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I caratteri del Movimento moderno, dalla nascita ad oggi

Nato nel periodo tra le due guerre mondiali, il Movimento Moderno segno un periodo della storia dell’architettura in cui i caratteri della progettazione ed i principi dell’architettura subirono forti cambiamenti ed importanti miglioramenti.
I protagonisti di questo innovativo movimento furono gli architetti che stilarono dei progetti mirati più alla funzionalità che all’estetica. Tra gli anni venti e trenta l’International Style portò, in particolar modo nel Regno Unito, questo movimento all’apice.

I principi fondamentali del movimento moderno si possono ritrovare nel libro di Bruno Taut del 1929 e posso essere sintetizzati in questi punti:

– La prima esigenza in ogni edificio è il raggiungimento della migliore utilità possibile.
– I materiali utilizzati ed il sistema costruttivo devono essere subordinati a questa esigenza primaria.
– La bellezza consiste nel rapporto diretto tra l’edificio ed il suo scopo, le caratteristiche dei materiali e l’eleganza del sistema costruttivo.
– L’estetica di tutto l’edificio è nel suo insieme, ciò che è funzionale è anche bello.
– La casa vive nel rapporto con gli edifici circostanti ed è il prodotto di una disposizione collettiva e sociale.

Le definizioni delle architetture che si inquadrano in questo movimento:

– L’architettura razionale si rivolge in modo del tutto consapevole alla ragione dello spettatore. Deve comunicare purezza, sapere e conoscenza.
– L’architettura funzionale punta sui vantaggi funzionali, razionalmente dimostrabili, anziché sulle valutazioni del gusto e si rispecchia nella definizione di Le Corbusier della casa come macchina per abitare.
– L’architettura internazionale, che è definita così da Walter Gropius: nell’architettura moderna è chiaramente percepibile l’oggettivazione di ciò che è personale e nazionale. Una moderna impronta unitaria, condizionata dai traffici mondiali e dalla tecnica mondiale, che si fa strada in ogni ambiente culturale.

In Italia dopo la prima guerra mondiale domina l’accademia, lo sviluppo del nascente movimento razionalista sarà quindi in parte ostacolato e condizionato dal Regime Fascista. Diversi architetti razionalisti avranno successo nonostante tutto, anche se il loro stile risulterà come un compromesso tra Stile Novecento e neoclassicismo, più vicino ai principi del regime.
Successivamente a questo movimento nascono negli anni sessanta in Europa ed in America delle nuove tendenze che riguardano ricerche architettoniche che puntano a superare l’eccessivo rigore del razionalismo ed in particolare sono:

– il neoliberty, in riferimento al lavoro di alcuni giovani architetti italiani attivi in Italia dalla metà degli anni ’60 che criticavano ciò che si stava ripetendo nei CIAM, cercavano di superare quello che era diventato secondo loro il Movimento Moderno e la sua interpretazione italiana definita razionalismo.
– le esperienze dell’architettura radicale collegate all’astratto ed all’utopico (In Inghilterra troviamo Archigram di P. Cook, mentre in Italia il Superstudio di A. Natalini).
– la cultura del high tech, espressione di un’architettura tecnologica, che traspare ed interagisce con l’esterno, portando dei messaggi metaforici, il cui esempio più significativo è il Centre Pompidou di Renzo Piano a Parigi;
– Il pensiero razionalista è rovesciato dal postmodern, che considera autonoma la forma architettonica dell’ambiente costruito dalla funzione, ed anche la tipologia delle architetture non espressione della forma, reclamando all’architettura la valenza simbolica che ha sempre avuto nella storia.

Ancora oggi in tutto il territorio italiano si possono trovare costruzioni pubbliche ed abitazioni private costruite secondo i principi del Movimento Moderno, case Ancona in stile neoliberty ed abitazioni nelle principali città della Regione Marche in stile razionalista.

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