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NON DIRE FRANCHISING SE NON HAI LA LOCATION GIUSTA.

Potrà sembrare banale ma ancor prima dell’idea vincente, quello che conta per avere successo nel business e quindi anche nel franchising è la location. Scegliere dove aprire la propria attività è come cercare un appartamento dove vivere e come in questo secondo caso si farà attenzione al prezzo dell’affitto, ai mezzi pubblici ed ai vicini di casa, così per la scelta della location esistono diversi criteri da adottare.

Innanzitutto sfatiamo un mito: un basso prezzo d’affitto non significa necessariamente un buon affare. Potreste ritrovarvi nel bel mezzo del nulla e avere come unici clienti i 10 condomini del palazzo accanto. Ma non basta.

Sfatiamo un secondo mito di molti aspiranti franchisee: quello che bisogna mantenersi il più lontano possibile da negozi che trattano il vostro stesso prodotto.

Il motivo? Se i vostri competitor sono lì e sono in espansione significa che i clienti sono tanti e frequentano quella zona. Naturalmente dovete valutare rischi e numeri, ma se si tratta di un settore in espansione ci sarà spazio anche per voi.

Altro aspetto fondamentale è la vicinanza dei mezzi di trasporto, in quanto i vostri clienti verranno da voi se li rendete la vita più facile. Questo vale soprattutto per le grandi città: fermate della metropolitana, bus, tram, stazioni ferroviarie e autostrade sono fondamentali. Oppure la presenza di un parcheggio. Quante volte abbiamo sentito la frase “bello, ma non c’è parcheggio?” o magari ci siamo trovati in un negozio perfetto tranne il fatto che abbiamo dovuto girare mezz’ora per trovare parcheggio?

Infine la scelta della location dipende dal tipo di servizio che volete offrire e dalla tipologia di cliente cercato: una copisteria si posizionerà vicino a scuole, università e uffici mentre per un negozio di piante la location ideale sarà in una zona di villette con giardino.

La regola base nella scelta della location per il vostro franchising è però una sola: conoscere bene il target, cioè le persone che state cercando di attirare e colpire. Se non avete ben in mente chi sono i vostri destinatari sarà impossibile scegliere un luogo adatto ma anche sviluppare una strategia vincente e destinata a durare nel tempo.

In generale consigliamo di non farvi prendere tropo dall’entusiasmo e scegliere la migliore location possibile in modo professionale, cercando e analizzando dati, consultandovi con professionisti e tenendo a freno la passione che rischia di condizionare negativamente una scelta fondamentale: il luogo in cui far sorgere la propria attività.

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FRANCHISING A COSTO ZERO? PURTROPPO NON ESISTE

Quali sono le keyword più utilizzate da chi vuole aprire un franchising e chiede a Google di orientare la sua scelta? Franchising a basso costo,  a basso investimento, low cost e  a costo zero.

Ma non solo: compaiono anche guadagnare con il franchising, ecc. E la passione che dovrebbe animare ogni aspirante imprenditore portandolo a seguire i suoi sogni per fare il lavoro che più gli piace?

Purtroppo a prima vista sembra scomparsa. Secondo l’indagine condotta da BeTheBoss.it e QUICKFairs su un campione di 90mila persone nel 2014, 1 persona su 2 che valuta l’opportunità di mettersi in proprio con il Franchising lo fa perché cerca lavoro.
La causa è la crisi del 2008 che ancora oggi ha lasciato un elevato tasso di disoccupazione a causa della mancanza dell’offerta di lavoro e per mancati rinnovi contrattuali o prepensionamenti.

Chi resta senza lavoro considera il franchising come una forma di aiuto impiego, di lavoro autonomo con cui aprire la propria attività con il supporto di un marchio conosciuto.

MA ESISTE IL FRANCHISING A COSTO ZERO O SENZA SOLDI?

La risposta è no, non si apre un franchising senza fare un investimento. Ed ecco perché: la casa madre o franchisor investe comunque una notevole somma nel mantenere viva la rete, nell’aggiornarla e nell’offrire agli affiliati novità in linea con il mercato. Vi invitiamo dunque a diffidare da chi vi attira dicendo che aprirete un franchising senza soldi o senza investimento, perché è scorretto nei vostri confronti.

Potremmo anche pensare che coloro che cercano termini come “franchising a costo zero” o “franchising gratis” cerchino impieghi più vicini al mondo dei venditori e degli agenti di commercio e diventare quindi venditori dei prodotti dell’azienda. Non esistono o è difficile pensare che esistano franchising a costo zero in quanto se il franchisor ha sviluppato una formula vincente è giusto che l’affiliato paghi il valore aggiunto di entrare a fare parte di una rete.

A seconda delle disponibilità di investimento ci si può orientare verso franchising economici o a basso investimento rispetto alle formule di franchising classico, come può essere l’apertura di un negozio che richiede mediamente almeno 50.000 euro. Solitamente nella categoria del franchising economico rientrano attività che no richiedono né un negozio né un ufficio, ma possono essere svolte da casa.

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NEL FRANCHISING (E NON SOLO) IL MARCHIO È TUTTO

Da millenni i marchi sono parte integrante delle nostre vite e ci permettono di distinguerci dai concorrenti. Oggi con la globalizzazione questa esigenza si è fatta ancora più pressante ed esistono leggi su leggi in difesa e a tutela del marchio.

Pensiamo all’ importanza del marchio nella moda: non solo orienta la scelta del consumatore ma può addirittura determinarla. Per questo il marchio è uno degli asset fondamentali dell’azienda e garanzia di riconoscibilità sul mercato. La stessa cosa accade nel franchising, dove il marchio del franchisor è garanzia di visibilità e posizionamento sul mercato per il franchisee.

Ma se molto le aziende sanno (o credono di sapere) dal punto di vista economico e della comunicazione, ancora scarsa è la conoscenza delle norme che regolano un marchio.

Sappiamo tutti che il marchio veicola messaggi relativi alle caratteristiche proprie del prodotto o servizio che contraddistingue, siano esse qualità, aspetti tecnici o prezzo. Non tutti sanno però che dal momento che viene rivolto a un pubblico tale messaggio deve essere vero: il nostro ordinamento non tollera l’inganno del pubbblico e sanziona pesantemente i marchi ingannevoli quando rimandano a qualità che il prodotto non possiede.

PER TUTELARSI DAI TENTATIVI DI IMITAZIONE È BENE ACQUISTARE I DIRITTI SUL MARCHIO. MA COME SI FA?

E’ necessario registrare il marchio (la registrazione dura 10 anni)  presso gli uffici competenti, nazionali, comunitari ed esteri. Per poter essere validamente registrato il marchio deve avere rappresentazione grafica, essere nuovo e dotato di capacità distintiva nei confronti dei prodotti e servizi di un’impresa. Parole, disegni, lettere, cifre possono trasformarsi facilmente in marchi ma d’altra parte vi è un’ampia categoria di segni che non possono essere registrati come marchio. Un esempio? Segni contrari alla legge, all’ordine pubblico e al buon costume, segni ingannevoli, segni costituiti da parole d’uso comune  e denominazioni generiche di prodotti. Oppure indicazioni descrittive di qualità. Destinazione, provenienza geografica in quanto tali parole devono essere liberamente utilizzabili da tutte le imprese.

Ricordiamoci, in sostanza, che tanto più il marchio sarà lontano da riferimenti a specifici prodotti e servizi che deve contraddistinguere (es. Apple per computer) tanto più sara considerato dalla legge originale e quindi tutelabile nei confronti delle contraffazioni.

Siete in dubbio sull’effettuare o meno la registrazione del marchio? La scelta è solo vostra ma una cosa è certa: i marchi non registrati rischiano di sfumare miseramente al primo attacco dei concorrenti e con essi l’investimento effettuato per promuovere il prodotto e servizio.

 

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SCEGLIERE IL FRANCHISING IDEALE: MISSIONE (IM)POSSIBILE

Iniziamo col dirti che è sempre possibile, con una relativamente rapida ricerca a tavolino e sul campo, determinare la validità di un franchising. Per farlo però è necessario impegnarsi in prima persona in un’analisi delle opportunità di franchising presenti nel mercato italiano magari rivolgendosi ai franchisee già operanti nella propria zona geografica, contattando esperti di settore, visitando i portali dedicati e i siti delle associazioni di franchising. Si tratta di un’attività certamente dispendiosa, soprattutto in termini di tempo.

 I 10 CRITERI PER LA SCELTA DEL FRANCHISING PIÙ ADATTO A TE

Per identificare il miglior franchising, sia che si trovi già pronto alla sfida del mercato sia che si trovi in fase di lancio e sviluppo commerciale:

  1. Credibilità: il franchisor deve essere credibile agli occhi del franchisee e tale credibilità nasce da una serie di elementi concreti come un brand solido, esperienza del franchisor, anni di attività nel settore
  2. Differenziazione: oltre ad essere credibile il franchisor deve differenziarsi dai competitor sia in termini di prodotto e servizio offerto, sia in termini di mercato servito e di strategia operativa.
  3. Know how trasferibile: il sistema adottato dal franchisor deve essere facilmente trasferibile in tempi brevi al potenziale franchisee. Se è un’attività talmente complessa da non poter essere insegnata in 3/4 mesi l’azienda avrà difficoltà a lanciarla.
  4. Adattabilità: bisogna valutare se il franchising scelto ben si adatta alla situazione del mercato in cui operi. Certe attività non sono replicabili in aree geografiche estese per la diversità di gusti e preferenze dei consumatori (ad esempio le diverse regioni italiane hanno diverse abitudini alimentari). Altre funzionano per abilità uniche o talento delle persone che le hanno avviate, altre ancora sono difficilmente adattabili per via delle leggi nazionali.
  5. Attività innovative e già sperimentate: spesso è necessario un negozio o centro pilota per dimostrare che il sistema è sperimentato nel tempo ed è in grado di fornire formazione adeguata ai nuovi franchisee.
  6. Sistemi operativi formalizzati e documentati: le aziende di successo contano su sistemi operativi documentati e quindi facilmente trasferibili ai lori franchisee. Politiche, procedure, sistemi, modulistica e pratiche commerciali fanno parte di un manuale operativo facilmente comprensibile e/o supporto informatico adeguato.
  7. Congruenza tra impegno finanziario e risultati economici: dopo l’investimento iniziale in fase di affilliazione è necessario che il franchisor assicuri risultati economici prevedibili e sicuri dopo un determinato periodo di tempo, sempre tenendo conto dell’abilità del franchisee nella vendita e nella promozione della sua attività.
  8. Trend di mercato e condizioni: la validità del sistema di business avviato dal franchisor deve proiettarsi nel lungo termine e considerare l’evoluzione del mercato, le modifiche dei bisogni del consumatore, la presenza di nuovi competitor.
  9. Capitale: se la formula franchising è uno strumento “low cost” per espandere un business, il franchisor ha bisogno di capitali e risorse per costruire e perfezionare il programma sulla base delle iniziative da avviare e dell’aggressività del suo piano di espansione.
  10. Relazioni di lungo periodo: il franchisor di successo si concentra sulla costruzione di relazioni a lungo termine con i franchisee, e li supporta soprattutto nella faticosa fase di start up. Sfortunatamente però non tutti i franchisor capiscono lo stretto collegamento tra relazioni umane e profitti (motivazione, innovazione) portate dai franchisee.

Concludendo, non esiste sicuramente un franchising migliore in assoluto ma questi 10 criteri possono aiutarti a individuare il franchising migliore per te.

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2015: EMORAGGIA DI POSTI DI LAVORO! NON NEL FRANCHISING.

Il franchising è in crescita e continua a creare posti di lavoro, con un incremento nei primi 6 mesi del 2015 dello 0,6% del fatturato, in linea con la ripresa del PIL e dell’economia italiana.
A fronte di una drammatica emoraggia di posti di lavoro sono quindi sempre di più gli italiani che stanno riscoprendo la loro vocazione imprenditoriale.

Ma quali sono i settori trainanti di questa crescita? Un’anticipazione ci viene data dal Centro Studi RDS del Salone Franchising di Milano.Il settore che segna il maggior numero di aperture di nuovi franchising è il food con un +3% e in particolare aperture di nicchia come ristoranti vegani, per celiaci, a chilometro zero, ristoranti a tema. Segue l’abbigliamento e gli accessori (+2,5%) e in particolare abbigliamento per bambini, camicerie, calze e intimo.

In Italia il totale di 950 franchisor e 51.000 attività affiliate hanno creato nel 2014 un giro d’affari complessivo di 23 miliardi di euro e hanno dato lavoro a 180.000 persone (dati 2014). Anche il fatturato del settore franchising è in crescita ed è passato dai 21,5 miliardi del 2008 ai 23 miliardi del 2014.

QUALI SONO LE AREE DI MAGGIOR DIFFUSIONE DEL FRANCHISING IN ITALIA?

L’area di maggior diffusione è il Nord Italia, ma è in rapidissima espansione nel Centro e nel Sud con una prevalenza della popolazione femminile: il 33,15% del totale degli imprenditori del franchising con un aumenti del 20% dal 2008 al 2014.

Le donne imprenditrici prevalentemente si orientano verso i settori dell’abbigliamento, accessori, moda, cosmetici e profumeria, salute e benessere, articoli per la casa e articoli per bambini. A livello generale invece le merceologie più scelte dagli affiliati sono abbigliamento (20%), food (20%), servizi per la cura della persona (19%), commercio specializzato (17%), articoli per la persona (10%), servizi per le imprese (6%), prodotti per la casa (3%).

Il mondo del franchising sta infine seguendo l’evoluzione più ampia del mondo retail: basti pensare alla nuova tendenza del click&collect store (acquisto su Internet e ritiro in negozio), l’omnicanalità e dello slowpay (pagamento in 3 mesi senza interessi) fino al servizio clienti sviluppato al massimo come fattore chiave della vendita.

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DIPENDENTE O IMPRENDITORE? NON SOTTOVALUTARE LE OPPORTUNITÀ DEL FRANCHISING.

L’attuale congiuntura economica sfavorevole sta spingendo molti giovani e non più giovani a ricorrere all’autoimprenditoria come risposta alla carenza di lavoro
: negli ultimi anni è stata registrata una crescita notevole di impieghi nel lavoro autonomo, in microimprese o catene di franchising.

Ed è proprio il franchising il modello di business più collaudato  e di maggior successo in quanto si caratterizza per la riduzione dei rischi imprenditoriali a patto naturalmente che il franchisor a cui ci si rivolge sia serio e offra un adeguato supporto al franchisee.

I VANTAGGI DI APRIRE UN FRANCHISING

Il franchising è la soluzione più adatta per coloro che non riescono più a ricollocarsi nel mercato del lavoro
e per tutti coloro che hanno spirito imprenditoriale ma non vogliono sobbarcarsi i rischi dell’avvio di una start up da zero. Affidarsi a una catena di franchising significa poter scegliere di collaborare con marchi solidi, forti sul mercato,  con decenni di esperienza  e metodi di business collaudati.

Un know how che consentirà anche all’imprenditore inesperto di confrontarsi nel giro di pochi mesi con i più grandi competitor del settore in cui decide di operare. E’ importante non dimenticare che questa fase di avvio in tutta la sua dinamicità e innovazione sarà comunque caratterizzata dalle regole fissate dal franchisor. La formula del franchising può rivelarsi quindi di sicuro successo se affrontata con convinzione ed entusiasmo da tutta la rete.

Il primo passo? Selezionare un’area di business ben precisa tra la vasta gamma di offerte disponibili, esaminando le diverse opportunità, l’investimento iniziale richiesto, le tendenze di mercato e le condizioni dei franchisor.

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I CONTRATTI DI DISTRIBUZIONE COMMERCIALE: FRANCHISING E SOMMINISTRAZIONE

I CONTRATTI DI DISTRIBUZIONE COMMERCIALE: FRANCHISING E SOMMINISTRAZIONE

Iniziamo col dire che i contratti di distribuzione commerciale sono tutti quelli schemi contrattuali per cui un produttore o un distributore vendono al consumatore finale attraverso la cooperazione con altre imprese indipendenti e autonome.

Queste sostituiscono le forme di integrazione verticale di tipo proprietario come i punti vendita diretti del produttore o del distributore.

I vantaggi per il produttore e il distributore sono i seguenti:

  • Minori costi di distribuzione
  • Minori investimenti per la creazione di una rete commerciale
  • Riduzione o condivisione del rischio imprenditoriale con altre aziende
  • Maggiore velocità e rete capillare di penetrazione sul mercato

I vantaggi per l’impresa che coopera sono invece la rinomanza del prodotto che si distribuisce, il risparmio sui costi pubblicitari e di marketing, sconto sui prezzi di acquisto del prodotto da sponsorizzare.

LA SOMMINISTRAZIONE

Ai sensi dell’art. 1559 del codice civile la somministrazione prevede una pluralità di prestazioni da effettuarsi a cadenza continuata (erogazione di energia elettrica e gas) o a scadenza periodica  (fornitura mensile di carta a una tipografia) o ancora a richiesta del somministrato secondo il suo fabbisogno (fornitura di cibi e bevande ai ristoranti). La somministrazione può essere di consumo, si applica la disciplina della vendita, o d’uso, si applica a beni non consumabili da usare e restituire.

IL FRANCHISING

Detto anche affiliazione commerciale è un contratto tra due soggetti giuridici, entrambi imprenditori, economicamente e giuridicamente indipendenti in base al quale una parte (franchisor) concede all’altra (franchisee) l’utilizzo e lo sfruttamento di un insieme di diritti di proprietà industriale e intellettuale nonché di un know how e si impegna a fornire assistenza tecnica e commerciale al franchisee. A differenza della somministrazione il franchising può riguardare la commercializzazione tanto di beni quanto di servizi.

 

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FRANCHISING DI DISTRIBUZIONE E DI SERVIZI…

In questo articolo del blog vogliamo spiegarti la differenza tra franchising di distribuzione e franchising di servizi, in modo da semplificarti la scelta nel momento in cui ti troverai a prendere questa decisione.

Sicuramente saprai che il franchising (o affiliazione commerciale) è una forma di collaborazione continuativa per la distribuzione di beni o servizi fra un franchisor e un franchisee affiliato, giuridicamente indipendenti l’uno dall’altro.

In particolare il franchisor concede al franchisee l’utilizzo
della propria formula commerciale, insieme al diritto di sfruttare tutto il suo know-how e il marchio. In più si impegna ad assistere il franchisee nell’avvio dell’attività. D’altro canto il franchisee si impegna a far proprie la politica commerciale e l’immagine del franchisor nell’interesse delle due parti e del consumatore finale, nonché nel rispetto delle condizioni contrattuali.

Forse non sai ancora che il franchising si presenta in due diverse tipologie: franchising di distribuzione e franchising di servizi. Facciamo quindi un po’ di chiarezza!

FRANCHISING DI DISTRIBUZIONE

Presuppone che il franchisor abbia messo a punto e sperimentato tecniche e metodi commerciali che fanno parte del know-how che trasferirà al franchisee. In cambio dell’uso del marchio, dei servizi e dei beni forniti il franchisor chiede al franchisee un corrispettivo (royalty) sotto forma di diritto d’entrata e/o canone periodico.

Il franchising di distribuzione è la formula adottata da una società che produce prodotti oppure da una società che offre alcuni prodotti selezionati.

FRANCHISING DI SERVIZI

E’ un sistema nel quale il franchisee non vende prodotti ma offre servizi ideati, messi a punto e sperimentati da un franchisor. Il campo di attività che utilizzano il franchising di distribuzione è molto vasto e va dalla ristorazione al tempo libero, dagli istituti di bellezza ai servizi di consulenza professionale, dall’intermediazione immobiliare all’autonoleggio, ecc.

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MEGLIO SOLI O BEN ACCOMPAGNATI (IN FRANCHISING)?

ECCO ALCUNI ELEMENTI DA TENERE IN CONSIDERAZIONE.

Avete deciso di fare gli imprenditori ed ora? La domanda più difficile a cui rispondere è se sia
meglio avviare
un’attività in proprio o affidarsi a un franchising.

Per aiutarvi a prendere questa importante decisione abbiamo stilato una lista di pro e contro da tenere in considerazione.

  1. Metodo di business

Chi sceglie la formula franchising acquista un metodo e una strategia di business collaudate e condivise dal franchisor con gli affiliati. Il rischio d’impresa è quindi limitato rispetto a chi decide di avviare un’attività in proprio ed è quindi obbligato ad agire in solitario e creare il proprio business model.

  1. Notorietà del marchio

 

Il franchisee è titolare della propria attività pur avendo alle spalle un marchio solido che rende più facile vendere i prodotti e servizi e aumenta il valore della stessa attività. L’imprenditore singolo è invece può contare, soprattutto all’inizio, su una notorietà llimitata e prevalentemente locale e il suo marchio ha un valore decisamente più basso rispetto a quello di chi si affida al franchising.

  1. Attività di marketing e comunicazione

Il franchisee può utilizzare il marchio, l’insegna, il format e l’immagine di marca del franchisor. E’ tutto pronto e assieme al franchising il franchisee acquista anche il “valore” del brand e la cosiddetta immagine di marca che permette di ottenere visibilità nazionale e internazionale.

L’imprenditore che avvia una nuova attività deve invece investire tempo e fondi non indifferenti nella creazione della propria insegna, che rischia di essere conosciuta solo a livello locale.

  1. Assistenza

Il franchisee godrà di assistenza da parte del franchisor sia in fase di start up sia nel corso degli anni. L’imprenditore invece è solo e non può contare sul supporto di nessuno nell’avvio e sviluppo della propria azienda.

  1. Formazione

Nel franchising la formazione iniziale per permettere l’ingresso nel mercato anche a chi non ha esperienza nel settore è fornita dal franchisor. L’imprenditore deve invece assicurarsi di avere conoscenze, abilità e personalità per avere successo.

  1. Location

Il franchisee è supportato dal franchisor nella ricerca e selezione della miglior location per aprire l’attività. L’imprenditore è invece libero e potrebbe trovare difficoltà nel reperire i locali migliori in relazione alla sua clientela.

  1. Notorietà del prodotto/servizio

I prodotti e i servizi offerti da chi opera in franchising godono già di notorietà ed accettazione da parte dei potenziali clienti. Questo è il vantaggio competitivo più importante dell’essere franchisee, a patto che la rete goda di buona reputazione.

L’imprenditore indipendente dovrà invece lavorare a lungo sulla selezione dei prodotti/servizi per garantire un’offerta adeguata ai suoi potenziali clienti.

  1. Provenienza dei prodotti: nel franchising la provenienza dei prodotti è unica ed assicurata da fornitori selezionati. L’imprenditore singolo invece è costretto a selezionare con attenzione i prodotti e i fornitori e soprattutto ad inizio attività non potrà godere di sconti di quantità.
  1. Tempistiche reddito: l’entrata nella rete di vendita del franchisor assicura al franchisee un reddito potenzialmente immediato. Chi avvia una propria attività invece avrà un lento sviluppo e potrebbe non avere un flusso di cassa tale da permettergli di continuare l’attività.

E quindi cosa scegliere?

Noi suggeriamo il franchising, perché si può godere della piena libertà del lavoro autonomo senza molte difficoltà. Si tratta di un sistema molto valido in quanto sarà il franchisor a trasmettere il know how e a fornire gli strumenti per iniziare e gestire l’attività.  Il franchising è studiato per chi non ha tutte le compenze per gestire un business: non tutti nascono imprenditori, ma tutti possono seguire un sistema in modo corretto e avere successo.

Quindi la nostra risposta a chi ci chiede se deve iniziare un’attività indipendente o acquistare un franchising è: dipende dalle doti personali dei futuri imprenditori.

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CONTRATTO DI RETE E FRANCHISING: COSÌ SIMILI, COSÌ DIVERSI.

Si sente oggi parlare sempre più spesso di reti d’impresa e contratto di rete. Ma cosa si intende veramente? Con contratto di rete si intende una nuova tipologia di contratto d’impresafinalizzato a consentire a più imprese di collaborare tra loro per il perseguimento di obiettivi comuni.
Il contratto di rete presenta alcune similitudini con il contratto di franchising in quando in entrambi le diverse parti sono giuridicamente ed economicamente indipendenti e vi è la collaborazione per il raggiungimento di un obiettivo comune.La differenza principale sta invece nello scopo e nella causa ultima delle due tipologie di contratto.

Sapete già tutti come si definisce un contratto di franchising, vediamo ora invece nello specifico cos’è un contratto di rete:
disciplinato dal DL 5/2009, dal cd. “Decreto sviluppo” (art. 45 D.L. 83/2012) e dal cd. “Decreto sviluppo bis” (D.L., n. 179/2012) si tratta di un contratto in cui più imprenditori, che sono e restano autonomi, si obbligano a collaborare secondo la forma e negli ambiti previsti dal contratto: scambio di informazioni e/o prestazioni di varia natura (industriale, commerciale, tecnica o tecnologica) o esercizio comune di una o più attività per stimolare l’innovazione e aumentare la competitività.

Diversa è anche la “platea” di imprenditori ai quali i due contratti si rivolgono: il contratto di rete è pensato per le piccole e medie imprese presenti nei distretti industriali per migliorarne la competitività in un mercato ormai globalizzato. Un elemento di vicinanza, questo, completamente assente nel franchising che anzi disporrà i punti affiliati su un territorio sempre più vasto per la diffusione del marchio, dei prodotti e dei servizi sul mercato.

Passiamo ora agli scopi dei due contratti: il contratto di rete nasce per dare impulso all’innovazione e aumentare la competitività delle imprese, il franchising non ha invece uno scopo contrattualmente definito ma si può ipotizzare sia l’incremento della competitività dei franchisee sul mercato.

Per quanto riguarda le obbligazioni contrattuali tipiche del contratto di franchising e di quello di rete vediamo come nel franchising assuma valore centrale la concessione del diritto a utilizzare marchio e know how del franchisor. Nel contratto di rete è centrale invece la definizione del piano economico e/o commerciale che la rete si prefigge di realizzare in comune accordo tra le parti a differenza del franchising in cui è il franchisee ad aderire al progetto imprenditoriale del franchisor. Entrambe le forme contrattuali prevedono loscambio di informazioni tra le parti, mentre l’obbligo di scambiarsi prestazioni non è previsto dal contratto di rete ma solo nel franchising: assistenza tecnica e commerciale, formazione, organizzazione di campagne pubblicitarie e attività di marketing, ecc.

Quello che contraddistingue il contratto di rete dal franchising è la possibilità di costituire un fondo comune per il conseguimento degli scopi della rete nonché l’individuazione di un organo comune per la gestione di tale fondo.

Concludendo possiamo dire che entrambe le forme contrattuali sono contratti tra imprenditori con l’obiettivo di accrescere la competitività delle mprese contraenti sul mercato. Diverso è, invece, lo schema contrattuale: chiuso quello del franchising, plurilaterale e aperto quello del contratto di rete.

 

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FRANCHISING: PUNTA SUI SERVIZI ASSISTENZIALI E AVRAI SUCCESSO!

Nel precedente articolo vi abbiamo segnalato l’opportunità di aprire un franchising nel settore biologico. Oggi vi parliamo invece di un altro settore in crescita, quello dei servizi assistenziali.

Aumento della vita media, progresso della medicina, nuclei familiari con un ridotto numero di componenti hanno portato, negli ultimi anni, alla crescita del numero di anziani che vivono soli e hanno bisogno di assistenza. Un cambiamento nella società che porta all’aumento di richieste di servizi specificamente dedicati agli over 70, con buone prospettive di lavoro per chi vuole inserirsi in questo ramo.

assistenza-anziani-franchisingUno degli investimenti più redditizi è proprio legato all’attività di servizi per anziani in quanto, nonostante la crisi economica, il settore è in crescita.
Se non volete correre rischi eccessivi, la risposta ideale è affiliarsi a uno dei tanti servizi di franchising che gestiscono questa tipologia di servizi. Questo non significa, ricordate, che non dobbiate fare uno studio di fattibilità e una verifica attenta della disponibilità di risorse finanziarie ed economiche necessarie per la realizzazione del progetto.

Inoltre è opportuno frequentare, quando non sia il franchisor stesso a occuparsi della formazione, dei corsi professionali miratidedicati all’assistenza.
Per avere successo nell’offerta di servizi assistenziali agli anziani è opportuno però individuare le condizioni indispensabili: disponibilità a fornire assistenza 24 ore su 24 e possibilità di fornire assistenza medica e infermieristica a domicilio sia in orari diurni sia notturni.

Solo in questo modo risulterete credibili agli occhi del vostro potenziale cliente. Naturalmente scegliendo di lavorare in franchising potrete già contare sull’immagine e la notorietà del marchio al quale vi affiliate e quindi partirete senza dubbio più avvantaggiati rispetto all’apertura di un’attività autonoma.

Continuate a seguire il nostro blog, la prossima settimana saremo online con l’ultimo approfondimento dedicato ai settori in crescita: il mondo della ristorazione!

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FRANCHISING: IL BIO NON CONOSCE CRISI.

La crisi economica che ha colpito duramente l’Italia negli ultimi anni non è riuscita a fermare la crescita del biologico, tanto che l’acquisto di prodotti biologici riguarda ben 7 italiani su 10.

Sarà il desiderio di prodotti più sani o una nuova consapevolezza da parte del consumatore che desidera sostenere attraverso i propri acquisti lo stesso mondo del biologico? Non lo sappiamo, ma tra i progetti più promettenti per chi volesse investire sul proprio futuro c’è l’apertura di un negozio bio, anche grazie ad eventuali incentivi e opportunità in franchising.

Nonostante i primi prodotti biologici siano comparsi sul mercato negli anni ’80 e siano oggi sempre più numerosi sui nostri scaffali, il mercato non è assolutamente saturo: ci sono, infatti, numerose località in cui non è ancora presente un punto vendita dedicato al biologico.

Di seguito vi diamo alcuni veloci consigli per l’avvio di un negozio di prodotti biologici:franchising-bio-in-crescita

  • Individuazione della location più adatta per il proprio negozio. Un vantaggio è sicuramente dato dalla presenza del punto vendita nelle zone maggiormente visitate della città. Temete alti costi d’affitto? Calcolate che gli introiti giornalieri stimati per un negozio biologico sono pari a circa 1.500 euro (dato Assofranchising), per cui potrete coprire l’investimento iniziale in un paio di mesi.
  • Promozione del proprio punto vendita: potrebbe essere interessante organizzare incontri aperti al pubblico presso il punto vendita, in cui vengono approfondite tematiche relative al biologico, alla salute, allo stile di vita.
  • Apertura e disponibilità verso i G.A.S. (Gruppi di Acquisto Solidale) per l’acquisto di prodotti biologici a prezzi vantaggiosi, per la raccolta di merce che i gruppi desiderano acquistare o come luogo di ritrovo per la distribuzione della merce, con incontri anche a cadenza settimanale.

Naturalmente questi sono solo alcuni spunti per chi volesse avviare un’attività in proprio e in particolare nel mercato del biologico in franchising. Continuate a seguirci, nel prossimo articolo vi segnaleremo un’altra opportunità per aprire in franchising.

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DEDICATO AI FRANCHISOR: ECCO SVELATO L’IDENTIKIT DELL’ASPIRANTE FRANCHISEE!

Una recente indagine condotta online da QuickFairs ha coinvolto i visitatori del Salone del Franchising e ci svela l’identikit dell’aspirante franchisee.

Informazioni utili ai franchisor che ogni giorno cercano e selezionano nuovi affiliati: passaggi delicati che rischiano di minare l’intero futuro del progetto di franchising.
L’imprenditore sa bene chi sta cercando e utilizza un suo identikit del franchisee ideale per pubblicare gli annunci sui portali di franchising, riviste specializzate, siti di ricerca lavoro.
Eppure spesso non conosce quelle che sono le caratteristiche reali del franchisee. Ecco cosa è emerso dall’indagine:

  • Uomini: sono il sesso forte quando si parla di franchising con il 73,8% dei rispondenti contro un 26,2% di donne;identikit-aspirante-franchisee
  • 30 – 49 anni: è l’età media del franchisee che ha quindi già esperienza nel mondo del lavoro. Seguono i 50 – 59enni alla ricerca di nuove opportunità professionali. Pochi i giovani, solo il 13,7% dei 21-29enni dichiara di essere interessato ad aprire in franchising;
  • Formazione scolastica medio-alta: laurea nel 24,3% dei casi, scuola superiore per il 63,8%;
  • Voglia di cambiare: il 41,5% degli aspiranti franchisee ha un lavoro a tempo indeterminato e solo il 37,4% è già libero professionista;
  • Mettersi in proprio: è questa la molla che spinge il franchisee a lasciare il proprio lavoro per cominciare una nuova avventura (53,7% dei rispondenti). Il 21,6%, invece, cerca concrete opportunità a rischio calcolato mentre per il 12% degli intervistati, soprattutto donne, il franchising è un modo per trovare lavoro;
  • Disponibilità a investire: i franchisee italiani guardano a opportunità con un livello di investimento medio-alto (20.000 – 50.000 euro), mentre il 38,6% considera interessanti le opportunità entro i 20.000 euro;
  • Ricerca del franchisor: domina Internet (44,8%) con consultazione diretta del sito del franchisor, seguono le fiere e i contatti personali con il franchisor (53,2%) mentre il 52% visita i portali specializzati. Esiste poi un 25,1% degli intervistati che consulta blog, libri e manuali sul franchising;
  • Valutazione dei franchisor: il fattore principale che influenza l’aspirante franchisee è il livello d’investimento (56,6%), seguono i contenuti del contratto (54,1%), la dimensione della rete (51,5%). Sono importanti nella valutazione anche le impressioni personali, l’assistenza e la formazione offerti dal franchisor;

Stai pensando di aprire in franchising? Guarda le proposte dei marchi presenti sul  nostro portale e scegli quella più adatta a te!

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FRANCHISING E RISTORAZIONE: BINOMIO VINCENTE

Aprire in franchising nel settore della ristorazione si conferma anche per questo 2016 una scelta vincente.
Settore che comprende le seguenti categorie merceologiche: fast food, ristorazione a tema, pizzerie, piadinerie, caffetterie e bar, birrerie, enoteche e pub
, gelaterie e yogurterie, chioschi, pasticcerie.

Tante diverse opportunità che hanno generato nello scorso anno un fatturato pari a quasi 2 milioni di euro (+ 5,1% rispetto all’anno precedente) per un totale di quasi 3000 punti vendita in franchising e 30.000 addetti impiegati.

ristorazione-franchisingUna crescita che riguarda non solo il numero di punti vendita aperti in franchising, ma anche il numero dei franchisor che si sono affacciati sul mondo della ristorazione (+0,9% rispetto alla precedente rilevazione).

Si confermano in costante crescita soprattutto pizzerie, caffetterie e ristorazione rapida con un incremento del 1,7% per quanto riguarda i punti vendita, del 4,3% del fatturato e del 7,7% del numero di occupati, a cui si aggiunge l’ingresso di 9 nuovi franchisor.

A tutti coloro che avessero deciso di aprire, in questo 2016 appena iniziato, in franchising non possiamo che consigliare questo settore, specializzandosi magari nel Made in Italy.

Siamo sicuri, visti i numeri, che i risultati saranno positivi. Ti abbiamo convinto? Guarda le proposte divoglioAPRIREUNFRANCHISING.org e scegli quella più adatta a te!

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VUOI APRIRE UN NEGOZIO IN FRANCHISING? PUNTA SULL’ABBIGLIAMENTO!

Vuoi aprire un negozio in franchising? Scegli i negozi di abbigliamento, che rappresentano il secondo settore per fatturato generato e numero di punti vendita aperti sul territorio italianodopo la ristorazione.

Si tratta infatti di un settore che non conosce crisi e di un mercato stabile, in quanto soddisfa un bisogno essenziale: quello di vestirsi. Ma quali sono i requisiti per chi volesse aprire un negozio di abbigliamento?  E quale l’investimento medio da affrontare? Ti rispondiamo in questo articolo.

Requisiti per aprire un negozio in franchising

Il franchising permette ai neofiti di un settore, in questo caso dell’abbigliamento, di realizzare il proprio sogno e avviare un’attività in proprio. Il vantaggio del franchising è la riduzione al minimo dei rischi, in quanto il franchisor solitamente offre:

  • Studio di fattibilità
  • Business plan
  • Assistenza pre e post apertura
  • Corsi di formazione gestionali
  • Scontistica sui prodotti
  • Visibilità e promozione
  • In alcuni casi anche la merce in conto vendita, cioè paghi solo il venduto.

Le doti naturali del negoziante? Abilità comunicative per il contatto con la clientela, abilità, intuito e prudenza nella gestione degli ordini, dinamismo e passione per il settore. Oltre ad una elevata capacità di gestione dello stress.

Se invece vuoi partire da solo la prima cosa da fare quando si decide di aprire un negozio in franchising è la ricerca di nicchie, target e stili in grado di soddisfare le esigenze della clientela nella zona in cui si opera. In secondo luogo dovrete individuare, qualora il franchisor non dia indicazioni in merito, un grossista o produttore che vi rifornisca di merce adatta a soddisfare i gusti della nicchia individuata. Chiarite bene la scontistica, le modalità di approvvigionamento, ecc. Molto più complicato, vero?

Per cominciare sarà sufficiente individuare un locale dalla metratura adatta, aprire partita IVA, iscriversi all’INPS e all’INAIL e segnalare al comune l’avvio dell’attività almeno 30 giorni prima dell’apertura.

Investimento richiesto per aprire un negozio in franchising

Per aprire il vostro negozio in franchising potrebbe essere sufficiente un investimento compreso tra i 15.000 e i 20.000 euro. Queste cifre sono però destinate a salire se il locale è molto ampio (costi d’affitto. Allestimento, arredamento) o la location è molto centrale.

I costi saliranno poi se avete deciso di aprire una boutique con prodotti di marca ed esclusivi rispetto al punto vendita che commercializza prodotti low cost.

Ecco quindi che il costo medio stimato per avviare un negozio di abbigliamento si aggira intorno ai 50.000 euro,  che potrete ottenere tramite un finanziamento a fondo perduto per l’avvio di nuove attività o informandovi per ottenere incentivi alla micro-imprenditorialità offerti dalla vostra provincia di residenza.

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APRIRE IN FRANCHISING: CONVIENE DAVVERO?

In un periodo in cui il mercato del lavoro sembra fermo, molti stanno valutando l’opportunità di avviare un’attività autonoma, magari aprire in franchising.

Ma conviene davvero? E se sì si può fare senza soldi o comunque quanto costa tentare l’impresa?

Tutte domande che gli aspiranti imprenditori si pongono: ecco dunque per voi un breve riepilogo sui vantaggi e svantaggi del franchising.

Navigando in rete vi sarete resi conto che aprire in franchising richiede un investimento iniziale, talvolta anche piuttosto importante: insomma bisogna avere abbastanza denaro per tentare questa strada oppure ricorrere a un finanziamento. Non esiste quindi il tanto cercato franchising a costo zero: come puoi vedere dalle proposte presenti sul nostro sito si parte da 2000 euro per aprire un’agenzia immobiliare.

franchising-conviene-davvero

A fronte di un investimento iniziale più o meno importante ecco quindi i principali vantaggi e svantaggi del franchising.

Vantaggi

  • Rischi inferiori all’attività in proprio: certamente il rischio d’impresa non scompare, ma si riduce notevolmente trattandosi di un business già testato. In più molti franchisor offrono l’esclusiva territoriale volta a limitare la concorrenza. Ricordatevi comunque che nel mondo del business non esistono investimenti sicuri!
  • Know how del franchisor: aprire un negozio con un nome conosciuto rende tutto molto più semplice perché i clienti comprano la marca. Inoltre il franchisor mette a disposizione conoscenze, attrezzature e segreti che hanno un elevato valore, oltre al proprio marchio.
  • Possibilità di cumulare più business: in alcuni casi l’aspirante imprenditore cerca una rendita passiva e il franchising dà la possibilità di dedicare poco tempo ad un business sicuro (ad esempio quello dei distributori automatici)

Svantaggi

  • Costi di affiliazione: il franchisor ti offre il suo marchio e know how ma si fa pagare, talvolta profumatamente. Deve infatti ottenere un guadagno da conoscenze, macchinari e prodotti da lui creati precedentemente ed ora offerti agli aspiranti franchisee.
  • Spese elevate rispetto alle prospettive: nella scelta del franchisor a cui affiliarsi valutate attentamente che le spese siano commisurate ai rischi, che seppur ridotti sono sempre presenti. Valutate attentamente il settore in cui intendete aprire e le possibilità di guadagno.

Avete deciso di aprire in franchising? Selezionate l’opportunità più adatta a voi sulla base dell’investimento iniziale o del settore. Troverete sicuramente quello che cercate!

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5 CONSIGLI PER AVERE SUCCESSO IN FRANCHISING

Direttamente dall’Annuario del Franchising, pubblicazione curata da Assofranchising, ecco 5 cose da sapere assolutamente prima di aprire un franchising. L’obiettivo di questo articolo? Evitare a voi, aspiranti imprenditori, un flop iniziale.

  • Redditività dell’investimento: prima di avviare la vostra attività valutate più alternative, contattate diverse catene e, perché no, settori differenti. Solo a questo punto sarete in grado di individuare un business capace di generare utili e trovare allo stesso tempo quello che più si adatta alle vostre caratteristiche.
  • Notorietà del marchio: forse non ci crederete ma anche l’apertura con un marchio celebre può rivelarsi un flop. Il consiglio è quello di analizzare il fatturato medio dei negozi della stessa catena in rapporto al bacino d’utenza, ovvero al numero dei potenziali clienti.
  • Il settore di attività: il franchising dà la possibilità di diventare imprenditore anche ai neofiti. Il consiglio è però quello di non avviare un’attività commerciale in settori dei quali non si conosce assolutamente nulla. Ma anche si sconsiglia una scelta basata solo sulle preferenze personali perché si trascurerebbe di considerare i potenziali guadagni. Non fatevi attrarre neanche da chi ha avuto successo all’estero e sta muovendo i primi passi in Italia.
  • La scelta dell’insegna: la serietà di un franchisor si vede anche da come seleziona i propri affiliati: i gruppi più seri adottano criteri severi e valutano la reale capacità di fare business e stare sul mercato.
  • La valutazione sul campo: è sempre necessaria la massima trasparenza tra casa madre e aspirante imprenditore, che ha diritto di conoscere la situazione economica e patrimoniale del franchisor. Diffidate quindi di chi vi dà poche informazioni sul business e richiedete sempre l’elenco degli affiliati per un eventuale contatto informativo diretto.

A questo punto non ci resta che invitarvi a seguire il nostro blog , a cercare la vostra opportunità di franchising. Buon lavoro!

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VUOI APRIRE IN FRANCHISING? CONTRIBUTO DI 10.000 EURO

E’ quanto mette a disposizione la regione Lombardia: un contributo per aprire in franchising un negozio pari a un fondo complessivo di 452.000 euro. I destinatari? Coloro che vogliono aprire un’attività in franchising o ampliarla.

Ai candidati selezionati sarò offerto un contributo a fondo perduto pari a 10.000 euro a fronte di un investimento superiore o pari a 20.000 euro. Il contributo può essere utilizzato per la ristrutturazione del punto vendita e l’acquisto di beni come hardware e software.

Tutte le informazioni per la presentazione della candidatura sono disponibili sul sito Sviluppo Economico Regione Lombardia assieme alle informazioni necessarie, l’elenco delle località e i franchisor coinvolti. Ad esempio in Lombardia i territori selezionati sono quelli di Cinisello Balsamo, Lainate, Parabiago, Pioltello e Sesto San Giovanni.

Di seguito un estratto.

Destinatari: aspiranti imprenditori che intendono avviare un’attività in franchising e ad imprese già esistenti che intendono riconvertire o ampliare l’attività affiliandosi a uno dei franchisor coinvolti.

Tipologia ed entità del contributo: contributo a fondo perduto pari a 10.000 euro, per la copertura di un investimento superiore o uguale a 20.000 euro. A tale importo si sommano agevolazioni del Comune, dei proprietari immobiliari e del franchisor.

Spese ammissibili: opera inerenti la struttura, l’allestimento e le attrezzature del punto vendita;  acquisto di software o hardware e altri beni strumentali.

Candidatura:  sul portale della Regione sarà possibile scegliere fino a 10 franchisor d’interesse e inviare la propria candidatura.

La presentazione delle domande è possibile dalle ore 12 del 10 febbraio 2016 alle ore 16 del 14 aprile.

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