Praticanti avvocati, eterni studenti. Sicuramente, perché se per diventare avvocato c’è bisogno di fare il praticantato, per rimanere avvocato ed essere competente, almeno sulla propria specializzazione legislativa, c’è bisogno di formazione continua.

Formazione continua perché le leggi e i codici cambiano e si aggiornano, perché cambiano i tempi e la legislazione, anche se lentamente, deve stargli al passo.

Formazione continua perché è fondamentale offrire un servizio puntuale e competente ai propri clienti, i quali si affidano ad un avvocato in situazioni spesso di difficoltà e di poca comprensione di ciò che accede e delle possibili conseguenze, non solo in termini legali ma anche e soprattutto dal punto di vista personale.

Come in tutte le carriere professionali, specialmente quelle per cui è richiesta l’iscrizione ad un albo, prevedono un periodo di formazione pratica, un periodo cioè, in cui si unisce alla normale attività lavorativa giornaliera un percorso formativo volto ad ampliare le conoscenze, teoriche e processuali, dell’aspirante avvocato. Successivo al praticantato, che di norma dura due anni, c’è l’esame di iscrizione all’albo, alla fine, ci si potrà far chiamare avvocati. Arrivato quel momento però, nessuno può ritenersi astenuto dalla formazione che, in quello dell’avvocato come in molti altri mestieri, è fondamentale per una carriera che si rispetti da un lato e per la qualità del proprio servizio dall’altro.

Un medico che non si aggiorna sulle ultime tecniche e cure non può essere considerato un buon medico, allo stesso modo, un avvocato che non frequenta convegni e corsi di formazione ed aggiornamento sulle materie di proprio interesse non è un buon avvocato. Non basta infatti aver studiato all’università, c’è bisogno di una formazione continua, specialmente nel campo legale.

Ci sono realtà che offrono proprio formazione legale sia per chi aspira a superare l’esame da avvocato, sia per chi già esercita la professione legale e desidera ampliare la sua formazione professionale.