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Piano casa ed housing sociale in Lombardia

Si è tenuto lo scorso 26 novembre presso l’auditorium Giorgio Gaber della Regione Lombardia il convegno dedicato al tema dell’housing sociale e le prospettive di questo settore nella regione Lombardia intitolato “Il sistema dei fondi immobiliari per l’abitare: un percorso possibile”.

Tra gli altri erano presenti al convegno oltre all’assessore alla casa Domenico Zambetti anche il Sindaco di Milano Letizia Moratti e Attilio Fontana, sindaco di Varese e presidente di Anci Lombardia. La principale tematica trattata è stata quella di proporre, prima regione in Italia, un “Fondo Lombardia” per rispondere alle mutate esigenze abitative dell’ultimo periodo, soprattutto normando l’accesso all’edificio di edilizia privata a scopa abitativo e attraverso contribuiti a favore della famiglie in difficoltà per un piano casa milano e di tutte le altre provincie della Lombardia.

E’ necessario infatti incrementare la costruzione di alloggi a costi sostenibili assicurando comunque un sostegno alla domanda attraverso contributi di natura sociale verso chi deve entrare negli edifici di edilizia pubblica. A dimostrare l’impegno della Regione Lombardia in questo versante sono arrivate le cifre esposte durante il convegno che hanno illustrato come negli ultimi 10 anni la Regione abbia erogato 670 milioni di euro per sostenere oltre 500 mila famiglie nel pagamento del canone di locazione attraverso il Fondo Sostegno Affitti. Ma è dalla prospettiva degli alloggi che la visione si rende ancora più interessante visto che sono previsti investimenti per la costruzione e assegnazione di ben 6.000 alloggi nei prossimi quattro anni per la garanzia di un maggiore welfare abitativo e qualità della vita alle persone assegnatarie di edilizia popolare elaborando un vero e proprio piano casa lombardia.

L’offerta si andrà ampliando attraverso l’acquisto di alloggi per la riqualificazione edilizia dei quartieri e con l’erogazione di contributi mirati per garantire ai cittadini l’accesso a tali edifici in maniera controllata ed efficiente. La priorità andrà alla realizzazione di circa 900 alloggi con tempi di cantierabilità celeri che verranno conclusi attraverso l’utilizzo di fondi immobiliari. Progetti che devono essere capaci di integrare aspetti sociali con dimensioni finanziarie e immobiliari garantendo così un margine di redditività. Proprio il 10 novembre scorso la giunta regionale lombarda ha approvato una selezione di 40 interventi proposti al ministero perché siano inseriti all’interno dell’accordo di programma che andrà a regolarizzare nella regione meneghina il programma nazionale di edilizia abitativa.

Particolare è il tema delle abitazioni che oltre alla disponibilità complessiva devono rispondere a determinate caratteristiche dal punto di vista dell’efficienza energetica, dell’aspetto sociale per la creazione del giusto mix abitativo sia nei confronti del contesto di inserimento sia nei confronti della vicinanza di infrastrutture e atri comfort. Un mix che deve essere gestito attraverso la collaborazione di differenti enti quali Regione, Provincia, Comune.

Tematiche che in molti casi si riallacciano a quelle trattate dal Piano Casa legge nazionale poi importato all’interno di Regioni, Provincie e Comuni ch mira alla risoluzione in positivo del settore edilizio dopo la crisi che ci ha colpiti negli ultimi due anni e che deve tenere conto delle nuove normative emanate dal consiglio dei Ministri che includono la questione energetica e l dei materiali costruttivi dei nuovi edifici e utilizzati per la riqualificazione di edifici già esistenti.

A cura di Martina Celegato

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Piano casa, in Lombardia possono già partire i primi progetti

Nei mesi scorsi si è molto parlato dell’emergenza abitativa in Italia e di conseguenza anche del piano casa lanciato dal governo. Essendo una legge regionale, ogni regione ha approvato una propria versione.

Il piano casa è una Legge dello Stato che, recepita dalle Regioni, prevede che si possa ampliare la volumetria di immobili esistenti sino al 20%, e fino al 30% nel caso di immobili fatiscenti che vengono abbattuti e ricostruiti (questa è la versione approvata dalla Regione Lombardia, L.R. 16 Luglio 2009, n° 13). La legge regionale 13 impone ai Comuni di dichiarare entro il 15 Ottobre 2009 quali parti del proprio territorio intendono escludere dall’applicazione.

La Lombardia è stata una delle regioni più rapide ad approvare questa legge in via definitiva. A partire dal 16 ottobre 2009 è quindi possibile presentare ai Comuni le Denunce di Inizio attività (DIA) o le richieste di Permesso di costruire (art. 42 e art. 38, l.r. 12/20005) relative agli interventi proposti per la riqualificazione e costruzione edifici residenziali.
“La normativa ha carattere straordinario e limitato nel tempo (la sua efficacia dura infatti 18 mesi, estesa a 24 mesi per i soli interventi di Edilizia Residenziale Pubblica) e si ispira ai principi di semplificazione (procedure più agili per avviare gli interventi), sussidiarietà (coinvolgimento diretto dei Comuni per l’applicazione della legge), risparmio di suolo (riutilizzo dei volumi già esistenti senza ulteriori espansioni urbanistiche), efficienza energetica (sia per i nuovi interventi che per gli edifici esistenti coinvolti), qualità paesaggistica (coerenza con l’identità e la storia del tessuto urbano) e sicurezza degli edifici (pieno rispetto della normativa antisismica).”

Secondo il piano casa legge, sarà possibile l’applicazione della norma agli edifici parzialmente residenziali e a quelli non residenziali ubicati in zone a prevalente destinazione residenziale. Le nuove costruzioni dovranno avere un uso esclusivamente residenziale, senza poter beneficiare dei premi volumetrici. Gli obiettivi del Piano Casa hanno subito però notevoli limitazioni, espresse nelle delibere comunali che hanno circoscritto la portata degli interventi. Molte sono le zone in cui si è deciso di non costruire per non danneggiare gli edifici storici, come per esempio il centro storico, delimitato dalla Cerchia dei Bastioni, e altri 11 quartieri: Villaggio dei Giornalisti, Cimiano, Porpora, Pisacane, Aspar, Del Sarto, Lincoln, Washington, Qt8, Postelegrafica e Borgo Pirelli. Anche negli altri comuni sono state approvate limitazioni di questo tipo, con lo scopo di preservare gli ambiti più delicati dal punto di vista urbanistico, storico, monumentale, paesistico e ambientale.

In linea generale il piano casa Lombardia si propone di creare nuovi spazi per le famiglie, recuperare gli edifici abbandonati e degradati, incentivare il risparmio energetico in edilizia e riqualificare i quartieri di edilizia residenziale pubblica. Tutti noi ci auguriamo che questi obbiettivi siano raggiunti al più presto, già nei prossimi mesi comunque si dovrebbero vedere i primi risultati.

A cura di Martina Meneghetti
Prima Posizione Srl – certificazione siti web

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