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ANALISI DI UN SUCCESSO ANNUNCIATO, LA GF LIOTTO IN UNA TERRA TUTTA DA SCOPRIRE

Non solo campioni e agonismo sfrenato alla granfondo di Valdagno

Il feedback è positivo sotto tutti i punti di vista

Il Comune di Valdagno ha aperto le porte ai ciclisti, così come altri 15 Comuni

La gara è anche un motivo per fare turismo e promuovere il territorio

 

 

Granfondo Liotto – Città di Valdagno, dopo l’abbuffata di complimenti ed un successo inconfutabile è ora di bilanci.

Dei risultati agonistici si è parlato in abbondanza, le vittorie di Di Salvo e Ilmer  (granfondo) e di Magri e Schartmüller (mediofondo) hanno fatto notizia, così come i successi nelle varie categorie. Non si è parlato invece di tutto quello che ha fatto “grande” la GF Liotto per le centinaia e centinaia di cicloamatori che hanno partecipato secondo il più  puro spirito decoubertiano.

È a loro che i tre fratelli Liotto, a capo di una complessa macchina organizzativa, rivolgono un particolare grazie e con tutta probabilità sono proprio loro quelli che più hanno potuto godere della qualità dei servizi, degli affascinanti scorci, di un tracciato tecnico ma pedalabile e di un apparato di sicurezza degno di un’organizzazione estremamente professionale.

Ma per giungere a tale risultato la Granfondo Liotto ha potuto contare sulla grande e completa collaborazione del Comune di Valdagno. Il sindaco Alberto Neri aveva già annunciato che avrebbe spalancato le porte ai ciclisti, mentre l’assessore allo sport Alessandro Grainer si è detto pronto a …consegnare le chiavi della città ai fratelli Liotto. Non è successo in realtà, ma simbolicamente si.

Piazza Cavour è stata “conquistata” dalle due ruote fin da sabato e le vie limitrofe sono state chiuse al traffico, il galoppatoio è stato utilizzato dalla segreteria, lo Stadio dei Fiori ha concesso docce e servizi per i partecipanti, insomma una grande collaborazione di tutta Valdagno e delle istituzioni.

Gli organizzatori, granfondisti pure loro, hanno sempre avuto un chiodo fisso, la sicurezza. E in quanto a schieramento di uomini, per questa 15.a edizione non si è certo lesinato sui numeri. Incroci, rotatorie, punti sensibili e di possibile pericolo sono stati presidiati dal primo all’ultimo passaggio dagli alpini e protezione civile, dall’associazione nazionale carabinieri, nuovi a questo servizio ma dalla grande efficienza, tanti anche gli “ASA”, il personale col patentino di controllo della viabilità sulle corse ciclistiche, numerosi pure i semplici volontari, il cui elenco è molto lungo e impossibile da ripotare per intero.

Servizio di alta professionalità anche quello sanitario, che fortunatamente è intervenuto in pochi e modesti casi, soprattutto per cadute spontanee e non per incidenti. La Croce Rossa del comitato di Valdagno ha davvero fatto un lavoro egregio, con un centro operativo anche in zona arrivo.

Chi non era impegnato nella strenua lotta col cronometro ha potuto ammirare paesaggi davvero memorabili. Valdagno con le sue bellezze, il Parco della Favorita, il Museo delle Macchine Tessili,  Recoaro, le Fonti di Recoaro e Valli del Pasubio, gli scorci sulle Piccole Dolomiti, Schio, paesaggi tra pianura, collina e montagna in un contesto scenografico  unico, col passaggio in 16 Comuni, tutti disponibili a collaborare, sono  riassunti nelle parole di Matteo Marzotto che ha voluto essere al via nella gara di casa: “Percorso meraviglioso, questa è una terra da scoprire, ma purtroppo non è abbastanza valorizzata, le iniziative come questa possono farla conoscere. Ho fatto tanti chilometri da queste parti, all’ora di pranzo o dopo ufficio queste salite sono tutte belle. Mi sono piaciute tutte le salite, certo il 20% di pendenza del finale non è proprio il massimo del godimento (la Trappola, ultima salita – ndr) però va fatta; e con questi scenari… è meraviglioso.”

L’attenzione ai partecipanti da parte degli organizzatori si è vista anche nei ristori, importanti per chi consuma tanta energia nel pedalare. Ristori “piede a terra” (ma non per i primissimi in gara per la classifica alta) e quindi acqua … di fonte nel bicchiere e non nelle inquinanti bottigliette di plastica, acqua dal distributore anche al pasta party e pane fresco, prodotto appositamente la notte per i concorrenti, cosa non da poco anche questa.

Per gli appassionati, inoltre, in zona partenza e arrivo è stata allestita l’area expo con molte aziende qualificate a livello internazionale e pure un servizio massaggi offerto dall’organizzazione, e comunque avere il fulcro di gara in città ha consentito agli accompagnatori, sia sabato che domenica, di approfittare per una visita in una località, come ha detto Matteo Marzotto, tutta da scoprire. E quelli che non erano nell’elenco degli oltre 2.000 iscritti, possono prenotarsi per la prossima 16.a edizione che i fratelli Liotto hanno già messo in cantiere. A Valdagno, ovviamente!

Info: www.granfondoliotto.it

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