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Dai primi incarichi professionali al ruolo di Amministratore Delegato: la carriera di Alessandro Bernini

Dall’esordio come Revisore contabile nel 1979, Alessandro Bernini intraprende una carriera di rilievo che lo porta, nel 2022, alla nomina come Amministratore Delegato del Gruppo MAIRE.

 Alessandro Bernini, AD del Gruppo MAIRE

L’esordio professionale di Alessandro Bernini

Amministratore Delegato di MAIRE, multinazionale leader nella trasformazione delle risorse naturali e nell’Engineering, Alessandro Bernini esordisce professionalmente nel 1979 in qualità di Revisore contabile. Successivamente, entra a far parte di Ernst & Young, collaborando con importanti gruppi nazionali e internazionali come Saipem e Pirelli, occupandosi di aspetti tecnici legati alla revisione della contabilità. Durante questo periodo, sostiene il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e dei Ragionieri contribuendo alla stesura dei Principi Contabili Nazionali. È il 1994 quando diventa Partner di Big Four e assume il ruolo di Responsabile degli uffici di Brescia. Si occupa contemporaneamente di alcuni importanti lavori forensic per la sede centrale. Due anni più tardi, Alessandro Bernini passa al Gruppo Saipem (Eni) come Chief Financial Officer, assumendo, a partire dal 2002, il ruolo di Responsabile della Segreteria Societaria e Corporate Governance. In questo periodo, gioca un ruolo fondamentale nell’acquisizione di Bouygues Offshore e del gruppo Snamprogetti.

Alessandro Bernini: l’ingresso in MAIRE

Successivamente, Alessandro Bernini entra in Eni in qualità di Chief Financial OfficerNel 2013, entra in MAIRE (all’epoca Maire Tecnimont), dove ricopre vari ruoli di responsabilità, come Group Chief Financial Officer e Consigliere in diverse società del Gruppo, fino a diventare Amministratore Delegato nel maggio 2022. Negli anni 1998-2000 e nel 2008, Alessandro Bernini è Visiting Professor al Master in Contabilità presso l’Università di Pavia.

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Maire Tecnimont: per il Gruppo guidato da Alessandro Bernini crescono ricavi, MOL e utile netto

Il Gruppo guidato da Alessandro Bernini ha reso noti i risultati economici e finanziari fatti registrare durante i primi tre mesi del 2022. Confermato l’impegno a supporto della transizione energetica.

Alessandro Bernini

Alessandro Bernini: Maire Tecnimont, il 2022 inizia nel segno della ripresa

Nonostante le incertezze dei mercati e il contesto geopolitico sfavorevole, Maire Tecnimont apre il 2022 con numeri più che soddisfacenti. Il Gruppo leader nella trasformazione delle risorse naturali, guidato da Alessandro Bernini, ha comunicato i risultati economici e finanziari relativi al 1° trimestre 2022. Da segnalare una crescita importante dei ricavi, che passano dai 625,71 milioni del 2021 ai 728,43 di oggi (+16,4%). In forte aumento anche il Margine di Business (64,9 milioni, +7,6%) e il Margine Operativo Lordo (EBITDA), che sale a 43,7 milioni di euro (+15,5%) con una marginalità del 6,0%. In lieve risalita anche l’utile netto, a quota 18,4 milioni (+1,5%). Migliorata anche la Posizione Finanziaria, che al 31 marzo mostra disponibilità nette per €22 milioni. Confermato l’impegno in tema di transizione energetica. Oltre ad aver firmato un contratto da USD 230 milioni con un importante produttore internazionale di prodotti chimici per la realizzazione di un impianto di ammoniaca blu negli Stati Uniti, nel primo trimestre Maire Tecnimont ha portato a termine diverse acquisizioni nella energy transition, che insieme alla gas monetization oggi compongono quasi l’80% del Portafoglio Ordini (€9.281,8 milioni).

Alessandro Bernini: per Maire Tecnimont nuovi traguardi anche in materia ESG

Pochi giorni dopo la comunicazione dei numeri del primo trimestre, il Gruppo guidato da Alessandro Bernini si è reso protagonista di un nuovo traguardo. La società quotata su Euronext ha infatti annunciato di aver ottenuto il rating "AA" da Morgan Stanley Capital International (MSCI) Research e il rating "Gold" da Ecovadis. Si tratta di due delle agenzie di rating ESG più importanti al mondo, impegnate nel valutare le performance ambientali, sociali e di governance delle aziende a livello internazionale. Soddisfatto l’Amministratore Delegato: "Abbiamo pienamente integrato i criteri Esg nella nostra strategia industriale – ha dichiarato Alessandro BerniniVogliamo condividere con i nostri fornitori il nostro impegno ad essere abilitatori della transizione energetica globale". Il progetto della MeT Zero Task Force, destinata alla riduzione delle emissioni di CO2, nasce proprio con questo intento: "Un esempio di innovazione guidata dalle nostre persone, il pilastro principale del nostro modello di business", ha commentato il manager.

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Alessandro Bernini: nuovo contratto in India per Maire Tecnimont, il punto dell’AD

Maire Tecnimont vince un contratto EPC per un impianto di idrogeno verde in India: la soddisfazione dell’AD Alessandro Bernini.

Alessandro Bernini

Alessandro Bernini: Maire Tecnimont, nuovo contratto in India per un impianto a idrogeno verde

L’Amministratore Delegato Alessandro Bernini lo ha definito "un importante traguardo nel percorso del Paese verso un’industria e un’economia basate sull’idrogeno e sulla neutralità carbonica": Maire Tecnimont ha annunciato nei giorni scorsi che la sua controllata indiana Tecnimont Private Limited (TCMPL), in collaborazione con NextChem, si è aggiudicata un contratto EPC da Gas Authority of India Limited (GAIL) per un impianto di 4,3 tonnellate al giorno di idrogeno verde attraverso un’unità di elettrolisi da 10 megawatt PEM, a Vijaipur (Madhya Pradesh), nell’India centrale. Lo scopo del progetto riguarda l’ingegneria, il procurement, la costruzione fino al commissioning, lo start-up dell’impianto e il performance test: il completamento è atteso a 18 mesi dalla lettera di accettazione. Nel sottolinearne il valore, l’AD di Maire Tecnimont Alessandro Bernini ha ricordato come il progetto si allinei alla National Hydrogen Mission dell’India, un importante traguardo nel percorso del Paese verso un’industria e un’economia basate sull’idrogeno e sulla neutralità carbonica.

Alessandro Bernini: orgogliosi di contribuire agli obiettivi di decarbonizzazione 2030 dell’India

Per l’AD di Maire Tecnimont Alessandro Bernini si tratta di un’ulteriore "conferma della crescita costante del green business di Maire Tecnimont". Parlando più dettagliatamente del progetto che impegnerà il Gruppo in India, l’AD ha spiegato come "unire l’idrogeno verde alla rete del gas o utilizzarlo come feedstock sostenibile per decarbonizzare il settore dei fertilizzanti e altri processi industriali hard-to-abate" sia essenziale nell’ottica di garantire l’accelerazione e la crescita dell’economia a idrogeno verde. "Grazie alla nostra storica presenza in India, siamo orgogliosi di contribuire agli obiettivi di decarbonizzazione 2030 del Paese", ha ribadito infine Alessandro Bernini.

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Sul “Corriere della Sera” l’intervista a Fabrizio Di Amato: “Transizione un’opportunità da non perdere”

Partire dalle competenze ingegneristiche italiane e produrre gas dagli scarti urbani e industriali: la strategia di Fabrizio Di Amato, Presidente di Maire Tecnimont, per la transizione energetica in Italia.

Fabrizio Di Amato

Fabrizio Di Amato: “Valorizzare il passato dell’industria italiana per dare luce al futuro energetico del Paese”

Con i mutamenti nello scenario energetico causati dagli effetti delle sanzioni internazionali verso la Russia, l’Italia si trova improvvisamente costretta a fare i conti con il problema, atavico, della dipendenza energetica. Una situazione critica che tuttavia per il Paese può rivelarsi un’opportunità. A spiegarlo è Fabrizio Di Amato, fondatore e Presidente del Gruppo Maire Tecnimont, in una recente intervista pubblicata sul “Corriere della Sera”. “Si stanno aprendo nuove rotte per gli approvvigionamenti energetici – ha dichiarato l’imprenditore – e c’è in gioco la transizione ecologica. È un’occasione da non sprecare per ridare le carte al sistema industriale e pensare a nuovi modelli. Si tratta di guardare al futuro valorizzando il passato dell’industria energetica italiana”. Per il Presidente di Maire Tecnimont è necessario partire dalle “straordinarie competenze ingegneristiche” che l’Italia ha sviluppato nel corso dei secoli e sfruttarle per cercare nuove soluzioni tecnologiche a supporto del cambio di paradigma. Una delle strade da percorrere l’ottimizzazione del riciclo degli scarti urbani e industriali, utilizzando quelli non riciclabili per produrre gas sintetico, etanolo, metanolo e idrogeno a basse emissioni di CO2: “Abbiamo radici antiche e ora vogliamo proiettarle nel futuro per costruire impianti del terzo millennio con il “nuovo” petrolio che viene dalla valorizzazione dei rifiuti”, spiega Fabrizio D’Amato.

Fabrizio Di Amato: “Transizione ecologica? La vorrei in Costituzione”

Nel dettaglio, la proposta dell’imprenditore è ripartire dai siti industriali oggi in dismissione, come ad esempio quelli di raffinazione, e sfruttare le loro caratteristiche per trasformarli in impianti di riciclo di materiale plastico: “L’idea è fare prodotti uguali a quelli che vengono realizzati con gli idrocarburi – sottolinea Fabrizio Di AmatoÈ un processo di upcycling che può sostituire il prodotto vergine. Non si usa solo per fare panchine o bidoni per la raccolta ma anche per costruire pezzi di automobili”. Grazie alle tecnologie sviluppate da Maire Tecnimont e oggi confluite anche in NextChem, società dedicata alla transizione, è possibile utilizzare i vecchi impianti per recuperare carbonio e idrogeno dalle tonnellate di rifiuti raccolti invece di mandarle in discarica o smaltirle pagando a caro prezzo i partner europei: “Riciclandoli in gas sostitutivo del metano si potrebbe ridurre del 10% il fabbisogno di gas per il settore termoelettrico. Con la nostra tecnologia si può risparmiare fino al 90% delle emissioni di CO2. Il concetto è quello del distretto circolare verde dove i rifiuti diventano idrogeno, metanolo, fertilizzanti”. L’augurio di Fabrizio di Amato è che in Italia venga disegnata al più presto una politica industriale dell’energia che tenga conto della transizione ecologica: “Io la inserirei come legge costituzionale, così nessuno la potrà più smontare. Adesso – conclude – stiamo pagando le non scelte del passato”.

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