Comunicati

Senza traduzioni non ci sarebbero più notizie dal mondo!

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  • 16 Ottobre 2013

Sembra che tutti i servizi di informazione nei diversi Stati comunichino le stesse notizie, ma in realtà non è così: non sono mai uguali, ma sono notizie basate sugli stessi fatti, tradotte, contestualizzate e localizzate.

Quindi si può facilmente capire che, senza la traduzione, dal momento della raccolta fino alla produzione del pezzo che sarà letto dal pubblico, non ci sarebbero più informazioni dal mondo.

Ma perché non si può semplicemente tradurre una notizia?

A volte ci sono metafore che nella propria lingua hanno un senso logico ma che tradotte non significano nulla e quindi devono essere riscritte, adattandole alla cultura del paese. Ecco perché non funziona tradurre semplicemente una notizia scritta per un determinato paese in un’altra lingua.

Per venire incontro alle esigenze di tutti, a volte i giornalisti forniscono tre diverse versioni della stessa informazione: una per l’audience locale, che possiede un’ottima conoscenza del contesto, una che si rivolge al pubblico che parla la stessa lingua dello stato dove è avvenuto il fatto, ma che non conosce il contesto, e infine una terza che si rivolge ad un audience globale.

Queste versioni possono avere narrazioni diverse, e rappresentano la sensibilità e i valori del pubblico ricevente.

La presenza del traduttore è fondamentale per la realizzazione di notizie cooerenti e che trasmettano lo stesso messaggio in tutti i paesi dove si vuole divulgare la notizia anche perché non esiste la possibilità di tornare a “un mondo non tradotto” dove ognuno era a conoscenza solamente delle notizie della sua città.

Ora vogliamo sapere cosa accade altrove e vogliamo sentirlo dalle persone, quindi non si può seguire l’esempio degli antichi greci, che ignoravano tutto ciò che non era espresso in greco, o dei Romani, che costrinsero tutti i cittadini del mondo a parlare il latino.

 

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