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“Sotto la pelle: tra Oriente e Occidente”

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  • 18 Giugno 2013

E’ online la gallery che raccoglie un insieme di rappresentazioni anatomiche dalla preistoria agli inizi del ‘900, mostrando l’interconnessione e talvolta la sovrapposizione tra la rappresentazione anatomica del corpo e la rappresentazione artistica, tra la rappresentazione medica e l’icona religiosa.

 Milioni di video e foto online alimentano la riproduzione digitale permanente e quotidiana dei nostri corpi. C’è una zona d’ombra però in questa trasparenza iconica che ci racconta ogni giorno: manca ciò che siamo sotto la pelle.  Ma siamo qualcosa sotto la pelle? C’è ancora un’identità nella radiografia?  Tra controlli programmati, gambe e braccia rotte, patologie più o meno gravi, ognuno di noi colleziona un discreto numero di rappresentazioni del corpo sotto la pelle. Dove finiscono?

Anche il consumismo dilagante e opprimente di immaginario digitale sembra indifferente alla nostra radiografia. Fa forse eccezione l’ecografia delle future mamme, che circola sempre di più su Facebook, da quella di Belen alle più comuni primipare attempate e non. Ma in quel caso non è un sotto la pelle, è un “dentro” carico di senso e di vita, una nuova identità che si forma.

Radiografie ed ecografie sembrano considerate oggetti separati dal sé e classificati come proprietà del medico e della medicina. Vengono conservate  perché serviranno per la prossima visita e non perché ci raccontano.

La galleria online SOTTO LA PELLE tra Oriente e Occidente raccoglie un insieme di rappresentazioni anatomiche dalla preistoria agli inizi del ‘900, mostrando l’interconnessione e talvolta la sovrapposizione tra la rappresentazione anatomica del corpo e la rappresentazione artistica, tra la rappresentazione medica e l’icona religiosa. Il corpo anatomico, il corpo sotto la pelle non è un’entità anonima, impersonale, asettica, isolata. E’ una presenza in un paesaggio, è il sotto di un volto, è la reliquia potente di un santo scorticato. E’ parte di un contesto che lo significa. In alcune rappresentazioni, solo il sotto la pelle rivela l’autenticità del corpo e del soggetto. La pelle  è schermo, ostacolo da rimuovere.

Le immagini selezionate non mirano a ricostruire in modo esaustivo le diverse modalità di rappresentare il sotto la pelle  ma a mostrarci che può essere  raccontato con frame diversi da quelli medico/scientifici che sembrano essere egemoni nel contemporaneo. Questo percorso non segue unicamente una traiettoria diacronica e non si limita  ad una prospettiva eurocentrica, ma guarda anche ad Oriente, alle illustrazioni anatomiche persiane, indiane, cinesi e giapponesi, scoprendo analogie inattese.

Incorniciare la radiografia, sottrarla alla cartella medica, così come nel passato gli anatomisti arricchivano lo scheletro con paesaggi, ornamenti, volti potrebbe essere uno stimolo anche per nuovi percorsi di cura. Lo dimostra l’esperimento artistico e personale di Salvatore Iaconesi che ha condiviso online la cartella clinica e le risonanze magnetiche che mostrano il suo tumore al cervello. L’appropriazione e la condivisione del sotto la pelle come strumento per una nuova percezione dello schema corporeo e una nuova modalità di confrontarsi con la malattia e la cura.

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http://www.ilcorpo.com/it/gallery/sotto-la-pelle_7.htm

 

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