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Tutto quello che c’è da sapere sullo smaltimento dei veicoli fuori uso

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  • 18 Luglio 2016

 

Tra le varie pratiche di smaltimento rifiuti una delle più complicate può essere definita quelli dei veicoli vecchi e ormai fuori uso, che presenta un modo particolare di smaltimento e numerose pratiche burocratiche da affrontare, in primis la corretta e accurata compilazione del registro di carico e scarico dei rifiuti, che è fondamentale per ottenere un efficiente smaltimento.

Data la grande quantità di rifiuti di questo tipo, a  partire dal 2015 si è resa obbligatoria la Direttiva europea 2000/53/EC, che era già stata proposta alla Commissione Europea nel 1997, conosciuta anche con la sigla ELV.

La Direttiva ELV si rivolge alle case automobilistiche, ai demolitori e alle Istituzioni nazionali a cui viene chiesto attraverso due step di recuperare l’ 85% di veicoli dismessi e procedere al riciclaggio di almeno l’80% di questi  e in seconda battuta di cercare di portare i dati almeno al 95%.

Tutti gli Stati membri dell’Unione Europea hanno sposato questa direttiva e i suoi parametri ambientali, che chiedevano alle case automobilistiche di produrre veicoli con parti facili da montare e da smaltire  cercando di ridurre il più possibile l’utilizzo di quei materiali contenenti sostanze pericolose.

Tutti gli Stati firmatari della Direttiva hanno dovuto creare degli appositi spazi per la raccolta e il trattamento dei rifiuti dando vita ai centri di recupero e demolizione, certificati attraverso un processo da documentare ogni tre anni con relazione  alla Commissione.

Raccolta trattamento e smaltimento in Italia

In Italia la Direttiva viene indicata a partire dal 2003 grazie al Decreto Legislativo 209, che viene poi modificato nel 2006 allo scopo di creare una specifica filiera che si occupi nello specifico di raccolta recupero e riciclaggio dei veicoli fuori uso.

In Italia si è quindi proceduto a disciplinare le misure per ridurre la produzione dei rifiuti derivanti dai veicoli fuori uso con una particolare attenzione a quelli parti che presentavano delle sostanze pericolose per l’ambiente e per le persone.

Le principali attività svolte dallo Stato Italiano sono state quelle sul rimpiego delle parti funzionati, il recupero energetico, ma anche un programma volto alle case automobilstiche per cambiare la progettazione e la produzione dei veicoli, al fine di avere auto vecchie che possono essere smaltite più facilmente.

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