Quando si parla di plastica i termini ad essa collegati possono spaziare dall’innovazione all’utilità, dalla versatilità alla resistenza… purtroppo, però, fra i tanti della lista bisogna includere anche la parola “inquinamento”.
Già, perché i polimeri plastici sono caratterizzati da legami chimici che gli organismi viventi non sono in grado di rompere: la conseguenza inevitabile è dunque l’accumulo di rifiuti di questo tipo negli ecosistemi, fenomeno purtroppo sotto gli occhi di tutti.
Sono soprattutto gli ecosistemi acquatici ad essere interessati da queste minacce, sia perché la plastica è in grado di galleggiare e quindi di accumularsi sulla superficie dei corpi idrici e sulle loro rive, sia per via dell’effetto di rimozione dei corsi d’acqua che trasportano i rifiuti di plastica convogliandoli al mare.
Tartarughe, cetacei e uccelli marini soffocati dalla plastica sono senza dubbio le manifestazioni più evidenti dell’inquinamento, ma non bisogna dimenticare che microscopiche particelle di plastica possono accumularsi negli organismi lungo la catena alimentare arrivando sino al nostro piatto.
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