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Anoressia e bulimia: il CDCA di Bergamo rafforza la sua presenza nelle scuole

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  • 21 Dicembre 2018

Dopo l’interesse riscontrato dall’App SC(HI)ACCIA, con oltre 4.500 download registrati, il Centro per la diagnosi e la cura dei disturbi del comportamento alimentare di Bergamo mette a disposizione delle scuole uno sportello con due psicoterapeute. Ora con il contributo di Fondazione Cariplo le famiglie svantaggiate potranno beneficiare di un supporto per accedere ai percorsi ambulatoriali per il trattamento delle DCA non convenzionati con il SSN. Così anoressia e bulimia fanno meno paura.

 

Uno sportello dedicato a docenti e dirigenti scolastici degli istituti superiori per aiutarli a gestire casi di disturbi del comportamento alimentare in classe e fuori. È questo il nuovo progetto del Centro per la diagnosi e la cura dei disturbi del comportamento alimentare (CDCA) della Casa di Cura Palazzolo di Bergamo che dopo aver lanciato l’App Sc(Hi)acciaDCA, l’applicazione pensata per sensibilizzare e prevenire i disturbi alimentari, fa ora un ulteriore passo avanti.

Le persone che soffrono di disturbi alimentari sono sempre più numerose e nella maggior parte dei casi sono giovani. I disturbi, infatti, tendono a comparire in età adolescenziale ed è per questo che un intervento tempestivo e proattivo da parte dei docenti può essere fondamentale. Solo una piccola parte di chi soffre di DCA, infatti, si rivolge a un centro di cura specializzato o a una struttura ospedaliera. Per questo il CDCA ha deciso di mettere a disposizione degli educatori degli istituti scolastici superiori, direttamente presso il Centro, uno sportello in cui potranno confrontarsi gratuitamente con due psicoterapeute per capire come meglio intervenire in classe e fuori per supportare studenti potenzialmente a rischio DCA. L’intervento potrà essere concordato con il CDCA telefonando allo 035389206 e sarà disponibile fino a fine maggio 2019 nei giorni di lunedì e di venerdì mattina.

Dal lancio dell’applicazione, nel novembre 2015 al novembre 2018, sono state prese in carico 490 persone alle quali il CDCA ha proposto un percorso con i professionisti (psicoterapeuti e dietiste) in ambulatorio. In particolare, a 106 persone (il 22% dei pazienti) è stato proposto il percorso riabilitativo intensivo in ricovero. Nello stesso tempo il CDCA supporta le famiglie attraverso percorsi di gruppo e terapie famigliari.

Ma non è tutto: dato che il CDCA si occupa in prevalenza di percorsi ambulatoriali che non risultano convenzionati dal SSN (il 78% di tutti i pazienti), ha previsto, grazie al contributo della Fondazione Cariplo, un supporto nei confronti delle persone economicamente svantaggiate, le cui famiglie non riescono a sostenere pienamente il percorso di cura. Il tutto, dando la possibilità al paziente, anche grazie alla stretta collaborazione con il consorzio Solco Città Aperta, di prevedere anche un tutoring a domicilio per un periodo di tre o quattro mesi, in accordo con le famiglie e in loro supporto. Contro i DCA, infatti, è fondamentale giocare in squadra: lo sportello, l’App e gli incontri che il CDCA ha già portato in 10 istituti superiori e 45 classi coinvolgendo 1.125 studenti, sono alleati importantissimi su cui contare.

 

«Quando entrai al centro di cura di Bergamo avevo quindici anni appena compiuti. Non sono entrata per mio volere, ma per volere dei miei genitori. Lì è iniziata la mia scalata verso la felicità. Ero malata così gravemente da essere convinta di non essere malata. Ma grazie al supporto del Centro sono rinata. E oggi, quando posso, aiuto chi soffre dei miei stessi disturbi a trovare la strada per uscirne. L’ho fatto anche questa estate, consigliando a una ragazza di scaricare l’app: uno strumento bellissimo che può aiutare centinaia di persone, come me, a tornare a sentirsi padrone del proprio corpo, ricominciando a vivere» – racconta una ragazza seguita dal CDCA per anoressia.

L’App è stata scaricata già 4597 volte con un totale di 1391 utenti registrati. Ben 3503 sono stati i “diari” compilati e 1842 i messaggi inviati in chat che hanno avuto risposta entro le 24 ore. Sono diversi, infatti, gli strumenti messi a disposizione dall’app: i test, il Diario personale da utilizzare in forma privata e la chat. Varie strade che consentono a chiunque ne abbia bisogno di chiedere aiuto. Perché la fase più difficile per chi soffre di un DCA è proprio riconoscere la malattia e ammetterne la presenza. Un percorso che spesso avviene solo grazie all’intervento di genitori, amici o insegnanti: persone esterne, ma vicine, che spingono il paziente a fare i conti con la realtà e lo accompagnano verso il percorso di cura presso il CDCA. Questo è quanto emerge dai racconti delle tante persone assistite, per lo più ragazze.

Accedere ai servizi dall’app è estremamente semplice, ma è fondamentale poter unire le forze per indirizzare chi più ne ha bisogno verso questa modalità di presa in carico e gestione del disturbo. Su Sc(Hi)acciaDCA gli esperti saranno sempre disponibili per chiarire dubbi alimentari e fornire informazioni (sull’accesso al servizio, sui diversi servizi e percorsi disponibili), garantendo sostegno e orientamento rispetto a problemi di tipo alimentare, legati alla sfera corporea, al ritiro sociale e al peso. Per usufruire di questi servizi bastano un nickname e un’e-mail per la conferma della registrazione, senza necessità di fornire ulteriori informazioni, come provenienza o età, così da garantire il massimo livello di privacy e tutela dei propri dati personali. E oltre all’app, sono disponibili anche il sito web www.schiacciadca.it e la pagina Facebook @dcaistpalazzolo.

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PERCHÉ NON MANGIA? RISPONDE «SCH(IA)CCIA» L’APP CHE METTE KO ANORESSIA E BULIMIA

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  • 17 Novembre 2016

Attiva da oggi 15 novembre, l’applicazione è il nuovo strumento con cui il Centro per la diagnosi e la cura dei disturbi del comportamento alimentare di Bergamo intende mettersi in contatto con i possibili pazienti, sempre più numerosi e sempre più giovani

Bergamo, 15 novembre 2016 –Si chiama «Sc(Hi)accia dca» ed è un alleato in più per mettere al tappeto i disturbi alimentari: anoressia e bulimia in primis. In funzione da oggi, «Sc(Hi)accia dca» è l’applicazione disponibile su iOS e Android voluta dal Centro per la diagnosi e la cura dei disturbi del comportamento alimentare (Cdca) della Casa di Cura Palazzolo di Bergamo, per dare la possibilità a persone che hanno un problema alimentare, ai loro amici, famigliari, insegnanti ed educatori di ottenere informazioni ed un eventuale aiuto.

Un canale diretto per intercettare gli adolescenti, sempre più spesso vittime di questi disturbi: basti pensare che solo in provincia di Bergamo, ogni settimana si registrano almeno cinque nuovi casie il fenomeno, sempre più diffuso tra le giovanissime, registra un incremento anche tra gli uomini. Da qui, il desiderio di creare «Sc(Hi)accia dca», App che consentirà agli adolescenti, ma anche alle famiglie, di interagire direttamente con un esperto in disturbi del comportamento alimentare, trovando le risposte e l’aiuto necessario.

«“Sc(Hi)accia dca” è l’ultimo tassello in ordine di tempo di un più ampio progetto di collaborazione con il territorio e con il consorzio Solco Città Aperta con cui la Casa di Cura Beato Palazzolo sta lavorando in team per favorire la prevenzione e la diagnosi precoce nelle scuole, negli oratori, nelle associazioni sportive e per attivare percorsi di supporto ai pazienti del Cdca – ha spiegato il direttore generale, dott. Edoardo Manzoni alla presentazione della APP alle istituzioni invitate a fare sistema per affrontare l’emergenza disturbi alimentari –dal 2000, ovvero da quando il Centro ha aperto, abbiamo seguito 1743 persone e ne abbiamo ricoverate 653. È un fenomeno in continua crescita e l’App potrà offrire un supporto concreto a ragazze e ragazzi che altrimenti difficilmente si rivolgerebbero a un centro specializzato».

Sì perché chi è affetto da disturbi alimentari assume un atteggiamento di isolamento relazionale –ha aggiunto il dott. Amaglio, Direttore del Centro per la diagnosi e la cura dei disturbi del comportamento alimentare Attraverso la APP, chi rileva questo rifiuto ora sa che cosa fare. Ha, infatti, la possibilità di valutare i propri timori e affidarsi a un’équipe specializzata che attui interventi psicologici e nutrizionali mirati alla gestione dell’ansia, delle emozioni negative, del reintegro nel tessuto sociale e dell’aumento graduale del peso, finalizzato a ottenere una condizione di buona salute”.

Un contatto meno invasivo ma più immediato con il mondo sommerso di chi soffre di questa patologia, dunque, reso possibile grazie alla vittoria di un bando promosso dalla Fondazione Vodafone “Digital for Social”. L’impegno della Fondazione Vodafone Italia, con il bando “Digital for Social” si declina nella promozione del digitale e, più in generale della tecnologia, come strumento di innovazione sociale. Rientra proprio in questa dimensione l’iniziativa SC(HI)ACCIA della Casa di Cura Palazzolo di Bergamo, che è stata premiata tra più di 450 progetti ricevuti. “Come Fondazione Vodafone Italia– spiega Maria Cristina Ferradini, Sustainability manager di Vodafone e Consigliere Delegato di Fondazione – abbiamo deciso di sostenere questo progetto perche’ coniuga insieme le tecnologie digitali alle competenze psicologiche e mediche del team, la collaborazione di importanti esperienze del territorio  e soprattutto perche’ si propone di aiutare i ragazzi e le famiglie in quella dimensione del disagio nascosto e spesso negato che porta a punti di non ritorno”.

E oltre al contatto sul sito internet e via App, il centro della Palazzolo a Bergamo è a disposizione dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 15.30 al numero telefonico 035.389206 per supportare i pazienti conpercorsi personalizzati. A partire da una “Valutazione diagnostica” con psichiatri, medici, dietisti e psicoterapeuti, per poi proseguire con “Percorso ambulatoriale” che aiuterà a elaborare le emozioni e superare le difficoltà di salute, con un lavoro terapeutico basato su immagine corporea, autostima e relazioni interpersonali.

Perché di anoressia e bulimia si può guarire, se riconosciute e curate con tempestività.

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I disturbi dell’alimentazione diventano protagonisti di un evento artistico di grande impatto: a Napoli la performance di Giò Lacedra

Arriva a Napoli, dopo l’esordio a Milano e le tappe di Cesena e Pescara, la performance-mostra itinerante di Giovanna Lacedra “IO SOTTRAGGO. LA TRIANGOLAZIONE CIBO-CORPO-PESO”.

 

I disturbi dell’alimentazione diventano protagonisti di un evento artistico di grande impatto che vuole trasformare in arte la patologia del disturbo anoressico-bulimico: dal 14 al 21 aprile alla Galleria LineaDarte Officina Creativa, con il Patrocinio del Comune di Napoli.

 

 

 

 

 

Napoli, 14 aprile 2012: alle ore 18:00, la galleria LineaDarte Officina Creativa ospiterà “Io sottraggo. La triangolazione cibo-corpo-peso”, una performance-confessional autobiografica, ideata, scritta e agita da Giovanna Lacedra, artista di origine lucana e fiorentina di formazione, che vive e lavora a Milano.

 

L’evento, curato da Grace Zanotto, con video-sonorizzazione di Giuseppe Fiori, mette in scena, nello spazio creativo-distruttivo-creativo-rigenerativo di venti minuti, i rituali ossessivi-compulsivi che normalmente vengono consumati in segreto da chi sviluppa una patologia del comportamento alimentare, svelandone  ogni crudezza.
“E’ un atto performativo caustico, autentico, catartico e sensibilizzatore – afferma l’artista – in cui è il corpo stesso a confessare la verità che è dentro tutto il cibo divorato e rifiutato. La verità che è dentro tutto il nutrimento sottratto e vomitato. La vera patologia è la piaga del disamore. La corrosione del contatto. La voragine di una mancanza. L’incolmabile precipizio dentro il cuore e nello stomaco. Perché nei disturbi del comportamento alimentare non è l’appetito a essere disturbato, ma l’anima, l’emotività, il vuoto affettivo, la relazione”.

 

Giovanna Lacedra ha deciso di prendere tra le mani la materia informe della propria sofferenza per trasformare in arte la patologia del disturbo anoressico-bulimico e per sensibilizzare le coscienze verso un disagio troppe volte sottovalutato o, peggio ancora, tenuto nascosto.

E così, può capitare che una donna, artigliando nelle sabbie mobili della propria fragilità, si ritrovi sotto le unghie briciole di coraggio. Un coraggio inaspettato ma utile per gridare il proprio dolore, il proprio disagio, la propria fame. Può capitare che una donna, confessando se stessa, con la parola, con l’azione, con il corpo, riesca a prestare la propria voce, la propria rabbia e la propria speranza a milioni di altre donne che invece tacciono. Per paura o per vergogna. O per non disturbare. Perché a tutt’oggi, scandalosamente, i disturbi del comportamento alimentare sono ancora sottovalutati, superficializzati, e ignobilmente derisi. Patologie che uccidono, sono lette come capricci.

 

Una mostra in cui nulla più si nasconde, e ogni crudezza si svela: a integrare le tematiche affrontate dalla performance, una sequenza di foto-reportage che hanno catturato dettagli di un corpo in spigoloso dissolvimento e le intime pagine dei diari scritti nei mesi più deliranti della patologia.

 

Trasformare in arte la patologia.

Fare in modo che il corpo, da anni ostaggio di rituali ossessivi, da anni contenitore di vuoti affettivi, di assenze e di mancanze, da anni vittima e carnefice di se stesso, diventi racconto espressivo e creativo di una tra le più paradossali malattie: il disturbo anoressico-bulimico.

Mangiare niente come mangiare tutto. Svuotarsi come ingombrarsi.

Mettere dentro il mondo intero, o il mondo intero rifiutare.

Sbranare pulsionalmente l’amore che non si ha. O scegliere stoicamente la rinuncia.

Controllare il corpo per illudersi di controllare la vita intera.

Operare calcoli minuziosi, e istituire una vera e propria aritmetica del desiderio.

Sottrarsi chili per sottrarsi ai desideri. Scarnificarsi e rischiare la vita, pur di rendersi visibili. Fingersi inarrivabili, perché il contatto è già una ferita.

Non ho bisogno di niente. Non ho bisogno di cibo. Non ho bisogno di te

 

IO SOTTRAGGO. LA TRIANGOLAZIONE CIBO-CORPO-PESO.

IO SOTTRAGGO è atto performativo caustico, autentico, catartico e sensibilizzatore. Un atto in cui è il corpo stesso a confessare la verità che è dentro tutto il cibo divorato e rifiutato.

La verità che è dentro tutto il nutrimento sottratto e vomitato.

La vera patologia: la piaga del disamore.

La corrosione del contatto. La voragine di una mancanza. Incolmabile precipizio dentro al cuore e nello stomaco. Perché nei disturbi del comportamento alimentare non è l’appetito a essere disturbato, ma l’anima, l’emotività, il vuoto affettivo, la relazione.

Anoressia, Bulimia, Bing Eating, Obesità. Malattie della nutrizione. Malattie dell’amore.

Perché il nutrimento cui si anela, quello stesso nutrimento che si teme, e che spinge a divorare bestialmente tutto e più di tutto, cibo cotto, cibo crudo, perfino cibo congelato, prima dolce e poi salato… quel nutrimento, non sarà mai cibo. Mai.

Inutili orge alimentari si alternano a digiuni ascetici: corse al massacro, per il corpo e per l’anima, schiaccianti quanto vacue al fine di anestetizzare una fame insaziabile. Un flusso di vacuità non arginabile.  Perché è l’amore il nutrimento primario che chiamiamo all’appello, con un grido che dalle fauci si perde in corridoi infiniti, e senza ascolto. E’ l’amore, e non il cibo, il nutrimento che ci affama.

Il cibo non è che una dipendenza e un’astinenza. È il sintomo di una patologia.

Ma la verità è altrove: è nel bisogno di non aver bisogno. È nell’inesauribile fame di tutto. È in quell’anoressia che nel tempo massimo di un infinitesimo, si trasforma in bulimia, Perché la bulimia, in realtà, è sempre stata lì appostata, ad aspettare il momento della resa. La bulimia in realtà è quel mostro che brama e trama dietro le quinte dell’anoressia.

 

 

 

 

Foto di Massimo Prizzon

http://img713.imageshack.us/img713/9536/giovannalacedraiosottra.png

 

 

 

 

 

 

Dai diari in mostra:

 

14 Maggio  2005

“Voglio diventare la trama di me stessa. Devo diventare quello che c’è sotto.

Si può incontrare la verità delle cose… quando si impara a levare il superfluo.

 

 

4 Luglio 2005

“Lasciarsi morire di fame. Sottrarsi al mondo.

 Farlo con coscienza. Sceglierlo, ogni giorno, con vocazione.

Oggi: 475 Kilocalorie.”

 

22 Luglio 2005

“ Ore 9.00: Kg 40.8. Anche dopo i dieci vasetti di yogurt ingurgitati, il  mio peso è rimasto invariato. Ho paura del tempo, soprattutto quando non scorre. Devo pianificarlo. Devo controllarlo. Ore 18.00: Kg 40.7”

 

 

 

28 Luglio 2005

“Sento il cuore rallentare… freddo e formiche tra le costole…sento la mia bradicardia…il formicolio nella testa… le gambe di gesso… la vita che si slaccia da me…”

 

 

 

SCHEDA TECNICA


 

IO SOTTRAGGO.

LA TRIANGOLAZIONE CIBO-CORPO-PESO

di Giovanna Lacedra

a cura di Grace Zanotto

 

Galleria LineaDarte Officina Creativa

Via Domenico Soriano 34 –Napoli

 

con il Patrocinio del Comune di Napoli

 

Live performance: sabato 14 aprile 2012, ore 18.00

Mostra diari, foto e video: dal 14 al 21 aprile – dalle 16.00 alle 19.00

Ingresso libero

 

Infoline: 081 5494271

www.lineadarte-officinacreativa.org

[email protected]

[email protected]

 

 

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Bulimia e disturbi del comportamento alimentare

Bulimia e disturbi del comportamento alimentare

Una rigida e lunga dieta affrontata può indurre le persone a sfogarsi in una lunga abbuffata liberatoria. Dopo mesi di stenti e di regole, di esercizio fisico e di sforzi, il corpo e la mente chiedono “time out”. Una piccola pausa durante la quale potersi concedere uno sfogo. Questo sfogo può costare caro. Ci sono casi in cui le persone dopo essersi “sfogate” vengono assalite da un enorme senso di colpa che le spinge a riparare i danni. Il vomito autoindotto è, di solito, il mezzo per riparare ai danni dell’abbuffata. Dieta ferrea – abbuffate – senso di colpa – vomito autoindotto è il circolo vizioso all’interno del quale vengono a trovarsi persone affette da bulimia. Il vomito autoindotto, anche se il più usato, non è l’unico mezzo con cui si sceglie di riparare ai danni fatti: lassativi, diuretici, digiuno dei giorni seguenti, eccessivo esercizio fisico e raramente, chi soffre di questo disturbo, arriva ad usare degli ormoni tiroidei per accelerare il metabolismo e controllare il peso. Succede anche a te? Non sai come uscirne fuori? Guarire si può, basta affidarsi ad un esperto psicoterapeuta che ti porterà alla coscienza e alla conoscenza del tuo corpo e all’eliminazione delle idee sbagliate su di esso. Lo psicoterapeuta cercherà di ridurre il numero delle abbuffate e di conseguenza normalizzare il comportamento alimentare attraverso una riduzione dell’eccessiva preoccupazione per il peso e le forme corporee.

Studio Associato Logos
Centro di Psicoterapia a Roma

www.centropsicoterapia.it 

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