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Le vetrate del duomo di Milano: tra arte e sacralità

Mi Guidi vi porta alla scoperta delle vetrate del Duomo di Milano, che vi svelaranno la storia della tecnica vetraia, della cultura e della fede di ben 6 secoli

 

Il Duomo di Milano è un monumento davvero imponente ed immenso, visitarlo in poche ore è praticamente impossibile o almeno una sola visita veloce non rende possibile coglierne appieno la grandezza architettonica e insieme i suoi dettagli più raffinati.

Di solito, la maggior parte dei turisti rivolgo attenzione alle sculture presenti nel duomo di Milano, oppure alle sue Terrazze o al suo importantissimo Museo annesso; ma purtroppo in pochi sanno che le sue meravigliose vetrate meriterebbe una visita dedicata.

 

Le vetrate del Duomo di Milano sono proprio, insieme alle sue migliaia di statue e guglie, ciò che rende unica la cattedrale meneghina e che ne fa un simbolo internazionale.

Con le sue 55 vetrate monumentali, infatti, il Duomo non solo è un libro aperto sull’evoluzione dell’arte del vetro dal Quattrocento sino al Novecento, ma compie anche una panoramica geografica europea, legata alle maestranze di varia provenienza che vi lavorarono. Una storia fatta di maestri vetrai, di rapporti con la Veneranda Fabbrica del Duomo, di maestranze d’Oltralpe che qui hanno lavorato e da cui abbiamo inizialmente importato tecniche e colori (il rosso, in particolare dai francesi). Sei secoli di storia per comporre una delle Bibbie più incredibili della storia, la Bibbia di luce scolpita nel vetro.

 

Fin dai primi anni del Quattrocento, infatti, parallelamente ai cantieri di architettura e scultura, sorge vicino al Duomo il laboratorio per preparare le vetrate. Sotto la direzione di Michelino da Besozzo e Stefano da Pandino, vengono fabbricate le vetrate più antiche della Cattedrale (Sagrestia) e parte di quelle dei tre grandi finestroni dell’abside, dedicate al Nuovo e Antico Testamento e all’Apocalisse (quella centrale).

 

Mi Guidi, affermata realtà nel panorama culturale milanese che negli anni ha saputo distinguersi perché in grado di offrire all’utente la possibilità di conoscere Milano da punti di vista differenti, vi propone una visita guidata alla scoperta delle splendide vetrate del Duomo di Milano, alla cui costruzione e decorazione lavorò una lunga schiera di artisti.

 

Insieme alle guide di Mi Guidi, potrete ripercorrere la storia di questo capolavoro di luce e colore, dal lontano 1400 ad oggi.  Le vicende dei maestri vetrai, le antiche tecniche di lavorazione del vetro e dei pigmenti. Scoprirete come pezzi di vetro di diverse dimensioni divengono, uniti con delle strisce di piombo, immagini  sacre senza tempo.

 

Conoscerete le meraviglie di vetreria realizzate sui cartoni di Vincenzo Foppa, Arcimboldo e Albrecht Dürer. Proprio l’intervento di questo artista, davvero unico, e di Pellegrino Pelegrini (Vetrata dei Santi Quattro Coronati) segnarono l’inizio di un nuovo modo di operare che distingueva nettamente la fase di progettazione, affidata ad un valido pittore ma inesperto di tecniche vetrarie, da quella di realizzazione, attuata da una abile maestro vetraio.
Grandi novità di esecuzione vennero apportate durante la fine dell’Ottocento quando, con il rinnovamento culturale prodotto dal Romanticismo lombardo e con il “Gothic Revival” operato dal Palagi, dal Sanquirico e dall’Hayez, l’interesse per il patrimonio vetrario della Cattedrale di Milano crebbe moltissimo. In questo clima di rinnovamento operarono i Bertini, che impiegarono una nuova tecnica, quella della decorazione a smalto, sull’antico modello della vetrata istoriata. Avrete modo di ammirare la loro operare in ben 11 vetrate, tra le quali due absidali.

 

Avrete la possibilità di immergervi nella grande valenza religioso-spirituale di questi muri iridescenti: il cammino della luce, che ogni fedele era tenuto a compiere. La luce che in tutto il Medioevo assume un significato simbolico come espressione del divino, in opposizione alla materia buia, vista come simbolo del peccato.

 

Un mosaico di vetri colorati, metafora del riflesso divino. Metri quadrati di vetrate istoriate incastonate come preziosi nel marmo di Candoglia, tanto caro ai milanesi. Sarà una visita con il naso all’insù, a cercare di scorgere i particolari più nascosti e fuggevoli al nostro occhio terreno e tremendamente umano, al cospetto di tanta spiritualità.

 

 

 

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