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Champions League e la delusione della Juventus

L’amaro in bocca è tanto. Ha tanto da recriminare la Juventus per la rocambolesca eliminazione dagli ottavi della Champions League sul campo e per mano del Bayern Monaco. I bianconeri infatti hanno ceduto al secondo tempo supplementare con il risultato finale di quattro a due, dopo che fino al ’90 avevano la qualificazione in tasca. La Allegri band infatti parte subito forte passando in vantaggio con Pogba, giocatore che ha dimostrato ancora una volta di essere di un’altra categoria, e raddoppiando poi con Cuadrado al termine di un magistrale contropiede condotto da Alvaro Morata.  Il Bayern sembrava tutt’altro che lo squadrone ammirato per un’ora all’andato dello Stadium, sbadato dietro con un Benatia irriconoscibile e rallentato in mezzo da Xabi Alonso. Non è un caso che i bavaresi si svegliano quando entra l’ex juventino Coman proprio per lo spagnolo, con Lewandoski prima e Muller proprio sul filo di lana che fissano alla fine dei tempi regolamentari il punteggio sul 2-2 come all’andata. Nei supplementari poi ecco i guizzi di Thiago, altro subentrato, e proprio di Coman per la festa del Bayern.

 

La differenza nei cambi
Brucia per la Juventus uscire così. Il rammarico è tanto e le recriminazioni non mancano. A partire dalle scelte arbitrali, che hanno penalizzato i bianconeri sia all’andata che in trasferta. Clamoroso è stato lo svarione del guardialinee nel match dell’Allianz Arena quando ha annullato un gol a Morata che era in posizione regolare di circa un metro. Un abbaglio veramente inammissibile a certi livelli. Poi c’è l’aver visto sfumare proprio all’ultimo la grande impresa, con il Bayern che ha accelerato solo negli ultimi minuti con l’ingresso di Coman. Proprio i cambi sono stati decisivi : hanno pesato molto gli infortuni in casa Juve con Sturaro che a centrocampo non è riuscito a dare il contributo sperato e lo stesso dicasi per Mandzukic, Dybala avrebbe fatto molto comodo. Coman invece ha cambiato la partita, è un giocatore veramente diverso rispetto a quello timido visto in bianconero. Alla Juve comunque ora non rimane che mettersi tutto alle spalle e pensare a campionato e Coppa. Il Napoli non molla e ora tutte le energie saranno concentrate sulla Serie A, magari ripetendo l’accoppiata con la Coppa Italia con i tifosi juventini che sperano di ripetere le feste in bus Roma con trofeo a seguito. Naturalmente tutto questo Milan di Mihajlovic permettendo con il tecnico serbo che si giocherà gran parte della sua riconferma proprio nella finale dell’Olimpico.

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Carlo Pignatelli veste il calcio: da Del Piero a Cannavaro, passando per la Juve, lezioni di stile

Il mondo del calcio indossa da molti anni gli abiti di Carlo Pignatelli: da Del Piero a Cannavaro, da Ravanelli a Zambrotta, Le Grottaglie e Pessotto, e andando un po’ più indietro nel tempo, si arriva ad Antonio Cabrini. Questo sodalizio  è cominciato circa 15 anni fa, quando lo stilista, brindisino di nascita ma torinese d’adozione, disegna con il suo inconfondibile stile le divise per la Juventus.

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Rivalità tra le tifoserie: l’anti-juventinità ha dieci sfaccettature diverse

Italia terra di calcio, di sfottò e di rivalità, di astio tra tifoserie che spesso e volentieri diventa vero e proprio odio, finendo col perdere tutti quei sani valori che lo sport (in primis) e l’aggregazione (in secundis) dovrebbero insegnare.

E’ ormai difficile incontrare qualche tifoso che si approcci al calcio in maniera totalmente sportiva, rimanendo nei canoni della sana rivalità sportiva, ed è proprio per questo che Calciomercato Juventus ha voluto stilare una simpaticissima classifica dei dieci tipi di anti-juventino medio più facili da incontrare negli stadi, ai tavoli di un bar, tra i sediolini di un autobus.

Nessuna offesa, solo semplice ironia nei confronti di personaggi simpatici e pittoreschi come “L’investigatore”, sempre pronto a puntare il dito contro la “Vecchia Signora” anche in situazioni poco attinenti, “La Donna Cannone”, “Il Castoro” e tanti altri ancora.

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Vignale: Continassa fuori legge. Il Comune sta commettendo gli stessi errori del Palazzo del Lavoro

La variante parziale n. 277 predisposta dal Comune per la realizzazione del Progetto Juve alla Continassa va in violazione con la normativa regionale, che per progetti che coinvolgono più comuni richiede invece lo strumento della variante parziale.

Nel 2010 il Tar ha bloccato il progetto di riconversione del Palazzo del Lavoro in un centro commerciale perché “la variante avrebbe dovuto essere approvata come variante strutturale” e non parziale come invece era stato fatto.

Nel 2012 il Comune di Torino, con il progetto Juve, dimostra di perdere il pelo ma non il vizio, riproponendo una variante parziale, quando per legge dovrebbe essere obbligato a presentarne una strutturale.

Andando con ordine. La variazione d’uso delle aree urbane è regolata da legge regionale, la LR 56/77, secondo la quale due possono essere le varianti proposte ad un PRG: parziale o strutturale, le prime richiedono un iter di approvazione più snello che coinvolge la Provincia , le seconde uno decisamente più complesso che prevede anche il parere della Regione.

Secondo l’articolo 17 comma 7 della LR 56/77: “Sono varianti parziali al Piano Regolatore Generale, (..) quelle che individuano previsioni tecniche e normative con rilevanza esclusivamente limitata al territorio comunale”. Inoltre secondo l’articolo 17, comma 4, della stesse legge sono varianti strutturali al Piano Regolatore Generale, quelle che producono “modifiche all’impianto strutturale del Piano Regolatore Generale vigente ed alla funzionalita’ delle infrastrutture urbane di rilevanza sovracomunale”.

In altre parole: poiché il Progetto Juve è realizzato su un’area  della Continassa, che attraversa oltre il Comune di Torino anche quello di Venaria, la Città deve proporre una variante strutturale e non parziale come quella invece predisposta.

Se viene il dubbio il Comune di Torino utilizzi lo strumento della Variante parziale con eccessiva leggerezza, ci chiediamo come sia possibile che nonostante una sentenza del Tar di appena due anni l’amministrazione comunale continui a voler escludere la Regione da competenze che per legge le sono proprie.

Tuttavia non  vorremmo che più che una leggerezza si trattasse di uno stratagemma. Per questo motivo vigileremo affinché il Comune non violi la legge regionale utilizzando lo strumento della variante parziale al PRG esclusivamente per ridurre i tempi di approvazione del progetto.

È infatti evidente che il rispetto della legge prescinda dalla grandezza della singola amministrazione o dalla forza imprenditoriale del singolo. Se così fosse sarebbe evidente che a Torino esiste un codice normativo a doppia lettura rigido con le piccole amministrazioni e decisamente ‘sbrigativo’ con il Comune capoluogo.

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