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Fede e velo: in aumento le giovani italiane che si fanno suore

Secondo recenti sondaggi, le ragazze del Bel Paese che sentono la vocazione sarebbero in aumento. La percentuale resta comunque bassa, ma sale rispetto alla media degli ultimi anni. Perché questa tendenza spirituale positiva? In un momento storico di totale crisi dei valori, nulla sembra più lontano dalle speranze di una giovane del prendere il velo e diventare sorella e poi madre di una congrega di monache. Non solo le suore sono in aumento, infatti, ma anche le monache di clausura, che votano tutta la vita al silenzio e alla preghiera.

Forse alla lunga, i costumi sempre più rilassati e il continuo inquinamento emotivo e comunicativo del presente, stanno dando frutti opposti. abbiamo chiesto un’opinione a diverse donne, scelte a campione, e i risultati sono spesso simili.

“Fin da quando ero bambina, ho sempre pensato che le suore fossero magiche, persone buone e pulite, capaci di un contatto più profondo con il mondo – commenta Teresa Gospar, 36 anni, di Milano – addirittura, intorno ai 9-10 anni, pensavo di prendere i voti, ma sono stata dissuasa da una famiglia credente ma a modo suo, che ha visto solo un capriccio in questa mia vocazione. Forse, se mi avessero incoraggiata, ora sarei in convento”.

“Avevo 8 anni quando ho costretto mia madre a portarmi a visitare un convento di monache di clausura – spiega Giulia Rossi, 45 anni, di Trento – mi affascinava l’idea della vita contemplativa, e poi amavo tanto gli animali, volevo essere un San Francesco al femminile! Però, quando ho scoperto quante privazioni e quanta disciplina ci volessero, ho desistito”.

“Sembrerà una sciocchezza, ma mi ha spaventato il fatto che avessero i capelli rasati. Non lo sapevo, e dicevo sempre alla mia adorata suora catechista che volevo diventare come lei – racconta Simona Bellanti, 27 anni, di Genova – ma un giorno, per il gran caldo, si è tolta il velo per un istante e io, davanti alla prospettiva di tagliare i miei lunghissimi capelli, ho fatto un passo indietro. Non era una vocazione così forte!”.

Tra social media, selfie e precocità in ogni campo, l’idea che le giovani italiane conservino un posto speciale nel proprio cuore per la fede, è consolante.  Forse ci sarebbe bisogno di più strutture e più informazione, per accompagnare in maniera più costruttiva chi decide per questo cammino.

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