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Castelsardo, uno dei Borghi più belli d’Italia

Un angolo di Mediterraneo dove storia, architettura e natura si intrecciano perfettamente offrendo alla Sardegna e ai suoi visitatori un territorio di straordinaria bellezza. Trascorrere una vacanza a Castelsardo è un’occasione unica per scoprire uno dei Borghi più belli d’Italia. Castelsardo offre ai turisti un completo elenco di strutture ricettive e la possibilità di vivere diversi tipi di esperienze turistiche. Le soluzioni proposte vanno dagli hotel, ai residence, ai villaggi, ai campeggi, fino ad arrivare a soluzioni più semplici ed essenziali come l’agriturismo e il bed & breakfast.

Castelsardo si trova sulla costa settentrionale della Sardegna, nella regione storica dell’Anglona. Il borgo, arroccato su un promontorio vulcanico che domina il magnifico golfo dell’Asinara, fa parte di un territorio contraddistinto da coste suggestive per la costante alternanza di spiagge e spuntoni rocciosi. La sua edificazione risale al XII secolo ad opera della famiglia genovese dei Doria.

Nel corso del tempo questo borgo ha cambiato nome, passando da Castel Genovese, durante la dominazione ligure, a Castell’Aragonese nel 1448 quando subentrarono gli Spagnoli che gli concessero il privilegio di diventare “città regia”. Il nome attuale, Castelsardo, è stato dato nel 1769 dai governanti sabaudi.

Castelsardo conserva ancora oggi il suo aspetto originale, circondato dai bastioni. Il centro storico si trova nella parte più alta del promontorio. Una strada si arrampica fino a qui partendo dalla parte più bassa del paese chiamata la Pianedda. Per apprezzare il fascino di questo posto bisogna proseguire a piedi attraverso un intrico di ripide e strette vie, lunghe scalinate, numerose chiese e monumenti di notevole interesse storico.

Assolutamente da vedere è il castello (XII secolo) che domina il panorama dal punto più alto della cittadina. Dalle terrazze la visuale si apre sul golfo dell’Asinara con, sullo sfondo, nelle giornate limpide, i monti della Corsica. All’interno è stato allestito il Museo dell’Intreccio, dedicato all’arte dei cestini che è particolarmente sviluppata nella zona.

Ancora oggi, ci sono donne che si dedicano a intrecciare cestini con le foglie di palme selvatiche, portando avanti una tradizione tramandata di madre in figlia che risale, pare, all’epoca dei benedettini, ovvero al XIV secolo. Un’altra arte è quella delle nasse. I pescatori più anziani invece costruiscono queste sorta di cestini conici che servono per la pesca dell’aragosta.

La Cattedrale di Sant’Antonio Abate è un altro edificio storico di grande interesse culturale. Il campanile che la sormonta ricoperto da maioliche colorate è uno splendido colpo d’occhio con lo sfondo del mare. La sua costruzione, sulla struttura di una precedente chiesa romanica, risale al Seicento. All’interno della chiesa è di particolare interesse l’opera Madonna in trono con Bambino e angeli, risalente al XV secolo, e parte di un retablo, realizzato dal pittore noto come Maestro di Castelsardo. Sotto la stessa Cattedrale è ospitato il museo Diocesano dedicato a questo artista.

Nei dintorni di Castelsardo si trovano numerose domus de janas, di grande interesse archeologico. Tra queste, la più particolare è la roccia dell’elefante, poco fuori Castelsardo: un blocco di trachite scura che grazie all’opera del vento ha assunto la sembianze di elefante, all’interno della quale sono stati scavati i cunicoli sepolcrali. Procedendo verso l’interno si trova inoltre una serie di chiese romaniche.

Il paesaggio naturale attorno a Castelsardo è di singolare bellezza. Una vegetazione selvaggia e incontaminata avvolge suggestive coste in cui spuntoni rocciosi si alternano a insenature sabbiose. Sono presenti numerose spiagge di sabbia finissima e un mare limpido, come Baia Ostina, Cala La Vignaccia, Cantareddi, Lu Bagnu, Marina di Castelsardo, Pedraladda, Punta La Capra e Punta Li Paddimi.

La Settimana Santa è la manifestazione culturale di maggiore interesse. Il lunedì si svolge la processione del “Lunissanti”. Nelle vie del centro, illuminate dalle fiaccole, si muovono le figure incappucciate mentre vengono intonati i tre cori di Lu Stabat, Lu Jesu e Lu Miserere. Questi canti molto antichi, probabilmente anteriori alla dominazione catalana, sono stati tramandati oralmente fino a oggi. La processione termina davanti alla chiesetta di Santa Maria, nel cuore di Castelsardo.

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