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Mutui: a Roma l’importo erogato aumenta del 3,6% in un anno

Buone notizie per i mutui richiesti a Roma. Secondo l’osservatorio congiunto Facile.itMutui.it, realizzato su un campione di oltre 40.000 domande presentate dal 01 gennaio al 30 giugno scorsi, a giugno 2018 l’importo medio erogato ai mutuatari della provincia di Roma è salito fino a raggiungere una media di 147.663 euro, vale a dire il 3,6% in più di quanto non fosse dodici mesi fa quando, ancora una volta in media, le banche avevano accordato ai romani alle prese con l’acquisto della casa 142.504 euro.

Ad aumentare, si legge ancora nell’analisi che i due portali hanno focalizzato sulla provincia romana, non sono solo gli importi erogati, ma anche gli LTV, vale a dire la percentuale di valore dell’immobile finanziata tramite il mutuo. A giugno 2017 questa era pari al 59,17%, mentre a giugno 2018 ha superato abbondantemente la soglia psicologica del 60% arrivando al 60,63%.

Anche riguardo ai tempi di restituzione a Roma si respira una buona aria e oggi chi fa un mutuo ha intenzione di estinguerlo in 22 anni e 5 mesi, tre in meno rispetto al 2017.

Mutui prima casa

Restringendo l’analisi alle sole domande di mutuo prima casa emerge un quadro ancora più roseo. A giugno 2018 l’erogato medio è stato pari a 156.128 euro, cifra equivalente al 4,2% in più dei 149.789 euro del 2017; nel caso del finanziamento legato alla prima abitazione l’LTV sale addirittura al 68% (era pari al 66,24% un anno fa), mentre la durata media scende a 25 anni e 1 mese dai 25 anni e 5 mesi del giugno 2017.

Il profilo del richiedente e il tasso scelto

A quanto pare i romani sono sempre più intenzionati a garantirsi gli attuali favorevolissimi tassi per tutta la durata del finanziamento e se nel 2017 il mutuo a tasso fisso era legato al 72,84% delle domande, chi oggi chiede un mutuo a Roma, emerge dall’analisi di Facile.it e Mutui.it, nell’81,62% dei casi sceglie di indicizzare il finanziamento con tasso fisso.

Quando si presenta in banca, l’aspirante mutuatario di Roma ha in media 42 anni e cerca di ottenere, sempre in media, 153.500 euro. Se si tratta di un acquisto prima casa, però, l’età media del richiedente si abbassa a 40 anni (1 in meno rispetto al 2017) mentre la cifra che si vuole ottenere aumenta, diventando pari a 163.400 euro.

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Mutui: torna a crescere l’erogato medio, +7% rispetto a sei mesi fa

Buoni segnali di ripresa arrivano, finalmente, nel mercato dei mutui casa: mentre la domanda di finanziamento è cresciuta sensibilmente per tutto il corso del 2014, nel corso degli ultimi 6 mesi è tornato a crescere anche l’importo medio erogato. Secondo l’Ufficio Studi di Mutui.it e Facile.it nello scorso semestre il finanziamento medio concesso è ammontato a quasi 114.000 euro, il 7% in più rispetto alla rilevazione di aprile scorso.
I portali Mutui.it (www.mutui.it) e Facile.it (http://www.facile.it/mutui-prima-casa.html) hanno analizzato le richieste e gli erogati di mutuo registrati nel periodo compreso tra maggio e ottobre 2014: i risultati offrono segnali incoraggianti anche nel confronto tra la cifra che si richiede e quella che poi si riesce effettivamente ad ottenere dalle banche. Se nella rilevazione precedente (aprile 2014) il divario era arrivato addirittura al 20%, adesso gli italiani alle prese con i finanziamenti per l’acquisto di casa puntano a 126.000 euro e ne ottengono solo l’11% in meno. Torniamo ad avvicinarci ai dati di ottobre 2013, in cui domanda ed importi erogati differivano dell’8%.
Torna a salire anche il loan to value, ossia la percentuale erogata in rapporto al valore dell’immobile che si acquista. Mentre nella precedente rilevazione il LTV era sceso drasticamente al 44% – in buona parte per la forte presenza di surroghe, tornate in auge dopo un periodo di stallo grazie agli spread più bassi imposti dalle banche – nel semestre considerato questo sale al 49%, anche per una leggera contrazione (-3%) del valore medio degli immobili acquistati. Stabile rispetto a sei mesi fa tanto la durata del mutuo erogato (21 anni) quanto l’età media del mutuatario (41 anni).
Sul fronte della domanda, il tasso variabile resta il preferito: viene richiesto dal 59,4% di chi vorrebbe un finanziamento casa. Le domande di tasso fisso, di contro, si fermano al 31,5%, mentre quelle basate su un tasso misto sono solo il 9,1% del totale.
«L’alta percentuale di richieste di finanziamento a tasso variabile – spiega Lorenzo Bacca, responsabile della business unit Mutui dell’azienda – è destinata a crescere ulteriormente in fase di stipula del mutuo: gli ultimi dati sulla ripresa del mercato dei finanziamenti, divulgati negli scorsi giorni da Abi, hanno sottolineato come quasi l’80% delle nuove erogazioni complessive abbia come parametro di riferimento un tasso variabile. Segno che la maggiore pressione concorrenziale delle banche sta facilitando la vita dei cittadini che vogliono comprare casa, con tassi variabili molto vantaggiosi».

Il mutuo prima casa
Prendendo in considerazione solo richieste ed erogazioni di mutui prima casa il quadro muta, anche se parzialmente. Mentre calano gli importi richiesti – si passa da 138.000 a 132.000 euro in sei mesi (-4%) – sale la cifra media erogata, che passa da 117.000 euro a 122.000 euro (+5%). Se il divario tra richiesta ed erogazione si riduce (i due numeri adesso divergono solo dell’8%), la percentuale finanziata sale al 60% (era al 54% nella rilevazione precedente). Stabile a 24 anni la durata media del mutuo prima casa richiesto, arriva a 23 quella del mutuo erogato.

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Mutui e precari: il 2,7% dei mutui concessi è sottoscritto da chi ha un contratto a tempo determinato

Anche se i lavoratori precari in Italia sono circa il 13% del totale* quando si tratta di comprar casa l’incidenza dei mutui concessi a chi ha un contratto a termine rispetto al totale dei finanziamenti accordati si riduce drasticamente: secondo il portale Mutui.it (www.mutui.it) sono appena il 2,7% del totale. L’indagine, svolta in collaborazione con Facile.it (http://www.facile.it/mutui-prima-casa.html), è partita dall’analisi di oltre 6.000 domande di mutuo e relative erogazioni concesse in Italia da gennaio a luglio 2013 e ha evidenziato come, se anche riescono ad ottenere un finanziamento, i lavoratori precari non sono mai gli unici firmatari del mutuo.
«Quando a chiedere un mutuo è un soggetto che non è assunto a tempo indeterminato – dichiara Lorenzo Bacca, responsabile business unit mutui dell’azienda – le banche reagiscono irrigidendo ancora di più i loro parametri: la presenza di un cointestatario assunto a tempo indeterminato o perlomeno di un garante in grado di coprire il pagamento del finanziamento in caso di difficoltà diventano, così, conditio sine qua non per la concessione.»
Nel dettaglio, il 60% dei mutui fra i cui intestatari vi è un lavoratore precario vede la presenza di un garante, il restante 40% è intestato ad un secondo soggetto, impiegato a tempo indeterminato o libero professionista. L’importo medio erogato ammonta a circa 130.000 euro e si finanzia, in 9 casi su 10, l’acquisto della prima casa; il loan to value, vale a dire la percentuale del valore dell’immobile acquistata col mutuo, è più alto della media e arriva al 66%. La durata del finanziamento che si riesce ad ottenere è di poco meno di 25 anni (23,5) mentre l’età media del primo firmatario è di 35 anni, leggermente inferiore alla richiesta “tipo” di mutuo in Italia.
Per quanto riguarda i tassi, la preferenza assoluta va al tasso variabile, scelto dal 68% dei mutuatari: si tratta, probabilmente, di soggetti convinti di migliorare le proprie condizioni economiche negli anni a venire, che pertanto preferiscono le oscillazioni del variabile alla rata certa, ma più elevata, del mutuo a tasso fisso.
Non tutti i contratti a tempo determinato, però, sono uguali per la banca: le categorie che possono essere più ottimiste circa l’ottenimento del mutuo sono i precari della scuola, che spesso vantano molti anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro e, pertanto, vengono visti di buon occhio dall’istituto finanziatore, in quanto titolari di una fonte di reddito pressoché certa. Ovviamente, anche loro devono ricorrere ad un garante o cointestatario, ma il loro stipendio può andare a comporre il reddito complessivo su cui calcolare la rata.
«La recente approvazione del Piano Casa da parte del Governo Letta ha riportato in auge le difficoltà dei precari e dei più giovani ad ottenere un finanziamento per l’acquisto casa – conclude Bacca – ed auspichiamo che, nei prossimi mesi, aumenti la probabilità dei precari di accedere al Fondo per la concessione di mutui a tassi agevolati; la fotografia attuale, ad ogni modo, resta piuttosto grigia.»
* Dati Istat, 2010

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Mutui più facili per insegnanti e funzionari

Se ottenere un mutuo è impresa ardua, non per tutte le categorie professionali la situazione è contraddistinta dalle stesse difficoltà. Mutui.it, in collaborazione con Facile.it, ha analizzato richieste di finanziamento e mutui erogati nel periodo compreso tra ottobre 2012 e marzo 2013, evidenziando come appena più del 5% delle domande presentate si concretizzerà in un mutuo casa.

Questo il dato generico, che varia scendendo nel dettaglio delle professioni di chi effettua la richiesta. I più avvantaggiati sono, in assoluto, i cittadini assunti come quadri o funzionari: tra di loro la percentuale sale oltre il 14%; li seguono, poi, gli insegnanti, che vantano un 10,7% di richieste accolte. Sopra la media anche i medici (con il 7,6%), i pensionati (7%) e i dirigenti (6,6%). In perfetta media nazionale, invece, le categorie che raccolgono il maggior numero di preventivi: impiegati e liberi professionisti, lo zoccolo duro della classe media italiana, si attestano attorno il 5%. Drasticamente sotto la media, con percentuali minime, gli operai e gli appartenenti alleforze armate, rispettivamente con il 3,5% e il 4,4%.

«Non tutti gli italiani, di fronte alla crisi, dispongono degli stessi strumenti per affrontare questa congiuntura economica – spiega Lorenzo Bacca, responsabile business unit mutui dell’azienda ed è chiaro che alcune categorie professionali possano con più agio gestire la richiesta di mutuo; desta stupore, tuttavia, che la figura dell’insegnante risulti tra le più facilitate ad ottenere il finanziamento. Evidentemente, più che gli stipendi bassi, a loro favore giocano i contratti statali e, per le banche, più sicuri.»

Ma a quali professioni vengono erogati gli importi più elevati? I dirigenti, innanzitutto (con 140.000 euro), seguiti dai liberi professionisti (131.000 euro) e, di nuovo, gli insegnanti (129.000 euro). Operai e pensionati si trovano, di contro, in fondo alla classifica: i primi per limiti di età, i secondi per disponibilità economica e stipendi medi, si accontentano di cifre minime (rispettivamente 108.000 e 100.000 euro).

Per quanto riguarda il loan to value, vale a dire la percentuale finanziata attraverso il mutuo sul valore totale dell’immobile, le categorie che hanno più difficoltà ad ottenere il finanziamento sono anche quelle che hanno bisogno di una percentuale maggiore. I membri delle Forze Armate chiedono e ottengono, mediamente, il 63% del valore della casa acquistata; li seguono, a stretto giro, gli operai, con il 61%, e gli impiegati (58%). Fanalino di coda nelle percentuali richieste ed ottenute – perché categorie professionali che dispongono di maggiore liquidità – sono i medici (33%), i pensionati (34%) e i dirigenti (38%).

Sull’età media emergono poche sorprese: i pensionati sono i più anziani al momento della richiesta del finanziamento (ma tra di loro la durata del mutuo è pari a soli 16 anni), mediamente hanno 58 anni; i più giovani, di contro, sono gli operai e gli appartenenti alle Forze Armate, con 36 anni. Gli operai, poi, sono la categoria professionale contraddistinta dalla durata media più alta in assoluto: per loro occorreranno ben 28 anni per rimborsare completamente l’acquisto della casa.

Di seguito l’elenco delle professioni in base alla percentuale di ottenimento del mutuo e in base al loan to value dell’erogato:

 

Professione

Percentuale di mutui ottenuti sul totale delle domande

Quadro

14,3%

Insegnante

10,7%

Medico

7,6%

Pensionato

7,0%

Dirigente

6,6%

Libero professionista

5,5%

Impiegato

5,3%

Forze Armate

4,4%

Operaio

3,5%

Professione

Percentuale erogata sul valore totale dell’immobile

Forze Armate

63%

Operaio

61%

Impiegato

58%

Insegnante

54%

Libero professionista

39%

Quadro

39%

Dirigente

38%

Pensionato

34%

Medico

33%

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Mutui.it: il 24% di chi cerca un mutuo prima casa non ha ancora 30 anni, ma meno del 5% dei richiedenti lo ottiene.

La crisi economica mondiale pesa su tutti, ma stando all’analisi diffusa oggi da Mutui.it (www.mutui.it), comparatore web di mutui che ha analizzato le richieste di finanziamento per acquisto prima casa compilate negli ultimi mesi, i giovani sembrano soffrine più degli altri. Secondo i dati dell’indagine anche se un preventivo su 4 è richiesto da under 30, la difficoltà arriva al momento di ottenere il finanziamento: nemmeno il 5% delle loro richieste verrà accolto.

«Il 24% delle domande di mutuo prima casa arrivate al sito è compilato da persone sotto i 30 anni – spiega Alberto Genovese AD di Mutui.it. – Questo testimonia da un lato, l’interesse dei giovani per l’acquisto della casa (da sempre prova della raggiunta indipendenza economica) e, dall’altro, della loro familiarità con gli strumenti che internet offre per risparmiare e investire al meglio.»

Nel dettaglio, la richiesta media è di 150.000€, pari al 77% del valore dell’immobile che si vorrebbe acquistare; nel 52% dei casi viene preferito il tasso fisso, solo nel 25% quello variabile. Gli under 30, che hanno mediamente 27 anni al momento della compilazione del preventivo, vorrebbero infine che il loro mutuo durasse circa 26 anni.

Non emergono grosse differenze a livello regionale. Se l’età del richiedente e la durata media del mutuo sono pressoché le stesse in tutta Italia, a cambiare sono gli importi che si vorrebbero ricevere; le regioni da cui provengono le domande più ingenti sono Trentino Alto Adige (176.000 euro), Emilia Romagna (173.000 euro), Lazio e Veneto (168.000 euro). Tutte regioni in cui i costi degli immobili sono piuttosto elevati.

Emilia Romagna e Veneto sono anche le regioni in cui si vorrebbe finanziare la percentuale maggiore del valore dell’immobile, entrambe con un Loan To Value superiore all’80%.

Fino a qui il desiderio, che spesso, purtroppo, si infrange sulla realtà: nemmeno il 5% delle domande si concretizzerà in un mutuo concesso.
La mancanza di contratti di lavoro stabili, la difficoltà di trovare un garante o un cointestatario del mutuo e l’indisponibilità di un profilo creditizio affidabile rappresentano le motivazioni principali di questo freno alla concessione del finanziamento.

«In questa situazione tanto complessa per i giovani italiani è bene agire con cautela – afferma Genovese – e confrontare attentamente le diverse offerte delle banche aiuta anche i più giovani a far fronte a un impegno così importante. Lo stereotipo del bamboccione è, appunto, solo un cliché. I giovani avrebbero tantissima voglia di crescere e acquisire indipendenza; l’interesse degli under 30 per i mutui è elevato e tangibile, ma non sempre può, purtroppo, trasformarsi in un’azione concreta.»

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È single il 35% di chi richiede un mutuo prima casa, ma compra solo chi ha già una disponibilità economica

Vita da single come condizione provvisoria? Forse no. Oltre un terzo di chi sottoscrive un mutuo per acquistare la prima casa sceglie di farlo da solo, senza aspettare di avere un partner con cui dividere spese e scelte di vita. È questo uno dei dati che emerge dalle analisi di Mutui.it, broker online per la scelta del proprio mutuo.

Dalla rilevazione affiora un universo composto di celibi e nubili, ma anche di separati e divorziati, che sceglie di affrontare l’ardua impresa dell’acquisto di un appartamento senza contare sulla propria dolce metà. Eccone l’identikit: il single che vuole sottoscrivere un mutuo ha mediamente 35 anni, richiede un finanziamento pari a 134.000 euro (il 67% del valore dell’immobile), è disposto ad impegnarsi per 25 anni con l’Istituto finanziatore, nel 78% dei casi richiede il mutuo per acquistare la prima casa e preferisce il tasso variabile (54% del campione) rispetto al fisso (35%).

Dall’indagine condotta da Mutui.it è emerso che gli importi più alti per l’acquisto della casa vengono richiesti dai single del Lazio (oltre 150.000€ in media) e, a seguire, del Trentino-Alto Adige (145.000€) e della Toscana (quasi 140.000€). Decisamente più contenuti i finanziamenti per gli acquisti di immobili in Calabria, Umbria e Basilicata: in queste Regioni i single che sottoscrivono un mutuo richiedono, in media, rispettivamente 108.500€, 111.000€ e 118.000€.

Restringendo il campo di analisi ai single che fanno domanda di mutuo prima casa – che, come detto, rappresentano quasi l’80% del campione esaminato – il valore medio finanziato rimane quasi invariato (135.000€), ma le cifre richieste si mantengono a valori più bassi rispetto ai mutui di chi dichiara di essere sposato o convivente. Nel caso delle coppie il mutuo medio per la prima casa sale a 160.000€, segno che per acquistare immobili più grandi e costosi occorre essere in due. Inferiore anche il valore dell’immobile che si intende acquistare; per i single 186.000€ contro i 200.000€ per chi è sposato o convive.

Evidentemente quando si è da soli la propensione al rischio aumenta. Il 54% dei single opta per il tasso variabile, mentre tra le famiglie si arriva appena al 31%.

Va sottolineato, inoltre, come la percentuale del valore dell’immobile finanziata col mutuo scenda notevolmente se si è single: 66,6% contro il 75%. Questo dato implica una maggiore disponibilità economica del contraente: i single che comprano casa, cioè, sono quelli con maggiore liquidità. Emblematica la situazione di città come Roma o Napoli, dove la percentuale finanziata per i single scende rispettivamente al 61% e al 59,5%, prova che la possibilità di acquistare casa arriva grazie ad un aiuto esterno, magari della famiglia d’origine, o di un reddito mediamente inferiore per i single di quella città. Va un po’ meglio a Milano, dove la percentuale del finanziata sale al 67,6%.

Secondo Alberto Genovese di Mutui.it “l’acquisto di una casa è un momento fondamentale per la vita di ognuno, ma non sempre coincide con l’acquisizione di una stabilità affettiva. Ciononostante, quegli utenti che, da soli e non in coppia, sono pronti ad impegnarsi in un mutuo, prima di scegliere l’opzione che meglio si adatta alle proprie esigenze hanno bisogno di mettere a confronto più proposte. Mutui.it permette di trovare in pochi minuti le migliori offerte di mutuo presenti sul mercato, riducendo i tempi di ricerca e garantendo ottime opportunità per ciascun profilo.”

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La situazione del mercato immobiliare

Da qualche mese a questa parte anche il mercato immobiliare italiano sta attraversando una crisi che, pur non nelle proporzioni della drammatica crisi immobiliare statunitense, sta rallentando le transazioni e ponendo al ribasso il prezzo degli immobili.
Il numero di famiglie che hanno acquistato un immobile è in calo dello 0,5% rispetto al 2006, e chi l’ha fatto ha tenuto conto soprattutto del prezzo dell’immobile come fattore principale prima dell’acquisto prima di affidarsi completamente ad un’agenzia per la consulenza immobiliare. In seconda battuta viene tutto il resto, dalla posizione al confort, alla valutazione della vicinanza o meno al posto di lavoro, alla rete dei trasporti pubblici di cui usufruire nelle vicinanze, la presenza di esercizi commerciali o, se si hanno figli piccoli, di asili o strutture che possano servire per loro. Questo perché pur di spendere meno ci si accontenta.
È però in forte aumento dagli anni precedenti la percentuale di chi è insoddisfatto o poco soddisfatto dell’immobile acquistato, passando dal 10% nel 2006 al 30% nel 2008.

Per quanto riguarda l’offerta di immobili, solo l’ 1,6% delle famiglie intervistate hanno venduto casa nel biennio 2007-2008, con un calo del 1,3%. Chi ha venduto un’abitazione principale l’ha fatto nella maggior parte dei casi per acquistare un’altra abitazione principale.
Invece, chi ha venduto una seconda casa vacanze lo ha fatto principalmente per bisogno di liquidità o per effettuare altri investimenti immobiliari. Il 5% delle famiglie intervistate pensa di acquistare un immobile ma, confrontando l’indagine attuale con le indagini nazionali precedenti, si riscontra comunque un calo nelle intenzioni di acquisto in base alle richieste giunte alle varie agenzie di gestione immobiliare. Questo calo sembra dovuto principalmente – oltre al livello dei prezzi raggiunti in questi ultimi anni dagli immobili – a due fattori: alle note difficoltà economiche delle famiglie italiane e all’aumento dei tassi di interesse.

I prezzi degli immobili sono troppo alti e gli italiani quindi non comprano. Questi sono forti segnali di crisi, confermati dal sensibile calo delle transazioni che dal 2006 registrano una flessione pari al 4,6% per il settore residenziale, proprio quello che riguarda più da vicino le famiglie italiane.
Il mercato immobiliare di certo ha evidenziato un rallentamento che probabilmente continuerà nel 2009, si prevede che i prezzi delle abitazioni caleranno, complice di tutto ciò il mercato dei mutui, dato che banche e istituti di credito sono meno propensi a erogare mutui sia a tasso fisso che variabile. I tassi sono calati, ma sono erogati con molta meno facilità.
Anche gli immigrati comprano di meno, come gli italiani dal lavoro precario, hanno risentito pesantemente della stretta delle banche sul credito.

Negli ultimi mesi però i prezzi si stanno già sgonfiando circa del 20% e probabilmente caleranno ancora del 6%, solo per i prodotti davvero validi il ribasso sarà contenuto ma sono pochi.
Oltre a queste cifre, altri fenomeni però animeranno il mercato immobiliare italiano nei prossimi mesi, come per esempio sconti sui grandi immobili, problemi di abbondanza di nuove case nei centri più piccoli, l’incremento del numero di case in affitto.

Tuttavia il calo dei prezzi dovrebbe favorire la ripresa delle compravendite, così come la miglior efficienza dei gestionali aziende immobiliari. La domanda, seppur in calo, resta comunque abbastanza stabile. Oggi, in un periodo non proprio positivo di
congiuntura economica, gli immobili risultano ancora un investimento conveniente rispetto ad altri settori del mercato. Non bisogna mai dimenticare che il mercato ha un andamento ciclico, con il ribasso dei prezzi più famiglie saranno indotte a comprare casa e in questo modo le transazioni seppur lentamente aumenteranno nuovamente e il mercato immobiliare uscirà dalla crisi.

A cura di Michele De Capitani
Prima Posizione Srl – Visibilità sui motori

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