Non bastassero le tensioni che si respirano sui mercati per via della guerra commerciale, ci si mette anche il caldo torrido a rovinare i piani degli investitori. La quotazione del grano infatti è balzata a ritmi storici a casua delle pesanti ondate di caldo che stanno danneggiando molti raccolti in tutte le aree del globo. Non a caso, il presidente Trump ha promesso 12 miliardi di dollari sotto forma di aiuti di stato ai coltivatori americani per contrastare i dazi. Ma si tratta di un provvedimento che potrà compensare solo in parte i danni già subiti.
L’andamento del grano
L’ultima previsione sul grano tenero nell’Unione europea parla di un output di meno di 130 milioni di tonnellate. Se dovesse essere davvero così, sarebbe il livello produttivo minore dal 2012 (-10% rispetto alla passata stagione). Il caso più eclatante è quello della Russia, che ha conquistato il primato mondiale nell’export di grano lo scorso anno, ma prevede che possa crollare la produzione del 25% a 64,4 milioni di tonnellate.
Frumento, mais e cotone
Ma non c’è solo il grano sotto i riflettori. Anche il frumento va in crescita. Le quotazioni sono salite ai massimi da due mesi, vicino a 540 cents/bushel, con l’Indicatore Parabolic Sar trading system che suggerisce ulteriore spinta rialzista. E senza che questo prodotto sia nel mirino dei controdazi cinesi. I timori riguardo l’impatto del clima torrido stanno guidando al rialzo anche il mais e il cotone, altri prodotti colpiti dai dazi cinesi. Crescono pure loro, anche se a ritmo molto più contenuto. La quotazioni della fibra in particolare sono tornate in tensione, vicino a 90 cents per libbra all’Ice, per le devastazioni che la mancanza di pioggia sta provocando nel Texas occidentale.