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Federico Crespi

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Rovere d’Oro: pubblicati i bandi di partecipazione al Concorso

Sono online (roveredoro.org) i bandi di partecipazione al XXIX Concorso Internazionale di Esecuzione Strumentale “Giovani Talenti” e “Premio Rovere d’Oro 2016″ di San Bartolomeo al Mare, organizzato dalla Associazione Rovere d’Oro con il contributo del Comune di San Bartolomeo al Mare. Rispetto alle edizioni precedenti, il Direttore artistico Christian Lavernier ha scelto di incrementare il valore di tutti i premi (al Primo premio Rovere d’Oro andrà una Borsa di studio del valore di 2.000 € e un Concerto presso il Conservatorio Nazionale di Ubeda, Spagna, nella stagione concertistica 2017) e di vincolare i programmi unicamente ad una scelta di “periodo storico”, lasciando quindi i partecipanti liberi di esprimersi artisticamente, rimanendo ovviamente in ambito di Musica classica. Le iscrizioni si chiuderanno il 5 luglio 2016. I concorrenti verranno divisi nelle seguenti Categorie: Cat. A: Pianoforte (solisti), Cat. B: Chitarra (solisti); Cat. C: Strumenti ad Arco (solisti), Cat. D: Strumenti a Fiato (solisti). I concorrenti per il Concorso Giovani Talenti verranno invece divisi in due sezioni (Sezione I: Cat. A Pianoforte, Cat. B Chitarra, Cat. C Arpa e Sezione II: Cat. A Strumenti ad arco, Cat. B Strumenti a fiato, Cat. C Musica d’insieme).

La manifestazione si svolgerà dal 29 luglio al 3 agosto.

Dal 1986 l’Associazione Rovere d’Oro, ente senza scopo di lucro, organizza il Concorso Internazionale di esecuzione strumentale “Premio Rovere d’Oro”, trampolino di lancio per giovani talenti. Nel corso degli anni il Concorso è cresciuto, raggiungendo alle ultime edizioni la soglia dei 400 iscritti, provenienti da tutto il Mondo. Tanti i giudici che hanno fatto parte delle commissioni, provenienti da molti Paesi, ulteriore prova della portata internazionale del Concorso. Il segreto del successo del Rovere d’Oro sta oltre che nella sua capacità organizzativa, in grado di creare al contempo un clima famigliare e stimolante, nei premi che vengono riconosciuti, primo fra tutti il “Rovere d’Oro” appunto, ma soprattutto i concerti che vengono assegnati al vincitore di ogni sezione e le borse di studio in denaro. Il concorso è attualmente uno delle poche – se non l’unica – competizioni internazionali rimasta in Liguria mantenendo elevati livelli di qualità e quantità di iscritti.

Maggiori informazioni: http://www.roveredoro.org/it/
Pagina FB: https://www.facebook.com/roveredoro/

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Biancheri Creations, Porte aperte sabato 17 e domenica 18 gennaio

E’ ormai alle porte (sabato 17 e domenica 18 gennaio) l’edizione 2015 di “Porte Aperte”, il tradizionale evento che mette in mostra le novità nel campo dell’ibridazione dell’Azienda agricola Biancheri Creations®, di Camporosso Mare IM, Riviera dei Fiori, Liguria.

“Porte Aperte” di Biancheri Creations® consente ai produttori di passeggiare nella “serra vetrina”, un vero e proprio “Atelier del fiore”, dove prendono forma le nuove creazioni, prodotti unici che ogni anno vengono proposti in anteprima ai produttori. Qui le migliori creazioni degli anni precedenti vengono ulteriormente sviluppate e raffinate, per rispondere alle esigenze dei mercati internazionali, in continuo e profondo rinnovamento.

Un viaggio tra ranuncoli delle linee per fiore reciso Pon-Pon® (straordinaria evoluzione del ranuncolo da clone), Success® (linea da clone che grazie ad una accurata selezione genetica assicura miglioramento di varietà per colore, qualità, durata in vaso, sanità e produttività delle piante), Elegance® (gamma variopinta di ranuncoli ottenuti mediante miglioramento genetico, con fioritura precoce, alta produttività e superiore dimensione dei fiori), o anemoni delle varietà Mistral® o Mistral Plus® (fiori di grandi dimensioni, dallo stelo lungo e dalla produzione precoce). Non mancheranno le linee da vaso di Biancheri Garden: la linea compatta di ranuncoli, Pratolino®; la linea di media altezza di ranuncoli Millepetali® perfetti per aiuola; la linea anemoni di varietà ibrida esclusiva per produzione in vaso Pandora®; la linea di anemoni doppi e stradoppi Pandora® doppio; la varietà dallo stelo robusto, fiore grande e prolungata fioritura Garden Mistral Plus®; la linea anemoni Garden Mistral® con intensità cromatica più marcata. E infine si potranno verificare i progressi di Concerto®, la nuova linea di anemoni da vaso caratterizzata da un’abbondante fioritura e da un fogliame estremamente resistente.

Ranuncoli e anemoni stanno riscuotendo moltissimo successo negli ultimi anni, soprattutto nei mercati del nord Europa, e l’offerta di Biancheri Creations ha saputo rispondere alle richieste del mercato: fiori di varietà innovative, colori nuovi e costanti, produzione spesso anticipata, quantità di prodotto sempre in aumento.

A “Porte Aperte” si parlerà anche di solidarietà: viene infatti inviato come ogni anno all’Istituto Giannina Gaslini di Genova l’assegno relativo a quanto pattuito per l’anno 2014 nell’ambito dell’accordo con cui, a Euroflora 2011, il ranuncolo Pon-Pon® venne dedicato ai bimbi dell’ospedale pediatrico. In quell’occasione, aderendo alla sollecitazione dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Liguria e di Unioncamere Liguria, Biancheri Creations, dedicando il Pon-Pon® ai bambini dell’Istituto Giannina Gaslini di Genova, legò indissolubilmente tutta la floricoltura ligure (dalla ricerca alla produzione, dal commercio ai servizi) al nome e alle attività del famoso e meritorio Ospedale Pediatrico ligure. La dedica, che non è solo virtuale ma prevede anche lo stanziamento di una somma di denaro annua, è un abbinamento di eccellenze, che trovano nella ricerca il motivo di unirsi per un miglioramento continuo.

Porte Aperte
Biancheri Creations®
Sabato 17 gennaio orario 9:30-17:00
Domenica 18 gennaio orario 9:30-17:00
Ingresso riservato agli operatori professionali.

Nota bene:
– La visita guidata per i giornalisti è in programma sabato 17 gennaio ore 10:00 e su prenotazione.

Gallerie fotografiche da scaricare:
http://www.fcea.it/it/galleria-stampa/304
http://www.fcea.it/it/galleria-stampa/302
http://www.fcea.it/it/galleria-stampa/305
http://www.fcea.it/it/galleria-stampa/300
http://www.fcea.it/it/galleria-stampa/226

Biancheri Creations® (Camporosso Mare – IM) è un’impresa agricola all’avanguardia, nata nel 1981 per sperimentare e introdurre sul mercato prodotti floricoli e florovivaistici innovativi. Specializzata nella selezione e vendita di materiale di propagazione per ranuncoli, anemoni e papaveri, investe risorse e competenze nella ricerca per ampliare e migliorare la gamma delle varietà in commercio. Dotata di strutture produttive moderne e di personale altamente qualificato, seleziona le varietà migliori fino ad ottenere prodotti con elevatissimi standard qualitativi. Leader consolidato del settore nell’area geografica del ponente ligure e del distretto floricolo di Sanremo, è l’impresa di riferimento in Europa e nel mondo per la produzione e vendita dei rizomi, o bulbi, di ranuncolo. Nel corso degli ultimi anni ha potenziato la struttura produttiva e la rete commerciale posizionandosi su tutti i principali mercati internazionali. Per informazioni al pubblico: www.bianchericreations.it – https://www.facebook.com/bianchericreations

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Comunicato stampa AITO Terapisti Occupazionali: Il terapista occupazionale come risorsa per il team riabilitativo

Roma, 19 ottobre 2013

Convegno:
Partecipazione ed inclusione come outcome della riabilitazione.
Il terapista occupazionale come risorsa per il team riabilitativo

Francavilla al Mare (Chieti), 26 ottobre 2013, Palazzo Sirena

Scarica il PDF del comunicato stampa
https://dl.dropboxusercontent.com/u/4234348/Comunicato%20AITO%20-%20Chieti%202013.pdf
Associazione Italiana dei Terapisti Occupazionali
U.P. Roma 158 c.p. 2173
Via Marsala 39
00185 ROMA
email [email protected]

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Per ulteriori informazioni stampa:
FEDERICO CRESPI & ASSOCIATI
[email protected]
+39.392.970.91.24

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Scarica il PDF del comunicato stampa
https://dl.dropboxusercontent.com/u/4234348/Comunicato%20AITO%20-%20Chieti%202013.pdf
Associazione Italiana dei Terapisti Occupazionali
U.P. Roma 158 c.p. 2173
Via Marsala 39
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“L’Albania che non ti aspetti” e le proposte coraggiose di Globotour

“L’Albania che non ti aspetti” è il titolo di una interessante proposta di viaggio in pullman offerta da Globotour Viaggi di Sanremo. Una proposta che si unisce al consueto calendario di viaggi, prevalentemente in pullman ma non solo, che la storica agenzia sanremese produce ogni anno, destinato ad un pubblico affezionato, alla ricerca di nuove méte da vedere.

Come sostiene la nota rivista turistipercaso “Albania e turismo potrebbe sembrare un binomio difficile, una realtà stridente al limite del paradosso. Invece se per una volta si oltrepassano i limiti del concetto tradizionale, e riduttivo, di turismo vacanziero e spensierato per giungere ad un legame più profondo, turismo–cultura, possiamo comprendere la scelta dell’Albania”.

Un viaggio in Albania è da consigliare agli amanti della storia, delle tradizioni: nella proposta di Globotour (1.400 € tutto compreso) non mancano le visite, ovviamente con guide locali, di Durazzo, Kruje, Apolllonia, Berat, Valona, Saranda, Gjirokaster, e dei siti più importanti di questo paese dimenticato dall’Europa, che conserva straordinarie tracce del suo passato.

Per ulteriori informazioni: Globotour Viaggi – Corso Imperatrice 96 – 18038 SANREMO (IM) – Tel. +39 0184 532466 – www.globotour.it – facebook.com/globotourviaggi

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L’orgoglio di Carpasio, il Museo che racconta una storia viva

Nota introduttiva: Ogni paese arroccato sulle montagne del ponente ligure ha una storia tutta sua da raccontare: a meno di due mesi dal 25 aprile abbiamo scelto di raccontare quella di Carpasio e del suo gioiello più raro, il Museo della Resistenza. La storia della Storia parla di un passato prossimo che sembra già leggenda; la realtà è un paese magnifico, d’inverno come d’estate.

I partigiani erano ormai accerchiati, nascosti nel bosco di Rezzo – il Bosco nero, ci si perde nel folto ancora oggi, una reliquia vivente – e nei dintorni: murati negli sgabuzzini delle case, sepolti in buche scavate nel terreno e ricoperte di foglie, nelle grotte, erano qualche centinaia allo sbando, senza collegamenti, ai primi di settembre del ’44, in attesa dei nazisti e dei bersaglieri repubblichini. Che avevano organizzato nei dettagli il rastrellamento per fare piazza pulita dei ribelli, particolarmente minacciosi perché operavano sul confine con la Francia (e poco prima avevano osato fondare una repubblica indipendente a Pigna e Castelvittorio, paesini delle valli vicine).
La brigata Garibaldi “Felice Cascione” partì con due mortai presi al nemico dall’alto del Monte Grande, mentre il distaccamento Garbagnati – 17 uomini contro 500 – aspettava al riparo del Bosco nero. Ora era il nemico a trovarsi accerchiato o, almeno tra due fuochi. Liberare quei compagni di molte battaglie, marce forzate nella neve alta, notti al gelo e fettine trasparenti di pane condiviso, non era solo un dovere o una necessità strategica. La battaglia di Monte Grande durò due giorni, a ruoli invertiti: i partigiani attaccavano e i rastrellatori si difendevano. Con accanimento, sino all’assalto finale, alla fuga, alla salvezza dei partigiani nascosti. Poche armi e molta determinazione, pochi uomini e tanto cameratismo – ché non sarebbe virile parlare d’affetto in questo contesto – un finale quasi all’arma bianca, con grandi perdite da parte del nemico.
È un episodio dei tanti avvenuti in tutta Italia, i protagonisti sono famosi soltanto qui, sui loro monti, perché Felice Cascione, il giovane dottore che compose Fischia il vento, era già stato ucciso; Italo Calvino – Santiago si chiamava da partigiano – stava difendendo Baiardo; il comandante Erven – Bruno Luppi, se ne riparlerà – di cui Calvino scrisse più volte, era ferito gravemente; ma è bello e giusto cominciare a parlare della Storia con una storia, evocare certe condizioni di vita oggi inimmaginabili.

Perché ne stiamo parlando?
Perché anche la fede nella Patria è ben rappresentata nel ponente ligure, nel cuore di quel territorio che oggi ha preso il nome felice di Alpi Mistiche della Liguria. Un territorio in cui alcune fedi sono nate, altre sono passate e hanno lasciato tracce; un territorio circondato da un’aura di spiritualità quasi palpabile nell’atmosfera, nel paesaggio, nell’incanto delle incisioni e i dipinti rupestri, dei santuari. E tuttavia accade che spiritualità e sangue si mescolino, che la fede venga imposta oppure manifestata – a seconda dei casi – con azioni violente. Che lasciano segni indelebili sui corpi, talvolta, nello spirito, sempre e nella memoria. Che si fa più labile con il passare del tempo. Un paio di generazioni e via, la memoria scompare, incalzata da un presente tirannico.
E questi sono ottimi motivi per distogliere prole – e genitori – dagli sparatutto virtuali e spingerli verso la vita vera, al Museo della Resistenza di Carpasio. Che si trova nel casone rurale dove si riuniva la Brigata Garibaldi, donato dai proprietari per conservare la memoria. L’intera vallata ha contribuito a restaurarlo, ingrandirlo e riempirlo di residuati bellici, mappe, carte, lettere, foto.
È una bella passeggiata da fare in primavera; è una bella storia da riscoprire e raccontare.

Il museo.
Si trova a Costa di Carpasio, una piccola frazione raggiungibile lasciando la Strada Provinciale che unisce Montalto Ligure a Carpasio.
Il casone è a due piani, accanto c’è ancora il castagno cavo, antico e complice che, tra le radici poteva nascondere anche sette feriti. Eh, i miracoli della natura… Per tornare a Calvino-Santiago, viene in mente la complicità degli alberi in Il barone rampante.
Il materiale esposto nella grande sala al piano terra è assai istruttivo: bene in mostra si trova la grande carta topografica con le zone operative delle varie brigate del Comando della 1a Zona Liguria. Farsi un’idea è importante, anche se una passeggiata sino al museo la dice già lunga. Poi ci sono le divise originali, l’automatica Sten, i Mauser e il terribile Mayerling – capace di sparare 2000 colpi al minuto – in dotazione all’esercito tedesco, armi leggendarie, e le lanterne che illuminavano i sentieri ai partigiani nel buio della notte. La sala è arricchita da documenti e fotografie, che offrono un quadro pressoché completo della vita e dell’ambiente ligure. Particolarmente significativa la motivazione della Medaglia d’Oro concessa alla Provincia di Imperia per l’attività partigiana.
L’esposizione nella sala superiore parte dai contenitori di armi paracadutati ai partigiani dagli alleati, cassette che contenevano armi e cartucce, rottami di un aereo tedesco caduto, pezzi di una camionetta recuperata al passo Teglia, ricetrasmittenti da campo e altro materiale ancora.
A contatto con il passato basta lasciar correre la fantasia e immaginare una guerra impossibile: a piedi o con qualche mulo, contro blindati, auto, moto, cavalli, bombardieri e mitragliatori; senza ripari e cibo, contro caserme e rancio garantito; con pochi informatori, contro molte spie. Il sistema di comunicazione è molto interessante oggi: staffette e qualche apparecchio radio.
Apertura e orari: da aprile a ottobre, sabato/domenica e giorni festivi, ore 9-18 (nei feriali su prenotazione). Ingresso gratuito. Aperto nei giorni: 25 aprile, 1 maggio, 15 agosto, 1 novembre. Per informazioni e prenotazioni visite individuali: Museo tel. 0184 409008. Per prenotazioni visite di gruppo ed eventuale accompagnamento: Segreteria dell’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea 0183 650755.
Approfondimenti sul Museo della Resistenza: http://www.isrecim.it/it/museo_carpasio.cfm

Suggestioni: il Comandante Erven.
Italo Calvino la sua Resistenza l’ha raccontata: aveva vent’anni, suo fratello Floriano diciotto, portavano rifornimenti. Il che non toglie loro un grammo di eroismo, ma appunto, i suoi racconti li ha già pubblicati. Tra cui uno sul Comandante Erven e le sue battaglie.
Bruno Luppi, classe 1916, modenese, padre antifascista, primo arresto a 19 anni, quando esce si trasferisce a Taggia e inizia – ovviamente – a frequentare la cellula comunista di Sanremo. La seconda volta sono i tedeschi a prenderlo, nel ’43, ma riesce a scappare, raggiungere Roma e combattere a Porta San Paolo. Figurarsi se qualcosa riesce a fermarlo: eccolo di nuovo in Liguria, con il nome del fratello Erven, morto anni prima in un incidente, a mettere su il CLN locale. La 9a brigata Garibaldi – poi intitolata a Felice Cascione – viene fondata nel casone di Carpasio. E non solo quella. Ma i partigiani vivevano alla macchia, non nei casoni. Nel ’44 Erven ha il tempo di partecipare all’assalto alla caserma di Badalucco, alle battaglie di Castelvittorio e a quella di Sella Carpe. Poi, proprio in quest’ultimo posto, a luglio, partecipa all’assalto a un convoglio tedesco e viene ferito molto gravemente a una gamba. Da allora la sua resistenza sarà una lunga fuga – senza tuttavia l’abbandono del ruolo di commissario politico – con un paio di compagni, in condizioni impossibili. Alla fine della guerra pesava 38 kg, racconta il figlio Paolo.
Che cosa ci piace di Erven in particolare? L’immensa statura morale che si scopre leggendo Saltapasti, un romanzo introvabile se non in qualche biblioteca o a Carpasio. A leggerlo – è l’autobiografia di Erven vista dal suo cagnetto Saltapasti, dall’inizio della clandestinità da ferito sino all’immediato dopoguerra – si capisce perché Calvino non abbia nemmeno provato a pubblicarlo. È un romanzo antiretorico – e questo ci stava – che parla di un uomo intelligente e compassionevole, che scrive poco di battaglie e pallottole, molto della vita del partigiano e della solidarietà dei contadini, ma soprattutto, in due brani significativi, della compassione per il nemico e del nemico. La prima volta, quando i tedeschi sminano un casone dopo che l’ufficiale ha sentito il vagito di una neonata e se ne vanno; la seconda, quando Erven e il prete di Castelvittorio salvano quattro soldati tedeschi dal linciaggio, perché siano portati in giudizio. Ma il peccato mortale di Erven è stato descrivere realisticamente il dopoguerra, che non si è rivelato un mondo migliore, ma un mondo non abbastanza diverso da quello precedente, con gli stessi perdenti di sempre. Compreso Saltapasti, che finirà alla catena, in montagna, a fare la guardia, mentre il suo amico trascorrerà un tempo infinito in ospedale.
«È un bene che i luoghi e le persone che hanno vissuto e combattuto in quei luoghi, e che hanno riportato la democrazia e la pace, non vengano dimenticati» dice Paolo Luppi, magistrato, figlio di Erven, che tuttavia preferisce passeggiare per i boschi che hanno protetto il padre. «Oggi i giovani potrebbero chieder loro: ma che Italia avete costruito? Rispondo che hanno costruito un’Italia in cui si può fare questa domanda. E che i valori della Resistenza sarebbero retorica se non vivessero nella realtà della Costituzione e nell’impegno di tanti ancora oggi a difenderne i valori, come l’articolo 11, il principio di uguaglianza, la difesa della scuola pubblica. E soprattutto voglio ricordare – mio padre ne parlava sempre- che questa Nazione non è stata costruita soltanto dai Partigiani: senza la gente comune, i contadini, i preti che hanno rischiato la vita, la Resistenza non avrebbe vinto».

Il sindaco di Carpasio, la Costituzione e il Museo.
La Costituzione della Repubblica Italiana è bene in vista sulla scrivania di Valerio Verda, Sindaco di Carpasio che ha rinunciato all’indennità perché ha un lavoro retribuito correttamente e non ne ha bisogno, preferisce lasciarla alla comunità. Report voleva intervistarlo per questo, ma a lui non è sembrato il caso. L’atto, pubblicizzato, avrebbe perso il valore simbolico.
Sono fatti così i figli e i nipoti di chi ha combattuto sulle montagne. Non tutti è pur vero, ma la responsabilità è di chi non ha saputo tramandare, né i valori della Resistenza, né quelli della Costituzione che troneggia su quella scrivania come un oggetto sacro o un bene rifugio per i momenti di sconforto. Probabilmente anche come ammonimento: «Da qui non si muove mai» dichiara Verda «sono un cultore della Costituzione, nata dall’esperienza e dalle menti che hanno combattuto la Resistenza».
Di recente a Carpasio è nato anche il museo della Lavanda e l’arguto Sindaco non ha esitato a approfittarne per convogliare visitatori al casone in montagna, con una formula di biglietto economico per chi faccia le due visite: «Questo museo è costato tanto impegno e tanta fatica, per mantenere la memoria della popolazione civile, non solo quella dei partigiani» racconta Valerio Verda. «Ne siamo orgogliosi, è una testimonianza concreta e tangibile di sofferenze terribili: fame, freddo, civili torturati, donne violentate… la memoria non si è persa qui in valle. Una visita al museo, grazie alla cartografia, agli oggetti, alle fotografie e ai testi, permette di ricostruire la storia della Resistenza come una storia viva».
I visitatori sono tanti, qualche migliaio in tredici anni. Sarebbe bello arrampicarsi fin lassù d’inverno, tanto per farsi un’idea ancora più precisa. Ma è chiuso perché nevica quasi sempre e l’esperienza di Erven diventa oggi quasi irripetibile.

Carpasio, il fascino e la memoria
Basterebbe la vicenda storica di Carpasio per capire la particolarità di questo luogo. Infatti l’abitato e il suo territorio non sono mai stati politicamente legati alla valle Argentina, bensì alla valle del Maro, a Levante, al di là dello spartiacque. Perché “le montagne uniscono, i fiumi dividono”. È così che qui si ritrova una Liguria occidentale senza tempo con una ruralità profonda, un tempo ciclico legato ai fatti della campagna e della pastorizia. Qui si salda un rapporto che trova nel pane d’orzo, la “Carpasina”, un simbolo di transumanza. Conservabile, ammollato in acqua, insaporito, un tempo povera risorsa e oggi ricercata specialità. Il complesso chiesa parrocchiale-oratorio di origine medievale e ricostruzione barocca emerge dal grumo di case ancora coperte da lastre di pietra. Ancora una volta a Carpasio c’è una Liguria che non vi aspettate. Approfondimenti: http://www.alpimistiche.it/percorsi/borghi/20/carpasio-fascino-e-memoria

Da non perdere a Carpasio: http://www.alpimistiche.it/punti-di-interesse/comuni/20

Ospitalità a Carpasio: http://www.alpimistiche.it/ospitalita/all/20

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Una Rosa per i bambini del Gaslini

Una Rosa per il Gaslini

“Una Rosa per il Gaslini” è un progetto di raccolta di fondi destinato all’Associazione “Gaslini onlus”, per sostenere le attività dell’Istituto Giannina Gaslini e migliorare la qualità dell’accoglienza ai bambini e alle famiglie, l’assistenza medica e la ricerca pediatrica. Nasce dall’idea dell’Azienda Agricola Gazzano GB, di Bussana di Sanremo: offrire una rosa di Sanremo, città dei fiori, la cui durata non si limiti ai consueti 7-10 giorni. Attraverso un naturale processo di liofilizzazione (non si tratta del vecchio processo di stabilizzazione che inquinava le acque reflue), la rosa viene infatti prosciugata, pur mantenendo forme e colori che aveva quando era fresca. Dopo la lavorazione, la rosa viene inserita in una scatola che ne impreziosisce il valore e il significato. In questo modo, la durata del fiore è ben superiore ai 6 mesi e può arrivare sino ad un anno. Allo stesso tempo, diventa un oggetto da regalare e anche da mostrare, magari sbadatamente dimenticato sulla scrivania.

“Una Rosa per il Gaslini” verrà proposta sul mercato italiano a partire dal 15 febbraio, attraverso diversi canali distributivi:
1. tramite una rete di vendita porta a porta, operante su tutto il territorio nazionale, con personale autorizzato e qualificato;
2. tramite eventi locali e nazionali, da organizzare in collaborazione con reti solidali o club service;
3. Grande distribuzione organizzata;
4. Volontari di Gaslini Onlus
5. Negozio all’Ospedale Gaslini.

Istituto Giannina Gaslini

L’Istituto Giannina Gaslini è un importante ospedale pediatrico situato a Genova Quarto, a pochi metri dal mare, fondato da Gerolamo Gaslini, conte di san Gerolamo, su progetto dell’architetto Angelo Crippa. Gerolamo Gaslini e la moglie Lorenza finanziarono quest’opera in memoria della loro figlia Giannina, morta nel 1917, per una peritonite non diagnosticata in tempo, e ne fecero una struttura specifica per la cura, la difesa e l’assistenza dell’infanzia e della fanciullezza. La struttura, inaugurata il 15 maggio 1938 dopo sei anni di lavori di costruzione, consta oggi di ventidue padiglioni di cui molti dedicati alla ricerca per la cura delle malattie pediatriche. È considerato uno dei maggiori istituti pediatrici d’Europa, conosciuto non solo in Italia, ma anche a livello mondiale. L’istituto è dotato di un laboratorio di analisi tra i più avanzati e avveniristici dell’area mediterranea.

Gaslini Onlus

L’associazione Gaslini Onlus sostiene le attività dell’Istituto Giannina Gaslini e contribuisce a migliorare la qualità dell’accoglienza ai bambini e alle famiglie, l’assistenza media e la ricerca pediatrica.

Azienda Agricola Gazzano GB

Da generazioni lavora nel mondo della floricoltura, a Bussana di Sanremo. Nel tempo, le tipologie di coltivazione sono cambiate. Fino a 12-15 anni fa era prevalente la coltivazione tradizionale di garofani e di rose, che venivano vendute a stelo sul Mercato di Sanremo. Oggi è preminente la coltivazione di fiori in vaso, rose, ranuncoli e altri, che vengono consegnate direttamente a garden e vivaisti in tutto il nord Italia e in parte della Francia meridionale. Azienda a gestione famigliare, il numero degli addetti varia a seconda delle stagioni. Negli ultimi anni, l’Azienda Agricola Gazzano GB ha sperimentato con successo la liofilizzazione del fiore, una tecnica che consente di mantenerne intatte per un periodo superiore ai 6 mesi le caratteristiche principali: attraverso una procedura totalmente naturale (non si tratta del vecchio processo di stabilizzazione che inquinava le acque reflue) il fiore viene prosciugato, pur mantenendo forme e colori che aveva quando era fresco. Dopo la lavorazione il fiore viene inserito in una scatola che ne impreziosisce il valore e il significato. Il fiore con cui l’Azienda Agricola Gazzano GB ha iniziato l’attività di liofilizzazione è stata la Rosa Mystica, poi denominata Rosa Mystica Perennis, il prestigioso dono che la floricoltura sanremese ha dedicato alla Madonna, sotto il patrocinio della Fondazione per i Beni e le Attività Artistiche della Chiesa. Con Rosa di Amante, l’Azienda Agricola Gazzano GB ha presentato al grande pubblico una nuova proposta per la ricorrenza di San Valentino e per tutti i momenti dell’anno in cui si vuol regalare una rosa rossa.

Per maggiori informazioni: www.unarosaperilgaslini.it

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