Comunicati

Laureati in marketing, per trovare lavoro fanno social media marketing su se stessi

È tempo di iscrizione all’Università e come ogni anno impazzano ricerche e pensieri su quale strada migliore intraprendere.

Notizia di pochissime ore fa è che anche il giocatore di rugby Mirco Bergamasco mentre si separa, consensualmente, dal fratello Mauro, anche lui giocatore di rugby, pensa a quale facoltà intraprendere, vorrebbe fare marketing e sembra avere le idee chiare. In pochi tra le giovani matricole hanno le idee così chiare anche se ormai da molti anni aumentano sempre di più le iscrizioni ai corsi di laurea in comunicazione e marketing.

Probabilmente la storia di un giovane che dopo aver conseguito la laurea a Milano è emigrato in Australia in cerca di un lavoro nei Social Media che ha messo su una campagna virale, o più esattamente ha curato la sua immagine nei Social Media, per trovare un lavoro nel marketing oltre Oceano.

L’Australia, come molti sanno, rilascia un visto per lavorare, la Working Holiday, che vale solo 6 mesi, il passo successivo è l’azienda che sponsorizza il dipendente con una carta che costa per il datore di lavoro circa 4 mila dollari.

Il ragazzo, ventisettenne veronese, dopo tanti colloqui in cui ha fatto una buona impressione ma si è comunque sentito dire il classico le faremo sapere a causa del visto decide di mettere su una campagna che lo caratterizzi, che gli dia una caratteristica che non ha mai avuto nessuno, insomma che lo renda unico.

Lo spunto è una canzone di John Lennon All we are saying is give peace a chance, da questo Alberto, il giovane laureato in cerca di fortuna all’estero, prende ispirazione, trasformando il titolo della canzone con il nickname che utilizza abitualmente su internet, così Il titolo della campagna diventa All we are saying is give @rodmanalbe a chance integrando le azioni virali nei diversi e più influenti Social Media, creando una Fan Page su Facebook e caricando le foto dei suoi fan e amici con vicino un cartello con su scritto il titolo dell’iniziativa.

Come andrà a finire all’intraprendente connazionale ancora non si sa, speriamo nel migliore dei modi possibile, nel frattempo la morale è che l’università forma sicuramente al mondo del lavoro, lui stesso racconta infatti che la scintilla è scattata sui banchi della facoltà ma la creatività e lo spirito di iniziativa sono doti che non si imparano.

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