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Il programma degli happy hour di Varese Comunica: aperitivi in compagnia di esperti di comunicazione, multimedialità e tecnologia

Il programma degli happy hour organizzati in diversi locali del centro di Varese, durante l’evento di Varese Comunica (1 e 2 ottobre 2010), sarà il seguente:
– “Bologna“, via Veratti – Architetto Cunocchiella, Liceo Artistico di Busto Arsizio – “Bambocci? No! Multimedialità e comunicazione over 18″
– “Socrate“, p.za Montegrappa – Nicoletta Romano, direttrice di “Living” – “La comunicazione che non comunica”
– “Tenente Melograno“, p.za Montegrappa – Silvia Giovannini, scrittrice e giornalista – “Amiche di blog: pensieri sconnessi al femminile”
– “Oca Ubriaca“, via Cattaneo 2 – Paolo Prato, tecnico del suono al SAE Institute di Milano, Studio 66 – “Musica Live: risposta di un ambiente, cosa fare per ottimizzare una stanza”
Carducci “Luna”, p.za Giosuè Carducci 6 – William Kerdudo Facchinetti, scrittore, fotografo, cantante, speaker radiofonico – “Rete comunicazione tra editoria, turismo ed internet: la nuova frontiera della promozione?”
– “Orchidea“, via Albuzzi 19 – Antonio Franzi, giornalista professionista – “A cavallo del confine: media e comunicazione nell’area insubrica”
– “Biffi“, p.za Podestà – Paoletta, DJ
– “Le priveé“, via Cavallotti 2 – DJ Max, Casa del Disco
– “pasticceria Pirola“, corso Matteotti – Patrizia Emilitri – “Il racconto: un modo di comunicare veloce ma pieno di emozioni. Il racconto come strumento di condivisione per entrare nella realtà o nella fantasia.”
– “pasticceria Zamberletti“, corso Matteotti – Paolo Franchini – “Scrivere e leggere: è davvero utile e indispensabile tutta la tecnologia che abbiamo a disposizione?”
– “Maison jou jou“, via Cavallotti 6 – Cristiano Stucchi – “i nuovi sistemi di comunicazione digitale”
– “Gogo Fruit Cafè“, p.za XX Settembre – Alma Pizzi, scrittrice e giornalista professionista, direttrice di RMF online

ORARIO: 18 e 30 – 19 e 30.

Si tratta di un calendario in progress, per tanto si consiglia di tenersi costantemente informati, seguendo gli aggiornamenti sul sito di Varese Comunica, al seguente link: http://www.varesecomunica.eu/index.php?method=section&id=11

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“Varese Comunica”, per due giorni, al centro dell’interesse nazionale: la tecnologia da tre differenti punti di vista

Molti i temi affrontati in questa due giorni della Comunicazione e Innovazione: Fabio Merlini, Tullio Pirovano e Massimo Giordani analizzano minus e plus per un corretto approccio alla tecnologia. Appuntamento a Varese l’1 e il 2 ottobre 2010

La tecnologia è utile? E’ neutrale? Come bisogna utilizzarla? In che rapporti è con la comunicazione? Sono alcune delle domande a cui si tenterà di dare una risposta durante “Varese Comunica”, l’evento innovativo che si svolgerà l’1 e il 2 ottobre a Varese in numerose locations della città. L’evento vuole infatti coinvolgere da una parte tutto il capoluogo lombardo, attraverso conventions, conferenze, laboratori ed happy hours in luoghi nevralgici di Varese, dall’altra approfondire la tematica del rapporto tra comunicazione e nuove tecnologie attraverso una commistione di saperi. L’obiettivo di “Varese Comunica” è quello di condividere la conoscenza e sviluppare l’innovazione.

Fabio Merlini, Direttore regionale della sede della Svizzera Italiana dell’Istituto Universitario Federale per la Formazione e docente di  Etica all’Università dell’Insubria; Tullio Pirovano, Direttore Generale di TXT Polymedia e membro del CDA della capogruppo TXT e-solutions e Massimo Giordani, CEO della digital agency Time & Mind e docente presso l’Università di Torino, hanno dato la propria interpretazione sulla vera essenza della tecnologia.

“Vivo il rapporto con la tecnologia” afferma Fabio Merlini “con la piena consapevolezza che la tecnica ha da sempre co-determinato l’essere dell’uomo. Come è stato detto molto bene, la tecnologia non è né buona, né cattiva, ma neppure neutrale. Ciò che mi interessa, soprattutto come filosofo, è proprio il significato che occorre assegnare a questa ‘non neutralità’. Nel nostro incessante relazionarci con la tecnica modifichiamo, innoviamo, incrementiamo e dimentichiamo abilità e facoltà: si tratta di un vero rapporto trasformativo che, oltre ad agire sulla nostra relazione con il mondo e con gli altri, agisce anche su noi stessi. Naturalmente anche la proliferazione delle tecnologie non avviene in uno spazio neutro, ma risponde sempre ad interessi e pressioni che occorre conoscere per capire perché ci ritroviamo con questo tipo di tecnologie  e non con un altro”.

Massimo Giordani si dichiara invece assolutamente fan della tecnologia: “la convergenza digitale non riguarda più soltanto la tecnologia ma soprattutto la cultura. Una società incapace di integrare nei suoi processi cognitivi la profonda integrazione fra atomi e bit non può cogliere le incredibili implicazioni di questo momento storico, l’alba di un’era che vedrà mutare profondamente ogni aspetto della vita su questo pianeta”. E conclude: “Oggi è importante assimilare le buone idee degli utenti, incanalare la comunicazione online e presidiare la long tail. Ci si deve adeguare ai mutamenti comportamentali delle persone e, siccome la tecnologia non è democratica, si sta allargando il digital divide che è divenuto una questione culturale che separa chi coglie le opportunità del mondo digitale e chi no”.

“La tecnologia è al servizio / supporto della comunicazione” dichiara invece Tullio Pirovano, “ne rappresenta il mezzo e non deve mai essere il fine. Esiste obbligatoriamente un rapporto di reciprocità tra tecnologia e comunicazione che parte però dalla necessità di comunicare. La tecnologia deve abilitare la comunicazione in modo semplice al punto da includere il più possibile e non escludere. La tecnologia è un elemento che amplifica la comunicazione rendendola più coinvolgente (attraverso i video, la grafica, l’animazione), più rapida, più continua (anytime, anywhere), multirelazionale (con i social networks), più destrutturata (iperlink) e più globale. La tecnologia e i suoi canali  costituiscono una grande opportunità ma presentano anche dei rischi connessi”.

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