quando la persona sia bisognosa di cure urgenti ma troppo insana per rendersene conto. Questo metro oggettivo, purtroppo, non esiste.
 Il ripristino dei diritti umani nel campo della salute mentale passa attraverso una riforma generale che ammetta la non scientificità (e conseguente soggettività e opinabilità) delle diagnosi psichiatriche e riclassifichi conseguentemente la psichiatria – non più branca di un sapere medico scientifico, ma disciplina afferente le conoscenze umanistiche (come psicologia, meditazione, yoga ecc). In questo modo le persone desiderose di cure psichiatriche sarebbero libere di ricorrervi, ma nessuno potrebbe più subirle contro la propria volontà.
 
Alberto Brugnettini, Fisico
 CCDU onlus
Patrizia Viglianco Segreteria CCDU Onlus
www.ccdu.org

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Kelly Patricia O’Meara: Il mese della consapevolezza sull’ADHD, una campagna di marketing

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  • 13 Novembre 2014

 

“Il mese della consapevolezza sull’ADHD” – Una Campagna di marketing
farmaceutico per attrarre sempre più bambini nella spirale del trattamento
anfetaminico, nel nome di profitti multimilionari.

L’associazione “Bambini e adulti con ADHD deficit di attenzione/iperattività”
(CHADD), uno dei tanti sponsor attivi nel promuovere il “Mese di
Consapevolezza dell’ADHD”, anche quest’anno non perde l’occasione per
diffondere informazioni fuorvianti, non verificabili e a-scientifiche, sulla
presunta, ma mai dimostrata, “malattia del cervello” nota come ADHD: una
campagna di marketing che non serve il pubblico interesse, ma gli interessi
finanziari delle case farmaceutiche. Negli Stati Uniti si consumano più
farmaci per ADHD rispetto al resto del mondo, e la tendenza è all’aumento, ma
anche in Italia il fenomeno è in preoccupante crescita.

Il CHADD a lungo è stato criticato per aver appoggiato gli utili delle case
farmaceutiche anziché gli interessi pubblici: al termine di due inchieste da
parte dell’International Narcotics Board e la DEA (Drug Enforcement
Administration (DEA), anche il Congresso degli Stati Uniti ha espresso la
propria preoccupazione per l’ingombrante presenza di finanziamenti
farmaceutici in un gruppo per la difesa dei diritti del paziente. Ad esempio,
nel 2009 il CHADD ha ricevuto 1,6 milioni di dollari, il 36% del suo fatturato
totale proveniva dalle case farmaceutiche.

Anche in Italia, i sedicenti gruppi di difesa dei Pazienti ADHD contano sul
supporto economico di Big Pharma, come se le sette sorelle finanziassero una
campagna per la difesa dei diritti degli automobilisti!

E così, pur senza lo straccio di una prova scientifica a supporto di qualsiasi
anomalia cerebrale riguardo l’ADHD, il CHADD con “ADHD Awareness Month”
persiste nel continuare il fuorviante mantra:

Già da lungo tempo quasi tutte le correnti principali mediche, psicologiche,
educative e le organizzazione negli STATI UNITI hanno concluso che l’ADHD è un
vero disturbo medico del cervello.
Suona bene, ma non è basato su fatti. Contrarie a tale affermazione, molte
comunità all’interno. Tra questi lo psichiatra, Dr. Stefan Kruszewski:

Virtualmente chiunque in qualsiasi momento può soddisfare i criteri di
disturbo bipolare o ADHD – chiunque. E la diagnosi attiva il distributore
automatico di pillole.
Anche Il Dr. Peter Breggin, uno psichiatra addestrato ad Harvard, è critico a
riguardo:

C’è una grande quantità di prove scientifiche sui danni cerebrali causati da
un uso prolungato di stimolanti anfetaminici (i farmaci utilizzati per
“trattare” l’ADHD), ma non ci sono prove che dimostrino l’esistenza di
malattie mentali come L’ADHD.
Persino Allen J. Frances, l’ex presidente della task force incaricata di
redigere la quarta edizione della IV edizione del Manuale Diagnostico e
Statistico dei Disturbi Mentali (DSM, il testo sacro della psichiatria, edito
dall’American Psychiatric Association) scrive:

La diagnosi psichiatrica si basa esclusivamente su fallibili giudizi
soggettivi anziché test biologici oggettivi – aggiungendo, riguardo l’ADHD –
Penso che abbiamo raggiunto il punto di svolta, e mi auguro che la moda ADHD
inizi presto a svanire: le diagnosi di esuberanza hanno comportato l’erronea
classificazione dell’immaturità, fenomeno tipico dell’età giovanile, come
disturbo psichiatrico. Abbiamo somministrato pillole invece di consentire ai
ragazzi di crescere. L’industria farmaceutica ringrazia.
Dal canto loro, nemmeno le istituzioni di controllo medico e farmaceutico sono
in grado di avvalorare il concetto di “disturbo medico del cervello”. I Centri
per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (autorità USA che svolge
alcune funzioni simili al nostro Istituto Superiore di Sanità) lo ammettono:

Gli scienziati stanno studiando le cause …” e” non esiste una prova
specifica per diagnosticare L’ADHD…
Il fatto è – non c’è nessuna prova medica – specifica o no – per la diagnosi
di ADHD.

Molto più diretto l’Istituto Nazionale per la Salute Mentale (NIMH):

Gli scienziati non sono sicuri di cosa provochi l’ADHD.
Se le massime autorità mediche non sono in grado di fornire alcuna prova
scientifica a supporto della teoria cerebrale dell’ADHD, non è irragionevole
concludere che le informazioni fornite dal CHADD e dalle associazioni italiane
a lei assimilabili, è semplicemente inesatto e pseudoscientifico.

Non si può fare a meno di chiedersi se (o quanto) questo annuale rigurgito di
informazioni inesatte circa il presunto “disturbo medico del cervello”, stia
contribuendo al crescente numero di bambini che vengono diagnosticati e
trattati con stimolanti anfetaminici.

Di: Kelly Patricia O’Meara
Fonte articolo: http://www.cchrint.org/2014/10/16/adhd-awareness-month-a-
pharmaceutical-marketing-campaign-to-get-more-kids-on-drugs/

Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani esorta l’uso di “altre forme di
gestione e trattamento” per indirizzarsi alle difficoltà comportamentali dei
bambini.
Non si tratta di negare aiuto a chi soffre, ma ogni bambino ha diritto alle
soluzioni appropriate piuttosto che diagnosi affrettate e senza fondamento
scientifico con somministrazione di psicofarmaci che cercano di annullare i
sintomi e che impediscono di scoprire ciò che realmente non va nel bambino,
sopprimendo in molti casi la vera causa dei suoi disagi.

Kelly Patricia O’Meara

https://www.ccdu.org/comunicati/mese-della-consapevolezza-adhd

 

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Psichiatria: La contenzione

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  • 8 Settembre 2014

 

Parlando di contenzione non può che tornare alla mente Franco Mastrogiovanni,
il maestro elementare che 31 luglio 2009 viene ricoverato al Centro di salute
mentale dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania, per un trattamento
sanitario obbligatorio. Morirà tre giorni dopo, sotto l’occhio impietoso delle
telecamere di sorveglianza, che hanno filmato la sua agonia.

ContenzioneFin dalle loro origini, quando non erano niente altro che guardie
carcerarie nei manicomi, gli psichiatri hanno cambiato di poco la loro
metodologia brutale se non per il fatto di aver introdotto contenzioni
elettriche e chimiche.

Oggi vengono usati molti metodi, tutti violenti, tutti potenzialmente letali,
con i quali il personale degli ospedali sottopone un paziente a contenzione
fisica brutale, di solito poco prima di somministrargli potenti farmaci per
fargli perdere conoscenza.

Le contenzioni meccaniche includono camice di forza, cinture o fasce di cuoio
che legano caviglie e polsi. Stanze isolate acusticamente, apribili solamente
dall’esterno, sono usate per l’isolamento. I potenti farmaci, i cui pericoli
sono stampati sui bugiardini a caratteri minuscoli, sono somministrati come
mezzo di controllo chimico.

Come è dimostrato dalla breve storia che segue, le misure di contenzione
fisica dei nostri giorni somigliano in tutto e per tutto ai primissimi
strumenti di tortura.

1700: Per contenere i pazienti si usavano “camiciole a muro” e catene legate
alle pareti o ai letti. La teoria era: più dolorosa era la contenzione,
migliori sarebbero stati i risultati. Benjamin Rush, noto come il padre della
psichiatria americana ed il cui volto adorna ancora il logo della Associazione
Psichiatrica Americana, sviluppò, alla fine del 1700, la sedia “sedativa”. Il
paziente veniva immobilizzato in uno stato di disagio e dolore enorme.

1787: Lo psichiatra francese Phillippe Pinel abolì l’uso delle catene per
“l’alienato” ma le sostituì con le camicie di forza.

1800: Il “letto a mangiatoia” era una gabbia con letto basso a forma di
graticcio dove il paziente veniva messo per settimane o mesi. L’uso di cinture
legate a manette, bracciali di cuoio e catenelle da caviglia e sedie di
contenzione continuò e gli psichiatri ne sostenevano le “grandi virtù
curative.”

1855: L’uso di “camere d’isolamento” divenne di moda negli ospedali
psichiatrici.

Anni ‘50: Le contenzioni meccaniche furono usate per relegare i pazienti ai
loro letti, come “sedie per contenere”. In alcuni casi, i pazienti erano
confinati al buio in seminterrati simili a prigioni sotterranee.

Il nuovo millennio: Gli attuali metodi di contenzione includono procedure
fisiche, meccaniche, elettriche e chimiche.

2002: L’Unione Europea ha chiesto ad un certo numero di Paesi dell’Est di
eliminare i letti a gabbia (circondati da sbarre, in modo che non si possa
scendere dal letto, e per alcuni tipi non ci si può neanche sedere su di esso)
considerandoli una pratica degradante ed inumana.

La Repubblica Ceca li ha resi illegali solamente dal 2004.

info: https://www.ccdu.org/contenzione

 

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Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) Onlus

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  • 19 Giugno 2014

 

Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) Onlus, è un’organizzazione di volontariato non a scopo di lucro, finalizzata a investigare e denunciare le violazioni psichiatriche dei diritti umani.

Il CCDU è stato fondato in Italia nel 1979 ed è diventato una Onlus nel 2004. Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) Onlus è una organizzazione indipendente ed è collegato ideologicamente al CCHR (Citizen Commission on Human Rights), che ha sede a Los Angeles.

Il CCHR International è stato fondato nel 1969 dalla Chiesa di Scientology e dal Professor Thomas Szasz, professore emerito di psichiatria all’Università di Syracuse, Stato di New York e autore di fama internazionale. A quel tempo le vittime della psichiatria erano una minoranza dimenticata, segregate in condizioni terribili nei manicomi sparsi nel mondo. In seguito a ciò, il CCHR elaborò una dichiarazione dei Diritti Umani sulla Salute Mentale che è diventata la linea guida per le riforme nel campo della salute mentale.

Riconosciuto da uno Speciale Rapporto della Commissione delle Nazioni Unite per i Diritti Umani come fautore di molte grandi riforme che tutelano le persone dagli abusi psichiatrici, il CCHR ha documentato migliaia di casi, i quali dimostrano che i farmaci psichiatrici e le brutali pratiche psichiatriche creano insanita e causano violenza.

Dal 1969 il lavoro del CCHR a livello internazionale ha contribuito a salvare le vite di milioni di persone. Molti paesi hanno ora adottato il consenso informato per il trattamento psichiatrico e il diritto, da parte delle persone che sfortunatamente hanno subito abusi psichiatrici, di essere legalmente rappresentate, di poter fare ricorso e ottenere il risarcimento per i danni subiti.

Il CCDU Onlus in Italia, ha raccolto nel corso degli anni centinaia di denunce e tutelato i diritti di moltissimi cittadini vittime di abusi nel settore della salute mentale. Tra le molte campagne condotte, ricordiamo quella sul consenso informato in relazione all’elettroshock, la serie di ispezioni a sorpresa, effettuate nei residui manicomiali italiani nei primi anni ’90 (che portarono alla loro chiusura), attività di informazione e sensibilizzazione sui temi dell’uso di psicofarmaci sui minori, sugli anziani e sul trattamento sanitario obbligatorio.

Una critica posta dal CCDU nel settore della salute mentale, riguarda il sistema diagnostico non scientifico, spesso utilizzato.

Jeffrey A. Schaler, ricercatore, afferma:

Sebbene la nozione di validità scientifica non sia in sé un’azione, ha una connotazione truffaldina. La validità si riferisce al grado in cui qualcosa rappresenta o misura ciò che essa intende rappresentare o misurare. Quando gli strumenti diagnostici non rappresentano ciò che intendono rappresentare, noi diciamo essi mancano di validità. Il Manuale Diagnostico e Statistico (DSM-IV) pubblicato dall’Associazione Psichiatrica Americana è noto per la sua scarsa validità scientifica.
Fanno parte del CCDU illustri medici, avvocati, artisti, educatori, rappresentanti dei diritti umani e civili, che hanno come loro obiettivo quello di denunciare e aiutare ad abolire tutte le pratiche fisicamente dannose nel campo della guarigione mentale. Per realizzare queste mete, i membri del CCDU lavorano con molti individui e gruppi che condividono la stessa opinione, ivi inclusi politici, insegnanti, operatori sanitari, forze di polizia e mass media.

E… se lo desideri… puoi farne parte anche tu.

 

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