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Bolsena e le Ortensie

Bolsena, cittadina della Tuscia , a solo un ora e mezza da Roma , si sta preparando  alla Festa delle Ortensie… come ogni anno le vie del paese si animeranno di mille profumi e colori di piante e prodotti di artigianato. Molti espositori  e vivaisti saranno presenti all’ evento che ogni anno richiama migliaia di persone.

Per l’occasione saranno aperti al pubblico i giardini di alcuni palazzi storici di Bolsena  come il Castello dei Monaldeschi della Cervara e i giardini del Principe Don Giovanni Del Drago.

La manifestazione organizzata dalla Proloco e dal Comune di Bolsena si avvale della consulenza del Dott. Gianlupo Osti, dendrologo di fama internazionale e grande collezionista di peonie.

Sono promosse conferenze, percorsi botanici ed itinerari per la degustazione dei prodotti tipici locali lungo le vie e le dimore storiche della cittadina lacuale. Inoltre sarà allestita una mostra mercato d’antiquariato e arredi antichi da giardino.

La Festa delle Ortensie  si svolge  nel centro storico a Bolsena nel finesettimana da venerdì 17 giugno a domenica 19 giugno 2011.

Saranno tre giorni intensissimi, l’agriturismo Il Poggio offre una comoda sistemazione per godere appieno dell’evento. L’agriturismo Il Poggio è situato sulle colline alle porte di Bolsena , con una splendida vista sul lago a soli 10 minuti a piedi dal centro del paese.

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L’Arte nel centro italia, da Bolsena all’Umbria

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  • 19 Settembre 2010

Benché preponderante nel panorama artistico umbro sia l’arte sacra, impregnata della straordinaria e mistica figura di San Francesco, che ha fatto della regione verde vera e propria terra di Santi, sono numerosissime testimonianze che affondano le proprie radici presso antichi popoli quali Umbri, Etruschi e Romani. Si tratta di documenti che riportano alla mente dell’osservatore suggestioni antiche, che si perdono nei meandri della Storia. Gli Etruschi, di cui conosciamo ancora poco in realtà, ci hanno lasciato numerosi documenti archeologici principalmente nelle località sulla riva destra del Tevere, soprattutto nei pressi di Orvieto e Perugia e Bolsena.

Questa misteriosa civiltà ha lasciato numerose tracce, identificate in importanti presenze monumentali come le mura delle città (Spoleto e Amelia) e diversi centri fortificati. Altre tracce sono invece legate al culto dei morti, con eleganti produzioni di urne cinerarie in travertino, di statuette in bronzo e di arredi funerari e votivi.

Dalla costruzione della via Flaminia, prese le mosse un grandioso processo d’arricchimento di tutto il territorio, tanto che Augusto volle fare dell’Umbria la VI regione italica. La sua natura di terra di contatto fra Nord e Sud, fece dell’Umbria una terra economicamente ricca e dalla grande fioritura civile.

In tale temperie vennero rinnovati i vecchi centri e ne sorsero di nuovi, tutti con un solido impianto urbanistico, teatri, ville, fori, templi. Tali costruzioni venivano adornati con sculture e mosaici non certo mancanti di rilevanti tratti artistici locali.

Il Tempietto di Clitumno rappresenta un vero e proprio anello di congiunzione tra arte romana e medievale. Il Tempietto venne edificato dai Longobardi con materiale di spolio proveniente da diverse costruzioni precedenti. Altro mirabile esempio di tale congiunzione è anche la Basilica di San Salvatore a Spoleto. Tali opere sono datate a cavallo tra l’epoca romana e l’alto medioevo.

Continua su: www.expoumbria.it/varie-umbria/larte-in-umbria/

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Norcia, una delle più belle cittadine del centro italia

Norcia, è celebre per aver dato i natali, nel 480, a due delle figure più importanti nella storia della Chiesa cattolica: San Benedetto e la sua gemella Santa Scolastica. La cittadina è distesa nella piana di Santa Scolastica ed ha origini antichissime e può gareggiare turisticamente con i giganti vicini del centro Italia quali il Lago di Bolsena, il Lago Trasimeno o il bellissimo comune di Cascia.

Tutti i monumenti più importanti sono concentrati attorno al cuore della città: Piazza San Benedetto.

Uno di questi è senza dubbio la chiesa di San Benedetto, edificata sopra la casa natale dei santi gemelli in Norcia. La chiesa risale alla fine del XIV secolo ma già nel VI secolo vi fu edificato un tempio. La facciata è abbellita da un portale, recante ai lati le statue dei due santi e un rosone. Diverse opere d’arte sono custodite nel suo interno dalla pianta a croce latina. La cripta fu realizzata utilizzando un’antica costruzione romana preesistente.

Accanto alla rocca della Castellina è possibile ammirare il Duomo di Norcia, dedicato a Santa Maria Argentea e costruito nel 1560, dopo che la chiesa originaria dedicata alla santa fu abbattuta per far spazio alla Castellina. Della chiesa ci rimane il portale laterale, in stile gotico-rinascimentale.

Poco distante dal Duomo, in via Battisti, è la chiesa di San Francesco, risalente al XIV secolo.

Per finire, non può mancare una visita alla singolare costruzione sita in via Umberto: l’Edicola. L’Edicola è una cappelletta votiva, costruita nel 1354 prendendo a modello i tempietti funebri di epoca romana.

Lasciando la città di Norcia, incamminandosi lungo la tortuosa via che dalla città porta a Visso, tra suggestivi panorami montuosi di indicibile bellezza, troviamo i piani di Castelluccio, uno dei più grandi bacini corsici chiusi di tutta Italia.

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Bolsena, una storia millenaria… ci credereste?

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  • 14 Gennaio 2009

Bolsena è una cittadina d’impianto medievale che insiste sul lato orientale del grande lago, proprio alle pendici dei monti Volsini. Le sue origini risalgono al periodo etrusco quando la popolazione d Velzna, in seguito alla distruzione della città (III sec. a.C.), vi si rifugiarono. Iniziò dunque un periodo etrusco-romano che oggi riporta diverse testimonianza.

In seguito all’invasione longobarda si sviluppò un borgo medievale presso la rupe dove oggi sorge il Castello ed il quartiere medievale.

La cittadella fiorì da quando divenne patrimonio della chiesa. Si narra che 1263 proprio a Bolsena accadde il miracolo eucaristico del Corpus Domini dalla quale prese origine l’omonima festività.

Un sacerdote boemo di allora, dubbioso sulla presenza reale di Cristo nell’Eucarestia, partì alla volta di un pellegrinaggio per Roma. Al ritorno, presso la comunità di Bolsena chiese di poter celebrare la S. Messa. Proprio durante la Preghiera Eucaristica vide le ostie sanguinare e a bagnare il corporale. Da allora non ebbe più alcun dubbio. A Bolsena sono ancora conservate 3 pietre bagnate dal sangue mentre il corporele è racchiuso in uno splendido reliquiario custodito in una cappella del Duomo di Orvieto.

Nel 1938 Bonifacio IX la concesse in Vicariato alla famiglia dei Monaldeschi della Cervera. Il castello Monadelschi (XI-XIV sec. d.C.) oggi accoglie il Museo Territoriale del Lago di Bolsena ricco di reperti archeologici dell’intera zona lacustre.

Nei pressi della cittadina è possibili visitare la zona archeologica di Poggio Mosconi caratterizzata della cinta muraria che racchiude l’anfiteatro di Marcatelo, luoghi di culto, il foro, una grande basilica. Nella zona archeologica si possono ancora ammirare vecchi affreschi ed eleganti pavimenti a mosaico.

Infine rimane da annoverare la Basilica di S. Cristina, un complesso architettonico che racchiude in sé quattro chiese di epoche diverse: La Grotta di S.Cristina (dove avvenne il miracolo del Corpus Domini)e le catacombe, l’edificio romanico, La Cappella del miracolo e la Cappella di S. Leonardo.

Nel paese è possibile fare delle splendite passeggiate per le vie del borgo o lungo la sponda del lago. Vi sono spiagge facilemte accessibile dotate di opportune strutture recettive. Il paese è dotato anche di un porto turistico da cui è possibile noleggiare posteggi, barche ed effettuare escursioni presso l’Isola Bisentina

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Origine e storia del lago di Bolsena

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  • 30 Novembre 2008

Il Lago di Bolsena è nato in seguito ad un esplosione vulcanica. In origine l’apparato vulcanico del Vulsinio era costituito da sette crateri. Dopo l’esplosione lavica, uno di essi crollò su se stesso formando una caldera di proporzioni enormi che successivamente fu ricoperta dalle acque. Le stesse acque che oggi formano quello che da tutti è conosciuto come il lago di Bolsena. Sono tutt’oggi ancora evidenti tracce degli antichi crateri lungo il fianco dell’isola Bisentina e nella conca di Latera. Le zone circostanti il bacino d’acqua iniziarono ad essere popolato soltanto verso la fine dell’era neolitica, quando cioè, sorsero insediamenti con piccoli villaggi di palafitte. In seguito, fu durante l’età del ferro e successivamente in quella del bronzo che i nuovi insediamenti furono condizionati dalla variazione del livello dell’acqua e dalla posizione della riva.

La storia del lago di bolsena, almeno quella riconosciuta ufficilamente inizia con l’insediamento dei Villanoviani, che diedero vita ai primi centri di Bisenzio e Bolsena. Nel corso del tempo i due borghi raggiunsero benessere e ricchezza. Ciò è ampiamente dimostrato dai diversi reperti rinvenuti. Con l’avvento degli Etruschi, invece, il lago visse un periodo di grande splendore con l’edificazione del Fanum Voltumnae, un santuario che ospitava ogni anno i rappresentanti delle dodici città della Confederazione Etrusca. Proprio durante questi anni si consumava lo scontro tra le due città, guerra che sarà poi vinta dai Volsini. Nel 664 a.C i Romani occuparono Volsini e rasero al suolo Visentum. Dopo l’assedio, le due città furono completamente ricostruite per assurgere a municipia. Plinio cita il lago nell’opera “Naturalis Historia” mentre nel III secolo Santa Cristina ne verrà proclamata patrona.

Nel Medioevo fecero la loro comparsa i Longobardi e i Saraceni che, in diverse occasioni, saccheggiarono con le loro armi i centri urbani più importanti. In seguito al saccheggio di Bolse, i suoi abitanti decisero di salvare le spoglie di Santa Cristina portandole sull’isola Martana. La distruzione di Bisanzio portò allo spostamento della sede vescovile a Castro. Nel frattempo sull’isola Martana, Teodato, il re goto, imprigionò e uccise Amalasunta, figlia di Teodorico. Dal XII secolo il lago venne conteso dai comuni di Viterbo, Orvieto e dalla Chiesa. Fu Clemente VI a portare il lago sotto il controllo diretto del Papato. Tale situazione spinse, però, gli abitanti sul piede di guerra, scatenando ribellioni. Quando il Papa fece ritorno a Roma, dopo la cattività avignonese, riuscì a consolidare i propri domini nella zona del lago. Nel frattempo la città di Montefiascone divenne rifugio di numerosi pontefici. Nel 1537 Papa Paolo III affidò il ducato di Castro a Pier Luigi Farnese, suo figlio. Qui sorsero residenze delle maggiori famiglie nobili romane. Con la caduta di Castro, il lago tornò ad essere di proprietà della Chiesa.

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Il lago di Bolsena…? storia millenaria!

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  • 21 Novembre 2008

Situato nella provincia laziale di Viterbo, il Lago di Bolsena è il più esteso bacino craterico d’Italia con i suoi 115 km² di lunghezza. Circondato in buona parte dalla catena dei monti Vulsini, il lago, di forma ellittica ha una superficie di 114 kmq, un perimetro di 43 km e una profondità di 151 metri. Le due isole Martana e Bisentina, di origine vulcanica, sorgono in prossimità della costa. Generalmente le coste sono basse e sabbiose e in brevi tratti anche paludose.
L’apparato vulcanico del Vulsinio era in origine caratterizzato da sette crateri. Dopo una violenta esplosione crollò su stesso creando una caldera che si andò a poco a poco ricoprendo di acqua formando l’attuale lago Bolsena. Nella conca di Latera e lungo le coste dell’isola Bisentina si riscontrano ancora tracce degli antichi crateri. Verso la fine del Neolitico il lago iniziò ad essere popolato da numerose palafitte. Successivamente nell’età del ferro e in quella del bronzo gli insediamenti furono condizionati dal livello delle acque.

Situato nella provincia laziale di Viterbo, il Lago di Bolsena è il più esteso bacino craterico d’Italia con i suoi 115 km² di lunghezza. Circondato in buona parte dalla catena dei monti Vulsini, il lago, di forma ellittica ha una superficie di 114 kmq, un perimetro di 43 km e una profondità di 151 metri. Le due isole Martana e Bisentina, di origine vulcanica, sorgono in prossimità della costa. Generalmente le coste sono basse e sabbiose e in brevi tratti anche paludose.
L’apparato vulcanico del Vulsinio era in origine caratterizzato da sette crateri. Dopo una violenta esplosione crollò su stesso creando una caldera che si andò a poco a poco ricoprendo di acqua formando l’attuale lago Bolsena. Nella conca di Latera e lungo le coste dell’isola Bisentina si riscontrano ancora tracce degli antichi crateri. Verso la fine del Neolitico il lago iniziò ad essere popolato da numerose palafitte. Successivamente nell’età del ferro e in quella del bronzo gli insediamenti furono condizionati dal livello delle acque.

La caratteristica principale della sabbia è il suo colore scuro proprio perché la zona è di origine vulcanica. Tra i promontori più caratteristici abbiamo Capo San Bernardino, la penisola di Capodimonte, la punta di Sant’Antonio, i monti Volsini ed infine il Monte Bisanzio. Il fiume Marta, che nasce dal porto dell’omonimo centro abitato, rappresenta il suo unico emissario. Grazie al salutare stato delle acque e al suo stato di limpidezza i pescatori del luogo usano cucinare un piatto tipico detto “sbroscia“, un’ottima zuppa di pesce molto apprezzata anche dai turisti. Il cambio delle acque, però, avviene in un lasso di tempo molto lungo stimato in 120 anni. Dai prelievi della falda e del lago è emerso che il ricambio è raddoppiato a causa della diminuzione della portata di acqua da parte del suo emissario. Numerose sono invece le attrattive turistiche di genere archeologico e culturale. Qui infatti si sono succedute la civiltà Villanoviana, Etrusca e Romana, mentre nel borgo sono evidenti i segni del periodo medioevale.

Grande interesse assumono le sagre, la cucina e le feste folkloristiche del posto. Il lago, oltre a rappresentare uno dei pochi laghi italiani balneabile, è utilizzato da molti per praticare la vela, il windsurf oltre che la pesca. Una caratteristica del lago è la presenza delle cosiddette “sesse“. Si tratta di variazioni che riguardano il livello delle acque. Il lago vanta, inoltre, un variegato ambiente naturale, connotato principalmente da querce e castagni.

Tipico è anche un fenomeno che si manifesta anche quando le acque del lago sono calme: l’onda anomala. Solo in apparenza tale fenomeno appare inspiegabile. In realtà l’onda avanza verso la costa, crescendo sempre di più e acquistando forza fino a schiantarsi lungo il costone.

Numerose sono le specie di piante subacquee e le alghe tutt’oggi ancora esistenti nel bacino. La natura incontaminata del posto costituisce un ambiente favorevole per una grande varietà di pesci e uccelli. Tuffetti, morette, fistioni, folanghe, svassi maggiori e minori, aironi cenerini sono le specie avvistate tipiche dell’Europa del nord. Il tritone, il rospo, la rana, il pesce gatto, il persico sole e la nutria rappresentano solo alcune delle principali specie lacustre del territorio. Anche le anguille, una specie già nota ai tempi dei Romani e citate nell’Inferno dantesco della Divina Commedia popolano il lago insieme al coregone, al persico reale, al luccio, al persico trota, alla tinca, alla carpa, alla scardola e al piccolo latterino, preda di pesci predatori e di uccelli. Il vilucchio bianco e l’erba morella si alternano ai lunghi canneti, un rifugio ideale per numerosi uccelli. L’anfiboe, la zannichella e il ranuncolo crescono invece a poca distanza dalla riva.

L’equilibrio ambientale è però fortemente minacciato dalla pesca selvaggia. Un equilibrio estremamente fragile, se si pensa che il lago impiega ben 120 anni per il ricambio totale delle acque. Per questo motivo sono stati costruiti sistemi di fognature in grado di raccogliere le acque delle zone intorno al lago per poi riversarle in un collettore sul fiume Marta. Il letto lacustre presenta irregolarità mentre Bisentina e Martana, presentano entrambe una folta macchia di vegetazione. Grazie a recenti studi archeologici si è scoperto che il livello del lago ha subìto innumerevoli variazioni. Ciò è dimostrato anche da resti sommersi che testimoniano insediamenti nell’età del bronzo. Durante l’età del ferro, invece, per motivi ancora oscuri, si è verificata una rapida evoluzione. Successivamente gli Etruschi hanno ridotto il punto naturale di tracimazione da 306 a 303 metri per recuperare le zone agricole invase dall’acqua. Ciò è stato possibile recidendo uno sperone di una roccia che impediva il flusso del percorso del fiume nell’area che tutt’oggi viene chiamata “sasso tagliato“. Attualmente il livello dell’acqua è determinato dalle paratoie che lo regolano poste a circa 303 metri nel porto di Marta. Oggi lungo le rive numerose sono le trattorie dove è possibile degustare le specialità locali a base di pesce.

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