Per le banche centrali è cominciato un percorso lungo una “nuova normalità”. Ma questo scenario ha dei contorni che non sono ancora ben definiti.
Di sicuro è partita la riduzione delle misure di emergenza legate alla pandemia, sotto la pressione della crescita dell’inflazione.
Tuttavia la parola chiave rimane “pazienza”, e i diversi istituti centrali stanno seguendo approcci differenti.
Il tema caldo è l’inflazione
La BCE, la Banca Centrale Svizzera e quella giapponese sono invece all’altro estremo dello spettro: per adesso non si muovono.
Un problema per banche centrali e asset manager
L’inflazione però non è più soltanto un problema delle banche centrali. Se per oltre un decennio non è stata mai considerata tra i principali rischi sui mercati finanziari, adesso il suo ruolo diventa importante anche per gli opera o fa l’interemdiario.
Sebbene le pressioni inflazionistiche siano ancora considerate in larga parte temporanee, lo scenario potrebbe cambiare. Non c’è certezza che il picco di inflazione sia temporaneo.
I nuovi strumenti protettivi
Per questo motivo gli asset strategist dei broker autorizzati si sono messi in posizione d’allerta, e stanno riallocando il portafoglio alla luce della possibilità di un’inflazione potenzialmente persistente. Tre sono le asset class privilegiate in questo scenario.
In primo luogo i bond sovrani inflation-linked (ILB), che sono strutturalemente connessi all’andamento dell’inflazione, poiché indicizzati al livello dei prezzi. il vero problema è che uesta “protezione” costa cara, visto che il loro costo in molti mercati è alto. In sostanza, offrono rendimenti che al netto dell’inflazione sono bassi o negativi.
Azioni cicliche e asset ad altro rischio
Il secondo strumento sono le azioni cicliche, ossia quelle che seguono l’andamento del ciclo economico. L’inflazione si associa a una fase espansiva dell’economia globale, e alcuni titoli tendono a performare bene in un contesto di prezzi crescenti. Sono i titoli value.
Il terzo strumento protettivo sono gli asset ad alto rendimento. Ad esempio i bond globali high yield e oppure i titoli di debito dei mercati emergenti, al limite anche gli Etf mercati emergenti. Dal momento che offrono rendimenti molto elevati, possono superare l’effetto erosivo dell’inflazione.
A prescindere da quello che scelgono di fare, va ribadito comunque che è impossibile avere certezze sul livello di inflazione dei prossimi anni, ma in molti casi è meglio muoversi per tempo piuttosto che aspettare.