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Come gli interventi alle emorroidi sono cambiati nel corso del tempo

In alcuni testi medici risalenti all’epoca medievale si legge che i dottori che avevano a che fare con pazienti con problemi gravi di emorroidi non andavano poi tanto per il sottile.

Attraverso un ferro arroventato, Medico medievaleera una prassi comune incenerire (nel vero senso della parola) le emorroidi più problematiche; in alternativa queste venivano asportate – senza anestesia, ovviamente – con una lama affilata.

A proposito di quest’ultimo metodo, per secoli non si seppe fare di meglio o quasi. Anche nei decenni passati quando non si riuscivano a risolvere questi disturbi proctologici si procedeva con l’emorroidectomia, ovvero l’asportazione dei cuscinetti.

Anche se ovviamente in epoca recente l’anestesia era un “beneficio” a disposizione dei pazienti, nel post-operatorio non mancavano i dolori e i tempi di convalescenza erano piuttosto lunghi.

Fortunatamente, in anni recenti è avvenuta un’importante svolta e sono stati messi a punto interventi alle emorroidi decisamente meno invasivi come ad esempio il metodo della Transarterial Hemorrhoidal Dearterialization (THD) che consiste nella dearterializzazione delle emorroidi e nel loro ripristino di posizione anatomica.

Questo metodo, molto apprezzato per via degli impatti minimi a carico del paziente, dei ridotti tempi di guarigione e della bontà dei risultati anche nel lungo termine, è disponibile anche in Italia presso molti ospedali e strutture sanitarie. L’intervento è a carico, inoltre, del servizio sanitario.

 

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