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“Spoleto incontra Venezia”: Il futurismo di Matteo D’Errico ottiene particolari consensi elogiativi

Si è conclusa di recente con forte risonanza mediatica la grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” a cura del Professor Vittorio Sgarbi, allestita dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014, con la direzione del manager produttore Salvo Nugnes, nel contesto veneziano di due affascinanti edifici secolari, il Palazzo Falier e il Palazzo Rota-Ivancich. Nel selezionato parterre di artisti partecipanti lo scultore di matrice futurista Matteo D’Errico ha ricevuto significativi riconoscimenti di apprezzamento.

 

Sulla sua peculiare espressione stilistica di originale sperimentazione è stato commentato “Nel rispetto dell’essenza dei componenti utilizzati, squisitamente tecnica, quali l’alluminio, il rame, la bachelite, i materiali plastici e altre misteriose leghe isolanti, le opere non mostrano integrazioni cromatiche, esibite invece negli sgargianti cavi elettrici. Si tratta di arte generata dal riciclo di materiali, che rimanda ad una concezione sociale per nulla ludica, anzi contraddittoria di una società dei consumi, che produce scorie inutilizzabili e inquinanti. Arte, che si attesta come momento di denuncia, ma che ritrova in se stessa una funzione comunicativa, rinascendo a nuova vita. Archeologia e modernità, geometria e visione idealistica dell’architettura urbana convivono con esercizi di pura fantasia. È artefice di una ricerca artistica con connotati sociali, in cui lo spettatore viene chiamato in causa con la possibilità di inventare ed interpretare a sua volta la realtà immaginata”.

 

D’Errico considera tra i principi ispiratori del suo eclettico modo di fare e concepire l’arte, il Minimalismo, lo Spazialismo, il Realismo e il Serialismo, dai cui trae spunti per rivisitare, riassemblare e trasformare con innata arguzia ideativa e progettuale oggetti, elementi e componenti di svariata tipologia creando delle vere e proprie “molecole d’arte” avveniristiche e innovative.

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Le suggestive composizioni floreali di Angelica Cioppa in esposizione a “Spoleto Arte”

Le mostre di “Spoleto Arte” inaugurate il 27 Giugno e allestite nel sontuoso Palazzo Leti Sansi, in Piazza del Mercato a Spoleto, stanno radunando tanti visitatori interessati e appassionati, così come numerosi esperti e collezionisti di settore. La prestigiosa iniziativa, che durerà fino al 24 Luglio, è posta sotto la curatela del critico Vittorio Sgarbi, mentre il comparto organizzativo è gestito dal manager produttore Salvo Nugnes.

 

In questo importante contesto si trovano alcune suggestive opere di Angelica Cioppa, che ha conquistato parole lodevoli di apprezzamento. La Cioppa mette in scena l’anima vegetativa del mondo e dell’uomo. Quella, che guida le funzioni fisiologiche istintive e anche le grandi passioni: gli amori, gli intrecci dei corpi, come gli stami e i pistilli dei fiori. Nell’apparente monotonia del soggetto la Cioppa affresca la sintesi del destino umano, la sua bellezza e l’insieme della sua fugacità. In ogni fiore è custodito il mistero della vita come della morte. Nulla, è meno fecondo e meno duraturo di un fiore. Nell’esercizio paziente della sua pittura ci racconta l’eterna lotta tra Eros e Thanatos.

 

A lei Sgarbi riserva parole significative, definendola “Sofisticata, soprattutto nell’affrontare il mondo misterioso dei fiori”.

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