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Bilancio della Russia ancora in piedi… grazie soprattutto all’India

Siamo arrivati a due anni dall’invasione della Russia in Ucraina. A questa guerra l’Occidente aveva deciso di rispondere con sanzioni economiche contro Mosca. Eppure dopo 24 mesi il bilancio della Russia rimane ancora in piedi.

Il ruolo di gas e petrolio per il bilancio

bilancioBisogna fare una distinzione importante tra due voci di cassa tradizionalmente preziose per Mosca. La prima è quella del gas. Quello russo ha rifornito l’intera Europa per decenni, ma il vecchio continente con tanta fatica, e dopo molti mesi di sacrifici, è riuscito a sostituire il fornitore russo con altri fornitori. Se prima il 40% del gas che arrivava in Unione Europea proveniva dalla Russia, adesso questa quota è scesa ad appena l’8%.

L’aumento dell’export verso Cina e Turchia è riuscita a compensare questo calo soltanto per il 5/10 per cento. Secondo l’istituto statale russo “Accademia delle Scienze“, il colosso del gas Gazprom entro il 2025 potrebbe cominciare a registrare delle perdite ingenti a causa di questo nuovo scenario.

L’India ancora di salvezza

Quello che ha consentito al bilancio della Russia di rimanere a galla è stato soprattutto il rapporto privilegiato commerciale con l’India. Le vendite record di petrolio agli indiani hanno consentito alle casse del Cremlino di avere 37 miliardi di dollari. Si tratta di una cifra record.

L’India è anche diventata il fulcro delle triangolazioni petrolifere che hanno permesso a Mosca, in via indiretta, di esportare anche negli Stati Uniti il suo greggio per oltre un miliardo di dollari. In questo modo Mosca riesce anche ad aggirare il Price Cap di 60 dollari al barile imposto dall’occidente (per rendere un’idea, al momento la quotazione del petrolio è più o meno sugli 80 dollari al barile, e sta facendo pressione sulle Bollinger bands).

Qualche scricchiolio con Nuova Delhi

L’importante ruolo dell’India per il petrolio russo spiega anche perché Mosca sia stata più accomodante, quando l’India si è rifiutata di pagare il petrolio importato in Yuan cinesi e non in dollari (il rapporto dollaro- Yuan si trova a 7,3), sfruttando una strategia di spread trading. Dopo che per un periodo le raffinerie indiane avevano sospeso gli acquisti di greggio, a dicembre questo commercio è ripreso.

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