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Diabete 2 e complicanze: i rischi acuti e cronici in assenza d’aderenza terapeutica

Uno dei quesiti di maggior dubbio e di complessità, oltre che adeguata risposta, ricercati da alcuni soggetti diabetici riguarda le complicanze associate a diagnosi diabete 2 nel lasso di tempo sia immediato (acute) che a lungo termine (croniche). Benchè il diabete sia oramai una patologia in costante aumento, tutt’oggi il corretto indirizzamento informativo continua ad essere scarso generando spesso confusione ed allarmismi che, pur dinanzi rischi cronici sicuramente importanti, possono esser opportunamente controllati col giusto follow up e prevenzione.

Le complicanze del diabete 2 sono divise, come accennato, in patologie acute e croniche con effetti diversificati in base alla situazione clinica personale del soggetto che, all’interno della valutazione anamnestica, deve tener conto di eventuali altri status patologici con effetti collaterali e/o associati sia in modo diretto che indiretto. Ciascuna delle singole complicanze, se diagnosticata precocemente associando uno stile alimentare, fisico ed igienico adatto alle nuove esigenze comportamentali definite dal tipo di aderenza terapeutica che il soggetto affetto da diabete 2 deve seguire – ovviamente non solo e prettamente farmacologico – può garantirne non solo la mancata comparsa quanto, in caso contrario, anche una celere ripresa.

Le patologie legate al diabete 2 di tipo cronico possono essere la crisi ipoglicemica, causata da un errore nell’assunzione d’ipoglicemizzanti al punto d’alterare così i livelli glicemici ematici con differenti fasi capaci d’indurre anche al coma diabetico, oppure scompensi nel quadro metabolico cellulare come nel caso della sindrome iperglicemica iperosmolare, responsabile di un complesso squilibro osmolare associato a livelli d’iperglicemia non inferiori ai 600 mg/dl con conseguente disidratazione ed alterazione del Ph. Entrambe, a loro modo, vantano dei rischi non diretti a carico cardiovascolare incrementando la percentuale di rischio per ischemie cardiache ed ictus.

Ben più complesse sono invece le complicazione croniche legate al diabete 2, interessando specificamente alcuni organi come i reni, con la nefropatia diabetica causata dal danneggiamento dei filtri capillari renali nella fase di escrezione e purificazione con rischio d’insufficienza renale bilaterale, o visiva, come la retinopatia diabetica a carico degli occhi col distacco progressivo dei vasi sanguigni dal fondo oculare con micro-lesioni, edemi localizzati capaci di alterare la naturale struttura oculare impedendo la filtrazione luminosa con relativa codifica delle immagini passando da cecità parziali e dalla gravità variabile sino alla totale cecità.

Ciò che non va assolutamente sottovalutato sono però le complicanze sistemiche a carico del sistema vascolare (vasculopatia) e neuropatico (neuropatia) inducendo una progressiva perdita sia della capacità circolatoria – con ivi annessi rischi cardiaci – che della percezione sensoriale e capacità motoria. Entrambe le situazioni, tanto per il diabete 2 quanto per le altre tipologie, sfociano comunemente del cosiddetto “Piede diabetico” da intendere come uno status di maggior suscettibilità al rischio infettivo a causa dell’iperglicemia e della mancanza di sensibilità in un’area particolarmente esposta a contatti batterici e/o virali tramite traumi indotti dal peso da sorreggere, dal modo di camminare oltre all’igiene – da intensificare in tali casi – derivata semplicemente dalle calzature, con possibile rischio infettivo attraverso 4 stadi sintomatologici ed altrettanti stadi di lesione che possono portare, nei casi più complessi, persino all’amputazione dell’arto.

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