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Con il Gal i “cervelloni” della ricerca energetica ad Asiago

Un meeting di scienziati internazionali coordinati dall’Università di Padova

In questi giorni si è svolto ad Asiago un importante meeting tra i più autorevoli ricercatori europei nel campo dell’industria energetica.

Il Gal Montagna Vicentina ha provveduto infatti all’ospitalità e alla logistica di un prestigioso team di professori provenienti dalle università di Germania, Polonia, Lettonia e Russia, coordinate dai professori Michele Forzan e Sergio Lupi dell’Università di Padova.

L’iniziativa è frutto del Progetto Tempus della Comunità Europea che promuove scambi e collaborazioni tra i ricercatori di maggior rilievo delle nazioni europee, favorendo i confronti tra i principali scienziati e sostenendo la mobilità degli studenti e dei giovani insegnanti, per una cooperazione concreta nello sviluppo dell’industria energetica.

Durante la tre-giorni di Asiago, gli studiosi hanno condiviso le proprie esperienze, confrontando i risultati delle rispettive ricerche, sino alla definizione della pubblicazione di testi innovativi. Le sessioni di lavoro si sono svolte nella Sala Giunta della Comunità Montana dei Sette Comuni.

I professori, che hanno soggiornato all’Hotel Gaarten di Gallio e sono stati assistiti dagli operatori del Gal Montagna Vicentina, hanno apprezzato l’Altopiano di Asiago 7 Comuni, non soltanto per gli aspetti naturalistici, ma anche per la serenità e la tranquillità che il luogo trasmette, condizioni indispensabili per una buona riuscita del meeting.

Asiago e l’Altopiano ringraziano l’Università di Padova e la Comunità Europea per aver scelto la Montagna Vicentina quale sede di lavoro per i più prestigiosi rappresentanti della ricerca energetica mondiale. Ospiti così autorevoli come i ricercatori del progetto Tempus sono sempre i benvenuti!

Giuliano Dall’Oglio

Video news al link http://www.asiago7comuni.it/videofilmati.asp?nyhetsID=70

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Conferenza Internazionale Women&Technologies®: e-Nutrition e Premio “Le Tecnovisionarie® 2012”

Milano, 6 novembre 2012
Camera di Commercio di Milano, Sala Conferenze
Via Meravigli 9/B, Milano

 

 

COMUNICATO STAMPA – 24.04.2012

Ritorna, anche quest’anno l’appuntamento con Women&Technologies® 2008-2015, la Conferenza Internazionale ideata per valorizzare il talento femminile negli ambiti della ricerca, dello sviluppo tecnologico e dell’innovazione, con particolare riguardo ai temi d’interesse di Expo 2015.

L’edizione 2012 si svolgerà il 6 novembre presso la Sala Conferenze della Camera di Commercio di Milano (Via Meravigli 9/B) e sarà dedicata al tema “e-Nutrition”.

Nata nel 2007 da un’idea di Gianna Martinengo, imprenditrice e pioniere in Italia nell’ambito del rapporto tra apprendimento e tecnologia, fin dalla prima edizione nel 2008 Women&Technologies® ha raggiunto importanti traguardi di consensi da parte di personalità del mondo scientifico, accademico, politico, istituzionale e imprenditoriale, per aver saputo far convergere grandi temi di attualità nell’ambito di un appuntamento annuale di richiamo e successo nel panorama scientifico internazionale.

L’edizione 2012 si contraddistingue dalle precedenti per essere la conferenza di apertura del triennio dedicato all’alimentazione, un tema fortemente connesso alla salute, alla sostenibilità e all’innovazione, in correlazione con il programma preparatorio verso “EXPO 2015”.

Il dibattito verterà sull’applicazione della scienza e della tecnologia in favore di un’alimentazione consapevole con particolare riguardo alla figura femminile, da sempre legata al tema della nutrizione. L’obiettivo è quello di fornire una visione completa e fruibile dal consumatore finale, delle nuove frontiere dell’alimentazione connesse con la prevenzione, la tutela, lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile e la trasparenza delle informazioni.

Più di 400 donne e uomini dal mondo dell’industria, dell’Università e della Pubblica Amministrazione sono attesi per prendere parte all’evento di quest’anno.

Come di consuetudine, sarà parte integrante della conferenza, il premio “Le Tecnovisionarie® 2012″ che ha lo scopo di valorizzare donne capaci di “inventare il futuro” creando tecnologie, donne che con il proprio lavoro hanno testimoniato di saper coniugare creatività, innovazione e qualità della vita.


Ufficio Stampa: [email protected] tel. +39 0287285350

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IV edizione Conferenza Internazionale Women&Technologies®: e-Health e Premio “Le Tecnovisionarie ®2011”

IV edizione

Conferenza Internazionale
Women
&Technologies®: e-Health

e Premio “Le Tecnovisionarie ®2011”

 

Con l’adesione del Presidente della Repubblica

 

lunedì 7 novembre 2011, 9.30-16.30

Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci”

Auditorium – Via San Vittore 21, Milano

 

COMUNICATO STAMPA – 26.10.2011

 

Un modo diverso di concepire l’approccio femminile alle tecnologie: una nuova visione del rapporto tra donne e tecnologie affrontata non come problematica di genere, ma come strumento per identificare e valorizzare il talento femminile nella ricerca, nello sviluppo tecnologico e nell’innovazione, avendo particolare riguardo ai temi di interesse di Expo 2015.

 

Nasce così, con questa “visione” dell’Associazione Donne e Tecnologie, la IV edizione di  ‘Women&Technologies®: e-health’. Lo scenario è quello del  Museo Nazionale della Scienza e della tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano (partner della iniziativa) e  l’appuntamento è fissato per il prossimo 7 novembre.

 

La giornata, ideata da Gianna Martinengo, che del rapporto tra tecnologie e innovazione ha fatto uno dei temi principali della sua vita professionale di ricercatrice e imprenditirice,  si snoderà attraverso una Conferenza Internazionale, un Premio Internazionale (“Le Tecnovisionarie®”) e un Laboratorio permanente di idee attorno al tema prescelto per l’edizione 2011: la ricerca e l’innovazione nell’ambito della salute, con particolare enfasi sulle tecnologie applicate sia alla diagnosi precoce delle malattie, sia alla cura delle patologie, anche rare.

 

La Conferenza si articolerà attraverso tre tavole rotonde:

 

–          Nuove frontiere della diagnosi e terapia: biomarcatori, imaging e robotica(coordinata da Daniela Bellomo, Direttore Generale TT Factor, Campus IFOM-IEO). Le soluzioni tecnologiche permettono di centrare con sempre maggior chiarezza la diagnosi patologica. Si passa dal probabile al quasi certo, il che consente, grazie alle nuove tecnologie, di gestire meglio la situazione terapeutica. Si analizzeranno, ad esempio, le tecnologie dell’imaging: PET, TAC, risonanza magnetica e si approfondiranno le tematiche connesse all’utilizzo ed ai benefici per i pazienti dell’imaging, dei marcatori molecolari e del robot in sala operatoria.  Infine la fase dedicata all’analisi della percezione di pubblico e pazienti della ricerca biomedica, del ruolo dei media e delle sue ricadute applicative disegnerà il ponte tra operatori e pazienti, tra medici e cittadini.

 

–          Malattie rare e neglette (coordinatrice Maria Luisa Nolli, CEO Areta  International): sono patologie che non sempre hanno a disposizione adeguati strumenti per affrontarle. Le malattie rare colpiscono 5 persone su 10000. Spesso sono a carico di bambini e di neonati. Le malattie neglette sono causate da funghi, batteri e parassiti. Colpiscono soprattutto i Paesi più poveri che non posseggono gli anti infettivi tradizionali. Quali esperienze – in qualche modo controcorrente perché antieconomiche, visti i “numeri” degli affetti dalle patologie – possono offrire quei pochissimi istituti e case farmaceutiche che in maniera – anche loro – “visionaria” hanno comunque sviluppato farmaci per tale tipo di malattie?

 

–          “Del Valore delle donne” (coordinata da Alessandra Perrazzelli, CEO Intesa San Paolo Eurodesk) :  la tavola rotonda  affronterà i temi del lavoro tecnologico femminile dal punto di vista economico e organizzativo, ma anche filosofico e psicologico. Il concetto di peculiarità “morale” al femminile, le differenze di genere riguardanti il processo decisionale/cognitivo, l’impatto socio-economico del lavoro femminile in Italia, la diversità del “femminile” nel lavoro in ambito tecnologico e l’inevitabile dover fare i conti con la retorica, costantemente in agguato quando si approcciano tali tematiche, saranno le linee guida del dibattito

Il Premio Internazionale “Le Tecnovisionarie®” 2011, invece, è dedicato ogni anno  alle donne  che hanno contribuito, nella Ricerca, nella PA e nell’Impresa, ad inventare ‘il futuro tecnologico’. Le Tecnovisionarie 2011 sono proposte sul portale www.womentech.info, sito che è il centro propulsore del Laboratorio Permanente sui temi della ricerca e dello sviluppo tecnologico (più di un milione di visite da 70 Nazioni).

La Giuria per l’assegnazione del Premio “Le Tecnovisionarie®” è composta da 8 esperti nel campo della cultura e della comunicazione:

–          Diana Bracco, Presidente della Fondazione Milano per Expo 2015

–          Giovanni Caprara, giornalista del Corriere della Sera

–          Deborah Chiodoni, Direttore Relazioni Esterne e stampa, Museo della Scienza e della tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano

–          Giovanna Luini Gatti, scrittrice, medico e comunicatore scientifico IEO

–          Gianna Martinengo, Ideatrice e Chairperson di ‘Women&Technologies®

–          Silvia Rosa Brusin, giornalista conduttrice di Leonardo, Rai3

–          Massimo Scaccabarozzi, AD Janssen-Cilag SPA e presidente di Farmindustria

–          Federica Villa, Dirigente Presidenza e Relazioni Istituzionali Camera di Commercio di Milano

 

I premi riguarderanno:

–          le donne che hanno dedicato la propria passione e professionalità “tecnovisionaria” a uno dei due ambiti fondamentali del rapporto tra scienza, salute e tecnologia: le Biotecnologie (Premio Bio WomenTech)

–          le donne che hanno dedicato la propria passione e professionalità “tecnovisionaria” a uno dei due ambiti fondamentali del rapporto tra scienza, salute e tecnologia: le Nanotecnologie (Premio Nano WomenTech)

–          le donne impegnate nella innovazione aerospaziale in ambito salute, oppure nel trasferimento tecnologico dalla ricerca aerospaziale all’ambito salute. “Tecnovisionarie” dallo straordinario all’ordinario (Premio “Spazio” alla salute)

–          le donne che hanno permesso, grazie al loro “essere tecnovisionarie”, innovazioni significative negli ambiti medicina d’emergenza e delle catastrofi, con particolare attenzione ai Paesi in via di sviluppo o colpiti da calamità (Premio donne d’emergenza, donne in emergenza)

–          le donne, giornaliste o divulgatrici, impegnate nel complesso compito di rendere accessibile e “alla portata di tutti” i complessi temi legati alla salute, tramite i più diversi media e format (Premio divulgazione scientifica: se dico salute…)

–          le donne, giovani ricercatrici nel settore delle bio e nano tecnologie (Menzione speciale Associazione Donne e Tecnologie)

 

Ufficio Stampa: [email protected] │tel. +39 0287285350

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Dentisti sempre più giù: -13% in tre anni e il problema è strutturale

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  • 6 Ottobre 2011

In ulteriore calo del 3% i pazienti dei dentisti italiani. Dalle ultime rilevazioni dell’istituto di ricerca Key-Stone su un campione di  1.000 studi intervistati tra luglio e settembre 2011 emerge una forte riduzione delle visite nel primo semestre 2011, che peraltro conferma la tendenza negativa registrata già negli anni scorsi. Questo calo infatti si va ad aggiungere al -4,3% del 2010 e al -7,1% del 2009. Con una riduzione complessiva dall’inizio della crisi stimato in – 13,5% corrispondente a circa 2,5 milioni di pazienti in meno per gli studi dentistici privati italiani.

In difficoltà gli studi mono-professionali. In Italia il comparto degli studi è formato soprattutto da “microstrutture”: ben il 75% degli studi infatti ha soltanto una o due poltrone. Per loro continuare ad essere efficienti è sempre più difficile: talvolta i costi fissi dell’attività diventano talmente incidenti da non poter avere spazi di manovra sui prezzi applicati ai pazienti, che quindi si allontanano sempre di più dagli studi mono-professionali,  richiamati dall’appeal dei prezzi contenuti di studi grandi o catene.

Sempre più in auge l’odontoiatria “commerciale”. IL nuovo fenomeno che va espandendosi: studi di grandi dimensioni o composti da sistemi di affiliazione o associazionismo di studi privati, franchising, Enti (pubblici, semi-pubblici, universitari, ecc.) scendono in campo con offerte e prezzi molto competitivi, e diventano modelli alternativi e di successo. E se la qualità complessiva delle prestazioni rimane più che accettabile – aspetto imprescindibile – è chiaro che, con la riduzione lenta ma inesorabile dei pazienti, avranno un ruolo sempre più dominante. I loro fattori chiave di successo sono la capacità di ottenere la “massa critica” che consente di mantenere alta la qualità, l’attitudine a comunicare generando domanda e la competitività del prezzo.

La prevenzione è un vantaggio economico. Molte analisi di mercato dimostrano che all’aumentare delle visite la spesa pro-capite diminuisce. Proprio le fasce appartenenti ai ceti medio bassi avrebbero un vantaggio maggiore a frequentare più sovente lo studio dentistico. Questa potrebbe essere allora un’alternativa valida per mantenere l’appealing degli studi anche piccoli.

La comunicazione, nuovo fattore chiave per lo studio odontoiatrico del futuro. Intesa soprattutto come sensibilizzazione e coinvolgimento della popolazione, una comunicazione efficace deve agire con operazioni mirate direttamente nel proprio ambiente e nel proprio ambito di competenza: i propri pazienti ed ex-pazienti e relative famiglie. Il potenziale bacino di Italiani rispetto al quale i dentisti possono avere un ruolo attivo in tema di comunicazione è stimato in oltre 18 milioni di pazienti, considerando che il 60% delle famiglie ha o ha avuto un dentista di fiducia.

“Tutti sappiamo come in questi anni il Paese viva una fase assai complessa – commenta Roberto Rosso, Presidente Key-Stone – una situazione nella quale la ridotta capacità di spesa è dovuta anche all’aumento delle occasioni di acquisto. Occorre quindi che il settore operi anche in ottica di maggior organizzazione commerciale ed è necessario che alcune logiche di marketing, in particolare della comunicazione di marketing, entrino a far parte della quotidianità dello studio dentistico. Soprattutto in considerazione dell’abbattimento delle barriere che ostacolavano l’uso di strumenti e mezzi particolarmente incidenti sulle abitudini dei cittadini, come la pubblicità e le promozioni”.

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Womentech NEWS – settembre 2011

  I Protagonisti di Women&Technologies® 2011
Online sul portale www.womentech.info potete consultare i profili dei relatori e dei membri del comitato strategico e di programma di Women&Technologies® 2011.
  Definito il programma di Women&Technologies® 2011
È disponibile sul portale www.womentech.info il programma aggiornato dell’edizione 2011 di Women&Technologies che si terrà anche quest’anno presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano, il 7 novembre 2011.
  Aperte le registrazioni alla conferenza Women&Technologies® 2011
Tramite il portale www.womentech.info è da oggi possibile registrarsi per partecipare alla conferenza sia per il pubblico che per gli operatori della stampa. Per registrarsi:
> Pubblico                                                       > Giornalisti
  Segnala la Tecnovisionaria® 2011
È stata lanciata la IV edizione del Premio Internazionale “Le Tecnovisionarie®” 2011, con l’obiettivo di porre in risalto le “donne visionarie” che, con il proprio lavoro nella Ricerca, nella Pubblica Amministrazione o nell’Impresa, hanno saputo “inventare il futuro”, coniugando innovazione e tecnologie, mantenendo una visione d’insieme e una necessaria centralità della persona. La scadenza per la presentazione delle candidature è il 14 ottobre.

Vi invitiamo caldamente a segnalarci eventuali nominativi che consideriate meritevoli tramite l’apposito modulo onlineSegnala la Tecnovisionaria® 2011

La cerimonia di premiazione avverrà nel corso della serata di gala che si terrà presso Palazzo Cusani a conclusione della conferenza. La serata, ad inviti vedrà la partecipazione di 140 persone, decisori dell’impresa, dell’università, della pubblica amministrazione e personalità del mondo scientifico e dei media.

  Nuovi sostenitori di Women&Technologies® 2011
Intesa San Paolo, InfoCamere, Gruppo Multimedica e SEA si aggiungono ai numerosi enti ed aziende che sostengono Women&Technologies®.
Women&Technologies® è promossa da Associazione Donne e Tecnologie.

L’Associazione Donne e Tecnologie identifica e valorizza il talento femminile nelle tecnologie, al servizio della ricerca scientifica, dell’orientamento dei giovani e di modelli imprenditoriali innovativi e sostenibili.

Per associarsi cliccare qui.

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Il ruolo della cromatografia nell’industria farmaceutica

La cromatografia è una tecnica separativa che si usa da anni nel settore della ricerca e che ha fato il salto nei contesti industriali diventando una delle metodologie più utilizzate per la separazione e identificazione di componenti chimici in miscele e sostanze combinate.

La disgiunzione dei componenti avviene nel momento di trasformazione a fasi diverse, quando questi si ripartono, in funzione della loro affinità con ogni fase. La fase stazionaria ha di solito la forma di materia solida o gel, mentre la fase mobile, quella che si porta indietro i componenti affini, è liquida o gasosa.

La tecnica cromatografica ha quindi delle applicazioni importanti nelle industrie che manovrano composizioni chimiche come l’industria petrochimica, ma è nell’industria farmaceutica dove le proteine separate all’interno delle siringhe fanno la differenza, permettendo la produzione di anticorpi contro cellule batteriche vive o morte e contro tossine e enzimi dannosi per la salute.

Due dei metodi cromatografici più importanti sono la gascromatografia e la cromatografia liquida, che può essere al alta prestazione (HPLC) o classica.

La separazione per gascromatografia si realizza in colonne all’interno delle quali la divisione avviene tra la fase stazionaria, solida o liquida supportata su solido e una fase mobile a gas. Considerato che i componenti devono poter passare a stato gas in un intervallo di temperature raggiungibile nei lavoratori, non tutte le sostanze possono essere separate in questo modo, già che alcune richiedono temperature molto alte alle quali i forni a disposizione non possono arrivare.

Nel caso della cromatografia liquida, la fase mobile non è gasosa ma liquida. L’HPLC (high performance liquid cromatography) è una variante della cromatografia liquida che attraverso pressioni elevate dell’ordine di centinaia di atmosfere riesce a dividere soluzioni di numerose tipologie diverse in tempi molto veloci (anche pochi minuti) e con risultati altamente efficienti che richiedono meno depurazioni ulteriori mediante filtri per siringa e purificatori. Di conseguenza, è una delle tecniche più estese tra le industrie. L’HPLC utilizza dei tubi in acciaio inossidabile in grado di supportare le altre pressioni che richiede questa metodologia e che si conoscono come colonne hplc .

Nella specifica circostanza della lavorazione di anticorpi, la purificazione della sostanza anticorpale avviene dopo che la proteina in oggetto è stata iniettata sul soggetto test (di solito un coniglio) e il suo sangue è stato raccolto ed è passato il filtro della precipitazione in Solfato d’ammonio.

L’applicazione farmaceutica inversa consiste nell’identificazione di proteine specifiche all’interno di anticorpi per la creazione di medicinali. Gli anticorpi sono infatti il miglior modo per identificare le proteine grazie ai loro alti livelli di specificità e affinità. La quantificazione delle proteine presenti si realizza attraverso un rilevatore, di solito a fluorescenza, che analizza le uscite situandosi alla fine della colonna. Tutti gli elementi del sistema HPLC sono connessi attraverso tubi assicurati con fitting hplc specifici in forma di ghiere. Il rilevatore a fluorescenza è più sensibile del più esteso metodo ad assorbimento UV e quindi più usato nella rilevazione di proteine, però riesce a lavorare solo con certi tipi di sostanze per cui la scelta tra uno e l’altro dipenderà in molti casi del solvente in analisi.

La cromatografia, per la sua efficacia e velocità particolarmente se combinata con altri strumenti e scoperta nel 1906, rimane uno degli avanzamenti più pratici e più estesi nel mondo dell’investigazione e della ricerca industriale.

Articolo a cura di Alba L
Prima Posizione srl – web site marketing

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Gramscisource.org: gli scritti di Gramsci per tutti.

L’International Gramsci Society Italia e il Centro interuniversitario di ricerca per gli studi gramsciani lanciano un ampio progetto per la digitalizzazione e la libera fruizione online di tutte le opere del pensatore sardo. Per studiosi, lettori e studenti di tutto il mondo.

Dopo oltre due anni di lavoro preliminare, finalmente lo scorso 2 luglio, con una riunione partecipata dei soci e delle socie, l’ International Gramsci Society Italia e il Centro interuniversitario di ricerca per gli studi gramsciani hanno lanciato ufficialmente il progetto di digitalizzazione delle opere di Antonio Gramsci.

Antonio Gramsci è indubbiamente uno dei pensatori più letti, citati e studiati del  mondo, uno dei nomi che maggiormente hanno influito e influiscono ancora sulla storia del pensiero occidentale, come storia delle dottrine politiche, dell’economia, della critica letteraria e molto altro ancora. Nel secondo dopoguerra l’ampio e articolato corpus dei suoi scritti (articoli, lettere e quaderni) è divenuto fruibile grazie a numerose pubblicazioni, eppure oggi esso non è più facilmente accessibile in cartaceo, né è ancora disponibile gratuitamente e liberamente online.

Molti dei volumi che raccolgono i testi gramsciani infatti non sono più disponibili nelle comuni librerie e sono ormai anche molto difficili da reperire nelle librerie antiquarie; l’accessibilità alle opere del pensatore sardo è pertanto oggi pesantemente limitata, tanto per gli studiosi, soprattutto delle generazioni più giovani ,che non hanno avuto modo di acquistare edizioni mai più ripubblicate, tanto per i semplici lettori.

Nell’era della comunicazione virtuale e istantanea, inoltre, le opere di autori quali Spinoza, Kant o Nietzsche sono in rete grazie a siti dedicati, sviluppati come ipertesti di notevole potenza che permettono ricerche testuali, download, aggiornamenti continui. Grazie ai finanziamenti della Comunità Europea, questi nuovi strumenti per la ricerca sono liberi e gratuiti.

Urge pertanto una fruizione libera e totale, quale quella permessa online, anche delle opere di Antonio Gramsci; l’International Gramsci Society Italia ha così avviato da tempo un progetto per la realizzazione di un sito dedicato a tutti gli scritti del pensatore sardo, discusso anche nell’assemblea dei soci dell’associazione dello scorso maggio.

Il sito intende essere uno strumento di diffusione democratica delle opere di Gramsci per un pubblico planetario sempre più vasto di lettori e lettrici, e sempre meno in grado di investire denaro nell’acquisto di libri; la domanda di cultura e di formazione che viene dal basso ha oggi infatti caratteristiche e forme che devono essere intercettate e guidate. In secondo luogo il sito intende andare incontro ai  nuovi modi  di fare ricerca  affermatisi negli anni più recenti, che  hanno bisogno di supporti elettronici non come semplici succedanei dei libri, ma come specifici mezzi, dotati di caratteristiche proprie, che consentono sviluppi specifici alla ricerca.

Il portale, Gramscisource.org, che vedrà la luce a breve, renderà disponibile in formato digitale l’intero corpus di articoli, note e lettere di Gramsci, permetterà la ricerca contestuale, promuoverà lo studio dei testi e faciliterà l’interscambio tra gli studiosi di Gramsci nei cinque continenti.

International Gramsci Society – Italia http://www.igsitalia.org

Centro interuniversitario di ricerca per gli studi gramsciani

http://www.igsitalia.org/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=48&Itemid=76

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“TRACCE DI SPORT” CON ANDRE ZORZI SU RAI NEWS, GAZZETTA DELLO SPORT E RADIO 24.

Tracce di Sport è un’attività di ricerca e comunicazione ideata da Elena Donaggio (ricercatore IRS) e Andrea Zorzi (ex campione di pallavolo e giornalista sportivo) che trova spazio sui media Rai News, Gazzetta dello Sport e Radio 24. Iniziato nel 2010 con il primo viaggio in Italia, il progetto ha l’obiettivo di guardare allo sport dalla duplice prospettiva del ricercatore e dello sportivo.

Il 2011, anno in cui si celebra il centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia, vede Elena Donaggio e Andrea Zorzi di nuovo in viaggio attraverso la storia passata e presente delle nazione, per scoprire e riscoprire i luoghi più significativi della sua storia sportiva e sociale. Le finalità sono quelle di instaurare un dialogo con soggetti e pubblici diversi, sperimentando nuovi linguaggi e modalità di comunicazione per raccontare l’universo della sportività in Italia.

Quest’anno l’esperienza di comunicazione sarà notevolmente amplificata: oltre alla trasmissione vera e propria in onda su Rai News (una puntata al giorno, dalla metà di maggio), il pubblico potrà seguire e interagire con il team di Tracce di sport anche attraverso il blog ufficiale (a cura di Webgriffe), il blog dedicato da Gazzetta dello sport, e le piattaforme sociali facebook e twitter, che saranno costantemente aggiornate e arricchite di materiali. Parte integrante del team di Tracce di sport sarà infatti costituito dalla neonata struttura ALTRAROBA, pool di creativi indipendenti di cui fanno parte il fotografo Luigi Ottani, il videomaker Andrea Calderone e il copywriter Diego Fontana: ALTRAROBA ha ideato e realizzato i trailer del programma, e sarà direttamente coinvolta nella realizzazione dei servizi video e delle interviste con i differenti enti sportivi italiani e nella gestione dei contenuti web.

Partner del progetto sono: IRS – Istituto per la Ricerca Sociale e ICS – Istituto per il Credito Sportivo.
Enti patrocinanti: Coni (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) e Cip (Comitato Italiano Paralimpico).
Sponsor: CSI – Centro sportivo italiano e Energy Resources.

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Soffri nel guardare un prelievo? Guarda che ti passa!

È abitudine e consuetudine per molti quello di girarsi evitando di puntare gli occhi sulle siringhe.In questo modo si crede di provare meno dolore proprio perché non si guarda, ma un recente studio afferma esattamente il contrario. Secondo questa originale ricerca il risultato risulta infatti in contro tendenza, rispetto a questa diffusa abitudine. Sono gli stessi infermieri poi a consigliare di girarsi quando si effettua un prelievo del sangue, soprattutto nel caso in cui si sia sensibili all’argomento. La ricerca riguarda uno studio portato a termine dall’Università di Milano Bicocca e dell’University College di Londra, la notizia è stata successivamente pubblicata su Psychological Science (una rivista che si occupa appunto di scienza). Questa ricerca ha dimostrato che guardare il nostro corpo nel momento in cui si vive un’esperienza dolorosa porta ad un’azione antidolorifica.

La percezione in tutto questo riveste un ruolo fondamentale, osservare e percepire quello che sta accadendo addirittura fa sentire meno dolore. Una notizia che certamente sconcerta e che fa tremare soprattutto i più sensibili, quelli che alla sola visione di uno di quei filtri per siringa, già tremano al pensiero. Ma ecco i dati dell’esperimento condotto: è stato portato avanti da Flavia Mancini (dottoranda di psicologia presso l’ateneo di Milano) nei laboratori di Londra con l’ausilio di 18 volontari. I volontari tutti sani al momento del test, è stato testato quanto caldo deve essere un oggetto affinché venisse percepito come doloroso, tutto questo in diverse condizioni.

I ricercatori hanno quindi sondato e capito se si verificavano cambiamenti per quanto riguarda la soglia del dolore percepito in relazione al fatto che vi fosse o meno il contatto visivo con quello che stava accadendo. In pratica verificando le reazioni del partecipante guardando o meno la parte dolorante, e inoltre ingrandendo o diminuendo l’area visiva con l’aiuto di uno specchio. Si è notato e si può notare anche osservando il video stesso, che nel momento in cui i volontari del test guardavano la parte dolorante, in questo caso la mano, lo stimolo doveva essere di 3 gradi centigradi superiore (quindi più caldo) rispetto a quando questi non guardavano direttamente la ferita ma altrove. Si è osservato inoltre che aumentando le dimensioni della parte stimolata, il dolore che veniva percepito diminuiva, al contrario meno i partecipanti riuscivano a vedere la propria mano maggiore era il dolore che il partecipante percepiva, questo era proprio collegato in base alla grandezza naturale dell’oggetto stesso che veniva usato.

Questo studio conferma ancora una volta l’importanza dei nostri sistemi sensoriali e percettivi, in particolare alla vista e quindi della relazione tra questi e il dolore e usarlo anche nei macchinari medici quali la tac o in altri nuovi macchinari quali gli accessori gascromatografia. Questa importante scoperta potrà essere applicata anche in altri settori e soprattutto in campo clinico e applicativo, come confermano gli stessi psicologi e studiosi del campo.

Articolo a cura di Elena Tondello

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Ricerca Kelly Services – In ufficio come in spa: obiettivo benessere.

In ufficio come in spa: obiettivo benessere. Questo in sintesi quanto dichiarato da oltre 100mila italiani a Kelly Services, multinazionale americana specializzata nei servizi per le risorse umane. Il terzo capitolo del Kelly Global Workforce Index TM, l’indagine condotta su oltre 100mila lavoratori da un istituto di ricerca indipendente, evidenzia infatti come anche per i lavoratori italiani cresca l’importanza dei benefit aziendali per incentivare la produttività: il 74% degli intervistati afferma addirittura che la salute e più in generale il benessere del lavoratore dovrebbe essere contemplata nelle tante variabili che definiscono il compenso per le proprie prestazioni. Questa la premessa che spiega perchè il 41% del campione intervistato si dichiari convito di come l’efficienza individuale potrebbe essere potenziata vincolando l’erogazione di incentivi – premi produttività, ma anche formazione, riduzioni per l’iscrizione in palestra…- al raggiungimento di obiettivi; una certezza più maschile (46%) che femminile (35%).
Nonostante la diffusa convinzione, in molti lamentano come questa prassi sia poco diffusa nel Belpaese: il 64% del campione intervistato racconta infatti come la prassi meritocratica –applicata tanto al singolo individuo quanto al team di lavoro- sia del tutto estranea alla propria esperienza professionale.
Sempre secondo i dati raccolti, escluso il fattore stipendio, nella hitlist dei desiderata dei lavoratori italiani ci sarebbe al primo posto il trainig (46%), considerato un investimento a lungo termine per la carriera, seguito dalla flessibilità negli orari (15%) e, a stretto giro, dall’aumento del tempo libero a disposizione. Una classifica che però viene stravolta se il campione considerato è omogeneo rispetto alla variabile sesso: in questo caso la flessibilità per le donne aggrega il 19% delle preferenze mentre la medaglia di bronzo per il benefit più ambito dagli uomini va alla possibilità di disporre di una vettura aziendale (12%).
“Il ruolo che il lavoro gioca nella vita del singolo individuo non si esaurisce all’esercizio di una professione allo scopo di trarne meri benefici economici, ma sempre più spesso determina in modo importante il benessere psicofisico della persona in termini di autostima e senso di realizzazione – dichiara Stefano Giorgetti, Direttore Generale di Kelly Services – E’ dunque naturale che questi aspetti rappresentino una leva di importanza crescente per il lavoratore, soprattutto in una società, come quella attuale, in cui anche come conseguenza dell’allungamento dell’aspettativa di vita il concetto di salute è sempre più un obiettivo da raggiungere e migliorare più che uno stato da preservare ”.
L’indagine realizzata da Kelly Services accende i riflettori anche su un altro interessante trend emergente e cioè l’influenza che l’importanza del concetto di benessere esercita nel determinare l’utilizzo di nuove leve di incentivo. Il 91% del campione considera infatti importante avere a disposizione benefit che abbiano ripercussioni sulla salute e il 74% si spinge addirittura ad attribuire al proprio datore di lavoro precise responsabilità in termini di benessere psicofisico dei dipendenti. Un dato però che viene parzialmente smentito quando al campione si chiede se sia opportuno introdurre incentivi che incoraggino a correggere cattive abitudini di vita (per esempio fumo, obesità, sedentarietà), con il 41% del campione che si dichiara contrario a ingerenze dirette da parte del datore di lavoro per correggere i piccoli vizi di cui si è schiavi.

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Implantologia dentale: quasi un milione di Italiani sotto i ferri

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  • 26 Novembre 2010

Da una ricerca Key-Stone le evidenze dello sviluppo dell’implantologia orale,
tra innovative tecniche chirurgiche e ruolo crescente del paziente.

Conclusa un’estesa ricerca Key-Stone – istituto specializzato nel settore della salute e benessere – svolta su un campione rappresentativo di oltre 800 dentisti, ed effettuata in collaborazione con la SIO, Società Italiana di Implantologia Osteointegrata.

– Due terzi degli studi praticano implantologia: Sono ormai oltre 24.000 gli studi dentistici che praticano implantologia, di questi poco più del 20% si avvale di un consulente esterno e il 13% si dichiara specializzato in implantoprotesi. La percentuale di studi che praticano questa disciplina aumenta del 5% all’anno, passando dal 55% del 206 al 67% del 2010.

– Implantologia soprattutto negli studi più grandi: La segmentazione per anno di apertura evidenzia un progressivo incremento della base di trattanti negli studi più recenti. All’aumentare delle dimensioni dello studio la percentuale di coloro che praticano implantologia evolve in modo significativo, tanto da raggiungere quasi il 90% negli studi con tre o più poltrone.

– Quasi un milione di italiani sotto i ferri: La proiezione statistica sul totale dell’universo di riferimento porta a stimare in circa 900.000 i pazienti che sono stati sottoposti a trattamenti implantari nell’ultimo anno, con una media di circa 40 per ogni studio dentistico.

– Un fenomeno particolarmente sviluppato nel Nord Italia e negli studi di più antica apertura: Nel Centro Sud il numero inferiore di pazienti è probabilmente dovuto anche ad una maggiore presenza di studi di piccole dimensioni. Gli studi meno recenti hanno una base di pazienti leggermente più ampia, probabilmente grazie ad una clientela maggiormente consolidata.  Più significativo che all’aumentare delle dimensioni, il numero medio di pazienti aumenti considerevolmente.

– Fondi integrativi e coperture assicurative favoriscono lo sviluppo: Nonostante in Italia non esistano di fatto vere e proprie polizze assicurative per le patologie odontoiatriche, se non per cure dentarie susseguenti a infortuni, quando lo studio dentistico tratta anche pazienti con possibilità di rimborso parziale o totale – come nel caso dei fondi di assistenza sanitaria integrativa – il numero medio di pazienti trattati è oltre il 50% superiore alla media.

– Competenze specifiche e specializzazione fanno aumentare i pazienti: coloro che sono specializzati e iscritti a società scientifiche hanno un numero più elevato di pazienti. Il particolare i dentisti che hanno più di dieci anni di esperienza in chirurgia impiantare vantano un numero medio doppio di pazienti rispetto a chi pratica questa disciplina da meno di cinque anni. Molto interessante l’ingresso nella pratica quotidiana di nuove tecniche, come la chirurgia guidata assistita e l’implantologia a carico immediato, che consente ai pazienti di disporre della protesi immediatamente dopo l’intervento.

– Sistemi diagnostici all’avanguardia: Non solo radiografia panoramica, ma anche tomografia computerizzata e software diagnostici stanno ormai entrando nella pratica quotidiana dei dentisti italiani: il 75% dei dentisti usa anche la TC e il 30% i software diagnostici.

– Italiani sempre più informati e consapevoli: Il 60% dei dentisti dichiara che in modo crescente i pazienti arrivano in studio già informati sulle possibilità offerte dalla chirurgia impiantare. E secondo l’opinione dei tre quarti degli implantologi, sempre più spesso il paziente giunge in studio già deciso a sottoporsi ad un trattamento.

Secondo Roberto Rosso – presidente Key-Stone – È soprattutto l’idea del risparmio, non solo economico ma anche biologico, a guidare le scelte dei pazienti, poiché grazie all’implantologia si possono effettuare riabilitazioni riducendo il numero di elementi protesici, contrariamente a quanto avviene per i tradizionali ponti, ciò porta a valutare con grande attenzione l’importanza di una corretta comunicazione degli operatori del settore verso il pubblico. Il commento prosegue con alcune valutazioni sul mercato, “D’altro canto, ancora una volta è dimostrato come siano i dentisti più evoluti da un punto di vista professionale e imprenditoriale ad ottenere migliori risultati in termini di pazienti e volumi, a dimostrazione di una domanda fortemente influenzata dalla qualità dell’offerta di prestazioni odontoiatriche”. 

Per maggiori informazioni sulla ricerca: [email protected]  – Tel 011-3119430 www.key-stone.it  

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UniCredit & AIRC: Nella ricerca i risultati si raggiungono con il gioco di squadra e il tuo sostegno

Anche quest’anno UniCredit rinnova il suo impegno a favore della ricerca sostenendo AIRC – Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro.
Il nuovo sito Unicredit & AIRC 2010 è oggi online. Qui sono raccolte informazioni relative ai progetti sostenuti da Unicredit, agli eventi organizzati a supporto della ricerca e importanti notizie relative alla prevenzione. È inoltre possibile conoscere i canali per donare il tuo contributo alla ricerca.

Il 5 novembre sarà la Giornata Nazionale per la Ricerca sul Cancro.

Unicredit promuove una raccolta fondi per trovare cure sempre più efficaci e rendere il cancro sempre più curabile.

Investire nei talenti più promettenti e in tecnologie all’avanguardia è l’unica strada per vincere la malattia. Ecco perché UniCredit sostiene il progetto della “Squadra di Ricercatori”, un team di undici giovani scienziati che, dopo essersi formati all’estero, hanno riportato in Italia l’esperienza acquisita. Oggi lavorano su un progetto innovativo e indipendente per mettere a servizio della comunità i risultati dei loro studi, trasferendo così il lavoro in laboratorio all’applicazione terapeutica.

Da Nord a Sud, i Ricercatori della Squadra UniCredit si impegnano ogni giorno per sconfiggere il cancro ed ora cominciano ad arrivare i primi risultati, come quelli di Lucia Altucci sulle molecole ispirate da componenti naturali, di Piergiorgio Modena sulle anomalie genetiche e di Silvio Danese sull’angiogenesi intestinale.

Solo grazie al supporto di tutti questi ricercatori avranno le risorse per concludere il loro progetto. Ecco perché sostenere la ricerca è fondamentale: infatti, non coinvolge solo chi è malato, ma ha delle ripercussioni nella vita quotidiana di ciascuno di noi.

La ricerca è un bene di tutti, una sfida che insieme possiamo vincere.

Info
Conosci i giovani ricercatori che compongono la squadra su:
www.airc.unicreditgroup.eu

Fonte: UniCredit Group News

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La finanza agevolata, quali opportunità per il Friuli Venezia Giulia

L’odierna situazione economica della Regione Friuli Venezia Giulia e la dimensione globale della competizione impongono, specialmente alle piccole e medie imprese, di avvalersi il più possibile delle opportunità di finanziamento agevolato che le istituzioni pubbliche, da quelle locali, regionali e nazionali, a quelle comunitarie, mettono a loro disposizione.
Questa realtà dei fatti è particolarmente sentita in Friuli, che in quanto regione autonoma e di frontiera dispone di una vasta gamma di strumenti di finanza agevolata. Tuttavia queste possibilità non sono spesso pienamente usufruite dalle imprese, potenziali beneficiarie, per svariate ragioni, tra le quali in particolar modo:

  • la limitata informazione da parte delle associazioni di categoria; campagne informative non sempre efficaci ed esaustive, oppure non fatte in tempo opportuno;
  • l’assenza di un valido supporto di assistenza tecnica alle aziende per la predisposizione delle pratiche progettuali necessarie per accedere alle agevolazioni;
  • l’assenza di precisi orientamenti e indicazioni sulle aree ed interventi che possono più facilmente usufruire delle agevolazioni, così da ottimizzare il ricorso alle possibilità finanziarie esistenti in un certo momento.

In generale, si possono individuare due forme di contributi: il contributo in conto interessi, detto anche finanziamento agevolato,  che prevede l’abbattimento degli oneri finanziari sui prestiti; il contributo in conto capitale, detto anche a fondo perduto, che prevede l’abbattimento dei costi sostenuti per l’investimento. La regione FVG offre opportunità sia nella forma del finanziamento agevolato che del fondo perduto, in particolar modo per l’innovazione tecnologica e la ricerca e sviluppo.

L’innovazione tecnologica, nel senso di sviluppo di prodotti, servizi e tecnologie innovative, può essere dunque facilitata da una serie di strumenti agevolativi che possono coprire interamente i costi di progetto. In genere, quasi tutte le aziende produttrici di beni e/o servizi possono usufruire di questi finanziamenti purché abbiano un progetto innovativo valido da sviluppare.

Per fare degli esempi pratici, possono fare richiesta di contributo sia le imprese che operano nel mondo della tecnologia e vogliono sviluppare prodotti o servizi innovativi (ad esempio aziende di telecomunicazioni, di automazione industriale, ecc), sia imprese manifatturiere e/o artigiane che intendono innovare i propri processi produttivi attraverso lo sviluppo di macchinari e/o tecnologie di produzione innovative.

Le attività finanziate sono tutte quelle volte allo sviluppo del prodotto/processo innovativo, come ad esempio il costo del personale interno che si occuperà dello sviluppo, i consulenti esterni, le spese generali, i materiali di consumo, ecc. In pratica, tutte le spese che concorrono alla realizzazione dell’innovazione possono essere oggetto di finanziamento.

Per riuscire ad accedere a questi aiuti economici serve prima di tutto un’idea progettuale valida, in secondo luogo è necessario fare un’attenta analisi degli strumenti di finanziamento disponibili ed individuare quello più adatto. In seguito, si deve realizzare un buon piano di progetto, che dimostri le esigenze da cui nasce l’idea, lo stato dell’arte della tecnologia, le attività che verranno svolte nel progetto ed i possibili sbocchi a cui porteranno i risultati del progetto stesso.

Per accreditare la richiesta di finanziamento può essere opportuno l’aiuto di un esperto in Finanza Agevolata ed Innovazione Tecnologica che conosca bene tali tipi di finanziamenti e che sappia offrire un valido supporto di assistenza tecnica per la predisposizione di un progetto innovativo credibile e competitivo.

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Vitamine per la salute della pelle: un approccio innovativo

Delle vitamine si pensa di sapere tutto ma in realtà esistono ancora degli aspetti scarsamente conosciuti: note da oltre 100 anni in ambito nutrizionale, sono meno conosciute per  quanto riguarda le loro applicazioni topiche. L’introduzione di vitamine per via alimentare presuppone un lungo percorso per raggiungere la pelle; un percorso fatto di distribuzione nei vari tessuti e di passaggio metabolico per il fegato.

Questo ed altri aspetti legati al continuo stress cui è sottoposto una parte del corpo così estesa come la cute, fanno si che facilmente possano insorgere stati carenziali cutanei e delle mucose, il cui unico rimedio è l’applicazione topica di vitamine.

In occasione della “Notte Europea dei Ricercatori”, manifestazione che nella sua 5a edizione avrà come tema la “vita” declinata nelle sue varie accezioni, il prof. Stefano Manfredini e la prof.ssa Silvia Vertuani del Dipartimento di Scienze Farmaceutiche di Ferrara tratteranno il tema “Vitamine per la salute della pelle: un approccio innovativo” (il 24 settembre alle ore 16.00 nella Piazza Municipale), in cui verrà illustrata l’importanza  delle vitamine nel mantenimento della salute e benessere della pelle con particolare riguardo al ruolo innovativo dei “cosmetici funzionali”.

Le trattazioni teoriche, relative alle scoperte della medicina, della chimica, della tecnologia e dell’evoluzione, verranno accompagnate da dimostrazioni pratiche condotte da ricercatori delle relative facoltà: presso l’Experiential Corner, i ricercatori della facoltà di farmacia dell’Unife  terranno un ciclo di esperimenti e dimostrazioni pratiche relativo alle applicazioni cutanee di vitamine.

Il pubblico potrà testare di persona l’efficacia di questo approccio, con prodotti sviluppati in collaborazione tra l’Ateneo e realtà imprenditoriali leader nel settore.

Tra queste ultime ricordiamo la Vermont Italia, azienda innovatrice nel campo delle vitamine, che è stata la prima al mondo a produrre e commercializzare monodosi di vitamina E libera nel 2005; Vermont Italia, con la linea Monodermà, sarà presente all’evento rendendo disponibile la propria tecnologia per un test pratico.

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Finanza agevolata per l’Innovazione del Settore Tessile grazie al decreto incentivi

Al via nuovi strumenti di Finanza Agevolata per il settore tessile e della moda: detassazione degli investimenti in ricerca e sviluppo per la realizzazione di campionari innovativi e prototipi.

Il D.L. 40/2010, il cosiddetto decreto incentivi, ha introdotto la detassazione delle spese per ricerca e sviluppo sostenute da aziende che operano nel settore tessile e dell’abbigliamento nel corso dell’anno 2010.

L’agevolazione è data dall’esclusione dall’imposizione sul reddito d’impresa del valore delle spese sostenute in attività di ricerca industriale e di sviluppo precompetitivo per la realizzazione di campionari innovativi.

Le spese ammissibili partecipano per l’intero importo, ciò significa che per una società di capitali il beneficio è pari all’aliquota Ires del 27,5%. Sì può beneficiare della detassazione unicamente in sede di versamento a saldo delle imposte sui redditi dovute, apportando una variazione in diminuzione della base imponibile del reddito d’impresa del periodo d’imposta di effettuazione degli investimenti agevolabili.

Possono usufruirne le aziende di ogni dimensione che, anche in modo non predominante, conducono una delle attività incluse nella divisione 13, 14, 15 ( e 32.99.20) della classificazione Ateco 2007.

Sono soggetti ad agevolazione gli investimenti fatti per svolgere le attività di ricerca e ideazione estetica di un campionario, o delle collezioni, e per la realizzazione dei prototipi. In altre parole, sono agevolabili tutte quelle spese che precedono la fase realizzativa del campionario o della collezione e che sono collegate alla ideazione e realizzazione dei prodotti.

Anche le attività di preparazione e di promozione del campionario e di gestione del magazzino campioni sono soggette ad agevolazione, ma solo se connesse alle precedenti per la realizzazione di un prodotto nuovo e sostanzialmente migliorato e modificato in base alle tendenze di mercato, per meglio rispondere alle esigenze di carattere estetico e funzionale, un prodotto cioè di innovazione.

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Monodermà: dalla ricerca, le MonoDermoDosi amiche della pelle

La ricerca Vermont Italia con la linea MONODERMA’® si distingue per aver realizzato formulazioni topiche il più possibile minimaliste e rispettose dell’equilibrio cutaneo, offrendo al consumatore più esigente vitamine pure, prive di conservanti e profumi, proposte nell’esclusivo vettore MonoDermoDose®.

Ciascuna MonoDermoDose® è realizzata in gelatina biodegradabile ed offre innumerevoli vantaggi rispetto a tubetti, vasetti, dispenser o altri contenitori:

  • principio attivo allo stato puro: la MonoDermoDose® accoglie e protegge principi attivi puri e naturali
  • perfetta conservazione: il contenuto non entra a contatto con l’aria e con la luce
  • assenza di conservanti, coloranti, profumi: garanzia di massima sicurezza e tollerabilità anche per la cute più sensibile
  • igiene assoluta: la formulazione rimane inalterata e igienicamente perfetta in quanto indenne da contaminazioni esterne
  • comodità d’uso: facile da utilizzare e pratica da portare ovunque
  • ciclo completo: contenitore con 28 MonoDermoDosi® per un trattamento corrispondente ad un intero ciclo lunare

Il capostipite della linea di vitamine in MonoDermoDose® è Monodermà® E5, contenente  Vitamina E pura di origine naturale alla concentrazione del 5%, alla quale hanno fatto seguito le vitamine Monodermà® A15 (Retinolo puro allo 0,15%) e Monodermà® C10 (Vitamina C pura al 10%). Tali vitamine possono essere applicate sia singolarmente, sia in maniera combinata tra di loro, per rispondere in maniera più efficace e sinergica alle specifiche esigenze cutanee.

Per ulteriori informazioni consulta il sito: http://acemonoderma.vermontitalia.com/cgi-bin/acemonoderma/index.htm

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POR 1.2.A FVG: al via gli incentivi per ricerca e sviluppo a favore delle Piccole Medie Imprese del Friuli Venezia Giulia

Con il POR FVG azione 1.2.A, la Regione Friuli Venezia Giulia incentiva Progetti di Ricerca e Sviluppo Industriale e Reti di Cooperazione tra Imprese e Laboratori di Ricerca volti a favorire la crescita e lo sviluppo competitivo delle PMI aventi sede, o almeno un’unità operativa, sul territorio friulano.

Vengono promosse misure finalizzate a rafforzare la competitività del sistema produttivo regionale attraverso l’incentivazione alla ricerca, all’innovazione e al trasferimento tecnologico, mediante l’individuazione di programmi di intervento in particolari settori dell’innovazione e relative frontiere tecnologiche, particolarmente strategiche per lo sviluppo industriale regionale. A tal fine, la Regione finanzia progetti di ricerca e sviluppo industriale e reti di cooperazione tra imprese e laboratori di ricerca.

Le incentivazioni verranno concesse esclusivamente nella forma di contributi a fondo perduto,  per un importo non superiore al 70% degli investimenti consentiti. I progetti agevolabili possono riguardare attività di ricerca e sviluppo industriale – come ad esempio lo sviluppo di sistemi di visione industriale – anche con l’eventuale ausilio di Laboratori di Ricerca, e attività ad esso collegate sinergicamente, come i Network di Cooperazione.

La Regione promuove ed incentiva dunque la collaborazione tra Impresa e Sistema della Ricerca – Università, Centri di Ricerca, Parchi Scientifici – sostenendo la cooperazione ed i processi di trasferimento tecnologico con lo scopo di introdurre innovazioni presso le PMI e renderle così più competitive nel loro mercato di riferimento.

Precludersi la possibilità di usufruire di questi fondi regionali comporterà l’inevitabile rinuncia ad un vantaggio competitivo indispensabile per la crescita e lo sviluppo aziendale. A tal fine, vista la possibile copertura finanziaria della spesa, viene favorita l’opportunità di rivolgersi a società che già da molti anni offrono Servizi di ricerca ed engineering in outsourcing alle più qualificate aziende industriali e che mettono a disposizione un network di laboratori di ricerca altamente qualificati.

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ermete arriva in sicilia

“Ermete arriva in Sicilia”

M-Communication ha il piacere di annunciare che entro la fine di ottobre sarà attivo nelle province della Sicilia “Ermete” il nuovo global network di informazione e servizi turistico-commerciali d’Italia.
“Ermete”, questo è il nome del progetto sviluppato dalla M-Communication in collaborazione con diversi enti pubblici, ed attivo già in Puglia, Calabria e Abruzzo, che si occuperà di informare 24 su 24 gli utenti attraverso il web ma soprattutto attraverso i cellulari di qualsiasi generazione attraverso il servizio sms.

Questo progetto è il primo network di comunicazione sviluppato per le attività Turistiche e Commerciali in Italia, ed è una guida rapida ed innovativa di informazioni del territorio sempre a portata di mano, consultabile in tutte le ore della giornata, e da qualsiasi luogo: basta un qualsiasi telefono mobile o un pc con collegamento ad internet!
Il sistema consente di accompagnare il cittadino ed il turista, in maniera semplice e veloce, in un mondo di cultura, spettacolo e relax in totale libertà, consultando la guida, e richiedendo informazioni di qualsiasi tipo riguardanti la città o il territorio interessato, inviando un semplice SMS ad un numero di telefono dedicato.
Il Sistema, ricercherà nella sua banca dati l’informazione ed inoltrerà un messaggio di risposta sia sotto forma testuale, che di immagini, con le informazioni che gli sono state richieste. Il Sistema si configura come il primo motore di ricerca dotato di intelligenza artificiale, attivo non solo sul web ma anche sul mobile. Siracusa e Catania sono le prime città in Sicilia a dotarsi di questo servizio. “La telefonia mobile è oggi il mezzo di comunicazione di gran lunga più usato dagli italiani e può diventare il modo più rapido e semplice per raggiungere i cittadini e fornire servizi di immediata utilità. Le informazioni che verranno veicolate dal sistema per ogni città saranno: di tipo turistico (eventi in programmazione, informazioni sui monumenti, orari di apertura di musei, ecc) di pubblica utilità (farmacie aperte, ospedali, laboratori di analisi, ecc) di tipo commerciale (elenco delle attività, caratteristiche dell’attività, promozioni, orari di apertura, ecc…) di tipo giornalistico a cura di un media partner (news su sport, economia, eventi, cronaca locale , ecc)”. Inoltre, tramite Ermete si potrà prenotare una struttura ricettiva, e soprattutto accumulare bonus da spendere nei negozi convenzionati dando vita a quel centro commerciale naturale che è il centro cittadino.

M-communication lancia quindi Ermete in Sicilia… con lo slogan

E tu conosci ermete? È un calciatore brasiliano? Un principe delle fiabe? Un personaggio dei cartoons? O un dolce animaletto? Scoprilo su ermete.net

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Finanza agevolata e recessione economica – Questione di vita o di morte!

In un periodo di recessione economica come questo che stiamo vivendo si fa sempre più urgente per le imprese trovare risorse finanziarie a condizioni più vantaggiose di quelle conseguibili sui mercati di riferimento. È in questo contesto che assume una notevole importanza strategica la Finanza Agevolata.

Non c’è il minimo dubbio che rispetto a tempi non troppo lontani le cose sono di gran lunga cambiate. Assicurarsi risorse economiche grazie a leggi regionali o nazionali era senz’altro meno complicato e le forme di agevolazione più favorevoli. Si trattava dei cosiddetti interventi “a pioggia” nell’ambito di una politica assistenziale di crescita e sviluppo.

Attualmente è molto più difficoltoso accedere al credito agevolato. Iter burocratici complicati, tempi troppo lunghi e vincoli di bilancio sempre più rigidi hanno portato ad una più attenta assegnazione delle risorse finanziarie ed un graduale trasferimento delle forme di agevolazione dal piano locale a quello comunitario.
Negli ultimi tempi le possibilità date dall’ Unione Europea sono state molte in particolar modo per idee che puntano sulla ricerca e sull’innovazione tuttavia le nostre imprese, specialmente quelle di piccole e medie dimensioni, non riescono a sfruttarle bene.

La limitata adesione delle aziende italiane ai programmi comunitari è diretta conseguenza di una pluralità di fattori. Primo fra tutti indubbiamente la scarsa disponibilità ad investire in ricerca ed innovazione. Si pensi infatti che in Italia la percentuale di R&S è all’incirca la metà della media degli altri Paesi europei. Questa è di sicuro una questione legata alla dimensione d’impresa, la gran parte delle aziende del nostro Paese infatti sono piccole (meno di 50 dipendenti) e solitamente non investono risorse economiche in ricerca e sviluppo.
A questo si aggiunge poi la difficoltà ad avere accesso per tempo alle informazioni necessarie nonché una procedura burocratica eccessivamente complessa che scoraggia qualunque iniziativa.

Per restare competitivi nel contesto economico attuale, sempre più dinamico e globale, è necessario cominciare a ragionare e parlare in termini europei. Non accedere ed usufruire dei fondi europei di finanza agevolata comporta inevitabilmente rinunciare ad un vantaggio competitivo indispensabile per la crescita e lo sviluppo aziendale

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POR 1.2.A – FVG: Finanziamenti a fondo perduto per lo sviluppo competitivo delle PMI

Finalmente è arrivato il POR Friuli Venezia Giulia, azione 1.2.A!

Grazie a questo strumento, la Regione FVG concede contributi a fondo perduto fino al 70%  delle spese ammissibili per rafforzare la competitività di PMI, anche di nuova e recente costituzione, aventi sede o almeno un’unità operativa nel territorio.

Saranno concessi incentivi per:

  • Redazione di business plan e per la certificazione della spesa;
  • Servizi di consulenza strategica qualificata, programmi di sviluppo di competenze manageriali;
  • Realizzazione di progetti di ricerca e sviluppo;
  • Meccanismi di trasferimento tecnologico da parte di Università, centri di ricerca pubblici e privati, parchi scientifici e tecnologici.

L’esperienza di professionisti Vi garantirà l’ottenimento del finanziamento e il soddisfacimento di ogni Vostra necessità.

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Aiuta la ricerca e i malati di rene policistico facendo una donazione a AIRP anche con il 5 per mille dell’IRPEF

L’ Associazione Italiana Rene Policistico onlus è l’unica a livello nazionale in Italia che si impegna ad aiutare i pazienti affetti da questa diffusa patologia che colpisce un individuo su 800 e a promuovere la ricerca. La si può sostenere facendo una donazione nella prossima dichiarazione dei redditi attraverso il 5 per mille dell’IRPEF oppure tramite bonifico bancario o bollettino postale

La solidarietà e la predisposizione a donare sono parte integrante del DNA italiano: l’AIRP, Associazione Italiana Rene Policistico onlus, offre un’occasione per aiutare le persone affette da questa terribile patologia e nello stesso tempo sostenere la ricerca per combattere la malattia genetica più diffusa.

Con la prossima dichiarazione dei redditi si può devolvere il 5 per mille dell’IRPEF all’AIRP; basta inserire nel primo riquadro in alto a sinistra, nella parte dedicata alle Onlus, il codice fiscale dell’AIRP 97 42 28 10 156 sotto la propria firma; non costa nulla e non è un’alternativa all’8 per mille.

Si può aiutare l’AIRP facendo una donazione anche tramite bonifico bancario e bollettino postale. Nel primo caso è sufficiente indicare il codice IBAN di AIRP, IT20 Q 03069 01612 1000 0000 1581 presso la banca Intesa San Paolo. Nel secondo, è necessario scrivere il numero del conto corrente postale di AIRP, 73690091.

L’AIRP, Associazione Italiana Rene Policistico, promuove la ricerca scientifica e la prevenzione per favorire l’autonomia e l’integrazione sociale delle persone affette da questa patologia. Il rene policistico autosomico dominante dell’adulto (Polycistic Kidney Disease, PKD – ADPKD) è la più comune malattia genetica mortale e colpisce 12 milioni e mezzo di persone al mondo. Negli Stati Uniti ci sono più persone affette da PKD che da fibrosi cistica, distrofia muscolare, emofilia, sindrome di Down, anemia falciforme e malattia di Huntington messe insieme. È due volte più comune della sclerosi multipla e venti volte più comune della fibrosi cistica. Nel 50% dei casi il rene policistico porta alla perdita totale della funzionalità renale con conseguenze altamente invalidanti anche perchè possono essere colpiti altri organi come il fegato, il cuore e l’intestino.

La paura, il diniego e l’ignoranza sono gli ostacoli maggiori di questa malattia: come spiega Luisa Sternfeld Pavia, Vice Presidente A.I.R.P., “attualmente la PKD ha un’incidenza di un individuo su 800 ed è la principale causa genetica di insufficienza renale, minacciando il benessere e la vita. Nonostante la patologia del rene policistico sia così diffusa, è molto poco conosciuta e, a livello pubblico, se ne parla pochissimo: la tragedia sta nel fatto che, seppure siano in corso diversi trial clinici, non vi è ancora una cura specifica”.

E’ perciò davvero importante supportare attraverso le donazioni l’impegno di AIRP, come sottolinea la Sternfeld Pavia: “tutte le attività che abbiamo in programma per il prossimo biennio connoteranno una svolta per l’Associazione. Costruire relazioni, creare comunicazione e incrementare la presenza dell’Associazione in altre città italiane richiede grande e costante impegno finanziario. Il contributo tramite le donazioni è dunque fondamentale e indispensabile per permetterci di affrontare con forza ed entusiasmo la grande sfida alla patologia policistica”.

I numeri per aiutare AIRP

•          97 42 28 10 156 è il codice fiscale di AIRP da inserire nella dichiarazione dei redditi per devolvere all’Associazione il 5 per mille dell’IRPEF. Va scritto sotto la propria firma nel primo riquadro in alto a sinistra nella parte dedicata alle Onlus

•          IT20 Q 03069 01612 1000 0000 1581 è il codice IBAN del conto corrente di AIRP presso la banca Intesa San Paolo per donazioni generiche tramite bonifico bancario

•          73690091 è il numero del conto corrente postale di AIRP per aiutare la ricerca sul rene policistico tramite bollettino postale

http://www.renepolicistico.it

AIRP Associazione Italiana Rene Policistico Onlus

L’AIRP promuove la ricerca scientifica e la prevenzione del  rene policistico (Polycistic Kidney Disease, PKD), una malattia genetica che colpisce 1 individuo su 800 e che nel 50% dei casi  porta ad una perdita totale della funzionalità renale con conseguenze altamente invalidanti, in modo da favorire l’autonomia e l’integrazione sociale delle persone affette da questa patologia.

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Anche la bellezza colpita dalla crisi: un milione in meno gli Italiani nei centri estetici, ma gli estetisti sono fiduciosi e le aziende compensano con l’export

Lo rivela una ricerca Key-Stone (www.key-stone.it) condotta per conto di Unipro (Associazione Italiana Imprese Cosmetiche), sulle nuove tendenze nel settore dell’estetica professionale e presentata lunedì 19 aprile, all’interno della 43a edizione di Cosmoprof Worlwide di Bologna, la fiera internazionale di riferimento nel settore dell’estetica e cosmesi.

La ricerca, svolta su un campione rappresentativo di aziende, ha permesso, per la prima volta, di misurare il comparto della cosmesi professionale e le tendenze alla luce della situazione congiunturale in atto.

Queste le principali evidenze emerse dalla ricerca, esposta lunedì scorso al Cosmoprof di Bologna e ripresa anche da un comunicato ANSA (http://www.ansa.it/web/notizie/collection/rubriche/cronaca/2010/04/18/visualizza_new.html_1763591016.html ) relativamente all’impatto della crisi sugli istituti di bellezza:

– Almeno un milione in meno gli Italiani nei centri estetici: si è ridotto del 7% il numero di Italiani che si rivolgono ai Centri Estetici in Italia nel 2009. Si tratta, come sottolinea il presidente di Key-Stone Roberto Rosso, di ”un dato molto significativo considerando il forte aumento degli ultimi anni e il grande orientamento alla salute e bellezza che caratterizza le Italiane e gli Italiani”.

– Anche il valore del mercato dei prodotti professionali, pari a 200 mln€, ha subito un calo, del 2,3%, coerentemente con la riduzione dei trattamenti specifici (viso e corpo) che maggiormente richiedono consumo di cosmetici.

– Solo i trattamenti di base, come pulizia del viso e depilazione hanno avuto una riduzione maggiore, segno di un calo degli accessi soprattutto per le fasce meno abbienti, che si rivolgono all’estetista solo per servizi di base. Mentre considerando i trattamenti complessivi si vede sì un calo ma in misura ridotta: intorno al 2% per quelli specifici come i massaggi e i trattamenti anti-age.

– Nonostante la crisi del mercato, gli operatori rimangono fiduciosi, perché dall’inizio dell’anno 2010 la riduzione del giro d’affari è in frenata. Infatti il 50% degli estetisti dichiara che il primo trimestre sia stabile rispetto all’anno passato, un quarto lamenta una lieve riduzione e altrettanti un aumento.

– Contrariamente a quanto avviene nel mercato domestico, il settore delle esportazioni ha riscontrato un andamento positivo, con ottime performance nell’export che aumenta del 5%. Il calo avuto in Italia è stato quindi parzialmente o completamente compensato dalle imprese con maggior vocazione all’internazionalizzazione.

– Guardando al futuro, ben il 37% degli estetisti ritiene che ci sarà una ripresa, il 42% che il quadro rimarrà stabile, poco più del 10 non sa, e solo l’11% ritiene che si ridurrà ancora.

Una sintesi della ricerca è disponibile sul sito Key-Stone all’indirizzo: http://www.key-stone.it/research.php#abstracts

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Policlinico Agostino Gemelli: la sanità sceglie l’efficienza di Infocad.FM™

Il Policlinico Universitario Agostino Gemelli, prestigiosa struttura ospedaliera romana, ha scelto di migrare alla soluzione Infocad.FM™ quale software a supporto delle attività di conduzione degli immobili.

Alla base di questa scelta, la necessità di gestire con efficienza attività complesse, che non si limitano alle attività di tipo ospedaliero ma comprendono anche la ricerca scientifica, l’insegnamento delle discipline mediche ed infermieristiche e la formazione permanente del personale sanitario.

Il progetto, che sarà avviato nei prossimi mesi, prevede infatti l’allineamento del nuovo sistema alle esigenze operative del Policlinico, andando a sostituire del tutto l’attuare prodotto in uso per la gestione della struttura.

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Quanta parte del tuo tempo lavorativo dedichi alla formazione e all’aggiornamento?

Per capire quanta parte del loro tempo lavorativo gli italiani dedicano alla formazione e all’aggiornamento, abbiamo lanciato un sondaggio ai cybernauti nelle pagine del nostro magazine online www.profumodicarriera.it, chiedendo loro: “Quanta parte del tuo tempo lavorativo dedichi alla formazione e all’aggiornamento?” Il 40% dei votanti ha risposto: “Meno ore di quante vorrei”. A questi, s’aggiunge un altro 8%, che sostiene di poter dedicare alla formazione e all’aggiornamento “pochissime ore”. Quindi quasi il 50% dei votanti (48% per l’esattezza) si sente insoddisfatto rispetto alla propria formazione continua. Gli altri votanti si sono espressi così: il 23% di loro ritiene di dedicare all’aggiornamento “un numero di ore sufficienti per mantenersi competitivi nel mercato del lavoro”; mentre il restante 29% asserisce di spendervi “moltissime ore, perché la funzione ricoperta lo richiede”.

I dati: Dando uno sguardo ai dati mondiali raccolti dall’Istat e da altri centri di ricerche statistiche, scopriamo che alla fine del 2008, il 29% dei lavoratori italiani ha partecipato ai corsi di formazione e di aggiornamento continui, contro il 33% della media dei lavoratori dell’Unione Europea. La quota degli over 50 coinvolti nella formazione continua supera raramente il 30% dei partecipanti. La formazione continua in Italia è uno strumento ancora poco utilizzato, soprattutto rispetto al resto dell’Europa. È questo il dato che emerge dal Rapporto annuale sulla formazione continua presentato dal ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, realizzato dall’Isfol.
I dati parlano chiaro: la media europea delle imprese che hanno offerto formazione ai propri dipendenti è pari al 60%, mentre nel nostro Paese raggiunge appena il 32%. Numeri che ci collocano al terz’ultimo posto nell’Europa allargata. Questo risultato è determinato in prevalenza dall’assetto che il sistema produttivo nazionale assume in alcuni settori tradizionali – tessile, turismo, commercio al dettaglio – con imprese piccole e poco innovative. Il dato è però in crescita rispetto al 1999, quando il nostro valore sfiorava il 24%. Meno profonda la distanza che ci separa dal resto dell’Europa quando si osservano altri indicatori. In Italia il 29% dei dipendenti (2,5 milioni) è stato coinvolto in corsi di formazione, contro la media Ue del 33%. Nel nostro Paese la durata media dei corsi è leggermente inferiore rispetto a quella comunitaria: 26 ore contro 27, mentre sono più alti i costi sostenuti per partecipante (fonte: Labitalia/Adn).
L’azienda, quando stipula un contratto di lavoro, è talmente sommersa da costi e oneri che tutto – anche la formazione dei propri dipendenti – passa in secondo piano. Come rilevavamo, l’Italia è un Paese che non investe abbastanza nella formazione. Terz’ultimi, in Europa, con un misero 32% di imprese che realizzano percorsi di formazione in itinere. Dopo di noi ci sono solo Bulgaria e Grecia; tutti gli altri Paesi svolgono più formazione in itinere. Prima di noi ci sono anche Polonia, Lituania e Romania.
Eppure le Società e gli Enti che erogano formazione sono aumentati, passando dal 24% al 32%. Oltre che nella crisi economica mondiale, il motivo di questo stop nella formazione è probabilmente da ricercare nel costo orario per l’aggiornamento in itinere. Tale costo è infatti uno dei più alti d’Europa, circa 58 euro contro la media dell’Unione Europea di 52 euro. Se osserviamo i soli corsi di formazione il dato aumenta leggermente, ma restiamo lontani dalla media europea.

Le opinioni: «Oggi – interviene Andrea Di Lenna, direttore di Performando, società di consulenza e formazione manageriale – complice la crisi economica, le risorse che le aziende possono investire nella formazione sono davvero poche. Il dipendente di un’azienda dedica appena l’1% della vita professionale complessiva alla formazione e all’aggiornamento. Il periodo non aiuta e ogni professionista deve arrangiarsi come può. Ecco allora che in questo “momento di magra”, possono funzionare bene i corsi di aggiornamento di poche ore su aspetti tecnici e operativi, organizzati solitamente dalle Associazioni di Categoria. A questi possiamo aggiungere qualche buon libro, la lettura di riviste specializzate e il ricorso a internet».
Secondo Sonia Russo, psicologa e formatrice in TWT, le aziende per uscire dalla crisi devono prestare attenzione al cambiamento e costruirsi una mentalità commerciale. «La crisi è evento critico di un cambiamento in atto. Le aziende devono imparare a conoscerlo e a gestirlo, e costruire al loro interno una cultura del cambiamento. Per farlo occorre focalizzarsi su un presupposto: il cambiamento è costante. A partire dai dati della produzione e dalla condivisione di idee, proposte e pensieri, ci si deve costruire una modalità di gestione del cambiamento. Per aumentare il fatturato serve una nuova mentalità aperta alle sfide e alle novità, una mentalità commerciale. Non è possibile affrontare la crisi “chiudendosi”, “eliminando”; bensì è necessario aprirsi al cambiamento, al nuovo».
Carlo Ortolani, direttore di Cineas, ritiene che sia necessario investire nella formazione seguendo il modello francese. «In Francia, la scelta del Governo è stata quella di puntare con decisione sulla formazione universitaria e sull’aggiornamento professionale. Lo stato francese ha finanziato un progetto che prevede lo stanziamento di 10 miliardi di euro in 5 anni, per fornire ai 10 migliori campus universitari del Paese gli strumenti necessari per affrontare le sfide scientifiche del XXI secolo. Questo vuol dire che ogni polo universitario, selezionato nella rosa dei centri d’eccellenza, riceverà 400 miliardi di vecchie lire l’anno». Una formula per l’apprendimento continuo che Ortolani ha proposto come modello virtuoso ed efficace anche qui da noi. In Francia l’iniziativa è stata voluta da Dominique Villepin (Primo Ministro nel 2005) e a luglio 2008 il ministro dell’Università e della Ricerca Valérie Pécresse, ha reso noti i nomi degli atenei selezionati sulla base dei seguenti criteri: integrazione con la ricerca di eccellenza esistente, riqualificazione del patrimonio universitario e urbanistico, sviluppo complessivo della ricerca e della regione, integrazione urbana della vita universitaria.
Oltre all’investimento nella formazione accademica, in Francia viene previsto per legge l’aggiornamento continuo per tutti i lavoratori. «Il DIF, il Droit Individuel à la formation – ha concluso Ortolani – è stato introdotto dalla legge 4 maggio del 2004, e implica che tutti i lavoratori (con una minima anzianità di servizio), in qualunque settore, dedichino da 20 a 120 ore all’anno all’aggiornamento professionale. Inoltre, è prevista per legge la possibilità di ottenere un congedo individuale di formazione di un anno. Dopo aver maturato un periodo di carriera significativo, il lavoratore può ottenere un riconoscimento dell’esperienza professionale acquisita».

 

Cristiana Boggian
YOUS Agenzia per il Lavoro S.p.A.
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Rossano Galtarossa – Vincere con la testa

Nello sport così come in azienda, non si vince solo con i muscoli, ma anche e soprattutto con la testa. Sono la motivazione, la forza di volontà, la tenacia, la determinazione, che spingono un atleta ad allenarsi. E a superare – ogni giorno sempre un po’ di più – i propri limiti fisici, per ottenere una prestazione ottimale. Anche in azienda il professionista deve credere nel proprio lavoro, nell’efficacia delle sue competenze, deve sentirsi parte integrante del “sistema impresa” e deve voler crescere, per riuscire a dare sempre il massimo di sé. Dietro a tutto ciò, c’è la testa, la mente. Non per niente, l’allenamento di uno sportivo si struttura secondo tre ambiti: fisico, emozionale e mentale. E l’allenamento di un uomo d’azienda? Quanta parte occupa della giornata la fase dell’allenamento? Qui si scopre un paradosso. Il parallelismo tra il mondo sportivo e quello aziendale ha una aderenza pressoché totale per diversi aspetti. Pensiamo ad esempio al team building, alla leadership, alla gestione delle emozioni e dello stress, alla motivazione. Per quanto concerne l’allenamento invece, balza agli occhi una divergenza spaventosa. Mentre lo sportivo dedica all’allenamento almeno il 95% del tempo professionale, il dipendente di un’azienda appena l’1% della vita professionale complessiva. Ecco allora che campioni plurimedagliati, come Rossano Galtarossa, possono assumere il ruolo di coach aziendali, portare la loro esperienza di sportivi a una platea di professionisti, e attivare così i noti meccanismi del benchmarking.

Rossano Galtarossa ha indossato la maglia azzurra per 18 anni, aggiudicandosi 4 medaglie olimpiche e altre 10 ai Campionati Mondiali. E’ l’unico atleta ad aver vinto per cinque anni consecutivi il Campionato Italiano nella specialità “Singolo Senior”. Attualmente è il canottiere azzurro con il maggior numero di medaglie olimpiche e l’unico atleta padovano ad aver partecipato a cinque Olimpiadi.

Facendo riferimento alla sua esperienza personale, ci può spiegare che cosa è l’allenamento? In cosa consiste? E quanta parte del suo tempo occupa?
Per uno sportivo l’allenamento è fondamentale. Occupa il 95% del tempo riservato allo sport e si scansiona in allenamento fisico, emozionale e mentale. Ovviamente la parte più significativa è dedicata all’allenamento fisico, imprescindibile per un atleta. Così come, avere delle conoscenze e competenze tecniche, è fondamentale per il professionista. In situazioni di affaticamento il corpo risponde attivando delle spie (accelerazione del battito cardiaco, acido lattico) che mettono in allerta il soggetto che si sottopone allo stress, suggerendogli di fermarsi. Queste spie, se accese, vengono infatti percepite come indicatori di una situazione di pericolo. L’allenamento fisico serve per andare oltre il limite che il corpo erige, ogni giorno sempre un po’ di più. Abituando il corpo a spostare in avanti la percezione dell’affaticamento. E qui subentra l’allenamento emotivo, che aiuta a trovare la scintilla che spinge oltre il limite fisico. L’allenamento insegna al cervello che lo stato in cui si trova lo sportivo non è una situazione di pericolo. Si tratta di un processo difficile e doloroso, che non è possibile portare avanti se non si ha una forte spinta emotiva. Ma, se da un lato le emozioni ti spingono a dare di più, dall’altro possono ingenerare ansie in fase di gara, nelle prove finali. E qui subentra l’allenamento mentale che aiuta a vincere le paure generate dalla pressione psicologica. L’allenamento non deve mai essere “comodo”, altrimenti l’atleta involve e la regressione è dietro l’angolo. Per spingere sempre sull’acceleratore è necessario trovare uno stimolo. L’allenamento mentale serve a questo. L’atleta deve quindi porsi la domanda: “Perché lo sto facendo?” e tenere sempre a mente quale obiettivo vuole raggiungere.

L’allenamento cambia con l’approssimarsi della gara. In quale modo? Come riesce a tenere sotto controllo l’ansia e lo stress che crescono man mano che il giorno della competizione si avvicina?
Con l’avvicinarsi della gara, diminuiscono sensibilmente le ore dedicate all’allenamento fisico, per permettere al corpo, dopo ritmi estenuanti, il pieno recupero delle forze. Ho imparato sulla mia pelle, che le ore vuote che precedono le gare sono pericolosissime. La pressione psicologica sale per l’avvicinarsi della prova e la mente, non occupata dall’allenamento, batte come un tarlo sulle paure e le ansie. Per evitarlo e tenere impegnata la testa, in queste ore io mi faccio accompagnare dai libri. Leggo romanzi d’avventura e storici. Non è per nulla facile gestire le emozioni e prepararsi mentalmente alla gara. All’Olimpiade di Pechino c’erano molte aspettative su di me. E questa pressione psicologica poteva diventare dannosa. Allora ho cercato di lavorare dentro di me, per capovolgere l’ansia e trasformarla in un’emozione positiva. Mi sono detto: se l’aspettativa su di me è grande, significa che la gente è convinta che io sono in grado di ottenere un buon risultato, e crede questo perchè io effettivamente ho delle potenzialità.

E sulla “motivazione” invece, cosa ci può dire? Quale è la motivazione che la spinge a sacrificarsi in vista di un obiettivo?
Ho un carattere competitivo e trovo gratificazione nel dimostrarmi di essere bravo. Credere in sé stessi porta ad osare un po’ di più. Osando si conseguono risultati e questi ultimi a loro volta fortificano la convinzione di essere bravi. Si tratta di un circolo virtuoso. Se un atleta matura la consapevolezza di essere bravo, subito dopo se ne rendono conto anche gli altri.
Io ritengo che più è difficile l’obiettivo da raggiungere, più si trova gratificazione nel conseguirlo. Ma è anche altrettanto vero che, per lanciarsi in una impresa impegnativa, bisogna trovare una forte motivazione e gratificazione. In quel che faccio io metto passione ed esuberanza, corroborate dai risultati finora ottenuti. Ho un carattere competitivo, che mi spinge a cercare la gratificazione.

 

Eppure può capitare che i risultati sperati non arrivino, nonostante la forte motivazione e i sacrifici richiesti dal duro regime degli allenamenti …
Nonostante l’impegno, non è matematico arrivare infatti! Capita spesso che equipaggi che si sono qualificati primi, poi in gara non salgano nemmeno sul podio. Lì, oltre alla preparazione atletica, giocano anche altre componenti: l’emotività, lo stato delle attrezzature, l’armonia dell’equipaggio, la preparazione degli avversari.
All’inizio della carriera sportiva, non bisogna bruciare le tappe, ma lasciarsi guidare e consigliare da un buon coach. E “rubare” più che si può dall’esperienza altrui, con umiltà e voglia di crescere. Negli allenamenti e in gara, secondo me, l’importante è dare sempre il massimo, per non avere rimpianti davanti ai risultati ottenuti. Si può essere “vincitori” anche se anche non si sale il primo gradino del podio, ma ci si qualifica secondi o terzi. L’importante è non avere rimpianti. Ma del concetto di “vittoria” parleremo un’altra volta.

 

Cristiana Boggian
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I dottorati di ricerca: crescità personale, investimento per il futuro o lavoro post laurea?

Col passare degli anni il mondo dell’università sta cambiando notevolmente e dimostra di voler prestare una sempre maggiore attenzione alla realtà produttiva esterna. I vari seminari, corsi, master che vengono frequentemente organizzati e allestiti sono proprio rivolti alla possibilità di voler rendere più accessibile la soglia delle ristrette esigenze curriculari, al fine di creare un maggior collegamento tra le conoscenze acquisite e gli sbocchi produttivi esistenti.

Cosa dice la legge
La legge di riferimento in questo senso è la n. 449 del 27 dicembre 1997, la quale elargisce crediti di imposta a imprese e soggetti di diversa natura dietro una assunzione degli oneri relativi a borse di studio che sono state concesse per la frequenza a corsi di dottorato di ricerca, nel caso in cui il relativo programma di ricerca sia concordato con il soggetto di cui al presente comma e nei casi di assunzione a tempo pieno… di titolari di dottorato di ricerca. La legge in questione, intitolata misure per la stabilizzazione della finanza pubblica, ha delineato tali orientamenti al fine di stabilire un’importante e utile connessione fra il mondo della cultura e il mondo del lavoro: ma per quanto riguarda i dottori di ricerca che operano nell’ambito delle materie umanistiche, questi orientamenti non forniscono alcun ausilio. Al contrario, è possibile ipotizzare che i provvedimenti citati in precedenza creeranno un numero spropositato in favore dei posti di dottorato istituiti nelle facoltà scientifiche e tecnologiche, che, essendo favorite nel mantenere delle relazioni durature e importanti col mondo dell’impresa, potranno usufruire di sostanziose integrazione economiche volte a finanziare borse dottorali, mediante convenzioni con soggetti pubblici e privati che sono in possesso dei requisiti di elevata qualificazione culturale e scientifica e di personale, strutture ed attrezzature idonee.

Gli svantaggi del dottorato di ricerca
L’iniziativa del dottorato di ricerca presenta essenzialmente due svantaggi: anzitutto, la struttura tradizionale della Laurea è rimasta immutata e senza sostanziali variazioni, con una durata che è generalmente superiore alla durata media degli altri paesi, mentre il dottorato di ricerca è un’iniziativa che si è semplicemente aggiunta. Inoltre, il fatto che non si sia richiesto e dato alcun privilegio e vantaggio al dottorato per quanto riguarda l’accesso al mondo delle professioni, ha privato il dottorato stesso di un ruolo essenziale nella ricerca lavorativa. Il dottorato è dunque diventato semplicemente un titolo di mero significato accademico, valutato e richiesto soltanto con finalità propedeutiche alla futura carriera universitaria e di ricerca. Alcuni dottorati, poi, specialmente quelli delle materie scientifiche, il dottorato viene ridotto spesso a una semplice continuazione della tesi di laurea e un percorso obbligato al mondo della ricerca. In questo caso, infatti, il dottorato di ricerca assume i contorni di un mezzo di sfruttamento di lavoro semigratuito e un supporto non legale alla reale attività didattica. Nell’ambito delle professioni esso contraddistingue una sorta di apprendistato, pagato dallo Stato, necessario per essere cooptato con i tipici fenomeni di dipendenza lavorativa.

Materie scientifiche
Nell’ambito delle materie scientifiche, il dottorato di ricerca ha subito delle pesanti ripercussioni sulla sua stessa struttura, soprattutto a causa della sua eccessiva accademizzazione: come primo aspetto che risalta in questo senso, c’è il fatto che si è completamente rinunciato a rendere il dottorato un livello culturalmente più elevato della laurea, a causa di corsi di insegnamento troppo generici e dedicati a persone con interessi diversi (tra l’altro sono dei corsi gestiti male, perché svolti a titolo gratuito e spesso coincidenti con corsi specialistici del corso di laurea, con una conseguente scarsa correlazione tra la capacità di apprendimento degli studenti e il livello del corso stesso). Un altro aspetto che bisogna sottolineare è la presenza del concorso selettivo di ingresso: in questo caso, si ottiene generalmente una borsa di studio che permette di frequentare il dottorato. Questo elemento favorisce sicuramente una sorta di contrapposizione tra i dottorandi per l’inserimento nel mondo della ricerca: si andranno dunque a curare maggiormente i risultati pratici (pubblicazioni o titoli equivalenti…) piuttosto che il miglioramento della preparazione personale.

La borsa di studio
La borsa di studio relativa al dottorato di ricerca si è evoluta nel corso del tempo, sotto la spinta di particolari interessi. Inizialmente il numero di posti di dottorato era limitato a causa del numero di borse di studio assegnate a ogni facoltà e da queste ultime a ogni materia specifica. La selezione dei candidati idonei avviene tramite concorso generalista, un concorso che dovrebbe premiare il merito, ma non perfettamente definito nel dettaglio dei suoi obiettivi. Attualmente si è però proceduto verso la soluzione delle borse sponsorizzate, ovvero pagate da enti nazionali di ricerca (come ad esempio il CNR, ENEA…): tra l’altro vi sono anche alcune realtà più avanzate, di industrie private che hanno convenienza a veder preparate, a un costo modesto, persone di alta qualificazione. Le borse di studio sponsorizzate vengono pagate quindi da enti esterni al fine di svolgere un lavoro di ricerca su un tema preciso e rappresentano una soluzione senz’altro utile, rappresentando una sorta di anticamera un lavoro vero e proprio successivo.

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L’Innovative Day sbarca a Monza

Milano, 5 febbraio 2009. Dopo la forte partecipazione all’edizione milanese del dicembre scorso, lunedì 16 febbraio 2009 si terrà l’Innovative Day presso la sede della Camera di Commercio di Monza e Brianza, in Piazza Cambiaghi 9 a Monza. L’evento è nato in collaborazione con Innovhub, Azienda Speciale per l’Innovazione della Camera di Commercio di Monza e Brianza ed è inserito nelle attività della rete europea EEN “Enterprise europe network” relativa al programma comunitario CIP “competitiveness and innovation frame work programme 2007-2011”’. La filosofia che sottende a Innovhub è che design ed innovazione siano fattori sempre più centrali nel determinare il successo di un’impresa. Innovhub vuole accompagnare le PMI nella creazione di una cultura dell’innovazione  per affrontare le nuove sfide dell’economia locale e mondiale. Il segreto delle imprese della Brianza sta proprio nel design innovativo dei prodotti che offrono ai loro clienti in tutto il mondo, per capirne meglio le necessità, per muoversi più in fretta dalla progettazione del prodotto di design alla sua collocazione sul mercato, e per comunicare in maniera più efficace il loro approccio all’innovazione, senza mai dimenticare la qualità legata alla tradizione.
L’Innovative Day è un open day organizzato per diffondere la cultura della tecnologia, della creatività e dell’innovazione con una metodologia basata sul ‘learning by doing’.
Il concetto d’innovazione perde quel senso generale di astrattezza per diventare uno strumento facilmente gestibile. Durante questo evento verrà condivisa una visione ‘creative oriented’ ed un’innovativa visione del Design e, attraverso i canali che saranno utilizzati in diretta (come ad esempio wiki, blog, social network e web tv) si toccheranno con mano i vantaggi delle nuove tecnologie, la loro facilità d’uso e la nuova mentalità che le sostiene. Durante la giornata, dal claim ‘l’innovazione vuol dire più idee, più produttività, più successo insieme ad un maggior risparmio’, si articoleranno una conversazione dal titolo ‘Deep Design’, un lunch, la presentazione di una ricerca psicolinguistica e due workshop. Di seguito il programma completo:
dalle 09.30 – 12.30 Conversazione: Un incontro sul tema “Deep Design: un design con le radici…”. Profili diversi si incontrano e incontrano le PMI (posti esauriti);
dalle 12.30 – 13.30 Food Design: un’altra occasione per vivere un’esperienza innovativa con un pranzo preparato secondo i dettami del food design;
dalle 13.45 – 14.30 Monza Futura: presentazione di una ricerca psicolinguistica per una città ideale;
dalle 14.30 – 16.15 CreAttività: workshop per migliorare le capacità creative: più idee, migliori idee. Esercizi e laboratorio;
dalle 16.15 –  17.45 Dire/Fare: workshop con coinvolgimento nell’uso di blog, social network e di un canale di web tv.
 La partecipazione all’evento è gratuita. Data la grande affluenza, le iscrizioni alla ‘Conversazione’ sono chiuse, mentre sono disponibili posti per i workshop del pomeriggio. Innovative Day 2009. 16.02.2009. Camera di Commercio di Monza e Brianza, Piazza Cambiaghi 9, Monza. Ore 09.30-17.45. Per confermare l’adesione scaricare il modulo di adesione a questo link:http://www.mb.camcom.it/upload/file/1413/706848/FILENAME/InnovativeDay-mod_iscrizione.doc  ed inviare a Innovhub – Silvia Lanzi: [email protected]   

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