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Uomo Morde Cane, appendice elettorale: un mini book a 5 stelle

Un instant book sulle recentissime Elezioni. Un’incursione tutta da ridere tra vincitori eccelsi, rimonte clamorose e vincitori a sorpresa. A raccontare il tutto, il più cattivo della blogosfera: Massimiliano Zulli, in arte Uomo Morde Cane.

Dopo l’enorme successo, di critica e di pubblico, di “UomoMordeCane – Il Vaticano smentisce ogni coinvolgimento“, ecco qui svelati tutti i retroscena delle ultime, fantastiche (più “fantasiose” invero) elezioni politiche: quelle che hanno regalato l’Italia a un comico.

No, un altro. Stavolta professionista e che fa ridere volontariamente.

UomoMordeCane, appendice elettorale – Il Parlamento smentisce ogni coinvolgimento” un rapido instant book sulle Elezioni 2013 per forza di cose con il 90% di puttane in meno del precedente, ma confidiamo sempre in un Governissimo insieme a Coso, là.

Massimiliano Zulli, eletto nel 2010 ai Macchianera Blog Awards come “Il cattivo più temibile della blogosfera”, dopo il successo del suo sito di satira e humor caustico www.uomomordecane.it e dopo aver dato alla luce il suo primo ebook, “Uomo Morde Cane – Il Vaticano smentisce ogni coinvolgimento” (di prossima trasposizione cartacea in tutte le librerie fisiche d’Italia) torna nel mondo dei byte con un instant book di venti pagine per addentrarsi nei meandri delle elezioni più chiacchierate della storia d’Italia: quelle del 2013.

Tra sconfitti eminenti, rimonte vincenti e vittorie inaspettate, Massimiliano Zulli in arte Uomo Morde Cane racconta con fare dissacrante la fragile situazione che l’Italia vive in questi giorni.
Senza fare sconti a nessuno, come solo il più cattivo del web sa fare.

Uomo Morde Cane, appendice elettorale: il Parlamento smentisce ogni coinvolgimento.

TITOLO:                 Uomo Morde Cane – Appendice elettorale
AUTORE:               Massimiliano Zulli
COLLANA:             Off Topic
FORMATO:           epub
PAGINE:                 22
PREZZO:                Euro 0,99
EDITORE:             Absolutely Free

“Uomo Morde Cane – Appendice elettorale” fa parte della collana di Absolutely Free Editore Off topic, una collana “larger than life” che raccoglie tutte quelle storie che vanno fuori dagli schemi. Come la vita, del resto.

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Il miglior alleato della CGIL

Einaudi diceva ‘Conoscere per deliberare’. Evidentemente non lo si può chiedere a tutti, e certamente non saremo noi a voler tanto dall’on. Ghiglia. D’altronde a chi, ben comprendiamo, è impegnato a difendere il suo scranno in Parlamento, si può pure domandare di leggere le lunghe proposte di Progett’Azione prima di giudicarle?
Così, certi che presterà più fede alle dichiarazioni della CGIL che non alle nostre, proviamo tuttavia a fare una sintesi degli emendamenti depositati in Consiglio, breve e semplice per permettere a tutti, onorevoli inclusi, di comprenderli.

Come ogni problema partiamo dall’ipotesi per arrivare alla tesi, passando per la dimostrazione. Ipotesi: la Regione è a rischio default (ops collasso) economico. Tesi: bisogna ridurre le spese, altrimenti le entrate (tasse e contributi) non saranno sufficienti a coprire le uscite. Fin qui forse anche i parlamentari ci possono seguire.

Ecco la parte difficile: passaggi logici per dimostrare la tesi. Noi abbiamo proposto le misure più facili: vendere le partecipazioni pubbliche, vendere il patrimonio immobiliare, ridurre la spesa per personale, tagliare i costi di rappresentanza politica. Stipendi dei consiglieri inclusi, peccato che, quest’ultima proposta sia stata bocciata anche con i voti del PDL.

Cosa comporteranno queste misure? La vendita delle partecipazioni regionali comporterà due aspetti, uno economico generando risparmi per l’Ente e l’altro politico: amici, portaborse, mogli e mariti di amici non potranno più, in nome della politica, guadagnare stipendi d’oro sulle spalle dei cittadini. E capiamo il cruccio di alcuni su questo tema.

La riduzione della spesa per il personale, così come l’abbiamo proposta, invece determina solamente il pensionamento dei dipendenti pubblici che, o con l’attuale riforma o con la legge anti- Fornero, avrebbero diritto ad andare in pensione. Per i lavoratori (una minima parte) che risulteranno ancora in esubero ci sarà la promozione del telelavoro, la riduzione del tempo lavorato ( da 36 a 30 ore) o la mobilità guidata: ovvero l’assunzione, con lo stesso stipendio e la stessa posizione, in un’altra società avente posti vacanti in organico. Per semplificare: nessuno verrà licenziato ma il sistema Piemonte (regione più enti) risparmierà 100 milioni di euro l’anno.
Se questo non accadrà nel 2013 non si avrà scelta: o si aumenteranno le tasse (addizionale IRPEF e/o IRAP) o si taglieranno ulteriormente i servizi essenziali quali il sostegno alle famiglie e le imprese.

Io ho ancora la convinzione, forse qualcuno dirà antica, che per recuperare le forze sia necessario non eccedere. Per la Regione questo significa che per ritornare in pareggio dovrà fare delle scelte, anche sacrificando i pochi a vantaggio dei molti. Perché, per chi non lo avesse ancora capito, se la Regione dovesse continuare a spendere in questo modo non si riusciranno più a erogare i servizi primari, non si riusciranno a saldare i fornitori e non si avranno i soldi per assicurare alcun servizio di welfare o politica di sostegno al lavoro. Questo significa che i fornitori che due anni fa hanno presentato fattura alla Regione e non gli è stata ancora pagata  o le famiglie in lista d’attesa da oltre un anno per inserire in una struttura il proprio caro non autosufficiente, tanto per fare due esempi, dovranno attendere ancora.
La mia cultura politica e il buon senso ( e le posizioni “storiche” del centrodestra) mi portano a dire che fra la difesa del “posto di lavoro fisso”  o il sostegno alla famiglia e all’impresa dovrebbe prevalere il secondo.

Tuttavia noi siamo disponibili al confronto: se l’on. Ghiglia ha in mano la formula magica per non ridurre la spesa del personale e contemporaneamente non aumentare le tasse, garantire i servizi e pagare i fornitori, la presenti. La stiamo aspettando. Altrimenti, on. Ghiglia, la sua posizione rischia di essere solo una “marchetta” elettorale. Raccogliere un pò di consenso fra i legittimi timori dei dipendenti pubblici a scapito di tutti i piemontesi.

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L’ASSEMBLEA COSTITUENTE DI PROGETT’AZIONE: CODE AI SEGGI

I seggi chiuderanno alle ore 20.00 tuttavia i dati di affluenza all’Assemblea di Progett’Azione superano già le aspettative: quasi 1000 i votanti, entro la serata si prevede di superare le 1200 persone.

Gli iscritti si sono recati all’NH Ambasciatori di corso Vittorio Emanuele II, 104, a Torino per votare il consiglio direttivo di Progett’Azione che da associazione oggi diventa un vero e proprio movimento politico ispirato ai valori del centro-destra.

La giornata si è aperta con una relazione dell’on. Maria Teresa Armosino, attuale presidente dell’Associazione, che ha sottolineato che: ” Occorre superare l’esperienza del Popolo della Libertà per ricercare, come sosteniamo da tempi non sospetti, la costruzione di una nuova area moderata, liberale conservatrice nei valori e riformatrice in grado di elaborare una proposta politica in grado di coniugare rigore e speranza, competitività e solidarietà, che sappia eliminare gli sprechi e ridurre le spese, privatizzare tutto ciò che è possibile e contemporaneamente valorizzare e gestire in modo adeguato i servizi pubblici strategici ed essenziali. In altre parole abbiamo l’ambizioso progetto di ridare alle persone una politica che sappia prima di tutto ridare dignità a sé stessa”.

Durante l’Assemblea tra gli altri sono intervenuti il sen. Morgando, coordinatore regionale del PD, l’on. Portas, segretario regionale dei Moderati, l’on. Calgaro, segretario provinciale dell’UDC, il consigliere regionale della Lega, Marinello, i consiglieri regionali di Progett’Azione, Burzi, Tentoni, Valle e Vignale. “La grande affluenza di oggi – dichiarano i consiglieri regionali- dimostra che i simpatizzanti e gli elettori di centro destra hanno ancora voglia di partecipare e che Progett’Azione rappresenta la migliore risposta alle loro aspettative. Le code di oggi ai nostri seggi hanno inoltre sconfessato il luogo comune secondo cui gli elettori di centro destra avrebbero partecipato alle primarie del PD per votare Renzi”.

Il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, fuori Piemonte per altri impegni, ha preparato un videomessaggio per l’assemblea : “Ritengo che il vostro lavoro, in questa seconda fase di legislatura, possa essere molto importante, fatto di idee ed utile per costruire e rinsaldare una squadra che abbia come obiettivo la realizzazione di un nuovo Piemonte”.

Consiglieri regionali e deputati hanno deciso di non presentare la loro candidatura per il nuovo direttivo. Le proposte di candidatura sono state libere e aperte ad ogni iscritto. Verranno elette le 15 persone che avranno preso più voti.

Ad oggi gli iscritti sono quasi 3000.

Progett’Azione www.iodecido.com

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Progett’Azione presenta il Patto per il Piemonte

Il gruppo di Progett’Azione ha presentato oggi in conferenza stampa il “Patto per il Piemonte- Interventi per il risamento, lo sviluppo e il sostegno alle famiglie”, documento programmatico che individua azioni e punti strategici per gli obiettivi definiti dal Patto di metà legislatura recentemente sottoscritto.

I sei punti presentati dal presidente Cota, nel documento programmatico per il Piemonte – Patto di Legislatura 2012- 2015,  rappresentano i sei banchi di prova per misurare la coesione e la capacità di governo regionale del sistema Piemonte.

Per questo motivo il gruppo di Progett’Azione ha voluto dare il proprio contributo elaborando alcune linee di azione, in grado di garantire il risanamento economico e finanziario della Regione Piemonte, attivare contestualmente le misure necessarie per creare le condizioni per una veloce ripresa dell’economia regionale e attuare  politiche di sostegno al welfare.

Gli interventi andranno diversificati tra:

–         Risamento dell’Ente: attraverso il raggiungimento di una maggior efficienza amministrativa, la riduzione del costo del personale, la vendita delle partecipate, l’alienazione del patrimonio immobiliare e l’attuazione della riforma sanitaria.

–         Politiche di sviluppo: verifica dell’utilità dei contributi elargiti per una migliore allocazione delle risorse, sviluppo della green economy, potenziamento dell’ITC e  creazione di un ‘Polo diffuso della banda larga’,  impegno di 50 milioni di euro in opere immediatamente cantierabili, concessione agevolate delle aree industriali dismesse alle imprese che intendono insediarsi in Piemonte.

–         Sostegno al welfare: attuazione di un sostegno domiciliare per le famiglie con minori a rischio di allontanamento, contributo economico, in forma di voucher, di 10 mila euro, a chi acquista la prima abitazione e agevolazioni finanziarie per i mutui per gli under 35, oltre che sostegno per i genitori separati.

Il documento predisposto rappresenta un punto di partenza e non di arrivo. I consiglieri regionali intenderanno infatti confrontarlo sia con gli iscritti oltre, con i corpi intermedi della società.

Qualora il presidente Cota, pur con le migliorie che si riterranno opportune, si renda disponibile a recepire le proposte presentate, il gruppo di Progett’Azione valuterà l’ipotesi di proseguire un percorso condiviso e coeso all’interno dell’Assemblea Regionale.

Il documento sarà inoltre oggetto di dibattito, e motivo di confronto,  tra gli iscritti di Progett’Azione durante l’Assemblea Costituente, durante la quale verrà votato il coordinamento regionale del nostro movimento politico che si terrà domenica 2 dicembre presso il Jolly Hotel di corso Vittorio Emanuele II, 104 a Torino.

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Presentato emendamento per blocco assunzioni e riduzione spese per il personale

Proposta una riduzione delle dotazioni organiche di Regione, agenzie territoriali, enti strumentali e di ricerca regionali (esclusi i ricercatori, i tecnologi e il personale sanitario assunto nelle ASL) . Previsto un taglio di almeno il 20% del personale dirigenziale, del 15% di quello non dirigenziale e del 30% delle posizioni organizzative e di alta professionalità. I dipendenti in esubero saranno collocati in pensione, anche in deroga alla disciplina Fornero. Oltre 100 milioni di euro il risparmio previsto.

Il gruppo di Progett’Azione ha presentato oggi  un emendamento di “riduzione delle dotazioni organiche  e  del costo del personale della Regione” alla delibera n. 218 (“Interventi urgenti per la razionalizzazione delle spese regionali”) oggi in discussione in Consiglio Regionale.

Nel documento si propone la riduzione, entro il 31 dicembre 2012, delle dotazioni organiche di tutti gli enti della Regione (Giunta e Consiglio Regionale, agenzie ed entri strumentali)  in misura non inferiore al 20 per cento per il personale dirigenziale e del 10 per cento per il personale in organico. Le diminuzioni, da cui verranno esclusi i ricercatori, i tecnologi e il personale sanitario,  dovranno garantire una riduzione del costo di personale di almeno il 15% di quello sostenuto nel 2012. Si propone inoltre  il divieto di assunzione di nuovo personale a tempo determinato o indeterminato.

Il testo introduce inoltre la graduale riduzione, nel prossimo triennio, dello stipendio del 10% per i direttori e per i dirigenti regionali e del 30% del budget regionale destinato alle posizioni organizzative oggi in essere.

Per il personale in esubero le amministrazioni potranno procedere o al pensionamento applicando la disciplina vigente ante Fornero o all’attivazione della mobilità guidata, ovvero la ricollocazione del personale, anche attraverso forme di incentivazione finanziaria da parte della Regione (fino al 50% del costo complessivo del salario per un solo triennio per le amministrazioni che assumeranno i dipendenti in esubero) presso altri uffici.

Oggi la Regione Piemonte conta 2600 dipendenti per una spesa totale di €. 171.974.230,42, di cui € 7.343.088 per il personale assunto a tempo determinato. Di questi, solo in Regione 520 sono i posti vacanti e 219 i possibili pensionamenti con legge post e ante-Fornero.

Questo significa che, se verranno approvate le proposte di Progett’Azione di riduzione dei dipendenti in Giunta, Consiglio ed Enti, si otterranno risparmi di oltre 100 milioni di euro per la Regione e per tutti gli enti, senza togliere nemmeno un posto di lavoro ai dipendenti.

“ Oggi – spiega il presidente del gruppo di Progett’Azione, Angelo Burzi – la Regione e in generale gli enti regionali, a causa del livello di indebitamento raggiunto sono di fronte a un bivio: o si assicura un assetto razionale ed efficiente della spesa, anche attraverso la riduzione del costo del personale e degli esuberi, oppure si rischia il default finanziario, compromettendo in questo modo non solo il pagamento degli stipendi ma di tutti i fornitori regionali”.

“Attraverso la presentazione di questo emendamento – spiegano i consiglieri di Progett’Azione Gian Luca Vignale, Roberto Boniperti, Roberto Tentoni e Rosanna Valle –  si punta al risanamento del bilancio regionale chiedendo un costo sociale zero. In sintesi nella nostra proposta non vi sono lacrime né sangue ma solo recupero dell’efficienza della macchina burocratica e ottimizzazione dell’allocazione delle risorse umane”.

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Valle: Futuro delle Province, è in gioco la democrazia

In questi giorni si stanno sviluppando dibattiti e confronti sul futuro delle Province. Il Governo nazionale non ha tenuto conto dell’indicazione della Regione, sostenuta da tutti i rappresentanti astigiani in Consiglio regionale, con uno schieramento che è andato oltre le singole rappresentanze partitiche per affermare un principio di territorialità e di partecipazione democratica che continuo a ritenere irrinunciabile.

Il Governo ha deciso limitandosi a rispettare criteri esclusivamente numerici, cancellando con un colpo di spugna quasi ottant’anni di storia civile e democratica della Provincia di Asti, leader mondiale in molte eccellenze produttive e medaglia d’oro per la Resistenza.

Oggi il confronto si gioca in Parlamento e dai nostri deputati e senatori ci attendiamo un comportamento coerente con le attese degli astigiani. Potrebbe anche darsi, com’è avvenuto per il parere della Regione, che il punto di vista dei parlamentari eletti non venga tenuto in considerazione, ma ritengo che sia importante affermare il principio e mettere in atto tutte le azioni utili per cercare di salvare la storia, la cultura e l’espressione democratica del nostro territorio.

Assistiamo inoltre, nelle ultime settimane, ad alcuni dibattiti sulle future aggregazioni provinciali. Il problema, a mio avviso, non è se Villanova dovrà andare con Torino o San Damiano con Cuneo, ma piuttosto che cosa ne sarà della rappresentanza democratica, ovvero se verrà mantenuta l’elezione di primo grado dei consiglieri o, secondo l’orientamento del Governo, si andrà verso un’elezione di secondo grado; quali saranno le funzioni attribuite alle Province; quali saranno le risorse, il personale e gli uffici a disposizione;.

È importante cioè capire quale sarà il nuovo assetto organizzativo e funzionale dello Stato e degli enti locali nelle diverse articolazioni. Il momento è senz’altro delicatissimo e il Governo ha il dovere di intervenire con urgenza, ma la fretta non può diventare un alibi per commissariare la politica e la volontà popolare. È questo di cui le istituzioni e i cittadini, a mio avviso, dovrebbero occuparsi, per difendere nel concreto i principi della nostra Costituzione repubblicana.

Rosanna Valle – Consigliere regionale (Gruppo Progett’Azione)

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Vignale: Da oggi in Piemonte il “Progetto Salute” dedicato all’epilessia

È stata approvata oggi la mozione, Vignale primo firmatario, “Interventi a favore dei soggetti affetti da epilessia”.

La mozione votata oggi è  finalizzata a migliorare la qualità della vita delle persone con epilessia e delle loro famiglie attraverso una efficace assistenza socio-sanitaria, a diminuire i costi socio-sanitari attraverso diagnosi precoci ed adeguate terapie e ad eliminare, attraverso una capillare azione di comunicazione tutti i pregiudizi e la disinformazione su questa patologia.

Il testo infatti impegna la giunta regionale a redigere un ‘Progetto Salute’ sulla patologia in grado di  assicurare, per la prima volta in Piemonte, il miglioramento della qualità di vita dalle persone affette dalla malattia attraverso l’istituzione di centri regionali di assistenza (presso l’azienda ospedaliera S.Giovanni Battista di Torino e l’AOU Maggiore della Carità di Novara), l’individuazione di spazi indonei di diagnosi e cura oltre che la divulgazione di messaggio informativi finalizzati a far conoscere meglio la malattia.

In Piemonte, circa l’1% dei residenti è affetto da epilessia, e i maggiori picchi di incidenza si registrano nei bambini e negli adolescenti. Secondo una ricerca della Lice, la Lega italiana contro l’epilessia, il 40% del totale dei pazienti sono bambini sotto i 14 anni. E di questi, sempre secondo la banca dati italiana, il 20% ha meno di due anni.

Secondo la LICE inoltre, pur conoscendo approssimatamene la patologia, ben  il 60% degli insegnanti non sa come comportarsi. Questi dati ben dimostrano la disinformazione generale su questa patologia, spesso legata al pregiudizio se non addirittura al tabù.

Se è vero che grazie ai farmaci di nuova generazione, alle tecniche chirurgiche ed alla elevata esperienza clinica oggi si riesce a contrastare in modo efficace questa malattia, è decisamente più difficile diradare le paure legata alla disinformazione e al pregiudizio. Il grande pubblico infatti conosce poco l’epilessia, anche perchè non raramente chi ne soffre ha paura di farlo sapere, come se avere le crisi fosse una colpa. Vi è un tabù sull’epilessia, che è necessario sconfiggere. Per questo è importante offrire alla cittadinanza la più ampia informazione.

Per questi motivi, grazie anche all’importante sostegno e contributo dell’A.P.I.C.E, Associazione Piemontese Contro l’Epilessia, ho redatto prima un testo di legge, trasformato, dopo il voto del piano socio sanitario regionale che già includeva la maggior parte degli impegni, in mozione.

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Vignale: Oggi ha vinto il commercio di vicinato. Nessun nuovo outlet in Piemonte

Il Consiglio Regionale ha approvato questa mattina la proposta di deliberazione n. 223 ‘Revisione degli indirizzi generali e criteri di programmazione urbanistica per l’insediamento del commercio al dettaglio in sede fissa’, che era stata licenziata dalla III Commissione.

Tre sono le novità del testo votato oggi dal Consiglio. Innanzitutto, come recita il comma 3 dell’articolo 9 dell’allegato A della deliberazione: “all’interno dei nuovi centri commerciali gli esercizi di vicinato non possono superare una soglia del 15 per cento della complessiva superficie di vendita del centro commerciale stesso”. Viene inserito un limite di tempo per la realizzazione dei centri commerciali – 3 anni per le medie strutture e cinque per le grandi – e introdotto l’obbligo di riqualificazione delle aree dimesse oltre che il divieto di utilizzare suolo agricolo per nuovi centri commerciali.

Grazie a queste norme, verrà di fatto impedita la speculazione economica – commerciale da parte dei soggetti che, non appena ottenuta l’autorizzazione di una licenza, la offrivano in vendita a multinazionali o grandi società. “Quello di oggi – spiega Gian Luca Vignale, durante il suo intervento in aula – è un grande risultato e dimostra ancora una volta il nostro impegno per la tutela della piccola e media distribuzione”.

“Dopo la moratoria che vietava la presentazione di nuove domande per la grande distribuzione grazie ad un emendamento da me presentato – prosegue il presidente della Commissione Commercio – il voto di oggi porta ancora una volta il Piemonte ad essere la regione capofila nel sostegno e nella tutela del commercio ambulante e di vicinato rispetto alle altre regioni italiane ed europee”.

“In un momento di crisi e grande difficoltà – conclude Vignale – il voto di oggi rappresenta un passo in più per la difesa della dignità dei nostri commercianti e del nostro territorio oltre che di tutte le realtà urbane che sopravvivono sul piccolo commercio”.

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Rosanna Valle: Abolire la provincia di Asti va contro la volontà popolare

“E’ avvilente vedere come le decisioni delle assemblee elettive, democraticamente elette e rappresentative della volontà popolare, non vengano tenute in considerazione. Per la Regione Piemonte la Provincia di Asti ha ragione di esistere, per il governo nazionale no”. Rosanna Valle, consigliere regionale astigiano di Progett’Azione, esprime “profondo disagio” nei confronti dei provvedimenti del governo che riordinano il sistema delle Province.

“La soppressione di Asti e il passaggio a un sistema elettorale di secondo grado – aggiunge Rosanna Valle – renderanno le Province enti sempre più distanti dai cittadini. È una riforma che, per quanto riguarda gli emolumenti degli amministratori, comporta risparmi di spesa molto esigui, ma priva i cittadini di un collegamento diretto con le istituzioni, gravemente lesivo dei principi di partecipazione democratica che stanno alla base della convivenza civile. Mi auguro – conclude Rosanna Valle – che i parlamentari piemontesi sappiano sostenere le ragioni di Asti e del Piemonte alla Camera e al Senato, correggendo una decisione che va contro la volontà popolare”.

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Vertice di maggioranza in Regione. Progett’Azione: “Dobbiamo mettere mano ai conti. Subito”

Vignale: intervento indilazionabile, seppur tardivo, nell’interesse di tutta la Regione, dei cittadini e delle imprese. Burzi: serve un cronoprogramma puntuale degli interventi per ridurre l’indebitamento e recuperare efficienza.  Non siamo disposti ad assumerci la responsabilità del fallimento della Regione; se non verranno assunte decisioni idonee trarremo le nostre conseguenze politiche

“Abbiamo letto le intenzioni espresse dal presidente Cota in merito alla gestione economico finanziaria della Regione. Consideriamo gli interventi proposti indispensabili, seppur tardivi. Da oltre un anno Progett’Azione sostiene la necessità di mettere mano in modo deciso al risanamento dei conti, per cui non possiamo che accogliere positivamente queste proposte”. Angelo Burzi, capogruppo di Progett’Azione a Palazzo Lascaris annuncia che nella riunione di maggioranza che sostiene la giunta Cota, programmata per martedì 6 novembre, avanzerà la richiesta di un cronoprogramma puntuale in merito agli interventi necessari per ridurre in modo drastico l’indebitamento e per recuperare piena efficienza nell’azione amministrativa regionale.

“Ciò che chiediamo – dichiara il consigliere di Progett’Azione Gian Luca Vignale – non è nell’interesse del nostro gruppo politico o della maggioranza, ma dell’intera Regione e soprattutto dei cittadini e delle imprese. L’intervento è tardivo ma non più dilazionabile e deve essere affrontato già a partire dall’assestamento di bilancio”. Progett’Azione auspica che, dopo tanti proclami, si affronti in modo operativo il problema.

“Siamo ormai fuori tempo limite e non è detto  – aggiunge Burzi – che gli interventi annunciati siano sufficienti: se la gravità dei conti regionali annunciata dal presidente e da autorevoli esponenti della giunta è confermata, allora non c’è più un giorno da perdere. Verificheremo se c’è la reale intenzione di intervenire: noi siamo disponibili con il massimo dell’impegno, ma non intendiamo assumerci la responsabilità del fallimento della Regione. Dopo la riunione di martedì prenderemo perciò atto delle decisioni che verranno assunte e responsabilmente trarremo le nostre conclusioni”.

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Positive le decisioni della maggioranza sul contenimento della spesa

Burzi: accolte alcune importanti proposte di Progett’Azione. Saremo pienamente soddisfatti soltanto quando verrà attuata una politica operativa di rigore e di sviluppo. Tentoni: la delibera sulla spending review, arricchita dalle nostre proposte, è il banco di prova. Vignale: in Consiglio capiremo chi è ancora legato  al partito della spesa e a dinamiche che oggi non sono più sostenibili.

Al termine della riunione dei capigruppo di maggioranza in merito alla drammatica situazione dei conti della Regione Piemonte, Progett’Azione esprime la sua soddisfazione per l’accoglimento di alcune importanti proposte avanzate dal gruppo consiliare costituito dai consiglieri Angelo Burzi, Roberto Boniperti, Roberto Tentoni, Rosanna Valle e Gian Luca Vignale e dall’impegno annunciato dal Presidente Roberto Cota di intervenire urgentemente sul debito, partendo dall’applicazione della riforma sanitaria.

“Siamo soddisfatti per l’accoglimento delle nostre istanze  in materia di riduzione della spesa, che si tradurranno nell’introduzione del telelavoro, nella digitalizzazione degli atti e delle procedure regionali, nell’istituzione del portale della trasparenza, nell’eliminazione delle auto blu, nella significativa riduzione delle spese per il personale, ma soprattutto nel cambiamento di approccio nei confronti della gestione dei conti pubblici”, ha dichiarato Angelo Burzi, capogruppo di Progett’Azione a Palazzo Lascaris. “Ciò su cui abbiamo concordato oggi – ha aggiunto Burzi –  è la sintesi di una serie di interventi che ha distinto la nostra attività dal giorno stesso in cui ci siamo costituiti, ma  saremo veramente soddisfatti soltanto quando questa maggioranza attuerà una politica operativa di rigore coniugata ad azioni per lo sviluppo, riorientando i frutti dell’efficienza a favore di impresa, lavoro e famiglia”.

Il consigliere Roberto Tentoni sottolinea come il vero banco di prova sarà la delibera sulla spending review (n. 218 “Interventi urgenti per la razionalizzazione delle spese regionali”), in discussione giovedì in I Commissione. “Il nostro gruppo ha presentato un importante pacchetto di misure che consente di liberare risorse per un miliardo di euro entro il 2015”. Tra le proposte che i capigruppo di maggioranza hanno deciso di sostenere c’è il blocco delle assunzioni di personale per Giunta e Consiglio e società partecipate, oltre all’istituzione della Direzione per la mobilità del personale regionale. I capigruppo di maggioranza, su proposta di Progett’Azione, hanno inoltre concordato di istituire l’anagrafe degli eletti e l’anagrafe dei nominati dalla Regione e di procedere con la dichiarazione di decadenza degli amministratori di società partecipate che abbiano chiuso gli ultimi due esercizi in perdita.

Per Gian Luca Vignale, esponente di Progett’Azione e Presidente della commissione per le Attività produttive “si tratta di novità sostanziale. Ci auguriamo che queste proposte rappresentino soltanto il primo passo verso il risanamento dei conti pubblici e la progressiva riduzione del debito”.

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Pdl irresponsabile fa mancare la maggioranza in Consiglio regionale

Solo un PDL irresponsabile può far mancare la maggioranza ad un assessore della propria giunta e votare insieme al PD, gli ordini del giorno sull’ emodinamiche piemontesi.

L’atteggiamento del PDL tenuto oggi in Consiglio Regionale è la dimostrazione che il partito di maggioranza in Regione oggi è stato pronto a sconfessare un piano socio sanitario votato da loro stessi pochi mesi fa.

Vista la drammatica situazione in cui viviamo oggi non si può prendere la strada del rigore e contemporaneamente promuovere quella della spesa. Per questo motivo il gruppo di Progett’Azione, con me oltre che con i consiglieri Burzi e Tentoni, abbiamo votato contro ordini del giorno che di fatto richiedono alla Regione costi oggi non più sostenibili.

Questo è il tempo delle scelte evidentemente oggi il PDL ha fatto la propria. Se è ben comprensibile la difficoltà ad assumere decisioni poco popolari, come la razionalizzazione dell’emodinamiche piemontesi, ci chiediamo come farà chi oggi ha votato a favore della spesa a spiegare domani ai cittadini un eventuale aumento delle pressione fiscale causato proprio dal non rispetto dei parametri di spesa sanitaria. Perché se è scontata la posizione dei partiti di minoranza, è assolutamente ingiustificabile quella del più grande partito di maggioranza.

Gian Luca Vignale

consigliere regionale Progett’Azione

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Maria Teresa Armosino: “Progett’Azione è per le primarie di coalizione”

“Siamo per le primarie di coalizione e non di partito”. Maria Teresa Armosino, parlamentare del Pdl, presidente dell’associazione politico culturale Progett’Azione (e da oggi, ex presidente della Provincia di Asti) interviene sulle candidature alla premiership per il Pdl “per rilanciare il progetto di una coalizione forte, autorevole,  alternativa alla sinistra, che dia spazio al confronto partecipato e costruttivo dell’area moderata”.

Progett’Azione insiste sulla necessità di allargare il dibattito per un programma moderno, in sintonia con le aspettative degli italiani. “Vogliamo contribuire a elaborare una proposta politica per una pubblica amministrazione snella ed efficiente che collabori in modo attivo con i cittadini e le imprese. Riteniamo che oggi sia fondamentale recuperare dignità e chiarezza nell’agire politico. Per questo diciamo in modo netto che siamo per le consultazioni primarie allargate a tutta la coalizione e non vogliamo più esercitarci in superate logiche di partito: dobbiamo essere inclusi e non esclusivi, per alimentare  il confronto tra espressioni culturali di matrice comune, per farci valere sul piano politico  e sul terreno elettorale”.

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Vignale: Pista di Cesana: si faccia garante la Fondazione 20 marzo 2006

È evidente che, rispetto alla decisione di rimozione dell’ammoniaca dalla pista di Cesana, la Regione, né tantomeno la Fondazione 20 marzo possano volgere lo sguardo altrove, ma che anzi sia loro compito attivarsi al fine di evitare la chiusura dell’impianto olimpico, promuovendo – se necessario – gli imprenditori privati interessati.

In questa vicenda è infatti bene capire chi fino ad oggi ha fatto cosa con i soldi di chi. Perché se è vero che la Parcolimpico srl (società che gestisce ad oggi l’impianto di Cesana) ha una quota maggioritaria privata è altrettanto vero che l’impianto, il terreno su cui sorge e i finanziamenti fino ad ora elargiti per la pista sono pubblici.

Come pubblici sono i 1,5 milioni di euro utilizzati dalla Fondazione 20 marzo a favore della Parcolimpico per interventi di ‘ripristino, qualificazione e per le spese di manutenzione’ degli impianti (tracciato per bob slittino e skeleton compreso), di cui 500.000 euro stanziati direttamente dalla Regione per l’impianto di Cesana .

Inoltre la Delibera regionale 3 – 10879 Conferimento di beni olimpici di proprietà regionale alla Fondazione 20 marzo 2006. Definizione del titolo giuridico del conferimento dove si specifica che “per effetto del suddetto conferimento la Fondazione 20 marzo 2006 assumerà in proprio ogni onere ed adempimento relativo alla gestione ed amministrazione dei beni (ovvero gli impianti olimpici)”.

La soluzione è, volendo, semplice. Gli Enti pubblici (Regione, Comune, di Torino e provincia) fondatori della Fondazione 20 Marzo e, di conseguenza, proprietari del 30% delle quote di Parcolimpico srl intervengano garantendo, tramite la Fondazione, la società Grandi Eventi Valle Susa srl, ma soprattutto garantendo che milioni di euro non vadano buttati in fumo e che la Val Susa non subisca un danno turistico rilevante.

Per questo motivo, in qualità di presidente della Commissione montagna del Consiglio Regionale, inviterò da subito la giunta regionale ad intervenire presso la Fondazione 20 Marzo affinché diventi da subito garante della fideiussione.

 

Sintesi eventi:

Nel marzo 2006 la Regione Piemonte, insieme a altri enti e istituzioni, costituisce la Fondazione 20 marzo 2006, con il compito di (art. 3 dello statuto fondativo) amministrare il patrimonio mobiliare ed immobiliare costituito dai beni realizzati, ampliati o ristrutturati in vista dei Giochi Olimpici Invernali Torino 2006, favorendone l’utilizzo e lo sfruttamento. All’interno di questo patrimonio ovviamente rientrava a pieno titolo la pista di bob di Cesana.

Compito della Fondazione è anche di “favorire lo sviluppo economico regionale e ultraregionale, con particolare riferimento alle attività turistiche sportive, culturali e sociali attraverso la gestione del proprio patrimonio”.

Per meglio sviluppare i propri compiti, la Fondazione si dota di altre due società, una delle quali è Parcolimpico srl, prima di proprietà al 100%, poi in house, poi solo partecipata al 30% (il restante proprietà per il 70% della società Get Live 2 Srl), a cui è stata affidata la gestione del patrimonio immobiliare olimpico e nei confronti della quale la Fondazione ha poteri di controllo e verifica.

Parcolimpico ha ricevuto dalla Fondazione un contributo di 20 milioni di euro per procedere all’acquisto del cosiddetto ‘know how’ olimpico.

Nel 2010 la Regione aveva stanziato 4 milioni di euro alla Fondazione 20 Marzo a “copertura degli investimenti realizzati sulle strutture realizzate per i Giochi di Torino 2006”.

Febbraio 2011: la pista di bob chiude.

2012: Eventi Valle Susa srl si rende disponibile al riavvio dell’impianto.

La Parcolimpico srl chiede in cambio dell’affidamento della gestione una fideiussione di 650 mila euro.

La società Parcolimpico ha avviato le operazioni di prelievo dell’ammoniaca determinando di fatto una chiusura dell’impianto.

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Vignale (Progett’Azione): in Piemonte un’altra bambina orfana con genitori in vita

La notizia della conferma dello stato di adottabilità della bimba di 2 anni e mezzo tolta ai genitori perché anziani mette nello sconforto anni di impegno  e lavoro a sostegno della famiglia e della genitorialità.

Se prima sembrava assurdo leggere che si  potesse decidere sul destino di una famiglia e disporre lo stato di adottabilità di una bambina solo perché avuta da due genitori anziani con la fecondazione artificiale, ancor più preoccupante sembra la conferma di oggi della Corte d’Appello.

Poiché non si è di fronte ad un caso di grave abuso delle due l’una: se il problema è l’inadeguatezza o l’incapacità genitoriale si può migliorare grazie al sostegno di educatori. Se invece il fondamento della decisione è l’età dei genitori o la modalità di concepimento si è evidentemente di fronte ad un’ errata cultura che vede la genitorialità come una sorta di concessione statale, che in ogni momento può essere revocata.

Purtroppo a causa di questa errata e preoccupante cultura mediamente ogni 1000 bambini 3 vengono allontanati dalle loro famiglie, e di questi la metà poi ritornano a casa. Solo in Piemonte ogni anno su 2500 bambini tolti alle loro famiglie, di questi oltre la metà è dovuto ad un giudizio di ‘incapacità’ o ‘inadeguatezza’ dei genitori.

La domanda allora sorge spontanea: come si giudica l’incapacità di un genitore? La fecondazione assistita o l’età sono due fattori determinanti nel giudizio?

Perché se così fosse è evidente che sia necessario avvisare un’altra coppia italiana, composta da Carmen Russo (53 anni) ed Enzo Paolo Turchi (63 anni) che in questi giorni hanno annunciato di aspettare, grazie all’inseminazione artificiale, il loro primo figlio. Oppure loro grazie alla notorietà e fama possono stare tranquilli?

È evidente che questa sia una visione completamente distorta della genitorialità e che non basti l’età per decidere un cambio di genitori come se fosse un cambio d’abiti: in ballo c’è la serenità di una famiglia e il futuro di bambini che vivono un dramma che non dimenticheranno mai.

Gian Luca Vignale

Consigliere regionale Progett’Azione

Facebook.com/GianLucaVignale

Facebook.com/bimbiseparati

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CON LA SPENDING REVIEW DI PROGETT’AZIONE RISPARMIEREMO 1 MILIARDO E 100 MILIONI

Gian Luca Vignale: “Di qui al 2015 si possono recuperare 1 miliardo e 83 milioni di euro da destinare riduzione del debito e investimenti per lo sviluppo”.

Nel dettaglio: 12 milioni dal taglio dei costi della politica; 1,360 milioni dall’abolizione dell’utilizzo delle auto di servizio; 49 milioni dal blocco delle assunzioni e dalla rimodulazione delle spese dei dirigenti pubblici e delle posizioni organizzative; 33,5 milioni di minori costi di enti, agenzie, consorzi e società partecipate; 1 miliardo dall’alienazione del patrimonio disponibile e dalla razionalizzazione delle società partecipate. E inoltre: trasparenza amministrativa, digitalizzazione degli atti e dei pagamenti, telelavoro. “Dopo i proclami – è tempo di passare ai fatti, senza indugio. È infatti evidente che  le parole non bastino e che se gli intenti del presidente Cota in merito al taglio dei costi si vogliono trasformare in fatti questo documento è un buon punto di inizio”.

 

Non solo tagli, ma anche riduzione del debito e investimenti per lo sviluppo. La proposta del gruppo consiliare di Progett’Azione per la riduzione della spesa pubblica prevede un recupero di efficienza e di efficacia della macchina regionale, in grado di far risparmiare complessivamente 1 miliardo e 83 milioni di euro di qui alla fine del 2015. Si tratta di ridurre i costi della politica, dismettere il patrimonio pubblico non strategico, razionalizzare le società partecipate e realizzare risparmi, senza influire sulla quantità e sulla qualità dei servizi offerti ai cittadini.

 

“La nostra -ha dichiarato il capogruppo  di Progett’Azione Angelo Burzi  nel corso di una conferenza stampa che si è svolta questa mattina (lunedì 22 ottobre) a Torino – è una proposta a costo zero per la collettività: tutte le risorse recuperate verranno destinate alla riduzione del debito, alle politiche sociali migliorando la qualità della vita delle famiglie e allo sviluppo delle attività produttive. Noi crediamo che la politica regionale –  ha aggiunto Burzi, insieme ai consiglieri di Progett’Azione Roberto Boniperti, Roberto Tentoni, Rosanna Valle e Gian Luca Vignale –  possa e debba evitare il “commissariamento”, ovvero di essere messa sotto tutela dal governo centrale e dalla Corte dei conti.  Ma per fare questo è necessario che dimostri di essere in grado di ben amministrare e di rinnovarsi. Rifiutiamo il neo-centralismo, a meno che il Parlamento non intervenga sulla costituzione modificandone il titolo quinto: crediamo che si debba consentire alle Regioni, così come alle Province e ai Comuni, di poter svolgere il loro ruolo, recuperando però il massimo dell’efficienza della spesa pubblica, riducendo il debito e abbassando le tasse a carico dei cittadini delle imprese”.

 

 

 

IL PIANO DI PROGETT’AZIONE PER LA RIDUZIONE DELLA SPESA PUBBLICA REGIONALE

 

Il piano elaborato da Progett’Azione prevede, oltre ai provvedimenti già adottati che hanno prodotto un  significativo taglio dei costi della politica regionale, l’ulteriore riduzione del 20% dei costi complessivi relativi all’indennità di consiglieri regionali e assessori e relativi trasferimenti gruppi consiliari. Questa manovra consentirà un risparmio di 12 milioni nel prossimo triennio.

L’operazione “Piemonte zero”  prevede l’abolizione dell’utilizzo delle auto di servizio in tutta l’amministrazione regionale, comprese le società e le agenzie regionali. Tutti i contratti di noleggio, leasing e assicurazione che andranno in scadenza non potranno essere rinnovati; inoltre la Regione dovrà dismettere le autovetture di proprietà. Anche per quanto riguarda gli immobili, si dovrà trovare collocazione alle agenzie, aziende o società regionali in stabili della Regione: il risparmio, in termini di efficienza, sarà di 1,360 milioni di euro nel prossimo triennio.

Il reale blocco delle assunzioni, della Regione delle società controllate o partecipate, comporterà un risparmio di 24 milioni nel prossimo triennio.

Per favorire la mobilità fra i dipendenti della giunta del consiglio regionale, delle società e delle agenzie controllate dalla regione e delle comunità montane, verrà istituita, a costo zero impiegando per lo scopo il direttore del personale della Regione e delle partecipate, la Direzione della mobilità che gestirà gli elenchi del personale “in disponibilità”. In termini di efficienza l’operazione comporterà un risparmio di 16 milioni di euro.

A questo si assocerà la riduzione dei costi del personale, con un abbassamento del 10% dello stipendio dei direttori, del 10% dei salari accessori dei dirigenti e di almeno il 15% delle attuali posizioni organizzative, per un risparmio di 9 milioni di euro.

Si dovranno anche ridurre i costi di enti, agenzie, consorzi e società partecipate dalla Regione, bloccando le nuove assunzioni, riducendo la spesa per le consulenze di incarichi professionali e fissando nuovi criteri di professionalità per gli amministratori: il risparmio previsto con questo intervento è di 33,5 milioni di euro.

Per la valorizzazione del capitale umano, risorsa fondamentale della pubblica amministrazione, la Regione dovrà promuovere  in modo incisivo il telelavoro: l’intervento favorirà un risparmio di 2,3 milioni di euro.

Sempre per favorire il contenimento della spesa, si dovrà promuovere la completa  digitalizzazione degli atti, firma elettronica digitale dei dipendenti regionali, la possibilità di  presentare atti e certificazioni attraverso strumenti digitali e di effettuare pagamenti in modo digitale: questi interventi consentiranno un risparmio di 8,550 milioni di euro.

Gli enti, le agenzie le società partecipate dalla Regione Piemonte dovranno essere amministrate in modo professionale trasparente: a questo scopo Progett’Azione prevede l’introduzione di criteri di nomina e designazione trasparenti, che pur non producendo risparmi quantificabili dal punto di vista monetario, favoriranno l’avvio di una miglior gestione della macchina pubblica.

 

Un altro intervento che va nella stessa direzione è quello volto ad assicurare la trasparenza dei procedimenti amministrativi, con la pubblicazione in modo evidente sulla prima pagina del sito della Regione di tutti gli atti e i provvedimenti adottati con rilevanza esterna, tra i quali l’anagrafe degli eletti, l’anagrafe dei nominati in enti, aziende, società, agenzie e consorzi controllati, vigilati partecipati dalla Regione, l’elenco degli incarichi, dei collaudi, delle consulenze e del trattamento economico degli organi di indirizzo economico amministrativo, dei dirigenti, dei consulenti e dei membri di commissione.

 

Un intervento fondamentale ai fini del risparmio e del recupero di efficienza è l’alienazione del patrimonio disponibile e la razionalizzazione delle società partecipate. L’intervento, già previsto dall’articolo 44 della legge finanziaria del 2012 (il quale prevedeva che entro il 31 maggio di quest’anno la giunta regionale avrebbe dovuto presentare al consiglio la delibera di razionalizzazione delle società partecipate) non è stato ancora attuato. Tra l’alienazione del patrimonio disponibile e razionalizzazione delle società partecipate Progett’Azione prevede un recupero di risorse complessivo di 1 miliardo di euro nel prossimo triennio.

“ Sono tutti interventi di efficienza pura che non tagliano servizi ai piemontesi e offrono una risposta concreta alla riduzione dei costi della politica e al miglioramento dell’efficienza della pubblica amministrazione. Sono proposte che sosteniamo da tempo. Crediamo – ha concluso Angelo Burzi – che sia un modo concreto per avviare, senza clamori ma con grande efficacia, il processo di risanamento indispensabile per evitare il fallimento della regione, imboccando una nuova strada che dovrà portare all’alleggerimento della macchina regionale, nell’esclusivo interesse dei cittadini e delle imprese. Ci auguriamo che, dopo i proclami, la giunta  e il consiglio regionale vogliano accogliere senza indugio le nostre proposte, passando dalle parole ai fatti”.

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VIGNALE : PRONTO IL MANIFESTO POLITICO PER RICOSTRUIRE IL CENTRO DESTRA

È oramai evidente che il Popolo della Libertà sia in caduta libera. L’immagine del nostro partito è stata infatti irreparabilmente incrinata a causa di esponenti sempre più lontani dai cittadini.

 

Soprattutto in Piemonte, il centro destra ha dimostrato di avere tra le proprie fila una classe dirigente ed esponenti politici che anziché accrescere hanno deluso la passione e l’impegno nella politica dei cittadini e degli amministratori.

 

Ma poiché il centro destra piemontese conta anche di cittadini, militanti e amministratori che ogni giorno lavorano con impegno e devozione per portare sul territorio una buona politica fatta e con i cittadini, non possiamo permettere che gli errori degli uni compromettano il lavoro degli altri.

 

Oggi più di ieri è necessario ribadire che solo la buona politica può garantire crescita e sviluppo sociale ed economico del nostro territorio e oggi più di ieri, chiediamo a tutti gli esponenti del centro destra di voler riportare con noi tra le strade e tra la gente i valori imprescindibili e ineludibili del centro destra.

 

Come amministratori ed esponenti di una forza politica abbiamo il dovere morale e civile di rifondare il centro destra su nuovi presupposti, con nuove regole e ammettendo i gravi errori che sono stati commessi nella selezione della classe dirigente regionale del PDL.

 

Soltanto una rapida, radicale e sincera autocritica, un processo di valutazione senza auto assoluzioni, può permetterci di ripulire l’onore macchiato di tanta gente perbene che sostiene e rappresenta ai più diversi livelli il Popolo della Libertà.

 

Per questo motivo chiederò a tutti i colleghi europei, regionali, comunali e a tutti i militanti, a chiunque creda con me in un centro destra nuovo, rinnovato e che parta dai valori che l’hanno sempre caratterizzato di voler sottoscrivere il nostro manifesto, ritenendo imprescindibile assolutamente indispensabile:

 

1)      Porre alla base della selezione della classe dirigente i valori del MERITO e della MILITANZA: le candidature devono essere riservate in via prioritaria a coloro che hanno dedicato anni all’attività sul territorio. I non iscritti al partito potranno essere candidati solo a fronte di rilevanti e specifiche competenze professionali attentamente vagliate dagli organismi competenti;

 

2)      Prevedere il limite dei due mandati per l’elezione in ogni livello istituzionale;

 

3)      Approvare un codice etico che preveda:

  1. il vaglio delle candidature da parte di un Comitato di garanti che valutino     pendenze, pregressi e posizioni compromettenti
  2. l’espulsione dei condannati in primo grado per reati contro la Pubblica  Amministrazione o infamanti
  3. un limite preciso alle spese che i singoli candidati possono effettuare;

4)      Introdurre criteri di  trasparenza assoluta per l’utilizzo dei fondi pubblici ( i bilanci dei gruppi consiliari e dei coordinamenti del partito devono essere certificati da organismi appositi e pubblicati su internet);

5)      Nominare negli enti esclusivamente persone che presentino una specifica competenza professionale;

 

6)      Introdurre le primarie per la selezione dei candidati sindaci, presidenti di provincia e di Regione e per i parlamentari qualora non venga abrogata l’attuale legge elettorale;

 

7)      Eliminare i listini e le liste bloccate;

 

8)      Completare il processo di elezione dal basso di tutti gli organi di partito, dai coordinatori circoscrizionali al coordinatore nazionale.

 

Abbiamo il dovere di ripartire dai nostri valori, dalle nostre idee, spiegando ai piemontesi cosa abbiamo fatto e perché, cosa non siamo riusciti a fare e per quali ragioni, cosa vogliamo ancora proporre e dove reperiremo le risorse per farlo e come ricostruiremo insieme un nuovo e più solido progetto politico, in grado di trarre dalla sconfitta del PDL il giusto insegnamento per un più solido, democratico e trasparente soggetto politico.

 

Gian Luca Vignale

Consigliere regionale Progett’Azione

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VIGNALE (PROGETT’AZIONE): DEBITO: LA MAGGIOR PARTE è DOVUTO AL CENTRO SINISTRA

I documenti contabili della Regione Piemonte mettono nero su bianco che la maggior parte del debito piemontese è dovuto al centro sinistra.

 

Se infatti nel 2004, il presidente Ghigo aveva lasciato un debito regionale diretto di 1, 612 miliardi di euro, il centro sinistra è riuscito a quintuplicarlo in cinque anni (6, 923 milioni di euro).

 

Oltre ad aver aumentato esponenzialmente il debito, il governo Bresso ha anche cancellato quasi 900 milioni di euro alle aziende sanitarie dopo aver comunicato la disponibilità economica di queste risorse.

 

Solo considerando la cancellazione degli impegni di spesa (700 milioni di euro), l’indebitamento delle società in house  (ben 350 milioni di euro solo degli anni Bresso), i mutui sottoscritti (quasi 5 miliardi di euro), parte della differenza tra residui attivi e passivi ( 600 milioni di euro) arriviamo alla totale monstrum di oltre 6.6 miliardi di euro, che non tiene conto dell’indebitamento delle Asl e delle Aso piemontesi negli anni di governo del centro sinistra.

 

In numeri: cinque anni di centro sinistra ci sono costati più di 7 miliardi di euro, ovvero

 

È evidente che la politica del rigore, fin qui ben  attuata dalla giunta Cota , non basti. Servono ora riforme strutturali e taglio a tutte le spese superflue.

 

Per questo motivo chiediamo al centro sinistra in Regione di fare il mea culpa e di mettersi una mano sulla coscienza rendendosi fin da ora disponibile a votare tutte quelle misure di riduzione dei costi, quali innanzitutto la dismissione di SCR ma anche la riduzione del personale regionale, che salverebbero la nostra regione dal default finanziario.

 

Nei prossimi giorni presenteremo misure strutturali di riduzione della spesa in grado di intervenire sui costi della Regione.

 

Gian Luca Vignale

Consigliere regionale Progett’Azione

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Gioco d’azzardo patologico: la proposta di legge di Progett’Azione

La prevenzione, la cura e la sensibilizzazione dalla dipendenza dal gioco d’azzardo diventa protagonista di una proposta di legge della Regione Piemonte a firma dei cinque consiglieri di Progett’Azione .

È stata protocollata infatti questa mattina una proposta di legge, che disciplina le sale da gioco sul territorio piemontese sotto l’aspetto non più di polizia urbana (motivo per cui fino ad oggi le ordinanze comunali venivano rigettate dalla Corte ) ma sotto l’aspetto sanitario e socio- assistenziale.

La proposta di legge, Vignale primo firmatario, è già stata sottoscritta, oltre che dai cinque consiglieri regionali di Progett’Azione anche dai consiglieri regionali (in ordine alfabetico), Cortopassi, R. Costa, Formagnana, Gariglio, Giovine, Gregorio, Leo, A.Motta, M.Motta,  Placido,  Ronzani, Tiramani.

La proposta di legge di Progett’Azione muove dalla presa d’atto che il gioco d’azzardo è un fenomeno in forte ascesa che coinvolge sempre più persone, attratte dall’illusione di una vincita facile.

Una regolamentazione tardiva… 

Il problema è che oggi il  gioco d’azzardo sta diventando l’oppio dell’attuale generazione, una vera e propria dipendenza che porta i cittadini a non riuscire a resistere all’impulso di giocare con ricadute negative sulla vita sociale, sul lavoro, sulla propria indipendenza economica e quindi sulla salute.

Il problema ad oggi è che benché l’Organizzazione mondiale della Sanità abbia da anni riconosciuto la ludopatia come una malattia, lo Stato italiano ne ha preso conoscenza in modo tardivo e le iniziative fino ad oggi assunte in materia (da ultimo il cosiddetto decreto Balduzzi) sono tutt’ora in fase di discussione e voto al Parlamento.

Molti comuni hanno provato ad intervenire per limitare gli effetti delle slot machine e del gioco d’azzardo in generale, scontrandosi però con l’impossibilità ad assumersi le proprie responsabilità di governo locale per via delle attuali normative nazionali in vigore che regolano il settore solamente dal punto di vista dell’ordine pubblico.

Gli spazi aperti dalla Corte Costituzionale per le Regioni…

Tuttavia grazie ad una sentenza della Corte Costituzionale, la n. 300 del 2011, si sono aperti importanti spiragli nei confronti delle regioni e delle provincie. La Corte, riconoscendo la legittimità della legge 13/2010 della Provincia Autonoma di Bolzano, con cui si introducevano limiti all’apertura di sale giochi in relazione alla prossimità a determinati luoghi,  ha evidenziato che tale normativa non poteva essere ricondotta alla competenza legislativa statale in materia di ordine pubblico e sicurezza e ha riconosciuto la potestà legislativa regionale o provinciale in materia di salute pubblica, in difesa delle fasce deboli quali i minori o in zone sensibili o per soggetti bisognosi di cure sociosanitarie o assistenziali.

Successivamente a questa sentenza, sulla materia è intervenuta la Regione Liguria, con due leggi approvate nell’aprile dell’anno in corso, la 17/2012, “Disciplina delle sale da gioco”, con cui la Regione ha regolamentato l’autorizzazione all’esercizio di sale da gioco, e la 18/2012 “ Norme per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico”.

In Piemonte il gioco d’azzardo è un fenomeno in forte crescita…

Ogni piemontese spende in media 752 euro l’anno per il gioco d’azzardo, e su tutto il territorio regionale i pazienti affetti da ludopatia grave presi in carico dal sistema sanitario regionale sono passati da 166 a 821 con un incremento di quasi il 500% in pochi anni. A questi si aggiungono altri 863 casi di dipendenza di livello secondario.

Secondo quanto definito dal Piano di Azione Regionale delle Dipendenze (PARD) anni 2012-2015 “Sulla base delle stime d’incidenza nella popolazione generale, si prevede un ulteriore aumento dei soggetti in carico nei prossimi anni”.

Gli interventi programmati…

La proposta di legge regionale di Progett’Azione intende affrontare il fenomeno della ludopatia con norme finalizzate a preservare dalle implicazioni negative del gioco, i cittadini e in particolar modo alcune categorie di persone, non in grado, per le loro condizioni personali, di gestire in modo adeguato l’accesso al gioco d’azzardo.

In questa prospettiva è stata esclusa la possibilità di autorizzare e condurre l’esercizio di sale da gioco lecito in prossimità di strutture frequentate da giovani o, comunque, da soggetti vulnerabili,è stato messo in capo ai gestori l’obbligo di verifica dell’età anagrafica dei giocatori e  sono state previste sanzioni pecuniarie.

Ecco i punti chiave:

–         PUBBLICITÀ: divieto di ogni forma propaganda del gioco d’azzardo entro i 500 metri da scuole luoghi sensibili, quali istituti scolastici di ogni ordine e grado, centri giovanili o socioassistenziali.  La norma stabilisce inoltre che ogni forma di pubblicità deve contenere indicazioni visibili sulle reali percentuali di vincita da parte del giocatore. In caso di violazione è prevista una sanzione pecuniarie tra i 500 euro e i 5000 euro

–         SALE DA GIOCO: non potranno essere aperte a meno di 500 metri da istituti scolastici, centri giovanili o altri istituti frequentati principalmente dai giovani, o da strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socioassistenziale. I Comuni potranno poi individuare altri luoghi sensibili in relazione alle caratteristiche del contesto urbano in cui non sarà ammessa l’apertura. . È vietata la messa a disposizione presso qualsiasi pubblico esercizio di apparecchiature che, attraverso la connessione internet, consentano ai clienti di giocare sulle piattaforme di gioco messe a disposizione dai concessionari on-line.

–         GESTORI DELLE SALE DA GIOCO:  Dovranno impedire l’accesso al gioco ai minorenni e saranno tenuti a esporre all’ingresso e all’interno dei locali materiale informativo, predisposto dalle Aziende per i servizi sanitari, diretto a evidenziare i rischi correlati al gioco e la presenza sul territorio di servizi di assistenza pubblici e del privato sociale dedicati.  In caso di violazione è prevista una sanzione da 300 a 1.000 euro per ciascun apparecchio nonché la sospensione dell’autorizzazione da tre a sessanta giorni, e in caso di ripetuta violazione (tre in tre anni) si prevede la revoca della licenza.

–         PREVENZIONE: Sono previste iniziative di cura e recupero delle persone affette da disturbo da gioco d’azzardo attraverso i servizi territoriali dedicati al Gioco d’Azzardo Patologico (G.A.P.) presenti in tutti i Dipartimenti delle Dipendenze delle AA.SS.RR

–        CAMPAGNE DI PREVENZIONE: La proposta di legge prevede l’attuazione da parte della giunta di campagne di informazione, educazione al gioco e sensibilizzazione sulla dipendenza da gioco, soprattutto all’interno delle scuole.

–         FONDO REGIONALE PER IL GIOCO D’AZZARDO: viene istituito un fondo regionale, alimentato con il 20% del totale raccolto dalle sanzione, che servirà a sostenere i Comuni da eventuali cause da parte di imprese o gestori di slot machine o congegni automatici, semiautomatici ed elettronici per il gioco d’azzardo.

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Presentata la proposta di legge sulle attività connesse all’agricoltura

È stata presentata oggi in sala Viglione del Consiglio regionale, la proposta di legge regionale n. 288 “Nuove disposizioni in materia di agriturismo e di attività connesse all’agricoltura”, Gian Luca Vignale, presidente della Commissione Agricoltura del Consiglio Regionale, primo firmatario.

Alla presentazione sono intervenuti Maria Chiara Bellino – segreteria Regionale Terranostra – Coldiretti, Paolo Bertolotto – segretario di Agriturist Piemonte – Confagricoltura, Pierangelo Cena – presidente Associazione Turismo Verde Piemonte, Roberto Ercole – presidente CIA Piemonte.

La proposta di legge è il frutto di un tavolo di lavoro, durato oltre un anno e istituito dal consigliere regionale Vignale con tutte le associazioni  rappresentative degli operatori agrituristici e agricole. Gli incontri erano  finalizzati alla redazione di una proposta di legge in grado di garantire una corretta e qualificata valorizzazione delle aziende agrituristiche, e contemporaneamente regolamentare tutte le attività connesse all’agricoltura, quali la vendita dei prodotti tipici, pescaturismo, ittiturismo, fattorie didattiche, agricoltura sociale e agriturismo venatorio, e soprattutto il turismo rurale, sempre più importante in Piemonte.

Le attività agrituristiche della nostra regione sono in continua evoluzione e sono diventate, nel corso degli anni, un’importante risorsa per attività lavorative, creative e dinamiche.

Di fronte a questi cambiamenti, però, la Regione Piemonte è rimasta ferma a una normativa che risale ormai al 1995 (l.r. 23 marzo 1995 n. 38, Disciplina dell’agriturismo). Diversamente, a livello nazionale, sono stati effettuati significativi passi in avanti grazie al d. l. 29 marzo 2004, n. 99 (Disposizioni in materia di soggetti e attività, integrità aziendale e semplificazioni amministrativa in agricoltura), con le modifiche di cui al d.lgs n. 101/05, che tra le varie innovazioni, introduce anche la figura dell’Imprenditore agricolo.

In quindici anni la condizione dell’imprenditoria agricola e le necessità del consumo sono profondamente mutate, per questo la necessità di un aggiornamento della normativa regionale era quindi impellente e inderogabile da un punto di vista non solo normativo ma anche operativo: agricoltori e associazioni da tempo chiedevano un aggiornamento in questa direzione.

Con questi obiettivi e con un lavoro di forte condivisione è stata costruita la proposta di legge  regionale n. 288 “Nuove disposizioni in materia di agriturismo e di attività connesse all’agricoltura”, presentata in Consiglio Regionale lo scorso 12 agosto.

Tra i punti fondamentali della proposta di legge vi è il riconoscimento e la valorizzazione di tutte le attività agrituristiche, intese come strumenti di organizzazione e valorizzazione del territorio, e quindi come fonti di economia e lavoro, oltre che di conservazione e tutela dell’ambiente e conservazione del patrimonio rurale.

Per la prima volta in Italia, viene introdotto l’obbligo di apportare nella preparazione e nella somministrazione di pasti e bevande una quota di prodotto proveniente da aziende agricole regionali piemontesi non inferiore all’85% di cui proprio almeno il 25%.

Altre novità sono la regolamentazione in legge (per la prima volta nella nostra regione) dei pescaturismi, ittiturismi, fattorie didattiche e agricoltura sociale. Viene data la possibilità agli agricoltori di seppellire gli animali, in spazi del proprio terreno dedicati e secondo le norme di legge.

Un altro aspetto importante è che, nel calcolo della prevalenza, viene data la possibilità all’imprenditore agricolo di scegliere tra il tempo/lavoro e la Produzione Lorda Vendibile (PLV) annua.

Inoltre, introducendo una specifica forma di agriturismo, denominata “ospitalità rurale”, l’imprenditore agricolo professionale (IAP) potrà dare ospitalità liberamente a fronte di un limite massimo di 10 coperti o 10 posti letto.

Per quanto riguarda, invece, gli alloggi agrituristici, la proposta di legge elimina il numero massimo di coperti per i pranzi e stabilisce la capacità ricettiva massima di 25 posti letto, nel computo dei quali non sono conteggiati i bambini sotto i 12 anni.

Agli agriturismi montani, se l’attività è condotta con carattere di stagionalità, viene data la possibilità di utilizzare la cucina per la somministrazione dei pasti a un massimo di 20 persone. Inoltre gli agriturismi oltre 1000 metri di altezza possono utilizzare camerate con letti a castello fino a un massimo di 35 posti.

Infine si regolamenta il commercio dei propri prodotti agricoli, ampliandolo e rendendolo trasversale (a domicilio, itinerante, in spazi pubblici, online).

“Questa proposta di legge – spiega Gian Luca Vignale, estensore della proposta di legge  –  per la prima volta in Piemonte e in Italia norma non solo le attività agrituristiche ma tutte quelle connesse all’agricoltura, intese come strumento di valorizzazione e promozione del nostro territorio e delle sue tradizioni”.

“L’augurio è ora che – prosegue Vignale – come anche richiesto dalle associazioni di settore, il testo di legge, peraltro già sottoscritto da molti colleghi, inizi al più presto l’iter di approvazione in Consiglio, per dare dopo tanti anni di attesa una risposta ai tanti imprenditori agricoli che ce lo chiedevano e portare la nostra regione ad esser un esempio di ammodernamento anche in questo settore”.

“Intendo esprimere grande soddisfazione – dichiara Pierangelo Cena, Presidente Turismo Verde (CIA) – per una proposta di legge che risponde all’esigenza ormai impellente di un adeguamento legislativo rispetto alla legge del 95. Allo stesso tempo, ribadisco che l’associazione che rappresento non ha né l’arroganza né la pretesa di sapere che cosa è meglio per le aziende nostre associate. Ritengo pertanto sia nostro dovere portare avanti con fermezza tutte le istanze che verranno via via proposte”.

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Approvata la legge sul riordino degli enti locali. “Assicurata la tutela dei comuni montani”

Burzi: soddisfazione per l’esito positivo di una discussione democratica e partecipata. Vignale: abbiamo assicurato la tutela dei comuni montani.

Il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato oggi pomeriggio la legge relativa al riordino degli enti locali. “Esprimiamo soddisfazione per l’approvazione del provvedimento – ha dichiarato Angelo Burzi, capogruppo di Progett’Azione a Palazzo Lascaris – che è frutto di una discussione democratica, partecipata e che raccoglie alcune nostre importanti sollecitazioni”.

Nell’iter legislativo Progett’Azione ha presentato tre emendamenti, primo firmatario il consigliere Gianluca Vignale, che garantiscono una miglior tutela dei comuni montani. “Grazie ai nostri emendamenti – spiega Gian Luca Vignale, relatore del Disegno di Legge e primo firmatario delle proposte di modifica approvate –  si introduce una sorta di micro federalismo montano che poggia sul principio che chi più produce, più ottiene.   Il fondo per la montagna infatti non verrà soltanto finanziato dai tributi diretti regionali provenienti dalle attività produttive realizzate all’interno delle Unioni montane, quali Irap, canoni idrici e di imbottigliamento o diritti escavazione, ma sarà anche ripartito in modo proporzionale rispetto all’apporto fornito da ciascuna Unione”. Un’altra modificata approvata su proposta di Progett’Azione riguarda la copertura economica, per 10 anni e in forma decrescente da parte della Regione, del costo del personale delle comunità montane soppresse, che andranno a coprire i posti vacanti in altri comuni o enti pubblici non economici.  “Grazie a questo emendamento – chiarisce Vignale – si permetterà a tutti i piccoli comuni di procedere all’assunzione di nuovo personale senza sforare i tetti fissati dal patto di stabilità e nel rispetto dei principi della spending review”.

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VIGNALE (PROGETT’AZIONE- PDL): AZZERAMENTO DEL PDL: RINNOVAMENTO E NON RICONDIZIONAMENTO. SI INIZI DAL PIEMONTE

Ha ragione Gianni Alemanno: l’azzeramento del PDL è improrogabile se si vuole salvare il centro destra.

Il disgusto provocato da atteggiamenti che arricchiscono la fame di antipolitica non dà infatti spazio a pseudo soluzioni: è arrivato il momento di azzerare l’attuale classe dirigente che da alcuni decenni in modo autoreferenziale governa il centro destra piemontese per dare spazio senza alcun filtro alle tante persone che, nonostante tutto, oggi hanno ancora passione e volontà di impegnarsi nella vita politica quotidiana senza badare a interessi di poltrone o di sottogoverno.

Bisogna però fare molta attenzione a non trasformare il rinnovamento in ricondizionamento. Non si accettano più infatti politici ‘ricondizionati’, ovvero rimessi a nuovo per l’occasione. Serve una classe politica dirigente nuova, che nulla ha a che vedere con quella vecchia, in grado di far poggiare la propria azione su schemi e modalità di lavoro del tutto nuovi.

Con queste fondamenta la casa del centro destra avrà una nuova chance. E sono convinto che dopo anni di silenzio e perdita di credibilità dal Piemonte possa partire questa sfida, anche grazie a chi da anni si batte per un centro destra trasparente, moralmente intransigente e in cui avvenga un vero rinnovamento generazionale.

Per chi da tempo sta lavorando per creare un nuovo centro destra in Piemonte, e che, in contrasto con i vertici del PDL piemontesi, ha creato nell’aprile del 2011 un’associazione, divenuta lo scorso maggio un gruppo consiliare in Regione, la sfida lanciata ieri da Alemanno è stata già accettata mesi fa .

Il dilemma che si pone oggi è: tutti i dirigenti del PDL, coordinatori in testa e subito dietro i loro fidi, saranno in grado di accettare la sfida, facendo diventare il nuovo centro destra un palazzo di vetro? O dimostreranno ancora una volta che ai valori e alle idee preferiscono la loro bella poltrona?

 

Gian Luca Vignale

Consigliere Regionale Progett’Azione

Componente Assemblea nazionale del PDL

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VIGNALE (PROGETT’AZIONE): CAMBIAMO LA CULTURA ANTICACCIA ORAMAI TROPPO RADICATA IN PIEMONTE

Domenica la caccia aprirà. Con le delibere che verranno approvate nel pomeriggio di domani si potranno cacciare ungulati, lepri, mini lepri e fagiano. Non è il calendario che avremmo voluto, ma in Piemonte cambiare la cultura anticaccia è una difficoltà a cui non ci sottraiamo e che affronteremo con una nuova legge sulla quale, insieme all’assessore Sacchetto, stiamo già lavorando.

In una Regione in cui da oltre 25 anni c ‘e’ chi vorrebbe abolire l’attività venatoria, non bastano pochi mesi, né il lavoro di un assessore e di alcuni consiglieri, per debellare una cultura anticaccia profondamente radicata.

Soprattutto in queste settimane sarebbe servito un impegno unanime da parte dell’intera maggioranza per sostenere l’attività venatoria in Piemonte.

È proprio su questi temi infatti che il centro destra, al governo della Regione, deve saper tralasciare simpatie e posizioni ideologiche per proporre in modo compatto una cultura della caccia più sana, che riesca finalmente a inquadrarla come risorsa e non come problema.

Per questo motivo sono convinto che il presidente Cota con un atto di responsabilità non accetterà le ventilate dimissione dell’assessore Sacchetto.

Di fronte agli eventi di questi giorni l’unica incapacità è quella di chi non si rende conto che in queste vicende prima della caccia gli unici sconfitti sono gli agricoltori e tutti i lavoratori dell’indotto venatorio che dovranno subire, da un punto di vista economico, un parziale ritardo dell’avvio della stagione venatoria.

Gian Luca Vignale
Presidente della Commissione Caccia Regione Piemonte.

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VIGNALE (PROGETT’AZIONE)CACCIA: NESSUN VUOTO NORMATIVO. PRESTO UNA NUOVA PROPOSTA DI LEGGE IN REGIONE

È evidente che l’ideologia anticaccia è oramai diventata il tappeto rosso per l’uscita sui giornali non solo delle associazioni anticaccia ma anche di alcuni politici piemontesi.

Se ci siamo abituati alle bizzarrie di alcune associazioni anticaccia è irresponsabile che rappresentanti delle istituzioni usino una questione tanto delicata, come l’attività venatoria, come strumento di bassa propaganda.

Anche se l’unico vuoto oggi presente in Piemonte è l’assenza di un calendario venatorio causato dal Tribunale Amministrativo, parrebbe in ogni modo condivisa la volontà della maggior parte del Centro Sinistra – e di alcuni del PDL – di un nuovo testo sulla caccia in Piemonte. Li rincuoriamo: ci stiamo lavorando sopra, e a breve presenteremo un testo che prende le fila di una proposta di legge, di cui ero primo firmatario, e già votata dalla Commissione che ben amplia l’attività venatoria in Piemonte.

Al di là dei proclami acchiappa flash, o di proposte di legge aizza-bandiere, chi, come me, ha la responsabilità politica ed istituzionale di sostenere lo sviluppo turistico, economico e agricolo della nostra Regione non può infatti permettersi di annullare l’attività venatoria.

È tuttavia bastata una proposta di legge, per dimostrare che chi oggi brinda con gli anti caccia e accusa noi di posizioni aprioristiche non abbia alcuna nozione una sull’attività venatoria piemontese. È infatti evidentemente che non si possa prevedere uno stanziamento di appena 50.000 euro annui da destinare al fondo per il rimborso dei danni causati da ungulati e fauna selvatica, risorse che non sarebbero sufficienti neppure per due settimane.

Inoltre ad oggi l’attività venatoria è l’unico vero strumento della Regione che assicura la valorizzazione della biodiversià, la conservazione della fauna, cacciabile e non, la repressione del bracconaggio, il controllo delle specie opportuniste o il riequilibrio di quelle eccessivamente aumentate a causa dell’antropizzazione del territorio e quindi la riduzione reale dei danni a umani e aziende agricole.

D’altronde questa è la ratio che ha spinto proprio oggi la Regione Lombardia ad autorizzare, dietro il parere positivo della Commissione Europea e dell’Ispra, la caccia in deroga allo storno e di confermare la possibilità di prelievo di richiami vivi.

Gian Luca Vignale

Presidente III Commissione Caccia Consiglio Regionale

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VIGNALE (PROGETT’AZIONE): POSTICIPATA L’ENTRATA IN VIGORE DELLE AREE CONTINUE. UNA VITTORIA IN PIÙ DELLA CACCIA

In Piemonte la stagione venatoria 2012/2013 non sarà penalizzata ma avrà le stesse regole di quella precedente.

Grazie soprattutto alle sollecitazioni del mondo venatorio sono stati approvati provvedimenti che garantiscono la proroga dell’entrata in vigore delle aree contigue così come previste dal Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità (Legge Regionale 19/2009 modificata con Legge Regionale 16/2011).

Nel giugno 2010 la Corte costituzionale aveva dichiarato non conformi alla legge nazionale sui parchi le zone di salvaguardia istituite dalla Regione Piemonte negli anni ’90.

Per questo motivo lo scorso gennaio con l’approvazione della modifica della legge quadro dei parchi piemontesi le aree di salvaguardia erano state trasformate in aree contigue.

Tuttavia due erano i problemi sorti. Innanzitutto all’interno di suddette aree l’attività venatoria è riservata ai soli residenti nei Comuni dell’area protetta e dell’area contigua stessa. Inoltre le aree sono state ancora palinate, ovvero non hanno tabelloni informativi.

Questo avrebbe determinato una forte limitazione per la stagione venatoria e il rischio per i cacciatori di incorrere in salatissime multe – o peggio in reati – solo per aver cacciato su aree proibite senza la dovuta informazione.

“La proroga dell’entrata in vigore delle aree contigue – spiega Gian Luca Vignale, presidente della Commissione caccia del Consiglio Regionale – è l’ennesima dimostrazione di come il centro destra piemontese sia sensibile e attento alle richieste del mondo venatorio. Il voto di oggi infatti altro non è che il frutto di una raccolta di richieste e suggerimenti di associazioni e cacciatori, grazie alla quale quest’anno il calendario venatorio si aprirà senza le limitazioni tanto temute”.

 

Gian Luca Vignale

Presidente Commissione Caccia Regione Piemonte

Consigliere Progett’Azione

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VIGNALE (PROGETT’AZIONE): PROPOROGATA LA MORATORIA PER LA GRANDE DISTRIBUZIONE PIEMONTE. IN PIEMONTE NON SI POTRA’ PIU’ CONSUMARE SUOLO AGRICOLO PER NUOVI CENTRI COMMERCIALI

È stata votata oggi in Terza Commissione, la proroga di altri quattro mesi alla moratoria per la presentazione di nuove domande di apertura per la grande distribuzione.

È stato infatti prorogato fino al 27 novembre la sospensiva di ogni apertura o autorizzazione di centri commerciali superiori ai 4500 mq, prevista di un anno nel ddl 27 luglio 2011, n. 13 (Disposizioni urgenti in materia di commercio).

Nel corso della seduta di Commissione, l’assessore Casoni ha inoltre illustrato le linee guida della programmazione commerciale che prevedono l’impossibilità di utilizzare suolo agricolo per realizzare centri commerciali.

“Con le modifiche alla legge regionale sul Commercio votate oggi – spiega Gian Luca Vignale, presidente della Commissione Commercio del Consiglio Regionale –  abbiamo bloccato per altri quattro mesi i nuovi insediamenti commerciali della grande distribuzione, per dare un po’ di sospiro e aiuto ai migliaia di esercizi di vicinato  e commercianti ambulanti del Piemonte”.

“La proroga della moratoria – prosegue Vignale – rappresenta un passo in più per la difesa della dignità dei nostri commercianti e del nostro territorio oltre che di tutte le realtà urbane che sopravvivono sul piccolo commercio”.

“Inoltre il blocco del consumo di terreni agricoli – conclude Vignale– obbligherà chi vorrà aprire un nuovo centro commerciale ad utilizzare aree industriali e non, dismesse. Ciò porterà non solo un beneficio all’agricoltura, ma consentirà anche la riqualificazione di aree urbane e non oggi in stato di degrado per la presenza di aree dimesse”.

 

Gian Luca Vignale

Presidente della Commissione Commercio

Consigliere regionale Progett’Azione

 

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VIGNALE (PROGETT’AZIONE): DDL 192: INTRODOTTA UNA FORMA DI FEDERALISMO FISCALE MONTANO

Oggi in Prima commissione, redigente, sono stati approvati tutti gli articoli del ddl 192 “Disposizioni organiche in materia di Enti locali”.

Grazie agli emendamenti presentati da Progett’Azione, Vignale primo firmatario, tre sono le novità introdotte al  testo e votate oggi.

Innanzitutto, a differenza della prima impostazione, non verrà più abrogata l’intero ‘Testo unico delle legge sulla montagna” (legge regionale 2 luglio 1999, n. 16 ), ma solo gli articoli riferiti alla trasformazione delle Comunità Montane.

Inoltre, mentre il ddl 192 non prevedeva alcuna risorsa dedicata esclusivamente alla montagna, verrà salvaguardato il “Fondo regionale per la montagna”, che però poggerà su meccanismi di finanziamento basati esclusivamente sulla forza produttiva di ciascuna Unione.

Se infatti fino ad oggi il Fondo era finanziato da una quota della fiscalità diretta della Regione e ripartito in ugual misura a Comunità Montane, d’ora in poi sarà costituito sui soli proventi della fiscalità diretta regionale (Irap, diritti di escavazione, addizionale regionale sui canoni idrici e imbottigliamento e da una quota dei fondi ATO), provenienti dalle imprese presenti nei confini delle Unioni Montane e sarà ripartito in modo proporziale rispetto al gettito di entrata secondo un criterio di premialità dell’attività produttiva svolta all’interno dei propri confini.  Ciascuna Unione riceverà quindi una quota del Fondo regionale per la montagna, stimata in base alla superficie e alla proporzione dei tributi diretti regionali incassati dalla Regione all’interno dei propri confini.

“ Grazie a questi due emendamenti – spiega Gian Luca Vignale, relatore del Disegno di Legge e primo firmatario delle proposte di modifica approvate oggi –  si introduce una sorta di micro federalismo montano che poggia sul principio che chi più produce più ottiene.   Il fondo per la montagna infatti non solo verrà finanziato dai tributi diretti regionali provenienti dalle attività produttive realizzate all’interno delle Unioni montane, come Irap, canoni idrici e di imbottigliamento o diritti escavazione , ma verrà anche ripartito in modo proporzionale rispetto all’apporto fornito da ciascuna. ”.

Una terza modificata approvata oggi, anch’essa a firma Progett’Azione, riguarda la copertura economica, per 10 anni e in forma decrescente (70% per i primi tre anni, 60% per il quarto, 50% per il quinto, e così via fino al 20% per il decimo esercizio finanziario)   da parte della Regione del costo del personale, delle comunità montane soppresse, che andranno  coprire i posti vacanti in altri comuni o enti pubblici non economici.

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Claudia Porchietto: “La sinistra boccia le nostre proposte per poi copiarle”

E’ compito degli enti locali pensare a misure di riduzione degli inquinamenti atmosferici ma il Blocco degli euro 2 proposto da Bresso e Saitta non è secondo noi la miglior soluzione. Nel caso non dovessero riuscire a trovare un’altra soluzione è loro dovere pensare a contributi per aziende e privati che da un giorno all’altro si troveranno impossibilitati ad utilizzare la proprio auto.
Un esempio di atteggiamento diverso è la proposta del presidente Formigoni, che ha inviato una lettera al presidente della Commissione Europea Barroso per chiedere di istituire fondi specifici per il piano contro le polvere sottili a contemporaneamente ha approvato incentivi che permettono a privati ed aziende un ricambio di veicoli graduale e non troppo penalizzante. Questi erano alcuni dei punti che il PDL aveva proposto a Saitta e alla Bresso per impedire il blocco dei veicoli Euro 2 a Ottobre che loro avevano deciso.
Il 27 Ottobre però il centro sinistra ha bocciato tutte queste proposte votando il solo rinvio del blocco all’inizio dell’anno prossimo.
“Avevamo dato parecchie alternative per evitare di penalizzare i cittadini – ha dichiarato Claudia Porchietto, il Capogruppo PDL della Provincia di Torino – ma il centro sinistra le ha bocciate tutte ed ha votato solo una mozione che è un insieme mal assortito dei nostri suggerimenti e in sostanza rinvia unicamente il blocco dei veicoli a gennaio 2010″.

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Italia 150: un trampolino di lancio per aziende e lavoratori piemontesi.

Aziende piemontesi al tracollo, tasso di disoccupazione in preoccupante aumento e CIG (cassa integrazione guadagni) che registra un incremento del 600%, traducibile in 40 milioni di ore lavorative, nei primi sei mesi del 2009 rispetto al 2008. Di fronte a questo panorama, causato dalla crisi i 7 milioni di euro stanziati dal governo per 150 anni dell’Unità di Italia possono fungere da trampolino di lancio per  le aziende e i lavoratori piemontesi.
Non possiamo quindi che augurarci che questa grande opportunità non venga sprecata e non si ripetano gli errori olimpici e che i 7 milioni di euro, uniti alle risorse che verranno messe in campo per questa occasioni, vengano impegnati nel migliore dei modi.
Per questa ragione chiederemo a Saitta che siano solo aziende locali a venire coinvolti nei preparativi, nell’organizzazione e nella gestione dei festeggiamenti.

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Eutelia-Agile: serve un piano B

“Come ha sottolineato la Fiom – ha detto Claudia Porchietto, Capogruppo PDL della Provincia di Torino – se le istituzioni non intervengono in modo concreto sul caso Eutelia Agile il problema rischia di diventare ingestibile. A Ivrea verranno messi in mobilità 109 lavoratori su 172 e a Torino 110 su 139. Chiediamo alla Provincia di intervenire per tutelare le 200 famiglie che rischiano di trovarsi senza stipendio”. Con queste parole Claudia Porchietto ha espresso la sua preoccupazione e la necessità che la Provincia di Torino ed il Presidente Antonio Saitta si attivino cercando una soluzione alternativa, un piano b, se l’accordo con l’azienda non dovesse concretizzarsi. Non è più tempo di parole ma di fatti.

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