Il romanzo Le peripezie di Popolino si pone al lettore in maniera eccentrica e originale. Ironico, satirico, rocambolesco. In alcuni racconti ci sono persone che “cinquettano” o che ululano invece di parlare. Ci sono frasi che sembra non abbiano senso, parole con significato opposto ma messe vicine ugualmente. Il personaggio di Popolino è irriverente, senza peli sulla lingua, confonde e annienta il raziocinio di ogni umano intelletto lasciando l’interlocutore senza parole. Si muove sulla scena inconsapevole e ignaro di quello che lo aspetta, riflette, fa e disfa il suo pensiero contorto ed enigmatico. Ma alla ne di tutto è lì che saluta i suoi spettatori invitandoli a sorridere: “Salve sono Popolino so’ gagliardo e so’ carino mi fate un bel sorriso… cosa hai capito usuale; poi dite che il popolino è scurrile”.
Mario Longobardi è nato ad Angri (SA) il 27 febbraio del 1973. Comico e cabarettista, autore di saggi, racconti, sketch, testi teatrali, si è laureato in Lettere Moderne all’Università degli Studi di Salerno. Docente di Lettere nella provincia di Gorizia. Fin dall’infanzia, da autodidatta, ha studiato con immensa passione e fascino la drammaturgia dall’antichità ad oggi. Ha costituito con il suo amico Aurelio Ungaro il “Gruppo Teatrale?” e insieme hanno scritto, interpretato e diretto commedie teatrali. A Salerno ha partecipato a un intenso laboratorio teatrale sulla drammaturgia del Novecento e il linguaggio del corpo. Si è recato a Milano per un lungo soggiorno di studio per approfondire le dinamiche sociali e il rapporto tra l’individuo e la collettività dall’età arcaica ai nostri giorni. Quattro anni fa si è trasferito a Trieste per partecipare a uno stage teatrale sul tema di studio: Zio Vanja di Anton Cechov. Successivamente, nella stessa città, ha preso parte a un corso per attori: “Interpretazione e psicologia dei personaggi”.
Le peripezie di popolino
Mario Longobardi
euro 10.00
pp. 61
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